giovedì 11 dicembre 2008

Morte di un clown


Non è strana, la nostra vita?
Passiamo la maggior parte del tempo a cercare noi stessi dentro gli altri, a inseguire un’identità che gli altri hanno deciso di affidarci. Lottiamo perché persone estranee ci degnino della loro considerazione, sudiamo e ci affatichiamo nel tentativo di suscitare in loro quell’approvazione che vorremmo trovare dentro noi stessi. Ci serviamo di mille maschere, pur di nascondere la nostra vera identità, ci trucchiamo il volto con un cerone di indelebile ipocrisia e incancellabile falsità.
Siamo subdoli leccapiedi, sempre pronti a sfoggiare i nostri complimenti migliori a chi non ne merita; siamo luridi ruffiani, sempre pronti a sfoderare il nostro sorriso migliore per rivestire di luce aurea la figura opaca di chi consideriamo migliore di noi; siamo volgari maschere, mostri che ululano in silenzio alla luna le loro lacrime amare, per poi ripiegarle negli angolini più bui delle nostre anime perché nessuno le possa vedere.
Perché nessuno possa accorgersi nessuno di quanto siamo diversi da loro, di quanto la società non ci appartenga, di quanto le lacrime riempiono i nostri giorni cercando di non bagnare chi ci circonda, nella triste speranza che il trucco non si sciolga, che la maschera non ceda, che il nostro cuore non si spezzi. Perché saremmo dei reietti, saremmo gli informi della società, le zavorre di un mondo che non prevede anomalie. Diventiamo clown perché nessuno si accorga della tristezza che si cela dietro il nostro sorriso, diventiamo automi con l’unico obiettivo di scacciare quello che in realtà siamo, perché la risposta farebbe troppa paura. Noi siamo loro, siamo tutto quello che hanno voluto soffocare per sempre, siamo tutto quello che hanno rinnegato e giurato di non essere, siamo il loro nemico più temibile: siamo uomini.
E pensare che basterebbe solo guardarsi un attimo dentro, sfiorare anche solo per un momento i pensieri che ci cullano nella notte, ascoltare anche solo per un secondo il battito dei nostri cuori, il tumulto del nostro animo. Basterebbe lasciarsi andare anche un solo istante, perché tutta la forza che mostriamo al mondo si sgretolasse tra le nostre stesse mani.
Ma vivremmo, per una volta nella nostra vita, vivremmo. Vivremmo quelle passioni che ci tormentano, quei sentimenti che ci affannano, quelle lacrime che ci solcano il viso. La nostra debolezza diverrebbe la nostra forza, la nostra mortalità diverrebbe la nostra ragione di vita, la nostra maschera diverrebbe un viso. Senza più trucchi, senza più nasi finti o capelli di stoffa. Senza sorrisi o strette di mani di circostanza, senza parole non sentite o verità non pronunciate.
Vivremmo, come solo un uomo sa fare.
Vivremmo, come solo un clown sa morire.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi avevi detto "lascia perdere, puoi anche non leggerlo tanto non è un granchè..."
E ho fatto l'errore di leggerlo solo adesso...
Perchè io lo so, non devo ascoltarti quando mi dici che una cosa non è bella...
E' un post bellissimo, ricco di quell'amarezza sulla vita che tutti abbiamo e di cui pochi parlano...perchè è sempre tutto apparentemente bello e perfetto e siamo sempre tutti felici...Bè non è sempre così e la vita ci costringe ad un gioco di falsità che tutti accettano passivamente...E la metafora del clown rende sempre benissimo tutto questo...Sarebbe bello trovare delle situazioni in cui poter essre liberi da queste maschere sociali, e sentirsi semplicemente se stessi...E adesso che arriva il natale siamo paradossalmente costretti a inventarci nuove maschere, e a passare il nostro tempo con pesone che poi con molte probabilità non vedremo più per un anno...Però non è tutto buio in questo periodo, e l'arrivo di una certa persona riempirà le mie tristi giornate...
Saluti...
Paola

DjJurgen ha detto...

Davvero, non pensavo che ti sarebbe piaciuto!!! Non è piaciuto così tanto neanche a me!! :D
Ah, che donna...che donna!!!
Sono contento che la metafora del clown ti sia piaciuta, tu sai perchè l'ho usata (e soprattutto perchè ho usato questo titolo! :P )

luttazzi4ever ha detto...

Uhm... "Che donna, che donna!!"... qui la cosa mi puzza ancora di più...

Molto di più...

DjJurgen ha detto...

Si può sapere cos'è che ti puzza? Non capisco, mi! Sei proprio un uomo de niente!!!

Anonimo ha detto...

Qui qualcosa puzza...
Forse i piedi del diggi...
Oppure quelli di lutty...
Lascio a voi l'ardua sentenza!!!!

Anonimo ha detto...

. . . sconvolgente . . . riesco solo a dirti questo . . . HAI FATTO PARLARE L'ANIMA . . .

DjJurgen ha detto...

Porca miseria, e chi se l'aspettava? E pensare che questo post è rimasto senza commenti per giorni e giorni!! Billy Ballo, addirittura??? Non è che volevi scrivere "l'animaccia tua" ?? :P Scherzi a parte, grazie mille, davvero!!
(p.s. a tutti i visitatori del blog: può sembrare che io paghi questa donna per lasciare simili commenti, ma vi assicuro che tutto quello che faccio è "battere ripetutamente il piede sinistro e agitare le mani in maniera inconvulsa"!!! Niente paura, quindi: con un pò di esercizio potrete riuscirci anche voi!!)

DjJurgen ha detto...

Ah, dimenticavo la poesia di Paola. A questo punto direi che, dopo cotanta esplosione di arte lirica, può benissimo scattare una gara di poesia tra te e Davide, senza esclusione di colpi! Ne rimarrà uno solo...

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