lunedì 2 luglio 2012
Tre su quattro
I numeri, il caso, le coincidenze, le scaramanzie, i riti propiziatori, il gruppo. Sembra che vada tutto bene e poi accade quello che non ti saresti mai aspettato. Fa male. Fa malissimo. Brucia in modo assurdo.
Perdere senza attenuanti perchè la squadra è persa, svogliata, stanca, distrutta, e sono loro quelli che hanno fatto i rigori in semifinale, non noi. Siamo diventati noi la Germania e l'Inghilterra viste contro l'Italia. Siamo diventati noi l'Irlanda vista contro la Spagna. Siamo diventati noi carne da macello. E fa male perchè, prima di questa partita, non lo meritavamo affatto.
E vengono buttati all'aria tutti i segni che vedevo in giro, durante questo mese. La casualità che proprio il 1° Luglio, giorno di finale, si festeggiassero i 3 anni e mezzo assieme con la mia ragazza. La casualità che prima dell'Irlanda trovo le birre che bravamo da mesi, la casualità che lo stesso rito l'abbia voluto fare ieri, offrendo le stesse birre ai miei amici, e trovandone solo...quattro. Che a pensarci dopo non è stato un segnale di così buon auspicio.
Cosa rimane dopo questo mese di esultanze varie e di tristezza finale?
Rimane una squadra che si è battuta contro tutto e tutti quelli che pensavano non superasse nemmeno il girone iniziale.
Rimane un campione di centrocampo che non vincerà il pallone d'oro, ma vincerà ancora e spero anche con la nazionale.
Rimane un allenatore che ha fatto cambiare idea al mondo sul gioco italiano. E che, pure lui, era stanco all'ultima partita.
Rimane Thiago Motta. In Ucraina.
Rimane un grande ringraziamento per averci permesso di sognare. Anche se essere svegliati così fa un male che a guarirlo, passeranno anni.
Rimane un gruppo dal quale ripartire.
Rimangono le risate fatte guardando le partite alla televisione. E i chili accumulati con patatine, frittelle, arachidi tostate, birre e quant'altro.
Rimane quella bottiglia di spumante acquistata e non bevuta. Rimane lì. Chissà quando sarà aperta.
Rimane la delusione di non aver sventolato mai una volta, seriamente, il tricolore. In piazza, urlando, tutti insieme.
Rimane la triste maledizione delle finali che ho visto in vita. Sia per la Juve che per l'Italia. Rimane il fatto che nel 94, nel 2000 e nel 2006 ho sempre pianto. Nel bene e nel male. Quest'anno no. E ancora non so perchè.
E faccio pure tanti auguri.
Ai leghisti che esultavano per la vittoria Spagnola. Che poi loro dovrebbero essere celtici, e a quello che so il loro amici Irlandesi ne hanno prese tre su tre di batoste. Ed una pure dall'Italia.
Ai borbonici. Sì, esistono ancora pure loro. Ai nobili seguaci del Regno delle Due Sicilie che si esaltano per la vittoria della loro Spagna. Perchè quando c'era loro si stava meglio. Perchè si stava sempre meglio prima, guarda caso. Sempre.
Agli idioti del Circo Massimo. Che pure loro sono italiani. Ma sono pur sempre idioti.
Ai detrattori della nazionale che la sbeffeggiavano contro la Croazia e alle consecutive tre partite stavano zitti. Ora sono diventati i grandi conoscitori di calcio e si sentono dei reucci. L'importante è che si divertano con così poco.
Agli italiani spagnoli. Perchè, per me, la nazionale viene prima di tutto. Anche della Juve. Ma posso capire che molti non riescono a pensarla così.
Ai tedeschi che esultano. Ma tanto contro di noi non vinceranno mai.
Alla Spagna. Che se l'è meritato questo Europeo. Che finirà di vincere, e lo dico ora, quando inizieremo a vincere noi.
Sono triste. Ma triste tanto.
Etichette:
italia,
Luttazzi4ever,
ottimista
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
I borbonici sono i leghisti del sud. Che pena.
La nazionale di ieri. Che pena.
Ergo, leghisti e borbonici disprezzano chi è come loro. Un evidente sintomo di scarsissima autostima e di una sindrome di Peter Pan in fase acuta.
Che pena.
- un Max pissicologo
Posta un commento