venerdì 19 aprile 2013

Addio, addio, lettori addio!


Ho cincischiato, lo so. Ho prima scritto una specie di "arrivederci amarognolo", poi un "teatro pseudo commovente", poi la cronaca dell'ultimo concerto recensito su questo blog, e poi ho perso tempo.
Sto da giorni a dirmi "domani scrivo ed abbandono, tanto 'na letterina di saluti è". E poi non lo faccio. Perchè mi dispiace, è ovvio, ma perchè sentivo e sento ancora di non aver niente da dire. E da dare.
Diciamocela tutta, se fosse stato un grande successo, questo blog, dall'annuncio della chiusura ad oggi ci sarebbero state frotte di fan, specialmente signorine discinte,  intente a mandarmi loro foto in topless per non permettere la chiusura di questo spazio. E invece niente, o quasi. Qualcuno, ma stiamo sotto la mezza dozzina, c'è rimasto male. E a loro va' tutto il mio ringraziamento. Sinceramente, grazie! E' quanto di più avreste potuto regalarmi.
Anche il mio amico che mi ha chiesto se avrei smesso di scrivere. Forse è stato l'unico a chiedermelo, anche se forse, in quest'anno, sul blog ci è passato solo tre volte. Ma mi ha fatto piacere sentirmelo dire.

Il blog chiude. Ma questo lo sapevano tutti. Oggi chiude definitivamente. Domani o al massimo domenica inserisco l'annuncio a caratteli cubitali che delimita i post ante-chiusura a quelli, che forse non ci saranno mai, post-chiusura. Perchè come ho già detto, questo spazio è sì chiuso e fermo ma i suoi due autori possono ritornarci quando vogliono e se vogliono. Ma sappiamo bene che questa è una speranza vana, il modo che ho di lasciare aperta una porta che altrimenti sarebbe già chiusa a chiave con tripla mandata.

Prima di lasciarvi voglio dire solo un altro paio di cosette.

Qui ho scritto, recensito, raccontato, discusso (con me stesso o con parte di me) e cercato di far ridere. A rileggere post andati, di un passato nemmeno troppo lontano, certe volte mi son chiesto chi fosse stato a scriverli. Sia nella buona che nella cattiva redazione degli stessi.
Se rileggo racconti di cinque anni fa, mi vergogno per il mio essere quasi analfabeta.
Se rileggo stupidaggini di un paio d'anni fa mi ritrovo a ridere come se non le avessi scritte io.
Se rileggo concerti, emozioni, poesie passate, mi ritrovo a rivivere momenti che forse sarebbero stati perduti senza questo spazio.
Per questo ho avuto difficoltà ad abbandonarlo. E lo faccio perchè, prima o poi, da casa te ne devi andare. Questa è "casa" metaforicamente. Il momento in cui abbandonerò quella fisica, che spero sempre si avvicini invece di allontanarsi, forse sarà meno traumatico di questo.

Ringrazio i lettori. I quattro che ci hanno seguito. E forse apprezzato.
Ringrazio i maniaci. Le risate mensili che mi facevo, da solo leggendo le ricerche, non le dimentico facilmente.
Ringrazio Francesco perchè ci ha creduto. Non so per quanto ma ci ha creduto.
Ringrazio Carmen per essere stata musa ispiratrice di tutto quello che ho scritto, o quasi, dal Luglio del 2008.

Potete continuare a seguire il sottoscritto su:

Acido Lattico. Da un mese vige anche un'edizione domenicale dove viene presentato un racconto inedito. Quindi tra poco potreste trovare anche il mio.

Lercio. Ogni settimana un articolo o due ci esce sempre.

Twitter. Perchè fa figo averlo.

Twitter di Beppe Grillo-Fake. Perchè in un modo o nell'altro ci dobbiamo pure divertire.

Forse un blog futuro. FORSE. E' un gigantesco "Forse" scritto sull'intera costa adriatica. Forse. Per ora non c'è niente. Domani, o domani ancora, o tra un mese, sei o un anno, chissà.

Ciao a tutti. Grazie per i "likes". Cercherò di cambiarli alla banca in euro.

mercoledì 10 aprile 2013

Elio e Le Storie Tese - Napoli 2013

Napoli. Fine concerto. In basso a sinistra, in bianco, c'è Me!

Essere Fava è bello.

L'ho scoperto ieri. Ne ho avuto la certezza ieri notte dopo una stupenda giornata a tema Elio e Le Storie Tese, iniziata già in prima mattinata (con le note di "Supergiovane" che continuavano a girare nella mente), e finita con un "Ma che discorsi" di Daniele Silvestri che stranamente andava in onda a Radio Deejay.

Partenza alle 15 e 20 con la vettura della mia pulzella, fiera accompagnatrice non cantante ma sempre disposta a dirmi "sì, ci vengo", e altre robe del tipo "dove vai tu vengo io" e "non ti lascerò mai, blablabla", che in questo contesto non c'entrano.
Arrivo in quel di Napoli Capodimonte, verso le 16. Constatiamo, passeggiando allegramente per Corso Amedeo di Savoia, che non è segnata sulla nostra mappa. Un paio di domande in giro e scopriamo che abbiamo già sbagliato strada. Dopo un paio di bivi ed una salita siamo giunti al punto dove, per fortuna e per piacere e per concessione di Valeria, fava napoletana, possiamo tenere la vettura.
Attendiamo l'arrivo di altre due favette alla ricerca della strada giusta per raggiungere lo stesso luogo e ci dirigiamo verso il Bellini. Distanza tre chilometri. Bisogna prendere il pulmann ma no, il prode pulzello di Silvia decide di accompagnarci fino alla zona teatro. Un cavaliere sul suo arancione destriero rischiara un cielo già avaro di nuvole.
In sei in una utilitaria si pena un po', ma che fà? Lo si fa per gli Elii, lo si fa per non camminare.
Ordunque giungiamo in teatro. Si aspetta un po', si fa amicizia con i cespugli e si chiacchiera con il faveggio presente all'esterno del Bellini. Teatro rinomato e bellerrimo che potrebbe non accettare noi comuni mortali che vogliamo vedere le prove.
Sono stato ottimista. Dopo due concerti non visti in estate, per due diversi motivi, giusto nel primo anno da Fava certificata, mi sono sentito lievemente mancare quando è stata ventilata l'ipotesi che non avremmo potuto assistere al soundcheck.

Gli Elii arrivano man mano. Non salutiamo neanche un po' il Civas, forse intimoriti. Più entusiasmo dopo una ventina di minuti per Rocco e Christian. Ciarlano due secondi e ci danno appuntamento a dopo, speranza speranzosa, e via. Si attende.

Ci fanno entrare. Romina, band assistant come cita la sua felpa, è una santa donna.
Vedo il gruppetto, il mio complessino meraviglioso, provare canzoni, cantarne pezzi, aggiustare accordi, suoni, modulazioni e tante altre cose di cui non ho la minima conoscenza, davanti a me. E ad altre quindici persone, massimo. Il tutto con le lacrime agli occhi, le mie.
Faso, al termine, scende e cazzeggia e racconta aneddoti con noi. Mi autografa il libro di Ermes con una dedica che ha fatto parte della mia vita da quando sono nato: "A Davide con Golia". Specificando che però, stavolta, sono le caramelle.
Dopo anche Rocco si ferma cinque minuti. Saluta tutti, cincischia un po' e prima di andare gli chiedo l'ennesimo abbraccio. Acconsente e il mio entusiasmo è a livelli massimi. Credevo che il concerto non sarebbe riuscito a darmi le stesse emozioni, ma mi sbagliavo.

Abbiamo un'oretta prima di rientrare per l'evento vero e proprio. Chiamo Patrizio, membro eccelso di Acido Lattico, per un incontro fugace. Si chiacchiera del progetto, di Napoli, della zona e di macchine con la gomma squartata. Si conosce la pesantezza delle frittelle. E si gusta un ottimo caffè. Con la ripromessa di rivederci dopo la fine dello spettacolo perchè Patrizio, persona incredibilmente gentile come non se ne fanno più secondo me, si offre di accompagnarci a prendere le vetture senza dover sottostare a trasporto pubblico notturno o taxi. Il Salvatore!

Dopo il giro di Napoli, che poi è stato una circumnavigazione pedonale del territorio Belliniano, ci intrufoliamo all'interno del Teatro per assaporare l'atmosfera e, alle 21 e 15 il concerto c'è.

Una sorta di celebrazione di trenta e passa anni di carriera, mi verrebbe da definire ciò che ho visto ieri e che avrei voluto rivedere di nuovo, tutto daccapo, alla fine del concerto. I grandi classici, eliminando "Servi della Gleba" e "Discomusic" che sono un po' mancate considerando tutte le altre.
In ordine di annata c'erano:

-) "Cara ti amo". Rimodernata. Che è una canzone che seppur la senti duemila volte, ad ogni concerto è sempre diversa dall'ascolto precedente. Grazie anche all'amore tra la coppia Rocco-Elio, che non finirà mai. Pur se il cugino di Lei è sempre stato un pervertito.

-) "Supergiovane". Mangoni ha quasi buttato a terra un tizio del pubblico per correre all'impazzata nel teatro. E poi è sciatalgia più bulgaria più più più.

-) "Il vitello dai piedi di balsa" - "Reprise". La favola che andrebbe insegnata in tutte gli asili del mondo.

-) "Neanche un minuto di non caco". I cinquantacinque secondi di "La Terra dei Cachi" in versione sprint. Bello vedere come tutti si sbattono col tempo raddoppiato e sembrano non fare alcuna fatica.

-) "Mio cuggino". Sinceramente? Non sono mai riuscito a farmela piacere più di tanto. E' sì ok una canzone puramente eliastica, ma non è una di quelle che bramo riascoltare sempre. Entusiasmante invece la versione di "Pierino" con una Paola Folli strepitosa.

-) "TVUMDB". Con Paola che non sfigura neanche un po' di fronte alla voce originale femminile di Giorgia. Anzi. Applauso poi dovuto all'assolo di Feiez, sempre presente.

-) "Tapparella". Il finale semplice, puro, genuino. Anche se l'ho apprezzata di più anni fa quando la piazzarono come terza canzone.

-) "Born to be Abramo". Uno dei MIEI cavalli di battaglia. La canzone che forse mi ha avvicinato al loro mondo. Ballabile, scatenata, religiosa, una cover che pochi riescono a fare molto ma molto più bella dell'originale. Grazie Patrick Hernandez per averglielo concesso.

-) "Rock and roll". Versione iniziale con chitarra classica, con un Elio che sembrava ringiovanito. Rima "Apicella-sciacquarella" da spedire agli alieni in un cd con tutta la discografia eliastica da concerto. Grande momento di rock che, diciamocelo, piace molto a Noi giovani.

-) "Shpalman". Versione base. Senza capitomboli Tanici come l'anno scorso.

-) "Parco Sempione". Con tanto amore verso la regione Lombardia, vecchia e nuova presumo.

BONUS TRACK

-) "Largo al Factotum". Con quel teatro, con quella bella gente, con quell'acustica, non si poteva non fare. Una nota di passato in una serata che difficilmente il Bellini, inteso come teatro, ha visto.

-) "Un bacio piccolissimo". Ci avevo scommesso il piede destro e c'ho avuto ragione. La canzone riarrangiata a Sanremo durante la serata amarcord è diventata uno dei pezzi del concerto. Se facessero un tour con solo pezzi altrui, ma a modo loro, spaccherebbero lo stesso.

NOVITA'

-) "Dannati forever". La adoro. Canzone che, secondo me e la pulzella, avrebbe meritato più dell'altra di vincere Sanremo. Dal vivo rende ancora meglio.

-) "La canzone mononota". Potrebbe diventare il nuovo tormentone eliastico e, alla fine, stufare. Ma ora si deve sfruttare l'effetto "ritorno sanremese". E va' suonata. Sempre prendendosi la pausetta.

-) "Enlarge your penis". Già ascoltata lo scorso anno, ma è ancora novità dato che uscirà nel cd nuovo di Maggio. A me piace tantissimo. Il ritornello ti entra in testa e non se ne va' via. Un po' tipo "Gargaroz".

-) "Come gli Area". Come la precedente: novità ma non novità. Una canzone tributo ad una band che non conosco. Se fossi stato meno giovane l'avrei apprezzata di più. E si vede che si impegnano tanto a tributare un giusto omaggio alla band di Stratos.

-) "Il ritmo della sala prove". Prima delle due inedite ma proprio tanto tanto inedite. Bella. Peccato averla potuta ascoltare una sola volta perchè è uno di quei pezzi che ami dopo cinque-sei ascolti.

-) "La canzone del primo Maggio". Musica. Testo. Interpretazione. Tutti dieci e lode. La cosa più bella io abbia sentito negli ultimi mesi. Non si può descrivere, si deve vivere. Se si pensava che con "La canzone mononota", gli Elii avessere fatto un salto variopinto nel mondo della musica, questa è un triplo salto carpiato con centodue avvitamenti da un trampolino che dista un metro dalla piscina. Eccezionale. Credo una delle canzoni più difficili da fare, per loro. E tante ma tante risate, da parte mia.

E credo di aver finito. Quindi devo proceredere ai ringraziamenti ufficiali.

Grazie a Nicola Fasani in arte Faso per l'autografo. La prossima volta giuro che ti disturbo ed inizio a chiacchierare senza motivo alcuno. Voglio far sfruttare il mio essere Fava in tutto e per tutto, magari elimino il mio panico da "idolo".
Grazie a Sergio Conforti in arte Rocco Tanica per l'abbraccio. Per me vale sempre tantissimo. Vale la stessa promessa che ho fatto per Faso.
Grazie a Faith, Silvia e Valeria di aver dato una nota di colore al concerto. Poter condividere le passioni è qualcosa di bello, ma proprio tanto. E poi ci siamo conosciuti ad un concerto annullato, quindi dovevamo per forza vederne uno, per una volta. A meno che non se ne fosse caduto il "Bellini".
Chiedo scusa a Faith comunque per il concerto di Napoli all'Augusteo, quando si è dovuta sorbire un intero spettacolo seduta DIETRO al sottoscritto. Ma non ci conoscevamo, posso dire questo a mia discolpa.
Grazie a Valeria per averci sopportato e per aver dato rifugio ad una Panda nuovo modello.
Grazie a Francesco per il passaggio dell'andata, le mie gambe ancora ti ringraziano.
Grazie a Patrizio, ancora ed ancora, per quello di ritorno. Una nota di sole in una Napoli notturna. E si è pure offerto di farmi parcheggiare la macchina a casa sua, per volte future, grandissimo!
Grazie, infine, sempre a Carmen. Che segue, seppur non essendo fan acclamante, ogni mio tentativo di portarla sempre più nel mio mondo. Che sia fatto di fiere del fumetto, di Elii e di Silvestri (anche se a quest'ultimo ci viene sempre con piacere). Grazie per averci messo la macchina ed averla fatta portare a me, per aver preparato i panini, e per aver aspettato senza mai lamentarti un gruppetto di idioti che aspettavano sognanti i loro musicisti preferiti. Grazie.

Ogni giorno che passa mi rendo conto che mi hai scelto tra tanti. Ma non so neanche io perchè.

E va' sempre così. Parlo di Elio, di Rocco, del Civas, di Faso, di Christian e di Paola, e pure di Jantoman o Mangoni, ma alla fine mi ritrovo sempre a ringraziare Lei.

Ultimo concerto recensito sul blog. In settimana i saluti definitivi. Poi questo spazio chiude.

mercoledì 3 aprile 2013

Addio, e grazie di tutti i pomodori.


(Buio. Molto buio. Una persona, con evidente difficoltà, cerca di entrare in scena ma non riesce a capire dove si trova. Accende un cellulare per farsi luce, lo posiziona davanti a se come una torcia, inizia a camminare con difficoltà. Improvvisamente il teatro si illumina.)

F: "Bravo. Non avrei mai pensato di dirtelo ma bravo!"
D: "Perchè a differenza tua so premere un interruttore?"
F: "Perchè dentro di te c'è questo gene che ti spinge ad insultarmi? Spiegami: cosa ti ho fatto di male."
D: "Durerebbe molto meno ciò che mi hai fatto di bene".
F: "E perchè tu? Ti conosco da sette anni, hai fatto mai qualcosa per me? Per il mio sostentamento? Per il mio futuro?"
D: "Non sono tua madre".
F: "Curioso. E' la stessa frase che ha sempre ripetuto lei".
D: "E tuo padre?"
F: "Ne diceva una simile, ma sostituendo la parola "madre" con la parola "padre".
D: "Che strano eh?"
F: "Son cose che ti segnano. Soprattutto se iniziano a dirtelo dall'età di sei giorni".
D: "Vabbè. Comunque siamo qui per altro.
F: "Eh già".
D: "Ma allora...è sicuro?"
F: "Eh sì!"
D: "Non è più uno scherzo come quello che ti feci anni fa, o come quando me ne andai a fare un blog con un altro e ti incazzasti come una belva?".
F: "Eh no."
D: "Sei diventato il nuovo paroliere di Vasco Rossi?"
F: "Non la perdi mai questa voglia di fare battute quando sei nervoso eh?"
D: "Da cosa dici che sono nervoso?"
F: "Dal post che hai fatto per salutare. E' carico di livore che manco Giuliano Ferrara quando vede donne che possono abortire e lui non può."
D: "Bel paragone. Passibile di denuncia."
F: "Ecco! Una volta che mi fai un complimento vedo la possibilità della galera per diffamazione."
D: "Esagerato! Manco avessi un account fake di Beppe Grillo".
F: "Perchè tu...?"
D: "Shhh. Anche i muri sono grillini, qui intorno."
F: "Comunque stai incazzato. Ammettilo."
D: "Te lo devo dire chiaramente? M'hai svuotato, bastardo! Non riesco più a scrivere per colpa tua. E non perchè il blog ormai è andato, ma perchè mi sono sentito abbandonato".
F: "Oh, poverino. Già vedo gli slogan estivi: "Non abbandonare un D sull'autostrada".
D: "Ridi tu."
F: "E certo. Ti rendi conto che ogni volta che entravo qui mi sentivo distrutto dall'enorme quantità di post che scrivevi? Ed io non avevo una idea una per farne uno?"
D: "Uno vale uno!"
F: "La vuoi finire di sparare minchiate? E' una roba seria questa. Lo so che siamo stato co-admin per cinque anni e qualche mese, ma è pure ovvio che c'erano attriti dai...però ci odiamo come al primo giorno. Da quando esistevano i forum!"
D: "E le chat erano viste come la tecnologia assoluta".
F: "Ed i modem a 56k emettevano dolci rumori di connessione".
D: "Vecchi tempi."
F: "Eh, anche io ero vecchio. Dentro. Un po' meno di adesso forse."
D: "Ma guardati: sei uno sceneggiatore. Anche se nel 2013 non uscirà alcunchè scritto da te..."
F: "Bello che lo fai notare".
D: "E poi lavori in una casa editrice di fumetti. Il sogno! Ancora non ho capito cosa fai ma complimenti!"
F: "Grazie grazie".
D: "Poi me lo spieghi esattamente cosa fai? No, perchè sai che ho capito che tu leggi i fumetti, controlli se ci sono errori e bon. Finito lì."
F: "Ehm...è così."
D: "Paghi tu, giusto?"
F: "Preferisco non rispondere. Ma basta parlare di me! Anche tu sei diventato un...gelataio giusto?"
D: "Manco sai che faccio..."
F: "Sei un barista? Un contorsionista? Un eroe? Supergiovane?"
D: "In questo momento sono un disperato disoccupato!"
F: "Eh, diamine! Un po' di fantasia su! Lo fanno quasi tutti ultimamente, differenziati!"
D: "Però tra un mese, si dovrebbe cambiare registro."
F: "Ottimo! Vedi che i sogni si avverano?"
D: "Non avevo mai sognato di diventare gelataio, eh. Ma non mi dispiace ciò che faccio."
F: "Giusto. Che volevi essere tu da piccolo?"
D: "Dylan Dog".
F: "Ecco. Un po' eccessivo come obbiettivo. Facciamo così: tieniti quello che hai. E non ci pensare."
D: "A cosa?"
F: "A tutto!"
D: "Al fatto che stiamo chiudendo? Abbandonando questo teatro angusto?"
F: "Eh...che ci vuoi fare."
D: "Che poi...(indica il teatro) è sempre stato vuoto...vero?
F: "Ogni tanto ci passava "S", lo vedevo seduto in disparte. Ogni tanto la tua pulzella. Qualche volta pure "MB", ma non ciarlava mai, che se parlava si rimaneva venti minuti a capire cosa volesse dire. E poi presenze vaganti che sono volate via."
D: "Ed io sentivo le risate! Ci pensi che io le sentivo?"
F: "Io ci provavo. Ma niente."
D: "Io sentivo le risate, gli applausi, i fischi, le standing ovation. Anche i pomodori che mi lanciavano quando non avevo un misero "mi piace". Ma non c'era mai nessuno. Nessuno! E poi mi domando chi è che rimpiangerà la fine di questo spazio, di questo teatro che non è riuscito nemmeno ad arrivare ai sei anni."
F: "Sono sempre i migliori che se ne vanno per primi".
D: "Chiude il blog di ZeroCalcare?"
F: "No, idiota! Intendevo noi!"
D: "F...con tutto il bene: se noi siamo i migliori, ho paura di scoprire il peggio."
F: "Ma la vuoi finire con tutto questo negativismo? Le risate c'erano, gli applausi c'erano, anche qualche visitatore estraneo, ogni tanto, c'era. Toh...guarda là...un tizio s'è appena seduto."
D: "E' uno dei ricercatori folli di google. Ha appena cliccato su "juliana moreira video porno". Come puoi notare è privo di pantaloni."
F: "Ecco. Ci mancava che UNO sceglievo come esempio e manco era buono."
D: "Non ti preoccupare, amico mio, è inutile che provi a consolarmi. E' successo. E' finita. Va' bene così. Poteva andare tutto peggio. Potevamo litigare fortemente e picchiarci a distanza. Potevamo rubarci le donne. Potevamo odiarci ed invidarci così tanto da non parlarci manco più. Invece, bene o male, noi due ci siamo ancora. Non ci sarà più un blog, ma fa niente. Forse ne nasceranno altri due. E' la vita, no? Si va' avanti..."
F: (singhiozza) io odio quando fai il melenso. Te lo devo dire: lo odio perchè mi fai commuovere. Non posso commuovermi! Io sono un robot senza sentimenti!"
D: "Se piangi vuol dire che ci tenevi. Sappi che va' tutto bene. Il sipario si chiude. Per l'ultima volta e non si aprirà più. Adios, amigos, adios. E via, verso nuove avventure."
F: "Così? Basta? Senza cazzeggiare ancora?"
D: "Che senso ha, amico mio? Volevo regalare al nostro "enorme" pubblico cinque puntate mozzafiato di noi, su questo palco, a scambiarci battute e gag. Ma che senso ha? E' finita la storia. E' finito il teatrino. Non senti? Le ruspe sono già qui. Pronte a demolirlo."
F: "E quindi è ora di andare?"
D: "Tu vai. Io non sento il bisogno di farlo, fammi godere questa vista sul pubblico ancora per una volta. Ancora per un altro po'."
F: "Allora rimango anch'io, se ti fa piacere."
D: "Grazie".
F: "Grazie a te."
D: "..."
F: "..."
D: "..."
F: "La senti?"
D: "Cosa?"
F: "L'ultima grande standing ovation per noi".
D: "Non proprio".
F: "Chiudi gli occhi".
D: "Non è solo un trucco per baciarmi, giusto?"
F: "Chiudi gli occhi!"
D: "E' vero. Li sento!"
F: "Applaudono noi. E' giunto il momento dell'inchino."
D: "Grazie a tutti. Grazie!"
F: "Grazie per averci sopportato."
D: "Alla prossima! Se mai ci sarà."

(Sipario. Fine.)

venerdì 29 marzo 2013

This is the end?


Oh, doveva succedere. S'era capito dal Novembre del 2007 che una cosa del genere, presto o tardi, doveva succedere. E poi dobbiamo pure considerare che il sottoscritto l'aveva ampiamente previsto qualche mese fa in questo stesso luogo o lago, che dir si voglia. Il caro amico, fratello, collega, conoscente, amplificatore di insulti Francesco Savino in "arte" DjJurgen lascia questo luogo di dolore che in cinque anni gli ha regalato belle e brutte cose. E tanti momenti di silenzio.
Devo dire subito come mi sono sentito quando l'ho saputo, per fortuna, in anteprima rispetto al mondo intero? Naaaa, lo dico più tardi.
Annuncio solo che sento, pensandoci con calma nella settimana e mezzo successiva che è passata, che HA FATTO BENE. Stare in un luogo, seppure virtuale, in cui non c'è più la volontà, (o il tempo o la voglia), di rimanerci è inutile. E questo apre a qualche scenario possibile che vi vado ad elencare perchè, lo dovreste ormai sapere meglio di me miei undici lettori, io amo elencare:

-) Cambiamento ipotizzato dal Dicembre 2007: cambio del blog ne "Il Bloggo dello Sgrittore". E via così.

-) Chiusura generale ed arrivederci a tutti.

-) Prostamento ai piedi del Dj per non farmi abbandonare.

-) Convincere tizi esterni a diventare parte integrante del blog così da non dover cambiare nome, ma solo grafica e banner.

Non credo farò nessuna di queste quattro ipotesi. Cerco di spiegarmi in breve, ma se avete da cucinare andate che poi va' a finire che ci capite poco del discorso.
Il blog è stato creato da due persone. Una si chiama Davide Paolino, che all'epoca era uno sgrammaticato precursore del grillismo, e l'altro era Francesco Savino che, in cuor mio, sapevo quanto fosse esponenzialmente più bravo del sottoscritto. E forse questo non gliel'ho mai detto. Ai tempi ci divertivamo ad insultarci ed a constatare che su questo spazio non ci passava nessuno, manco i miei amici, ma alcuni suoi sì (ho ancora ricordo di una sua amica che apprezzava le mie poesie, ed io ancora dopo anni mi domando il perché).
Cercavamo di attirare pubblico in ogni modo. Ci vendevamo intellettualmente. Racconti, poesie, stronzate (che ai tempi, giovinotti, chiamavamo "stupidate"), ipotesi di dialoghi teatrali, robe romantiche per le nostre pulzelle, recensioni, considerazioni sull'attualità, saghe epiche. Tutto poteva servire. Anche creare una pagina fan su Facebook e cercare di guadagnare così visibilità. Magari togliendo parte al mio enorme tempo libero per convincere tizi a seguirci. Magari pur usando crediti omaggio per pubblicizzarci su Facebook. Cosa che è accaduta e che non mi pento di aver fatto.
C'abbiamo provato, dico ora, e non ci siamo riusciti. Almeno secondo il mio parere. Uso il plurale perchè se si sfonda lo si fa in due, e se si cade lo si fa sempre in due. Non ci siamo riusciti. Ma non è il caso di farne un dramma. Nella mia vita internettiana ho odiato bonariamente Zerocalcare e il Dr. Manatthan per vari motivi (il primo per essere così stramaledettamente bravo, il secondo per saper parlare alla stessa gente a cui dovrei parlare io), e Willwoosh per altri. Ma quest'ultimo mi sta veramente antipatico. Non nego che al posto suo, se c'avessi avuto un po' di voglia in più, ci sarei stato io. Ma non siamo qui a creare ipotesi col "senno di poi", che abbiamo visto che bella fine ha fatto fare a Bersani.


Il blog chiude. Ah...l'ho detto!


Perchè non ha senso mettere qualcuno al posto di Dj, o chiamare qualcun'altro a sostituirlo, o farlo diventare singolare. Soprattutto perchè dovrei cambiare grafica, banner e indirizzo. E la pagina Facebook non può nemmeno cambiare nome. Il blog chiude, addio, è stato bello e grazie per tutti i "mi piace". Perchè chiude? Perchè è stato creato da due persone, quelle due che ho spiegato all'inizio, e prevede ormai che senza quelle DUE persone, questo spazio non esista. Almeno secondo il mio parere.

Ma prima di chiudere vorrei dargli un degno finale, comunque. Quindi continuerò a scribacchiare su questo spazio forse per un altro mese, al massimo. O forse per una sola settimana. Intervallando la "saga finale" con qualche altro post d'attualità o non so ancora che altro. Sempre mettendo la mia immaginetta luttazziana. E non smuovendo niente dalla grafica abituale.

Il blog chiude ma rimane aperto.


Ho sempre avuto quest'idea iper-utopica dei rapporti di coppia: pur dopo la naturale conclusione di amori, il mio desiderio è sempre stato quello di avere almeno un rapporto d'amicizia con la persona ex-amata. Ecco. Mi è mai successo? Certo che no. Ma volevo, eccome se volevo.
Con il blog vorrei fosse così. Il blog è chiuso. Ci sarà un post gigante in cui si avvertirà i visitatori occasionali che questo spazio è aggiornato a "maipiù" ma può darsi, chissà, che uno dei DUE admin di questo spazio ha voglia di scriverci qualcosa. Che sia solo un saluto, una poesia, una marchetta a lavori in corso o futuri, qualsiasi cosa. Il blog è aperto per loro. Anche per un aggiornamento fugace a Dicembre 2014 sulla propria vita editoriale o materiale. Il blog c'è, pur non essendoci più.


E dico grazie, perchè lo devo dire. Se per cinque anni ho scritto, riscritto, sbagliato, cancellato, dimenticato e proposto idee è stato grazie al Bloggo che c'era sempre. E l'ossessione dentro me di aggiornarlo giornalmente, certe volte, era enorme. E sicuramente ci sono riuscito poco, ma quelle rare volte in cui è successo ne sono stato felice.
Grazie alla mia pulzella Carmen, musa ispiratrice di cose belle (poesie che piacciono solo a lei e per Lei), e di pure una saga epica. Che non era di facile comprensione per chi non è mio amico ma che ha consentito, caso unico e ancora più raro, di far si che alcuni di loro passassero su questo spazio. Incredibile.
Grazie all'idea dell'Agosto Mentecatto. In cui ha dato quasi un senso ad un mese che odio.
Grazie alle persone che hanno cliccato "mi piace" sui miei post. E anche a quelle poche che ogni tanto hanno persino commentato.
Grazie a Simone, forse uno dei pochi ad averci seguito con costanza. Insieme a Max.
Grazie a chi c'era e non si è fatto mai sentire.
Grazie a chi non voleva esserci ma si è fatto trascinare.
Grazie a Marco e Alessandro, due membri di Acido Lattico, che hanno subito proposto una futura collaborazione su altri lidi col sottoscritto. Così, al buio, per me vale tantissimo.
Grazie ai vari portatili e modem che si sono avvicendati in questo lasso di tempo.
Grazie ai 713 tizi che hanno cliccato "mi piace" sulla pagina Facebook, che purtroppo sarà inutile tra poco.
Grazie anche a chi mi seguirà, se mai lo farò, in una prossima avventura blogghesca (si dice così?).
Grazie a chi ci ha letto. Seppur in malavoglia.
Grazie a Daniele Silvestri, che ci ha citato due volte sul suo blog. E mi ha aumentato i contatti a palla.
Grazie alle ricerche divertenti che sono passate in questi lidi.
Grazie, infine, a Francesco. Perchè per merito suo sono migliorato piano piano. E seppure lo odio tanto, e seppure me l'aspettassi da sempre, e seppure un po' mi sono sentito tradito alla notizia del suo abbandono, so che tutte queste emozioni sono un segno che io, a questo Bloggo, e alla sua presenza in esso, ci tenevo tantissimo.

Grazie a tutti.

Prossimamente: un finale decente. E poi chissà.

Ps: Che, a dirla tutta, appena ho visto Francesco iscriversi a Facebook, ho capito subito che c'era qualcosa che non andava. Odio avere ragione alcune volte.

giovedì 28 marzo 2013

Vita di uno schizzo di merda


Si è vero, lo confesso. Così mi tolgo un peso enorme dalla testa, dalle spalle e soprattutto dal retto: io sono uno schizzo di merda. Pagato perdipiù, che perde le sue giornate di fronte ad un portatile solo per screditare le opere di bene di Beppe. E me ne pento. Ma me ne pento tantissimo. Giuro che sto dall'altro ieri in ginocchio ad urlare a Casaleggio di perdonarmi, ma non mi è ancora arrivato un segno della sua effettiva assoluzione. Però stranamente mi si stanno imbiancando i capelli. Ed a ventisei anni non è tanto normale.
Confesso di essere uno di quelli che commenta i meravigliosi post di Beppe in maniera negativa, pur di essere citato sulla colonnina di destra de "La Repubblica" o del "Corriere". Certe volte mi concedo anche un viaggio lontano, sul "Fatto Quotidiano", per dare manforte a quelli che non la pensano come Beppe e vedere se riesco a portarne alcuni nel mio circolo segreto della merda. Ma oggi ho deciso di smetterla. Di finire di sparare stronzate e di accettare il cambiamento. E per far constatare a tutti voi, attivisti e non, posto il resoconto completo e dettagliato della mia giornata come nemico del Movimento. Che Gianroberto possa perdonarmi.

8.20 : Mi giro a destra nel letto mentre dormo.

9.35: Mi giro a sinistra per far contento anche Bersani.

10.25: Mi sveglio. Mi alzo perfettamente dal centro. Così Casini si sente rappresentato. Vado a fare colazione perchè mi aspetta una dura giornata di lavoro.

11.00: Beppe scrive un post in cui insulta Bersani. Scrivo con dodici account contemporaneamente frasi del tipo "Lascia stare il Segretario", "Alleati Beppe", "E' l'occasione giusta per fare qualcosa di buono", "Il turpiloquio non è buona politica" e così via. Rispondo in maniera grammaticalmente perfetta ad un paio di sostenitori del Movimento sgrammaticati, continuo finchè non ricevo insulti.

12.10: Mi arriva il bonifico di Silvio. E' sempre il primo quando si tratta di pagare. Mi manda un sms in cui, per domani, propone un pagamento dilazionato: metà in contante, metà nelle mutande di una diciottenne. Ci penso.

12.22: Alfano mi chiama chiedendo di inserire qualche commento del tipo "Alfano Premier". Silvio già mi aveva preannunciato tentativi del genere, declino l'offerta con gentilezza.

12.45: Beppe insulta Silvio. Gli dice che è un nano ladro. Io rispondo, con centodue account differenti (mi ha appena pagato d'altronde), che in Dungeons And Dragons un ladro è un ottimo personaggio da interpretare e serve tantissimo al gruppo. Il fatto che sia nano è un po' strano, ma potrebbe andare bene lo stesso. Insulto a morte uno stregone elfo e spengo per cinque minuti.

12.50: Pausa caffè. Mi arriva un sms di Giannino: "Io i soldi te li ho mandati, te li ho inviati da due conti diversi. Uno di questi è in una banca cipriota". Le solite balle.

12.51: Vito Crimi scrive un post su Facebook in cui risponde alle domande degli altri attivisti. I pulsanti "n" e "o" del suo portatile sono ormai inservibili. Userà per la negazione, la dicitura "diversamente sì". Inutile dire che, nella discussione, propongo alleanze, urlo all'inettitudine dei Parlamentari a 5 stelle e litigo con tre persone che mi accusano di appartenere alla ka$tA.

12.59: Casini mi manda un sms sillabato. Ci metto dodici minuti per leggerlo. Arrivo alla fine che mi sono dimenticato l'inizio. Cancello e me ne frego.

13.17: L'operaio mi annuncia che la cucina della mia seconda casa è stata montata. Ottimo.

13.58: Beppe pubblica un soporifero articolo sulle nuove energie o sullo shampoo di Casaleggio. Alla settima riga mi addormento. Al risveglio scrivo solo ottocentotrentadue "Zzzzzzzzzz" con ottocentotrentadue account diversi.

15.10: Mi sono dimenticato di pranzare. Vado al ristorante sotto casa, col tablet, ed incontro Bersani. Mi passa un rotolo di carte che sospetto siano il mio compenso. In  realtà sono voti falsi delle primarie, mi chiede di farli sparire come so fare solo io, schizzo di merda professionista. Gli assicuro che mangerò pesante.

15.37: Durante la seconda portata, Beppe scrive un articolo in cui insulta Monti, chiamo il premier attuale chiedendogli cosa fare (vuole essere informato passo passo), mi suggerisce di scrivere con un solo account un gigantesco "SUCA". Eseguo e finisco di pranzare.

15.58: All'arrivo del caffè mi si avvicina una Parlamentare a 5 Stelle che, conoscendo il mio lavoro, mi chiede di darle una mano. Mi offre tutto il primo stipendio da deputata per invogliare sul blog di Beppe a scegliere lei come capogruppo alla Camera. Accetto. E' andata bene. Mi saluta con il braccio teso, chissà cosa voleva dire.

16.32: Beppe insulta il suo vicino, con l'accusa di stendere i panni in maniera troppo geometricamente sbagliata. Con altri trecentoquaranta account prendo le difese del signor Costanzi e di sua moglie malata di matematicatite (l'impossibilità di capire matematica, geometria ed algebra). Con la sua storia struggente forse riesco a far passare qualche elettore del M5S ad altri schieramenti.

16.44: Ingroia mi manda un sms: "Volevo venire per un caffè ma non ce l'ho fatta".

17.03: Gli occhi iniziano a bruciare. Vado sulla home de "La Repubblica" per vedere qualche donnina discinta. Almeno penso a qualcosa di bello.

17.05: Beppe pubblica un post in cui insulta i giornali e urla per l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, ai giornali, alle radio, alla tv e alla paghetta settimanale dei bambini del pdl. Con centottanta contatti di fake bambini, mi precipito a chiedergli di redincontare le caramelle. Non credevo mi prendesse sul serio.

17.37: A volte immagino di ritornare a fare un lavoro da servo della ka$tA come qualche tempo fa. Un lavoro statale. Che mi permetteva due case, e forse pure tre. Bei tempi.

17.52: Travaglio mi manda una email in cui avverte che pubblicherà cose oscene sul sottoscritto se non la smetto di parlare male di Beppe. Gli chiedo cosa, mi risponde "tu sai". Gli confesso che veramente non so nulla, mi confessa che la macchina del fango è già partita e non si può farla tornare indietro. Lo ringrazio gentilemente e lo saluto, ricordandogli del suo ruolo cardine nel ritorno di Silvio con quella puntata ad "Annozero", inizia a piangere ed attacca.

18.00: Beppe pubblica un post incomprensibile. Probabilmente si è addormentato sulla tastiera ed è partito per sbaglio. Sotto una miriade di attivisti elogia il significato metaforico: "è in codice la ca$tA ci controlla", "Peppe sei crantissimo!", "o capito tutto, se volete ve lo spieco ma in provato!", "uno vale uno", "lo sapevo che ci entravano le scie chimiche!1!!1". Butto lì un paio di "ti sei addormentato sulla tastiera?" che mi portano a ricevere centocinquantamila insulti diversi. Spengo il pc.

18.08: Mi arriva il bonifico di Bersani. Poi mi manda un sms: "Scusa. Ma ho un problema con la mia banca." Povero PierLuigi.

18.44: Rocco Casalino mi manda un sms: "Ho scoperto chi sei, stronzo! Arriveremo tutti per distruggerti casa". Gli controrispondo affermando che Corona divide l'appartamento con me. Risponde con un sms di scuse.

19.12: Ho bisogno di un'aspirina. Dopo ventisette commenti in MAIUSCOLO, ho spento un attimo il cervello. Beppe ha appena postato un interessantissimo video in cui spiega che modificando walkie talkie con un algoritmo bestiale possiamo chiamarci a costo zero utilizzando i bastioni di Orione come antenne. Ma questo le multinazionali della telefonia non ce lo dicono. Riprendo i walkie talkie che avevo comprato con "Topolino" quando ero piccolo. Inizio a sospettare che Beppe abbia ragione. Mi do uno schiaffo enorme e riprendo coscienza.

20.00: Silvio mi manda un altro sms: "Ciao piccola, sei già nuda? Sto arrivando". Onorato, rispondo rivelandogli il suo errore. Mi invia un altro messaggio in cui ammette di aver sbagliato. Forse per la prima volta in vita.

20.23: Beppe scrive un intervento in cui insulta chi interviene insultando. Dopo un migliaio di "Da che pulpito viene la predica..." capisco che niente può aiutarmi a vincere la mia battaglia contro il grillismo e decido di unirmi a loro.

20.54: BEPPE E CRANTE! PEPPE è BELLISSIMO! ABBASSO KA£sTA! VIVA I PAN DI STELLE!

(Aiuto!)

lunedì 25 marzo 2013

Requiem for a co-admin




Un po' era nell'aria, qualcuno lo presagiva già, altri se lo chiedevano da tempo: "Lo farà? Non lo farà? Ma se non lo farà, allora perché non scrive più?"
La realtà è che, da troppo tempo a questa parte, mi sento diviso tra il senso di colpa e la gratitudine verso il mio co-admin. Quel Luttazzi4ever che, ormai più di cinque anni fa, mi volle con sé in questa avventura di due giovani wannabe con tante speranze e tante idiozie da scrivere.
Quello stesso Luttazzi4ever che non ha mai smesso di cercarmi e di insistere perché io tornassi a scrivere regolarmente. Quello stesso Luttazzi4ever con cui ho condiviso buona parte della mia adolescenza cibernetica e gioie e dolori di questo spazio virtuale.
Che però, da oggi, non sarà più mio. Definitivamente, ufficialmente.
Lascio il blog, del tutto. Non vedrete più la mia immagine nel banner, non vedrete più il faccino di Nite Owl sulla destra della pagina e, di tanto in tanto, all'inizio di un post. Non scriverò più qui, neanche quel poco che mi concedevo da troppo tempo.
Ora è tutto nelle mani di Luttazzi4ever. Che ha sempre curato e cresciuto questo spazio con amore, al contrario del sottoscritto. Questo spazio è sempre stato un po' più suo che mio, ed è giusto che ora lo diventi del tutto. Sarà lui a decidere cosa fare del bloggo degli sgrittori, sarà lui a decidere se continuare quest'avventura e portarla avanti o ricominciare daccapo. Su altri lidi, con altre storie, ma con la stessa voglia di raccontare qualcosa. Voglia di raccontare che, almeno per quanto riguarda il mondo virtuale, io ho perso da un po'.
Forse un giorno ricomincerò anche io, su altri lidi e con altre storie, ma non è questo il giorno.
Oggi spengo la mia voce, negli ultimi tempi sempre più pallida e sbiadita. La spengo seguendo da lontano le sorti del bloggo, conservando per sempre il ricordo di quello che ha significato per me. Dai primi post da innamorato ai primi tentativi di condivisione di racconti (brevi e meno brevi) che ho impresso su questa piattaforma. Dagli sfoghi alle paranoie, passando per i tentativi di far ridere e di improvvisarmi fine umorista.
Che io ci sia riuscito o meno, mi sono divertito a provarci. Mi sono divertito a leggere i commenti, a insultarmi con il mio co-admin, a tentare nuove strade e a insistere sulle vecchie. E ora è giusto che io ammetta che questo divertimento è venuto meno e che stacchi la spina. Lo devo a questo spazio e a chi lo ama davvero.
Io vi saluto, almeno da qui. Ci cercheremo su twitter, su facebook, sulla pagina di Long Wei. Da qualche parte ci troveremo, spero.
Un grazie a tutti voi, che ci avete letto e che ci avete commentato, dandoci sempre una qualche motivazione in più per continuare.
E saluto Luttazzi4ever, almeno da qui. Ricordandogli  che è sempre un emerito stronzone, e che su questi lidi è stato bello insultarci a vicenda... su facebook cercheremo di darci una controllata, ve lo promettiamo.
E un saluto al blog, a questo ultimo spazio che mi ha concesso nonostante il mio lungo silenzio. A tutte le mie parole, molte o poche, che ha imprigionato da qualche parte rendendole in qualche modo preziose.
La valigia è pronta, ora è tempo di andare. 

venerdì 22 marzo 2013

L'orrore al rientro.


Ero giovane ma qualcosa già capivo. Ogni volta che ritornavo da scuola era sempre lo stesso dramma. Mio padre esitava davanti al portone di casa. Inserire la chiave nella toppa era per lui il gesto più doloroso dell'intera giornata. La mattina, invece, usciva leggiadro e sereno senza badare al nemico che ci fissava, giorno dopo giorno, sempre dallo stesso punto, fisso, con l'occhio lungo di chi non ha nient'altro da fare, se non di essere messaggero di sventure.
Dopo un paio di minuti, in cui mio padre mi rassicurava che tutto andasse bene, spingeva con una forza tale come se volesse spostare tutti i suoi problemi in un solo istante. E lo sguardo ricadeva sempre su Lei. La cassetta della posta. Piena.
Ci provò mia madre a dare un segno di speranza. Ebbe la grande idea di smettere di comprare settimanali in edicola e di iniziare a collezionare abbonamenti, così da dare un senso ulteriore al lavoro della postina, mestiere ingrato che tutti volevano fare, come l'ufficiale Equitalia, dare brutte notizie alla gente ci fa stare meglio, l'importante è non riceverle personalmente. Ma almeno, a quei tempi, il postino cercava di portare anche buone nuove, certe volte.
Con l'avvento delle mail le lettere d'amore erano scomparse. La posta serviva solo ad annunciare pagamenti, fatture, solleciti, bollette e quant'altro comporti l'esborso di denaro. Mia madre ogni tanto puntualizzava che aveva avuto una bellissima idea a farsi spedire giornali, ma quando mancavano sei mesi alla fine dell'abbonamento ecco che iniziavano ad arrivare le richieste di rinnovo. Sei mesi. Per metà anno ti illudevano che stava andando tutto bene, ma poi erano pronti a farti capire che la proposta vantaggiosa dell'anno scorso aveva breve durata. Quindi dovevi fare presto: o rinnovi, o perdi tutto. Come una puntata sul rosso.

Era difficile essere un bambino negli anni 2011-2012-2013. Il terrore che avvertivo nella gente era palese, visibile. Mi ricordo intere chiacchierate tra mio padre e quello di Carlo davanti scuola, discorsi che duravano persino un'ora in cui affrontavano diversi argomenti: la politica, il calcio, la formula 1, il governo, il lavoro, per poi arrivare alle previsioni meteo. Su quest'ultimo il padre di Carlo, di cui ho perso memoria del nome ma so benissimo che si suicidò un paio di anni dopo, faceva sempre la stessa battuta: "oggi è prevista un'inondazione di bollette". Ridevano entrambi. Quando nessuno dei due voleva nemmeno sorridere. Poi ho capito che questa era una "risata tragica" o per stemperare la tensione. Non credo sia mai riuscito ad eliminare il buio che c'era nella mente del padre di Carlo. Mi ricordo benissimo di quando mio padre mi diede la notizia: piangeva ma non voleva darlo a vedere. Piangeva quando si voltava a prendere cose, penne, fogli, bicchieri, bottiglie, che in quel momento non gli servivano affatto. Mia madre, fu quella la prima volta, mi parlò del paradiso. Il luogo in cui tutti vanno quando non ci sei più sulla Terra e sei stato un uomo buono.
Ma una settimana prima, al catechismo, la signora Manna ci aveva detto che chi si toglie la vita non è degno del regno di Dio perchè ha sprecato il bene da lui concessoci.
Mia madre sbiancò. Forse fu quello il momento in cui perse la fede. O forse in occasione della comunione di mio fratello, quando il prete richiese una cifra esorbitante per officiare la cerimonia. Per quel motivo festeggiammo la giornata non al ristorante ma con una grigliata in cortile con pochi parenti. Mi divertii tantissimo.

Il tempo passava ed intanto la cassetta rimaneva lì, ad osservarci. Mio padre ebbe un'altra idea spettacolare: farsi inviare le bollette via mail. Niente più carta, diceva, e poi si risparmiava sulle spese di spedizione. Se pure fossero due euro ogni due mesi erano soldi risparmiati ed ogni centesimo è importante, almeno fino a che non ritornò la lira. Ma quello è un altro discorso.
Fu così che piano piano iniziò a non avere più paura della posta. Il massimo che poteva arrivarci, di veramente tragico, erano le proposte pubblicitarie di questa o quella piattaforma satellitaria che ci offriva la possibilità di avere una moltitudine di canali televisivi a soli tot euro al mese. Ma chi la guardava mai la televisione, si chiedeva mio padre, al massimo la partita alla domenica, dal signor Iccardi che ci ospitava volentieri, ma niente più. Mio padre continuava a ripetermi che in futuro dovevo fare tutto il possibile per avere "il tempo". Mi assicurava: innamorati, viaggia, credici e mettiti da parte un po' di tempo solo per te. Io non capivo. Ero piccolo e non riuscivo a rendermi conto come sia possibile mettere del tempo da parte, come in un salvadanaio, per dedicarlo a me. Successivamente, in interrail in giro per l'Europa, capii cosa mi volesse dire. E lo ringraziai mentalmente.

Oggi, quando scrivo, è finita. La posta fisica, materiale, cartacea, non esiste più. E forse era meglio prima. I pagamenti si effettuano in due secondi netti, solo virtualmente. La moneta, quella che si poteva toccare, è esposta nei musei. Anche se in qualche zona del mondo sta ritornando forte il baratto. Con tutta la tecnologia di questi tempi abbiamo perso la libertà. Siamo sempre connessi, 24 ore al giorno, sappiamo sempre dove i nostri amici si trovano, dicono, fanno, in tempo reale. E' come vivere in un'immenso acquario. Ora vivo in Repubblica Ceca, forse uno tra gli ultimi Paesi liberi. L'Italia è collassata anni fa, dopo alcuni referendum folli che fecero tornare prima la lira, poi i prezzi del 2001, e poi resero ogni prodotto estero difficilmente importabile. Il caffè finì dopo meno di un anno, e da lì iniziò la rivoluzione. Che non portò a niente, se non ad annientare un intero Stato. L'Onu, dopo due anni di guerra civile violenta, decise di usare la forza. Un'azione mai condotta in nessun Paese prima. Secondo la Nuova Costituzione, infatti, ogni forza straniera in territorio italiano era vista come nemica. E le Nazioni Unite non poterono far altro che annientare tutti. Indistintamente. Permettendo solo a poche migliaia di persone di scappare. L'Italia crollò soprattutto sotto il peso delle bombe intelligenti. Ora è solo un ricordo assopito nella mente dei nostri figli, che la loro terra non l'hanno mai vista.
Io e molti altri italiani stiamo cercando di tenerla viva. Scriviamo tutto il bello che aveva il nostro Paese. Lo facciamo su carta. E usiamo una rete fisica, di persone, che scambiano a mano i loro pensieri, le loro idee, i loro ricordi. Da Praga a Brasilia, da New York a Singapore, da Belfast ad Algeri. Come una moderna posta. Portatrice di speranza. E nulla più.

mercoledì 20 marzo 2013

Sono quasi meglio di Totti...


(Questo sembrerà una specie di spot marchettone ma ammetto che non lo è. In realtà è solo un tentativo di risvegliare nel popolo che mi conosce il desiderio del soave giuoco del calcietto a cinque. E il sito che linkerò è solo funzionale alla cosa.)

Oggi ho realizzato il 199° e 200° gol nella mia modesta carriera di calciatore amatoriale di calcetto (199 gol in 228 presenze) e calciotto (1 gol in 7 presenze) per un totale di 200 gol, ovvio, in 235 presenze. Il conteggio inizia da Dicembre 2009, quando scoprimmo l'esistenza di codesto sito dal nome simpatico di CalcettoItaliano. Poi divenuto Sportilia.com (ecco il marchettone!).

Ma prima di parlare d'altro immaginate la voce di Sandro Piccinini mentre descrivo le azioni che hanno condotto la mia squadra alla vittoria odierna e al mio personale record.

"Cross di Aiese dalla difesa, c'è Paolino tutto solo in area, spalle alla porta, non si muove, tocca di testa a velocità minima, il portiere devia ma è RETE RETE RETE INCREDIBBILEEE!"

"Marino recupera un importantissimo pallone dai piedi di Amato, supera il portiere passa a Paolino che è davanti alla porta spalancata...RETE! INCREDIBILE! DOPPIETTA! CAPOLAVORO! SUPERDOTATO!"

Per chi non l'avesse capito: il primo era un cross perfetto sulla mia testa che io, voltando le spalle alla porta dove dovevo segnare, ho solo spizzato e grazie all'intervento del mio amico Vincenzo (che quando va' a porta vige la regola, per gli avversari, del "tiro da ognidove tanto c'è Vincenzo a porta") alfin è andata dentro.
Il secondo è un grandioso gol a porta vuota, vuotissima, in cui mi sono letteralmente messo paura di sbagliare. Ma per fortuna su questi tiri ogni tanto (almeno l'80 per cento delle volte), la butto dentro.

Queste due stupende prove del mio indubbio valore calcistico mi hanno portato ad effettuare un conteggio che mi ha fatto molto male intellettualmente.
Ho iniziato ad avere statistiche nel Dicembre 2009 a quasi 23 anni. Ora ne ho 26 e qualche mese e sono appena arrivato a 200 gol. Se per ogni duecentinaia ci metto tre anni e tre mesi va' a finire che festeggio i mille nell'Aprile del 2016. Alla veneranda età di 39 anni compiuti.

SONO VECCHIO!

Devo irrimediabilmente aumentare i gol fin quando sarò un giovinotto atletico e prestante. Chi cazzo ride lì in fondo?

Comunque di sicuro non ci metterò tredici anni. Dobbiamo mettere in conto che per arrivare a duecento c'ho messo così tanto tempo perchè il primo anno (54 partite - 18 gol) giocavo quasi esclusivamente in porta. Dall'anno scorso, girando come tutti nei turni da portierello, mi sono ritrovato anche a superare (per la prima volta) la media reti di un gol a partita (83 gol in 76 presente. Media di 1,09. Amauri mi fa 'na pippa). E quest'anno viaggio sui 54 gol su 42 partite. Una media di 1,28. Sto diventando quasi meglio di Totti quando gioca contro il Parma.

Quindi l'idea generale è che entro Aprile 2013 io riesca ad arrivare a mille gol effettuati, risparmiando tre anni che mi serviranno per consumare le scorte di ossigeno, dato che sono/sarò vecchio. L'ipotesi comuque ottimistica ma possibile. In tutto ciò premetto che mio fratello, bomber più acclamato del sottoscritto, ha fatto 540 gol in 112 presenze. Roba che io nemmeno pagando i miei amici un euro cadauno a gol segnato, potrei mai raggiungere. Ma il giorno che vincerò al superenalotto ci proverò.
Intanto mi sento contento di essere riuscito a raggiungere questo timido traguardo. Il giorno che arriverò ai mille goals state sicuri che ci faccio un post. Ma per quando arriverà quel giorno questo luogo virtuale molto probabilmente sarà solo un dolce ed orrendo e triste e spensierato ricordo.

(Tutte queste statistiche e previsioni sono frutto del lavoro e della passione di Sportilia.com *, il portale per gli amanti del calcetto e non solo. Dove potrete trovare giocatori per le vostre partite, inserire i gol fatti e subìti e poi divertirvi a votare non solo la vostra squadra ma anche quella avversaria ed infarcire di 4 e mezzo colui che v'ha fatto perdere la partita. C'è anche la possibilità di elargire premi ai propri compagni? Come fare? Vai su Sportilia.com e capiscitelo da solo.)

(*) Può capitare che la cosa, nel vostro gruppo, sia vista come bellissima novità. Poi capita che i voti iniziano a stare sulle scatole ad alcuni che si lamentano che sono troppo forti e troppo trattati male. Per codesto motivo qualche mio "calciatore" si fa votare ma non vota da quando era un embrione. Altri invece hanno ipotizzato "la camorra del voti", altri ancora non si ricordano mai di farlo ed alcuni non sanno nemmeno giungere al campo in orario, ma questo c'entra poco con i voti.
Per il resto: tanta gioia e felicità.


Per chi non ha niente da fare: QUESTO è il mio profilo personale. I due gol di oggi li aggiornano in nottata.

lunedì 18 marzo 2013

Carissimo Presidente della RepVbblica...


Ultimamente sto facendo troppi discorsi sulla politica italiana. E vi chiedo scusa se anche questo parla della situazione del nostro Paese ma ne scrivo soprattutto per due motivi:

-) La politica, chessò, ungherese o azera non mi interessa.
-) Mi preme segnalare due-tre cose dal mio punto di vista alla mia enorme platea.

Allora. Tra qualche giorno si iniziano le consultazioni e finalmente forse può darsi magari chissà, avremo un governo a breve. Ah ah ah ah. Mi scompiscio quando mi dico certe cose.
La cosa divertente di queste consultazioni è che verranno effettuate come al solito ma con un'assoluta novità: un tizio non eletto, o forse due, si muoveranno alla volta del Parlamento per parlare a nome del loro partito.
In virtù dell'uno vale uno, ovviamente.
Questa cosa mi sembra non sia mai successa ma può darsi anche che io mi sbagli, da vergognoso essere malpensante quale sono. E quindi, sempre considerando che è una situazione nuova per il nostro italico Paese, mi è venuta in mente una domanda.

Posso, Presidente, venire anche io in Parlamento per le consultazioni?

Chi me lo vieta? Ok. Ora qualcuno di voi, sicuramente qualcuno aderente al partito-non-partito o semplicemente più adatto ai ragionamenti, potrà dirmi testuali parole:

"Tu non fai parte di nessun partito. Non è scritto in nessun atto registrato che sei Presidente, vice, segretario o quaraquaqua di un qualsivoglia gruppo, associazione, movimento et similia. Quindi non ci puoi andare!"

La mia controdomanda poi sarà: "E perchè?". Nel senso del chi decide chi merita o meno di essere ascoltato per le consultazioni? Mettiamo caso che a me Vendola mi stia sulle balle anche avendo votato Sel, voglio andare a parlare a nome del partito. Perchè? Perchè sono un elettore votante e se lo fa Grillo lo voglio fare anche io (e poi batto i piedi a terra come un bambino desideroso di lecca-lecca).

Il sito del Governo Italiano indica che il Presidente della Repubblica incontra i Capi dei Gruppi parlamentari e dei rappresentanti delle coalizioni, con l'aggiunta dei Presidenti dei due rami del Parlamento. Oltre agli ex Presidenti della Repubblica e le delegazioni politiche.
Analizzo perchè mi piace farlo.

Grillo non è Capo dei Gruppi Parlamentari. Perchè non è un Parlamentare.
Non è un Presidente delle due camere.
Non è un ex Presidente della Repubblica.
Però potrebbe essere parte de "i rappresentanti delle coalizioni" e "delegazioni politiche".

Quindi ci potrebbe andare. Così come Casaleggio, il capellone che non parla mai, il visionario che crede nel mondo perfetto. Ma nel 2054. Se credessi in robe del genere mi farei ibernare, pronto per essere scongelato il primo gennaio del 2054. Lui no. Lui entra in politica. Ma non parliamo di lui.

Quindi andando a confrontare i punti in comune tra me e Grillo posso affermare che...

Io non sono Capo di Gruppi Parlamentari.
Non sono un Presidente delle due Camere. Ma solo perchè non hanno constatato che in realtà mi chiamo Davide Paolino Bianca e che nelle votazioni ho stravinto sia alla Camera che al Senato.
Non sono un ex Presidente della Repubblica. Magari "futuro", ma ex mi è difficile.
Non sono un rappresentante di coalizione. E non credo di essere una delegazione politica.

O magari ne sono parte. Se voto per un partito posso considerarmi parte di esso? No? Devo iscrivermi? Quindi se m'iscrivo al Movimento posso, oltre a scrivere commenti futili ai post del Beppe, andare a fare le consultazioni? D'altronde uno vale uno, io valgo uno, Beppe vale uno, Casaleggio vale uno. Tutti valiamo uno, se ci vado io o loro che cambia? Sempre uno siamo.

Per questo faccio formale richiesta.

Carissimo Presidente della Repubblica, Dottor Napolitano.

Mi preme segnalare, in virtù della celebre legge del "perchè lui sì ed io no", molto in voga nelle famiglie con più fratelli, perlopiù maschi, l'evidente disparità di trattamento tra il sottoscritto Davide Paolino e il signor Giuseppe Piero detto Beppe Grillo.
Perchè, mi domando, il signor Grillo può parlare a nome di un comitato, movimento, o lavanderia a gettoni ed io no? Chi sono? L'ultimo arrivato?
Ebbene no, mio caro Presidente, perchè ho ben 26 anni. Quindi potendo votare al Senato non sono l'ultimo arrivato. Quelli sono i diciottenni, puah, pezzenti! Che non solo hanno votato solo alla Camera, e per la prima volta, ma hanno contribuito a rendere orrenda questa votazione. VERGOGNA!

Ma non parliamo d'altro. Io, carissimo ed esimio Presidente della RepVblica italiana, le chiedo da parte di me medesimo, esponende del partito (scelga lei quale)

-) di essere chiamato per le consultazioni per aiutarLa a decidere al meglio chi dovrà presiedere il nuovo governo.
-) di essere, ovviamente, trasportato con soldi statali. Magari con l'aereo che sono anni che non ne prendo uno.
-) di essere servito e riverito come un Grillo, Bersani o Silviuccio congiuntivite qualsiasi.
-) varie ed eventuali che mi verranno man mano.

Detto ciò, La ringrazio Signor Presidente della sua prontissima, già lo so, risposta. Per quel posto alla partita di mercoledì, le farò sapere.

Cordiali saluti,
Davide Paolino
- consigliere esterno del (inserire partito a caso) -

venerdì 15 marzo 2013

Dieci nomi veramente alternativi per il Papa del futuro


Papa Francesco è arrivato ed ha portato già con sè una carica di novità, entusiasmo, felicità ed amore. E tutti si sono scordati di Ratzi. Se succedeva in politica e, putacaso, Silvio si fosse dimesso ed un mese dopo Angelino Alfano si fosse affacciato dal balcone in Piazza San Pietro, non credo affatto che avrebbe trovato tutta quella folla ad attenderlo. Ma la fede è una cosa e la politica un'altra. L'italiano perdona i preti, più di quanto perdoni un gol sbagliato all'89° dal suo calciatore preferito. E questa cosa mi fa paura.
Ma chi è Papa Francesco? Di sicuro non uno sprovveduto messo lì per caso finchè non crepi. C'è un segnale sotto ed è quello di una sorta di timido cambiamento.

"Yuppie! Cambiamento! Da domandi i gay potranno sposarsi ed avere figli e le donne diventare papesse! Yuppie! Viva il Papa!".

No, amico mio. Ho detto "cambiamento", mica "rivoluzione ed avvento di Utopia". E' un Papa un po' più moderno del precedente, non è che ci volesse tanto, ed è molto vicino ai poveri, così si dice. Inoltre va' in autobus, è molto più...come dire? Easy!

"Che brutto termine. Ma quindi? Che cambia in generale?"

Qualcuno dice persino che non condanna il preservativo. Ed è una cosa sconvolgente nella Sacra Romana Chiesa.

"Significa che stanno superando anche loro il Medioevo?"

Non andiamo di fretta. Attendiamo. Già vecchie dichiarazioni di Francesco sulle donne non sono state tanto apprezzate in giro. Ma si sa, gli italiani dimenticano in fretta ed un "Buonasera" detto in maniera cordiale può far dimenticare tutto. Aspettiamo comunque, e vediamo cosa sa fare e cosa sa dire. Da oggi. O da ieri, fate voi.

Ma la scelta del nome, Francesco, è stata la cosa più rivoluzionaria che si sente o legge in giro. Che sia un omaggio al Santo d'Assisi (in loco stanno brindando con spumante dall'altroieri pensando ai guadagni che ne deriveranno da questa cosa), o ad un membro dei Gesuiti, non si sa. Comunque questo nome è la prima volta che viene scelto ed è una sorta di "cambiamento". O forse è meglio dire "novità".
Ma scusatemi, se forse sono anticlericale o penso con la mia testa, ma secondo me ci sono ben altri dieci nomi che sono molto ma molto più rivoluzionari di Francesco. E vado ad enunciarveli.

10) Bruce Wayne - Sarebbe un vero Papa rivoluzionario ed anticasta. Uno che senza poteri riuscirebbe a distruggere tutto il Male imperante nella Chiesa e nel mondo.
9) Davide - Non so perchè ma un po', questo nome, mi farebbe piacere.
8) J.J. - In questi ultimi tempi è sinonimo o di "buon telefilm" o di "piglio e faccio tutto io". Ha Star Trek e Star Wars tra le mani. Ha ideato "Lost", "Fringe", "Alias" e un fracco di telefilm e film amati ed idolatrati. Se lui dice che ha una serie, le tv sbavano e gli offrono soldi a pacchi. Sarebbe un tentativo di Papa vicino ai giovani e a chi vuole sognare. E magari ogni Maggio gli succede qualcosa di sconvolgente che verrà poi rivelata a Settembre.
7) Harry - Farebbe piacere a molti lettori di fantasy. In alternativa "Frodo" (se è basso), "Gollum" (se ci tiene al suo oro), e "Jon Snow" (se non capisce niente).
6) Elvis - Per molti è stato Dio. Qualcuno potrebbe portare al popolo la sua parola. E i suoi scuotimenti di bacino.
5) Antonio - altresì detto "Tonino". O "Totò", se per caso fosse napoletano. Vi rendete conto che ci sono stati due Adeodato, otto Urbano e vari Agapito, Aniceto, Telesforo e nessun Antonio?
4) Uncle Scrooge - Per farsi benvolere tantissimo anche dai bambini. La desinenza "uncle", zio, lo rende uno di famiglia.
3) Homer - E' uno dei personaggi più amati al mondo. Chi non vorrebbe un simpatico ciccione mangia-ciambelle come capo della Chiesa? Lo so che avete tutti alzato la mano.
2) Lennon - Non "John" che è troppo semplice. Papa Lennon. Uno che di sicuro ha sempre proclamato la pace universale e l'amore tra i popoli. Ed ha sofferto per noi (s'è spostato Yoko Ono, ma vi rendete conto?).
1) Peter Parker - Intero. Perchè non c'è Peter senza Parker. Sarebbe un tentativo per far capire al popolo cattolico e non che "da un grande potere derivano grandi responsabilità".

mercoledì 13 marzo 2013

Carissima Eminenza...lettera al futuro Pontefice


Italia. Terra di santi, marinai e dittatori. Terra di uomini che dimenticano lavoro, famiglia, hobby e qualsiasi altra cosa sia minimamente utile per guardare se un caminetto emette fumo nero o bianco. Che è importante, sia chiaro, stiamo attendendo il prossimo uomo (1) che ci dica con chi e perchè possiamo commettere atti impuri (2).  E' una scelta che ci cambierà la vita, dobbiamo ammetterlo.

Se per caso avessimo fatto ORA il referendum sulle staminali e non nel 2005 può darsi che sarebbe passato senza Papa a San Pietro. Sarebbe stata l'occasione giusta per fare qualcosa per il nostro futuro o per quello degli altri, ma si sa, qui si viaggia a vagonate di senno di poi e quegli idioti, il 25% dell'elettorato italiano, che otto anni fa si sono recati alle urne pur sapendo di aver perso, avrebbero dato un senso alla loro scelta (e mi sento onorato ad aver fatto parte di quegli idioti).
E poi arriva il servizio delle Iene e i giudici sono feccia strapagata che merita la morte.

Ma non sono qui a parlare di coerenza cattolica. Oggi voglio solo scrivere una lettera (3). Una semplice lettera che il futuro Papa non leggerà mai perchè avrà altro da fare, non è scritta in latino, e non gliene frega niente di un agnostico come il sottoscrito. Anzi...cercherebbe di redimermi per non farmi finire all'inferno. Ma Sua Futura Santità, vivo in Italia: so cos'è l'inferno.

Eminenza,

Le scrivo questa mia perchè, in fondo in fondo, sento di credere in qualcosa. Anche se non è quello in cui crede lei. Io credo che l'amore sia la forza vitale che ci lega tutti, indissolubilmente e bla bla bla bla.
Vado al sodo perchè so che lei non ha tempo da perdere.
Auspico che dalle vostre riunioni ed elezioni private sia fuoriuscito il nome giusto per dare alla Chiesa Cattolica la possibilità di essere veramente un aiuto al mondo intero. Ve lo chiedo sopratutto perchè co-abitiamo in un territorio, quello italiano, che vi piace così tanto da averci quasi colonizzati.
Eminenza, può rimuovere dal sacerdozio tutti i preti accusati di pedofilia? E magari segnalarli alle autorità competenti. E non semplicemente spostarli da una chiesa ad un'altra come se niente fosse. Non ho nulla contro coloro, invece, che sentono il richiamo della carne con attempate mogli di qualcun'altro. E' la chimica dei corpi che te lo chiede, può succedere a chiunque.
Eminenza, può dare la possibilità alle donne, nella sua organizzazione, di contare qualcosa? Di dire messa. Di essere elette Papa. E' bello parlare di parità di diritti quando in casa propria si continua a prediligere una società fallocentrica.
Eminenza, non mi diventi come certi politici odierni. Le malattie sessualmente trasmissibili esistono. E soprattutto l'Aids. E il modo più semplice per sconfiggerle è usare il preservativo. E' semplice, non costa nemmeno tanto, e SALVA le vite. Le salva. Scientificamente. Non come le preghiere.
Eminenza, si ricorda di Karol Wojtyla? L'hanno aiutato a morire per non farlo soffrire. Perchè se lo fa un cristiano poi non merita un funerale cattolico? Me lo potrebbe spiegare (mi scusi, sono ignorante. Lo si capisce perchè non conosco il latino)?
Eminenza, due persone, se si amano, sono la cosa più bella che esista a questo mondo. Che gliene frega a Lei, mi scusi per il termine, visto che ha fatto voto di castità, se quelle due persone siano etero o omosessuali? Auspico un suo pronto intervento per frenare l'omofobia dilagante.
Eminenza, sono questi i punti fondamentali della mia lettera, su cui sarebbe bello riflettesse e ci desse qualche risposta diversa dai suoi predecessori. Che non hanno fatto che portare odio all'interno di una Chiesa che continua a fregare soldi soprattutto allo Stato Italiano, già disperato di per se.

Ecco Eminenza. Io mi chiedo una cosa da qualche anno, forse sarò miscredente e cattivo io, ma gliel'ha faccio anche a Lei la stessa domanda che mi pongo.
Perchè un prete che prende i soldi delle offerte ad ogni messa, e viene pagato ad ogni comunione, battesimo, funerale e matrimonio che officia, ottiene persino l'otto per mille di ogni, o quasi, contribuente italiano? Senza contare l'esenzione Imu sia per i luoghi di culto sia per quelli che al culto non sono adibiti, ma appertengono sempre alla Chiesa, che ci guadagna su.
Perchè? Sono domande che sono sicuro non riceveranno mai risposta ma gliele faccio. Perchè sono convinto che lei, Eminenza, dall'alto della sua giovane età, potrà dare una risposta precisa ed un segno deciso ad ogni domanda che io le abbia fatto. D'altronde pur non credendoci sono pur sempre un figlio di Dio, e suo Fratello, no?

La ringrazio Eminenza. Ed avrei un ultimo piacere da chiederLe, se posso. Questa lettera, dopo che l'avrà strappata in seguito a nervosismo e collera ed ad un'accusa di blasfemia, la getti nella stessa stufa che l'ha eletta. Così magari sarà servita, per una volta, a qualcosa di utile.

Cordialmente,
Davide Paolino.

(1) Perchè le donne sono sguattere all'interno della chiesa.
(2) Battuta di Davide Marzorati orrendamente rielaborata. L'originale è questa: "Per fortuna, non credo. Non sopporterei questa attesa febbrile per conoscere il nome della prossima persona che mi dirà chi posso scopare e chi no."
(3) Un tizio della mia città ogni Natale e fine anno manda una lettera di auguri al Presidente della Repubblica e al Papa. Quando si dice "buttare il vil denaro per nulla".

lunedì 11 marzo 2013

Non è successo nulla


Ho visto la morte in faccia.
No. Era solo una frase ad effetto, in realtà è accaduto tutto alle mie spalle. Quindi non è perfettamente esatto ciò che ho affermato poco fa. Comunque è strano pensarci ora, mentre la scatola di mais viene aperta con le stesse mani immobili di qualche attimo prima, e i minuscoli pezzetti di granturco fanno compagnia alle verdi foglie d'insalata. Ed è ancora più difficile trovarci un senso come cerco, ogni santa sera, di capire il perchè ceno sempre con le stesse persone come in una spirale di normalità che la mia mente tarda a comprendere.
E "Affari tuoi".
Mentre un anziano cerca di convincermi che la tizia accetterà l'offerta di sessantamila euro perchè è disperata.
Lei.
La carne la taglio ripensando al tragitto verso casa ed a come la presunta abitudine mi stava fregando senza possibilità di ritorno. Anche se qualcosa di diverso in quella passeggiata serale stavolta c'è stata.
Eppure avevo la stessa felpa che indosso da Dicembre e lo stesso libro che mi porto dietro da due settimane. E del resto avevo persino le stesse scarpe.
Che è difficile trovare il mio numero nei negozi "normali". A questo proposito ho un brillante aneddoto che devo per forza raccontare. Lo scenario è il seguente: centro commerciale di rilevanza quasi nazionale, una decina di negozi di scarpe, sportivi e non, io e mio fratello ci dirigiamo all'interno di ognuno di essi per uscirne poi con un paio di calzature adatto ai miei lunghi piedi.
Quarantanove e mezzo. Se sono di una certa marca. Cinquanta se sono della diretta concorrente.
Dieci differenti negozi. E per dieci volte, dopo lo strabuzzare degli occhi dei commessi, mio fratello sogghignava felice e divertito dalla cosa. E per dieci volte, quando uscivo, sentivo lo sguardo di quel commesso che nel frattempo aveva chiamato i colleghi per farmi osservare i piedi da lontano, mentre sparivo per addentrarmi nel negozio successivo.
Fine aneddoto. Non avevo mica detto che era divertente.
Camminando a ritroso il percorso che avevo effettuato all'andata stavo per arrivare giusto nella mia strada, quella che mi avrebbe fatto ritornare allo stesso luogo dove passo le notti. Tanto per chiarire il senso di abitudine che impermea quest'adolescenza tardiva che sto vivendo.
I lampioni erano tutti spenti. Tutti. Una buona parte del paese, o città, era al buio. Ma non è questa gran perdita. Con la luce sei costretto a vedere lo schifo con cui ti circondi per molte ore al giorno. Senza, puoi almeno immaginare che oltre quello che riesci a vedere c'è qualcosa di meglio.
Tipo tre tizi che stavano litigando perchè quello che porta la macchina "non se la sente", parole sue, e gli altri lo incitavano insultandolo pesantemente e minacciandolo di farlo molto male. Se domani ho notizia di una rapina il banca, so chi è stato. Ma non sapendo riconoscere macchine e facce, la vedo brutta sull'enorme aiuto che potrei dare alla polizia.
Camminando deciso ed a venti metri da casa, una vettura dietro di me decide che era giunta l'ora di sbandare. Vuoi per il buio, vuoi per le buche nell'asfalto, vuoi per la scarsa comprensione che ho io dei disegni celesti, mi ci ritrovo giusto davanti. Una di quelle volte in cui dici che sì, accompagnare a fare shopping la tua ragazza non è poi così male se pensi che potresti fare cose peggiori: tipo farti prendere in pieno da una tizia che ha deciso che quello è il tuo giorno fortunato. Il giorno in cui potrai constatare se veramente il sistema medico italiano è al collasso.
Comunque niente. Cioè niente di che. In conclusione non è successo nulla. La tizia, un'avvenente milf sui quaranta, si è poi ricordata come svoltare a sinistra con rapidità. E la mia immobilità lacerante è stata pressochè inutile all'intera vicenda. Mi sono fermato su me stesso come un DylanDog qualsiasi che osserva gli zombie spuntare dal terreno, senza comprendere che è meglio prima sparare e poi urlare frasi d'ordinanza.
La tizia comunque è scappata via in un imbarazzo di secondo.
Ora taglio la carne e ripenso a come quel momento sia stato un punto focale di queste ultime ventiquattrore. Niente pensieri sconvolgenti e destabilizzanti tipo "Oddio potevo morire" e "Oddio potevo morire senza sapere chi sarebbe stato il prossimo Papa, il prossimo Presidente del Consiglio ed il prossimo Presidente della Repubblica".
Poi guardando nella cassetta delle lettere ci trovo un opuscolo dei Testimoni di Geova. In poche parole mi chiedono (LORO A ME!) come mai Gesù è così importante dopo 1980 anni dalla sua morte. La mia risposta sarebbe stata che ha una buonissima agenzia pubblicitaria, ma nessuno poteva starmi a sentire in quel frangente. Ed odio fare abitualmente la figura dell'individuo che parla da solo. Che mai ho capito perchè è strano parlare da soli e non pensare da soli.
Comunque sul foglietto poi mi rivelano che loro sanno la risposta, e me la daranno il 26 Marzo alle ore 19 presso una sede in un paese vicino al mio. Sinceramente come promo preferisco quasi quelli di Sky sulla Formula Uno. Anche loro hanno avuto la possibilità di gestire un brand altrui, strausato per decenni dalla Rai come Gesù dai cattolici, ma almeno c'hanno le telecamere in hd e magari un canale dedicato solo alle ragazze portaombrelli.
La carne intanto è finita. I peperoni mi osservano dal piatto e si offrono come compagnia indimenticabile per la notte.
Ne approfitto. Nessuno è mai stato così contento di essere divorato dal sottoscritto. Divoro, bevo e concludo la cena. Mi alzo e penso da solo.
"Domani è un giorno migliore."
"Oggi è un giorno normale. Una frenata sull'asfalto cambia poco."
Chissà. Magari è la stessa cosa che pensò un triceratopo alla caduta del primo meteorite.