sabato 30 giugno 2012
Ipotesi provate
Metti una sera a cena, o meglio: ad orario di cena per i comuni mortali dato che io normalmente ceno alle 2 di notte, un gruppo di amici riuniti attorno ad un tavolo che fissano una scatola sottile(perchè ora le fanno così) che proietta dei tizi in calzoncini su un campo verde.
Metti che quella sera, tua madre, prepara porzioni di frittelle d'alghe e panzerotti(si chiamano così in tutta Italia o solo da me?) per un reggimento di soldati di ritorno dall'ennesima missione di pace e di lancio fiori dalla durata di un mese.
Metti che ci siano patatine e arachidi salate e coca cole e fante e birre e bottiglie d'acqua per gli astemi e per chi ci tiene alla linea, ben pochi in quelle sere.
Metti che poi ti metti sulle gambe la maglia di Buffon, originale, del Mondiale 2010, quello orrendo che ancora non ti è andato giù, ancora ci soffri un po'. Ancora ti chiedi perchè ci abbiamo partecipato.
Metti che il tricolore a mò di sciarpetta ti piace un casino indossarlo anche se ti porta calore quanto una maglia di lana ad Agosto a 46 gradi all'ombra. Ma tu sei al sole.
Metti che, dopo quindici minuti, senti che l'entusiasmo sta un po' svanendo perchè quelli con i calzoncini azzurri, che tifi tu, non sembrano tanto in forma e stanno lievemente soffrendo. Per fortuna le risate che ti fai con gli amici sembrano stemperare la tensione.
Metti che poi un barese, dal vocabolario limitato e poco conoscitore di sinonimi, metta una palla al centro.
Metti che un ragazzo di colore, italiano solo da tre anni per una legge insulsa, la spinge dentro con decisione. Metti che tutti insieme si aspettino quei tre-quattro secondi di sicurezza per saltare all'unisono. Ma niente, non è fuorigioco. E' gol. E' dentro. Siamo avanti. Ancora. Sempre noi.
Metti che dopo qualche minuto quello stesso ragazzo, aiutato da un lancio maestoso di un ragazzo sempre deperito e pure mezzo tedesco, scarichi tutta la frustazione del "è forte ma non si applica" la metta lì, di potenza, in rete. Di nuovo.
Metti che un faro di centrocampo si diverta a passeggiare per il campo regalando palloni giocabili.
Metti che un tizio con guantoni decida di togliere palloni con estrema facilità da dentro la rete.
Metti che un centrocampista si trasformi in un difensore di prima categoria all'occorrenza.
Metti che un altro si faccia più di venti chilometri a partita, aiutando tutti e finendo stremato.
Metti che gli ultimi cinque minuti soffri tantissimo perchè non può finire male, non lo meritavi, non lo meritavano.
Metti che poi vai a lavoro, vedi la gente fare casino e festeggiare giusto dinanzi alla gelateria indove presti servizio. Metti che dentro di te vorresti urlare con loro e sbatterti come un pazzo per il solo gusto di esultare, di sentirti unito, di festeggiare.
Metti che domani sera alle 20 e 45 sarai di nuovo lì, con la stessa televisione, con le stesse amabili schifezze da mangiare e da bere. Con gli stessi amici a ridere e soffrire e gioire assieme. Metti che domani potesse sinceramente cambiare qualcosa. A livello generale. A livello personale. A livello nazionale.
E se pure non cambiasse niente, è stato così bello vivere quelle emozioni insieme.
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