Questa mia incapacità di usare un lessico così forbito, con le parole giuste sempre e inopinatamente al momento giusto. Inopinatamente, questo sì che è un termine forbito. Che non so scrivere…questo mi sembra inopinabile. Che non so nemmeno suonare tanto bene…anche questo è inopinabile. Che sono un disastro nelle relazioni sociali, e io il dire “sì, questa persona la conosco” ma poi sparlarne appena se ne va non l’ho mai capito tanto bene. Ma è inopinabile, e lo è davvero, che sono io a non aver capito nulla di come funziona il mondo.
Questo mio conoscere gente insulsa, o forse considerarla troppo insulsa per me, che quasi mi vergogno…non capisco se il problema sono io o sono loro…ma forse sono più io che loro…parliamoci chiaro: loro fanno (fanno…questo sì che non è un termine forbito) la loro squallida vita senza pensieri, senza preoccupazioni, non gliene frega un cazzo della loro stupidità e vivono bene nella loro ignoranza e insulsaggine. Vacua. Sì, vacua è un termine che rende bene l’idea, ed è anche abbastanza forbito. E io? Io sto sempre a lambiccarmi (lambiccarmi…bello, diciamo che con questo mi sono ripreso dal “fatto” di prima) su mille pensieri, su mille problemi che in realtà non dovrebbero neanche interessarmi.
Poi c’è Paola, straordinario ago della bilancia di una vita che pende sempre troppo dal lato sbagliato…e torno un po’ a sorridere, perché c’è Paola, e va tutto bene.
Ma Paola non tornerà prima di domani (Paola, dove sei?), e io mi ritrovo davanti ad un monitor a buttare frasi senza senso pensando che, nel migliore dei casi, posterò tutto sul bloggo (collega permettendo), dove tutti potranno leggerle e farsi quattro risate alla faccia del diggy… ma sì, ma sì, ridete pure…ad alcuni di voi voglio troppo bene per impedirlo, e ad altri voglio troppo male che non vale neanche la pena starci a perdere tempo (leggi su: la mia instancabile incapacità di stabilire rapporti sociali). La verità? E' che so benissimo che a nessuno gliene fregherà nulla di questo mio intervento e, anzi, saranno tutti annoiati a morte...ovvio, è colpa mia e del mio essere asociale ad libitum... (asociale ad libitum...-bellissimo "asociale ad libitum"-)
Non lo so, è che stasera sono particolarmente nervoso. Domenica c’è il saggio di musica e io, oltre che sperare di non sbagliare l’assolo di “I want it all” dei miei adoratissimi Queen (checchè - bellissimo "checchè" - ne dica la mia colorista preferita :P ), devo anche suonare tre pezzi di chitarra, uno con la batteria, uno con il basso e accompagnare una decina di bambini nei loro brani per chitarra semplificati. La cosa bella di tutto ciò è che, ora come ora, non sono in grado neanche di fare la metà delle cose che dovrei fare (e che Brian May mi perdoni). Poi c’è questo mio essere alla ricerca di un’identità, senza trovarla mai…e anche questo mi rende nervoso. Poi ci sono un mucchio di altre cose che ora non mi vengono in mente, ma che se avessi tempo vi scriverei; peccato che tra qualche minuto debba uscire per una partitella di biliardino. Ah, sì, sono nervoso anche per questo.
(Paola, dove sei?)
2 commenti:
uhm....e io in quale delle categorie sto? troppo bene o troppo male?? Ragazzo tu stai male! Quindi sei normale! Questo è il bello di te...oh mio dio...ho detto che c'è qualcosa di bello in te...vado a confessarmi..
bè, effettivamente prima di scrivere stavo davvero male...adesso però sono guarito! :P
Dovresti usarla anche tu, la scrittura...funziona! Anche se, mi rendo conto, nel tuo caso non basterebbe scrivere nemmeno la Divina Commedia per cinque volte di seguito, per farti stare bene!! :P
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