Vorrei essere un giorno il perno della vita della gente comune. Fare parte di quello che al popolo piace: lo schifo.
Internet, l'informazione perenne, il digitale terrestre e la sua offerta quintuplicata di servizi, i meravigliosi canali d'informazione, i giornali di partito, le testate multimediali, la free-press, tutto fa parte dello schifo.
Lo "schifo" è parte essenziale della nostra esistenza fin dai tempi antichi. Noi viviamo per lo schifo, per le cose che non capiamo o semplicemente per le cose che non apprezziamo e non vogliamo che neanche gli altri possano fare. Perchè per molti, ancora oggi, due uomini che si baciano rappresentano lo "schifo". E per alcuni, che magari non riescono perfettamente a comprendere la fisica dei corpi, vedere scene del genere fa ribrezzo, fa orrore, fa odio. Che è qualcosa che io, non riesco a comprendere, e dal loro odio nasce il mio schifo.
Lo schifo è dappertutto. E quello ricerchiamo nelle nostre passeggiate quotidiane fino dall'edicolante e nelle nostre navigate internettiane. Vogliamo la notizia che ci fa saltare dalla sedia, quella che ci fa pensare: "ma tu guarda che gente" o "il mondo è proprio peggiorato". Per sentirci migliori per sentirci bene con noi stessi, per sentirci "normali".
E tutto questo lo si può riassumere in alcuni tipici casi italiani. Sempici semplici.
Il Fenomeno Sara Tommasi
Due sono le soluzioni: è una ragazza che non sta bene, oppure è un'autentica stratega. Una starlette come se ne vedono duemila in giro che piuttosto che fare programmini insulsi dove mostrare cosce e tette(anche se l'aveva già fatto con conseguente calendario) ed invecchiare come una Stefania Orlando qualsiasi, decide di lanciarsi nel mondo della "politica". Se per politica intendiamo mostrare la passera in pubblico come se non ci fosse un domani.
Complice un tizio che ne comprende l'indiscutibile interesse verso il signoraggio bancario, diventa una pazza scatenata in giro per il Paese. Ogni giorno si parla di lei per qualcosa. Ogni giorno.
Sara è scomparsa. Sara è nuda mentre presenta un video. Sara è ad una serata ma è tremendamente triste. Sara è al Parlamento per un convegno(!). Sara è in un film porno. Sara minaccia Berlusconi. Sara è con gli alieni. Sara conosce Obama.
Sara, in quest'estate oltre che in quest'inverno, è stata il fulcro delle cronache rosa? osè? politiche? del gossip più becero? italiano. Perchè in questi mesi lei rappresentava lo "schifo" al quale noi non possiamo fare a meno di guardare. Per il gusto dell'orrido. E per vedere fin dove si sarebbe spinta prima di ritornare indietro.
Ma per alcuni non c'è via di ritorno.
Ovviamente sto pur sempre parlando di una persona di spettacolo che prende, in media, compensi per le sue prestazioni che non sono nemmeno paragonabili allo stipendio medio di un operaio. O figuriamoci a quello di un precario.
Ma lei fa parte della legge de "anche i ricchi piangono". O almeno la gente comune spera che anche lei pianga. Perchè un po', per quello che fa, deve soffrire. Sennò la giustizia, a questo mondo, dov'è?
Il Fenomeno Renzo Bossi
Qui c'è l'odio. O forse il feroce senso di inguistizia di cui parlavo poco fa. Questa persona è di basso livello culturale. Non sa minimamente parlare nemmeno in italiano. Secondo suo padre è una specie di trota. Secondo i suoi elettori è il figlio del Re. Secondo i suoi detrattori è un completo idiota.
Renzo Bossi è l'amico scemo che tutti noi vorremmo avere per fare bella figura quando andiamo alle feste. Tratti male lui, o magari fai finta di compatirlo e la più gnocca della serata viene a casa tua con evidente facilità.
Ma questo succede nelle fiabe, o nei piani a lieto fine. Nella realtà assistiamo a ben altro.
Nel mondo reale Renzo Bossi è l'amico scemo che ti porti alla festa ma lui si porta a casa la più bella, non sai come, e quando ti volti ti ruba anche cinquanta euro dal portafogli. Metaforicamente intendo.
Perchè non ci avresti mai pensato ma quel ragazzo, bocciato tre volte all'esame di maturità. Una volta sarà stata sventura o scarso interesse, la seconda sarà stata un problema di commissione, la terza ti fa iniziare a dubitare della validità del soggetto.
Renzo Bossi è lo "schifo" che si adatta al vivere comune. Tu, persona normodotata che frequenta corsi universitari ad orari assurdi e che nel tempo libero vai a feste e festicciole ma come cameriere, ti interroghi se nella vita c'è un senso assoluto di ingiustizia che ci perseguita.
E la risposta che ti poni è "sì".
Lui: figlio di politico con idee secessioniste, con un qi che non sarà così elevato, con un vocabolario limitato e con, diciamocelo, un viso che propone una perenne espressione interrogativa.
Tu(ipotetico): figlio di dipendente a tempo indeterminato, con madre casalinga, vai a scuola dall'età di 6 anni fino ai 25. Chiudi con una specialistica. Ti ritrovi poi a dover fare una trafila incredibile per cercare lavoro. Lo trovi ma è precario. Vivi fino ai 35(se sei fortunato) con i tuoi. Poi vorresti farti una famiglia per conto tuo ma non puoi. Mentre lui è consigliere regionale. Consigliere regionale. L'ho scritto due volte così rimane meglio l'idea. A diecimila euro al mese.
Quelli che tu vedrai, se tutto va bene e sei fortunato, in dieci mesi. Se non lo sei in venti. Se non lo sei, ancora di più, mai.
E lo schifo, in questo caso, è vederlo vivere la sua esistenza da impiegato del popolo e conseguentemente truffare quel popolo che l'ha eletto(mortacci loro!). E la cosa più orrida è che molti di loro lo difenderanno ancora.
Il Fenomeno Nicole Minetti
E' un miscuglio tra i due prima riportati. Consigliere regionale anche lei, con basso livello intellettivo presunto (laureata, ma una cosa non esclude l'altra), in realtà forse è la migliore a livello intellettuale dei tre. Affarista. Sfrutta ogni situazione per portare nelle sue tasche successo e fama. Sfrutta ogni scandalo per far parlare di se per il suo abbigliamento, non per la sua minima moralità.
Passata alle cronache perchè sembra aver fatto sesso con un settantenne con molto denaro, e da quel settantenne aver ottenuto quasi tutto quello che possiede, riesce ancora oggi a camminare a testa alta mentre i paparazzi la inseguono.
Quando, per fermare lo schifo, basterebbe dimenticarla.
Ed è quello che voglio fare da oggi.
Tre semplici casi su milioni. In quest'Italia pregna di esseri simili.
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