mercoledì 21 novembre 2012
Ritmi
Ritornare a fare qualcosa che ti faceva star bene in passato è un punto d'inizio. Per la tua personale ripresa, che sia spirituale, fisica o mentale, ognuno lo decide per se. Basta solo ri-prendere. E che sia una sana abitudine, naturalmente.
Ritornare a fumare non rientra nella categoria di cui sopra. Ed anche a bucarsi, ad uscire con la propria ex, a rivedere chi ti stava sulle palle e così via. Quelle sono cose che non fanno bene. E questo spero che mi valga come "lavoro socialmente utile", così da poter ritornare a spacciare davanti alle scuole elementari (che alle medie ormai ci son certi ragazzi che sono più alti di me e non mi conviene rischiare).
Ritornare a correre è cosa buona e giusta. Quante volte in vita, da cinque anni a questa parte, ho smesso e ricominciato? Forse ne conto una decina. La vita, ma più che altro la pigrizia, i telefilm in compagnia, le sane sbirrazzate serali e le serate romantiche, fanno abbandonare la retta via. E da lunedì mi sono ripreso parte del mio passato e del mio futuro. Perchè quello sfizio lontano di una maratona in vita un giorno me lo toglierò.
Dimenticando con che cosa ho cenato stasera che sono strasicuro non sia stato mai inserito in qualunque "manuale del perfetto corridore".
Correre. E' semplice. Ce lo insegnano da piccoli e, anzi, ci rompono maledettamente su questo senso quando siamo bambini.
All'inizio ti incitano a farlo sempre più spesso poi appena si rendono conto che non ti fermi facilmente, e che non distingui tanto i pericoli, ti sgridano e ti obbligano a non farlo mai più. Ma a costo di prendere sonore legnate (educative), il bambino che è in noi e che siamo stati corre. E certe volte non vorrebbe mai fermarsi.
Poi si diventa coscienti e si capisce quando è importante quel gesto sano da ripetere due e più volte alla settimana. Che si sa, gli sport sono ottimi, sia chiaro. E' ovvio che non rinuncerei mai al sacro calcetto del mercoledì per una corsa in solitaria, ma le due cose possono e devono coesistere. Del tipo: rinunciare alla terza partita settimanale per una corsetta tonificatrice, questa è cosa buona e giusta.
Che poi la differenza tra gli sport, qualunque essi siano, e la corsa per cazzeggio è sostanzialmente una sola: il flusso di pensieri. Quando si riesce a trovare il ritmo giusto di andatura, che sia lento o veloce poco importa, il corpo va' da se, gli occhi continuano a vedere la strada, ma la mente va' e porta via con se tutto il meglio delle favole.
Come è accaduto nel rigo sopra, d'altronde.
Buio. Pomeriggio autunnale. Dagli alberi della villetta comunale la pioggia scende lieve sull'asfalto, il cielo è nero ma è lontano: non lo si vede bene data l'illuminazione scarsa, d'altronde da qualche parte bisogna risparmiare. Sai solo che un altro temporale è nell'aria e tu non lo temi. Perchè sei abituato ed ami la pioggia quando scende su di te e tocca il tuo k-way prima delicatamente e poi con decisione, fino ad inzupparlo tutto. E neppure il più violento acquazzone ti potrà far cambiare idea, questo lo sai, la volta successiva sarai di nuovo lì, di nuovo in pantaloncini, in manica lunga e calzettoni, a sfidare te stesso più che il tempo. Che quello sai che non lo sconfiggerai mai, ma puoi tenerlo a bada, ogni tanto.
E in mezzo a tutto questo programmi serate, settimane, progetti vacanze, sorprese, ti vengono le idee più belle che tu abbia mai avuto e mai una volta che possa registrarle o scriverle su qualcosa. Ti affezioni a chi corre nel senso opposto, ed inizi una sorta di gara di velocità con uno sconosciuto. Ci puoi anche conoscere l'anima gemella, che almeno una cosa in comune di sicuro c'è. E ti ci puoi pure far male, mentre corri. Che è un problema che può accadere sempre, ma quando succede mentre giochi, ti diverti, fai qualcosa che ti fa stare bene, agli altri sembra sempre che te la sei cercata, che è colpa tua, che se stavi a casa invece di uscire a "rischiare" era meglio.
Sono stato fortunato nella mia breve esistenza. In 25 anni ho avuto molti problemi con le caviglie, alcuni con le ginocchia, altri con la schiena e ho sopportato dolori e botte su ogni parte del corpo per colpa mia, e della difficoltà che ho di camminare in maniera normale. Ma sono stato fortunato.
Perchè in centinaia e centinaia di partite di calcetto, calcio, calciotto, o basket, o corse che siano a piedi o in bici, non è mai avuto un infortunio serio. E il mio pensiero va' a chi non leggerà mai queste cose, e che mi sta intorno in un modo o nell'altro, che in questi giorni condivide lo stesso dolore (il crociato, maledetto!) pur operando in due ambiti sportivi dannatamente differenti. Ma il dolore unisce, questo bisogna dirlo. Quante volte si finisce per parlare di tutti i più orrendi problemi che si è avuti, e quando trovi chi ha almeno qualcosa in comune con te, ti senti un po' a "Casa". Come se ci fosse quasi un motivo del perchè tu ti sia fatto male, magari solo per farti due risate con quella persona.
Dal Giugno 2010 ad oggi ho saltato una sola partita settimanale di calcetto, e nemmeno perchè ero infortunato, ma solo perchè ero in ritorno da Rimini e difficilmente avrei potuto raggiungere il campo in tempo senza avere a portata di mano un jet supersonico. Sono più di due anni. E mi sento veramente fortunato. Forse è la vicinanza di Lei che mi porta a stare bene o è l'istinto di conservazione che mi impedisce di spaccarmi in due quando gioco, o corro.
In tutto ciò lunedì sono ritornato ad assaggiare la pioggia, la corsa, il duro asfalto con anche una bella maglietta adatta alla corsa d'inverno e mi ritrovo oggi, mercoledì, che ancora ho dolori alle gambe per colpa dell'inattività durata più di due mesi. Ma ne è valsa la pena. E venerdì, se tutto va bene, si ripete! Magari in compagnia
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