

Vive in casa mia da qualche giorno, ma solo stanotte, casualmente, mi sono accorto di non conoscerlo affatto. Vive lì, nella sua boccia, ostinandosi a condurre una vita privata e solitaria, evitando qualsiasi tipo di discussione e rifiutandosi di rivelarmi qualcosa di sé. E’ fatto così, ha la sua vita, e io non posso cercare di cambiarlo. Ma stanotte, se non altro, sono riuscito a parlarci un po’.
Ad un certo punto mi sono accorto che, dopo essere riuscito a vincere la sua naturale ritrosia, aveva cominciato a bazzicare dalle parti della superficie della boccia, come se stesse cercando quel contatto che aveva evitato nei primi due giorni. Io mi sono avvicinato, ho preso una sedia, mi sono seduto accanto a lui e abbiamo cominciato a parlare. Abbiamo cominciato a parlare del più e del meno, come si fa sempre tra persone che si conoscono di vista ma non hanno mai troppo in comune. Abbiamo parlato di gusti cinematografici e non, e mi confidato che, al contrario di quanto credono tutti, il suo attore preferito non è quel Joe Pesci di “Mamma ho perso l’aereo”, ma è Stefano Pesce, l’italiano di “R.I.S. – delitti imperfetti”. Mi sono scusato, gli ho detto che anche io pensavo fosse Joe, ma lui ha detto di non preoccuparsi, perché è un errore che commettono in tanti. Per quanto riguarda i film, ammette che qui si sbagliano in pochi: il suo preferito è effettivamente “Big Fish” di Tim Burton. Mi ha detto che ama Burton, anche se il suo “Edward mani di forbice” gli mette un po’ paura.
Così, mentre parlavamo del più e del meno (lui nel frattempo sarà arrivato alla terza sigaretta), la notte scivolava via, immobile e silenziosa, come se volesse osservare quella strana conversazione. Io, nel buio della mia stanza, non riuscivo a scorgerlo bene, ma sapevo che c’era. Sapevo che stava continuando a nuotare, nuotare e fumare, e che mi stava parlando. L’argomento adesso era la televisione. Gli ho detto che la mia fa un po’ schifo e lui mi ha confidato che neanche la sua è tanto meglio. Insomma, a parte i soliti programmi un po’ più interessanti tipo i documentari come Super Quark (anche lui, come me, vuole molto bene ad Alberto Angela: a quanto pare grazie a lui è riuscito a conquistare una pesciolina che gli piaceva tanto) e Geo&Geo, la sua tv è tutta spazzatura. Almeno fino a quando cambiano l’acqua alla sua boccia, ha subito precisato. Io, cercando di non raccogliere l’insinuazione, gli ho chiesto che tipo di programmi guardasse e lui mi ha confidato, non senza un certo senso di vergogna, che ama molto il nuovo reality show “the Big Fisher”, versione pescesca del nostro “Grande Fratello”. Il suo Big Fisher è un gioco in cui a sfidarsi sono coppie di pesciolini con i propri rispettivi padroni, che vivono tutti insieme in una grande casa. Ogni settimana i concorrenti devono superare una prova, cercando di guadagnare dei punti per scalare la classifica di gradimento e aggiudicarsi la vittoria. Questa settimana la prova consiste in una prova di abilità, in cui un proprietario deve prendersi cura del pesciolino di un altro concorrente, cercando di non farlo morire. Deve quindi stare attento a dargli la giusta quantità di cibo nelle ore previste, deve cambiargli l’acqua quando necessario e sorvegliarlo costantemente tenendosi pronto a ributtarlo in acqua nel caso il pesciolino volesse suicidarsi. E’ una prova molto importante, perché per il nuovo proprietario questo significa assumersi la responsabilità di una vita che non gli appartiene e che, in un certo senso, gli sta chiedendo qualcosa. Ad arricchire il tutto ovviamente c’è l’approfondimento psicologico dei proprietari, ognuno con un torbido (ma mai quanto la sua acqua, ha continuato a precisare) passato alle spalle che lo rende più o meno umano. C’è il proprietario che da piccolo odiava i pesci, quello che li faceva morire per appagare i suoi istinti omicidi, quello che deve superare il trauma da morte del pesciolino in seguito ad un episodio della sua infanzia. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.
A quanto pare questa trasmissione tra i pesci va alla grande, e ogni anno i provini in tutte le bocce d’Italia aumentano a dismisura (qui ha aggiunto che da questo punto di vista il Big Fisher assomiglia molto al nostro Grande Fratello: vengono prese sempre le pescioline che hanno le bocce più grandi) e milioni e milioni di pesci desiderano partecipare a questo mega-show. Lui, dal canto suo, mi ha detto che non è affatto intenzionato a parteciparvi, e che preferisce seguire la trasmissione dal suo televisore. Mi ha confidato che si sta appassionando alla sfida di questa settimana ed è curioso di sapere se il proprietario con il trauma infantile riuscirà a far sopravvivere il pesciolino di un altro concorrente, ottenendo quel riscatto che cercava da tempo. Io l’ho guardato per un attimo assicurandomi che fosse ancora lì, ho controllato la situazione della sua acqua, mi sono messo a letto e, mentre il sonno mi avvolgeva lentamente, gli ho risposto: “Sinceramente, vorrei saperlo anch’io”.