domenica 28 novembre 2010
Filosofia spiccia d'ora tarda
La vita ti frega sempre quando meno te l'aspetti. E lì capisci che i rancori non servono a niente, non sono merce scambiabile, non sono realmente importanti. Chiunque può sbagliare, anche te stesso. Tutti gli insulti dati e ricevuto non fanno testo, alla fin fine. E proprio lì cambi. E cresci, soprattutto. Ti evolvi. Ripensi al passato e agli errori commessi, cerchi di convincerti che quello non eri tu, che era solo un idiota che ti assomigliava, ma sbagli. Perchè tu sbagli, sempre e comunque. Qualunque cosa fai. Sei uomo, ragazzo mio. Sei progettato per sbagliare. Ti svegli al mattino e sai che sbaglierai qualcosa. Che sia il caffè che farai fuoriuscire dalla macchinetta, che sia un parcheggio con due ruote in mezzo alla strada, che sia un semaforo preso col rosso volante. Che sia una pratica a lavoro, che sia un congiuntivo in una frase, che sia un discorso importante, che sia un piatto semplice da cucinare, che sia anche solamente trattenere il respiro mentre si beve. Anche lì sbaglierai, e tossirai. E lì capirai che non puoi pensare al passato credendo che il futuro ti darà la perfezione, perchè il giorno della perfezione non esiste. Non esiste l'uomo perfetto, non esiste la donna perfetta, non esiste il mondo perfetto, non esiste nemmeno forse la parola "perfetto". Perchè nessuno lo sarà mai, e diffida sempre da chi ti fa credere di esserlo, perchè mente. Ognuno di noi è solo su questa terra. Solo, lasciato solo a marcire pian piano fino alla naturale conclusione. E molte volte anche prima. Forse a questo serve l'amore? A far finta di avere qualcuno che ci capisce, che ci comprende, che ci sopporta e ci fa stare bene? Una sorta di assicurazione sulla solitudine che vogliamo stipulare da giovani, quando siamo forti e belli, perchè così chi ci ha vicino riesca di più a sopportare la vista di un essere debole e vecchio, perchè c'ha visto in gioventù. L'amore. Sempre quella parola. Sono minimo quattromila anni che si parla sempre dello stesso tema. Se serve o meno, o se è per sempre o meno, o se ha bisogno di un rito o di carte per essere veramente riconosciuto. O se magari l'amore è fuggevole come ogni altra santissima cosa. Magari come un paio di scarpe. Che metti sempre, ogni santo giorno, e le rimetti con il sole, con la pioggia, con la neve e il freddo e con il sole. Che ti piace indossarle, ma poi viene il giorno che hai bisogno di altre scarpe, che ti facciano provare la stessa sensazione che provavi con le tue, all'inizio. E da lì ricominciare, di nuovo, daccapo, più e più volte. Chi ci crede all'amore eterno? I religiosi? I romantici? I poeti? O, alla fin fine, veramente nessuno? Chi ci vuole credere ad un sentimento che non si conclude mai, che non si trasformi in odio o indifferenza, o, nei casi fortunati, in semplice affetto. Chi ci dà la sicurezza che la passione regga la vecchiaia, la difficoltà della vita, i piaceri della carne, la volubilità delle persone? Nessuno. Sì, nessuno. Perchè, checchè se ne dica, nessuno può prevedere il futuro. Nessuno può sapere se qualcosa che è iniziato bene si concluderà nello stesso modo o nell'esatto opposto e siamo sempre nelle mani di qualcuno più in alto di noi, secondo alcuni. Per altri siamo nelle mani di noi stessi, per altri ancora siamo nelle mani di un colpo di culo. Un giorno o l'altro a tutti ci arriva quel colpo di culo. Io penso di aver già dato. Non solo per l'indubbia felicità che una persona mi dà ogniqualvolta che la vedo, ma per un piccolo pezzo di vita vissuta da ragazzino. Una discesa con lo slittino, una caduta pericolosa faccia sulla neve, la consapevolezza di aver evitato per soli dieci centimetri una pietra immensa. E' culo? E' destino? E' Dio? Chi si deve ringraziare in queste occasioni? Chi? O cosa? Perchè sono qui, ancora, e certa gente è già andata da un'altra parte, se quella parte c'è? Per quale motivo? Non c'è un motivo. Non c'è una risposta. Siamo sempre in ricerca delle risposte, sempre, sempre sempre. E più non ne sentiamo e più facciamo domande. Chi siamo? Dove andiamo? Da dove veniamo? Domande stupide, inutili quasi, senza senso. L'unica vera domanda di questi tempi è "come faccio?". Come faccio a pagare l'università dei miei figli? Come faccio ad avere un lavoro decente? Come faccio a dire a mia madre che sono gay? Come faccio ad andare avanti pensando che chi ci governa è un completo idiota? Come faccio a pensare di stare bene se ogni volta che guardo il cielo sento un vuoto dentro che mi uccide, e mi ricorda cose che non vorrei ricordare? Come faccio ad andare avanti senza lui? Come faccio a vivere se non ho niente? E così via. Domande che non hanno una risposta precisa, ma solo consigli. Timidi consigli dati dai nostri amici, quelli che scegliamo come accompagnamento per un'avventura. Sì, sono fugaci anche loro. Speriamo siano per sempre ma se ne vanno, ci abbandonano o li abbandoniamo noi per futili motivi. Una parola detta male, un consiglio sbagliato di proposito, una giornata in cui avevamo troppo da fare per dedicargli due secondi. Un giro di pista. Questo è quanto ci facciamo con gli amici. Questo giro può durare un mese, due anni o anche trent'anni. Ma è un tempo limitato. Il secondo è roba da pochi eletti. Non ci vorrà molto che il tuo migliore amico decida di trombarsi la tua ragazza o tua moglie, tra vent'anni. E senza un perchè. Perchè è così, succederà o sarai proprio tu a farlo. E puoi cercare di fare in modo che questo non accada, certo che puoi farlo, e sono con te mentre cerchi di far andare bene un rapporto umano. Tra due esseri che insieme ci vogliono stare solo finchè ci si diverte entrambi. Solo finchè ci si guadagna in due. Non in soldi, ma in vita. Perchè è ovvio che un amico che non ti riesce più neanche a far ridere, o a far passare due minuti senza pensare ai tuoi problemi, è un amico che ormai è andato. E non ci fai niente. Lo rivedrai in futuro, e penserai che la compagnia attuale è infinitivamente migliore. E poi capirai che è la stessa cosa che hai pensato in passato, e che penserai in futuro. Ma speri che tutto andrà bene. Perchè il futuro, sì, il futuro è sempre roseo, sempre bello, sempre come lo vuoi tu. Siamo uomini, cazzo, siamo destinati a sbagliare, siamo destinati a rompere amori, amicizie, vite, lavoro, relazioni sociali solo per avidità, gelosia, cattiveria e quant'altro ma abbiamo qualcosa che nessuno mai ci toglierà: la speranza. E quella sicurezza che il futuro che ci si immagina, sia sempre il migliore per noi. Perchè nel futuro immaginato niente andrà male, tutti ci vorranno bene, e il mondo sarà un luogo perfetto. Ti viene quasi voglia di andarci ad abitare adesso, nel futuro. Ma non arriva mai, senza che lo aspetti. Vivi il presente, ricorda chi eri in passato, immagina il futuro. Goditi l'amore, ogni secondo. Cementa le amicizie, cammina piano in quel giro di pista. Abbi cura di te stesso ovvero vogliti bene(è italiano, lo giuro). Così tanto da sostenerti qualunque cosa faccia. Anche quando sbagli. Perchè sbaglierai, eccome se sbaglierai. Sei umano. Sei uguale a me. Sei diverso. Sei unico. Sei solo su questo mondo imperfetto. E ti auguro buona fortuna.
(Questo succede quando mi si mette davanti una tastiera all'una di notte o su di lì. Non so quando ho iniziato ma ho terminato all'ora vedete trascritta. Se non ci capite niente, non fa niente. Non sono qui ad elargire saggezza, io sono qui perchè sento di voler dare qualcosa a questo mondo ma si chiama divertimento. Che consiste in tutto ciò che fa divertire. Se vi divertite con gli interventi pseudo-filosofici, allora questo fa per voi. Buona notte. A me intendo.)
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1 commento:
Il mio filosofo!Allora ci sono cose che mi hanno fatto pensare un po' ma di una cosa sono sicura, io la perfezione l'ho vista, la vedo e so che c'è il problema è la prospettiva con cui si guarda il mondo :P questo naturalmente sempre secondo il mio pensiero che se vuoi può essere sbagliato! ahahahah! ma è molto meglio se non ne parlo anche perchè non si spiega facilmente con parole ed è meglio che il mio libro di folli filosofie lo tengo chiuso a chiave nella mia mente.Comunque bel post è bello entrare nei pensieri di chi sa scrivere e spiegarsi.
baci baci.
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