sabato 27 febbraio 2010

Jammo ja



Piccola premessa: sono di Caserta ma non sono un fan della musica neomelodica napoletana. Anzi, la aborro. I cantanti che da queste parti vanno per la maggiore, ovvero i vari Raffaello, Alessio, Luciano Caldore, Gigi D'Alessio e robe del genere, io non li sopporto. Però ci sono delle eccezioni. Per esempio Nino D'Angelo da quando si è invecchiato sta sfornando piccoli capolavori uno dietro l'altro. Quando va a Sanremo è sempre un successo discografico per lui, il pubblico lo ama, che sia del nord o del sud. Tutti comprano i suoi cd, da Bolzano a Canosa di Puglia. Per fortuna. Perchè un uomo che ha avuto il coraggio di dire che la canzone di Pupo col Principe era una "chiavica"(latrina), merita tutta la mia stima.
Nino ha scritto una canzone che parla dei napoletani, dei campani, dei "terroni". Di gente che non ha niente e non si aspetterà niente dalla vita. Non è il solito vittimismo, non sono le solite "lacrime napulitane". Questa è arte con la A maiuscola. E oggi, visto che sono buono, vi regalo il testo della suddetta canzone che fa da titolo al post, con relativa traduzione di me medesimo. E' un regalo di un abitante della Terronia a chiunque possa far piacere.

Jammo jà guadagnammace 'o pane
Nuie tenimmo 'o sudore int' 'e mane
E sapimmo cagnà

Jammo jà e facimmo ampresso
Sott'a st'Italia d''o smog e d''o stress

Nuie simmo 'e furbe ca s'hann' 'a fa' fess


Simmo nate cù duie destine,

Simm' 'a notte e simmo a matina

simme rose e simmo mspine
Ma simmo ramo d''o stesso ciardino


Meridionale

Simmo terra chena 'e mare

Ca nisciuno pò capì

Stammo buono o stammo male

Jammo annanz'accussì

'A fatica è nu regalo

E' a speranza è partì

Jammo jà e dammece 'a mano

Si stammo nzieme putimme i luntano
Nun se po cchiù aspettà

Jammo jà ca sta vita va 'e press

Nuie simmo 'a casa de vase e 'e carezze

Ma fa nutizia sultanto 'a munnezza


Cù sta mafia cu 'o mandulino

Ca ce hànno mise da sempe ncuolle

Simmo 'a faccia 'e 'na cartulina

Ca ce svenne pe tutt''o munno


Meridionale

Simmo voce 'e miez' 'o mare

Ca nisciuno vo sentì

Simmo l'evera appicciate
Ca nun se sape maie a chi

Simmo 'o specchio e n'autostrada

Ca nun vonno maie fernì

Addò 'o viento s'abbaraccia 'o mare

Troppo so' 'e penziere
E chi cresce cù pane amaro

E' 'n'italiano straniere

Si 'a giustizia se lava 'e mane

Song bianche 'e bandiere

E chi maie po penzà a dimane

Nasce priggiuniero...


Simmo nate cù duie destine,

Simm' 'a notte e simmo a matina

simme rose e simmo mspine

Ma simmo ramo d''o stesso ciardino


Meridionale

Simmo terra chena 'e mare

Ca nisciuno pò capì
Stammo buono o stammo male

Jammo annanz'accussì

'A fatica è nu regalo

E' a speranza è partì


E guagliune d''e viche 'e Napule

Nun sarranno maie Re
Dint' 'o Zen 'e Palermo se bevene 'o tiempo

P' 'a sete 'e sapè

E nun è maie facile a durmì cu 'e pecchè

A campà ci 'a pacienza è 'o cchiù grande equilibrio
Pe chi pò cadè.


Traduzione:

Andiamo, guadagnamoci il pane,
noi abbiamo il sudore nelle mani.
E sappiamo cambiare.
Andiamo. E facciamo presto.
Sotto quest’Italia dello smog e dello stress,
noi siamo i furbi che si devono raggirare.

Siamo nati con due destini,
siamo la notte, siamo il giorno,
siamo rose e siamo spine
ma siamo rami dello stesso giardino.

Meridionale.
Abbiamo una terra piena di marae,
che nessuno può capire.
Stiamo bene o stiamo male,
andiamo avanti così.
Il lavoro è un regalo,
e la speranza è partire.

Andiamo, e diamoci la mano.
Se stiamo insieme possiamo andare lontano.
Non si può più aspettare.
Andiamo. Che questa vita corre,
noi siamo la casa dei baci e delle carezze
ma fa notizia solo l’immondizia.

Ci sta la mafia col mandolino
che ci hanno messo sempre addosso.
Siamo la faccia di una cartolina
che ci svendono in tutto il mondo.

Meridionale.
Siamo voce in mezzo al mare,
che nessuno vuol sentire.
Siamo l’erba bruciata,
ma non si sa mai da chi.
Siamo specchio di un’autostrada,
che non vogliono mai finire.

Dove il vento si abbraccia il mare,
troppi sono i pensieri.
E chi cresce tra difficoltà,
è un italiano-straniero(oppure: è un misero italiano)
Se la giustizia se ne lava le mani,
sono bianche le bandiere.
E chi mai può pensare a domani,
è nato prigioniero.

Siamo nati con due destini,
siamo notte, siamo il giorno.
Siamo rose, siamo spine,
ma siamo rami dello stesso giardino.
Meridionale.
Abbiamo una terra piena di marae,
ce nessuno può capire.
Stiamo bene o stiamo male
Andiamo avanti così
Il lavoro è un regalo
E la speranza è partire.

I ragazzi dei vicoli di Napoli,
non saranno mai Re.
Nel Zen di Palermo aspettano il tempo,
in cui sapranno qualcosa.
E non mai facile andare a dormire con i perché.
A vivere con pazienza è difficile rimanere in equilibrio,
Per chi può cadere.

Se non vi trovate con la traduzione e avete qualche suggerimento, ricordate che sono sempre ben accolti.

sabato 20 febbraio 2010

Si distrugge il giorno...




Non è colpa mia, se l'ispirazione mi viene di sera, al buio.
E non è colpa mia nemmeno se la sera mi porta a essere riflessivo andante (con variazioni sul tema: depresso con brio, fiducioso moderato).
Si distrugge il giorno, per sopravvivere alla notte.

Le tenebre incutono uno strano timore.
Perchè il buio scontorna le figure, sovrappone le ombre del presente ai fantasmi del futuro, crea una fastidiosa dissolvenza tra le certezze della luce e i dubbi della notte.
Le tenebre ci cercano.
Ci domandano il perchè, senza tregua. Non chiedono giri di parole, non vogliono eufemismi dell'ultim'ora.
Quando meno ce l'aspettiamo. Quando posiamo la testa sul cuscino, quando spegniamo il televisore, quando ci togliamo gli occhiali.
Ci cercano. E ci chiedono il perchè.

Alla luce del giorno è tutto facile. Il cuscino giace vuoto sul letto, il televisore è acceso, gli occhiali sono ben messi. Il giorno si prende gioco di noi, con le sue luci e le sue illusioni.
Ma quando la finzione svanisce, siamo costretti a fare i conti con noi stessi.
Sopravvivere alla notte non è sempre facile.
Perchè siamo soli, perchè non abbiamo risposte per le nostre domande, perchè alla luce del buio il nostro vuoto si riflette come in uno specchio.
Perchè le forme sembrano indistinte, lontane. E abbiamo bisogno di qualcuno vicino, qualcuno a cui poterci aggrappare anche solo per un attimo.
A costo di corrompere la nostra anima, di mandare in frantumi le certezze di una vita intera.
Si distrugge il giorno, per sopravvivere alla notte.

mercoledì 17 febbraio 2010

Cos'è bluffona? (Ricerche Dicembre-Gennaio)



Ritorniamo,cercando di pubblicare a cadenza regolare, le ricerche migliori e più divertenti che gli utenti del mondo del webbo hanno cercato per farsi sbeffeggiare da me medesimo sottoscritto. Ovviamente ci saranno prima quelle normali e poi l'ormai consueto "angolo dell'hard" che piace tanto a voi maialoni che ci leggete. La ricerca usata come titolo è sconvolgente e non so cosa mai possa significare. I numeri tra parentesi, affianco alla ricerca, indicano quante volte la suddetta è stata effettuata. Ove non ci sono numeri significa che, per fortuna, è stata ricercata una sola volta. Buon divertimento e continuate così, mi raccomando.

siete voi trafficanti? o errando andate, come corsari della vita in forse, (2): No, amico, non siamo trafficanti e non capisco il suo idioma! E poi “corsaro della vita” ci è tuo fratello! Che insolenza…

terra nostra ultima puntata di kapitanjo eljio seconda puntata(2): Io avrei aggiunto altre sette ricerche tutte insieme. Così si fa prima.

"c'era una volta una ragazza" : E poi come continua??

"pipi in macchina": Si, internet è un posto per malati.

luttazzi4ever voglio entrare tra le tue ricerche (2): Ed ora assistiamo al primo caso di Fannizzazione verso il sottoscritto! Caro amico anonimo(anche se penso sia un’amica e non troppo anonima) ce l’hai fatta! Ora sei tra amici! E sgancia i mille euri per il servizio offerto!

aaaaaa ulla ullalla wikipedia: Se cerca la canzone di Lady Gaga in codesto modo è un genio. Se invece cerca di fare un rito vudù ai danni della povera Wiki merita tutta la mia disistima!

alessioakaego cristiano: Oh, ricercano il mio amico rapper!

Antonio Cocchiaro: Noooooooooooooo! Lui noooooooooooooooo!

badile sull alluce: Oh che dolore!!! E' caduto anche l'apostrofo dallo shock!

blog di lucia corvo amica sorella di mirko: Ora sono rimasto col dubbio: amica o sorella?

bloggo dello sgrittore: Finalmente qualcuno che riconosce le mie sole doti di unico ed eccelso sgrittore! Almeno spero che parlino di me. Ma sicuramente. Quel mentecatto sparisce per due mesi. E’ sicuramente inteso a me. Sisi. Sicuro. Sono troppo bravo. Sono meraviglioso. Perché me lo dico da solo? Forse perché nessuno me lo dice. Invece a lui si. Diggi…ti ucciderò!!!!

Carmenide: sti pazzi girano ancora per il web…

come si chiama quella canzone che fa bebebe: “Gregge di pecore” di Pastore Montanaro.

davide paolino: Non iniziamo con ste ricerche vergognose eh!

foto luca borrasso: Non vi conviene!

francesco savino attore: Eh si! E perché non “francesco savino presidente degli stati uniti” o “francesco savino vincitore premio oscar”!

happy birthday sergio!!! lo so che sei a casa mia, ma gli auguri te li faccio lo stesso pure qua!!! buon compleanno & buon anno!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! : E perché metterli su Google? E soprattutto ma tu sei a casa tua o c’è solo lui che tiene compagnia a tua moglie? E poi: abbondiamo con i punti esclamativi perchè sono gratis?
ho ucciso il maiale e ho fatto il pane , nevica se vuoi nevicare: Sisi. Come dici tu. Ma adesso stai calmo che chiamo alcuni miei amici con i camici bianchi.
il 2010 e' l'anno bisestile: Solo nella tua mente!

il bloggo degli sgrittori folli: Capisco che non siamo proprio proprio normali, ma qui ci si insulta!

mi serve la cesta quella del cestino che lo cancelato: A me servirebbe un traduttore e a te un vocabolario!
otto dodici ventiquattro ho visto un gatto miao miao: Che sublime poesia. Le mie sfigurano davanti a cotanto buon uso delle parole.

posso sapere per quanto dovrebbe fare freddo a milano 2010: No!
pusher significato nel poker: Quello che vende la droga alle carte per farle diventare assi.

se distruggo l'hard disk nessyno può risalire a quello che ho visitato?: Cosa non si fa per nascondere i porno. Comunque se lo pigli a martellate non credo riusciranno a vederlo.

tommaso anzalone: Finitela di ricercare sta gente!!!

E per i pervertiti: L'angolo dell'Hard

diggi sesso(13): Ormai è famoso e anche lui è oggetto di feticismo e culto da parte dei suoi fan. Ma, secondo me, sta cosa è normale farla con Megan Fox. E scusatemi se è poco.

diggisesso.com (2): Qui si va verso una brutta strada!

allevare farfalle: Il mestiere di pappone è sempre troppo ricercato…

ci sono le ninfomani su facebook?: Certo! Aspettano solo che tu ti iscriva!
vestiti di carnevale farfalla della pace: Indi un vestito da Belen! Complimenti vivissimi!

lunedì 15 febbraio 2010

E se cambio canale?



Ho vissuto la mia infanzia come tutti gli altri bambini. Ho avuto le mie manie, i miei capricci, le mie voglie, ma soprattutto i miei idoli. Tutti abbiamo avuto, da piccoli, e abbiamo ancor oggi idoli che ci seguono nella crescita e rimangono perchè non possiamo immaginare una vita senza di loro. D'altronde, in un certo qual senso, ci hanno cresciuto. E ogni anima candida, nella sua fanciullezza, guarda quel mostro abnorme e tentatore che è la tivì. Che con i suoi cartoni animati ti tiene buona, ti cresce, e soprattutto ti rovina.
Ma, ciò che penso io, è che tutto dipenda da ciò che guardi. Da quello che ti piace o che ti fa ridere, appassionare, esaltare, affascinare. Io, fin da piccolo, ho "rovinato" mentalmente la mia esistenza con un tipo di programmi che, ancora oggi, mi fa divertire come non pochi. E poi c'è sempre, verso di loro, il sommo ringraziamento di avermi fatto conoscere Daniele Luttazzi.
Parlo di loro, della Gialappa's Band. Quei tre debosciati che rispondono al nome di Carlo, Giorgio e Marco. Quei tre individui che ho visto da "Mai dire tv" passando per "Mai dire Banzai", soffermandomi sui meravigliosi anni di "Mai dire Gol del Lunedì"(e quello minuscolo della Domenica) e poi sui vari "Mai dire Lunedì" et similia. Senza dimenticare, ovviamente, i vari programmi dedicati ai reality.
Comunque, dicevo, li ho amati e li ho aprezzati fin da piccolo e anni fa, nove per la precisione, con grande stupore seppi che avrebbero iniziato a commentare, alla radio, il Festival di Sanremo così come già facevano, con grande e assoluto divertimento, i Mondiali o gli Europei di calcio. E io appresi con grande felicità quella novità. Accendere la tv, posizionarla su Rai 1, togliere l'audio e sentirmi tutta la diretta alla radio era una grande gioia.
Su RadioDue quell'evento, quei cinque giorni di assoluta diretta tra battute, interviste non canoniche nel sottoscala, sfottò e previsioni, erano, per me e non solo, la consapevolezza di risate assicurate. Cinque giorni. Una diretta "estrema" dalle ore 21 all'una di notte o anche di più. Sentire loro distrutti come lo eravamo noi è sempre stato un fattore di unione se non di, come si suol dire, una specie di "amicizia". Perchè loro c'erano per noi e noi eravamo lì ad inviare mail cariche di risposte o domande o semplici idiozie solo per ridere insieme.
Ma non tutto va come ci aspettiamo.
Il nuovo direttore di RadioDue, Flavio Mucciante, cancella la programmazione sanremese "solita" una settimana prima dell'evento con gli spazi pubblicitari già venduti(infatti gli inserzionisti sapevano che andava in onda la Gialappa's consci di un ascolto sicuramente alto) e con i fan già in attesa della cinque giorni di chiacchiere no-stop. E invece niente. Niente di niente. Ci sarà uno speciale di un'altro programma che non conosco e non vorrò conoscere perchè la tristezza è troppa. Come è mai lontanamente pensabile spostare uno dei programmi più importanti della radio, seppur in onda una settimana su 52, all'improvviso, una settimana prima della diretta? In giro si dice che è stata una mera questione economica. La Gialappa's ha rifiutato il contratto offertogli e il maestoso direttore ha prima chiesto di sostituirli a Dose&Presta(i conduttori del "Ruggito del Coniglio"), per una misura considerevolmente inferiore a quello che guadagnano i due per due ore di trasmissione ogni giorno. Dopo aver ottenuto il rifiuto della coppia ha inaugurato una versione speciale di Moby Dick, programma che, come ho detto prima, non conosco e non conoscerò. E' qualcosa che un semplice fan non si aspetta e rimane fregato, sconsolato, triste e anche arrabbiato. E' qualcosa che succede quando vedi i tuoi idoli cadere. Ed è qualcosa che ti fa capire che è giunta l'ora di spegnere completamente la televisione. Ed ora anche la radio.

Per chi vuole protestare(civilmente) ci sono le mail dirette dei vari direttori:

f.mucciante@rai.it la seconda flavio.mucciante@rai.it Direttore di Radio2
a.marano@rai.it Direttore RadioRai
m.masi@rai.it Direttore Generale Rai
a.mazza@rai.it Direttore di Raiuno

Grazie ai colleghi fan di Gialappasfans.net, per avermi dato la brutta notizia e per condivedere gli stessi sentimenti.

Di seguito alcune divertenti idiozie partorite dalla mente di quei tre nei Sanremo passati:

(Il signor Carlo che si esalta con Celentano Junior)

(Il caso Situation)

(Piccole meraviglie: Manuel Agnelli, il leader degli Afterhours, canta "Il Paese è reale" nel retropalco in diretta radiofonica)

sabato 13 febbraio 2010

Turista per cas(s)o



Oggi a Milano è successa una cosa strana.
Una di quelle cose che possono cambiare il corso di una giornata.
Berlusconi, allarmato per quanto successo, pare abbia voluto indire una conferenza per rassicurare tutti i cittadini e garantire che, no, non si trattava di una sinistra macchinazione dei comunisti.
Alcuni milanesi, da quanto riportano delle fonti non ufficiali, si sono liquefatti per poi sfociare nelle paludose acque dei Navigli.
I cospirazionisti hanno ipotizzato che un'enorme astronave vogon di colore giallo stesse per atterrare su San Siro.
Perchè quello che è successo oggi a Milano era davvero, ma davvero strano.
Qui.Oggi.E'.Uscito.Il.Sole.
E così, stranezza per stranezza, anch'io ho deciso di fare quello che di solito non faccio mai.
Sono uscito dal buio della mia stanza e mi sono fatto un giro per il centro.
Ho fatto il turista, facendo tutto quello che fanno i turisti: ossia alzare stupito lo sguardo di fronte al Duomo e farmi importunare dai Marocchini.
Non ho girato per i negozi, non ho scattato foto, non ho dato da mangiare ai piccioni, non mi sono nutrito al McDonald e non ho speso tutti i miei risparmi in gadget e quant'altro.
Ma direi che ho fatto quello che viene richiesto regolarmente a un turista che visita Milano: stupirmi di fronte al Duomo e farmi importunare dai Marocchini.
Io ero fermo a quelli che "vendono" i braccialetti all'uscita della metropolitana. Quelli che, appena metti un piede sull'ultimo gradino della scalinata, ti attorcigliano un braccialetto intorno al polso prima che tu te ne renda conto. Non mi stupirei se quei bracciali fossero dotati di due calamite alle estremità, in modo tale da allacciarsi al volo una volta passato intorno alla mano.
Oggi, però, i Marocchini di Milano hanno saputo stupirmi: c'era un nutrito gruppo seminato a partire da Corso Dante fino a Corso Vittorio Emanuele II, posizionato in stile staffetta a coprire tutta la zona, evitando così che anche un solo passante potesse sfuggire alla loro fittissima rete di vendita di libri per l'Africa. Sinceramente non so bene che tipo di libri fossero, quello che so è che, nonostante il mio notevole impegno in uno slalom gigante che li evitasse tutti, non ho potuto fare a meno di farmi importunare da ben sette di loro.
Le loro modalità di approccio variavano da Marocchino a Marocchino. C'era quello che mi ha dato il cinque, quello che mi ha chiamato fratello, quello che "non voleva vendermi un libro ma voleva solo farmi una domanda", quello che mi ha seguito per almeno 100 metri, quello che ha detto che gli stavo simpatico.
No.
No.
No.
No.
No. Soprattuto a quello che mi trovava simpatico.
Al sesto, ho dovuto dire una cosa spiacevole. Che prima di lui me l'avevano già chiesto in cinque. E che se avevo detto di no a loro, era no anche per lui.
Ci è rimasto un pò male, ma alla fine mi ha lasciato andare.
Dopo questa full immersion nel continente nero (paraponziponzipò), ho proseguito la mia mattinata da turista circumnavigando il perimetro interno del Castello Sforzesco, visitando una mostra sulle "Antenate della Venere", scoprendo un paio di cose interessanti sulle statuette egizie.
Concluse queste futili pratiche, ho riattraversato Parco Sempione, e sono tornato a casa.
Mi sono buttato sul letto, stanco morto.
E ho concluso che, forse, avevo sbagliato tutto.
Volevo fare il turista, ma, in fondo, avevo davvero sbagliato tutto.
Avevo alzato stupito lo sguardo di fronte al Duomo. Ok.
Mi ero fatto importunare dai Marocchini. Ok.
Ma come cavolo mi era saltato in mente di andare a visitare una mostra sulle Antenate della Venere???

giovedì 11 febbraio 2010

Resurrection





Che poi, dico, per caso una sera senti nostalgia di casa, e ti decidi a tornare.
Non sai perchè lo vuoi fare. In verità non sai nemmeno perchè sei mancato così tanto.
Sai solo una cosa. Che vuoi tornare a casa.
E sai che forse qualcuno, non dico tutti, ti aspettava. Aveva lasciato la porta aperta, nella speranza che tu tornassi a casa.
E tutti immaginano che tu abbia tante cose da dire. Intelligenti, brillanti, interessanti, stupide.
Ma la verità è che non hai da dire niente di tutto questo. Non hai niente da dire e basta.
Sai solo che ti è venuta nostalgia di casa, e hai sentito il bisogno di tornare.
Per dire cosa?
Bè, che sei tornato.
Il che non è poco. Il problema è che è tutto lì.
Un pò ti senti in colpa, perchè hai paura di deluderli più di quanto non li abbia già delusi la tua assenza.
Ma il bello è che a loro non importa nulla. Importa solo che sei tornato, che le tue scarpe sporche di fango e neve stanno già ricominciando a lasciare impronte sul pavimento.
Ed è una bella sensazione, dopo tutto. Perchè casa è il posto dove puoi dire quello che vuoi, senza problemi. E io sono mancato per così tanto tempo, che nel frattempo mi era quasi venuta la paura che non potessi dire quello che voglio, che non potessi essere me stesso. Perchè qualcuno, lì fuori, è pronto a giudicarmi.
Giudica quello che scrivo, che penso, che potrei scrivere o che potrei solo pensare.
E' il mio peggior detrattore, il gran giurì di una corte di stronzi vestiti di toghe sfolgoranti e accattivanti.
E' il nemico peggiore della mia creatività.
Sono io.
Io che mi autocensuro.
Io che vorrei scrivere di tutto.
Io che mi dico che sono uno stronzo.
Io che mi dico che sono uno stronzo, a voler scrivere di tutto e ad autocensurarmi tutto quello che vorrei scrivere per paura che qualcuno possa giudicarmi male.
Io che mi ripeto che è facile scrivere su un blog, masturbandomi nel buio della mia stanza con questioni di cui non importa niente a nessuno.
E' una soluzione facile.
E' qualunquismo mascherato da intimismo da baraccone.
E' tempo perso.
Sì, esatto.
E' proprio così.
E' assolutamente tutto vero.
Solo che a me piace da matti.
E stanotte sono tornato a casa.

mercoledì 10 febbraio 2010

Maschere - Prequel Ep



La concezione di amicizia è un concetto di base ma così difficile da attuare. Una persona è capace di fare, certe volte, per gli amici quello che non è capace di fare neanche per il proprio amore. Ne ho parlato anche tempo fa qui. Questo è uno degli argomenti su cui adoro discutere e dilungarmi per ore e ore e ore. Ma oggi non voglio parlare esattamente di ciò.
Dicevo che l'amicizia è un sentimento, una condizione, decisamente importante. E, certe volte, il rapporto tra due persone è fatto di piccoli gesti, piccolissimi. Spendere una serata per andare a vedere il mio amico rapper che canta è uno tra questi. Anche se le serate sono poi diventate due, tre e così via. Sono uno sgrittore e so come ci si sente a buttarsi anima e corpo verso l'arte. Scrivere le proprie canzoni e cantarle davanti ad un pubblico che, magari, non ti conosce adesso ma in futuro urlerà ogni tua piccola strofa.
E, appunto, qui condivido un altro gesto che non mi costa niente. Un link. Un puro è semplice link dove poter andare per scaricare il suo album. Il suo primo album con copertina, crediti e tutto(una cosa la si deve fare bene o non si deve fare proprio) che viene promosso, appunto, da questo prequel. Sei canzoni. Ve lo consiglio di scaricarlo(è tutto legale) e di sentirlo perchè ne vale la pena. In una nazione dove al rap non viene data così grande importanza, ci sono persone che cercano di uscire dall'anonimato. E ci si può riuscire.

Comunque questo è il link. Scorrete la barra finchè non vedete una scritta abnorme con scritto "Download" e aspettate che vi arrivi sul vostro pc. Poi ascoltatelo. E giudicatelo ovviamente. Questo è il bello. Il poter esprimere una propria sincera opinione.

lunedì 8 febbraio 2010

Sono un ragazzo fortunato



Più vado avanti e più ci penso: io mi sento fortunato, alla fin fine.

La fortuna o la buona sorte incarnata nella figura della dea bendata è l'evento favorevole che ti aggiusta la giornata, l'attimo che ti fa pensare che c'è qualcosa di buono a questo mondo, il momento positivo di massima felicità, a volte. La fortuna è enorme, immensa, anche se non sempre la vediamo. La sua nemica amatissima, la sfiga o come la volete chiamare voi, invece è dentro ognuno di noi. La chiamiamo anche duecento volte al giorno, sempre, per ogni minima cosa che non và come vorremmo noi. E forse è un po' sbagliato.
Per esperienza personale mi sono sempre ritenuto un ragazzo un po' sfigato. Sono un nerd. Indi si parte da un livello di sfiga sul 40%. Si parte dalla scuola dove le ragazze non mi calcolano, i brufoli hanno scoperto un luogo felice dove prosperare giusto giusto sulla mia faccia, gli sport sono qualcosa di più lontano possibile dal sottoscritto e così via. No, diciamo che non sono mai stato oggetto di scherno da parte di bulli o quant'altro. Qualche idiota l'ho incontrato sulla mia strada ma, si sa, quando la natura ti alza a dismisura non trovi tanti coraggiosi pronti a mettersi contro ad un armadio. E questa, alla fin fine, può chiamarsi fortuna.
Eh si. Fin da piccolo volevo diventare un bel giovinotto aitante e ammirato. Ovviamente son riuscito solo a migliorarmi nell'altezza, per diventare anche bello avrei dovuto aspettare un miracolo. Che forse forse, a quel che mi dicono, potrebbe essere riuscito. Comunque ritorno all'argomento principale.
Dicevo che l'essere nerd, insito in me, mi porta a considerare già parte della mia vita pervasa dalla sfiga, e un po' è vero. Ma tutto è destinato a cambiare o forse la mia esistenza non è mai stata così nera. Passiamo al dopo-superiori. Entro nel cosidetto mondo adulto e mi ritrovo senza lavoro, senza voglia di buttarmi sull'università, per non far spendere soldi inutilmente ai miei, e senza prospettive per il futuro. Bella vita, direi. Ma c'è da parte un sogno nascosto, uno che avevo dall'infanzia e pam, lo metto all'opera.
Cosa si dice dei ragazzi in divisa? Che sono belli, fighi, eccezionali, e anche eccitanti. Eh si, dico a voi donne che sbavate quando passa un bel militare tutto pompato di muscoli. Io volevo, ardentemente, diventare poliziotto ma non per volontà di acchiappare pulzelle(anche se non mi sarebbe dispiaciuto) . Feci il concorso ma alla visita oculistica mi scartarono. Troppo ceco, ed avevano pure ragione, la miopia dilagava in me. Dissero che c'era un limite di gradi mancanti dichiarato anche nel bando di concorso, ma non era assolutamente vero. Sfiga, tremenda sfiga. Per un problema fisico mi ritrovavo scartato in un attimo. Tristezza pura.
Eppure la vita, esattamente una settimana dopo, mi fece conoscere certi loschi figuri che poi sarebbero diventati i miei futuri amici. Vincenzo, Michele, Tommaso, Nicola, Federico, li conobbi pian piano da lì in poi. Avrei potuto non conoscerli mai ma è andata così. E questa è una buonissima dose di fortuna. Altro che servizio militare, amicizie vere. Non è roba da poco.

Passo, senza dilungarmi troppo, alla meraviglia del servizio civile iniziato nel peggiore dei modi e terminato in maniera celestiale. Un luogo di lavoro che ho amato e che ho abbandonato con molta difficoltà. Ormai non ne potevo fare a meno. In tutto ciò c'è stata una parentesi che, nel bene o nel male, ha fatto parte della mia esistenza. Eh si. Una sera ebbi un colpo di fucile a pallini nell'occhio sinistro. Che paura, direte voi. Che spavento incredibile, dico io.
Fatto sta che sono mezzo ceco, d'altronde ve l'ho detto, e i miei occhiali(sei gradi, vetro infrangibile) parano il colpo e la lente in questione quasi si disintegra per la potenza dell'impatto. Tanti piccoli pezzettini mi fanno capire la tremenda fortuna che io ho avuto. Se non fossi stato miope ora sarei sicuramente ceco da un occhio. Se mi fosse andata buona. Comunque, nella stessa serata, conosco una ragazza che diverrà, nei mesi a venire, la mia croce che,ai tempi, apprezzai non poco. E lo dico senza alcuna vergogna. Il passato è parte di noi e pur riconoscendo i miei sbagli devo dire che, in quei tempi, non me ne accorgevo e vivevo felice o perlomeno ci provavo.
La storia in questione, tra alti e bassi, durò a malapena quattro mesi e mezzo di litigate continue e inutili questioni. Sfortuna, sfiga o incapacità di avere una relazione o, magari, il problema era semplicemente che non c'era la voglia di stare insieme. Inutile dire che non la presi piuttosto bene e, in quei momenti, mi sono sentito veramente sfortunato.

Ma il tempo cambia le persone e ogni evento negativo o nefasto, in futuro, sarà dimenticato o sarà un'ulteriore prova nel cammino che ogni persona intraprende ogni santissimo giorno. Io in quella storia ci misi tutto me stesso ma capii di aver sbagliato e successivamente, mi promisi, di non fare gli stessi errori. E così non fu. Altre storie passarono davanti e altri errori grossolani commisi. Ma, ovviamente, in amore non tutto è deciso, per fortuna(appunto!).

Ritorniamo, precisamente, al tema principale. Quella sorte, buona o cattiva che sia, che dirige la mia vita, come quella di tutti voi. Quella fortuna che mi ha abbandonato al termine del servizio civile nel ricercare una benchè minima opportunità di lavoro passata tra call center e vendita porta a porta. Obbiettivi lavorativi enormemente stancanti emotivamente e psicologicamente, per la mia persona. Non riesco a mentire, non sono portato per queste cose. Indi sicuramente a giurisprudenza non mi sarei mai iscritto, suppongo. La sfortuna nel lavoro si è lievemente attenuata perchè ora aiuto mio padre nella sua attività, qualcosa di utile almeno per lui e forse anche per me considerando che, in futuro, potrei subentrargli. Anche se, ovviamente, la mia aspirazione principale è scrivere per mestiere o magari,realizzare uno degli altri sogni che ho descritto qui.

Ma se il lavoro ha portato qualche frutto è l'amicizia che mi ha portato la fortuna migliore. Quattro anni fa con i miei cari amici decidemmo di iniziare a giocare a calcetto settimanalmente. E da lì si iniziò una tradizione che ancora oggi mantiene, con partite obbligatoriamente anche il 24 e il 31 Dicembre e quel Mercoledì che ormai è diventato sinonimo di goal, azioni e parate. E per giocare a calcetto ci vogliono dieci giocatori e se qualcuno manca come si fa? Si trova, ovviamente. Gli amici portano altri amici che, a loro volta, diventano nuovi amici. E con questi amici si hanno interessi comuni e, qualche volta, ci si esce insieme e uno di quelli, per gentilezza e cortesia, mi invita alla sua festa di diciotto anni, in piena estate, in un pub, nel caldo più torrido. Il luogo perfetto per incontrare lei, la mia musa, la sua compagna di classe, la mia ragione di vita.

Il resto è storia conosciuta. Sappiate solo che stasera, pensando tra me e me, ho capito che sono fortunato. Ho capito che la persona che ho affianco, giorno dopo giorno, è unica, speciale e fatta apposta per me. Ho capito che non conta come è successo, basta che sia successo. Non importa quanto abbiamo sofferto in passato, quel che conta è che adesso, nel cuor mio, io mi senta un uomo fortunato. Che ha abbandonato la gelosia eccessiva dei primi amori, che ha iniziato un percorso professionale irto di ostacoli ma con una grande forza d'animo, che pensa a sorridere più che ad intristirsi(anche se certe volte me lo dimentico) e va' avanti. Con una ragazza meravigliosa sottobraccio e un gruppo di amici eccezionali dietro. E mi sento enormemente fortunato.

Ps: Bella la vignetta vero? Il Maestro Staino, ancora oggi, ne fa di meravigliose!

giovedì 4 febbraio 2010

Uno sguardo all'orizzonte



Gli aspetti positivi nella redazione e nel mantenimento di un blog sono molteplici. Infatti basti pensare che questo spazio virtuale è gratuito, permette agli utenti della rete di disquisire su importanti tempi d'attualità o di filosofia(tipo quanto è tosta Belen o quando la Juve si riprenderà), permette alle persone che sono dall'altra parte dello schermo di farsi un'idea sul tuo modo di pensare, sul tuo modo di ragionare, su come sei dentro piuttosto che fuori. Perchè loro non ti vedono a meno che tu non voglia. Perchè loro, gli utenti, nel nostro caso di Bloggo degli Sgrittori, ci capiscono e ci osservano per come scriviamo, per le emozioni che riusciamo a regalare, per le due risate che riusciamo a strappare. Parlo ancora con il "Noi" anche se il collega non si fa vivo dall'anno scorso. Spero vivamente che abbia una scusa plausibile per giustificare la sua assenza, non una del tipo "Scusami ma mi sono svegliato tardi" oppure "Volevo postare ma poi ha suonato il postino. Oh, postare-postino! Che calambour!" e così via.
Comunque dicevo, prima di dilungarmi con facezie di poco conto, che abbiamo a disposizione uno spazio dove poter essere protagonisti ogni giorno. Ognuno di noi, o perlomeno la maggior parte degli internauti, ha un blog dove racconta di se stesso o cerca di mostrare al mondo la propria arte o, in qualche caso come il nostro, un po' di tutte e due.
Sì, perchè qui "arte" e "vita" si uniscono per regalare(tanto è gratis) al pubblico, ai lettori, qualche momento di puro svago. Si intrecciano per stupire chi ci legge e, magari, si inventa qualcosa che ci possa far conoscere in larga scala. Perchè questo Blog è da due anni e due mesi che è attivo e ha, dalla sua, visto cose che nessun umano potrebbe immaginare: saghe epiche partire dalla mente di umili scrivani e depositarsi verso una trama sconosciuta, poesie strappalacrime degne della sponsorizzazione della Scottex, racconti e tristezze milanesi che potrebbero far impallidire anche la Tamaro, sogni sconvolgenti che neanche Galeazzi dopo una tripla peperonata potrebbe fare, sceneggiature premiate e fumetti editi(ma questo riguarda solo il collega, almeno lui si da da fare) e quant'altro sia possibile fare in più di due anni di aggiornamento quasi continuo. E cosa ci riserva il futuro? Cosa hanno pensato quelle due belle testoline? Qual'è la direzione da prendere? Altre saghe a puntate? Un racconto a due voci(sarebbe bello se l'altra voce si sentisse!)? Un progetto misterioso che terminerà con la conquista del mondo da parte dei piccioni? Oppure un'idea che coinvolga in modo sistematico anche gli utenti che, alla fin fine, si ritroverebbero protagonisti?

Credo sia l'ultima. Per adesso.

Passate regolarmente da queste parti o iscrivetevi per sapere quando parleremo degnamente di questa idea che, da mesi e mesi, mi è balenata per la mente. No. Niente di eccezionale ma qualcosa di divertente che potrebbe diventare un nuovo trattato filosofico mondiale. E non sto scherzando.

martedì 2 febbraio 2010

Teatro - Misteri e Musica



Era un luminoso pomeriggio di febbraio e i due giovani, D & F (da non confondersi con D&G), si incontrarono nella raduna stellata al di fuori della città. Subito si guardarono con assoluta ostilità. Alchè D, riconoscendo l’essenza orrenda dell’amico, sorrise per dimostrargli amicizia ma lui, imperterrito, continuò a guardarlo di traverso.

D: “F! Amico mio! Sono io! D!” – aggiunse, anche se si era già capito.
F: “Io non ti conosco! Io non so chi sei! So che hai cancellato con un gesto i sogni miei!” – disse, in un impeto di rabbia.
D: “Ma come? Tu sai chi sono! Quell’inguaribile idiota di D. Quello che spara battute. Quello che parla napoletano! Pizzà pizzà marescià!” - disse brandendo un mandolino e una pizza, con l'immancabile maschera di Pulcinella.
F: “Parole parole parole! Soltanto parole, parole tra noi!!!” – replicò ancora più indignato.
D: “Sono venuto a Lucca con te! Tre anni fa dormimmo nello stesso letto. E preciso che dormimmo solo! E quest’anno dicevi che ci provavo con la tua ragazza! Ti ricordi?”
F: “Mi ritorni in mente…bello come sei!!!” – affermò finalmente.
D: “Sono felice che ti sei ricordato ma, ti prego, non farmi i complimenti in pubblico che mi emoziono! Ma…hai un regalo per me?”
F: “Ti porto in dono un raggio di sole per te!! Che sei lunatico, niente teorie con te, soltanto pratica, praticamente amor!” – enunciò felice.
D: “Lo so che non ci vediamo da tempo, ma questo trasporto non me l’aspettavo. E poi “amor” è un po' troppo. E pensare che avevano precisato che non siamo D&G!”
F: “Ti ricordi noi, il giorno in cui mi dicesti che “Siamo ragazzi, siamo ragazzi, per quello che vuoi, è troppo presto!”” – rivelò commosso.
D: “No! E non intendo ricordarlo. Spero di averlo cancellato dalla mia mente. Ma, caro F, cosa ti succede? Ti vedo così distante!”
F: “Fammi sentire distante! Ad anni luce da qua.” – espresse questo desiderio senza pensarci troppo.
D: “Ma cosa ti succede, ragazzo mio? Io ti ricordo così gioviale, così simpatico, così felice quando mi trattavi male. Io mi ricordo un ragazzo che non vedeva l’ora di ammorbare tutti con i suoi post sul Bloggo! Si. Il Bloggo, quello che avevamo assieme, ricordi?
F: “Mi ricordo montagne verdi, e le corse di una bambina…”
D: “Non mi interessa di Heidi adesso, io voglio sapere cosa sta succedendo a te. F, amico mio, rispondimi con sincerità: sai chi sono?”
F: “Mi ricordo di un ricordo, spero che non me lo scordo, un ricordo di fanciullo, che mi dona sicurezza e per non dimenticarlo, io mi alleno a ricordarlo ma dimentico il presente!”
D: “Ora ho capito! Hai perso la memoria! Per questo non mi chiami più, non mi parli più, non scrivi più sul Bloggo! Hai perso la memoria, amico mio!” – si entusiasmò, convinto della verità delle sue affemazioni – “Non posso più stare senza di te, riprenditi!”
F: “Io senza di te: fotografia di chi va via e nello specchio dei pensieri miei, ti vedo ma non ti raggiungo mai.” – urlò con trasporto.
D: “No, ora so cosa hai e ti aiuterò a riprenderti, mio piccolo F. Basta solo che vieni da me!”
F: “Vieni da me! Abbracciami e fammi sentire che sono solo mie piccole paure!” – e così dicendo D lo abbracciò.
D: “L’ho sempre pensato che tu volevi questo da me, l’ho sempre pensato, amico mio. Anche se non sai più chi sono io sarò sempre con…te…attenzione…qui c’è qualcosa che non va!” – disse abbracciando F – “E’ normale che tu abbia uno sportellino dietro la schiena?”
F: “Si, no, non lo so ci dovrei pensare. No, si. Però lei che domande fa!” – si indignò F.
D: “Fammi un po’ vedere. Oh mio Dio! Tu sei un automa! Quel mentecatto cerebroleso del tuo inventore la pagherà cara! La pagherà cara!!” – gridò pieno di livore – “Appena lo agguanto non sai che gli farò, non lo potrai mai sapere!”
F: “Legagli le mani legagli con doppi nodi, all’anima. Porta la sua vita a correre da qualche parte e stancala!” – suggerì l’automa di F.
D: “E’ una buona idea. Questa storia non finisce qui! Vado a covare la mia vendetta. Anche se covare mi suona un po’ ambiguo!” – e se ne andò.

Dopo due ore, su quella raduna stellata, arrivò qualcuno.

F: “Finalmente ti ho trovato F2! Spero che tu non abbia parlato con nessuno perché sennò scoprirebbero tutti il mio segreto. Non oso pensare cosa succederebbe se ti trovasse il mio caro co-admin D. Sarebbe su tutte le furie. Tu non pensi?” – chiese alla copia spiccicata di se stesso.
F2: “Brutto bastardo,baby, brutto bastardo cosa vuoi da me?? Gira alla larga. Cuore di pietra, amore, cuore di pietra, pensi solo a te, vattene via…” – gli rispose di rimando.
F: “Uff! Stai ancora sulla versione “testi di canzoni”, devo dire a P che deve smetterla di maneggiare i tuoi comandi. Vero F2?”
F2: “No!”
F: “No cosa?”
F2: “Non mi chiamo F2!”
F: “E quale sarebbe, di grazia, il tuo nome?”
F2: “Memole è il nome mio, folletto sono io, in una foresta sto e tanti amici ho!” – rivelò senza indugi.
F: “Non dovevo installarti anche la mia intelligenza, povero me! E povero te!”

I due scesero lungo la collina diretti verso la propria abitazione senza sospettare che, da un’altra parte, un ragazzo deluso e rancoroso preparava la sua vendetta.

Testi usati in questa puntata di Teatro:
Insieme – Mina
Parole parole – Mina & Alberto Lupo
Mi ritorni in mente – Lucio Battisti
Un raggio di sole – Jovanotti
Love affair – Baustelle
Distante – Meg
Montagne verdi – Marcella Bella
Effetto memoria (Autunno) – Elio e le Storie Tese
Lo specchio dei pensieri – Gigi Finizio
Vieni da me – Le Vibrazioni
Si, no – Daniele Silvestri
Crudele – Mario Venuti
Per colpa tua – Noemi
Memole, dolce Memole – Cristina D’Avena.

lunedì 1 febbraio 2010

Momenti intensi



E' solo un'altra delle miriadi di poesie che ho scritto per quell'essere meraviglioso che è la mia ragazza. Oggi è il nostro tredicesimo mesiversario. Tredici è un numero fortunato o sfortunato a seconda di come lo guardate. Secondo me ogni numero raccoglie, dentro di se, un mondo di emozioni, accadimenti, paure e felicità. E' solo un numero, d'altronde. E, con questo numero, continua quel sentimento che sento sempre attorno a me. In ogni attimo della giornata. E cerco, nel bene e nel male, di farlo sentire anche a lei. Auguri piccola, tredici è solo l'inizio.

Dammi ciò che senti
in quei momenti che stai male.
Voglio sopportare io
la tua paura e il tuo dolore.
Abbracciami forte
senza fare storie.
Sono qui per un motivo:
sentir la tua felicità che sale.

Giurami che non mi mentirai,
anzi non farlo:
dai tuoi occhi capisco che
non lo farai mai,
dal tuo sorriso capisco che
stai bene come stai.

Con me, in ogni momento libero,
insieme, senza pensare troppo
a quel futuro immaginato.

Con te, in ogni attimo disponibile,
insieme, senza soffrire troppo
del mio sentirmi inadeguato.

Insieme, questo è l'importante,
abbracciati in ogni istante
di forte commozione.
Insieme, questo è sicuro,
con la promessa finchè vivo,
di donarti ogni
mia piccola commozione.


“Voglio una casa molto carina con il soffitto, con la cucina, con il camino e un letto grande. Una libreria degna di un gigante. Trippy Terza che cammina per casa, Tom il secondo che scorrazza beato. E la mia Carmen che mi sorride entusiasta. Voglio questa casa e poco mi basta.”