venerdì 28 gennaio 2011
Una giornata tranquilla
Un giorno è uguale a qualunque altro giorno dopotutto inizia come tutti gli altri: svegliandosi. Carlo lo sapeva bene: adorava svegliarsi. Il suo momento migliore della giornata era incluso in quello stiracchiamento di ossa e muscoli che si fa ogni santa mattina, un modo per togliere via le pesantezze della notte. Poi si alzava dal letto e vedeva sua moglie, amorevole, mentre gli preparava la colazione con un sorriso sulle labbra. Carlo, però, non l'amava, non l'aveva mai amata. Semplicemente ad una certa età aveva fatto un patto con quella ragazza, Sandra, che si trovava nella sua stessa situazione: non avere nessun compagno dopo i 35 anni. E così ci fu il matrimonio. Semplice sia chiaro, niente elefanti, niente cavalli, niente carrozze trainate da topi, niente di niente. Solo una firma in comunque, una equa divisione dei beni, un bacio casto sulle labbra e via, pronti per un'eternità insieme. Senza amarsi ma solo volendosi bene. Sì, perchè Carlo a Sandra la voleva bene, era stata la sua migliore amica ai tempi del liceo e poi si erano ritrovati dieci anni dopo. Il mondo gira su se stesso e sposta le persone e gli avvenimenti come vuole lui. Carlo si è sempre domandato del perchè non abbia mai incontrato Letizia, la sua cotta non tanto segreta degli anni di scuola. Letizia era tutto ciò che un ragazzo ambirebbe ad avere: due labbra carnose, due glutei meravigliosi, due seni prominenti, due gambe lunghe e seducenti, insomma in quella donna tutto era doppio. Anche il naso, forse. Ma nessuno credo si sia mai soffermato a guardarlo.
Carlo comunque conduceva la sua normale vita con una donna che non amava ma che non gli faceva mancare niente: era una brava cuoca, non che Carlo fosse da meno, era una brava amante, non che Carlo fosse un completo sprovveduto, ed era una brava ascoltatrice, non che Carlo fosse restìo ad ascoltare i problemi altrui, d'altronde lo faceva ogni giorno, per lavoro. L'unione di Carlo e Sandra sarebbe stata un'unione perfetta se non fosse per quel piccolo particolare: i due non si amavano. Come spesso succede nelle coppie a lungo termine l'amore, ad un certo punto, si trasforma in affetto. Ma in questo caso si cercava di fare il contrario: trasformare l'affetto in amore, il che era molto più difficile.
Carlo ci aveva provato comunque. Ricordandosi ogni giorno della loro storia. Ricordandosi il primo giorno in cui l'aveva vista, in primo superiore, ricordandosi il giorno in cui l'aveva baciata per la prima volta, in terzo superiore, per gioco, a casa sua. Ricordandosi la loro prima volta insieme, fatta per ripicca ai loro amori desiderati, in quinto superiore, in gita sul lago di Como. E ricordandosi anniversari, feste comandate e tutt'altro. Ricordandosi anche il compleanno dei suoi genitori, dei suoi fratelli, e anche del suo cane. Ma era semplicemente difficile provare un sentimento che non c'era. Sandra, di par suo, ce la metteva tutta per essere felice. Rideva alle battute di Carlo, la sua vervè comica l'aveva sempre divertita. Giocava con entusiasmo con la sua sorellina piccola, Andrea, di 8 anni. E preparava cene sontuose nei pranzi con i parenti, sempre col sorriso sulle labbra. Per non far notare a nessuno il vuoto d'amore che si portava dentro. Una coppia che non era necessariamente una coppia. Solo un duo di anime solitarie che avevano deciso di vivere insieme perchè l'eternità fa paura, da soli.
Ma Carlo, quella mattina, si svegliò sempre col solito sorriso sulle labbra. Salutò Sandra con un bacio e si diresse a lavoro. Il suo era un lavoro che molti sognano e che pochi riescono ad avere: era un impiegato allo sportello alle poste. Il Sacro Graal dei mestieri italiani. E sapeva fare ottimamente il suo compito. Ogni giorno sopportava le anziane del posto che biascicavano i loro insulti verso il governo, le pensioni basse, lo stile di vita, le bollette, gli alti consumi della nuora e dei suoi nipoti, la criminalità, la criminalità organizzata, la tecnologia e tante ma tante altre cose. Ogni giorno si sorbiva i resoconti sempre uguali delle ultime giornate vissute dagli anziani che riscuotevano la loro agognata pensione: sveglia alle sei, dolori, colazione, dolori, passeggiata nel parco col cagnolino, dolori, arrivo in posta, dolori e mai una sedia disponibile, prendere quel poco di soldi, dolori, arrivo a casa, nessuno che chiama, i nipotini che si ricordano di te solo quando gli fai i regali, dolori, dolori dolori e medicine e così via. Carlo conosceva a memoria le loro giornate, i loro visi, i loro aneddoti ma non se ne lamentava. Sapeva di essere fortunato ad avere un impiego fisso e poi non invidiava certo coloro che erano costretti a costruire case vivendo col pericolo ogni santo giorno della loro vita. Insomma: Carlo si sentiva al sicuro dietro quel vetro. Niente di più sbagliato.
Le giornate tutte uguali ogni tanto hanno bisogno di quel qualcosa che le rende diverse, sennò la vita assume sempre lo stesso sapore e inizia a stancare. Quel giorno, il 14 di dicembre, Carlo lo ricorderà per sempre. Cinque uomini armati entrarono in quel piccolo ufficio postare di Via Roma. Con pistole e mazze da baseball. E con passamontagna e tute mimetiche. Di sicuro si erano preparati, di sicuro si sentivano forti e invincibili, di sicuro non si sarebbero mai aspettati che una vecchietta tirasse fuori dello spray al peperoncino e colpisse due di loro. I quali, urlando di dolore, si lasciarono cadere a terra sconfitti. Il capo, o quello che sembrava comandare in quella banda, prese in mano la situazione con tatto e gentilezza.
"Gentili impiegati, ho appena notato che le vostre difese sono all'avanguardia. Una simpatica vecchina con uno spray è tutto quello che avete? Se la risposta è sì, vi chiedo gentilmente di darmi tutto ciò che avete dietro ai vostri banconi. Ovviamente parlo di denaro contante. Sennò la gentile vecchia, la nonna di Rambo, farà una brutta fine." - E punta la pistola contro la tempia della signora Romani. Molto arzilla constatando i suoi 92 anni, ma decisamente impaurita in quel frangente, dopo la scarica d'adrenalina di poco prima.
Carlo ci pensa, il direttore urla che non cederanno mai, ma quelle signore, quel gruppo di anziane, sono un po' la sua famiglia. Inizia a raccogliere i soldi e li lascia cadere sotto gli sportelli. I due uomini rimasti, oltre al capo che tiene ancora sotto scacco la signora Romani, si affrettano a riempire i sacchi col denaro. E in quell'attimo Carlo la vede: Letizia. Uno degli uomini in realtà è una donna, e che donna. Letizia è come lui l'aveva sempre ricordata: principesca, forte e con la sua grazia sempre elevata. Ora è lì, davanti a lui, e raccoglie i soldi con fretta e furia. Anche lei l'ha visto, anche lei l'ha riconosciuto e ora gli punta in faccia la pistola, pur sapendo che il vetro antiproiettile li divide.
"Lui mi conosce, che faccio?" - chiede Letizia al capo.
"Sparalo." - risponde.
"C'è il vetro." - annuncia lei.
"Fallo uscire fuori sennò ammazzo la vecchia".
Dopo aver sentito ciò, Carlo tira fuori tutta il suo coraggio, o almeno quello che un modesto impiegato delle poste può avere. Esce con le mani alzate dall'entrata anti-proiettile. Si inginocchia a terra e la guarda, triste e sconsolato, non per la probabile fine della sua vita ma per la triste conclusione del suo sogno d'infazia. Letizia, la sua bella, era in realtà una sbandata, una che ormai era costretta alle rapine pur non perdendo il suo fascino da fanciulla, ma perdendo in un secondo tutto ciò che lei era per lui. E in quell'istante, in quell'attimo, l'unico pensiero di Carlo era rivolto a Sandra. La sua Sandra. Quella che ci era sempre stata, da tredici anni a questa parte. A quella che non aveva mai amato ma che in quel momento era la sua unica ragione di vita. Al pensiero che ora dovrà passare una vita da sola, con un vitalizio per la sua morte in servizio che forse non riceverà mai e che si perderà tra cavilli burocratici e corsie di tribunale, a lei che non l'ha mai amato ma l'ha sempre rispettato ed apprezzato. A lei che da questo istante sente di amare. Un istante lungo, veloce, indefinito.
"Scappiamo và, arriva la polizia. Se ci prendono non voglio passare tutta la vita in prigione per colpa sua." - Letizia scappa, senza premere quel grilletto. Carlo la guarda uscire e nota che quella pistola è un po' troppo leggera per essere vera. Ma non vuole controllare se ha ragione. Tira un sospiro di sollievo e si rialza, le gambe gli tremano, la voce assume un tono acuto.
"Signora Romani, tutto bene?" - chiede.
"Sì sì, ora devo andare, mi scusi." - E và, senza aggiungere nient'altro.
Carlo passa un brutto quarto d'ora con il suo direttore che lo accusa di avergli dato più di quarantamila euro a quei cinque criminali. E poi passa un quarto d'ora di celebrità quando si scopre che i malviventi sono stati arrestati e che i soldi sono stati recuperati, tranne duemila euri misteriosamente spariti. Sul giornale del posto viene incensato l'uomo che non ha barattato la vita di una signora, abbastanza anziana, per il suo posto di lavoro. Carlo, quel giorno, avendo avuto la mattinata libera decide di passare a casa della signora Romani. Si avvicina al citofono e sente delle urla di gioia da dentro. Rimane a sentire, d'altronde la finestra affaccia al pianterreno, e da lì capisce chiaramente cosa è accaduto a quei duemila euri che non si riescono a trovare. Il capo, forse ammirato dalla tenacia dell'anziana o forse per gentilezza, ha infilato i soldi nella sua borsa. Duemila euro per una signora che ne prende solo quattrocento ogni mese, sono un ottimo regalo. Carlo decide di tornare a casa e ricominciare la sua sua storia con Sandra.
E qui si aprono due scenari. Il finale lo scegliete voi, quello che più vi aggrada fatelo vostro. L'altro fate finta che non sia mai esistito.
Primo Finale
Carlo torna a casa, trova sua moglie intenta a rassettare, e la bacia con passione. La porta sul letto, la sveste come se fosse la prima volta e fanno l'amore per ore e ore. Sandra è sia sconvolta, sia esaltata da tutta quella forza che non pensava esistesse in suo marito. Insieme poi parlano per tutto il pomeriggio, per tutta la sera, per tutta la notte. Mettono insieme i propri dubbi, le proprie paure, i propri sentimenti. E lì capiscono che la loro storia può esistere, l'amore c'è, è sotto quella coltre di affetto che li ha sempre circondati. Ora Carlo la guarda e lei arrossisce, ora Sandra lo tocca e lui s'emoziona come non aveva fatto mai. Ora, dopo anni e anni insieme tra scuola, vita e matrimonio, sentono di voler stare insieme non solo per convenzione ma perchè in loro c'è un'amore vero. E da lì in poi il resto è una storia già vista: si risposano, ma stavolta in grande stile, Sandra rimane incinta a trentanove anni, è sì rischioso ma ce la farà. Avranno una bimba che sarà il frutto del loro sentimento. Avranno un futuro, un'eternità insieme e sarà un posto piacevole in cui vivere.
Secondo Finale
Carlo torna a casa, spiega a Sandra tutto ciò che gli è accaduto e scopre l'amara verità: due valigie nel soggiorno con tutti i suoi vestiti dentro. Sandra gli spiega che un amore non può nascere a comando, che ha bisogno di una storia vera e che lei non proverà mai per lui gli stessi sentimenti che ora lui prova. E niente. Se ne va, lasciandolo solo e triste. In futuro Carlo saprà che si è risposata con un tale di nome Eros. Fa il venditore di automobili e anche lui, come lei, era sposato. Sandra troverà la parte mancante della sua mela. Carlo no. Aveva sempre avuto la donna della sua vita al suo fianco ma ha sempre aspettato a riconoscerla e lei, un giorno, se ne è andata. E non è più tornata dietro. Carlo si risposerà anche lui, a cinquant'anni, con una ventenne conosciuta su una nave da crociera. Perchè Carlo diventerà ricco. La signora Romani lascerà a lui tutti i suoi averi, d'altronde non aveva figli, e suo marito se ne è andato con lei, nel medesimo istante, nel sonno. Carlo penserà spesso al loro amore, a come a resistito a guerre, problemi finanziari, ai dolori e altro. E di come è finito: in un letto, insieme, a darsi appuntamento dall'altra parte, senza sapere se esistesse veramente l'altra parte. Carlo si sposerà con Laura, una ventenne focosa che gli esaudirà ogni suo piccolo desiderio. Ma vivrà triste perchè la sua amata è andata e non ritornerà mai più. E rimpiangerà chi vive di solo amore.
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3 commenti:
Bello leggerti. Ammetto che Carlo e Sandro non abbiano avuto una vita sentimentalmente entusiastica, ma io scelgo il primo finale, sono dannatamente consapevole di essere una romanticona, recidiva e mai pentita. Un saluto da Tiziana.
Grazie per i complimenti e per l'incitamento di ieri. E comunque sono anche io della categoria romantici, lo si capisce dal fatto che anche io scelgo il primo finale anche se volevo farlo finire solo col secondo.
Io sono indecisa il primo mi ha emozionato tanto ma anche la bella storia della signora Romani è molto interessante...Per romanticismo scelgo il primo finale e viva la signora Romani*_* E' la mia preferita!Wlo spray al peperoncino:P
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