mercoledì 23 gennaio 2008

Sparter & Larson - Episodio pilota

Tempo fa scrissi un racconto per un contest, e questo è il risultato. Poi ho scritto altre avventure del duo di detective che posterò successivamente...ecco a voi:
Intrigo a Mezzanotte

Schermo bianco.

Dal bordo destro dello schermo, appare improvvisamente la silhouette di un uomo grasso e calvo in controluce.

Uomo: Buonasera....benvenuti ad un altro racconto horror della serie “Intrigo a mezzanotte” Divertitevi!

L’uomo esce.
Schermo nero....

Ore 21.02 Studio del detective Sparter...il detective è sulla sua sedia preferita(l’unica!) giocherella con una matita e una gomma....è magro...alto...bello come il sole....vicino a lui c’è il povero assistente Larson leggermente più corpulento e più bruttino....povero perchè? Beh....lo scopriremo presto!

Sparter: Ah...un’altra nottata di non lavoro...come potremo mai andare avanti così mio fido assistente Larson?
Larson: Beh...capo..magari una botta divina ci aiuterà!
Cade un pezzo di intonaco dal soffito su Larson....è completamente bianco...

Sparter: Che è successo?
Larson: Niente! E’ il mio consueto bagno dell’intonaco delle 10!
Sparter: Ah......aspetta un pò.....sono le nove!
Larson: Oggi volevo farlo prima!
Avete capito perchè povero? Beh...è difficile lavorare con un capo che non capisce niente!

Ore 21.22
Una donna corre spaventata....cerca di sfuggire da qualcosa o qualcuno....corre....la strada è bagnata...piove....i tacchi si stanno per spezzare....una scarpa si blocca in un tombino...la ragazza cade....un uomo la raggiunge...si fa sempre più vicino...

Ore 21.34
Sparter: Allora? Cosa è successo dopo?
Larson: Frodo arriva da Sauron e distrugge l’anello!
Sparter: E dopo?
Larson: Sauron muore e Frodo va con Gandalf ad esplorare il mondo!
Saprter: E poi?
Larson: Titoli di coda!
Sparter: E poi?
Larson: Darth Wader dice a Obi-wan-kenobi che il suo vero padre è il Re Leone!
Sparter: Uao....e dopo?
Larson: Topolino arriva e uccide Obi-wan-kenobi!
Sparter: E dopo?
Larson: Beh...tutti vissero felici e contenti!
Sparter: Bellissimo! Uao....ma sai che non ho capito una cosa di questo “Signore degli Anelli”...
Larson: Cosa?
Sparter: Ma chi è Frodo? Compare solo alla fine?
Larson: Oh...Sant’Eustachio fammi la grazia!
Sparter: Prego!

Ore 21.42
La donna si avvicina ad una porta...l’intestazione della porta dice “Studio Investigativo Sparter & Figlio”
Toc Toc

Sparter: Si? C’è qualcuno?
La porta si apre...
Voce: Sparter?
Sparter: Si bambola! Sono io! Che ti serve?
BANG
Voce: Tro....va....chi....mi...ha....ucciso.....

La ragazza cade a terra...dietro di lui s’intravede l’ombra di un uomo con pistola...l’uomo scappa...Larson non ci pensa due volte e corre dietro di lui...

Sparter: Oh mio Dio! Avevo appena messo la moquette nuova!

Ore 21.58

Due infermieri portano la ragazza dentro all’ambulanza...
Sparter: Se la caverà, dottore?
Dottore: Io? Io sto bene!

Larson intanto è ritornato...non è riuscito a prendere l’uomo.

Larson: Uao...ha trovato l’anima gemella!
Sparter: Allora Larson che è successo?
Larson: Ero quasi arrivato a prenderlo...ha scelto stade secondarie...correva come un dannato, il bastardo....con la pioggia sono riuscito a stargli dietro quando ad un certo punto...qualcosa ha attirato la mia attenzione...era...Capo?

Sparter si è addormentato all’impiedi!

Larson: Capo?
Sparter: ZZZZ..Si bravo! Bravissimo! A chi tocca adesso?
Larson: Capo...stavo dicendo dell’uomo!
Sparter: Ah..finalmente l’hai confessato eh? E dicci chi è il fortunato dai!
Larson: Capo....forse non ha capito! Stavo parlando dell’uomo che ha ucciso la ragazza!
Dottore: Quasi ucciso! Ci sono sette possibilità su cento che ce la faccia! E scusate ma io vado! Detective arrivederci!
Sparter: Che strano nome! Comunque...arrivederci signor Arrivederci!

Ore 22.21
Vicolo buio....un uomo raggiunge una cabina telefonica...preme cinque tasti sulla tastiera del telefono...il tombino vicino alla cabina si apre...l’uomo entra dentro...

“Finalmente sei qui mio Caro!”
Uomo: C....a...po! (s’inchina)
“Comodo comodo!”
Uomo: Capo...ho fatto ciò che mi aveva detto...
“Ma credo ci sia un però vero?”
Uomo: Ebbene si...nella fretta di correre da quel bastardo di un detective...ho perso...
“No! Non è possibile! Hai perso la cosa più importante di tutta la missione!”
Uomo: Capo...mi perdoni!
“E inoltre hai messo in mezzo un detective! Ma ti rendi conto? Ma lo sai che potrebbe succedere adesso?”
Uomo: No!
“Meglio....tanto anche se lo sapessi non potresti più andare a dirlo a nessuno!”
Uomo: In che senso?

BANG

“In questo senso!”

Ore 22.24
Sparter: Qui la situazione non mi torna! Che cosa c’entra questo coso con un omicidio?
Larson: Mah....non so perchè..ma mi ha attirato! Sento che è importante!
Sparter: Secondo te questo...coso...è importante? Si vede che io sono il detective e tu l’assistente!
Larson: Capo...con tutto il rispetto...secondo me...tutto questo è qualcosa di grosso!
Sparter: Grosso? Lui è grosso!

Il coso in question è un San Bernardo maschio adulto con classica bottiglietta al collo...dorme in un angolo della stanza...

Larson: Uhm...a me mi da da pensare
Sparter: Beato te che ci riesci! Io invece pensa a cose più...se...ri...e...ZZZZZZZZZZZZZZZZZZ
Larson: 22 e 30! Preciso...ogni sera! Ma come fa?

Ore 22.42
“Qui si deve fare qualcosa e SUBITO!”
“Capo....è difficile ora recuperarlo...il detective ci scoprirà!”
“Come si chiama il futuro cadavere”?
“Sparter capo...della Sparter &....
“Capito! Lo conosco...è un allocco completo....lo buggereremo al completo”
“Capo..ha seguito il mio consiglio di leggere una parola al giorno sul vocabolario, vedo!”
“Modestamente...e da domani leggerò anche i significati!”
“Che uomo!”

Ore 23.01
Larson cammina avanti e dietro per lo studio...Sparter dorme sulla sedia....il cane gli toglie le scarpe e inizia a leccargli i piedi...

Larson: Eppure qualcosa dovrà c’entrra sto cane....l’ho trovato lì....
Sparter inizia a ridere...
Larson: Uhm....e se il mistero è nella bottiglietta? Mah...troppo scontato credo!

Sparter ride di gusto..

Sparter: Ah ah ah! Uah uah uah! Cara finiscila mi fai il solletico...lo so che vuoi un pò della mia maschia virilità ma(apre gli occhi...davanti a lui la faccia sbavante enorme del cane) AAAAAAAAAAAAAAAA!
Larson: Cosa sta succedendo?
Sparter: Dillo a questo cane pervertito! Mi stava approcciando ti rendi conto?
Larson: Capo...visto che se l’è fatto amico....perchè non prova a slacciare la bottiglietta?
Sparter allunga le mani sul colle del cane....con una lo accarezza con l’altra lo mantiene fermo e con l’altra slaccia la cordicella.
Larson: C’è qualcosa che non mi torna! Ma vabbè...riuscito?
Sparter prende la bottiglietta....estrae dal cassetto la sua tazza preferita(l’unica!) apre la bottiglietta e.....non esce niente!
Sparter: Uè! Non esce niente!
Larson: L’aveva già detto lo speaker!
Sparter: Il protagonista sono io e io faccio tutto va bene? Allora...provo ad aprirla!
Sparter impugna la tazza e con 2 colpi ben assestati(uno sulla sua mano e uno sulla bottiglietta) riesce ad aprirla!
Larson: Non ci credo!
Sparter: Mio Dio!

0re 23:32

“Non è possibile! Perchè proprio quello su tutti i detective del mondo? Perchè?”
“Capo...c’è una novità....fonti a noi vicine dicono che la cosa è nello studio del detective...quindi...si potrebbe andare...mando qualcuno?”
“No! Vado io,...è una faccenda personale! Detective Sparter sto arrivando!”

Ore 23.34

Sparter: Ti rendi conto? Ma che credevi che ci fosse quando hai trovato questa bestia?
WOOOOOOF!
Sparter: Ehm...scherzavo..meravigliosa creatura...
Larson: Non so capo,...ma a me anche questo mi fa pensare...perchè nascondere il pupazzo del pulcino Waldo nella bottiglia di un cane?
Sparter: Si vede che questo pulcino è un beone!
Larson: Vedo che ha seguito il mio consiglio a leggere il vocabolario!
Sparter: Si ma ancora non ho capito chi è il colpevole!

Ore 23.59

Un’ombra minacciosa si avvina ad un palazzo...

0re 00.00
Larson: Capo ha sentito qualcosa?
Sparter: Te che parli!
Larson: Scendo a controllare...
Larson scende....
Larson: AAAAAA!
Sparter: che succede?
“Niente caro Sparter”!
Sparter: C-cosa ci fai tu qui?
“Sono venuto per il cane!”
Sparter: “Ci sei tu dietro vero? L’avevo sospettato! Eppure..sei sangue del mio sangue....
“Non lo dire! Non lo dire!”
Sparter: Lo dico....e meno male che ti ho cresciuto secondo sani principi....ah Will perchè l’hai fatto!
Will: Non lo devo dire a te.,...mi hai rovinato la vita! E tanto lo so che hai capito tutto....il pupazzo di Waldo è ricoperto di una speciale composizione chimica che fa diventare tutti obbedienti come cagnolini! Dì che avevi capito tutto e che hai chiamato la polizia e che ora mi arresteranno....come potrò competere contro un grande detective come te!
Sparter: Vero vero! Ho chiamato la polizia....vero! ....Scusa un attimo faccio una chiamata!
Sparter va vicino al sul telefono preferito(è l’unico!)...
Sparter: Ma che hai fatto a Larson?
Will: Io niente! E’ inciampato sui suoi lacci! Lo potevi scegliere meglio il tuo assistente!
Sparter: Cosa ci devo fare? L’incompetenza è ovunque!
Will: Io aspetto la polizia eh!

Ore 00.21
La polizia arriva...sale nello studio di Sparter...la visione è orripilante!

Sparter: Scopa!
Larson: Capo....stiamo giocando a Ramino!
Will: Come? Non è Tennis?
Larson: Mamma mia...tale padre tale figlio!
Polizia...tutti fermi!
Ispettore: Will Sparter lei è in arresto!
Will: Ma davvero? Lo sapevo da venti minuti...E comunque....RITORNEROOOOOO’ Non la scamperete! Ritorneròòòòòòòòò!
Larson: ma perchè ora urla?
Sparter: Lo deve fare! E’ un cattivo! Comunque...tutto è bene ciò che finisce bene....
Larson: Ma capo...la donna cosa c’entrava? E perchè usavano un cane per mantenere il pupazzo?
Sparter:Che ne so io? Chiedi allo scrittore!
Larson: Uhm....non fa una grinza!

FINE

sabato 19 gennaio 2008

Is go to be in Tangenziale - Parte terza

"Lo so che ti suona smielato, ma l'amore è passione, ossessione, qualcuno senza cui non vivi. Io ti dico: buttati a capofitto, trova qualcuno da amare alla follia e che ti ami alla stessa maniera. Come trovarlo? Beh, dimentica il cervello e ascolta il cuore. Io non sento il tuo cuore. Perché la verità, tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo. Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente beh, equivale a non vivere. Ma devi tentare, perché se non hai tentato, non hai mai vissuto."

Pochi giorni sono passati alla fin fine, e io mi trovo qui...e ogni secondo che passa mi sento sempre più strano, diverso, felice ma allo stesso tempo ho paura che tutto possa finire in una bolla di sapone. Io...che ho chiesto un numero di telefono ad una bella ragazza, lei mi ha chiamato e con molta timidezza e imbarazzo abbiamo parlato, una, due, tre volte...e piano piano in me aumentava qualcosa. Non sapevo cosa era ma aumentava e mi sentivo sempre più diverso. E una notte ho fatto una cosa...era tardi e ho deciso di scriverle un mp...ho fatto una delle cose migliori della mia vita. Quel mp ha cambiato ancora di più tutto. La mia vita. La sua vita. Ha fatto capire i miei sentimenti verso di lei, e ho finalmente capito i suoi sentimenti verso di me. Io non l'ho mai vista...lo dico, dal vivo non l'ho incontrata, solo qualche foto, non ho paura a dirlo. Ma la amo. E' strano e anche difficile da credere, io la amo come non ho mai amato nessuno. E quando la vedrò sarò ancora più felice. E' un sogno per me, sono felice...come non lo ero stato mai...

Ps: Ha molti pregi...tra cui essere una fumettara e forumofila! E' bellissimo!

Anastasia...i love you!

Vorrei avere la voce di Roger Taylor...






Vorrei avere la voce di Roger Taylor. Giuro.
Mi piacerebbe un casino, ecco tutto.
Il pensiero, improvviso nella sua sfolgorante semplicità, mi ha colpito mentre ascoltavo la versione di “I’m in love of my car” cantata da Roger nel live “Queen + Paul Rodgers – The return of the champions”.
E’ che secondo me non ci vuole poi così tanto a dire: “vorrei avere la voce di Freddie Mercury”. Si tratta di una delle più belle voci che siano mai esistite nel campo musicale, con un’estensione pari a tre ottave, e forse anche qualcosa in più. Sono pochi quelli che hanno una voce così, e non mi risulta difficile pensare a quanti vorrebbero avere la voce di Freddie Mercury.
Ma io no, io vorrei avere la voce di Roger Taylor. La voce del batterista dei Queen.
Perché è una voce potente, graffiante, inevitabilmente rock, in grado di poter affrontare acuti notevoli e di poter assicurare al gruppo una seconda voce come poche altre. Certo, c’è anche Brian May, il chitarrista dei Queen, con una voce dolce e melodiosa, che molto spesso ha anche ricoperto il ruolo di prima voce (quando si trattava di cantare canzoni scritte da lui a cui magari teneva particolarmente). Ma a me non interessa la voce di Brian May. Forse non mi interessa perché, a causa di quel fisico asciutto e slanciato e di quella voce delicata e mai troppo invadente, mi sento molto più vicino a lui di quanto non faccia con Roger Taylor. Biondo, sempre al limite del grassottello (adesso che è invecchiato, direi che ha abbondantemente superato la definizione di “grassottello”) e con un look da rockettaro incallito (notare la giacca di jeans nel video di “who wants to live forever”, in cui anche il caro John Deacon veste decentemente) che gli conferisce un’aria da gran figo. E poi c’è la sua voce. Potente, graffiante, rock. Nonché voce da compositore di pezzi quali “Radio Ga Ga”, “A kind of magic” “The invisibile man” e la sopra citata “I’m in love with my car”, insieme a tanti altri. Prima voce eccezionale e seconda voce perfetta. Perché quando si trattava di sorreggere Freddie in uno dei suoi incredibili acuti, Roger c’era sempre, robusta garanzia e solida base per un acuto che, anche grazie a lui, avrebbe dato quel qualcosa in più alla canzone. Certo, c’era anche Brian May, ma la voce di Roger Taylor era tutta un’altra cosa. In tutto quello sfrigolio di riff di chitarre e di rulli di tamburi, la voce di Roger emergeva tanto quanto quella di Freddie. E’ incredibile, se ci penso, a come la solidità del gruppo fosse garantita, oltre che dalla loro bravura come musicisti, anche dalle splendide voci di Roger e Brian. Perché poi, come succede di solito, per quelli che se ne restano un po’ in disparte non ci tifa mai nessuno. Tutti a dire che senza la voce di Freddie Mercury i Queen non sarebbero stati (e non sono) i Queen, e bla bla bla. Ma il mio modesto parere è che i Queen, senza il basso di John, le chitarre di Brian e le percussioni di Roger, non sarebbero andati poi molto lontano. Soprattutto senza le seconde voci di Brian e Roger. Anzi, soprattutto quella di Roger. Potente, graffiante, inevitabilmente rock. E’ per questo che vorrei avere la voce di Roger Taylor. Per poter salire sulla mia Opel Corsa, girare la chiave, sentire il rombo del motore e cominciare a guidare senza una meta, cantando a squarciagola: “THE MACHINE OF A DREEEAAAAMMMM…”

giovedì 17 gennaio 2008

Il terribile mistero del contatore...




Quanto tempo è passato dai primi tempi in cui frequentavo il forum? Mi sembra ieri di aver effettuato il primo accesso, di aver inserito il mio intramontabile avatar, di aver conosciuto quegli utenti che si stavano affacciando sul forum proprio in quegli stessi giorni: Luttazzi4ever, Logan, Anja, Colei che... E, proprio da una collaborazione con quest'ultima, è nato il racconto che ho deciso di postare questa sera: il terribile mistero del contatore. Nato dal desiderio di entrambi di contribuire a creare una grande famiglia, il racconto vede protagonisti gli utenti che proprio in quei giorni stavano cominciando a gettare le solide basi per uno spazio virtuale a cui ancora oggi siamo tutti così affezionati.
Buona lettura a tutti, con...


IL TERRIBILE MISTERO DEL CONTATORE
(Di DjJurgen & Colei Che...)

Nulla. Di lui non rimaneva più nessuna traccia. Non era più in negozio, non era più a casa. Federica capì che a Mario era successo qualcosa, ma non riusciva a capire cosa. Suonò ripetutamente il campanello dell’appartamento ma, ancora una volta, non le rispose nessuno. Sperò solo che Mario fosse andato a quella fiera del fumetto senza averla avvisata.

Il cellulare era ancora staccato. “Strano” pensò Adriana “di solito Andrea ha sempre il cellulare acceso”. Decise di andare a cercarlo a casa. In fondo abitava a pochi chilometri di distanza, e una passeggiata l’avrebbe aiutata a schiarirsi le idee. Da qualche giorno Andrea era sparito senza lasciare traccia e lei non sapeva più che pesci pigliare. Arrivata a casa dell’amico bussò più volte, poi cominciò a chiamarlo. Si affacciò la vicina di casa di Andrea.
“Buongiorno signora,” disse Adriana “c’è Andrea, per caso?”
“Andrea chi?” replicò la signora, con una faccia stupita.
“Come Andrea chi? Signora, il suo vicino di casa, non si ricorda?”
“No, guarda, devi aver sbagliato appartamento. Qui non c’è nessun Andrea.” Concluse brusca la signora.
Adriana era davvero sconvolta. “Forse è tutto uno scherzo” pensò.

Federica tornò a casa. Era davvero triste. Possibile che Mario fosse andato alla fiera senza dirle niente? Non era mai successo. Cominciò a rovistare nel suo cassetto dei ricordi, prendendo alcune foto: la maggior parte erano state scattate nelle diverse occasioni in cui aveva incontrato il suo amico Mario. Le guardò, ma si accorse subito che qualcosa non quadrava. Per un momento pensò di aver sbagliato a prendere le foto, ne cercò altre, rivoltò il cassetto, ma niente da fare. Erano proprio quelle. A Federica venne un colpo: Mario era scomparso da tutte le fotografie.

Adriana non voleva rassegnarsi. Provò a chiamare anche la ragazza di Andrea, sperando di far smettere quello scherzo cretino e di farsi dire dove fosse. Ma, con suo grande stupore, quando lei si sentì dire il nome del suo ragazzo, reagì come aveva fatto qualche minuto prima la signora alla porta. “Andrea chi? Ma di chi sta parlando?”. Adriana chiuse la telefonata. Si sentiva pervasa da una terribile sensazione di inquietudine. Cosa stava succedendo? Poi le venne un’idea, e accese il computer…

Federica doveva riprendersi un attimo. Uscire, si, parlare con qualcuno. Raccolse le chiavi di casa, ma, prima di aprire la porta, si accorse che il computer era ancora acceso. Era rimasta collegata al forum e nemmeno se n’era accorta. Casualmente il suo sguardo si posò sulla tag board, e si soffermò sui nomi presenti. C’erano Colei che…e Tito. Quest’ultimo, come al solito, domandava come mai il contatore segnalasse ogni volta un numero diverso di iscritti al forum. Federica non sapeva dargli una risposta, ma decise che il messaggio di Colei che…, per quella volta, era più importante. Colei che… stava chiedendo se qualcuno avesse notizie di Andrea.cioce. Diceva che era sparito, che non riusciva più a trovarlo. Tito le aveva risposto che erano un po’ di giorni che non si vedeva più in giro, e DjJurgen, praticamente quasi onnipresente sul forum, confermò. Tito continuava a domandare degli iscritti. Una strana, pazzesca idea, balenò nella mente di Federica. E in quel momento tutto ciò che era intorno a lei cambiò.

Non era più nella sua stanza. Di questo era certo. DjJurgen si guardò un attimo intorno, esterrefatto. Non riusciva a credere ai suoi occhi. Era come se si trovasse in un altro mondo, in un’altra realtà. “E questo cos’è?” si lasciò scappare ad alta voce. Non immaginava che qualcuno gli avrebbe risposto. “Credo… Uhm… che sia la famosa realtà virtuale? Ma non so dirti come ci siamo finiti dentro”. A parlargli era un uomo sulla quarantina, dall’aspetto simpatico. DjJurgen lo riconobbe subito e si affrettò a stringergli la mano. “Tu sei Tito, vero?Anche se avrei preferito altre circostanze, è un vero piacere conoscerti.”
“Ma qui ci siamo solo io e te?” chiese Tito. Una voce femminile soddisfò la sua curiosità: “Veramente no. Avete compagnia”. DjJurgen vide due ragazze. La prima, quella che aveva parlato, era sicuramente la misteriosa Colei che…, mentre la seconda era la famosa Tesla.
“Cos’è questa? Un’allucinazione collettiva?” chiese quest’ultima.
La risposta venne da una voce dietro di loro
“E così, purtroppo, anche voi siete caduti nella rete!”
Si voltarono di scatto, tutti e quattro, e quello che videro non era affatto piacevole. C’era Gas75, incatenato ad una specie di roccia virtuale, impossibilitato a muoversi.
“Gas, ma che ti è successo?” chiese Tesla.
“Guardatevi intorno, non avete ancora capito dove siete finiti?”

E quello che avevano intorno era uno spettacolo dei peggiori. Colei che…, Tesla, DjJurgen e Tito credettero di trovarsi in un incubo. Un incubo strano, in cui stavano incontrando tutti i loro amici del forum. C’era Gas75, incatenato come un prigioniero. E vicino a lui, nelle sue stesse condizioni c’erano Ispirato dalle Tenebre e Ray of Darkness…
Cominciarono a guardarsi intorno più attentamente: sembrava un’enorme prigione, in cui un’atmosfera di disperazione regnava sovrana. Riconobbero altri compagni del forum. C’erano Demetrios Stratos, 75RH+, Luttazzi4ever, Davide04,Emilgollum, arcobalenonotturno, Solomon Kane,Rakosi, Ande, Clarke. Erano tutti incatenati, come Gas75. Tutti prigionieri. Alcuni erano vigili, come Gas, ma altri sembravano incoscienti, nonostante avessero i loro occhi aperti… Cominciarono a chiamarli, a strillare i loro nomi. Ma non c’era nulla da fare. Poi, ad un tratto, Colei che… riconobbe Andrea.cioce dietro le sbarre di una cella: era come in uno stato di trance, aveva gli occhi spalancati e il corpo proteso in uno spasmo di dolore senza fine. Colei che… si gettò contro la gabbia, ma una potente scossa la fece cadere a terra, svenuta. DjJurgen andò in quella direzione, scoprendo una lunga fila di gabbie. Cercò di capire chi c’era in ogni cella, se c’era qualcuno in stato cosciente, che poteva essere aiutato. Ma niente, erano tutti in una specie di limbo tra realtà e sogno, tra mondo virtuale e mondo terreno. Camminando disperato, DjJurgen trovò Logan, L’altro, Dylan Barron. Tutti prigionieri. Tutti sofferenti. DjJurgen sentì un urlo di disperazione di Tesla, e si voltò verso di lei. Tesla aveva trovato Birubiru, Shakeup, e infine Ro-Mario. Vedendolo, si era gettata contro le sbarre, in un folle tentativo di liberarlo, ma una forte scarica l’aveva fatta accasciare al suolo, come era successo poco prima a Colei che…
DjJurgen cercò con lo sguardo Tito: si stava allontanando dirigendosi verso un’enorme portone metallico che sembrava aperto. Allora cominciò a correre, per cercare di raggiungerlo e di fermarlo. Era ormai a pochi passi da lui, quando si voltò verso l’ultima gabbia. Aveva capito che la disperazione non serviva a niente, in quel frangente, che gettarsi contro le sbarre cercando di sfondarle era solamente dannoso. Aveva capito che non doveva farlo, per nessun motivo. Ma quando vide chi c’era in quella cella, la sua rabbia esplose. La scossa che seguì fu la più violenta delle tre… e forse la sua intensità era direttamente proporzionale alla rabbia che provava la persona che toccava le sbarre. Con un ultimo sforzo, prima di svenire, DjJurgen salutò con gli occhi la persona svenuta dentro la gabbia. Ma Anja non poteva vederlo.

Quando riaprì gli occhi, la prima cosa che fece Tesla fu quella di guardarsi intorno. Prima ancora di capire che anche lei era prigioniera, riuscì a scorgere in quell’enorme realtà virtuale gli amici con cui aveva cominciato il viaggio: DjJurgen, Tito e Colei che…. Erano tutti legati e tenuti prigionieri. Provò a muoversi, ma si accorse che neppure lei era stata risparmiata, e che ogni suo movimento le procurava un dolore lancinante. Nella penombra, sentiva delle voci. Ma erano distanti, confuse. Poi, man mano che i suoi sensi si ripresero, riuscì a vedere che l’ambiente era leggermente differente da quello che aveva visto prima… Al posto delle rocce c’erano dei pali lucenti, che lanciavano dei bagliori metallici e legati ad essi, intorno, non c’erano solo Tito, DjJurgen e Colei che…, ma anche altri frequentatori del forum. C’erano Fabio, Luca, Acid Shampoo, il Vulcanico Nelson, Krenim, BlackMV, Gabriel999, Numero9, Dolphin87. Tutti legati. Ma, questa volta, tutti svegli. Si guardavano intorno, e i loro sguardi si concentravano soprattutto sui nuovi quattro arrivati. Erano sguardi di paura, di stupore e di rassegnazione. Incapaci di parlare, ascoltavano le uniche due voci che si udivano tra tutto quel silenzio. Tito era al centro della prigione, incatenato anche lui. Ma, a differenza degli altri, lui strillava. Parlava. Reagiva, insomma. Ma la sua non era la sola voce. Ce n’era un’altra, indistinta, che non si capiva da dove provenisse. Poco dopo, Tesla capì che proveniva dalla realtà virtuale, che era la realtà virtuale stessa.

“Tito, Tito…e pensare che stavi per distruggere il mio piano.” Disse la voce misteriosa.
“Ma di cosa parli? La malora! Non capisco.” Replicò Tito, rabbioso.
“Non eri tu che ti chiedevi sempre perché il numero degli utenti aumentasse e diminuisse senza una spiegazione? Ecco, io sono la spiegazione che cercavi.”
Tito non credeva alle sue orecchie. Non sapeva cosa dire.
“Il terribile mistero del contatore…” proseguì la voce “così lo hai chiamato per scherzo. Ma non sapevi neanche lontanamente quanto fossi vicino alla realtà.”
L’unica risposta di Tito, fu un incredulo: “Cosa?”.
La voce continuò, felice di poter svelare il piano in tutta la sua diabolica trama: “Io sono il Contatore, Tito. Sono io che conteggio gli iscritti, io che li conduco verso questo magico mondo. Sono io, Tito, che quando tutti tornano alla loro vita reale, rimango sempre solo. MA SONO STANCO!” L’ultima frase era stata pronunciata così violentemente, che tutti sentirono correre un brivido di terrore lungo la schiena.
“Il forum non è altro che una mia arma.” Continuò la voce. “Una volta che il numero di iscritti è sufficiente, comincio a prenderne uno, due. Li faccio scomparire, Tito, ma senza dare troppo nell’occhio. E di loro non resta nessuna traccia. Li tengo prigionieri in questa realtà virtuale che loro cercavano con tanta bramosia, li cancello dalla lista utenti, li distruggo lentamente.”
“Tu sei pazzo…maledetto!” Gridò Tito.
“Ovviamente non potevo prenderne troppi, per non essere scoperto… Lascio sempre il numero intorno ai settanta, ottanta iscritti, così nessuno si insospettisce troppo. E infatti prima di te nessuno s’era accorto che c’era qualcosa che non andava, e il mio piano procedeva a gonfie vele. Poi sei arrivato tu, e ho dovuto cominciare ad allentare la presa. Ho ridotto le oscillazioni intorno al numero degli iscritti, cercando di convincervi che fosse tutto un errore di calcolo…ma ora, ora che siete tutti qui, le cose cambiano.”
Tutti i presenti non riuscivano a reagire, increduli per quello che stavano sentendo.
Cosa succedeva? Quella misteriosa creatura catturava gli utenti del forum, facendoli davvero scomparire? Sembrava di si, e sia Tesla che Colei che… avevano avuto la conferma di ciò: Andrea e Mario erano scomparsi, non solo dal forum, ma anche dalle loro case. Com’era stato possibile?

“Cosa vuoi dire?” chiese Tito.
“E’ successo qualcosa… qualcosa che neanche io avevo preventivato… Il tuo interesse, il vostro interesse nel contatore utenti, non ha avuto solo l’effetto di mettermi in allerta e farmi agire con più circospezione: è come se, con tutta l’attenzione che avete riposto in me, voi avete fatto in modo da accrescere i miei poteri! Mi sono accorto che le persone che conducevo qui, per nutrirmi delle loro anime virtuali, non scomparivano solo dal forum, ma anche dalla vita che voi chiamate “reale”! E scomparivano definitivamente, perché scomparivano anche dalla memoria di chi li aveva conosciuti…”
“Ti sbagli!” Disse Tito. “Ci sono persone tra di noi che si sono accorte della scomparsa dei loro amici, e hanno cominciato a cercarli!”
“Si, lo so. Ma queste persone avevano con gli scomparsi un legame virtuale… avevano in comune l’appartenenza al forum, una specie di isola condivisa che non gli permetteva di dimenticare.” La voce fece una pausa, poi si sentì risuonare una fastidiosa risata metallica: “Ah, ah, ah… il problema direi che ormai è risolto: siete tutti qui, tutti gli utenti ormai… Nessuno si accorgerà mai della vostra assenza, nell’altra realtà, perché nessuno sa che voi siete mai esistiti!!!”
Tesla cercò di divincolarsi, ma le catene e il dolore lo bloccarono subito. Una smorfia di dolore gli contrasse i lineamenti del viso.
“Ora che tutti voi siete miei prigionieri,” continuò la voce “nessuno potrà più scappare e accorgersi del “terribile mistero del contatore”. Voi verrete cancellati dalla realtà, tenuti qui, come miei ostaggi… e io avrò gran piacere nel dissanguarvi di tutta la vostra energia vitale.”
“La malora!” esclamò Tito.
“Bravo, vedo che hai capito. Io mi nutro di voi, della vostra vitalità, della vostra energia. Quando vi prendevo dal forum succhiavo una parte di voi, ma adesso so che posso fare molto di più… Perché fermarmi qui? Non mi basta. Ora che siete nel mio mondo, succhierò tutta la vostra linfa vitale, crescerò, magari mi espanderò fino a diventare il padrone assoluto del mondo virtuale… e, perché no? Anche del vostro insulso mondo “reale”!” Le sue parole erano cariche di disprezzo.

“Stupido Contatore!” Urlò Tito.”Ti credi di essere così forte?”
Le parole di Tito spiazzarono la voce. “Sei solo il prodotto di un errore di programmazione…”
“Cosa blateri, folle?” Sibilò minaccioso il Contatore.
“… un sottoprogramma difettoso nei ragionamenti! Strano, in fondo dovresti essere un insieme di processi logici.”
Tutti i presenti non avevano staccato un attimo gli occhi da Tito: sembrava così sicuro di sé, adesso, quasi tranquillo. Un piccolo barlume di speranza si accese nei loro pensieri… Ma cosa poteva un uomo contro un essere invisibile, che sembrava essere onnipotente in quel mondo?
Il Contatore era silenzioso, sembrava anche lui in attesa delle parole di Tito. L’ambiente intorno sembrava che stesse cambiando leggermente colore, e al grigio diffuso si stava sostituendo un rosso sempre più intenso.
Tito continuò: “Come hai fatto a non capirlo subito? Il tuo potere, come tu stesso ci hai spiegato, deriva dall’interesse e la considerazione che gli utenti del forum ti concedono: noi te ne abbiamo data troppa, io per primo, e il risultato è stato quello di renderti capace addirittura di farci sparire dal mondo reale.”
Tutto, intorno, stava diventando rosso fuoco. Il Contatore non sembrava in grado di ribattere alle parole furiose di Tito. Riuscì solo a dire: “Tu, tu…”, stentoreo.
“Cominci a capire, vero?” Sul volto di Tito era comparso quasi un ghigno. “Noi siamo tutti qui, ormai… Nel tuo delirio di onnipotenza ci hai catturati tutti, e nessuno del forum esiste più nel mondo reale.”
“No…non…” La voce del Contatore si udiva a stento. Tutto l’ambiente aveva cominciato a vibrare, le colonne metalliche erano scosse come se ci fosse un terremoto. Un rumore forte e sordo pervadeva l’aria.
Tito alzò la voce fino ad urlare: “Non c’è più nessuno che ti possa guardare, adesso! Nessuno che ti dia la benché minima considerazione! Nessun potere ti può arrivare dai nostri sguardi, dai nostri commenti! Il forum in questo momento è morto, e tu muori con lui!!”
“Wooooorgh!” L’urlo del Contatore fu tremendo. Nello stesso istante il cielo si squarciò, lasciando filtrare una luce bianca, fortissima, mentre il terremoto arrivò ad un’intensità tale da spaccare i pali, scaraventando a terra tutti quelli che erano stati prigionieri. E tutti, nonostante le pochissime forze, si rialzarono in piedi e seguirono Tito verso la luce.
Ognuno si ritrovò nella sua casa, davanti al computer acceso.

Il forum era più che mai frequentato, quel giorno. Tutti volevano partecipare alla festa e quelli che non erano stati presenti direttamente all’episodio dello scontro tra Tito e l’entità per nulla al mondo si sarebbero persi le spiegazioni del loro Autore preferito. Tito, dal canto suo, non si fece pregare. Raccontò di come, nel momento stesso in cui aveva ascoltato la voce del Contatore spiegare quello che era successo, aveva capito l’errore madornale in cui questi era incorso. Il Contatore credeva di poter risucchiare l’energia dei suoi prigionieri, ma aveva dimenticato quello che nessun uomo avrebbe mai potuto dimenticare: il mondo virtuale esiste solo se qualcuno di reale, dietro, continua a riempirlo con i suoi sogni e le sue speranze… Senza la vita degli utenti “nell’insulso mondo reale”, come l’aveva definito l’entità, non era possibile l’esistenza di nessun forum, di nessun ambiente virtuale, di nessun Contatore. Ecco perché quel mondo era crollato nel momento in cui tutti vi erano stati imprigionati dentro. Il Contatore avrebbe voluto accrescere i suoi poteri assorbendo l’energia vitale degli utenti… Ma non sarebbe mai andata così. Il forum non avrebbe mai assimilato la loro vita.
Soddisfatti di queste spiegazioni, tutti controllarono in basso il numero degli iscritti.
85 utenti.
Avevano vinto.

domenica 13 gennaio 2008

Squilibri mentali - parte seconda

Riassunto della puntata precedente: Ho sparato alla macchina da scrivere.

Ecco, questo non migliorerà di certo la vostra considerazione di me, penserete che non sono stato capace neanche di spararmi ma vi sbagliate.

Ho mirato alla macchina da scrivere perché mi faceva ricordare troppo Luttazzi mio(e ora una parte di voi pensa: “Ancora co sto luttazzi! Ma la vuoi finire di parlare di lui?”. Per quelli che lo hanno pensato e non, guardatevi questo e poi parlate!) e quindi ho dovuto toglierla di mezzo.

Ma iniziamo dal principio anzi parliamo di qualcosa che per molti è una chimera: La salute.

Ho amici che stanno letteralmente sempre male, ma male male. Basta un niente per farli andare all’ospedale tanto che ormai anche a me mi conoscono tantissimo nella zona ospedaliera di Napoli perché ci vado in qualità di accompagnatore.

Le “gitarelle” sono molto interessanti, passo ore alla macchinetta automatica del caffè per svegliarmi e non dormire addosso alle tirocinanti(anche se vorrei…eccome se vorrei) e mi sto facendo una cultura delle malattie.

Le malattie.

Ormai le consideriamo una cosa normale, cioè un qualsiasi virus o bacillo del cazzo che viene e ti fa star male. E anche lì devi avere culo perché sto virus può essere quello del raffreddore ,e te la cavi con poco, ma può essere anche quello della meningite, e non te la cavi con poco, molte volte non te la cavi e basta.

Perché?

Perché un giorno ti svegli con un dolore alla testa e scopri che magari hai qualcosa che non avresti mai immaginato, e magari ti attendono chemio su chemio sperando di farcela.

Perché migliaia di bambini iniziano a stare male appena dopo la nascita, cosa c’entrano loro del male che hanno fatto gli adulti sulla terra?

Fa tutto parte del fantomatico “disegno divino”? Questo è quello che mi chiedo. Colui che ci guarda da lassù(anche se secondo me è impegnato a guardare “Amici” di Maria) si rende conto di quello che succede nella “sua” Terra?

E’ contento della sua modesta creazione? Io non lo sarei così tanto, cioè dico bravo, hai creato montagne, mari, boschi e tante zone meravigliose della terra, ma hai fatto anche tante idiozie.

Mettiamo il caso che tu, da buon padre, hai deciso di concedere una vacanza al tuo figliolo per festeggiare non so che cosa, e ti conciano il tuo povero figliolo così, che non stava facendo male a nessuno.

Da padre e da creatore come ti senti?

Amico mio(posso chiamarti così no?) hai sbagliato alcune cosine mentre decidevi di fare tutto sto ambaradam…

1) Perché vivere con la paura che una cosa che mangi o che inali può provocarti la morte? Basta malattie

2) Hai concesso troppa libertà agli uomini, la tua migliore creazione secondo te, ma hai sbagliato. Te lo dico pure mi che sarei tuo discendente alla lontanissima.

3) Ti consiglio di giocare a “The Sims”, magari ti viene l’idea per un altro mondo e per un’altra specie che non siano gli umani, ti prego…non continuare a sbagliare!

4) Non ti preoccupare…non ce l’abbiamo con te, d’altronde sbagliare e umano e noi siamo fatti a tua immagine e somiglianza!

Ah…un’ultima cosa…spero che il mondo cambi ma non come diceva una famosa canzone di una decina di anni fa:

“C’è un virus che si prende tramite il sudore/

E in novanta ore/ si muore/

L’hiv in confronto sembra un raffreddore/”

Sayonara!

venerdì 11 gennaio 2008

Squilibri mentali - parte prima

Mi sono comprato una macchina da scrivere, bella, antica, mi servono solo dei fogli di carta per farla funzionare. E poi posso vantarmi di essere uno scrittore in erba perfetto, ho tutto quello che può servire. Si. Tutto tutto. Tranne un’idea che mi faccia svoltare. Ma partiamo dal principio.

Sono Davide, ho 21 anni e sono un autentico vergognoso non lavoratore che vive a casa dei propri genitori e ciò influisce sul budget loro, anche se dopo un anno di “lavoro” qualcosa di soldi ho da parte e almeno i miei sfizi me li curo io. Perché non lavoro?

Perché sono un idiota forse, o perché non riesco a trovare il lavoro che sia affine alle mie capacità, spiego semplicemente in pochi punti(sennò le due persone che stavano leggendo sta cosa già hanno chiuso la pagina).

Io, me medesimo, vorrei fare lo scrittore. E fin qui tutto chiaro. Tutto semplice.

Ma come si diventa scrittore? Perché ci dovrei riuscire io non altra gente?

Mentre io sono qui che non faccio niente ci sono ragazzi che studiano e studiano per arrivare al mio stesso obiettivo. Per quale assurdo motivo dovrei vincere contro di loro?

E di questo me ne pento, ho scoperto tardi la mia ambizione e ora vorrei riuscire a farla fruttare…anche a costo di fare un libro come il simpatico “Moccia” e riempirmi di soldi e trovarmi così “tre metri sopra le banconote”? No, o ni almeno credo.

Io voglio essere scrittore perché alcuni mi dicono che scrivo bene(vabbè che mi dicono pure che canto bene ma a me sembra di essere sempre na campana che canta!) e mi incitano a continuare e certe volte penso che hanno ragione.

Scrivere bene significa dare tutta una serie di emozioni a chi legge, se il caro lettore ride, piange, si arrabbia, ha paura mentre legge un mio racconto significa che ho fatto centro…trasmetto emozioni, ho le giuste capacità per farlo, d’altronde questo dovremmo fare no?

La vita è una sola e il mio pensiero è sempre: “Fai quello che più ti piace”, giusto, perfetto. Volevo dirlo come prima cosa ma mi sono venute in mente molte eccezioni…Nessuno o almeno solo pochi riescono a fare il lavoro che più gli piace e questo non è giusto, non si possono sprecare anni e anni di vita andando magari in un posto che odi ogni giorno, ogni pomeriggio, ogni notte.

Ma purtroppo è così…

Chi sono io per avere più fortuna degli altri? Io ho fortuna, ho una famiglia, ho degli amici e il lavoro arriverà…

E poi ho quella macchina da scrivere, comprata ad un mercatino per pochi euro…un affare...un vero e grande affare, lì posso scrivere tutto ciò che mi passa per la testa perché questo è il bello dello scrittore…gli puoi togliere tutto ma la sua immaginazione è sempre ben protetta.

Anche purtroppo per questo non puoi dire ad uno scrittore di smettere di scrivere, è impossibile, il cervello immagina immagina e tu non puoi far altro che scrivere fino a che non ti senti svuotato dentro ma felice di essere riuscito a bloccare tutto su carta(o su file del computer).

Ora devo pensare ad andare avanti e a continuare la mia vita seguendo sto sogno che più passa il tempo e più mi sembra lontano, non so cosa ha fatto il simpatico “Moccia” per diventare famoso e pieno de soldi, ma credo che andrò a trovarlo per farmelo spiegare.

Oppure utilizzo l’altra cosa comprata al mercatino…

Non allo stesso mercatino di prima, ad uno notturno con molta meno gente…

Un oggetto che utilizzo una sola volta e poi fine…niente più immaginazione, niente più voglia di diventare quello che non sono…

Semplice e giusto mi sembra…

Quindi un saluto a tutti…mi chiamo Davide, ho 21 anni e sono, anzi ero uno scrittore…Sayonara!

BANG

mercoledì 9 gennaio 2008

Gocce d'amore - Tanti auguri Dylan Dog

Ebbene sì, anche io ci ho provato. A scrivere una sceneggiatura per Dylan Dog, intendo.
Scritta per un concorso virtuale dal titolo “tanti auguri Dylan Dog” indetto dal sito www.amicidellabonelli.net e avente come tema i vent’anni dell’Indagatore dell’incubo, la storia ha visto ricevere una “menzione speciale” da Paola Barbato per “aver inserito oltre alla sceneggiatura un BEL soggetto”. In pratica non ho vinto, ma dato che l’unico premio era la pubblicazione della sceneggiatura e visto che la mia, avendo ricevuto la menzione, è stata pubblicata lo stesso, mi sento un po’ vincitore anch’io. Inutile dire che ne vado particolarmente fiero, anche se rosico un po’ per il fatto che la storia non sia esportabile al di là del concorso. Va bè, amen.
Qui vi posto le prime tre tavole, linkandovi in più l’intero documento, nel caso questa anteprima vi dovesse stuzzicare e foste intenzionati a leggere tutto il resto. In tal caso…buona lettura!!!
p.s. grazie a chi di dovere per avermi suggerito questo metodo...ah, che donna!!! :D

TAVOLA1

1
Primo piano di Dylan in lacrime, mentre sta ingerendo dei barbiturici da una bottiglietta.

2
Dettaglio della mano di Dylan, che lascia cadere la bottiglietta a terra.

3/4/5/6
Panoramica dello studio di Dylan, di tre quarti e leggermente dall’alto. Dylan è in piedi al centro della stanza, con la rivoltella puntata alla tempia e la bottiglietta dei barbiturici frantumata a terra. Dal suo volto continuano a scendere lacrime. Lo studio è completamente sottosopra: il galeone si trova sulla scrivania, a pezzi; il clarinetto è per terra, smontato; la sedia è rovesciata; il manifesto di “The Rocky Horror Picture Show” è strappato.
TITOLO: GOCCE D’AMORE
DYLAN: Addio…

TAVOLA 2

1
Stacco. Primo piano di Bloch, in lacrime. Intorno a lui, un nero che inghiotte tutto lo spazio circostante.
BLOCH: Dylan, ragazzo mio…come ti sei ridotto…

2
Soggettiva di Bloch. Ci troviamo in un ipotetico carcere, in cui, avvolto dal buio più totale, viene tenuto prigioniero Dylan Dog. Dylan è dietro le sbarre di una cella e guarda supplichevole Bloch, a colloquio con lui.
DYLAN: Tirami fuori di qui, vecchio…fammi venire con te…

3
Soggettiva di Dylan. Da dietro le sbarre, mezzo busto di Bloch, in lacrime ma severo.
BLOCH: Non posso…e non voglio…non credevo saresti mai arrivato a tanto, ragazzo…

4
Dylan tende un braccio fuori dalle sbarre, verso Bloch.
DYLAN: Ma di cosa parli, Bloch? non ci capisco niente…

5
Bloch fa per alzarsi e andarsene, indifferente al gesto di Dylan. Il suo volto è ancora in lacrime.
BLOCH: Lo capirai, Dylan…dipende solo da te…

6
Inquadratura dall’alto. Avvolti da un buio irreale, Dylan e Bloch si separano. L’ispettore si allontana dalla cella del ragazzo, che si dispera continuando a tendere il braccio verso di lui.
DYLAN: No…

TAVOLA 3

1/2
Stacco. Interno, notte. Dylan è nel suo letto, svegliandosi di soprassalto, dritto come un fuso e con gli occhi sbarrati. Accanto al letto, sul comodino, diverse bottiglie di liquore già aperte.
DYLAN: NOOO!

3
Primo piano di Dylan, che si copre il volto con le mani.
DYLAN (PENSA): Giuda ballerino…ancora questo maledetto incubo…

4
Dylan si mette a sedere sul bordo del letto, dalla parte del comodino.
DYLAN (PENSA): Bloch…cosa vuoi dirmi?

5
Allarghiamo. Dylan afferra una bottiglia di liquore dal comodino, triste.
DYLAN (PENSA): E perché mi avete lasciato?

6
Attaccandosi alla bottiglia, Dylan comincia a bere il liquore.
DYLAN (PENSA): Io da solo non ce la faccio…

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ed ecco il link con l'intero documento (spero non ci siano problemi per leggerlo): http://www.keepmyfile.com/download/35f4482096484

domenica 6 gennaio 2008

5 anni

Una serata qualsiasi, un paninano, tre sedie, un tavolo pieno zeppo di scarti delle persone che hanno mangiato prima di noi(che se di immondizia ne abbiamo poca in mezzo alla strada!), tre persone sedute a mangiare il panino...una delle tre tra un boccone e l'altro spara una frase...

Davide: Ma come vi immaginate tra 5 anni?

Attimo di titubanza, paura quasi nei volti dei due...

Michele: Così!

Risate generali.

Davide: Ehm...non ci sarebbe na prospettiva migliore? Cioè...così facciamo proprio schifo!

Attimo di raccolta di pensieri.

Vincenzo: Allora tra cinque anni ci vediamo qui...su queste sedie davanti a questo paninaro!

Michele: Magari non ci parliamo più già da due anni ma dobbiamo venire qui!

Davide: Anche se il paninaro ha chiuso e le sedie non ci sono e i tavoli li hanno buttati...dobbiamo venire qui...e lo segno pure sulla mia agenda del telefono...

5 Gennaio 2013 coincidenza casuale proprio Sabato...ore 23. Un appuntamento che non mancherò...almeno spero!

(certo che ne dico di idiozie eh?)

sabato 5 gennaio 2008

The road to Manduria...

Ci sono strade che scorrono senza lasciare traccia della propria esistenza, sopite nel pallido ricordo di un viaggiatore distratto o nell’incessante pulsare della vita quotidiana. Ci sono strade, invece, che lasciano un segno, vibranti crocevia di anime e cuori in movimento, che si distendono in tutta la loro intensità, vividi ricordi di chi le attraversa.
La strada per Manduria si dispiegava davanti a me in tutta la sua interminabile lunghezza, segnata dal battito di un motore scandito da aspettative appena sussurrate e paure dolcemente soffocate. Sapevo benissimo che non era una strada come tante altre e che, di sicuro, in quanto sottile linea di collegamento per quella parte del mio cuore da tanti giorni desiderata, avrebbe lasciato un segno che non avrei mai dimenticato.
La mitica renault 19, ad accorciare le distanze; e acceleratore, a spingere su rettilinei interminabili; e freno, frizione, cambio, freno, semaforo e altri viaggiatori, a riavvicinare cuore e cervello, asfalto e motore, partenza e meta. La strada per Manduria era fatta così. Potevi anche cercare di aggredirla, di sfidarla, di renderla più breve, ma lei, fiera e indomabile come una donna altera e capricciosa, riusciva sempre a trovare il modo per legarti a sé, donando illusioni che dopo pochi attimi cancellava.
Io lo sentivo, che la strada per Manduria mi stava portando in un posto speciale, ma non avrei mai immaginato che sarebbe stato così speciale. Non avrei mai immaginato di potermi sentire subito a casa e di capire, in quei giorni più che mai, che quella era la mia vita, e che non ne avrei voluta un’altra per nessun motivo al mondo. Non avrei mai immaginato di poter stare così bene, di divertirmi con Paola (anche se lì era semplicemente Ilaria) e Lorenzo, di sentirmi così piacevolmente a soggezione davanti ai suoi genitori, di percepire quanto il mio sentimento si rafforzasse sempre di più grazie a piccoli, teneri, gesti di vita quotidiana, perpetrati come un rito da cui non avrei voluto staccarmi mai: il viaggio la mattina, il buongiorno sulla porta di casa, le partite a biliardino (indimenticabile il 10 a 0 contro Ilaria :P ), gli accordi insegnati e quelli suonati, i baci e le carezze rubate, gli sguardi che si inseguivano, ladri d’amore e di una gioia inesprimibile con le semplici parole. Sono state giornate incredibili, perfette nella loro semplicità e indimenticabili nella loro appena percettibile diversità; giornate speciali, di quelle che lasciano qualcosa e il cui ricordo resta incastonato in una pietra così preziosa da far parte per sempre del tesoro di chi le vive. E allora grazie a Paola, sempre più donna della mia vita e pietra preziosa del mio personalissimo tesoro; grazie a Lorenzo, fantastico amico, compagno di giochi, abilissimo scrittore e alunno modello che ogni insegnante di chitarra vorrebbe avere (grazie per il tema che mi hai dedicato…sei un grandissimo!!!); grazie ai genitori di Paola e Lorenzo, per avermi accolto come un figlio e aver riposto in me una fiducia che cercherò di ripagare ogni giorno, dando tutto me stesso per rendere felice la donna che amo. Grazie alla mitica Renault 19, gloriosa compagna di avventure, sempre pronta a “sfidare” la strada per Manduria e ad assicurarmi il ritorno, senza mai perdere un colpo.
E grazie a lei, la strada per Manduria, sfondo e cornice di queste straordinarie giornate, con la quale, durante i viaggi che da casa di Paola mi riportavano a casa dei miei zii e viceversa, mi sembrava quasi di poterci parlare. E, a volerla ascoltare, avrei potuto sentire le mille storie dei viaggiatori che l’avevano percorsa. Ognuno con i propri sogni e le proprie mete, con i propri chilometri da percorrere e le loro vite da vivere, sempre pronti ad aggredirla o sinuosamente corteggiarla, a seconda che i loro cuori battessero velocemente o fossero un tutt’uno con il silenzio del lungo rettilineo, consapevoli che a volerlo ascoltare magari si potevano sentire la propria storia o quella di qualcun altro, sempre perso nella propria strada. E la strada per Manduria accompagnava tutti loro, come una mamma guida il proprio bambino verso il sentiero della sua vita, tenendolo per mano ma lasciandogli anche lo spazio per sentirsi libero. E io, che come un bambino la percorrevo, venivo accompagnato da quei chilometri di asfalto che si susseguivano uno dietro l’altro e che, anche se io non potevo ancora saperlo, mi stavano raccontando la storia più bella che avessi mai vissuto: quella tra me e Paola.

venerdì 4 gennaio 2008

La religione giusta per te...

In attesa di un post semi-serio su alcune considerazioni personali inerenti (bel termine, inerenti) a queste ultime giornate pugliesi, vi linko un simpatico test passatomi dal Lutty!! Il test si chiama "la religione giusta per te", e credo che possa aprirvi mooolte strade! :P

http://quizfarm.com/quiz_repository/Religion/157212/

a me è uscito questo risultato...e a voi?

Il tuo risultato è... agnostico. Sei un agnostico. Sebbene è generalmente riconosciuto che gli agnostici non credono nell'estistenza di Dio nè nella sua non esistenza, è possibile per un agnostico essere anche deista o ateo. In realtà gli agnostici non conoscono nè pretendono di sapere se Dio esiste o no, ma possono ammettere che qualcun'altro lo sappia. Un agnostico intellettualmente onesto si schiererebbe su questa posizione, dato che non ha più prove per giustificare l'impossibilità di conoscere Dio di quante ne abbia della sua esistenza.

Agnosticismo 95%
Buddismo 60%
Islam 45%
Paganesimo 40%
Induismo 40%
Confucianesimo 40%
Satanismo 30%
Cristianesimo 30%
Ateismo 30%
Ebraismo 20%
Paranormale 15%