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“Non ci potevo credere. Cioè ho sempre pensato di essermi abbronzato troppo da piccolo, per questo ero nero. Invece…è nelle mie origini. Cioè…io sono sudafricano. Ma non è possibile. Magari Nordafricano. Ci sarà sicuramente un errore!”
La soluzione quindi all’annoso problema della sua presenza in questo Paese è presto trovata: Arturo scapperà via all’estero, ma rimanendo dentro di se’ un ottimo leghista: “Ho provato anche a lavarmi per protesta contro me stesso, come mi aveva insegnato Borghezio”. E alla considerazione di un giornalista che gli spiega che i figli degli immigrati nati in Italia sono italiani, Arturo risponde: “Impossibile. E’ un controsenso. Il nostro segretario Maroni ha detto che non è vero, non è ammissibile. E’ come dire che chi nasce in Francia è francese! Ma dai!.”
E così sale su di un treno, senza biglietto, obbligato a strattoni da se’ stesso. Mentre il convoglio riprende il suo viaggio un urlo si sente riecheggiare: “Roma ladrona!”.
(Ps: questa rubrica è uno spinoff non autorizzato di Lercio, il giornale dai mille scoop e fatti di cronaca che per colpa di Grillo, e del suo boom alle elezioni, fra poco chiuderà perchè non fa parte con le linee del Movimento. L'articolo non è passato ma mi sembrava brutto rimanerlo nel dimenticatoio.)
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