domenica 15 febbraio 2009
Avere vent'anni..
Avere vent'anni. Essere in quella parte di esistenza in cui tutti da te si aspettano qualcosa. Ma se questo qualcosa non arriva, non fuoriesce, cosa bisogna fare? Sognare, ridere o crescere? Iniziare a pensare al futuro, divertirsi nella giovinezza, o creare il proprio destino, chiudere l'animo del giovane che è dentro ed iniziare ad essere maturi, seri.
Il discorso è serio, indi sembra quasi che io mi sia fiondato sulla terza opzione. Essere seri, maturi, iniziare a prepararsi, anzi, a consolidare il proprio futuro. Ma non è così. Ora parlerò dei tre casi, analizzando pro e contro delle tre opzioni e decidendo, magari finalmente, da che parte stare perchè, personalmente, non l'ho mai capito.
Prima categoria: Sognare
L'opzione "sognare" è dedicata alle persone, che appunto a vent'anni o su di lì o giù di lì, si ritrovano in una situazione che non vorrebbero avere e iniziano a pensare al futuro. Al futuro dove tutto andrà bene, dove tutto sarà speciale, dove si troverà l'anima gemella, dove si troverà il lavoro perfetto, quello che si sogna da una vita, il futuro è un capolavoro e sarà perfetto. Si vive la realtà solo per arrivare a quel progetto di futuro programmato, e si perde il contatto con la stessa. Ingannati da un progetto talmente perfetto da non avere un fondamento di verità. A meno che non si sia decisamente determinati, e di riuscire a passare su tutte le difficoltà, tutti i problemi, tutti i dispiaceri. Normalmente chi spera nel futuro si dimentica che il presente è importante lo stesso. E' così concentrato sulla vita che verrà da dimenticarsi completamente che se non si indirizza quella esistente non ci sarà nessun miglioramento. In questa categoria è normale trovare gli artisti, di ogni genere. Musicisti, scrittori, pittori, attori, ogni mestiere che ha a che fare con l'arte ha in sè milioni di sognatori. Gente che sa che un giorno riuscirà in quello che si è sempre prefissata di fare. Ma che, se non si rimbocca le maniche, rimarrà sempre nella stessa condizione anche facendo passare gli anni. E il futuro non arriverà mai. Altri della categoria: Gli universitari. Ma solo quelli fuori corso. Che più andranno avanti e più non si terranno alla larga da un futuro sempre più difficile da raggiungere.
Seconda categoria: Ridere.
E' quella che preferiscono i ventenni di adesso, del passato, e anche quelli del futuro. D'altronde la giovinezza è una sola, è bello godersela, viverla in ogni attimo, in ogni secondo, e non pensare al futuro, non pensare a maturare ma divertirsi. Ragionamento ineccepibile. Qualunque giovane con un pò di senno lo farebbe. Ma qui dobbiamo fare una certa distinzione.
Ci sono i giovani che vorrebbero farlo ma non ne hanno il coraggio, la possibilità o persino la volontà. Alcuni di loro non lo fanno per dare una mano a casa, e quindi vanno in cerca di un lavoro, e diventano inevitabilmente adulti e maturi prima degli altri, quasi senza volerlo, in poco tempo si ritrovano diversi e non riescono neanche più a tornare indietro e, a loro, alla fin fine, va bene così. La categoria della risata è la migliore perchè, come ho sempre detto, ridere è la cosa più bella che si può fare al mondo(al pari passo con l'amare), ed un giorno senza risate è un giorno inutile. Un giorno in cui non mostri i tuoi denti in segno di felicità ad un'altra persona, è un giorno che non ha senso. Ridere fa bene. E per questo motivo i giovani ridono, escono, fanno amicizia, bevono, discutono, litigano, fanno pace, si rovinano la vita, se la migliorano, e così via. Ci sono alcuni ragazzi che rimandano le decisioni per un'ipotetico futuro a data da destinarsi. Aspettano. Così. E intanto ridono. Vivono la notte, dormono il giorno. Si divertono perchè è questo l'unico momento giusto per farlo. Dopo no, ci sarà un lavoro, una moglie/un marito, dei figli, un futuro. Ora no. Finchè si è giovani ci si diverte. E' questo l'unica preoccupazione.
E molte volte succedono delle liti in famiglia su questi temi. I genitori non vogliono che i figli non abbiano un futuro, o almeno un presente. E fanno sacrifici per far si che, un giorno o l'altro, il proprio frutto dell'amore maturi e cresca. Ma per certi individui bisognerà aspettare molto tempo. Anche troppo certe volte.
Terza categoria: Crescere.
Ne fanno parte coloro che ho parlato nel "paragrafo" precedente: i maturi non a scelta loro. Quei ragazzi che, ad un certo punto, non possono più "perdere tempo" dietro ai libri o dietro alla scuola e devono lavorare. Per mangiare. Per dare una dignità ad una famiglia. Per vivere. Ma non solo loro sono gli unici di questa cricca di persone.
Ci sono i decisi. Coloro che sanno già cosa fare nella vita, quelli che, magari, hanno un sogno da quando erano piccoli, e non vedono l'ora di farlo rendere realtà. Ci sono quelli che sognano una vita da militare, o quelli che vogliono diventare ricchi imprenditori, ci sono quelli che vogliono una cosa e la otterranno. Badate bene che ho usato il termine "sognare"ma, a differenza di quelli della prima categoria, i ragazzi appartenenti a questa sono determinati a raggiungere il proprio scopo. E ci sono quelli che studiano initerrottamente all'università, dimenticando anche amici, risate e vita. Per raggiungere un risultato, per ripagare i propri genitori dei sacrifici fatti, per raggiungere quello scopo che si protrae ormai da tempo, troppo tempo. E' una cosa che si vuole fare per sè principalmente, per volersi bene, per avere un futuro sognato.
Ci sono pro e contro anche qui, ovviamente. Bisogna pensare che, difficilmente, chi inizia ad isolarsi dal mondo giovanile potrà poi rientrarci. Il divertimento può darsi arriverà lo stesso ma si perderà la magnifica leggerezza della giovane età. E, in futuro, ne avrà non pochi rimpianti.
Non dimentichiamo, poi, che si possono trovare anche gli (in)decisi. Ragazzi che sono stati indirizzati, con le buone o con le cattive, dai propri genitori verso un determinato percorso e, senza farlo apposta o magari anche volendolo, questi giovani sentono un desiderio di vita che non è loro. Basti pensare ai piccoli calciatori. Sono i padri che li spingono a provarci e a metterci la passione. Basti pensare ai musicisti. Sono i genitori che sperano che diventino qualcuno un giorno. Come se essere Qualcuno potesse essere un rimedio ai mali dell'esistenza. Ovviamente ad alcuni piacerà la strada (già) tracciata. Ma il sentore di pacco sarà molto grande.
Quarta categoria non precedentemente citata: Concludere
E' composta da tutti quelli che pensano che l'esistenza sia solo un luogo di dolore e tristezza. Si parte dai ragazzi che, per un problema o un altro in famiglia o non, iniziano ad odiare così tanto la vita da drogarsi o cambiare totalmente la propria visione dell'esistenza. Iniziare a drogarsi è un atto difficile e facile allo stesso tempo che è, in qualche modo, una sorta di rassegnazione alla vita svolta e che dovrà svolgersi. Vivere è facile, ma il difficile è sopravvivere. E se questa cosa non la si vuole fare ci si ferma. Si pensa solo alla conclusione, piano piano ci si spegne per un motivo o per un altro basta solo che si arrivi al punto di non pensare. Che è meglio così poi, che non si serve a niente al mondo, che non siamo altro che passaggi fugaci in questo mondo che non si ricorderà di noi.
Ma così si sbaglia, la vita è una possibilità e questa è solo uno spreco. Dante metteva questa categoria nell'inferno, alla fin fine. Come punizione per non aver capito la meraviglia dell'esistenza. Personalmente non sarei così cattivo. Nessuno sa il perchè siamo su questa terra, le persone che si auto-annullano nemmeno. Solo che loro non hanno quel barlume di speranza che hanno tutti gli altri. Alcuni hanno ricevuto così tanto male dalla vita da non trovarne più la bellezza, altri lo fanno solo per farsi notare o, diversamente, per non farsi notare. Per non far capire che esistono. Per far dimenticare del loro passaggio. Per proclamarsi solo un errore di chiunque sia lassù che l'abbia portato quaggiù. Una categoria che comprende molti altri casi. Ma mi fermo qui per non scadere, oltre che nell'ovvio, anche nel pessimismo cosmico.
E con questo finisco il mio polpettone. Badate bene, però, che non ho precisato che una persona non può essere in due categorie o in tutte e quattro. Io mi sento quasi un miscuglio delle prime tre opzioni. E non nego, che un tempo, ho vissuto molto nella quarta. Ma, come sempre, credo di essere tentato, anzi, mi ci ritrovo dentro, nelle prime due. Sogno e Rido. Rido e Sogno. Aspetto un futuro in cui tutto accadrà in modo perfetto per la mia visione della vita, e intanto aspetto ridendo. Con i miei amici, col mio amore, con tutto ciò che può farmi stare bene. Ma più aspetto e più tutto si allontana. E tutto ciò non è positivo.
Ovviamente chi ha da farmi delle osservazioni, su altre categorie o su gruppi di persone da inserire in quelle che ho esposto io, sono sempre bene accette.
Dal Professor in Esperienzologia della Vita Moderna, Davide in arte Lutty è tutto. Alla prossima conferenza. Ehm, lezione. Ehm, post. Ehm, guazzabuglio di parole infilate ad arte per provocare reazioni, positive e non, basta che le provochino.
Ps: Scusatemi per i tremila "futuro" ed i duecento "esistenza" ma stasera ero a corto di sinonimi.
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5 commenti:
stupendo,semplicemente stupendo,non hai mancato praticamente nulla,infatti leggendo pensavo cosa potevo aggiungere...ma non ho nulla da aggiungere...ci hai azzeccato.
vivi,viviamo...
innanzitutto..
grazie x avermi scritto quelle parole ..(io in cambio ti faccio pubblicità gratuita dal mio bloguccio :P )
..devo dire ke..
leggendo tutte e 3 le categorie..
sembra ke mi ci trovo in tutte ..
anke se..
ovviamente piu nella seconda -.-"
è bello ridere...eh si!!
fa proprio bene alla salute U__u
al futuro ci penso poco..
xkè io nn voglio crescere uffiiiiiiiiii...
....
bel post cmq!
come sempre d'altonde :)
petty*
Ti arrabbi se non l'ho ancora letto?? :(
A breve lo farò, promesso!!
Però poi non ci rimanere male se ti riempio di insulti, eh! :P
Ehi lei, esperto in Esperionzologia o giù di lì!!! Mi fa un trattato di Sociologia sondaggistica sui gggiòvani che abitano questo folle pianeta così bello e non mi avvisa?? Mannaggia a me e al mio poco tempo per la lettura internettiana! Bello, complimenti! Mi hai fatto riflettere, ho cercato di collocarmi in una categoria ma non ce l'ho fatta. Pensandoci bene sono una sintesi di tutti questi punti, perchè amo Ridere e far ridere, sono una Sognatrice e certe esperienze mi hanno fatta Crescere un pò alla svelta...a volte mi hanno portata a ritrovarmi nel quarto settore, ma l'ho solo sfiorato! Sto costruendo il mio futuro in una direzione che contempli tutte queste cose. E sono contenta!
Bello bello bello...avere vent'anni, al giorno d'oggi, non è facile, ma non si deve buttare via la propria vita.
Bravo.
Grazie Cha. Come grazie a tutti quelli che hanno letto. Anche io vivo in tutte le categorie perchè il bello è proprio quello. Ma ci si sofferma più su una ogni tanto. E per adesso Sogno e Rido, e spero bene.
Diggi...vergogna!
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