martedì 19 giugno 2012
Segni del destino
Sono cose che accadono in combo senza manco chiederti perchè accadono. E ti rendono felice o perlomeno contento, se non raggiante. Che è sempre meglio di essere triste, insoddisfatto e depresso, o no?
Partiamo dal principio: Sabato sera, a lavoro, poco dopo essere rientrato da due ore d'autostrada con caldo soffocante, mi si rompe il poggianaso(si chiama così?) degli occhiali. Non è la prima volta che accade, ma poteva capitare in un giorno migliore no? Quindi mi passo tutto il fine settimana, che è il periodo di maggior lavoro nel luogo in cui dono la mia opera da piccolo aiutante (ma non di Babbo Natale, battuta pessima, queste passa il convento), con gli occhiali mezzi rotti (aggiungiamoci anche l'asticella di destra che è in condizioni precarie da mesi), e con l'idea di comprarmene direttamente un paio nuovo lunedì ovvero ieri.
Mi reco al centro commerciale che ha un ottica al suo interno e ne approfitto pure per fare una spesa di patatine ed altra roba da partita, dato che i giovinotti miei amici passeranno la serata alla mia dimora per Italia-Irlanda. Nella mia mente c'è un sola idea, più che altro: sperare nel ritorno della Samichlaus. Speranza vana, se manco l'ho trovata all'Auchan, ormai non è possibile trovarla in nessun luogo.
Mi reco dall'ottico che mi chiede di ritornare alle 17. Quindi abbiamo quaranta minuti di tempo per fare una spesa di schifezzerie degna di questo nome. Scendiamo e ci infiliamo subito nel reparto birre. Era da giorni che associavo l'idea: "Se c'è la Samichlaus, l'Italia distrugge l'Irlanda e la Spagna vince". Ne ero sicuro. Ma la birra non c'è.
Anzi.
La birra sembra quasi sparita dalla circolazione. A parte il solito reparto di birre nostrane, che salto a piè pari, è scomparso anche lo scaffale con le birre in lattina, giusto oggi che un paio di Crest me le sarei prese. Arrabbiato e deluso inizio a tormentarmi all'idea di una sconfitta sicura contro il Trap.
Poi il lampo di genio: fammi controllare nel reparto promozione, magari c'è qualcosa che mi potrebbe interessare.
Trovo le Crest, erano ammonticchiate in abbondanza ad un prezzo d'occasione. Vedo le Paulaner a 1 euro(e si devono comprare in questi casi) e un passo più in là...lei...la mia amata...
Salto di gioia che manco al gol di Balotelli la sera.
La mia pulzella osservava questo tizio che considera il suo ragazzo festeggiare per una birra. E non riusciva a credere se fosse un incubo o stesse accadendo realmente.
La Samichlaus è lì. Ed è pure in promozione. Ben trenta centesimi in meno. Che su un prezzo di 2 e 50 si fanno sentire. Raccatto sette bottiglie, e ne lascio altre 11 sullo scaffale. Una la faccio comprare ad un paio di ragazzi che stavano da quelle parti mentre festeggiavo e ne decantavo il sapore, la gioia e la vittoria ormai strasicura dell'Italia alla sera.
Loro avevano paura del "biscotto". Io ero stra-certo che non ci sarebbe stato. Il tempo e i fatti poi mi hanno dato ragione. L'Italia ha vinto. Quella ultima Samichalus che tenevo a casa per l'eventuale passaggio del turno ieri sera è stata aperta, all'una e mezza, mentre cenavo amabilmente dopo essere andato a lavoro alla fine del match.
E quei due bicchieri sapevano di felicità.
Perchè ci vuole poco, ben poco, ad essere felici in un'Italia che è disastrata in ogni parte la vedi. Ma il popolo, la gente, le persone, anche il sottoscritto, devono avere qualcosa per cui festeggiare, qualcosa per cui sentirsi vicini, sentirsi uniti. Se non è la Nazionale di calcio sarà un tiratore alle Olimpiadi, o una Nazionale di Pallamano, o una macchina italiana con un guidatore spagnolo, o qualsiasi altra cosa. Tipo una birra. Austriaca magari. Di 14 gradi. Che ti fa addormentare più sereno e sicuro che la giornata successiva sarà ottima. O perlomeno decente da vivere.
Anche con tutto questo caldo, che odio a prescindere.
L'Italia passa ai quarti. Ho un'altra birra in frigo, spero di berla domenica sera. Anche più tardi. Ma lo spero ardentemente. Se arriviamo alle semifinali possiamo esserne felici, abbiamo fatto ciò che dovevamo. E spero vivamente di acchiappare la Francia.
L'Italia vince. E dimentico i centocinquanta euri di occhiali nuovi che domani andrò a ritirare. Li dimentico. Ricordo solo le cose belle: un gol di testa, un gol in rovesciata, le risate davanti alla televisione, l'entusiasmo dei miei amici, le frittelle d'alghe di mia madre, il sacrificio della mia pulzella, un tricolore sventolato troppe poche volte in un anno.
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