sabato 30 ottobre 2010

Chiara come l'acqua



L'uomo vuole solo divertirsi, mettetevelo bene in testa. Anche la donna, sia chiaro. E' tutto un modo, l'amore, per cercare sollazzo gratuito. Perchè in questa società merceologica in cui viviamo tutto ha un prezzo. Anche il sesso, ed è quello che ricerchiamo sempre, ma gratis. Le pubblicità di telefonini con discinte starlette televisive, i calendari, i varietà televisivi con giovani pulzelle che mostrano la merce, servono solo a questo: al sesso gratuito. Sono palliativi, per gli uomini e anche per le donne. Vedere per vendere. Vedere per comprare. Comprare per pensare di avere. Il sesso è l'unico pensiero costante del nostro corpo, e non solo maschile. Altro che l'amore. Non è che uno un mattino si sveglia e pensa: "Oggi troverò la donna della mia vita, ci piaceremo e tra un mesetto o due andremo a letto e faremo l'amore". No. La mattina si pensa: "Speriamo che oggi si tromba". Questo è il nostro mondo, questi sono i nostri desideri e per questo, amici miei, vi esorto a comprare il mio libro intitolato "Cosa vogliamo veramente". In copertina c'è la foto di Jessica Sartoretti, la più grande star vivente di questi ultimi tempi. Con alcune sue foto piccanti, anche durante il libro. Comprate e non ve ne pentir..."

Chiara spense la televisione domandandosi il perchè l'avesse accesa. Non c'è niente in quella scatola che le sia mai interessato veramente. Ne ora, ne in passato e forse neanche in futuro. Guardò la sveglia posta sul comodino. Segnava le 23 e 04, il pensiero volò a qualcosa che era meglio dimenticare. Chiuse gli occhi, forse per eliminare quel momento o riviverlo di nuovo. Quando era felice. Ogniqualvolta ripensava al suo volto lei sorrideva. Anche quando stava piangendo. C'era qualcosa in quel viso che la faceva sempre ridere. Uno sguardo, una smorfia strana, qualsiasi cosa. Riusciva a tirare fuori il meglio di lei in pochi attimi. E intanto non c'è, non c'è più quel tempo, non c'è più quel sentimento, non c'è più neanche la voglia di andare avanti. Si tuffò sul letto, a pancia in giù, le lacrime scendevano come piccoli ruscelli di montagna, si addormentò stremata.

(Due anni prima)

A molti la pioggia da fastidio, o perlomeno tristezza. Svegliarsi al mattino e vedere che il sole è da un'altra parte fa iniziare male la giornata. Per Chiara no. Chiara ama l'acqua che scende dal cielo. La adora. Tifa per le giornate piovose, esulta quando arriva l'inverno, piange a Giugno, aspetta l'autunno d'estate. E' strana, Chiara. Così le dicono tutti quelli che amano il sole e il caldo. Dicono che non sa divertirsi, perchè quando fuori piove si rimane in casa. Indi non ci si diverte. "Non capite", risponde sempre lei e se ne frega. Indi esce, pure sotto la pioggia, col suo ombrello azzurro, che ha da dieci anni, da quando era ancora ragazzina. Suo padre glielo donò prima di andarsene e lei ne fu entusiasta. Era un normale ombrello, sia chiaro, ma per lei rappresentava una parte immensa della sua eredità, ed era il suo più grande ricordo del papà. Ancora oggi si ricorda di quando, all'uscita da scuola, a nove anni, si ritrovò sotto la pioggia, da sola, tutta bagnata. Il padre arrivò con solo cinque minuti di ritardo, di corsa, dispiaciuto, lei non se ne curò perchè aveva iniziato a ballare. Sotto la pioggia. Abbandonando la cartella in un angolo, nel cortile davanti scuola. Il padre arrivò, la vide, e non potè fare a meno di rimandere bloccato, immobile, sorpreso nel guardarla. La sua grazia, la sua bellezza, erano qualcosa che andavano molto più in là del semplice orgoglio di padre. Era bravissima. Era meravigliosa. Era completamente spugna d'acqua. Ma sembrava non rendersene conto. Lei e la pioggia erano una sola cosa. Quando Chiara lo vide, iniziò a ridere di gusto. Vide quell'uomo enorme, così se lo ricordava, che piangeva con l'ombrello azzurro a ricoprirgli la pelata, e corse ad abbracciarlo. Quell'episodio ebbe molti strascichi: un corso di danza, terminato con la rottura dei legamenti un mese prima del debutto da professionista, un legame ancora più forte col suo genitore, e una febbre a 39 che l'accompagnò per una settimana.

Ancora oggi, Chiara, cammina sotto la pioggia senza ombrello, quando è lieve lieve. Ha imparato la lezione, ma adora sentirla su di se, in certi giorni. Oggi è uno di quelli. Da stamattina ha visto, sì e no, tre persone in mezzo alla strada camminare a piedi. Gli altri son tutti guidatori stanchi, dato che il traffico peggiora nei giorni di pioggia. Lei però adora camminare, non ha ancora preso la patente, pur essendo una venticinquenne, afferma che non guiderà mai, finchè esisteranno i mezzi pubblici e le sue gambe la manterranno. Oggi ha un colloquio. Il posto non è lontano, un quarto d'ora di evita-pozzanghere e il gioco è fatto. Arriva alla sede, con ottimo anticipo. Suona il citofono, la voce della segretaria è paziente e gentile. Sale i tre piani che la separano dall'ufficio piano piano, per non arrivare col respiro affannato. Bussa, ottiene risposta ed entra. Nell'anticamera c'è solo la scrivania della segretaria e qualche sedia vicino al muro.

"Buongiorno"
"Buongiorno a lei, è qui per il colloquio?"
"Sì, sono in ritardo?"
"Certo che no, anzi è stata la prima a presentarsi. Il cognome è?"
"Giacomelli. Giacomelli Chiara."
"Certo. Prego, entri. Il direttore la sta aspettando."

Apre la porta, osserva la stanza. C'è un po' troppo odore di chiuso per i suoi gusti, la parete è stata appena ritinteggiata e la puzza di vernice crea un miscuglio difficile da sopportare. Stringe i denti e va avanti, senza badarci troppo. Allunga la mano al direttore, uomo sulla quarantina, molto affascinante, sorriso intrigante, peccato che già occupato, una fede enorme spunta dalla sua mano destra. Rompe lui il ghiaccio.

"Buongiorno signorina Giacomelli. Si accomodi."
"Buongiorno a lei, mi ha riconosciuto dalla foto sul curriculum?"
"Una foto che non rappresenta perfettamente la grazia che emana, direi. Comunque sì." - Chiara arrossisce.
"La ringrazio."
"Non mi dica che si intimidisce per un complimento. Chissà quanti ne riceve al giorno!"
"Non così tanti come sembra, comunque tutto bene. Andiamo avanti." - Sorride.
"Allora, signorina, qui cerchiamo una ragazza spigliata, decisa, concreta e che sa cosa vuole. La nostra azienda, che come ha capito non opera in questo studio, ha bisogno di risorse umane ottime. E lei potrebbe far parte di questa grande famiglia. Dal suo curriculum noto che ha ottime credenziali. Le potrei chiedere del perchè ha abbandonato il suo precedente lavoro?"
"Sono motivi personali, mi dispiace". - si incupisce.
"Non intendevo farla intristire, la prego, mi perdoni."
"Perdonato, non si preoccupi" - sorride, di nuovo.
"Ora, lei è brava. Io ho un gruppo di ragazze valide dove devo scegliere chi mi affiancherà in questo lavoro, perchè lei sa che lavorerà a stretto contatto con il sottoscritto. Indi, signorina, lei deve capire che questo lavoro ha bisogno di unione, cooperazione e tanta affinità."
"Certo, è chiaro."
"Indi, le chiedo gentilmente, se può denudarsi e avere un rapporto con il sottoscritto. Ora. Su questo tavolo". - Chiara è sorpresa, sconvolta. Rimane a bocca aperta.
"Sta scherzando, giusto?" - chiede, spaventata.
"Certo che no. Le parlerò chiaro, signorina Giacomelli. Io devo scegliere tra dieci ragazze. Tutte abbastanza attraenti e con esperienze simili. Devo trovare chi sia in grado di darmi ciò che voglio. E se lei non rientra tra queste, è meglio che se ne vada." - Chiara, si alza, si inizia a sfilare il copriabito.
"Sapevo che ci saremmo messi d'accordo, e poi lei è la prima. Indi non avrò bisogno di altri colloqui." - si avvicina per baciarla. Ottiene uno schiaffo violento che lo fa cadere sulla scrivania. Senza scomporsi, rimette a posto tutti gli oggetti e si risiede sulla propria poltrona. Biascica un "le faremo sapere" e inizia a scrivere chissà cosa su un foglio di carta. Chiara esce sbattendo la porta. Non ricordandosi di prendere il suo amato ombrello, saluta la segretaria che la fa uno sguardo da "io so" e ritorna al computer. Chissà se anche lei pratica "cooperazione" col suo capo. Non vuole pensarci. Scende in strada, osserva l'inizio del diluvio e si danna per la perdita del suo ombrello. Non vuole ritornare sopra, indi prende un cartone abbandonato dall'edicola lì di fianco e si avvia verso casa. L'intensità della pioggia aumenta.

I tacchi son difficili da gestire quando l'asfalto è bagnato, ma Chiara è abituata. L'infortunio gli avrà compromesso l'attività artistica ma le sue gambe, e la sua tenacia, riescono a tenere in queste piccole cose. Gira in una viuzza semi abbandonata. Osserva un uomo reggersi a fatica, che sembra cadere a terra e poi inizia a trascinarsi con fatica. Lo vede sedersi sotto un portone, la pioggia sembra aumentare ancora di più, decide di fargli compagnia e vedere se ha bisogno di aiuto. Lo raggiunge, lo osserva e gli parla.

"Ed io che pensavo di essere l'unica sfigata oggi. Sarebbe così gentile da farmi compagnia finchè qualcuno, la sopra, non chiude il rubinetto?"

Lui non parla, smuove solo la testa. Chiara si siede, incrocia le gambe e inizia a parlare.

2 - Continua

giovedì 28 ottobre 2010

Libero come l'aria



"E poi dicono che l'amore è la migliore delle cose. Sì, perchè l'innamoramento è magia, è qualcosa di meraviglioso, è essenza pura della bellezza della vita, sì, perchè l'amore è tutto. Sbagliano. L'amore non è niente, è un'altra favola inventata dall'uomo per giustificare un sentimento o solo una voglia di sesso. Una sana e forte voglia di sesso. Perchè dentro di noi siamo animali e ci piace godere appieno in quel senso. E ci mascheriamo dietro l'amore. Non tutti, alcuni. Altri vivono la propria vita girando di fiore in fiore, senza problemi. Ma la maggior parte deve far finta che sia avvenuta la scintilla, la magia, il quarto di secondo necessario per l'innamoramento. E' tutta una balla. Son tutte delle balle. L'uomo vuole solo divertirsi, mettetevelo in test..."


Libero spense il televisore. Si adagiò sul letto, con riluttanza, e chiuse gli occhi. Voleva solo dormire. Peccato che la sua mente era costellata dai ricordi. Quelli puri, quelli che non ti lasciano neanche quando cadi in un sonno profondo, quelli che fanno parte di te fino all'ultima notte di vita. I ricordi di un amore finito, tormentato, triste. Iniziato come tutti gli altri: in un modo meraviglioso e unico. Quell'unicità che tutti dicono di aver trovato ma che dura solo fino alla storia successiva. Attimi che si collegano con altri attimi, creduti unici, ma che sono solo una costante ripezione. Ma in quel momento diventano i tuoi. Indi perfetti. Fino alla tristezza di una delusione.

(Due anni prima)

Pioggia, freddo e vento. Un perfetto trio di eventi per scoraggiare chiunque dall'uscire di casa. Libero non è uno di quelli. Prende il cappotto, agguanta l'ombrello migliore che ha, e si fionda nel mondo di fuori. Oggi è un giorno uguale a tutti gli altri ma con un brivido in più.
Chi legge lo sa. Per un lettore, l'uscita di qualcosa di nuovo e sperato, è un miglioramento esaltante della giornata. Un fumetto, un libro, una rivista, qualunque cosa sia, è attesa, sospirata. Libero attraversa la strada, schiva un paio di pozzanghere e alcuni guidatori che non hanno voglia di fermarsi. Riesce ad arrivare all'altro lato del marciapiede integro e quasi asciutto. Peccato che l'ennesimo guidatore decida di unirsi alla pozzanghera e il danno è fatto. Completamente bagnato. Putrido. Il cappotto assorbe tipo spugna tutta la sporcizia della strada. Libero impreca in almeno dodici diverse lingue, decide di continuare verso la libreria. Ma il fato ancora non ha finito. Un violento acquazzone si abbatte sulla città. E l'ombrello improvvisamente si chiude. Libero lo batte a terra, prova a riaprirlo, e lo lancia contro al muro continuando la sua compilation di improperi. Poi, esausto, lo lascia a terra e si rifugia sotto un portone. Guardare la pioggia scendere può essere romantico. Ma quando sei in compagnia non quando sei da solo, bagnato, puzzolente e anche incazzato nero. Dopo dieci minuti l'acqua inizia a scendere lieve e Libero, orgoglioso, punta ancora verso la libreria. Deciso.
Camminando cerca di pulirsi il più possibile, la destinazione è sempre più vicina. Arriva davanti all'entrata mendicando un ingresso, viene fermato appena spinge la porta verso l'interno.

"Cosa vuole fare lei?" - chiede la commessa, visibilmente adirata.
"Comprare l'ultimo volume de..." - e non fa in tempo a finire.
"Lo so che vuoi fare tu. Vuoi entrare, prenderti un po' di caldo e inzaccherarmi tutto il negozio. Qui ci sono libri, bello mio, me li rovini con la tua sporcizia. Ste cose vattele a fare al tuo paese. E ora via." - Caccia fuori, in qualche secondo, il povero malcapitato. Poi, per ribadire il concetto, chiude la porta a chiave.

Sporco, bagnato, e pure additato come immigrato scansafatiche. Era la prima volta che fu vittima di razzismo, Libero si sentiva quasi onorato. E pensare che Viola, la commessa, lo trattava sempre bene, ed era anche un bel bocconcino, più di una volta ha cercato di portarselo a casa e Libero sapeva che prima o poi avrebbe acconsentito alle avances. Dopo aver capito le sue teorie sull'immigrazione però, una scopata sarebbe stata già di troppo. Un violento tuono lo ridesta dai suoi pensieri e lo riporta sulla strada. Nella sua mente ha già individuato il percorso migliore per andare a casa: basta seguire la scia di terrazzi sulla propria testa e di portoni aperti per rifugiarsi in caso di temporale. Sicuro di se, Libero inizia la traversata quasi-oceanica. Attraversa la strada da marciapiede a marciapiede stando attento a non affondare negli acquitrini formatisi. Arriva convinto sugli scalini di Corso Vittoria, sale i primi cinque, gira a destra e perde una caviglia per strada.

L'acqua, più la fretta, più il cappotto inzaccherato e ancora più pesante sono stati fatali. La caviglia gira, sotto tutto quel peso, Libero riesce a mantenersi alzato ma urla di dolore. Pian piano trascina l'arto ferito fino ad un portone, giusto prima che inizi a diluviare. Si siede a terra, si tocca l'osso dolorante, controlla se il problema sia grave o meno e riprende ad imprecare.

"E poi dicono che la lettura fa bene! Col cazzo che fa bene!"

Prende il cellulare, cerca di inviare un sms a chissachì. Poi si ferma. Una figura passa davanti a lui, indossa un completo da manager, che finisce con un talleur sofisticato e pur intrigante. Ha un cartone, preso da chissadove, che mantiene sulla testa per proteggersi, senza risultato, dal diluvio incessante. Parla lei, lui ormai non ha più fiato.

"Ed io che pensavo di essere l'unica sfigata oggi. Sarebbe così gentile da farmi compagnia finchè qualcuno, la sopra, non chiude il rubinetto?"

Nessuna risposta, Libero non ce la fa, solo un piccolo cenno con la testa e lei gli si siede accanto.


1 - continua

lunedì 25 ottobre 2010

Avvisi con colonna sonora



Mi piace st'idea: scendete giù, non pensate allo scritto, accendete il video dal tubo, e poi ritornate su e leggete ciò che vi sto dicendo. Son un paio di fregnacce o robe simili, ma sembrano quasi decenti con un po' di colonna sonora. Acceso il video? Fatto? E bravi.

Prima canzone inglese del "Lunedì musicale" e ovviamente non potevo non inserire i Beatles, soprattutto perchè il loro gioco sulla X-Box mi ha reso tanto ma tanto scemo. Indi viva la buona musica e la meraviglia dei miei scritti, sempre divertenti, tristi, entusiasmanti, interessanti e modesti. Soprattutto modesti. Comunque, alla fin fine, volevo dirvi due o tre cosette più o meno interessanti.

1) Ho un dito steccato(pollice della mano sinistra) indi ho problemi nello scrivere, lo so che a voi non ve ne frega, ma è il motivo per cui scrivo poco e niente. Da domani sera, o da mercoledì, tutto ritornerà alla normalità.
2) Ritornerò ad eliminare i commenti anonimi. Dato che Blogger ha qualche problema, molto forte, di spamming e mi son rotto di omini che parlano in italiano stentato e di link su donne nude. Son capace di ricercarmele da me, mica son così scemo.
3) Glama si è crashato per un paio di giorni. E son scomparsi due settimane di post sul forum e articoli inseriti. Ovviamente ben 4 dei miei, tra cui lo Speciale JD. Prima di seria lo riuscirò, si spera, a inserire di nuovo. Mi raccomando, cliccateci ogni giorno così mi sembra che sia molto letto e mi vanto con tutti.
4) Più passa il tempo più mi intristisco che non andrò a Lucca. Ma il destino mi è avverso.
5) Avere un dito di ferro porta la gente ad aver paura di te, non ci avevo mai fatto caso. Almeno da queste parti funziona così.
6) Giuro che dal mese prossimo faccio qualcosa di decente qui sopra. Un raccontino a puntate o robe del genere. Aspettate e vedrete.
7) Per chi ha voglia di spendere 18 euri, passate in libreria e comprate l' "Almanacco Luttazzi della Nuova Satira Italiana 2010". Ci sono anche mie battute(ho controllato!).
8) Se invece volete spendere di meno vi consiglio l'uscita del mio primo libro "Ancora non l'ho scritto", in vendita, si spera, a brumembre 2015.
9) Lo so, ho rovinato un ottimo pezzo dei Beatles, mannaggia a me.


+

Jo Jo was a man who thought he was a loner
But he knew it couldn't last
Jo Jo left his home in Tucson, Arizona
for some California grass

Get back, get back
Get back to where you once belonged
Get back, get back
Get back to where you once belonged
Get back Jo Jo

Go home
Get back, get back
Back to where you once belonged
Get back, get back
Back to where you once belonged
Get back Jo

Sweet Loretta Martin thought she was a woman
But she was another man
All the girls around her say she's got it coming
But she gets it while she can

Get back, get back
Get back to where you once belonged
Get back, get back
Get back to where you once belonged
Get back Loretta

Get back, Loretta,
Your mommy's waiting for you,
Wearin' her high heel shoes and her low neck sweater,
Get back home, Loretta
Get back, get back, get back to where you once belonged.
Get back, get back, get back...

giovedì 21 ottobre 2010

Lettera alla donna che amo

Perché i 24 pesano, lo so bene.
Perché ti senti più pesante dentro, ti senti addosso qualcosa che fino a ieri non avevi. Perché ti senti sola, lontana da tutto quello di cui ti importa. Perché io sono qui, in una città che pretende di darmi poco, chiedendomi allo stesso tempo troppo. Perché stare lontano da te mi pesa, eccome. Mi pesa soprattutto oggi, che arrivano i tuoi 24. E lo so che i 24 pesano, lo so bene. Ti senti vecchia, tutto a un tratto. Ti guardi indietro e ti accorgi che non c’è niente di tutto quello che vorresti ci fosse. E al tempo stesso sei proiettata verso i giorni di un domani che non riesci a vedere, ma di cui senti addosso tutto il peso. Perché me l’hai detto tu, tra poco non ci sarà più tempo per dire “ci sarà tempo”. E hai maledettamente ragione, ecco la verità. Lo so, non è questo che ti saresti aspettata dalla lettera per la donna che amo. Perché gli innamorati si scrivono cose diverse, si mandano messaggi d’amore e si spalmano cucchiaiate di melassa ignari del mondo che li circonda. Ma noi non siamo così, e nonostante non riesca ancora a capire se sia un bene o un male, è un dato di fatto. Perché non mi viene di scriverti che ci sono, quando la realtà è che non ci sono. Sono distante da te, proprio nel giorno in cui arrivano i 24. E i 24 pesano un casino, lo sai bene. Non mi viene da scriverti che sarà tutto bello, che vivremo del nostro amore mentre tutto il mondo si distrugge intorno a noi. Perché non sarà così, perché dovremo lottare forse più di tutti gli altri, perché è tutto un gran casino e perché le nostre fottute paure che tutto quello che desideriamo non si avveri sono ogni giorno dietro la porta. E dovremo lottare, come stiamo già facendo e anche di più. Perché tenere quella porta chiusa potrebbe essere la prova più difficile che dovremo mai affrontare. E cadremo, come è già successo, e cadremo ancora. Cadremo ancora più pesanti a terra, perché avremo addosso questi maledetti 24 che adesso sono arrivati anche per te. E io dovrei scriverti “tanti auguri, cento di questi giorni”, cazzo. Ma non ci riesco. Perché sento che dirti che questi 24 pesano è la cosa più autentica che possa fare in questo momento. Avremo tempo per ridere, avremo tempo per festeggiare quello che ci sarà davvero da festeggiare. Che non è l’arrivo dei 24, ma è il nostro stare insieme, il nostro guardare Alisa insieme a Marialisa e Miriam, il nostro andare a fare la spesa a Conad, il nostro inseguire umori e malumori con la punta delle dita che si sfiorano, il nostro litigare per i motivi più insensati, il nostro sentirci parte di un mondo che non riesce a capirci del tutto. E lo faremo, te lo prometto. Lo faremo presto. Anche se non serve a niente, dirti tutto ciò. Non serve a niente in questo momento, che i 24 sono appena arrivati. E vorrei stare lì con te, a dirti “tanti auguri, amore mio”, e magari buttarmi sul letto insieme a te e toccare le tue labbra con le mie. Perché se ci tenessimo stretti tutto il giorno, tra la spesa alla Conad e le nostre dite che si sfiorano, forse tutto sarebbe diverso. Forse questa lettera non avrebbe motivo di essere scritta. Perché i 24 peserebbero di meno, e lo sappiamo bene. O forse perché troverei altri modi per dirti che ti amo, e non un’insulsa lettera in cui cerco di farti capire quanto sono innamorato di te gettandoti addosso tutto il mio pessimismo. Lo so che è il regalo più brutto che una ragazza abbia mai ricevuto, ma è forse quello più autentico. E se non sapessi che tipo sei, se non sapessi che non sei una ragazza come tutte le altre, non avrei mai scritto una lettera così brutta e malinconica. Ma ti conosco, e so che forse penserai che sono uno stronzo – e lo dirai a Miriam, ne sono sicuro – ma che alla fine dirai che in fondo è giusto così.
Che non si può sempre festeggiare quello che ci è stato imposto di festeggiare, soprattutto quando pesa così tanto.
Perché i 24 sono arrivati per tutti e due, e lo sappiamo benissimo entrambi.

mercoledì 20 ottobre 2010

Consigli per la lettura



Non vi preoccupate, non voglio tediarvi con libri e libricini vari ma soltanto obbligarvi a fare un giro qui, dove io, dal basso della mia esperienza fumettistica italiana, analizzo la prima stagione di un prodotto tipicamente nostrano: John Doe.

Così il signor Diggi la pianta di dire che non scrivo recensioni, e che ci sto a perdere tempo su Glama e che lui è il critico assoluto. Intanto tu, piccolo essere, vorresti averle delle coscie atletiche come le mie.*

*Non so cosa c'entri ciò, ma è sempre bene ricordarglielo.

Comunque fatevi un giro, vi ricordo qui, se volete conoscere qualcosa di questo fumetto. Ovviamente qualche spoileruccio c'è, indi se l'avete letto, bene. Se lo volete leggere compratelo. Perchè alla fin fine consiglio di comprarla, 'sta prima stagione. E ho scritto centinaia di parole per ribadire solo codesto concetto. Indi buona lettura, non mi insultate troppo nei commenti(sia qui che lì) e mi raccomando: leggete. Fumetti, sia chiaro. Ma pure libri. Basta che non siano di Moccia o di Vespa. Mi raccomando!

martedì 19 ottobre 2010

Prontuario di risposte rapide per l'Autunno



Ed eccoci qua, dopo qualche mesetto dalle precedenti puntate(che trovate qui e pure qui) ma più carichi che mai per donarvi tante emerite idiozie. Ma prima ci vuole una bella spiegazione per chi è appena passato su sto blog pensando di trovare pornazzi, ma ha trovato i meravigliosi visini del sottoscritto e del Diggi.

L'estate è ormai passata, le conversazioni da mare sono terminate. Quelle veloci, quelle che non volevamo neanche fare, quelle che usavamo per far vedere alla propria moglie che eravamo attenti quando invece si pensava solo a sbavare per quel gruppetto di diciottenni che facevano il bagno schizzandosi con tanta gioia. L'estate è finita, è arrivato l'autunno, già è passato un mese e non ce ne siamo accorti. Ora ci sono i discorsi lunghi, le grandi discussioni, è ripresa la politica più forte che mai, è ripreso il campionato, è ripreso anche il Grande Fratello! Ma vi rendete conto? E voi state qui a LEGGERE!!! E non vi vergognate? Ma fatevi l'abbonamento premium, chissà cosa staranno facendo quei sedici pulzelli.

Comunque buona lettura, se siete così vergognosi da continuare a leggere invece di guardarvi i prossimi omini che, per una serata in discoteca, prenderanno quanto tre stipendi di un operario.

No, ti prego. Non lo voglio sentire. Uno basta e avanza.
(Risposta da effettuarsi con le mani sulle orecchie alla domanda: "Ma lo sai che anche Boldi quest'anno fa un suo cinepanettone?")

E certo che ha fatto bene! Dopo l'idea di Mora e Corona assieme, ho visto tizi che sbattevano con la testa contro il muro per eliminare quel pensiero. Almeno ora tutta la comunità gay si ripiglia!
(Risposta soddisfatta alla domanda "Tiziano Ferro ha fatto bene a fare outing?")

"Ma non l'ha fatto apposta. E' stato uno schiaffetto."
(Risposta eloquente alla domanda "Ti rendi conto che quello con un pugno ha ucciso quell'infermiera rumena?")

"Bruciamogli la casa e rimaniamoli al loro paese"(da dire con forcone in mano)
(Risposta molto più eloquente se la domanda fosse stata: "Ri rendi conto che quel rumeno con un pugno ha ucciso un'infermiera italiana?")

Non sono d'accordo con tutto sto clamore. Cosa c'è di male a comprarsi una casuccia altrove?
(Risposta calma e pacata alla domanda: "Ma sai che Berlusconi compra le case ad Antigua" fatta ad un esponente del pdl.)

E' un'indecenza! Arrestate quel ladro barbaro e insolente!
(Risposta furiosa alla domanda, fatta qualche mese prima, "Hai visto Fini che compra case a Montecarlo con i soldi del partito?" fatta allo stesso espondente del pdl.)

Meraviglioso. Mi sono commosso!
(Risposta standard alla domanda: "Ma l'hai letto (nome di un libro qualsiasi) quest'estate?" fatta da una bella squinzia intellettuale al provolone di turno che cerca di non passare per un buzzurro.)

Meraviglioso. Mi sono commosso!
(Stessa risposta standard alla domanda: "Hai visto quanto è forte Krasic?" fatta da un suo amico allo stesso provolone di prima che inizia a commuoversi veramente, perchè è juventino.)

Oh, per una volta non è colpa nostra! Dovremmo festeggiare.
(Risposta entusiasta alla domanda: "Hai visto che casino hanno fatto i serbi martedì scorso a Genova?")

E' meraviglioso, è tipo un portale su un'Italia felice e senza problemi!
(Risposta sognante alla domanda: "Hai visto anche tu il TG1?")

Ovvio che sì, e più del 95 per cento del suo repertorio non è suo. E' di Pippo Franco.
(Risposta affranta di un ex-fan alla domanda: "Luttazzi copia?")

Finalmente! Così quei rossi bastardi la finiscono di inzozzare la nostra tv di qualità. E ora, scusami, ma voglio vedermi un po' di vera satira col Bagaglino e poi rotta su "Porta a Porta".
(Risposta felice alla domanda: "Hai visto che bloccano Santoro, Saviano, Benigni e Paolo Rossi?")

Ho bisogno di stendermi un attimo.
(Risposta sconvolta alla domanda: "Il prossimo cinepanettone, l'anno prossimo, lo potrebbero fare in 3D! Ci pensi a De Sica e Ghini in 3D?")

Secondo me dovrebbero. Si vede chiaramente che si amano fin dal primo giorno. Come sono carini.
(Risposta esauriente alla domanda: "Ma, secondo te, Ghini e De sica dovrebbero annunciare la loro unione?")

Mah, per me è tutta n'invenzione. Secondo me non esiste. Un giorno diranno che è tutta un'invenzione della sinistra. O magari un modo per far aumentare i turisti. Quelli li pigliano di notte e li mettono nelle strade. Son furbi.
(Risposta incredula alla domanda: "Ma c'è di nuovo l'emergenza rifiuti in Campania?")

Difficile, soprattutto ora che le fanno fare le pubblicità mezza gnuda.
(Risposta veritiera alla domanda: "Secondo te riuscirà luttazzi4ever a non parlare di Belen?")

Massì, d'altronde hanno solo auto blu a quantità industriale, pensione sicura dopo un solo mandato, privilegi ovunque e, se qualcosa, anche rimborsi esagerati. Domani le vado a fare un versamento a quella, non so come faccia ad arrivare a fine mese!
(Risposta sarcastica alla domanda: "L'onorevole Carlucci dice che i parlamentari guadagnano poco, ti rendi conto?")

Non posso vispondeve a questa domanda. E' totalmente fuovi luogo e non incline con il mio vuolo. E poi senza calcolatvice come faccio?"
(Risposta esaustiva alla domanda: "Quanto fa 7x8?", fatta al ministro Tremonti.)


E chiudiamo qua. Con il botto finale. Un appuntamento che parla di cronaca e i politica, d'altronde siamo in Autunno, mica si può parlare solo di calcio. Prometto che però, nella prossima puntata(se ci sarà), discuterò amabilmente di tope. Così il pubblico maschile mi adorerà. Un po' meno il femminile, direi.
Comunque per costringermi a scrivere un altro episodio, c'è bisogno del vostro intervento. Dovrete fare una di queste cose che vi indico. O pure tutte e quattro se siete così entusiasti di codesta stupidata.

1) Scrivermi un commento che inizia con "O luttazzi4ever, tu che sei bello e tost. Mi concedi l'onor di riveder questo post?"
2) Boicottare sia Boldi che De Sica magari vedendovi "La pecora nera" di Celestini che, per inciso, è un bel film.
3) Al prossimo post di Diggi scrivergli che è un emerito idiota(ma potreste dover aspettare mesi!).
4) Sottoscrivere un abbonamento a Chi, Sorrisi e Canzoni e Panorama e vantarsene con tutto il vicinato.

Alla prossima!

lunedì 18 ottobre 2010

El Pube


Ieri sera volevo mettere una canzone su una buona giornata. Sì, perchè ieri è stata un'ottima giornata, peccato che adesso, da un'oretta a sta parte, la fortuna di ieri è andata scemando. Però sapevo che ciò doveva pur accadere un giorno, non sono molti quelli che possono vantare nessun incidente di guida, indi dovrei essere felice perchè non mi è successo assolutamente niente e tutto è risolvibile. Indi quello che ci vuole adesso è un può di potere eliastico. Ovvero quel ritmo che ti fa divertire e rilassare allo stesso istante. E cosa c'è di meglio di questa canzoncina per riprendersi un po'? Buon ascolto!



El Pube e' un pilota piazzista volante. Quando atterra e' felice, quando vola e' un signor pilota.

Il pueblo lo nota che e' ancora distante; corre voce - si dice - che c'e' El Pube che perde quota.

Vien giu' in picchiata col suo aliante stupendo, emozionando al suolo si spetascia ferisce il pueblo col suo aliante mediocre, il pueblo unido lo estrae dal suo aliante del cazzo e lo conduce in trionfo alla plazza.

Ay ay ay, e atterrato El Pube.
"Sento carenza d'amor: vi servirebbe un prodotto".
Cacchio vuoi? Hai tu forse un sesto senso?
"Vi mostro un bel necessaire per le esigenze di coppia".

La plazza l'osserva con fare normale mentre El Pube sfodera il suo leggendano anal lube ; denuda sua moglie papale papale, con l'unguento modera l'attrito del suo carrube.

Il pueblo in festa vuole fare lo stesso, e acquista in blocco el pomatone anal. La moglie pensa: "Mica male, 'sto pueblo". Miracolo commercial: tutti dentro alla moglie che rilascia scontrino fiscal.

Ay ay ay, milionario Pube; baratta in plaza l'onor della mugliera bisunta. Dai e dai la mugliera orgasma; lui ci rimane un po' mal quand'ecco orgasma anche il pueblo.

Ahhhh il pueblo eiacula.

El Pube in festa sta esaurendo le scorte, ma la mugliera non lo vuole piu'. Questa e' la storia del piazzista provetto che rinnego' la moral pur di vendere il lube , e ci rimise l'anello nuzial.

Ay ay ay, solitario Pube. Ancora un triste final per un rapporto di coppia. Come stai? "Lievemente scosso, ma e' sempre bello veder la propria moglie che orgasma.

E' molto bello veder la propria moglie che orgasma. E' sempre bello veder la propria donna che si spoglia, pero' alla fine rimane solo la sua vestaglia ; e' un po' macchiata se vuoi, ma e' sempre la sua vestaglia ".

La sua vestaglia !

Ay Ay Ay Aya Ay. El pube!
Ay Ay Ay Aya Ay. El pube!
Ay Ay Ay Aya Ay. El pube!

domenica 17 ottobre 2010

Abbracci



E' proprio vero quello che si dice dell'amore. Del fatto che all'inizio è tutto uno scoprirsi ed amarsi per ogni cosa scoperta. E' tutto un "pucci-pucci" di coccole e tenerezze. E' tutto un complesso di regalini e pensierini e piccole frasi d'amore, dette così, dal cuore. Poi passa il tempo e parte di ciò viene messa da parte. E inizia la routine, o magari la sicurezza del sentimento. La parte più brutta. Il momento in cui inizi a pensare che tanto lei(o lui) c'è, indi puoi andare sereno. E invece sbagli. Perchè lei, o lui, non è lì per sempre. Non è detto. E quindi devi capire che il periodo iniziale, sicuramente non tornerà mai, ma puoi fare sempre qualcosa, ogni tanto, per ricordarlo. O almeno per dare all'amore quel senso di sorpresa ritrovata. Come quando scrivevo poesiole per la mia amata. All'inizio ne erano tante, poi sono andate scemando, poi si sono vedute solo in circostanze speciali. E ancora non abbiamo ancora festeggiato neanche il settecentotrentesimo giorno insieme. Indi si deve correre ai ripari. Questa è per te, piccola mia, per tutto ciò che ogni giorno mi dai. Scusami ma sono un po' arrugginito.

Il viso adorato è una bellezza costante,
il sorriso sperato è un dono lampante,
il bacio sulla guancia è carezza d'amore,

la gioia del rincontro dà pace e colore.


I corpi stretti in una morsa entusiasta,

pelle contro pelle, e tutto passa.

Il dolore, i problemi, il futuro lontano.

"Stringimi forte, niente sarà vano."


"I pianti, le risate, le giornate di vento,

i film, il cinema, il traffico lento.

Il giorno vicino, la notte distanti,

un tempo vivremo uniti e festanti."


L'attimo passa, l'emozione resta.

Un abbraccio non dura un minuto

per due innamorati: ma si somma

ai minuti passati. Che diventano ore.

Poi giorni, mesi e millenni.
Due innamorati, abbracciati, sono eterni.

venerdì 15 ottobre 2010

Divini? Di sicuro non noi.



Mi piace l'idea che qualcuno, a piacere o a forza, ci faccia una specie di regalo. Un disegno. Un pensiero solo per noi, come Bloggo, a me e Francesco come duo. Mi piace l'idea che ho già sperimentato con un certo Makkox e che oggi la vedo riproporsi con il disegnuccio che vedete qui sopra(da leggere alla orientale ovvero da destra verso sinistra), ad opera di un certo Antonio Cocchiaro. Non cercatelo su Google, o cercatelo se lo volete fare, ma vi dico anticipatamente che non è un disegnatore professionista. E' un amico, laureando in Medicina, che si arrabatta ogni tanto con la matita e si diletta pure con le vignette di satira. Ovviamente il percorso per diventare un Vauro o un Vincino è ben lungo, ma è bello provarci e delineare una strada, dritta o curvosa che sia.

Grazie ad Antonio per questo omaggio. Speriamo ne vengano molti altri ancora. Per chiunque è là fuori che ci vuole dedicare un suo disegno, che faccia pure.

E ci spedisca l'originale. Lo sfizio mio, molto esagerato, è quello di farci, un giorno, una mostra con tutti gli omaggi. Ovviamente se devo pensare, è sempre meglio farlo in grande. Alla prossima.

Ps: Ho il lieve sospetto che un certo Francesco se la piglierà per non essere stato citato nell'omaggio. Ho un sesto senso per 'ste cose.

martedì 12 ottobre 2010

Insormontabili problemi di comunicazione quotidiana



E' inutile che stia qui a giustificarmi, dicendo che il mondo è cattivo ed è popolato da persone stupide che parlano solo di cose stupide.
La colpa è mia.
Se non so intrattenere una conversazione civile come sa fare la maggior parte delle persone, dico.
La colpa è solo mia.
Punto 1. Non so come attaccare bottone.
E questo è un dato di fatto. Non riesco a trovare l'incipit per un discorso, non riesco a trovare un argomento con cui attaccare bottone. Sto lì mezz'ora a fissare il vuoto scartabellando nel mio archivio mentale alla ricerca di qualche frase intelligente e opportuna da dire. Ma niente, l'unica cosa che mi viene in mente è chiedere qualche informazione che so già, facendo finta di non saperla.
E qui si arriva al punto 2.
Punto 2. Non so come tenere in vita una conversazione.
Mettiamo il caso che io, per pura combinazione, riesca a trovare un incipit decente per una conversazione vagamente umana. Lavoriamo di fantasia, e ipotizziamo che il mio misterioso interlocutore mi stia rispondendo e si stia impegnando per rispondere a uno che ha la faccia di sapere già la cosa che ha chiesto.
A quel punto la palla toccherebbe a me. Dovrei essere io a continuare, giusto? Magari con una risposta che preveda uno sbocco per un ulteriore spunto. Qualcosa che permette all'interlocutore di rispondere a sua volta.
E invece no. E invece me ne esco con qualche "Ah, ecco..." che sfuma verso il silenzio più assoluto oppure con qualche risatina a metà tra l'ironico e il comprensivo nel caso non abbia capito bene se il mio interlocutore aveva un tono ironico o sinceramente rassegnato. Perchè il più delle volte non riesco a capire le persone. Ho sempre la sensazione che mi stiano prendendo in giro, o che trovino stupida ogni mia affermazione. E ho sempre la sensazione di essere inadeguato a ogni conversazione banale che si scambia per parlare del più e del meno.
E qui si arriva al punto 3.
Punto 3. Non riesco a relazionarmi con la maggior parte dei discorsi della gente.
Cerco sempre un mare di giustificazioni per questo punto, ma la colpa è solo mia. Macchine, discoteca, week-end fuori, serata alcoolica, facebook, ultima puntata del Grande Fratello, vestiti alla moda, ultimo singolo dei Darii. Non riesco a parlarne, giuro. Non è tanto un problema che io non sia competente in questi settori, il punto è che esistono persone che anche non capendo niente di tutto questo riescono a dire sempre la cosa giusta a proposito. Ecco, io non sono una di queste. Io, se non capisco niente di un argomento, non riesco a trovare nulla da aggiungere al mio interlocutore, nulla da ribattere. E questo è un gran problema.
Il che, unito agli altri due problemi, mi porta a un importante quesito: devo cominciare a preoccuparmi o fa tutto parte del mio personaggio di asociale che mi sono costruito faticosamente in tutti questi anni???
Commentate pure, senza farvi nessun problema. Io vi risponderò sicuramente...o forse no. Magari incaricherò Lutty di trascrivere le risposte che io gli manderò via sms, o magari concluderò con un "ah, ecco" misto a un sorriso che, per fortuna, voi non potrete vedere.

lunedì 11 ottobre 2010

Mentre dormi - Max Gazzè


Ottima prova d'autore, ottime parole, ottima musica. Cosa volere di più. Canzone dedicatami dalla mia deliziosa pulzella un mesetto e mezzo fa. Bella veramente. Pezzo facente parte della colonna sonora del film "Basilicata coast to coast" che un giorno deciderò di recuperare. Buon ascolto.


Mentre dormi ti proteggo e ti sfioro con le dita,
ti respiro e ti trattengo per averti per sempre
oltre il tempo di questo momento.
Arrivo in fondo ai tuoi occhi quando mi abbracci e sorridi
se mi stringi forte fino a ricambiarmi l’anima questa notte senza luna.
Adesso vola tra coriandoli di cielo e manciate di spuma di mare.
Adesso vola.
Le piume di stelle sopra il monte più alto del mondo
a guardare i tuoi sogni arrivare leggeri.
Tu che sei nei miei giorni certezza, emozione.
Nell’incanto di tutti i silenzi che gridano vita
sei il canto che libera gioia, sei il rifugio, la passione.
Con speranza e devozione
io ti vado a celebrare come un prete sull’altare,
io ti voglio celebrare come un prete sull’altare.
Questa notte ancora
vola tra coriandoli di cielo e manciate di spuma di mare.
Adesso vola.
Le piume di stelle sopra il monte più alto del mondo
a guardare i tuoi sogni arrivare leggeri.
Sta arrivando il mattino, stammi ancora vicino,
sta piovendo e non ti vuoi svegliare.
Resta ancora, resta per favore e guarda come
vola tra coriandoli di cielo e manciate di spuma di mare.
Adesso vola.
Le piume di stelle sopra il monte più alto del mondo
a guardare i tuoi sogni arrivare leggeri.
Vola.
Adesso vola.
Oltre tutte le stelle, alla fine del mondo,
vedrai, i nostri sogni diventano veri!

sabato 9 ottobre 2010

Venti metri (Poetica dei muri)



Poesiola per un concorso, ovviamente andato male tanto per cambiare. Comunque la posto qui esponendola al pubblico ludibrìo. Non mi odiate. Il tema doveva essere "il muro come divisione" o roba del genere. Credo che almeno l'argomento l'avevo colto. Attendo i vostri pareri, buoni o cattivi.


Vicini eppur lontani,
la distanza è un diverso concetto:
venti metri sono uno spazio stretto
ma nascondono episodi strani.

Uniti eppur distanti,
un muro che ci separa non fa testo.
Conta il terrore comune,
del colore diverso.
E niente serve a migliorare,
solo chiacchiere e brutte parole.

Liberi eppur chiusi
nel poter esprimere un parere.
Solo per quelle mani nere,
solo per quelle parole straniere.

Intelligenti eppur ignoranti
quelli che non capiscono che
dietro ad un viso diverso,
si nasconde un uomo disperso.
Che vive lontano da casa,
che affronta la stessa uguale vita.

Distrutti eppur integri,
loro vanno avanti, vivono
senza badare a chi li odia,
quasi senza motivo.

Impauriti eppur coraggiosi,
trovano l’amore in un paese straniero,
mescolano la farina con il pepe nero
creando un miscuglio d’amore vero.

Vicini eppur distanti,
venti metri non sono tanti:
c’è solo un muro che li separa
un ammasso di pietre
una sopra l’altra,
una accanto all’altra,
che li distingue senza appello.

Buoni eppur cattivi
gli uomini che giudicano senza sapere.
Solo per sentito dire,
solo per darsi delle arie.
Giudicare su ogni aspetto:
musica, religione o addirittura il viso,
una persona che abita
sotto il proprio stesso tetto.

Insieme eppur lontani,
un condominio di cinque piani.
Abitato da uomini “diversi”,
e giudicati per crimini non commessi.
Un giorno capiranno che
siamo tutti figli della stessa Terra,
tutti fratelli di speranza
ma quel giorno,
non sarà mai vicino abbastanza.

giovedì 7 ottobre 2010

Le iene portano contatti (Ricerche Settembre)



Il mese di Settembre oltre a portare tanti contatti per le mie critiche a due eventi fumettistici avuti a breve distanza, ci permette di arrivare a più di 2500 visite grazie ai 960 contatti avuti nella pagina di “Luttazzi copia” e grazie, ovviamente, alle 652 volte che la suddetta frase è stata cliccata nei motori di ricerca e ha portato malcapitati e incazzati da queste parti. Che dire? Che “le iene” veramente portano bene. Attendiamo nuovi sviluppi, anzi, nuove visite! Grazie mille.

antonietta cosati èsuccesso: E’ quello che ci chiediamo un po’ tutti!

baci baci ullallà è una canzone latino americana: “Sì” – gli dissero i medici del manicomio prima di entrare sull’ambulanza.

c'ho il bloggo dello scrittore: Anch’io! Salvato in cronologia.

c'è un sito dove ti fanno le ricerche?: Certo che sì, ma ciò di cui parli tu si chiama sperimentazione sugli umani. Perché sennò non si spiegano certe domande.

chi sa dirmi gli accordi della canzone di loredana errore?: Quello l’ha in fondo mi sembra che ha alzato la mano!

come posso inventare un racconto comico esempio: Tu non me la conti giusta…

copiare racconti comici: Ah! Ora sì che hai detto la verità.

cosa vogliono le donne dal parrucchiere: Se sì odono i pregiudizi, direi solo amicizia, e un po’ di sano shopping in compagnia.

cuanti anni a manuela aquri: E il premio di “maggior numero di errori in una frase” va a…questo qui!!!

diggy significa: Idiota!

elio e le storie tese quanti anni ha: Ora mi chiedo: ma questa persona pensa che Elio faccia cognome Elestorietese?

gemelle film somewhere: Ecco l’unica parte decente di quell’immonda schifezza! Tu sì che ne capisci, fratello!

florangeografia
: Cheee? Ma cercare gnocche come quello sopra, no eh?

ma oggi non c è alisa canale 5?: E Google prontamente rispose: "No, purtroppo. Volevo proprio vedere come andava a finire!"

nella realta alisa e paola stanno insieme?: Dopo codesta scoperta, inizio a volerla vedere anch’io codesta soap opera!

psicologa bacia una paziente: Fisso un appuntamento!

Selutty: E mò come va a finire?

somewhere coppola schifezza: Ti stimo! Ma molto molto molto.

io canto na na na na na na canale 5
: E sò problemi tuoi, amico mio!


Angolo dell'hard con qualche chicca.

la divina commedia film porno: Però si deve dire la verità: i nostri seguaci sono acculturati anche nella perversione.

le indicenti tettone italiane: Quanto adoro i luminari!

come si chiama quel telefilm del ragazzo che si abbassano i pantaloni?: “Porno”.

martedì 5 ottobre 2010

Ciak - Francesco Pannofino


Una canzone che fu usata come sigla finale della prima serie di Boris, cantata direttamente dal suo autore ed interprete: quel Francesco Pannofino alias Reneè Ferretti alias voce di George Clooney e molto in voga in questi ultimi tempi(non passa giorno in cui non lo vedo ospite di qualche film o telefilm). Ottimo attore, mirabolante doppiatore, anche buon cantante, non c'è che dire. C'è chi nasce artista completo e chi no, lui c'è riuscito. Con calma e con tenacia. Buon ascolto.

Ps: Sì, il "lunedì musicale" di martedì è una genialata! O una tremenda dimenticanza.



Madonna mia che faccia ma che mattinata
Che ancora un altro po' me la sarei dormita
Ma c'è gente che mi aspetta,
che non vede l'ora di battere il Ciak

Pensa che dolore se ci metti le dita
ma devo concentrarmi che la scena è partita
se poi non mi ricordo oppure sbaglio la battuta
sono tutti costretti a fare un altro Ciak

Ciakke ciakke ciakke passa la giornata
magari nel frattempo un'altra guerra è cominciata
una ragazza è sparita
e pure un'altra torre è crollata
forse proprio mentre provi un'emozione
ho stai polemizzando con la produzione
Aho!...e so' 3 ore che aspetto
ci sei nel prossimo Ciak

E allora tutti zitti con i propri dolori
che un giorno dopo l'altro nascono gli amori
dai che sennò ti distrai
però ti bacerei
dai dai dai sbrighiamoci che c'è la partita
a me non interessa ho tanti guai nella mia vita
Ma sì! Come ti posso aiutare...
io provo a batterti un Ciak

Così facciamo finta di essere da un'altra parte
Viaggiare, conquistare fare scopa con la morte
sapere la verità...fregare la realtà
Puoi fare il papa, il pazzo, il furbo, l'assassino
cercare di far ridere alle 7 del mattino
cacciare i guai dalla testa
prima dell'ultimo Ciak

Spengono le luci adesso è ora di dormire
son stanco al punto sogno di non sognare
magari di non russare
dopo che battono il Ciak

nanananananana
nanananana na nana na
Fateci addormentare
ci aspettano altri Ciak

lunedì 4 ottobre 2010

Rock'n'Romics!



Lo dico da subito: mi è piaciuta! E finalmente un coro di "evviva" ed "alleluia" si alza nelle case italiche. I poveri organizzatori di eventi fumettiferi ormai avevano paura, anzi, terrore delle mie recensioni sulle fiere, ma ora potranno esultare con gioia e trasporto: il qui presente luttazzi4ever è rimasto contento di questo Romics 2010. Ma andiamo con ordine.

Il sole ancora non è sorto, il buio riempie l'atmosfera e un solitario omino con uno zainetto cammina nella città addormentata. Un buon inizio per un romanzo ma in realtà è l'inizio del resoconto di Venerdì 1° Ottobre, giornata dedicata ai fumetti in quel di Roma, in quel di Nuova Fiera di Roma, nella capitale, la cosiddetta città eterna. Dalla provincia casertana il trasporto verso Roma è circoscritto a pochi treni convenienti. Indi la partenza è decisamente mattiniera. Alle 6 e 20 il treno, in perfetto orario, si avvia verso un mondo fatto di cosplay, vignette e conferenze. Ma anche no. L'arrivo a Termini, in perfettissimo orario(e poi dicono che i treni son sempre in ritardo) fa si che una colazione con assoluta calma la si possa fare. Tanto, da ciò che sapevo, la "Nuova Fiera", ovvero l'area attrezzata dove dovevamo andare, è a pochi passi da Termini. Niente di più falso. Non so dove ho controllato e non so quanto sono rimbambito ma è decisamente un po' distante. Ci scervelliamo un po' ma è relativamente semplice arrivarci. Basta prendere la metro, scendere a Piramide, farsi un trecento metri a piedi, prendere il treno da Roma Ostiense per Fiumicino e scendere alla Fiera. Alle 9 stavamo a Termini, alle 10 siamo al Romics, niente di più facile. E usufruiamo anche del servizio navetta perchè siamo dei giovani senza ritegno.

L'aspetto dei padiglioni, dal di fuori, è ben augurante. Dopo aver visto due prime edizioni, questo mese, di fiere fumettistiche è ovvio che guardare un enorme spazio mi faccia pensare ad un bel botto di stand. La fila per entrare è pressochè nulla. Molti non giovani sembrano seguirci, ma successivamente scopro che cercavano l'ingresso per un altra esposizione: "Hobby e casa". Qualche meno giovane, però, è effettivamente entrato nel mondo dei nerd. Prima visione appena si entra? Questa!
E questa!

Poca gente. Spazio immenso. Enormi stand. E tanta felicità nei miei occhi di piccolo bambino alla vista di tutti quei fumetti. Non può che andare bene la giornata, mi dicevo.

E così è stato. Una giornata di assoluta felicità tra giri e rigiri, tra acquisti(Brendon e Julia su tutti), tra piacevoli visioni(lo stand della Nintendo è qualcosa che è rimasto nel cuore di tutti. Per capire cliccate qui), tante risate con i miei compagni di viaggio tra cui la mia squinzia che ad ogni cosplay poco vestita aveva tanta voglia di darmi schiaffi in testa, sia benedetta l'altezza. Tanta calma, poca ressa e tante facce contente, poi, contribuiscono a migliorare la fiera in ogni suo aspetto. Non ho seguito alcuna conferenza(erano in un altro padiglione), non mi interessavano alquanto, anche se mi sono fermato due secondi a vedere Stefano Disegni, non ho portato a casa nessuna stampa o alcun disegno, dato che la Bonelli era in fiera solo gli ultimi due giorni. Ma è stata una giornata pregna perchè:

-) Ho venduto fumetti, anzi quasi barattati con dei Julia.
-) Ho incontrato il signor Mario Taccolini che oltre a farmi scoprire "A come Ignoranza", mi ha offerto un caffè che verrà puntualmente ricambiato alla prossima fiera. Il signor Mario merita questo ed altro. Una presenza quasi stabile nel mondo fumettistico, per il sottoscritto e non solo, una faccia amica che è sempre un ottimo piacere rivedere. E seguirò il suo consiglio di scoprire Blankets. Sempre se lo riesco a trovare.
-) Ho incontrato il cosplay di un topolino, fuori ai padiglioni così perfetto che è sceso anche nelle fogne.
-) Ho giocato a Napoletan-Poker in treno(semplicemente Poker con le carte napoletane), asso che fugge e a chi spara l'aneddoto più idiota.
-) Ho osservato tante ma tante belle squinzie. Soprattutto, e scusate se ne parlo di nuovo, allo stand Nintendo che, se mi concedete una riflessione, le suddette tipe riescono a pubblicizzare il loro prodotto in maniera eccelsa. Da quanto ho visto io il Venerdì giocavano quasi esclusivamente loro, dato che a molti non interessava la wii ma solo vederle muoversi. Credo che abbiano lavorato un po' di più nel week-end. Intanto il loro spazio era sempre quello più frequentato, da maschi, ed esclusivamente sbavanti.
-) Ho ammirato, ancor di più, la costanza della mia pulzella di seguirmi ovunque vada senza mai dire di no.
-) Ho visto prezzi assurdi e prezzi convenientissimi.
-) Ho comprato, alla fin fine, relativamente poco. Il budget era ridotto per spese ravvicinate importanti.
-) Ho amato alla biglietteria, e non solo, il mio compagno di viaggio Vincenzo Tresca(nerd atipico non amante dei fumetti ma desideroso di fiere con coplay femminili e stand Nintendo).
-) Ho giocato a "Bang" con l'aiuto di un addetto di un negozio della fiera, di cui non ricordo la denominazione. Ci tenevo a far pubblicità per l'enorme gentilezza e pazienza con cinque omini che non sapevano come giocarci. Intanto sia chiaro che ho perso a discapito del suindicato Vincenzo.
-) Ho fatto alcune foto che vi posterò in altro post. Sono poche, non vi preoccupate.
-) Ho girato e rigirato, mi sono fermato, ho chiesto, ho comprato, ho parlato, ho osservato, mi sono meravigliato, mi sono divertito. Una fiera che è quello che mi aspetto da una fiera. Ormai abituato a Comicon(con 6 partecipazioni) e Lucca(con purtroppo solo 2), questa giornata mi ha entusiasmato alquanto. Così tanto da aver provato a ritornarci. Ebbene si. Piccolo Bonus, per voi lettori sempre vogliosi di esperienze di vita vissuta.

LA DISFATTA DI ROMICS

Vi anticipo che avevo scritto un così bel post, ma distrattamente l'ho cancellato. Indi mi devo ricordare di cosa avevo parlato, ma ovviamente non indovinerò le esatte parole.

Così come Rocky ha avuto la sua seconda parte, così come Rambo ha fatto lo stesso anche il Romics non è da meno e ha avuto il numero romano vicino al proprio nome, d'altronde si tiene a Roma. Indi per voi tutti, piccoli miei, benvenuti a Romics II - La vendetta.

Essendo io e il signor onnipresente Tresca a Terracina con altri due individui(di cui uno proprietario sia della macchina che ci trasportava sia della casa che ci ospitava) dal giorno prima, Domenica abbiamo deciso di riprovare l'avventura Romicsiana. Pur non avendo quasi dormito per nulla la sera prima e partendo dalla città laziale alle ore 9. Prima drammatica scoperta: l'autostrada dista un bel po'. Indi ci vogliono ben 3 ore, e due soste in autogrill, per arrivare alla fiera, stanchi e spossati. Appena arrivati notiamo che il nostro biglietto del parcheggio è il numero 19.768. E già ci preoccupiamo. Poi osserviamo la quantità abnorme di gente che ci circonda, e continuamo a preoccuparci. Successivamente ci dirigiamo verso l'ingresso, lo stesso di due giorni prima. E lì ci sconvolgiamo. E in due minuti ce ne fuggiamo.
Ebbene sì, scappiamo.

Dalla marasma di gente che circondava l'ingresso e da tutta quella in fila capiamo che non ci conviene stare un'ora in attesa, sotto caldo e sole, per rimanere poco tempo in fiera(dato che massimo quattro ore potevamo stare e bisognava ripartire) indi facciamo un rapido dietrofront e ci andiamo riprendere la vettura. Ben cònsci della brutta esperienza del Comicon 2009 abbiamo preferito non rischiare e non farci trasportare dalla folla. Indi impauriti e certamente pavidi prendiamo l'autostrada in direzione Caserta, e non abbiamo neanche pagato il parcheggio dato che la signora tanto gentile ci ha lasciati andare, visto il poco tempo trascorso in fiera. Rotta verso la Campania e verso casa mia. Rotta verso la tranquillità, lontano da una giornata di caldo e di ressa. Purtroppo sono un omino che ama le grandi fiere, i grandi spazi, gli enormi stand, ma la poca gente. Così ho tutto il tempo per cercare ciò che voglio. Ovviamente così facendo gli espositori sarebbero già in rovina, per fortuna loro ciò non accade. Indi benedico il Venerdì semi-desertico, che ovviamente mi ero fatto in previsione di una Domenica di fuoco.

Comunque bella esperienza e fiera eccezionale. Lucca sarà sempre inarrivabile però. La magia di quella città è qualcosa di unico. Romics che rientra di diritto tra le fiere assolutamente visitabili. Abituato al Comicon(con 6 presenze) e al Lucca Comics(con 2), quest'esperienza mi ha esaltato non poco. Decisamente a livello. Alto livello.

Questa foto documenta la minima differenza di persone che c'era Domenica dallo stesso punto dove la mia squinzia ha fatto la foto Venerdì. Trovate le mille differenze.


Rock'n'Romics a tutti!

venerdì 1 ottobre 2010

Nuovo banner...perchè ormai Bruce si è fatto vecchio...




Uomini e donne di tutto il Bloggo, riunitevi!
In seguito ad alcuni cambiamenti sopraggiunti sul vostro amato spazio virtuale, in seguito alle proteste dei nostri fans più accaniti sul ritorno al vecchio banner, in seguito all'acceso dibattito seguito tra me e il prode Luttazzi4ever, io e il suddetto tritamaroni siamo giunti alla conclusione che di nuovo banner deve nutrirsi questo nostro spazio virtuale. Non si può lasciare il banner di Lost (quello in cui Lutt impersona Locke e io impersono Jack) per problemi grafici, ma non si può tornare ai cari, vecchi Stanlio e Ollio perchè questo significherebbe tornare al passato mentre noi dobbiamo guardare al futuro e proiettarci verso nuovi orizzoni.
Già, vero, ok, d'accordo, ma quale banner inserire???
Pensa che ti ripensa (cioè pagine e pagine di conversazioni vuote), io e il prode Lutt siamo giunti alla conclusione che...non abbiamo una conclusione. Dal momento che non si tratta affatto di una novità, questa volta il sottoscritto (cioè io) è arrivato al consueto appuntamento del "boh" conclusivo con una proposta già pensata a tavolino (ovvero mentre mangiavo): PERCHE' NON COINVOLGIAMO IL NOSTRO AFFEZIONATO PUBBLICO???
Ebbene sì, signore e signori, questo è un concorso per tutti voi che ci seguite sia dall'Italia che dall'estero! Pagando solo 50 centesimi, potete esprimere il vostro parere su quale banner dovrà essere adottato dai due sgrittori! Al concorso possono partecipare uomini e donne di tutte le età, purchè rispettivamente eterosessuali e single! Il regolamento prevede che la proposta dovrà pervenire entro data da stabilire e che dovrà riguardare immagini aventi come soggetti una coppia composta da due uomini (es: Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, Lele Mora e Fabrizio Corona, Lapo Elkann e Piero Marrazzo). Nello specifico, le proposte che conterranno i nomi presentati negli esempi qui riportati, saranno escluse dal concorso.
Qualora lo ritenesse opportuno, il candidato può proporre, in aggiunta alla coppia, anche una foto che ritiene adatta per essere utilizzata come banner del suddetto blog. Saranno escluse dal concorso le immagini che conterranno scene violente o con esplicito riferimento ad atti osceni in luogo pubbico, saranno escluse dal concorso le immagini che conterranno scene con DjJurgen che balla la tacchino dance, saranno escluse dal concorso immagini che conterranno scene con Luttazzi4ever che parla al telefono con DjJurgen e fa degli espliciti complimenti alle proprie cosce.
Il vincitore del concorso riceverà in premio una foto del banner autografata dai due sgrittori, e la possibilità di offrire ai due sgrittori e alle rispettive consorti una giornata alla reggia di Caserta.
Partecipate!!!