sabato 30 giugno 2012

Ipotesi provate


Metti una sera a cena, o meglio: ad orario di cena per i comuni mortali dato che io normalmente ceno alle 2 di  notte, un gruppo di amici riuniti attorno ad un tavolo che fissano una scatola sottile(perchè ora le fanno così) che proietta dei tizi in calzoncini su un campo verde.
Metti che quella sera, tua madre, prepara porzioni di frittelle d'alghe e panzerotti(si chiamano così in tutta Italia o solo da me?) per un reggimento di soldati di ritorno dall'ennesima missione di pace e di lancio fiori dalla durata di un mese.
Metti che ci siano patatine e arachidi salate e coca cole e fante e birre e bottiglie d'acqua per gli astemi e per chi ci tiene alla linea, ben pochi in quelle sere.
Metti che poi ti metti sulle gambe la maglia di Buffon, originale, del Mondiale 2010, quello orrendo che ancora non ti è andato giù, ancora ci soffri un po'. Ancora ti chiedi perchè ci abbiamo partecipato.
Metti che il tricolore a mò di sciarpetta ti piace un casino indossarlo anche se ti porta calore quanto una maglia di lana ad Agosto a 46 gradi all'ombra. Ma tu sei al sole.
Metti che, dopo quindici minuti, senti che l'entusiasmo sta un po' svanendo perchè quelli con i calzoncini azzurri, che tifi tu, non sembrano tanto in forma e stanno lievemente soffrendo. Per fortuna le risate che ti fai con gli amici sembrano stemperare la tensione.
Metti che poi un barese, dal vocabolario limitato e poco conoscitore di sinonimi, metta una palla al centro.
Metti che un ragazzo di colore, italiano solo da tre anni per una legge insulsa, la spinge dentro con decisione. Metti che tutti insieme si aspettino quei tre-quattro secondi di sicurezza per saltare all'unisono. Ma niente, non è fuorigioco. E' gol. E' dentro. Siamo avanti. Ancora. Sempre noi.
Metti che dopo qualche minuto quello stesso ragazzo, aiutato da un lancio maestoso di un ragazzo sempre deperito e pure mezzo tedesco, scarichi tutta la frustazione del "è forte ma non si applica" la metta lì, di potenza, in rete. Di nuovo.
Metti che un faro di centrocampo si diverta a passeggiare per il campo regalando palloni giocabili.
Metti che un tizio con guantoni decida di togliere palloni con estrema facilità da dentro la rete.
Metti che un centrocampista si trasformi in un difensore di prima categoria all'occorrenza.
Metti che un altro si faccia più di venti chilometri a partita, aiutando tutti e finendo stremato.
Metti che gli ultimi cinque minuti soffri tantissimo perchè non può finire male, non lo meritavi, non lo meritavano.
Metti che poi vai a lavoro, vedi la gente fare casino e festeggiare giusto dinanzi alla gelateria indove presti servizio. Metti che dentro di te vorresti urlare con loro e sbatterti come un pazzo per il solo gusto di esultare, di sentirti unito, di festeggiare.

Metti che domani sera alle 20 e 45 sarai di nuovo lì, con la stessa televisione, con le stesse amabili schifezze da mangiare e da bere. Con gli stessi amici a ridere e soffrire e gioire assieme. Metti che domani potesse sinceramente cambiare qualcosa. A livello generale. A livello personale. A livello nazionale.
E se pure non cambiasse niente, è stato così bello vivere quelle emozioni insieme.

giovedì 28 giugno 2012

Strade alternate


(La storia che segue è la seconda parte del racconto qui presente ma si divide in due storie alternate, come se la strada intrapresa dalla protagonista si dipanasse in due vie completamente differenti, ma con alcuni punti in comune. Ovviamente proseguirò la storia in questi due diversi modi. Buona lettura)

Il mattino dopo Rachele non era per niente radiosa, come ormai succedeva da molto tempo a questa parte, e gli avvenimenti della sera precedente avevano solo ulteriormente rovinato la situazione. Aveva bisogno di qualcuno con cui parlare, qualcuno con cui condividere i suoi dubbi, le sue incertezze, i suoi dolori. Subito il dito scorse nella rubrica del cellulare un nome che non chiamava da tempo, senza pensarci troppo cliccò il pulsante verde, dall'altro capo una voce rispose.
Era lui.
Vivo, all'apparenza. Assonnato, di sicuro. Ma era lui.
"Papà?"
"Rachele! Dove sei, piccola mia dove sei?"
"Sono in città, papà. Sono disperata. Ho assolutamente bisogno di te."
"Il bambino?
"No. Lui sta bene. Sono io che sto...come fai a sapere del bambino?", chiese, un po' spaventata.
"So tutto piccola mia, Giacomo me ne ha parlato prima di andare."
"Andare dove? Come fai a sapere di lui? Dov'è adesso, quando ho bisogno di lui più di ogni altra cosa al mondo?"
"E'...non avrei dovuto dirtelo. E' lontano. Ma tornerà."
"Dov'è?", la sua voce aumentò di volume.
"Non posso dirterlo. L'ho promesso."
"Papà, sono tua figlia. Sono sola. Sono disperata. Devo sapere dov'è e come fare per raggiungerlo.", singhiozzava ormai.
"Non puoi raggiungerlo. Non potrai almeno per i prossimi tre mesi. Poi tornerà. E scusami, ma ora ti vengo a prendere e ti riporto a casa.
"Papà?", il telefono si staccò. Quella telefonata le aveva solo messo in testa dubbi ancora più grandi. Non sapeva che fare in quel preciso istante. Si maledì per non aver mai voluto avere un benchè minimo aiuto dalla sua famiglia in passato, o dai suoi amici, quelli che ormai ha perso fuggendo dal paese. E alimentando le male lingue del luogo. Ora doveva fare una scelta, una sola semplice scelta: chiamare il suo capo ed accettare quel lavoro. O maledirlo. Lui e il suo dannato manager, quello che le aveva proposto l'affare, quello di cui non sapeva nemmeno il nome di battesimo.

Passò mezz'ora stringendo il telefono nella mano destra. Ci provò dieci volte a chiamare, ma staccò sempre un attimo prima che la chiamata partisse. Si convinse che in vita avrebbe potuto perdere tutto ma mai la dignità. E poi suo padre stava arrivando da lei per salvarla, così come faceva da piccola quando, dopo un brutto sogno, lui entrava nella sua stanza, la prendeva in braccio e la cullava facendola sentire finalmente protetta.

Aveva tanto bisogno di quell'abbraccio.
"Papà...quando arrivi?", disse, mentre abbracciava il cuscino e si trascinava in un lungo oblio senza sogni.

(2-Continua)

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Il mattino dopo Rachele non era per niente radiosa, come ormai succedeva da molto tempo a questa parte, e gli avvenimenti della sera precedente avevano solo ulteriormente rovinato la situazione. Aveva bisogno di qualcuno con cui parlare, qualcuno con cui condividere i suoi dubbi, le sue incertezze, i suoi dolori. Subito il dito scorse nella rubrica del cellulare un nome che non chiamava da tempo, senza pensarci troppo cliccò il pulsante verde, ma staccò immediatamente la chiamata. Non era ancora giunto il momento di ricongiungersi ai suoi, non dopo quello che era accaduto con Giacomo, non dopo che tutto il suo paese d'origine aveva iniziato a millantare notizie e atroci bugie, sulla sua scomparsa. Rachele si sentiva sola, in quel preciso istante, come se tutta la sua vita non fosse stata nient'altro che un viaggio senza accompagnatori. Guardò il suo appartamento, fissò i muri, le incrostazioni sul soffitto e le gocce che cadevano da esso. E capì che era giunto il momento di cambiare. La sua dignità stava morendo man mano, ormai non c'era più speranza di ricominciare. L'unico modo era quello di distruggersi l'anima.
E così fece. Chiamò il manager senza far trasparire alcuna minima emozione. Lui rispose entusiasta, con l'aria di chi sapeva perfettamente che alla fin fine avrebbe accettato la sua proposta. L'appuntamento sarebbe stato per il giorno dopo, ore 10 e 30, nell'ufficio del direttore.

"Dieci e trenta? Non è un po' troppo tardi?"
"Cara mia, solo i disperati si svegliano alle 7, o addirittura prima. Lei non fa più parte di quella categoria. Lei ora è parte dell'elitè", le annunciò, diventando quasi gentile per la prima volta da quando l'aveva conosciuto.
"Allora ci vediamo domani. Sarò da voi puntuale."
"Non si preoccupi, ci sarà una macchina sotto la sua dimora alle dieci, all'interno troverà una ricca colazione per lei e per il suo bambino...", in quel momento Rachele aveva persino dimenticato di avere una vita dentro di se, "deve essere in forma, noi vogliamo solo il meglio per le nostre collaboratrici. Ora la saluto che torno in riunione. A domani".
"A domani", mentre attaccava la conversazione comprese che il tono della chiamata era molto cambiato dalla giornata precedente, e che il ragazzo era diventato estremamente gentile. Aveva pure usato il "lei". Si sentiva quasi onorata, in quell'istante, di essere cresciuta di grado. Onorata. E si ritrovò a sorridere. Qualche minuto dopo si alzò dal letto con decisione e si buttò anima e corpo nella scelta del vestiario per il giorno dopo. Voleva assolutamente fare bella figura.
E l'avrebbe fatta. Ne era sicura.

(2-Continua)

martedì 26 giugno 2012

Bellezze estive


Non riesco a dare una regolarità a questo blog, pur acquistando Activia, dato che il tempo libero è poco e cerco di occuparlo tutto per dare una sorta di decenza alla mia esistenza. Quindi maggiormente le ore che passerei a scrivere post vengono occupate in modo migliore: tipo vedendo Touch con la mia pulzella o accompagnandola per un esame o semplicemente stando con lei. Sì, l'università ci ha concesso una lieve pausa e io ne avevo tanto bisogno.
Per il resto si vivacchia come sempre, ovvero odiando l'estate. Ma si cerca di trovare scappatoie per non pensare di puzzare quando due caimani in calore, cinque minuti dopo esserti fatto la doccia. Badate bene: non risolve niente mettersi due Arbre Magique sotto le ascelle. Già provato. Non serve neanche metterci direttamente due pini mignon. Non funziona, soprattutto perchè poi gli uccellini, le formiche e gli scoiattoli mini che vivono in quegli arbusti, non gradirebbero la vostra presenza.
E quindi si passa buona parte della nostra giornata a pensare a cosa fare per non morire di calore, per uccidere quelle maledette zanzare(che potrebbero aprire problemi teologici che oggi non voglio aprire, per trovare un po' di serena frescura. Il modo è uno solo:

Emigrare al Nord. In Svezia e Norvegia, che è più sicuro.

In attesa di avere quantitativo di denaro sufficiente a pagare un viaggio a me e alla mia pulzella in questi Paesi scandinavi, mi faccio forza e vado avanti. Come l'Italia.

Ma l'avete vista la partita? Io non voglio dire niente, perchè quest'anno mi son promesso di tenere un profilo basso, ma l'avete vista? Ma vi rendete conto che quelli che speravano nei rigori non eravamo noi? Quelli in difesa per tre quarti di partita non eravamo noi? Quelli vicino all'area avversaria eravamo noi? E quando mai è accaduta una cosa simile?

Mi sono decisamente sconvolto. Così tanto che al rigore parato da Gigi quasi piangevo.
E sì, lo so, che c'hai da piangere tu, misero essere, ad un rigore parato da un miliardario ad un altro miliardario. Che c'è da essere felice, esultare, festeggiare e carosellare in giro per la città solo perchè una squadra di azzurro(che è un colore che ci portiamo dietro dalla monarchia) ha vinto a pallone contro una squadra tinta di bianco? Che c'è esaltarsi mentre il mondo vive una crisi mondiale, la gente non ce la fa a vivere e il lavoro manca a tutti?

Non lo so. Mi viene spontaneo. Sono contento quando quella palla entra dentro. Sono sincero: per una sera mi voglio dimenticare delle schifezze dell'esistenza umana. Posso? Devo pensarci tutto il tempo materiale della mia esistenza? Non ci tengo. Una volta ogni tanto voglio potermi godere 90 o 120 minuti di pausa solo per me stesso. Per gridare, tutti insieme, quando si vince. Per ridere, tutti insieme, quando si guarda la partita. Per dare una mano all'economia(perchè l'Italia calcistica fa girare denaro, se non si nota), tutti insieme. Per sentirci tutti vicini, almeno per una buona volta. E per tornare poi a casa da lavoro, a notte inoltrata, e potersi godere una Samichlaus ghiacciata, di vittoria, mentre si riguardano i rigori su Youtube e si tenta di ricreare la stessa identica emozione.

E ora la Germania. Ad inizio Europeo guardavo solo video su quella famosa partita del 2006. Solo su quella. E' stata la più bella partita della Nazionale vista nella mia vita. Spero sia di nuovo così.

Forza Azzurri.

(Chiedo vivamente perdono per il post con evidenti derive qualunquistiche.)

sabato 23 giugno 2012

La scelta


Ti svegli ogni giorno arrabbiato con il mondo se lavori in un call center, Rachele non era da meno. Forse il lungo tragitto che la costringeva a cambiare ben tre autobus per recarsi al suo cubicolo di lavoro, era la parte migliore di quell'impiego. Poi iniziava la tragedia.
Salutava gli altri ragazzi che condividevano con lei quelle ore pregne di nulla cosmico, accendeva il pc, avviava il programma e si inseriva le cuffie come se fossero un cappio attorno alla sua gola, ed attendeva il boia. Che rispondeva sottoforma di lunghi squilli, l'attesa era la cosa peggiore, poi arrivava una voce dall'altro capo del telefono e iniziava l'orrore.
"Pronto? Sono Rachele del servizio clienti Customers Service, da oggi siamo attivi anche nella vostra zona e possiamo dedicarle un'offerta speciale. Con i nostri servizi lei non pagherà più il canone telefonico, pronto?"
Erano i più gentili quelli che attaccavano subito. I più veri. Poi c'erano le altre categorie, tutte diverse ma tutte portavano allo stesso identico risultato: "No". Negazione. Senza possibilità di infrangere quel muro fatto di paura e di sospetto che si annidava nelle persone chiamate. Un po' avevano ragione.
Perchè l'offerta speciale del giorno, che poi era sempre la stessa da un paio d'anni ma si rinnovava con denominazioni diverse ciclicamente, è conveniente sì, ma per chi la propone. Un paio di mesi e l'offerta diventa una mazzata ai danni del consumatore. Che immediatamente voleva disdire il servizio ma si ritrovava abbonato, forzatamente, per un anno intero perchè durante la registrazione del contratto ha acconsentito in ogni sua parte.
Il contratto registrato, certo. Qualcosa che la legge in vigore non permetteva. Rachele, al corso preparatorio(perchè sì ha bisogno anche di un corso preparatorio), chiese semplicemente: "Ma se il contratto telefonico non è legale, perchè lo facciamo?"
"Perchè lo fanno tutti", gli rispose il manager del momento. Quell'essere che ha l'obbiettivo di essere sempre sorridente e felice per far capire, a chi lavora al telefono, che l'azienda è bella, è forte ed è il luogo perfetto in cui vivere.
Non fece più domande. Seguì il corso come un'automa e si ritrovò in quel cubicolo. In soli tre giorni.

"Pronto? Sono Rachele del servizio clienti Customers Service, da oggi siamo attivi anche nella vostra zona e possiamo dedicarle un'offerta speciale. Ha visto le nostre divertentissime pubblicità con la nuova stella della comicità italiana Arturo Lacchetti? Stiamo diventando un'azienda importante e vogliamo offrirle l'opportunità di risparmiare sul canone telefonico, c'è ancora?"
Dall'altro lato rispondeva un'anziato. Erano le galline dalle uova d'oro. Tutti bramavano gli anziani, li si può intortare facilmente e il contratto in cinque minuti è già registrato. Rachele non riusciva a fregarli, ci provò tre volte e chiuse lei anzitempo la chiamata scusandosi per averli disturbati. Il manager, sempre sorridendo, sentì per caso quella conversazione e le fece una piccola ramanzina.
"Ciao...Rachele, giusto?", chiese, facendo alzare il ragazzo seduto al cubicolo affianco e prelevandogli la sieda girevole. Poi si sedette e si avvicinò così tanto a Rachele che per un attimo ebbe il terrore che lui volesse baciarla.
"Ehm...certo".
"Senti, Rachele, hai appena rinunciato ad un bonus abbastanza considerevole. Ed ho sentito, da voci di corridoio, che normalmente non effettui contratti quando il cliente è un po' in là con l'età. Capisco che l'azienda, anche se non porti contratti, ti regala un considerevole fisso di ben duecento euro mensili, ma queste sono occasioni da prendere al volo, se vuoi avere un futuro in questa nostra azienda, che è un po' anche casa tua. E tutti noi dobbiamo portare acqua al nostro mulino, capisci?"
"C...certo."
"Sai, anche io ero come te. Avevo iniziato l'università convinto di poter cambiare il mondo. Ero un futuro veterinario. Poi alla centesima porta in faccia ho capito che i giovani non possono assolutamente modificare nulla che è già perfetto in se per se. Possono solo diventare parte di questo sistema. Io ora lo sono, tu lo sarai. Basta solo aspettare un po' e tutti quegli obblighi morali che hai scompariranno. Poi mi darai ragione", si alzò in un secondo, fece un occhiolino vistoso alla ragazza e si infilò in uno stanzino. Rachele rimase ferma per qualche secondo, chiuse gli occhi e li riaprì e ritornò al suo lavoro. Altre sei ore ancora, si ripeteva. Solo altre sei ore.

Dopo un mese aveva captato, dai colleghi più esperti, tutte le tecniche per convincere i clienti ad accettare le loro proposte vantaggiosissime. Alcuni le consigliavano di essere aggressiva, di far leva sull'incapacità di molti di loro di contrattaccare nelle discussioni. Altri usavano la tattica inversa: la riluttazza. Con le mezze parole il cliente, senza volerlo, si ritrovava costretto ad acquistare una promozione che non aveva assolutamente voluto acquistare, prima di quella telefonata. I colleghi, comunque, cercavano di aiutarla ma senza scoprirsi troppo, ce ne erano alcuni di loro che riuscivano a portare a casa anche mille e duecento euro mensili. Ma erano diventati intrattabili, modificati da quelle stanze tutte uguali, da quei colori grigi, da quella abitudine malsana di guadagnare, guadagnare e solo guadagnare. Rachele, con milleduecento euro mensili, avrebbe potuto pagarci l'affitto della nuova casa ed iniziare ad intravedere un futuro per la piccola vita che aveva in grembo. Un futuro che, difficilmente, ormai riusciva ad immaginare.

La sua prima busta paga bastava a malapena a pagare le spese necessarie al suo sostentamento, anche se si avvicinavano ad essere in due, non tre. Giacomo era andato. Scomparso. Svanito. Alcuni dissero che fosse scappato alla notizia della gravidanza, arrivatagli per voci secondarie. Altri opzionarono l'idea di un malore, qualcosa di molto grave che richiedesse l'intervento di medici importanti, all'estero. Rachele non sapeva assolutamente perchè l'amore della sua vita l'avesse lasciata, senza una parola, da un giorno all'altro. Se ci fosse stato lui ce l'avrebbero fatta sicuramente, si convinceva, anche con mille sacrifici l'amore avrebbe vinto su tutto. Anche sulla miseria. L'amore è sempre stata la risposta perfetta ad ogni domanda che le avessero fatto nelle sua vita. In quel momento l'amore era la risposta. Ma la domanda era quella sbagliata.

Il secondo mese andò lievemente meglio, riuscì anche a comprarsi un vestito nuovo, ed un paio di piccoli pigiamini per la sua creatura. Li stringeva in petto, la notte, quando piangeva nel suo letto e si chiedeva perchè proprio a lei, salvo poi ritrovarsi a pensare che non era l'unica, ce ne erano migliaia nel suo stato, nella sua condizione, nella sua stessa identica situazione. Quindi si riasciugava le lacrime, si autoconvinceva di potercela fare e si addormentava stringendo a sè il pigiama rosa, come se potesse proteggerla dagli incubi notturni.

Il terzo mese, invece, Rachele iniziò a crollare. Troppe bugie, troppo stress, e la gravidanza nel risentiva. Fu costretta a rimanere a casa qualche giorno provocando anche le ire dei manager dell'azienda. Uno di loro, sempre il solito, le fece visita direttamente a casa, quando lei non poteva alzarsi dal letto, per farle una delicata ramanzina.
"Rachele...rachele...non so a che gioco stai giocando ma ai capi questa cosa non piace affatto", le disse.
"Quale cosa? Non capisco. Sto male per la gravidanza".
"Ecco. Questa cosa", annunciò puntanto il dito sulla pancia di lei, "questa cosa non la permettiamo ai nostri lavoratori. Come puoi tu essere un bene per l'azienda se non puoi nemmeno venire a lavorare? E ora, che è ancora ai primi tempi, chiedi qualche giorno di festa, e tra un paio di mesi vorresti andare in maternità, immagino, non credi di pretendere un po' troppo? Non credi di essere un peso per la società che ti dovrà pur sostituire per due anni?"
"Sta dicendo che dovrò rassegnare le mie dimissioni?"
"E' la prima opzione. La seconda, forse, sarebbe più adatta considerando la situazione in oggetto."
"Quale sarebbe?"
"Vede...il direttore ha...come potremo definirlo...uno sfizio, da quando era ragazzo. Trova irresistibili le donne in dolce attesa."
"E...vorrebbe gli facessi da segretaria?"
"Potremmo anche definirlo in questo modo. Ma è un'altro tipo di mansioni da segretaria particolare che tu dovrai svolgere."
"Cosa? Lei mi sta proponendo di prostituirmi?", trasalì per un attimo, provocandosi dolore fisico alla pancia.
"Lungi da me aver detto una cosa del genere. Non sono il tipo e non lo sarò mai, sono solo un umile messaggero di una persona che potrebbe prometterti un assegno mensile da millecinquecento euro per i prossimi cinque mesi. E solo per essere la sua ombra, ovviamente non in famiglia, sia chiaro."
"Se ne vada. E mi consideri già dimessa", si alzò, brandendo il ventilatore poggiato sul comodino.
"Stai rinunciando all'occasione di migliorare la sua esistenza, considerando la catapecchia dove vivi."
"Se ne vada! O chiamo la polizia".
"Le frasi da film non ti aiuteranno. Ti do ventiquattr'ore di tempo per decidere. Farò finta di non aver sentito le tue ultime affermazioni. Ti richiamo domani, non preoccuparti di recarti a lavoro, in realtà ti abbiamo già sostituita, scegli se dare un futuro al suo piccolo o non darglielo affatto. Scegli con calma. E salutami tanto il tuo caro ragazzo...ops...", chiuse la porta un secondo prima che il ventilatore scagliato dalla ragazza lo potesse colpire. Cadde a terra in frantumi. Anche lei scivolò sul pavimento affranta. Pianse sconvolta per molte ore. Poi si addormentò esausta.

(1-Continua)


venerdì 22 giugno 2012

L'invidia del fan

Parla per te!

E' finita! Sono guarito, ho perso quella voglia smisurata di accondiscendenza da gente sconosciuta e mi sento bene, forse non l'avrei mai sospettato prima, ma sto bene. Vi ricordate il vecchio me? Quello che cercava in ogni modo di avere più "likes" su facebook e più "follower" su Twitter e più commenti su questo insulso blo, aggiornato ormai ogni due-tre giorni perchè il sottoscritto non riesce ad avere il tempo nemmeno per contarsi le unghie dei piedi? Ecco. Quel tizio è scomparso, svanito, distrutto.
Ma cosa è accaduto all'uomo che cercava amabilmente di spiegarsi perchè le note piene di significato di Camorra&Love che parlavano per frasi fatte, luoghi comuni, e detti popolari, fossero così amate dal pubblico più importante facente parte della creatura di Zuckemberg: gli adolescenti sgrammaticati.

Per loro una frase come "Rosso di sera bel tempo si spera" è come una poesia di Pascoli per un letterato. E' un pensiero che nella loro mente bacata non farà mai capolino e verrà messo da parte ed immagazzinato dietro a concetti ben più importanti quali:

-) il nuovo Iphone.
-) il nuovo Ipad.
-) il nuovo deceduto eccellente che dovrà insegnare agli angeli qualcosa(perchè sì, anche i bimbi hanno un cuore e tu che li critichi non capisci il loro dolore)
-) creare nuove pagine sgrammaticate.
-) andare su pagine altrui a dire "passa di qui" con relativo link.
-) vantarsi con gli amici di aver fatto follie con la squinzia/squinzio più bello/bella della scuola(quando si sa che non escono manco per un'ora al giorno perchè comporterebbe staccarsi dal pc).
-) varie ed eventuali che comprendono "i miei genitori sono degli idioti", "il mondo è fatto apposta per me", farsi foto davanti allo specchio con labbra alla Marini, rovinare con photoshop foto già rovinate di suo.

Per questo frasi del genere di "Cielo a pecorelle, acqua a catinelle", sarà condiviso più di un post che io stesso produco e regalo al pubblico (dal produttore al consumatore), perchè esprime un concetto perfetto su ogni punto di vista ma in poche semplici parole.
Come Twitter d'altronde.

Ma quello è un discorso a parte. Twitter non permette l'uso di note ma ha anch'esso la sua bella collocazione bimbesca di sottofondo. E lo si può spiegare in due semplici parole "belieber" o "directioner".
Credo che già c'ho fatto un discorso su questo argomento, ma mi permetto di ripassarci.
Anche qui funziona come Facebook l'idea del gruppo, dell'unione, della condivisione della stessa passione, forse un po' eccessiva, verso un gruppo musicale o un cantante. Nel senso del "io followo te se tu followi me perchè appartiamo allo stesso stile di vita". Sì. Perchè seguire un cantante per questa gente è uno stile di vita. Perchè alla voce segni particolari, sulla carta d'identità, queste persone si farebbero scrivere "beliebers" o "tizio dei One Direction sei troppo bono".
Ho visto certe cose su Twitter che voi non internauti non potreste nemmeno immaginare. Uno status recitava così:

"RYAN: SONO BRUTTO! OBAMA: COSA? PAPA: COSA? MONDO: COSA? RYAN: NO, SCHERZAVO, SONO PERFETTO".

Questo tweet, già orrendo perchè tutto scritto in maiuscolo, era uno dei top tweet giornalieri. E dopo averlo visto sono arrivato a questa considerazione: rimanere di nicchia, oppure per dirla papale papale: meglio che non mi si caghi nessuno. Perchè principalmente scrivo per me, scrivo di cose che mi piacciono, parlo del mondo intorno al sottoscritto ed ogni tanto invento anche storie ma mi piace l'idea di rimanere me stesso, e non lasciarmi influenzare enormemente da ciò che mi piace.
E va bene se la pagina fan del Bloggo consta di 530 anime pie, se il mio contatto Twitter ha solo 88 follower, va benissimo. L'invida del fan è finita. Ora vivo felicemente la mia esistenza da internauta fregandomene della massa.

E ci sto un'amore.

martedì 19 giugno 2012

Segni del destino


Sono cose che accadono in combo senza manco chiederti perchè accadono. E ti rendono felice o perlomeno contento, se non raggiante. Che è sempre meglio di essere triste, insoddisfatto e depresso, o no?
Partiamo dal principio: Sabato sera, a lavoro, poco dopo essere rientrato da due ore d'autostrada con caldo soffocante, mi si rompe il poggianaso(si chiama così?) degli occhiali. Non è la prima volta che accade, ma poteva capitare in un giorno migliore no? Quindi mi passo tutto il fine settimana, che è il periodo di maggior lavoro nel luogo in cui dono la mia opera da piccolo aiutante (ma non di Babbo Natale, battuta pessima, queste passa il convento), con gli occhiali mezzi rotti (aggiungiamoci anche l'asticella di destra che è in condizioni precarie da mesi), e con l'idea di comprarmene direttamente un paio nuovo lunedì ovvero ieri.
Mi reco al centro commerciale che ha un ottica al suo interno e ne approfitto pure per fare una spesa di patatine ed altra roba da partita, dato che i giovinotti miei amici passeranno la serata alla mia dimora per Italia-Irlanda. Nella mia mente c'è un sola idea, più che altro: sperare nel ritorno della Samichlaus. Speranza vana, se manco l'ho trovata all'Auchan, ormai non è possibile trovarla in nessun luogo.
Mi reco dall'ottico che mi chiede di ritornare alle 17. Quindi abbiamo quaranta minuti di tempo per fare una spesa di schifezzerie degna di questo nome. Scendiamo e ci infiliamo subito nel reparto birre. Era da giorni che associavo l'idea: "Se c'è la Samichlaus, l'Italia distrugge l'Irlanda e la Spagna vince". Ne ero sicuro. Ma la birra non c'è.
Anzi.
La birra sembra quasi sparita dalla circolazione. A parte il solito reparto di birre nostrane, che salto a piè pari, è scomparso anche lo scaffale con le birre in lattina, giusto oggi che un paio di Crest me le sarei prese. Arrabbiato e deluso inizio a tormentarmi all'idea di una sconfitta sicura contro il Trap.
Poi il lampo di genio: fammi controllare nel reparto promozione, magari c'è qualcosa che mi potrebbe interessare.
Trovo le Crest, erano ammonticchiate in abbondanza ad un prezzo d'occasione. Vedo le Paulaner a 1 euro(e si devono comprare in questi casi) e un passo più in là...lei...la mia amata...

Salto di gioia che manco al gol di Balotelli la sera.

La mia pulzella osservava questo tizio che considera il suo ragazzo festeggiare per una birra. E non riusciva a credere se fosse un incubo o stesse accadendo realmente.
La Samichlaus è lì. Ed è pure in promozione. Ben trenta centesimi in meno. Che su un prezzo di 2 e 50 si fanno sentire. Raccatto sette bottiglie, e ne lascio altre 11 sullo scaffale. Una la faccio comprare ad un paio di ragazzi che stavano da quelle parti mentre festeggiavo e ne decantavo il sapore, la gioia e la vittoria ormai strasicura dell'Italia alla sera.
Loro avevano paura del "biscotto". Io ero stra-certo che non ci sarebbe stato. Il tempo e i fatti poi mi hanno dato ragione. L'Italia ha vinto. Quella ultima Samichalus che tenevo a casa per l'eventuale passaggio del turno ieri sera è stata aperta, all'una e mezza, mentre cenavo amabilmente dopo essere andato a lavoro alla fine del match.

E quei due bicchieri sapevano di felicità.

Perchè ci vuole poco, ben poco, ad essere felici in un'Italia che è disastrata in ogni parte la vedi. Ma il popolo, la gente, le persone, anche il sottoscritto, devono avere qualcosa per cui festeggiare, qualcosa per cui sentirsi vicini, sentirsi uniti. Se non è la  Nazionale di calcio sarà un tiratore alle Olimpiadi, o una Nazionale di Pallamano, o una macchina italiana con un guidatore spagnolo, o qualsiasi altra cosa. Tipo una birra. Austriaca magari. Di 14 gradi. Che ti fa addormentare più sereno e sicuro che la giornata successiva sarà ottima. O perlomeno decente da vivere.
Anche con tutto questo caldo, che odio a prescindere.

L'Italia passa ai quarti. Ho un'altra birra in frigo, spero di berla domenica sera. Anche più tardi. Ma lo spero ardentemente. Se arriviamo alle semifinali possiamo esserne felici, abbiamo fatto ciò che dovevamo. E spero vivamente di acchiappare la Francia.

L'Italia vince. E dimentico i centocinquanta euri di occhiali nuovi che domani andrò a ritirare. Li dimentico. Ricordo solo le cose belle: un gol di testa, un gol in rovesciata, le risate davanti alla televisione, l'entusiasmo dei miei amici, le frittelle d'alghe di mia madre, il sacrificio della mia pulzella, un tricolore sventolato troppe poche volte in un anno.

domenica 17 giugno 2012

Ultime notizie: fa caldo.


Il caldo è arrivato ed io sto soffrendo: ho un dolore assurdo alla spalla che non mi permette di camminare decentemente(e la cosa divertente è che mi succede solo dopo che mi alzo dal letto, quindi posso svolgere qualsiasi mansione che richiede la mia presenza su due piedi, tipo lavorare, correre, saltare, giocare a calcetto et similia), l'osso sacro che non mi permette di sedermi in modo sconclusionato, un blog quasi abbandonato, la lettura quasi abbandonata, una relazione in cui bisogna contare i minuti in cui si sta assieme e viverceli al massimo, un sonno perenne o quasi, una pancia da bevitore di birra che non merito dato che ormai sto attendendo(quasi come un fioretto) che una certa Nazionale Italia si decida a passare il girone per poter festeggiare con l'ultima Samichlaus. In tutto questo, devo far i conti con la mia totale incocludenza a chiudere le promesse che principalmente ho fatto a me stesso e che temo che prima di settembre non chiuderò mai. Aggiungiamoci poi una totale mancanza di fantasia che non mi permette di scrivere una cosa una che sia degna di questo nome. Aggiungiamoci pure che appena si superano i trenta gradi il mio corpo va' in tilt desideroso di aria condizionata ma il mio cervello, che ha una memoria interna in grado di garantire l'ordine generale e poche altre funzioni primarie, gli ricorda che è dannosa e gli consiglia di andare a correre. Con trentatrè gradi. Alle cinque di pomeriggio.

E, a parte il fatto che gli automobilisti si fidano molto di chi corre per stada per avere indicazioni, posso affermare che è andata bene. Ed ora mi posso concedere un'ora di pausa prima di recarmi a lavoro.

Prometto che un giorno scrivo un post degno di essere letto. La cosa di cui sono più contento è che ben pochi mi leggo e quindi deludo poche persone.

Ah, però, mi raccomando: mangiate frutta, bevete acqua e non uscite nelle ore più calde eh! E se i vostri nonni sono in difficoltà parcheggiateli nel reparto formaggi del supermercato. Riprendeteli alle 20 sennò vengono chiusi dentro.

venerdì 15 giugno 2012

Lettera ad un giorno lontano


Caro 31 Ottobre,

io e te ci conosciamo e ci vogliamo bene, perchè sappiamo che quando tu arrivi, normalmente, il caldo estivo è già un ricordo lontano, l'ora è già stata spostata all'indietro, e la pioggia scorre amabilmente ogni dì o quasi, tranne che di mercoledì. E sai che ti amo, come al primo giorno, come al primo acquazzone, come quando da adolescente osservavo scendere l'acqua dal cielo sperando desse una lavata alle mie delusioni, ma sembrava non farlo mai.
E' strano scriverti una lettera ora, a Giugno, proprio mentre tu sei lontano e fuori dalla mente della maggior parte della gente. Di quelli che attendono questi giorni afosi, e ce ne sono tanti. Tra chi li aspetta per lavoro e chi per divertimento, in mezzo ci sono io, fermo, con i capelli rasati che aspetto te, cercando di distrarmi in ogni modo.
Perchè io voglio che tu arrivi, 31 Ottobre, ma nello stesso tempo ne ho anche paura. Per un solo motivo specifico che non ti sto qui a spiegare ma che successivamente capirai. E che certe volte mi blocca, già da ora, al pensiero del "futuro".
Ma poi penso a te, a questa data, e agli altri 4 giorni accanto. Penso che saranno ciò che io chiamo "felicità", ciò che io chiamo "amore", ciò che io chiamo "passione". Penso che saranno i cinque giorni che ho sempre sognato, che ho sempre desiderato accadessero, che aspettavo da anni, forse da quando sono nato. I giorni in cui essere me stesso 24 ore su 24, con accanto qualcuno a cui piace molto che io sia me.
Ed è per questo, 31 Ottobre, che io quando sto un po' giù in questo periodo (dove cerco di svagarmi pensando agli Europei e va' a finire che continuo ad intristirmi), per diversi motivi che alla fin fine si riassumono sempre in uno solo, penso a te. E mi sento un po' meglio. Più passano i giorni più mi sento bene però. E si sa, i giorni passano. Un anno fa in questo periodo stavo riscoprendo la vita. Due anni fa ero, pressochè, inutile all'umanità intera, oggi mi sento un filino migliore.
Un filino, niente di più.
Tra un anno spero di sentirmi ancora meglio ma soprattutto vorrei ricordare, e bissare, le esperienze che avrò dal tuo giorno, 31 Ottobre 2012. Ti aspetto ogni ora che passo a fantasticare. Sarà stupendo. Sarà nuovo. Sarà meraviglioso.

E' questo che mi fa andare avanti con un po' di sorriso.

Arriverai. E tutto si modificherà. Ma in meglio.

Tuo,
Davide.

Ps: Devo decidermi a prenotare però. Lunedì inizio le chiamate mattutine ai B&B. Sennò si va' a dormire sotto i ponti, diamine!

mercoledì 13 giugno 2012

Un calcio ad un pallone


Ah, i mesi caldi. Ti servono soprattutto per guardare le signorine mezze nude in strada, ammettiamolo. Per il resto li odi. A meno che tu non sia uno di quelli che adora stare tre ore al sole per avere un'abbronzatura perfetta da sfoggiare al mare. Che io c'ho sempre pensato su 'sta cosa: uno, la prima volta nella stagione che deve andare al mare, non può far notare che è bianco e che quella è la prima volta dell'anno in cui esce di casa in costume(per fortuna, direbbe il vostro vicino di casa). E invece conosce gente, alcuni anche miei parenti, che prima di andarci devono passare o una settimana sul balcone a prendere il sole, o nel centro abbronzante per una lampada. A parte che fa male, come il fumo, l'alcool e il vicino di due metri e venti per centoventi chili, non vedete una sorta di controsenso enorme in questa faccenda?
Il caldo poi ci porta ad annose questioni di puro carattere tecnico: il sudore. Noi tutti odiamo il sudore. Lo spero. Se tra di voi c'è un amante del sudore prego esca immediatamente dalla stanza, e che si trovi un hobby migliore e meno asfissiante.
Anche se, diciamocela tutta, ci sono momenti in cui il sudore serve e se non ci fosse sareste decisamente deceduti: durante lo sport. In quei momenti il sudore che passa attraverso tutto il corpo ti raffredda ed evita che tu muoia in campo tra atroci spasmi(o almeno così penso), ma il sudore, che fa capolino anche a Dicembre quando giochi a -10 gradi, nei mesi estivi diventa qualcosa di insopportabile. Soprattutto per la tua ragazza quando la riaccompagni a casa dopo un'ora e mezzo di calcetto. Uomini, se rimane con voi e vi ama ancora, è la donna della vostra vita.

Il calcetto. Giusto. O il calciotto, il calcio, il sacro gioco della palla rotolante in rete mentre 10, 16 o 22 omini cercano di agguantarla o lanciarla lontano. Che bel gioco. Ed è in questo periodo che si gioca di più e io, come ogni anno, non me ne capacito.
Lo so. Sembrerebbe più normale giocare con il sereno piuttosto che con una tempesta autunnale o con il freddo gelido invernale, ma da questo mese e poi almeno fino a metà Settembre, le partite saranno un connubio perfetto di odio verso il sole, odio verso il vento che non soffia, odio verso i tuoi compagni di squadra (ma quello c'è sempre), ed odio verso te stesso, che con il caldo sei ancora più pippa del solito.
L'importante, in questi tre mesi di afa, è o assoldare un indiano autentico che proceda con una danza della pioggia giusto per quell'ora di partita, o sperare ardentemente che almeno ci sia una nuvola passeggera che stazioni davanti al sole il tempo necessario per non perdere tredici chili solo di sudore. Che poi, quella sensazione orrenda del raggio di sole che penetra nel tuo cervello, ti impedisce anche di pensare correttamente perchè sì, in campo, io faccio certi pensieri elaborati che voi non avete mica idea. Chi pensa che i calciatori siano individui senza cervello che rincorrono una sfera bianconera mentre il pubblico sugli spalti si picchia sfogando le proprie frustrazioni personali in una rissa, si sbaglia.
Il calcio e tutti i suoi derivati, sono sport di concetto. Per questo ho elaborato la lista delle dieci frasi che il sottoscritto pensa amabilmente durante le sue partite abituali (quindi anche oggi perchè il Mercoledì è sacro).

DIECI PENSIERI SCOMPOSTI DURANTE LE PARTITE DI CALCETTO

10. "Perchè tutti sono più veloci di me? Congiuzione astrale avversa? O semplicemente sono nati dopo?" (Percentuale di esattezza: 50%. Sono, sì, nati dopo, ma sono magri. A differenza mia)
9. "Lo so già dove vuoi andare, ora fai la solita finta. Ma io non mi faccio fregare." (Percentuale di esattezza: 10%. La finta è sempre la solita, ma mi farò di nuovo fregare).

8. "Ora te la piazzo lì" (Percentuale di esattezza: 40% nelle buone giornate. 100% se è nella propria porta).

7. "Dopo devo andare a lavoro, spero questa partita non finisca mai." (Percentuale esattezza: 80%, ma solo perchè sto sempre perdendo e voglio ancora più minuti per perdere ancora)

6. "Non mi vede mai nessuno quando sto a porta vuota, ma forse...sono invisibile! Il mio sogno si è avverato! Da domani vivrò negli spogliatoi femminili delle giocatrici di beach volley! Eurek...ahia!"(Pallonata in faccia) (Percentuale di esattezza: 90%. Sì, non mi vedono. Sì, sono alto due metri. Sì, li vorrei prendere a pallonate. Ma è più probabile lo faccino loro.)

5. "Questo è l'ultimo che prenderemo, ora parte la rimonta." (Percentuale di esattezza: 2%. Dopo se ne prendono minimo altri cinque. In cinque minuti.)

4. "Ho sbagliato le squadre". (Percentuale di esattezza: 80%, ovvero quando sto perdendo. E c'ho una media di sconfitte assurda.)

3. "Forse porto sfiga io". (Percentuale di esattezza:  90-80-70-60%, dipende dalla giornata)

2. "Ma noooo, sono scarsi loro." (Percentuale di esattezza: 10%. Sono scarso io, ma lì non me ne rendo conto.)

1. "Ora la passo a quello a porta vuota, se lo merita." (Percentuale di esattezza: 0%. Macchè: si deve sfondare la porta. Pigliati questo, portiere: una loffia a due centimetri orari, e il consecutivo insulto da parte del mio compagno di squadra nei miei confronti).

Pensiero extra: "Chissà se Melissa Satta e la Canalis stanno vedendo la mia partita, sicuramente si innamorerebbero all'istante di me...ahia"(Pallonata in faccia: il tiro perfetto era da parte della mia pulzella in panchina...ormai mi legge nel pensiero).

Ne segno 5 oggi. E poi vado a fare la sfilata con la maglia dell'Italia. Ma oggi, non domani.

Aggiornamento: segnato un solo misero golletto e senza manco farlo apposta. Vabbè, vuol dire che esulterò con la vittoria della Nazionale. Attendo la sfilata!

lunedì 11 giugno 2012

Across the Universe



Ieri è andata bene no? Facciamo che ne parliamo poco, per scaramanzia, quest'anno. Facciamo che faccio l'ottimista in modo pacato, quasi invisibile, facciamo che la butto lì ogni tanto ma non ci faccio post su post analizzando tutto quello che è possibile analizzare in qualsiasi risultato. Soprattutto in quelli brutti.
Due anni fa è andata di schifo, tre anni fa pure, quattro anni fa così così, sei anni fa meravigliosamente. Non so come andrà ma le premesse potrebbero essere buone. E non mi sbilancio.

Lunedì musicale con canzone nuovissimisso. Buon inizio settimana. Io aspetto giovedì con trepidazione. Intervellata da un match di calciotto ed uno di calcetto. Quando si dice essere sportivi, d'altronde...


sabato 9 giugno 2012

Statuetta Padre Pio Swarovski - Ricerche Maggio


Poca prefazione stavolta, ho un sonno micidiale e tra un paio d'ore dovrò essere a lavoro. Quindi, invece di dormire, come fare qualsiasi persona senziente, io scrivo un post con le ricerche del mese mentre ascolto la Gialappa's commentare Olanda-Danimarca. Sì, era meglio dormire ma è che mi disegnano così.

Podio mensile con ricerche un po' datate. Ormai (not provided) diventa il campione indiscusso di questo blog con 247 cliccate, al secondo posto jessica alba rimane intristita per essere stata sconfitta con sole 152 cliccate e in terza posizione ancora una passione indiscussa dei nostri visitatori per le piccolissime rane (77). La ricerca del titolo ci fa capire la generosità della Chiesa e l'amore dei cattolici per l'elemosina oltre che l'odio per l'ostentazione del superfluo.

bloggo degli sgrittori (19) : Una media generale di 7 minuti sul blog. Questi 19 individui io li voglio tanto bene. Se mi leggete, palesatevi e avrete un cesto (vuoto!) a Natale.

foto comicon 2012 (17) : E' bello sapere che c'è ancora qualcuno che son riuscito a fregare con quel titolo.

ragazze polacche (3) : E' bello che in periodo di Europei si modifichi le proprie ricerche per adeguarsi al Paese ospitante.

michelangelo tommaso è fidanzato (2) : Ed io non ho più motivo di esistere, direi.

perchè da meridionale non posso tifare juventus (2): Non capisci le cose basilari, amico mio. E' ovvio che tu debba per forza tifare Napoli, perchè è la squadra regina della Campania e soprattutto è indice di napoletanità così enorme che ti spinge a pensare come mai tutti e undici i calciatori titolari non siano vestiti da Pulcinella con la pizza in mano. Per fare un esempio: basti pensare a come lo spogliatoio sia tutto rigorosamente napoletano, perchè la Nazionale Partenopea ha calciatori SOLO napoletani, tipo Campagnaro, Zuniga, Lavezzi, Cavani, Hamsyk, Pandev, Inler e molti altri. Sei ancora in forte dubbio? Corri a comprare la bandiera di Maradona (noto personaggio nato a Casavatore) e tifa per il Napoli Soccer. Ah no, quello non esiste più.

amo la scuola perchè esej : Beh, non posso darti torj.

birra samichlaus dove la vendono: Eh, se lo sapessi compare sbevazzatore mio...

brutta ma bona : Nel senso di viso stupendo, corpo orrendo. O viceversa?

cacca di dio : Voglio proprio vedere cosa si trova su Google Immagini con questa ricerca.

come si chiama quel film quando christian de sica vuole far l'amore con una lo fa ma puoi la donna lo caccia al balcone nudo e lui poi va in una casa che lo sculeggiano : Non lo so. Ma se lo sapessi lo vedrei e poi mi caverei gli occhi, perchè con una trama così deve per forza essere l'ultimo capolavoro che dovrò vedere.


foto gesica alba : Io ne ho di scarlet gionson e di angelina giolì, valgono lo stesso?


gay zeus : Noto che le religioni vivono un periodo di stanca.

kim kardashian con pantaloni : Non sia mai trovassi foto in bikini, che ovvove!


perchè gli one direction adorano l'italia? : Perchè il loro agente così gli suggerisce di dire.


perchè i conigli di cioccolato : E' la storia di Gesù, ovvio.


the beatles riassunto : Ma delle puntate precedenti, intendi?

sognare tanti cavalli che corrono e fanno spettacolo sulla nave quali sono i numeri da giocare ? al lotto : Vorrei tanto vedere lo spettacolo dei cavalli. Soprattutto sulla nave. E la faccia del tizio a cui, in ricevitoria, andrà a parlargli del suo sogno.

uomo più brutto del mondo foto : E finitela di cercare le vostro foto su Google!


tutti i film di nino d'angelo : Non lo fare! Esistono modi più dolci per suicidarsi!


Angolo dell'Hard con tante belle robine succose. Tipo tanta roba sui meloni, le angurie, le pere. Non so perchè ma la frutta piace un casino.


selvaggia lucarelli hot (3): Che è l'unico motivo per cui le concedi di parlare a sproposito: per le sue idee anteriori.

napoletane porno che festeggiano la coppa italia : Su internet ogni occasione è buona per farci un porno, ormai.

donne extra nude: Quell'extra vuol significare "radiografie"?

topa sub : Come tutti sappiamo, esistono molte pantegane da mare.


foto di donna mora maggiorata in bikini : Di 23 o 24 anni?

gnocca con chitarra : Perchè è lo strumento musicale che eccita.

ripeto che non sto cercando gnocca : "Senza che cerchi di insultarmi, Google dei miei stivali, un'altra di queste accuse e ti denuncio, cribbio!"

venerdì 8 giugno 2012

Elogio del Fantacalcio


Due giorni di non lavoro trasformati in qualcosa di peggio considerando le ore in cui sono stato impegnato. Spiego per chi non ha interesse a leggere le mie cose o ha poca memoria: martedì e mercoledì sera, complice l'avvicinarsi degli Europei di calcio, ho intrapreso la mirabile missione di due aste a distanza ravvicinata con otto membri ciascuna. Quattro di questi, compreso il sottoscritto, ci sono ad entrambe le competizioni. Quindi non sono stato il solo ad andare a dormire non tardi, ma tardissimo.
Sono abituato a mangiare ad orare strani e andare a dormire ancora più tardi ma cenare con uno dei componenti del Fantacalcio alle ore 4 di mattina (o di notte) e andare conseguentemente a letto alle ore 5 meno qualcosa, anche per me è stato lievemente strano. Ma volevo discutere delle cose belle di questo "sport" da tavolata ed intelletto.

Sinceramente: l'asta iniziale mi fa paura. Dato che in passato, nel lontano 2006, mi autonominai Presidente della prima edizione del FantaPezzotto (qualche anno dopo feci lo stesso per il FantaBorrasso), ho sempre quella ansia da prestazione in cui devo pensare di:

-) organizzare al meglio i tempi pre e post asta.
-) trovare il giorno utile per tutti.
-) avere un collegamento internet ed un programma giusto per l'occasione.
-) non effettuare favoritismi a random e applicare le stesse cattiverie per tutti, anche per il sottoscritto.
-) far trovare ai pulzelli una griglia vuota, una penna scrivente, qualcosa da sgranocchiare, una copia della Gazzetta.
-) varie ed eventuali a seconda della competizione in corso.

L'asta iniziale mi fa paura perchè soprattutto non si sa a che ora si finisce. Tempo medio: quattro ore se si sta tutti nello stesso luogo. Ovviamente la durata aumenta se alcuni risiedono altrove e non riescono a fare a meno della competizione. Quest'anno, durante il campionato, ci abbiamo messo relativamente poco. Quattro ore e mezza per parte. Tanto entusiasmo per ciò.
Invece per l'Europeo cinque al primo e sei al secondo.
Significa finire l'asta alle 2 e mezza di notte di martedì e alle 3 e mezza di mercoledì. E poi cenare perchè ormai, con gli orari che il sottoscritto ha, non riesco più a cenare verso le 20-21.
Esperienze che segnano dentro. Soprattutto se ti fai una squadra di sconosciuti che ci vorresti piangere. Ma la sensazione che da l'asta inziale, quella positiva, è il "bordello" che si viene a creare tra i giocatori che sono tutti, alla fin fine, facenti parte della schiera di amici più intima no? Poi ci sono quelli sconosciuti che improvvisamente inizi a vedere quasi sempre. Da Presidente di Fantacalcio ed organizzatore di calcetto, se un ragazzo che ad Agosto manco conoscevo ad Ottobre diventa quasi un fisso di calcetto, vuol dire che su quel ragazzo ho fiducia. E questo succede grazie a quelle quattro ore minimo di asta. Dove ci si confronta, ci si urla contro, ci si odia quando qualcuno fa offerte sui tuoi pupilli, ci si sfotte per i campionati andati, ci si tira amorevolmente i piedi (espressione napoletana per indicare "portare iella"). E pure se mercoledì, quando la serata andava moooolto lenta perchè i giocatori su internet erano ben 3, ad un certo punto stavo pensando di lasciare tutto e tornarmene a casa(considerando che già c'ero, a casa!), le risate che mi facevo con quella banda di amorevoli cazzoni mi facevo desistere immantinente dal pensiero buio. E la piacevole sensazione del silenzio, al termine di quelle ore di spenseriatezza e casino, è qualcosa a cui difficilmente ormai posso rinunciare.
E poi di aste iniziali ce n'è solo una all'anno. Poi se ti vuoi male ci sono gli eventi delle Nazionali. E poi, se ti vuoli male davvero, c'è pure la Champions.

I tizi che puntualmente non vuoi incontrare all'Asta ma si presentano ugualmente:

Il Presidente superaccessoriato: ha computer, programma di fantacalcio, ultime formazioni dell'anno scorso, i risultati degli ultimi sei anni di fantacalcio, le quotazioni gazzetta e di ogni sito vivente, ha i bigliettini dei sorteggi già pronti, le coppe già comprate e il giorno di ferie già preso. Peccato che sbagli il giorno dell'asta.


Il Ritardatario: Inizio asta ore 8 e 30. Puntuali. E lui si presenta un'ora dopo. Adducendo scuse plausibili o meno. Il ritardatario continuerà a farsi odiare durante l'anno sia quando invia la formazione sia alle aste di riparazione. Nove volte su dieci si dimentica il giorno.

L'esperto di calcio: Sa già chi sono le sorprese, le delusioni e gli allenatori esonerati della stagione in corso prima che essa inizi. Per poi comprare pacchi assurdi e ritrovarsi a lottare per non retrocedere.

Il Distratto: Non sente il novanta per cento degli acquisti degli altri. E' sempre intento a parlare con il suo vicino di posto(mentre questo continua l'asta normalmente) e chiama i calciatori già comprati dagli avversari. Fuori dal mondo. Per lui l'asta è un momento per svagarsi.

Il Rilanciatore Folle: In venti minuti ha già metà squadra. Tutti i nomi chiamati gli interessano. Appena finisce i soldi inizia a rilanciare su emeriti sconosciuti solo per chiudersi ogni spazio possibile e rovinare l'asta agli altri. E' odiato dal gruppo intero.

L'Attaccante: Un tizio che ha Ronaldo, Messi, Villa, Ibrahimovic, Totti e Di Natale in squadra ma negli altri scomparti gioca solo con panchinari e col portiere dell'Ascoli. Per lui l'importante è fare gol. Del resto non gliene frega alquanto.

Il Difensore: E' l'antitesi del calcio Zemaniano. Gli interessano solo difensori e centrocampisti difensivi, ed anche un ottimo portiere. Vuole vincere le partite tutte uno a zero. E il suo miglior attaccante arriva a malapena a 10 gol in 38 giornate.

La Coppia Scoppiata: Si odiano ma fanno il Fantacalcio assieme. Hanno idee completamente diverse sui giocatori e si ritrovano costretti ad avere una rosa insoddisfacente per metà (quando va bene). Memorabili le discussioni tra i due durante l'asta. Sono uno spettacolo nello spettacolo per gli altri giocatori.

Il Vituperato: Non ha mai vinto niente ma gioca incessantemente per non retrocedere. Ogni tanto ha scatti di orgoglio e durante l'anno inanella una serie di risultati utili che fanno gridare al miracolo. Gli altri gli giurano, ad ogni asta iniziale, che quello sarà il suo anno. Lui dovrebbe rispondere grattandosi le palle.

Il Perdi-tempo: Non sa mai chi chiamare. Non sa mai quando è il suo turno e pure se glielo ricordi un minuto prima, si dimentica che gliel'hai ricordato. Rallenta a dismisura l'asta e normalmente si piazza di fronte al Presidente per sfidarlo a fermarlo.

L'Incompetente: Non sa chi gioca. Non sa chi è in serie A. Non sa chi siano i giocatori che sta acquistando. Normalmente finisce a premi.

Il Fantozzi: I suoi giocatori, chiunque siano, non riescono mai a concludere la stagione: infortuni, espulsioni, persino arresti. Dagli altri è guardato con stima, più che altro sperano di non dover mai giocare seriamente a calcio e venire comprati da lui nella sua fantasquadra.

Lo Scopritore di Talenti: Si fa un'intera rosa di sconosciuti, se riesce ad averla vinta col Rilanciatore Folle. Si frega le mani a fine asta pensando alle riconferme della prossima stagione, pur sapendo benissimo che cercherà ancora nomi nuovi per far notare agli altri la sua conoscenza calcistica. Passa ore su Youtube a vedere finte e controfinte del nuovo talento argentino. Quello che, in Italia, poi non giocherà nemmeno un match e lo farà sacramentare davanti alla tv.

E purtroppo ci sono anche questi due membri:

Il Disperato: Se finisce a premi è il primo a richiederti il denaro. Ogni giorno ti contatta per sapere se la quota è stata raggiunta. Non te lo togli di torno prima di avergli dato fino all'ultimo centesimo.

Il Fuggitivo: Dona parte o nulla della sua quota. Alla fine del campionato risulta irreperibile. Inizia ad accampare scuse sulla sua presenza nel Paese. Se poi alla fine paga la sua quota, fa l'offeso per le tue "enormi" insistenze (chiamarlo due volte su Facebook in due settimane), se non paga non lo rincontri mai più. Per fortuna di sti tipi ne ho incontrati solo due. E nessuno quest'anno.

Forza Azzurri!

martedì 5 giugno 2012

Incombenze - 2


E' Giugno cribbio. E' Giugno. E mi sembra che il mondo intero abbia deciso di subissarmi di impegni, più o meno importanti, ma pur sempre impegni. E cosa c'è a Giugno di così importante per tutti gli italiani? Non rispondete gli Europei che ne abbiamo già parlato nello scorso post, indove vi esponevo anche i miei dubbi per i due FantaEuropei in programma oggi e domani.
C'è l'Imu! E ora debbo pensare anche a questo per il patronato del mio genitore. L'imu. Dannato Monti, non potevi metterla a Luglio? Dopo la fine degli Europei? Così magari da vincitori si festeggiava donando allo Stato del vil denaro. O da perdenti si malediva lo Stato e la Nazionel insieme, in un'unica soluzione. No. Tu no. Hai pensato a tutto: pagarla prima, così uno non è emotivamente incazzato per la figura barbina degli azzurri. Anche se le premesse per la "mala parata"(che non è quella del 2 Giugno) ci sono tutte.
E quindi il blog è lasciato a se stesso, a marcire, alla speranza che quel tizio con cui l'ho fondato quasi cinque anni fa decida di scriverci ogni tanto. Ma che ne parlo affare, tanto manco lo legge! E quindi, per non pensare che questo spazio muoia sotto i colpi di meravigliose balle di fieno rotolanti, inserisco qui una canzone per donare un po' di linfa, vitalità e gioia a questo posto. Che pecca in tutte e tre le cose, però voi non ditelo in giro.

Lista compiti da fare, anche se non frega a nessuno.

-) Catalogazione e aggiustamento fumetti. Tempo previsto: due giorni pregni.
-) Aste del fantacalcio. Oggi e domani. Tempo previsto: se ce la si cava in tre ore ognuna sparo i botti.
-) Calcolo Imu. Oggi, domani, dopodomani. Tempo previsto: se tutto va bene poco. Se il programma mi fa i dispettucci, tanto.
-) Aggiustamento camera. Rinviato a data da destinarsi.
-) Da Sabato: inserire voti degli Europei nel programma perchè Fantacalcio.it non aggiornerà il Fantacalcio Manager. Io li voglio bene a quei ragazzi lì per quello che fanno durante tutto l'anno calcistico, però pensare anche a me povero pimpo con due fantacalci e 16 persone da mantenere.
-) Lavoro. Tutte le sere o giù di lì. Tempo previsto: se si fa presto a mezzanotte e mezza sono a casa. Se si fa tardi pure alle 2 e mezza. E andremo aumentando.
-) Organizzare partite di calcetto settimanali.
-) Organizzare Lucca e trovare B&B accessibile. Già ora per Novembre.
-) Aggiornare il blog.
-) Leggere fumetti nei ritagli di tempo.

In tutto questo posso almeno essere lievemente contento che la mia piccola è in periodo esami. Ma che profonda tristezza.



Io so' testardo
c'ho la capoccia dura
e per natura non abbasso mai lo sguardo
è un'esigenza
perché c'ho 'na pazienza da leopardo
e so' testardo
e non mi ferma gnente
vado sempre avanti fino al mio traguardo
indifferente
e non m'importa gnente se ritardo

io so' de legno
e sembro muto e sordo
ma le tue parole, sta' tranquillo
che me le ricordo
e qualche volta me le segno

io so' de coccio
quello che dico faccio
io so' uno che, comunque vada
le promesse le mantiene
che poi nemmeno me conviene
molto

perché so' un muro
e pure se t'ascolto fondamentalmente
so' sicuro
che la tua vita è appesa a un filo
e io c'ho le forbici

però
se ancora un po' mi piaci
la colpa e dei tuoi baci
che m'hanno preso l'anima
de li mortacci tua

Io so' De Chirico
dico in senso simbolico
c'ho un controllo diabolico
quasi artistico
del mio stato psicofisico
e se hai capito, mo' traducilo

e so' tenace
perché alla gente piace
ma è evidente che con un coltello
mi puoi fa' cambia' opinione
aho, so' testardo
ma mica so' cojone

io so' de marmo
ma tu m'hai sbriciolato
perché so' testardo fino al punto
che so' sempre innamorato
pure se tu m'hai già scordato
- (e infatti l'hanno vista...)
- m'hanno informato!

però
se ancora un po' mi piaci
la colpa è dei tuoi baci
che m'hanno preso l'anima
de li mortacci tua

domenica 3 giugno 2012

Incombenze


E' iniziato Giugno! Gioia e tripudio nelle vite delle giovini menti! Dolore per il sottoscritto che l'estate non l'ha mai potuta soffrire. Ma ora no. Ora devo farmela piacere perchè l'estate significa lavoro, nella gelateria dove risiedo come collaboratore, e io devo fare un bel sorrisone se la temperatura sfiora i trenta. E s'innalza sempre più. Quando l'umidità ti attacca la cannottiera alla pelle e per scalzarla via hai bisogno di un calzascarpe e dell'aiuto di tuo fratello. Quando il sole, scorgendo una nuvola passargli davanti, inizia a domandarsi cosa sia quell'essere bianco aereiforme, dato che non ne aveva più visione da mesi. E quando, soprattutto, l'unica acqua che scende dal cielo è quella, non propriamente potabile, degli uccellini carini.
E' iniziato Giugno! Ed io sono sempre più incasinato. Non vorrei essere nei panni di chi ha "problemi" vere e "scadenze" vere da rispettare, perchè le mie alla fin fine son cazzatelle. Ma anche un Presidente-operaio come il sottoscritto sente la pressione attorno a lui farsi sempre più alta e impossibile da sostenere. D'altronde devo pur constatare che controllo un Paese da cinquantasei milioni di abitanti, che controllo una residenza da cinquantasei pulzelle scosciate a sera, che controllo un governo di incapaci, che vorrei farmi i soldi a me, così da dare soldi falsi alle pulzelle scosciate (prima che mi dite che rubo le idee altrui, questa è di Eddie Settembrini, altra mirabile testa di Acido Lattino), ma poi mi rendo conto che il mio cognome non finisce in Oni ma in Ino e quindi tutto quello che ho pensato pocanzi si può gentilmente cassare.

Giugno. Gli Europei alle porte. L'italia che gioca di merda nelle amichevoli. Il calcioscommesse. I rolex. I boicottamenti contro la carta stampata, come se internet fosse veramente la soluzione a tutto, basti pensare colui che c'ha guadagnato di più col web negli ultimi tempi tanto da fondarci un partito (fa "cri cri" come verso), è un tizio che qualche anno fa rompeva i pc in televisione. Ah, la coerenza, questa sconosciuta.
Le olimpiadi! Cosa fa Federica Pellegrini quando non nuota! La Vezzali portabandiera, colei che si farebbe toccare dall' "Oni" di cui sopra. Il che mi fa ben pensare che sia stata scelta ad hoc. Se lei rappresenta l'Italia è perfettamente incline al pensiero dei suoi abitanti che si farebbero far tutto in cambio di qualcosa. Ebbene io affermo: non mi vendo. A meno che Juliana Moreira non passi da queste parti. Ma questo son problemi che è meglio non affrontare data l'impossibilità che si realizzino.
Ma se, per CASO IPOTETICO, Juliana passasse dalle mie parti, sappi AMORE MIO, che io non cederei MAI. E poi MAI. Sono una persona piena di principi. Poi, se casomai lei vuole donarmi anche una casa, del vil denaro disponibile a sfamare una famiglia con dodici figli ed un lavoro pagaro dalla Regione, io come posso dir di no, pensando al tuo futuro? Eh? Spiegamelo amore mio...

Sto divagando. Giugno. Gli Europei. I FantaEuropei. Devo redarre due regolamenti e le aste sono tra due e tre giorni. Giugno. La catalogazione di tutti i fumetti secondo uno schema ben preciso. Poi dovrei anche andare dal mio amico e prendermi cinque anni di fumetti Marvel e metterli chissàdove nella mia umile dimora, o approfittare di quella della mia pulzella. I post sul Blog. Il contatto Twitter di Acido Lattico. Fare un giro agli Auchan di Napoli e provincia per cercare la Samichlaus. I telefilm accantonati da vedere con quel bocciuolo di rosa che continua a fare esame e seguire corsi. A Giugno! Quando andavo io a scuola a Giugno chiudeva. Certo, io non sono mai andato all'università ma questa è una situazione da poco conto.
E poi trovare un albergo per Lucca Comics. Prenotare. Inviare il vil denaro. Attendere cinque mesi e godersi la prima vacanza con lei.

Passeranno troppo lenti questi cinque mesi. Troppo...

venerdì 1 giugno 2012

Buone azioni


Ho il sangue inutile. Sappiatelo se vi serve una trasfusione dal sottoscritto, ci andate male. La mia ragazza invece può aiutare tutti. Per questo stiamo insieme, casomai mi servisse qualcosa è sempre a portata di mano.
No, non è vero. Stiamo insieme perchè ci amiamo e perchè lei già sa che un giorno vincerò al fantacalcio, al lotto, alla riunione di condominio e che la Juve intesterà un assegno destinato a Buffon a mio nome. E non ci faranno caso.
Ma non è di venali questioni danarose che voglio discutere.

Stamane abbiamo deciso di donare il sangue a chi ne ha bisogno. Andiamo alla sede più vicina dell'Avis e ci sentiamo pronti per la nostra buona azione quotidiana. Per chi non lo sapesse quella di ieri era organizzare una partita per far giocare le pulzelle. 'Na faticata non da poco.
Entriamo in orario notturno (ore 9 e 40) e constatiamo che non c'è nessuno prima di noi. Ottimo. Ci sbrighiamo subito. Pessimo. Mi infileranno gli aghi subito.
Gli. Plurale. Esatto. Perchè conosco il mio corpo bastardo.
Dopo un'attenta e veloce visita con il medico, che mi chiede se mi drogo. Perchè immagino che siano molti i drogati donatori di sangue in questo mondo, sono pronto per stendermi sul lettino. L'ago entra dopo alcune difficoltà, ho le vene piccole, ma piano piano inizia a defluire.
Nel frattempo la mia amata sbriga la formalità del medico che a lei non chiede se fa uso di stupefacenti. Perchè forse non ne ha la faccia. Mente io sì eh?

Il sangue scende e cerco di pensare ad altro. All'amore, alla gioia, ai fiori, al raffreddore, a Juliana Moreira, al Papa in visita a Milano(magari mi ci esce una battuta decente per Acido Lattico), alla mia pulzella che è nella mia stessa condizione. No. Penso al sangue che mi tolgono. Ma rimango lucido. Soprattutto perchè scorre piano.
Nel frattempo la mia amabile signorina ha un principio di mancamento verso la fine. Si riprende in un minuto o due senza problemi. Mentre a me, tristezza epocale, cambiano braccio. Ora sì che sembrerò un drogato.

Vado anche io in lieve panico, verso la fine. Tanto che inizio a vedere bianco, una luce in un corridoio, un occhio gigantesco all'orizzonte. Credo di aver visto Godzilla.
Comunque mi riprendo. Nel frattempo la mia dolce metà vedendomi bianchissimo, si risente male. I dottori credo si stessero chiedendo perchè avessimo mai deciso di fare 'sta cavolata. Ritorna tutto alla normalità nel giro di qualche minuto. Io scendo dal lettino e noto che riesco a tenermi benissimo in piedi. Dopo una bella boccata d'aria di smog cittadino ci andiamo a fare una ottima colazione in un bar affianco. Oggi ho perso 500 grammi di sangue. E' come se avessi fatto una dieta, insomma.

Considerazioni ultime:

-) Fare una donazione per equiparare una bella colazione con briosche e cappuccino più un aperitivo per mesiversario è un'idea da malati. Per questo ci è venuta.
-) Fare una donazione con l'osso sacro dolorante è una bella esperienza. Non ve la consiglio.
-) Saper di aver fatto qualcosa di utile al prossimo è una bella cosa. Ma questo non vale per il sottoscritto, io sono AB.
-) Ho appena scoperto che per uno sportivo donare sangue fa scendere le prestazioni. E che devo rallentare gli allenamenti. Questa sì che è un'ottima scusa per non andare a correre.
-) Ad Ottobre sarò ancora lì, su quel lettino, a farmi bucare come un drogato. Me la sento.
-) E ora direzione Aido. Sono una persona buona, non ci posso far niente. Ma, sinceramente, preferirei che nessuno se li prendesse i miei organucci. Ci sono affezionato, diciamo.