giovedì 21 aprile 2011

Cambiamento


In tutti gli ambienti lavorativi arriva il momento in cui il capo viene licenziato, da uno più in alto di lui, o magari sostituito da quella progenie che ha già tutto e vuole avere sempre di più. E accade che un vecchio ottuagenario amato dai suoi dipendenti venga destituito dal figlioletto o dal nipotino avido e bastardo che ha il solo interesse di guadagnare di più. E allora via ai dipendenti che non si inginocchiano al suo cospetto, mentalmente e fisicamente. Via ai galoppini che non gli danno ciò che ha richiesto, via alla segretaria che non si concede in un certo aspetto e così facendo via a tutti quelli che non la pensano come lui. E anche se ne troverà pochi con i suoi stessi pensieri sarà sempre circondato da gente che lo vuole bene, o più che altro vuole bene al suo portafogli che presto o tardi si sgonfierà. E in tutti gli ambienti lavorativi ci sono momenti di cambi al vertice, anche nel mio. E' accaduto. E accadrà ancora in futuro.

Alla fin fine son sempre stato un libero professionista, bisogna dirlo, uno che veniva pagato a lavoro e chiamato da più parti. Sinceramente non sono mai stato così stupido da andare prima da una specifica famiglia e poi da un'altra, sicuramente non sarei vissuto così a lungo. Indi se trovavo posto in una certa organizzazione, cercavo sempre di accontentare solo quella organizzazione e ne ho visti tanti di capi messi a tacere da un paio di pallottole. Ne ho visti di pentiti avere incidenti misteriosi, ne ho visti di famiglie costrette all'esilio prima che arrivasse qualcuno a finire il lavoro. Ho visto tante cose, nel mio lavoro. E oggi vado a raccontarvene un paio.

Quando sei il miglior assassino sulla piazza può capitare che un giorno o l'altro un tipo, chiamiamolo Enrico, ti chiami e ti dica di togliere di mezzo, non si sa come non si sa dove, un certo altro tipo, chiamamolo Vittima. Io acconsento, prendo il denaro anticipato perchè non sono certo l'ultimo arrivato dato che ho una discreta lista di lavori ben eseguiti e mi metto all'opera. Vittima diventa la mia vittima in un paio di giorni ed Enrico è contento. Passa un anno che lavoro a stretto contatto, diciamo un paio di casi al mese, con lui e mi ritrovo, un giorno, un'altra chiamata. E' Paolo, che mi ricordo essere il galoppino di Enrico. Mi dice che c'è stato un cambiamento epocale nella famiglia, che Enrico ormai è diventato un pentito e che c'è bisogno di me. Ora, mettetevi nei miei panni, anche se non sono una persona con una rigida morale è normale sentirsi un po' a disagio. E' stato pur sempre una specie di capo per circa un anno. E comunque è così, confermo la notizie dalle mie fonti attendibili e tolgo di mezzo il povero Enrico. Che tanto povero non è mai stato ma che doveva aspettarsi questa degna conclusione della sua esistenza quando ha iniziato a lavorare nel sistema. Succede, purtroppo, ma succede. Se lavori in una grande ditta di fast-food per, diciamo, cinque anni e poi vai nell'azienda concorrente e spiattelli tutto su come si cucina, su cosa si fa di sbagliato e altre robe, accade che l'azienda dove lavoravi prima ti licenzia e poi ti denuncia. Qui le denuncie, in questo ambiente in cui lavoravo, non esistono. Si risolve tutto in modo più semplice. Due colpi, tre per sicurezza, e il gioco è fatto. Altro che rimpasto di governo dove alla fin fine rimane la stessa gente che continua a rubarsi ancora gli stessi soldi che si ruba sempre.

Ma la storia che vi ho raccontato pocanzi è quella solita che accade. Ci sono casi straordinari che possono succedere e ve ne vado ad elencarne uno specifico. Qualche annetto fa c'era questo figlio del capo che chiameremo Lucio. Aveva al massimo vent'anni e voleva fare il medico. Che, sinceramente, è un mestiere redditizio ma dipende sempre come lo fai, dove lo fai, e con che rigore morale lo fai. Comunque aveva un sogno che era soprattutto quello di abbandonare le orme paterne. Il padre lo sapeva ma lasciava stare, è sangue del suo sangue e sapeva che qualunque sogno potesse avere alla fin fine avrebbe sempre subìto il fascino del potere. E così fù dopo alcuni esami sbagliati a medicina che lo portarono ad avere ventiquattro anni e ancora nessun pezzo di carta in tasca. Dopo una piccola crisi entrò dalla porta principale nell' "azienda" del padre. Iniziò come semplice contabile e poi salì mano a mano la scala evolutiva. Il padre iniziò ad essere veramente fiero di lui ma, si sa, quando una persona nasce tonda non muore quadrata. Lucio non era fatto per quel mestiere, Lucio aveva altre idee in testa, Lucio era una persona fondamentalmente buona, d'altronde non si era mai sporcato le mani nei suoi due anni di lavoro col padre. E accadde che a ventisei anni conobbe Lara. Era bella Lara, troppo bella. Una tipica bellezza meridionale che spruzzava erotismo da ogni poro. Lucio la conobbe una sera, in un bar e iniziarono a parlare. E dalle parole si passò alle cene, alle passeggiate mano nella mano, alle notti d'amore in una mansarda in centro al terzo piano. Bella cosa se lei non fosse stata una poliziotta. Ma lo era. Ed era anche piuttosto brava nel suo lavoro. Non ci volle molto per tutti e due scoprire le loro rispettive occupazioni. E Lucio era completamente perso per lei, indi decise di lasciare padre, famiglia e "azienda" e togliersi tutti i pesi che aveva sullo stomaco. La notizia girò e arrivò alle orecchie del padre che, a malincuore e piangendo, mi chiamò. Ora, non sono un tipo che và fiero del proprio lavoro passato. Sincermanete non me ne vergogno neanche, era un lavoro per me. D'altronde tutti alla fin fine emettono sentenze di vita o di morte sulla gente. Un manager che licenzia una ragazza all'ottavo mese di gravidanza le uccide il futuro senza fregarsene. Un affarista che licenzia metà dei suoi dipendenti per trasferire la sua azienda all'estero, dove la manodopera costa meno, è un assassino che non si sporca le sue mani di sangue, ma non ha nulla di diverso dal sottoscritto. Nulla. Per questo una sera feci ciò che mi avevano ordinato di fare. Lucio quella sera sparì. Venne ritrovato cinque giorni dopo senza vita in una canale di scolo. Lara era distrutta, completamente. Si buttò anima e corpo sul lavoro. In cinque mesi aveva messo in prigione tutta l'intera famiglia, l'unico che non è mai riuscito a prendere è stato l'esecutore materiale della fine del suo amore: il sottoscritto. Ma successivamente riuscì a vendicarsi, in un certo modo. Ma di questo vi parlerò un'altra volta. Oggi ho già scritto tanto e, se permettete, quelle patatine non si friggeranno certo da sole.

1 commento:

Carmensì ha detto...

mi piace tanto tanto questa storia e si fa sempre più interessante*_*

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