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La storia è semplice: mi fidanzo con una ragazza che è stra-patita di Friends, che ha tutte le stagioni in dvd, che addirittura guarda gli episodi in inglese con i sottotitoli in italiano. Io, abbastanza tiepidino, riporto nel mio taccuino visuo-spaziale le informazioni che custodivo nel magazzino della memoria a lungo termine, le faccio: "mi presti qualche dvd? mi piacerebbe cominciare a vedere qualche puntata!". Lei, lontana da casa, mi presta i primi dvd della quinta stagione, per due motivi: il primo è che aveva le altre stagioni a casa e il secondo è che secondo lei dalla quinta stagione decollava. Io, sempre tiepidino, inserisco il dvd nel mio lettore, mi sistemo sul divano e non mi alzo più. Inizio a macinare dvd su dvd, stagioni su stagioni, non riuscendo più a mollare quel telefilm che, in quel momento riuscivo a capirlo, è davvero qualcosa di eccezionale. Col tempo mi affeziono sempre di più ai loro ragazzoni, mi identifico in Chandler, tendo ad identificare la mia lei in Monica e i miei amici in Ross e Joey. In brevissimo tempo, Friends diventa la mia "ggioga" (come la chiamiamo io e Paola), i miei attimi di tempo libero e le mie colazioni sono sfruttati per guardare un altro episodio, e un altro ancora, e un altro ancora...fino alla decima stagione. E qui avviene la tragedia: scopro che la decima stagione è l'ultima. E che avrei dovuto studiare per un esame. Indeciso (ma non troppo) sul da farsi, decido che non vale la pena di ammazzarsi su afasie, dislessie e robe varie, ma che devo assolutamente sapere come va a finire tra Ross e Rachel, come si conclude la serie, come mi sentirò quando avrò finito di vedere l'ultimo episodio. Durante la visione vengo completamente assorbito dalla storia, e, quando compaiono i titoli di coda, le lacrimucce scendono sul mio viso. Allora incerto tra disperazione e suicidio, telefono a Paola e la supplico di portarmi le prime quattro stagioni, in modo che io possa conoscere quei ragazzoni dall'inizio, possa scoprire tutti i vari personaggi e da dove provenivano tutti quei flashback presenti nelle puntate dei pranzi di Ringraziamento.
Contemporaneamente, poi, ricomincio a vedere le ultime stagioni insieme a Paola, lasciando l'audio in inglese con sottotitoli in italiano. All'inizio comincio a criticare, come mio solito, le voci originali. Poi, piano piano, mi accorgo che sono qualcosa di incredibile e perfetto...comincio a ridere come un deficiente per le vocine di Ross, le risate di Phoebe e le battute veloci di Chandler...comincio a sognare di essere uno dei Friends e di poter far parte anche io, nella mia vita, di un gruppo come quello.
Perchè è così difficile, trovare dei Friends come quelli del telefilm? Perchè davvero non posso essere il Chandler di un gruppo di sei ragazzi, perfettamente amalgamati e così uniti tra loro? E' una cosa che mi sconvolge e spaventa, perchè io l'idea di gruppo non l'ho mai visutta, nè alle medie, nè al liceo e nè all'università (o meglio, all'università sì, ma con esiti catastrofici). E invece mi piacerebbe tanto, davvero. Prima di tutto questo avevo smesso di pensarci, a quanto sarebbe bello. E invece Friends mi è entrato talmente dentro che ormai quell'idea è tornata talmente prepotente da non volersene andare più via. Mi piacerebbe conoscere qualcuno come Joey (Lutty, sto parlando di te!), o qualcuno come Ross...o magari conoscere persone diverse da Joey e Ross, ma con cui io possa stringere un rapporto simile a quello che c'è tra di loro...insomma, pensateci bene: quei sei amici riescono a dirsi tutto, litigano anche, ma in fondo si vogliono un bene dell'anima e sanno che possono fidarsi davvero l'uno dell'altro e che nessuno di loro li tradirebbe. Sarebbe possibile qualcosa del genere, nella vita reale? La vita è finzione o la finzione è realtà?
Mi sento sempre un pò triste, quando alla fine delle mie tortuose riflessioni su Friends arrivo a questo punto. Mi ripeto che forse un giorno troverò i miei "friends" con cui condividere la mia vita, e non avrò bisogno di nient'altro per andare avanti. Avrò un lavoro che amerò fare, una donna con cui vivere per il resto dei miei giorni e degli amici fantastici con cui passare il mio tempo. E soprattutto lascerò da parte la tristezza, che, davvero, non ha niente a che fare con Friends.