giovedì 17 marzo 2011
L'Italia che vorrei
Oggi è l'anniversario della proclamazione di Vittorio Emanuele II a primo Re D'Italia. Centocinquant'anni sono passati e scommetto che ben pochi di voi(me incluso) sapeva esattamete cosa fosse accaduto centocinquanta anni fa in questo giorno. Ma sinceramente mi aspettavo lo sapessero almeno i nostri parlamentari che, un mesetto fa, hanno votato per rendere la giornata odierna festa nazionale. Ma di cose del genere, in quei palazzetti a Roma, ne accadono a bizeffe e anche di peggio, molto di peggio. Comunque, sinceramente, è bello vedere per le varie città(cosa che ho visto in questi giorni frazionati di volantinaggio), così tante bandiere. Che siano piccole e grandi poco interessa. Personalmente sono attratto dai bandieroni immensi, quelli che ci vogliono due o tre uomini palestrati per spostarti a destra e a sinistra e creano folate di vento che possono abbattere barche a vela. Di feste nazionali, nel nostro paese ancora minorenne sotto certi punti, ce ne abbiamo un paio. Il 2 Giugno è l'anniversazio della fondazione della Repubblica, dopo il famoso referendum del 46(che è diventata festa nazionale da ben poco tempo). Mentre il 25 Aprile è il giorno della liberazione, di quando l'Italia si liberò del nemico-amico nazista e ricominciò a nascere. Ecco. Mi piacerebbe, e lo dico senza remore, che ci liberassimo ancora da qualcuno in questo Paese. Vorrei che ci liberassimo da un padre padrone che si permette di fare tutto ciò che vuole, e che se un giorno sputerà sulla costituzione e poi si pulirà parti delicate, lo potrà fare senza problemi. Anzi, trovando molti galoppini dalla sua parte che gli daranno ragione o forse lo giustificheranno perchè lui, alla fin fine, è un inguaribile guascone.
Vorrei che ci liberassimo da questi che odiano il concetto di unità nazionale. In certi casi capisco anche il perchè lo facciano. Molti di loro si arrabbiano perchè i loro soldi arrivano più a noi del Sud che a loro. O che i nostri conterranei meridionali vadano su a "rubargli" il lavoro. Ma secondo me è solo un modo idiota di guardare le cose, di trovare il nemico dappertutto. Come lo vedono nei neri, nei cinesi, nei rumeni, negli slavi, nei rom e nei meridioli, un giorno vedranno il nemico anche in quello del paese vicino. E poi inizieranno ad odiarsi casa per casa, palazzo per palazzo, villetta per villetta. L'odio attira sempre altro odio, loro (quelli con la camicia verde) son tipi che odiano tutto e tutti e non si rendono conto del bene che hanno e che c'è in ogni parte del mondo, anche in quei posti che loro dicono di schifare ma che poi vengono a visitare in luna di miele. Comunque vorrei che qualcuno si concentrasse sui nostri problemi e non proponesse soluzioni terribili nelle loro conseguenze. L'unità nazionale passa anche dal no alle centrali nucleari, dal no alla privatizzazione dell'acqua e al sì alle energie rinnovabili. Siamo il Paese del sole e vogliamo imbarcarci in una ricerca all'energia più pericolosa che esista? Siamo un Paese ad alto rischio sismico e basta una scossetta per distruggere case e casarelle e noi vogliamo costruire delle centrali nucleari? Siamo un Paese che vive nella monnezza almeno due-tre mesi all'anno, e da queste parti molto di più, che non riusciamo a smaltire e riusciremo mai a smaltire le scorie radioattive? E pensare che quelle degli anni andati sono ancora a far danni. Questi son temi forti, son temi che tutti noi, da Italiani responsabili, dobbiamo trattare e dobbiamo esprimere la nostra opinione, senza farci trainare in un verso o nell'altro dall'idiota di turno che pensa solo ai propri guadagni e ci piazza le centrali fuori casa nostra, ovviamente molto lontano da casa sua. Fatevi sentire, gente, che se tutto un Paese si mobilita, niente e nessuno può abbatterlo. E si visto ultimamente cosa può fare la forza di un popolo unito.
Infine: vorrei un Paese che desse lavoro a chi ne ha bisogno. Ovvero a tutti. Che non cercasse di favorire solo imprese già consolidate o multinazionali estere e cercasse di aiutare chi è senza possibilità di lavorare. Un Paese che aiutasse i giovani diplomati e/o laureati, a trovarsi un lavoro qui, nella nostra patria e non a dover per forza scappare all'estero. E lì venire trattati in un modo che in Italia ci sogneremmo. Venire accolti con tutti gli onori mentre qui, per un medesimo posto di lavoro, a stento ti danno 600-800 euri. Venire osannati nell'ambito della ricerca scientifica mentre qui non esiste ormai più la ricerca. Vorrei un Paese che aiutasse i giovani e i meno giovani a farsi delle famiglie, non a distruggere le famiglie e a farle finire sulla strada. Vorrei un Paese che forse non esiste, almeno non adesso, in questo posto circondato dal mare e a forma di stivale. Ma oggi si festeggia comunque, amici miei.
Quindi, miei cari conpatrioti, vi auguro una bella giornata. Magari con tanta festa e una bella mangiata. E con un bel caffè finale. Che, sicuramente, è una delle poche cose che ci unisce da Aosta a Caltanissetta! Un modo per sentirci, almeno una volta ogni tanto, veramente dei Fratelli d'Italia.
Ps: Questo è il video delle interviste di Sabrina Nobile ai politici che non sanno niente. Memorabile l'ultimo tipo. Per questo motivo all'estero ci pigliano un po' tutti per il sedere, noi eleggiamo sta gente. E la cosa più brutta e che ci giustifichiamo dicendo poi "tanto uno vale l'altro". E poi ci domandiamo perchè questo Paese è in rovina...
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2 commenti:
Bellissima questa del caffe'! :) E' proprio vero: se c'e' qualcosa che acocmuna gli italiani, anche (e forse soprattutto all'estero e' proprio il caffe' "italiano"...
Ciao!
Anche mi sono d'accordo con ti.Diamoci una mossa che possiamo rendere il nostro Paese meraviglioso.
Le potenzialità ci sono e anche persone capaci di sfruttarle.Bisogna farle vennire fuori...e non andare fuori:P
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