giovedì 17 maggio 2012
Abbonamenti molesti
Mi hanno fregato il Vanity Fair. E questa è una cosa che mi fa proprio male dentro. Vi rendete conto? Un procace pulzello, il sottoscritto, che da un numero di quattro-cinque anni fa con belle foto in bikini di Martina Stella capisce l'importanza giornalistica della testata in oggetto e decide di intraprenderne l'abbonamento, qualche mese dopo. E da quel momento lì inizia a penare. Ogni settimana. Ogni mese. Ogni bimestre.
Perchè gli abbonamenti, in questo mondo malato, non arrivano per miliardi di problemi. E pensare che questo tizio, sempre quello di sopra, sempre io, non è abbonato solo a Vanity Fair. Ma anche a "Max"(che forse è tornato leggibile) e ad "Il Male"(un errore da non ripetere). Che se il primo arriva puntuale con una settimana di ritardo rispetto all'uscita in edicola, il secondo non arriva. E purtroppo non sto scherzando. In questo momento mi ritrovo, per fortuna, con una ventina di numeri su trenta pubblicati. Alcuni mi sono arrivati in blocco dopo aver inviato non poche email di "leggera protesta" seguita da una di "media protesta". Ringrazio ovviamente il servizio abbonamenti e magari quei ragazzi che con i disagi postali non c'entrano niente. Ma se il Vanity Fair mi arriva ogni settimana, e il Max ogni mese, perchè, stranamente, Il Male salta intere mensilità di pubblicazioni. Ma non è di questo che voglio parlare. No no. Io voglio parlare di fiducia.
Mi hanno fregato il Vanity Fair. Con Madonna in copertina. E da quel momento la mia vita è un inferno. Non ci si può fidare dei propri vicini, non ci si può fidare di chi abita nel tuo stesso stabile, magari non ci si può fidare anche di chi è entrato in quella giornata uggiosa e pregna di dolore.
Non è la prima volta che salto un numero, sarà già successo in passato senza che me ne accorgessi, ma questa volta lo so. E' chiaro. E' indiscutibile. Me l'hanno fregato.
Il perchè ho questa convinzione è presto detto: il mio genitore è entrato in casa verso le 12 ed ha notato la copia fare capolino dallo spazio antistante le caselle postali del condominio. Ovviamente non l'ha presa. Dannato genitore.
Quando è sceso di nuovo verso le 13 la copia era sparita. Subito ha sospettato la mia "rapina". Cosa non accaduta, nemmeno da parte degli altri miei familiari e del mio cane. La rivista era stata rubata. Fregata. Sciccata. Bossiata!
Come farò ora? Mando un esposto all'amministratore di condominio(che peraltro sarebbe mio zio e questo potrebbe anche essere una specie di punizione verso di lui), chiamo direttamente la sede della Vanity Fair Usa o metto una bomba carta davanti ad ogni abitazione, aspetto che eschino e controllo in ogni appartamento se trovo la MIA copia settimanale del MIO giornale?
Sono considerazioni esagerate? Non credo. Il pensiero che qualcuno o qualcuna, abbia rimosso la plastica attorno alla cara Madonna, e ne abbia poi sollevato il tagliandino con il mio Nome e Cognome (anticipato dall'appellativo "Signore"! Ai primi tempi mettevano solo "Signora. Quindi è come se fosse stata una battaglia vinta sul campo, come gli scudetti Juventini) mi crea brividi di disgusto e odio nei suoi confronti. Anzi, spero solennemente che lui, e tutti i suoi familiari coinquilini e chiunque abbia toccato quella copia maledetta, siano da una settimana in preda a dolorosi attacchi di caccaruola. Lo so. E' cattiveria augurare la caccaruola a chicchessia, ma ogni tanto ci vuole. Così hanno il tempo, poi, per leggerselo in bagno. Spero cinque volte. Da cima a fondo.
Ora, il mio pensiero, è: se qualcuno l'ha fatto una volta, cosa gli impedisce di rifarlo? La paura di essere scoperto? No. Questi "ladri professionisti" sono delle persone senza un briciolo di moralità e si credono onnipotenti, sanno che semmai venissero colti sul fatto da qualcun'altro del palazzao, con le loro parole argute o con scuse puerili, riuscirebbero a turlupinarli e a creare il crimine perfetto. Quindi ho una sola soluzione nella mia mente: devo attaccare un cartello davanti alle cassette delle lettere. Qualcosa che faccia vergognare il ladro e che faccia tenere alla larga chi, come lui, ha avuto la stessa idea per il futuro. Ma cosa dire?
Ecco quindi le cinque frasi che vorrei esporre per impedire altri furti di posta destinata a me. Che se non sbaglio è un reato bello grave.
"Prego il signor Postino di suonare se ci sono riviste in casella. Grazie" - Annuncio standard, gentile, che presume irregolarità ma non le dice chiaramente.
"Prego i signori condomini, qualora vogliano leggere le mie riviste, di aspettare che le legga prima io. Grazie" - Annuncio lievemente piccato, che presume irregolarità e che crea zizzania. Mi piace un casino.
"Prego il lesto lettore di riviste altrui di farsi un abbonamento proprio. Grazie" - Qui si sfiorerebbe la rissa. Ma il ladruncolo non si farebbe fuori.
"Chiunque abbia preso, per sbaglio, la MIA rivista in abbonamento è pregato di restituirla. Grazie" - Annuncio del finto tonto. Nessuno risponderà mai.
"Se entro domattina, la mia rivista non è in casella alla prossima riunione di condominio porto una motolov. Grazie" - Annuncio definitivo. Ci sto pensando.
Vorrei tanto mettere il secondo. Poi rischierei di farmi odiare da tutto il palazzo( e anche dai miei), però sarebbe una soddisfazione immensa. Forse lo faccio.
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