venerdì 30 marzo 2012

Cambierò, un giorno...(forse!)


Facciamo finta che sia vero quello che vi dico. Tipo che una volta, in passato, un disegnatore famoso di fumetti italiano(che ora fa anche lo sceneggiatore perchè aveva cinque minuti liberi al giorno) mi disse, mentre passeggiavamo in una cittadina toscana "Davide, scrivi sempre. Devi sempre scrivere. Più scrivi e più ti viene voglia e migliori. Se ti piace questo mestiere scrivi. Non fermarti mai."

Sono passati quasi tre anni da quando me lo disse. Mi sento di chiedergli scusa perchè il tempo passa e certi giorni mi sento un coglione di prima categoria. Credo sia la prima volta che ho usato quella parola su questo blog. E' un miglioramento. Significa che finalmente mi sento giovane. Ho sto diventando cazzuto. Così cazzuto che potrei far paura a Bersani. Ma lui si mette paura anche della sua ombra ormai. Sperando non la candidi come ombra di Peter-Pan, che di sicuro perderebbe.

Tre anni in cui mi sono guardato in faccia, diciamocelo. E anche adesso vedo che perdo tempo. In tutto. Il giorno in cui metterò a posto i miei fumetti, li catalogherò e metterò i Max in qualche scatolone sarà il giorno in cui sarò cambiato. Veramente. O migliorato. Una versione duepuntozero dell'idiota che scrive su un blog deserto. Così deserto che nessuno ci vuole scrivere neanche come admin. Auguri. Può darsi lo appoggi Bersani. Non ci avevo mai pensato.

E sono stanco. E non perchè faccia qualcosa di costruttivo ma perchè ho giocato a pallone tre giorni di fila. Non lo facevo dal 2005 credo. Mi sento anziano. Oggi una miriade di ventenni o poco meno, correva zompettando per un campetto di calciotto mentre io sudavo stando a porta. Fermo. Immobile. Quando inizierò a correre, di nuovo, con regolarità sarò un uomo nuovo. E magari tornerò a perdere chili inutili, diventerò bello e Katy Perry mi farà il filo. E mi sveglierò in un pozzo tutto sudato che mi manca un rene. Con Bersani integrno che mi appiccica una spilla del Pd sulla mia camicia ripiena di sangue.

Un giorno migliorerò. Lo prometto. Anche per quella che mi sopporta ogni giorno e che purtroppo, ora, vedo troppo poco. Vorrei dire che è questo che mi destabilizza, ma so che non è vero.

mercoledì 28 marzo 2012

Amico follower


Nel web 2.0, che viene successivamente al web 1.9 per essere precisini, capita che si instaurino amicizie virtuale grazie anche alla grande maggioranza di social network che girano e girano e nascono e muoiono e vengono quotati in borsa con prezzi assurdi. E ovviamente non c'è possibilità di entrare in stratto contatto, da subito, con chi ti manda una richiesta d'amicizia o decide di seguirti su twitter. E' anche normale che all'inizio ci sia quella sorta di timore referenziale. Mettiamo caso che avete cinquanta follower, è ovvio che se seguite uno che ne ha dodicimila siete in qualche maniera di livello inferiore. E senza che scuotete la testa: Claudio Lippi è migliore di voi. Sì, lo sto dicendo. Volete un altro esempio? Rudy Zerbi è il vostro Dio. E ora zitti a lavare le patate, marsch.

Dicevo che c'è sempre un po' di imbarazzo dopo che qualcuno decide di mandarti una richiesta d'amicizia o di followarti su Twitter. A parte il fatto che l'avvento di questi social network in lingua inglese porta a italianizzare l'inglese. E' già successo in passato con il poker che ha creato paroloni del tipo "foldare, bui, cippare, raisare" e così via. Sono cose brutte, lo so, ma ci passeremo un'altra volta.

In questo mio squallido post voglio solo farvi presente che ci sono innumerevoli modi per intraprendere una buona followingata reciproca(che detta così sembra qualcosa di zozzo) o almeno civile. Ovviamente constatando che se la tipa che decidete di seguire è una bonazza disumana, qualsiasi cosa vi dirà o le direte dovrete capire che:

-) Lei non vi cagherà mai di striscio.
-) Lei metterà risatine a qualche vostro status e voi penserete che vi ama.
-) Lei farà finta di non conoscervi se vi vedrà in mezzo alla strada.
-) Lei se la fa con il vostro migliore amico Furio Terzappi.

Ma a me non interessa dei discorsi con le bonazze perchè non ne uscirebbe mai fuori niente di interessante. Soprattutto perchè Feisbuc proibisce i capezzoli in bella vista, dannato Zuckemberg. Se li mettesse le azioni quadruplicherebbero, che idiota! Ovviamente non i suoi.
In questa sede comunque mi preme di farvi partecipi dei modi per ringraziare un vostro follower o "amico" in modo semplice e deciso. Ci sono varie opzioni, scegliete quella che vi piace di più ed usatela in maniera standard. F è Facebook, T è Twitter. Lo so che si capisce ma ci può essere qualche Google+ tra di voi. Tutti i casi esposti si riferiscono a richieste di altri per seguirvi, perchè voi non vi abbasserete mai ad aggiungere tipi. Mai. Avete una forte dignità intellettuale internettiana, giusto?

Entusiasta
F: Ehi ciao X, mi fa piacere che mi hai aggiunto. Noto che abbiamo tantissime cose in comune, ci vediamo qualche giorno per giocare al nostro sport preferito: il bungee-jumping orizzontale sulle Alpi? Pensavo di essere il solo a praticarlo. Aspetto tua risposta, fatti sentire.
T: Grazie per avermi seguito. Prometto che non te ne pentirai.

Imbarazzato (entrambi hanno ricevuto l'amicizia di un tizio che si chiama "cerco bsx")
F: Guarda, non mi sarei mai aspettato di ricevere una tua amicizia. Sono visibilmente sopreso. Cioè, grazie. E' così bello trovare qualcuno a cui piacciono i sottaceti sotto aceto. Ecco. Ciao. Fatti sentire. Ma non tanto.
T: Ciao amico, e grazie di essere diventato mio follower. Ma non lo dire in giro, sai la #privacy.

Arrabbiato
F: Ah, ma complimenti. Prima fai la richiesta a tutte le gnocche della nostra classe, quelle senza figli. Poi al tuo compagno di banco, alla tua fila, alle professoresse in pensione e ora ti ricordi che c'ero anche io nella Quinta L. Complimentoni veramente. Non mi sei mai piaciuto, sappilo. Non mi sei mai piaciuto. Comunque grazie perchè con te sono arrivato a 2000 amici.
T: Ah, finalmente ti sei deciso!

Sincero
F: Non ti conosco. Per questo credo che tra poco ti cancellerò.
T: Non ti conosco. Per questo credo che tra poco ti retwitterò a valanga per non perderti.

Amichevole
F: Oh, ciao. Mi fa piacere che m'hai aggiunto. Poi ci sentiamo per quella partita e per quella serata, mi faccio sentire io, magari ti chiamo sul cell(sacrilegio n.d.r.).
T: #Patpat (mi è stata suggerita ed è geniale, ovviamente è una pacca sulla spalla n.d.r.).

Egocentrico
F: Oh, Chiara, benvenuta tra i miei amici. Se clicchi su queste diciotto pagine che controllo mi faresti felice. (seguono diciotto link diversi)
T: Oh, Chiara, benvenuta tra i miei followers. Inizia pure a retwittare senza pietà. Capisco.

Deluso (follower ed amicizia persa)
F: Ma come...ti ho inviato anche le richieste per Cityville, Castleville, Farmville, Arcoreville, PalazzoChigiville per renderti partecipe della mia vita...perchè l'hai fatto?
T: Non sai cosa ti perdi. Nons ai cosa ti perdi. Io sono il nuovo #Fiorello. Il nuovo #GuglielmoScilla. (allora sapevano benissimo cosa si perdevano n.d.r.)

Questi sono alcuni suggerimenti base. Potete benissimo idearne altri e o suggerirmene alcuni. Io accetto tutto. Anche l'amicizia di un tizio che si chiama "cerco bsx".

(Nella foto: un gruppo di uccellini un po' cresciuti)

martedì 27 marzo 2012

Cercasi Samichlaus disperatamente


Gli uomini sono strani. Si affezionano alle cose, le danno nomi femminili e le rimangono poi fedeli a vita. Almeno finchè un'altra non capiti nella loro esistenza e gli faccia cambiare tutti i piani programmati fino a quel momento. E può accadere che un ragazzo abituato sempre alla solita bionda italiana, trovi per caso una rossa austriaca che gli faccia girare la testa. Il suo nome è Samichlaus.

E' una birra scura, come avevate capito, che da più di un anno è parte di me. Non sono un grande bevitore, metto i paletti avanti, ma mi piace assaggiare le birre nuove che posso trovare in giro. Rigorosamente in vetro, sia chiaro. Anche se l'altro ieri ho fatto una prova di birra in lattina e non è andata male.
La mia preferita ha un sapore dolciastro che si accompagna perfettamente a cene a base di carne e, da quello che dice l'etichetta, anche al cioccolato. Ora, sinceramente, non ho mai preso la birra su dolci e non credo lo farò mai. E' una mia limitazione mentale. Come per la maggior parte degli uomini ammettere che c'è una parte femminile in ognuno di noi. Io ne conoscevo uno che rinnegava apertamente la sua possibilità di essere gay. Cioè: ognuno di noi maschi può affermare che gli piacciono le donne, anche io lo affermo e lo confermo. Però, la maggior parte di noi non ha mai provato a stare con un uomo. Quindi, finchè non prova, non ha mai l'assoluta certezza di apprezzare solo le donne. Può capitare che piacciono entrambi o si rimane della propria opionione principale o la si stravolge completamente. Lui rinnegava con forti urla la remota possibilità che gli piacessero gli uomini convincendo i presenti alla discussione che avesse un'attrazione fortissima per gli uomini. Da quel momento mi sentii lievemente lusingato. Peccato che fosse un cesso.

La Samichlaus, dicevo, è un dono del cielo che mi fece in un momento triste della mia esistenza, accaduto l'anno scorso. Verso Febbraio mia madre tornò a casa con un cartone di birre, per motivi che non sto qui a spiegare. Basti solo sapere che erano gratis ed erano tante. La maggior parte consistevano in Guinnes(che non riesco a bere per il forte sapore dell'orzo), Du Demon (buona) e Schloss Eggemberg (che era molto buona) e poi c'era lei. L'unica e insostituibile. La assaggiai e ne rimasi stupefatto. Mio fratello, che è più incline al settore vinicolo, non riuscì a berla. Erano tutte mie!

Durarono un bel po'. Alla fin fine le Guinnes le regalai perchè non riuscivo a sopportarla. E mi misi il cuore in pace sapendo che non avrei potuto più trovarla. Un giorno poi, per caso, sempre in quel 2011, credo in estate, vidi Lei, in un supermercato Leclerc che mi guardava. Il prezzo, niente affatto economico, citava 2 euri e 50 per una bottiglietta da 33 centilitri. Ne presi 4.
Da lì è divenuto quasi ciclica la mia spesa mensile di birre inclusa Lei. Provavo altre ma rimanevo sempre fedele a Lei. Lei era colei che bevevo per i festeggiamenti importanti. Per le vittorie juventine da ricordare, per le serate felici con la mia ragazza dove due cuori uniti si cibavano allegramente sbevazzando soavemente. Lei era il regalo perfetto per i miei capi, era l'ultima birra bevuta prima del mese di sobrietà(che faccio ogni 5 mesi da bevitore) ed era la prima bevuta dopo. Lei non c'è più.

Già da un mese la catena di supermercati non la vende. Eppure andava fortissimo. Eppure è scomparsa. Tra qualche giorno, quando mi troverò a passare da quelle parti, chiederò a qualche gestore se e quando ritornerà. Io l'aspetto. Intanto ho cercato ovunque se potessi trovarla in altri luoghi, in altri laghi. Nulla. Forse potrei ordinarla via internet ma solo se dispongo di una società. Cosa di cui, ovviamente, non dispongo. Un giorno avrò una libreria o una fumetteria o una giocoleria e potrò ordinarla, così da far ubriacare i miei giovani clienti ed iniziarli all'alcool. Al buon alcool.

Mi manchi Samichlaus. Mi manchi già tantissimo. L'ultima è andata domenica sera, dopo il gol di Del Piero. Ho capito che potevo cenare felice. Grazie Samichlaus. Stai pur certa che ti ritroverò.

domenica 25 marzo 2012

Vi devo un post


Seriamente.

La Juve vince contro l'Inter, finisce la mia scorta di Samichlaus(e l'unico supermercato che le vendeva non le ha più), devo lavorare domani alle 9(l'ho scoperto poco fa) e devo ora terminare alcuni lavori per mio padre. Ho sonno. Sono lievemente brillo. Sono entusiasta per Del Piero. Questo sarebbe il settimo post in sette giorni. Ma ve ne devo uno certamente migliore.

Non insultatemi.

sabato 24 marzo 2012

Sotto pressione (ed è colpa vostra!)


Vado facilmente sotto pressione e alla fine succede che ci rimango male e ci ripenso. E mi succede per tutto. Tipo: non aggiorno il post per un giorno, instantaneamente mi dico "che fa, tanto manco quell'altro scrive, passerei per idiota se cercassi di tenere in vita uno spazio che ormai è morto", il mattino dopo penso: "forse avrei fatto meglio ad aggiornarlo, oggi non avrò tempo e i giorni senza post saranno due, maledetto me!", il giorno successivo mi viene ancora da tormentarmi: "chissà i milioni di fan disperati che aspettano mie notizie e pensano che ormai io sia deceduto, non vi preoccupate piccoli miei, sto tornando", poi finalmente scrivo e zero commenti mi aspettano. Allora nei miei pensieri si alternano diversi status emotivi:

Tristezza

"Sarà che ho calcato troppo la mano, di sicuro ora si saranno arrabbiati, sono stato veramente cattivo: farlai attendere così tanto".

Rabbia

"Ma che vogliono questi da me? Mica sono Recchioni che fa notizia quando si incazza con la gente! Io sono me!"

 Angoscia

"E dai...un commentino...e che vi costa...pure un enlarge your penis andrebbe bene..."

Patteggiamento

"Ma sì, ora inserisco di nuovo la possibilità agli utenti anonimi di scrivere, così mi entrano un sacco di troll e spam violento...uah uah uah (risata malefica)"

Negazione

"Ma che me frega dei loro giudizi, ma sinceramente. A me basta un "mi piace" di tanto in tanto, un re-tweet, una vittoria al fantacalcio. Mica ho tempo di leggere ciò che mi scrivono sul blog. Ma certo che no."

Angoscia (di nuovo)

"E dai...un commentino...oggi c'ho avuto pure una brutta giornata: nessuno mi re-twitta, qualche menzione sì, ma niente di più. E al fantacalcio ho pareggiato 2 a 2. Aiutatemi..."

Accettazione

"Ma forse avevano ragione. Non era niente di che, domani mi sveglio e ne scrivo uno migliore."

Ottimismo

"Ecco il mio nuovo post bello limpido e pulito. Ora lo linko su feisbuc e tuitter e sono il re del mondo. ZeroCalcare mi fai una pippa."

E immancabilmente si ricomincia da capo. Questa è una malattia del web 2.0: l'ansia da protagonismo mancato. Aiutatemi. Aiutateci.

venerdì 23 marzo 2012

Colonna a destra


E' sera. Sono stanco senza aver fatto quasi nulla di costruttivo nella giornata appena trascorsa. Su Facebook un annuncio mi prova a vendere sexy lingerie. Una signorina provocante in guepiere rosso cerca di convincermi a cliccare. Non ci riesce. Cioè lei è interessante ed anche il prodotto che vende. Ma non mi ci vedo proprio con quello addosso. Rischierei di essere ridicolo. Sono troppo grasso per una guepiere. Magari quando dimagrisco. Se dimagrisco. Se capisco cosa significa "dimagrisco". Perchè è una parola che va bene sui vari vips del mondo dello spettacolo che lo fanno, ma mica su di me.
Io dimagrisco, normalmente, quando sto male. E non sono felice poi di essere dimagrito, anzi, sono incazzato perchè sto male. Fisicamente, psicologicamente e mentalmente. E anche precipitevolissimevolemente. Che può darsi sia un calambour che già ho fatto. Ma poi penso che De Sica dice le stesse stronzate da generazioni e tutti lo applaudono e mi sento lievemente meno in colpa.

Un'altra pubblicità parla di George Michael. E la cosa più sconvolgente è che non sponsorizza erba ma limone. E non sto scherzando. "Lemon" credo dovrebbe essere il titolo del suo ultimo album, almeno spero. Forse ha aperto un'industria di limoni siciliani in America a Syracuse. Che sarebbe una grande idea logistica e di marketing. E poi interverrebbe Giovanardi perchè i limoni non vanno bene per George Michael che sarebbe uno sponsor più perfetto per un altro tipo di ortaggi. Che poi credo che "più perfetto" non è qualcosa di eccessivamente giusto da dire e riesco a sentirmi lievemente meno in colpa, se considero che Boldi insulta gente su Twitter ogni tre per due per rispondere agli insulti. E il nesso con la grammatica di ciò è ancora tutto da dimostrare.

Poi c'è Wrestelmania 28. Peccato che ho abbandonato il wrestling. L'unico sport già scritto in cui non si può scommettere. Ma forse Cristiano Doni(che nel mio Football Manager è uno dei preparatori della mia squadra e sta crescendo una generazione di scommettitori) è l'unico che ci riesce.

Mi dicono pure di comprarmi un Kinder Sorpresa gigante per Pasqua. Che fa parte della storia di Gesù ovviamente. Come l'albero, il coniglietto pasquale e le renne. Certo che la Gerusalemme ancora non liberata era bella pregna di simboli nell'anno uno.

E il mio occhio cade su "Cerchiamo Scrittori". Il sito stampalibri.it mi invoglia a entrare in un nuovo mondo con il seguente annuncio: "Il tuo sogno è vedere il tuo libro pubblicato? Qui ti diciamo Come Fare!". Ecco. Inziamo bene. Se mai fosse vero che sono una casa editrice, l'editing del messaggio è sbagliato dato che inseriscono maiuscole ad minchiam. Clicco. Perchè la curiosità è nell'aere. Mi portano ad un sito che mi dice chiaramente "Autopubblicazioni", in sintonia con l'annuncio "Cerchiamo Scrittori" no? Una sintonia così perfetta che mi ricorda quella tra Luttazzi e Vespa, tanto per dirne una. La signorina "Doriana T." che non credo sia la figa di lato, mi dice "Complimenti per la velocità, professionalità e qualità! Complimenti anche per il prezzo competitivo rispetto agli altri". Non credo ce l'abbia con me ma sia felice perchè gli hanno fatto spendere poco per un libro che nessun editore avrebbe mai voluto pubblicare. O indove nessuno ha mai capito il genio sprecato che avevano davanti. La Storia, quella con la S maiuscola che stavolta ci va bene, ci ha insegnato che tutti si possono sbagliare. La Rowling ha dovuto penare per far pubblicare Harry Potter, a Faletti non lo credeva nessuno quando diceva che voleva scrivere gialli, a Moccia nessuno gli ha pubblicato un libro ed andava avanti a fotocopie. Ecco. Era meglio che si apriva una cartolibreria. Ma considerando i centomila siti diversi che offrono di stampare il proprio libro e considerando le migliaia e migliaia di persone che sono iscritte ad essi, quanti geni inascoltati ci sono in giro? Milioni!

Io sono uno di quelli, ma mica lo vado a dire a destra e a manca. Nessuno vuole pubblicare il mio primo romanzo. Soprattutto perchè non l'ho scritto.

Insensibili.

giovedì 22 marzo 2012

Dubbi amletici


La vita ci porta a delle scelte. Ogni mattina quando prende i calzini dal tuo cassetto della biancheria sai che sta per effettuare una scelta: prima il destro o il sinistro? Ci sarebbero anche fior fior di luminari che saprebbero trovare una tua filosofia di vita da questo tremendo dubbio amletico mattutino. Io, per tirarmi fuori, non sono tra quelli. Ma faccio parte dei dubbiosi cronici che preferiscono riempirsi l'esistenza di domande a senso unico che non vedranno mai risposta. O se la vedranno sarà veloce, instantanea, dopo che ci ho rimuginato per millenni.

La domanda più importante che ho in mente adesso è: mi conviene andare a vedere la finale di Coppa Italia a Roma? Non sto facendo un discorso calcistico, nel senso che so che la Juve potrebbe pure perdere e sarebbe un brutto viaggio triste e deprimente, ma a me interesserebbe sapere alcune cose sul mondo dello stadio e sulla civiltà che potrei trovarci dentro.
Ammetto: sono andato allo stadio una sola volta nella mia vita ed era per un'amichevole. Ho varcato i tornelli dello Stadio San Paolo il primo anno in cui li avevano installati. Ed è stato qualcosa di bello sia perchè lo spettacolo di uno stadio e di decina di migliaia di gente nello stesso posto è qualcosa che allo stesso tempo è sconvolgente e allarmante, per la mia agorafobia a giornate, ma anche meravigliosa. Era un'amichevole, dicevo, l'ultimo trofeo Moretti a Napule. C'erano Inter, Juve e Napule, appunto. E vinse il trofeo la famosa Juventus Fc. Non so se la conoscete.

Ovviamente stavamo(gruppetto di quattro persone egualmente divisi tra interisti e juventini) nel settore distinti per non rischiare di essere trucidati dai napoletani. E, sempre per lo stesso motivo, non esultavamo con entusiasmo ai gol delle nostre compagini del cuore, ma ci alzavamo pieni di entusiasmo ai gol del Napule. Che se non sbaglio non ne fece manco uno. La serata fu divertente ma ho preferito non ripetere l'esperienza in una partita regolamentare perchè, da ciò che so, i vari match Napoli-Juventus prevedono un settore dedicato agli juventini e stranamente lasciato libero dagli stessi che si intrufolani vestiti da napoletani in ogni settore a loro non abilitato. Lo so perchè anche mio fratello, milanista, fece così per un Napoli-Milan. Una brutta partita per lui. 3 a 1 finì. E dovette esultare per ogni gol del Napoli. Queste son cose che fanno malissimo.

Ora. Sappiamo bene che la cultura napoletana sulla squadra del cuore è un po' estremista. Molti di loro sono convinti di tifare l'unica squadra in circolazione: e chi tifa altro è una merdaccia(non sto scherzando). Questa idea generale sembra però condivisa da un bel botto di gente che non ha niente da fare nella vita e sfoga tutto con il calcio giocato, da altri. E io, per non rischiare mai di incontrare gente del genere in uno stadio e per non avere problemi per la mia incolumità, ho sempre preferito evitare di vedermi una partita al San Paolo in cui giocasse la Juve. E credo di aver fatto anche bene constatando i risultati calcistici degli ultimi anni di quelle sfide.

Però ora ho questa voglia insita in me di vedere questa finale di Coppa Italia dal vivo, a Roma, guarda caso contro il Napoli. La domanda che mi faccio è: se vado allo stadio, nel settore juventino, a seconda di qualsiasi risultato accada: posso tornarmene a casa integro? Da perfetto sconosciuto della vita da stadio, da individuo qualunque, posso ambire al ritorno sulle mie gambe? Perchè lo stadio mi sembra un luogo in cui la gente non aspetta altro che menarsi? Sono domande che faccio da ignorante sull'argomento. Se c'è qualcuno che può rispondermi ne sarei felice.
In tutto ciò punterò ad un posto nei distinti ad un prezzo accettabile. E magari vedo di portarmi dietro qualche napoletano per farmi da scudo. Credo che l'amicizia vinca sull'amore verso la propria squadra del cuore no?

No. Lo ben so.

Ps: Se il pezzo sembra anti-napoletano mi scuso. Io sono anti-idioti. Che purtroppo risiedono in massa nella mia regione mi dispiace. Guarda caso la Juve ha fatto un botto di trasferte quest'anno ma solo in una determinata città il loro pulmann è stato inseguito da dei motorini dove simpatici "tifosi" gli tiravano pietre. Son certo che capirete da voi la città.

mercoledì 21 marzo 2012

Svendita mute da sub


Se vuoi capire qualcosa di questa storia leggi prima questo e poi quest'altro e poi quest'altro ancora. Se li leggi in modo inverso non ci capirai alcunchè. Se li leggi dall'ultima parola alla prima, può darsi che non si capisca lo stesso. Fai come vuoi, sei libero di scegliere. Questo è il libero arbitrio. Sinne felice.

Mi facevano male gli occhi e ne ero felice. L'orrendo spettacolo a cui avevo appena assistito aveva fatto sì che sperassi di non aprirli mai più se, davanti a me,  avrei potuto trovare di nuovo ciò che avevo purtroppo visto. Non lo ripeterò per due semplici motivi: non voglio che la mia mente se lo ricordi e voglio, invece, che tu torni alla puntata precedente per aumentarmi le visite, caro lettore. Ma questo è un pensiero strano, lo è sempre stato nella mia mente. Alla fin fine non siamo forse tutti dei personaggi fittizi scritti da qualcun'altro senza nessuna fantasia? Cioè non sto parlando di Giletti o di Bruno Vespa. Là c'è stata una notevole documentazione nel mondo horror che parte dai licantropi, passa per i vampiri, Avetrana, Quarto Grado ed arrivi ai più moderni mostri: i vampiri truccati di Twilight, i vampiri truccati di True Blood, gli zombie che vorrebbero essere truccati e fighi di The Walking Dead ma il loro sindacato non li protegge. Sempre i più deboli finiscono per veder calpestati i propri diritti, o sparati giusto in mezzo alla testa, che ci vuoi fare.

Dopo qualche attimo, passato lo shock per la benzina negli occhi, uscì di nuovo da dove ero entrato. Nel corridoio non v'era anima viva. Decisi quindi di correre, finalmente, alla volta del mio obbiettivo...obiettivo...bersaglio finale: Chef Tony. Per chi non lo sapesse: era un brillante cuoco che sponsorizzava dei coltelli che ognuno di noi avrebbe sempre voluto nella propria casa per ammazzare i vicini che fanno casino. O per movimentare le riunioni condominiali. Fece una serie di programmi mattutini tutti uguali. E non sto scherzando. Erano uguali gli ospiti, le robe che tagliava, le sue esatte parole. Per alcuni si instaurò il dubbio che fossero repliche. Ma Chef era furbo e non era il tipo da mandare in onda una versione di se registrata. E ho sempre pensato che quegli spot tutti uguali nascondessero messaggi in codice per i palestinesi, per Al Qaeda o per Uomini e Donne.

Salì al primo piano con perizia. Scansai un tizio che stava dormendo sul parapetto quando dopo un attimo mi accorsi che non stava riposando: era deceduto. Qualcun'altro era giunto nello stesso stabile per Chef, qualcuno che non aveva idee gentili come le mie. Mi misi in guardia e ripassai le dieci regole fondamentali di una buona spia:
1)Muta da sub sotto il vestito buono.
2)Vestito buono sotto la muta da sub.
3)Costume hawaiano sotto la muta da sub.
4) Muta da sub sotto camicia hawaiana.
5) Non bere mentre sei sott'acqua.
6) Immaginarsi al rallenty tutte le strafighe che escono dall'acqua in costume.
7) Immaginarsi nude tutte le strafighe che incontri.
8) Un Martini macchiato freddo shakerato con olive e capperi.
9) Tutti possono essere tuoi nemici, attento!
10) Ma i giapponesini sono così carucci, non ti preoccupar di loro.

Dopo il ripasso veloce mi ricordai perchè avessi così caldo: non è semplice andare in giro con ventisette mute da sub addosso, figuriamoci per me che non sapevo nuotare. Salgo l'ultima rampa di scale che mi separava dal primo piano ed aprì la porta con una delicatezza così estrema che la tagli con un grissino. Gente deceduta in ogni dove, cadaveri ammazzati in ogni angolo, tranne il destro. Lì si trovava un tipo in fin di vita che mi avrebbe certamente aiutato a completare la mia missione e forse mi avrebbe detto il numero di telefono della sua ragazza ed il codice segreto del suo bancomat. Mi avvicinai, si chiama Dorell Johnny. Era giovane, così giovane che il bambino vietnamita, Ettore, sembrava suo nonno. Forse lo era veramente: che ne sapevo io della cultura vietamita sulle nascite? Mi accucciai accanto e lo presi tra le braccia. Gli parlai con gentilezza.
"Brutto verme schifoso che non sei altro, se non la smetti subito di respirare affannosamente giuro che ti taglio le dita dei piedi ad una ad una. E non sto scherzando, cloaca morente." - gli dissi.
"Cosa vuoi da me?" - mi chiese lui tossendo sangue.
"Informazioni. Cosa fate in questo edificio, chi vi ha attaccato, perchè tre per zero fa zero e non tre?"
"Ci lavoro, è una società di consulenze come quelle che nascono ogni giorno in Italia, nessuno sa cosa fanno ma nascono e si riproducono, un po' come le mantidi. Ci ha attaccato una donna, una gran bella donna, sono ancora eccitato anche se mi ha quasi ucciso. E tre per zero fa zero perchè è una questione di insiemi." - rispose tossendo orsetti gommosi.
"Non mi basta. Chi è la donna? Qual'è il tuo numero di bancomat? La tua ragazza ha le poppe grosse?" - domandai colpendolo ripetutamente con un martello trovato lì per caso.
"Non lo so. Ho la postepay. Certo, ma arrivano fino a terra." - rispose esalando l'ultimo respiro mentre tossì cataloghi Ikea. Gli chiusi gli occhi per dargli l'ultimo estremo saluto e alzai lo sguardo: lei era lì. Davanti ai miei occhi c'era chi non avrei mai immaginato di vedere: Erika Tomaselli, la cintura nera dello spionaggio, la gnocca più gnocca che abbia mai potuto esistere, la mia ex ragazza. Il rallenty di nudismo era iniziato nella mia mente. Svenni in preda all'eccitazione più feroce.

[4-Continua]

martedì 20 marzo 2012

Blog non trovato


Viviamo in un mondo dominato dalla Morte. Ecco, ora vi vedo intenti, grazie alle webcam che avete sul vostro portatile o sopra il vostro pc, a grattarvi animatamente le parti basse o toccare simpatici oggetti ferrosi. Ma non vi preoccupate non sto parlando dell'Oscura Mietitrice ma di un altro problema che si può notare in ogni parte del mondo in cui siamo tutti interconnessi tra noi. Sto parlando ovviamente del web.
Se girate abitualmente per i vari meandri della rete (da leggersi: se non passate tutto il vostro tempo solo sui social network), capirete che attorno a voi questo spazio illimitato e vastissimo nasconde molti punti bui e angoli di distruzione. Mi riferisco ai blog e ai vari siti, forum e quant'altro deceduti e mai più aggiornati.

Non ci rendiamo conto di quando, con l'ennesima novità o moda del momento, portiamo dolore e distruzione nelle cose che un tempo erano importanti per noi. E anche io, in questo marasma generale, sento di avere le mie colpe. Dopo l'avvento di Facebook ho abbandonato tutti i forum del passato che seguivo con costanza ed entusiasmo. Addio al Forum di Brad Barron che ha fatto incontrare persone che, altrimenti, non si sarebbero mai conosciute. Tipo me e il tizio che dovrebbe condivere questo blog col sottoscritto. E che mi ha fatto capire che chi vive nel settore fumetto, come scrittore, disegnatore o anche letterista, è una persona normale e non uno che si autodefinisce mito(ovviamente ci sono sempre delle eccezioni). Addio al forum di Friends, l'amato Central Perk, dove ho trovato persone che erano simili a me e che sul divano dell'amato locale si raccontavano i loro problemi e speranze come se fossero realmente e fisicamente in quel luogo. Addio al forum di scrittori abbandonato millenni or sono ormai. Addio allo spaces di Msn, un apripista di questo blog. Addio in tutto ciò anche al sito di Camera Cafè dove gli utenti proponevano i loro sketch. Addio a tanti altri siti, spazi e blog che pian piano sono anche scomparsi dalla mia memoria.

Quindi da qualche giorno ogni qualvolta passo su internet in qualche blog o sito abbandonato mi viene da pensare sempre alle stesse identiche domande:
1) Chi era?
2) Cosa non è riuscito a dire?
3) Dov'è adesso?
4) Linka video di Justin Bieber su Facebook?
5) Ha un altro blog con un co-admin simile al mio?
6) Guarda Jersey Shore?
7) Ha un contatto Anobii con tutti i libri di Fabio Volo?
8) Perchè io aggiorno ancora il mio blog e mi sento in colpa se salto un giorno?

L'ultima me la chiedo spesso.

lunedì 19 marzo 2012

Questo Paese


Oggi è un giorno gioioso e gli uccellini cinguettano. Giusto? Sicuri? Io non ne sarei così d'accordo. Dal buio della mia stanzetta condivido un dolore alle gambe atroce contemporaneamente al mio cane e, insieme, ci domandiamo perchè ci siamo svegliati. Io lo so: per dover necessariamente vivere e fare qualcosa di costruttivo(dato che ho un tizio che aspetta una sceneggiatura, povero illuso), ma questo non vale per la mia cagnolina che mi ha guardato con altezzosità e si è girata a ronfare dall'altra parte. Oggi è un giorno gioioso e gli uccellini cinguettano perchè è festa comandata. E si sa bene che al mondo, le feste comandate, piacciono. A me piacerebbe, invece, che non ci fossero più. Sinceramente.

Mi spiego meglio: sarei entusiasta se festeggiassimo cose inaspettate, non festività già decise dal calendario e dai luoghi comuni. Sarei felice di esultare per la "Festa della fratellanza" che sancisce la guerra tra istraeliani e palestinesi, o per la "Festa della distruzione" quando si distruggeranno tutte le testate nucleari, o una "Festa della liberazione" dalle enormi dittature che ci sono in tutto il mondo. O magari, ma questa è proprio impossibile, la "Festa dell'onestà", in questo Paese in cui vivo. Dove magari tutti pagano le tasse e non cercano di fare i furbi.
Poi ci sarebbero la "Festa dell'abbandono abusivo" indove i parcheggiatori non autorizzati capiscono finalmente che stanno praticando un'estorsione. La "Festa del pentimento", dove mafiosi e politici si recano di loro spontanea volontà in prigione per restarci per sempre. O anche la "Festa dei Fumetti", una giornata nazionale, o una settimana, in cui invitare il popolo italico a regalare un fumetto ai propri amici per cercare di attaccargli la passione.

Sono idee di un individuo che ha poco a cui pensare, sia chiaro. E dato che oggi è pur sempre una giornata gioiosa dove le palombelle cantano vi lascio anche io con una canzoncina di un autore che a me, personalmente ma l'avrete ormai capito, piace tantissimo. Buon ascolto. E pensate che quello è veramente il nostro Paese.



La grandezza di questo paese
non è più nelle piazze, non è nelle chiese
Non è Roma di marmi, fontane e potere
Né Milano tradita da chi se la beve.
Non è Genova o Taranto, signore del mare.
Non è Napoli e questo è persino più grave.
Non è più divertente tirare a campare
soprattutto non è originale.

La fortuna di questo paese
non è più degli artisti
non è delle imprese
Non c'è nei discorsi di chi vado a votare
se grandezza ce n'è non si riesce a vedere
così hai voglia a cercarla tra i mille canali
sia su quelli analogici che sui digitali
ma non serve aumentare la definizione
per vedere più grande un coglione.



Nella foto: il papà che tutti noi vorremmo avere: barbuto, puttaniere, simpatico e bevitore. Ne conosco uno molto ma molto simile. E non scherzo.

venerdì 16 marzo 2012

Incompatibili


Non riesco, fisicamente, a lasciare il blog inespresso per un altro giorno, ben sapendo che nel fine settimana ultimamente sto scrivendo poco(non è che mi tengo su alti standard nei giorni cosidetti lavorativi), ma tornerò in pianta stabile, lo prometto, e riuscirò finalmente ad iniziare e concludere i progetti lasciati in sospeso o non ancora socchiusi. Sappiate solo che da settimana prossima il sottoscritto ha un bel compito da ideare. E spero, un giorno, di farvelo vedere. Che è questa la novità: "vedere". Non "leggere". Un giorno capirete ma se non siete Giovanardi può darsi abbiate già capito. Vi lascio con una posia un po' triste che m'è venuta di botto. Buona depressione!


E se un giorno alzandoti
capiresti che è finita,
come riusciresti a dirmelo
sapendo quanto t'ho amata?


E in quel mentre io
con l'anima stupita,
ti tengo la mano, illuso
della solita carezza adorata.
E non immagino.

E le tue parole, lievi
come incudini appuntite,
mi entrano dentro.

Buio.

E se un giorno alzandomi
capissi che hai paura,
come riuscirei a dirtelo
sapendo quanto t'ho amata?


E in quel mentre tu,
con l'anima spezzata,
mi tieni la mano mentre
l'allontani distratta.
E parli convinta.


E i miei pensieri neri
si intrecciano di filo spinato.

"Non mi hai mai 
voluto. Non sono io
quello tu hai amato.
Eri te stessa che volevi,
nei miei occhi da innamorato."

E il Buio era ciò che meritavi.

mercoledì 14 marzo 2012

10 scuse per non uscire con Jessica Alba


Diciamocelo: su internet trovi di tutto! Ma proprio di tutto. Hai bisogno di una ricetta ed hai a disposizione solo uno spicco d'aglio, una scatola di pelati e del tonno? C'è qualcuno che può darti una mano e farti anche risparmiare tempo. Su internet c'è tutto, ma proprio tutto. E la cosa che si cerca di più su questo magico mondo fatato cos'è? No. Non rispondere che tanto lo so che sei il tipo che pensa subito al becero, alle cose squallide, alla tristezza di dialoghi inutili colmi di perversione che rovinano le menti di chi osserva. E tutto questo durante il pomeriggio, con i bambini che possono essere all'ascolto. Su una rete nazionale! Non stavi pensando a Pomeriggio Cinque?

Se non stavi pensando alla D'urso, ho belle notizie per te: sei sano. Ho scoperto su Twitter che ci sono un botto, ma un botto, ma un botto di ragazzine incinte(età media 16 anni e mezzo) che vogliono chiamare Carmelita Barbara le loro figlie! Che cresceranno con la consapevolezza che la loro madre è una fan della D'Urso. Una tragedia! E pensa che apprezzano anche Signorini. Stanno allevando una generazione che odierà i propri genitori. Almeno lo spero. Perchè se tutte queste madri future si uniscono ne viene fuori un esercito invincibile. Una mandria di persone che si commuovono per l'ennesima storia triste ed apprezzano Fabrizio Corona. Fabrizio Corona! Mi vengono i brividi solo a pensarci.

Comunque su internet si trova di tutto. E questo è il solito mantra che ripetono i comici che non sanno come iniziare i loro monologhi. Ma loro non sanno che su internet, la gente, il tizio comune, quello dell'appartamenta accanto, vuole solo vedere una cosa: le liste!

Le liste. Tutti amano le liste. Quella della spesa, quella dei fumetti da comprare alle ferie, quella delle parodie porno da visionare e commentare nei forum, quella dei tre che hanno fatto un uso criminoso del mezzo pubblico, insomma cose così. Ed è semplice trovare nei forum, nei blog, sui social network un completo di liste che potranno esservi utili nella vostra vita. Io ve ne servirò una inutile o quasi. Sta a voi decidere quando applicarla.

DIECI SCUSE DA USARE PER NON USCIRE CON JESSICA ALBA (O HUGH JACKMAN)

10) "C'è la Champions. Scusami ma sono iniziate le eliminatorie".
9) "Mia nonna non accetta che esca con dei non-italiani. Era una partigiana ed ha paura degli stranieri".
8) "E quelli le chiami tette?" - "E quelli li chiami muscoli?"
7) "C'è il nuovo talk di Giuliano Ferrara, non ci sono per nessuno".
6) "Sono Batman(Catwoman), ed mi stanno chiamando." - "Ma non c'è alcun segnale" - "Mi sono modernizzato: ho il cercapersone".
5) "Devo preparare la formazione al fantacalcio" - "Ma è mercoledì" - "Devo controllare troppe varianti, troppi moduli, troppe statistiche. Addio."
4) "Buon San Valentino" - "Ma non stiamo assieme e non è il 14 Febbraio" - "Mi hai spezzato il cuore. Vai via. Lasciami solo col mio dolore."
3) "Ho il raduno a Pontida".
2) "Sono un uomo divenuto donna e rividentato uomo".
1) "Sono il ghost writer di Federico Moccia e Fabio Volo". Scapperà in un secondo.

Provatele e fatemi sapere.

martedì 13 marzo 2012

Invertebrati e assassini


Se vuoi capire qualcosa di questa storia leggi prima questo e poi quest'altro. Se li leggi in modo inverso non ci capirai alcunchè. Se li leggi dall'ultima parola alla prima, può darsi che si capisca lo stesso invece. Fai come vuoi, sei libero di scegliere. Questo è il libero arbitrio. Sinne felice.


Mangiai la pizza con avidità mentre il cielo stellato mi indicava l'ora esatta: erano le lucine sparse e un quarto. Decisi di dare una piccola ripassata veloce al piano per individuare tutte le falle presenti in esso. Mi feci aiutare in ciò da Ettore, un bambino vietnamita che passava da quelle parti. Non so perchè ci fosse un bambino vietnamita in Russia. Sarà l'effetto della globalizzazione. Ettore, che è un nome tipicamente vietnamita, ascoltò con molta dedizione ogni frottola gli dicessi.
"Allora: io entro, scopro dov'è il piano in cui c'è Chef Tony, attendo che finisce il programma e poi lo trascino in bagno. E lì avverrà ciò che non posso rivelare."
"E' il tuo amante?" - chiese il piccolo Ettore.
"No. Assolutamente no." - mi affrettai a smentire.
"Due negazioni. Allora è il tuo amante. Ti sei fatto tutto rosso. Ma non ti preoccupare, nel nuovo millennio c'è spazio anche per voi invertebrati." - evidentemente aveva qualche problema con la lingua italiana.
"Non siamo invertebrati e nemmeno invertiti. E tu dimostri di essere un Giovanardi se dici queste cose. Chef è il mio obiettivo da ben venticinque anni. E oggi è giunto il momento, per me, di agguantarlo finalmente."
"Oh, che romantici. Stavate alle scuole elementari insieme e vi siete innamorati lì?" - dannato piccolo vietnamita bastardo.
"Ti regalo cinque euro se te ne vai e non ti fai più rivedere in questa vita dal sottoscritto." - tentai la carta della corruzione.
"Per dieci le vendo anche una rosa, sai, per il tuo ragazzo." - pagai i dieci euro e si eclissò dalla faccia della terra. Non avrei mai pensato che le minoranze in Russia fossero così scaltre ed aperte alle novità sessuali. D'altronde conoscendo Putin dovevo essermene già accorto prima. Comunque attesi qualche minuto ed entrai nel palazzo facendo bene attenzione a non farmi notare. Cosa abbastanza facile per una spia vissuta nell'anonimato ed abile al travestimento come me.

Entrai e suonò l'allarme. Di colpo duecento persone si radunarono davanti all'entrata dell'edificio augurandomi buon compleanno. Cribbio. Avevano preparato una festa per qualcuno e mi ci ero ritrovato io di mezzo. Uno striscione fece capolino dalla destra. Il messaggio era inequivocabilmente chiaro: "Auguri Ettore". Capii di aver sbagliato qualcosa, ma non ero proprio sicuro di cosa. Mi scusai per averli fatti accorrere senza un reale motivo ed entrai nella prima porta a sinistra che trovai socchiusa. Pensai che i miei guai fossero finiti. Mi sbagliavo. Di brutto.

Ero capitato nel set di un film. La stanza, da fuori, sembrava un minuscolo ripostigio ma in realtà era un enorme capannone. Una decina di persone si aggirava davanti e dietro al set per preparare al meglio l'entrata della star. Rimasi per un attimo interdetto augurandomi che almeno ci fosse qualche bella topa da osservare. D'altronde c'era una piscina riproposta in scala uno ad uno sulla scena(sì, il capannone era molto enorme). Mal che vada avrei potuto vedere la Pellegrini mentre si cambiava il centododicesimo fidanzato stagionale. Credo che sia così fissata con le gare che cronometri anche i suoi amanti. E ben pochi superano il record del mondo.
Agitazione a pacchi, il regista si aggiustò sulla sedia fissando il vuoto. Prese il suo megafono e urlò, con voce meccanica, "aggiustiamo coltelli, ombrelli, cucine a gasse, ripariamo forbici, manufatti etruschi, etruschi a gasse". Aveva dimenticato di togliere la modalità arrotino. Premette il pulsante, appena accortosi dell'errore, e diede le ultime indicazioni per la scena.

"La star sta per arrivare. Mi raccomando: indossate tutti gli occhiali protettivi". Non capii cosa stessero dicendo, forse era solo gergo tecnico che io non conoscevo. Immantinente tutta la troupe si mise gli occhiali 3D con sopra dei comuni occhiali da soli. Forse stavano girando in tre dimensioni o forse la topa pazzesca in piscina doveva essere una topa di livello eccelso che avrebbe fatto squagliare i bulbi oculari di chiunque. Attesi in un angolo sbavando l'arrivo della suddetta star. Ero così entusiasta che dimenticai il tizio che dovevo trovare, chiunque fosse. Credo si chiamasse Ettore.
Qualche minuto dopo apparve. E io giurai a me stesso che me l'avrei fatta pagare. Non era una attrice famosa o una comune modella poco vestita, era Giuliano Ferrara in costume. Solo in quel momento capii che il titolo di lavorazione "L'orca assassina" non era un errore. Ed io che pensavo chi fosse stato un refuso su "orca" e che si fossero dimenticati la "p". I miei occhi bruciavano a tal punto che presi il primo bicchiere d'acqua adagiato su un tavolo e me lo buttai addosso. Era benzina. Avevano iniziato a venderla a bicchieri, tanto nessuno la comprava più a litri, ma non me ne fregai. In quell'istante capii che non avrei potuto aprire gli occhi per qualche minuto dato il bruciore incessante. E ne fui felice.

Tremendamente felice.

[3 - Continua]

domenica 11 marzo 2012

Dipendenza


Domenica mattina. Gli augelli festeggiano la santità di questa giornata e la mia caviglia si gira dopo aver fatto, alla Snai, una giocata. Ah, simpatica domenica portatrice di amore e felicità oltre che di odio per le schede non vinte e di pareggi juventini. Tu mi guardi, oh santo dì, mentre il mio piede sinistro coglie un fosso nello stesso istante un mio amico mi provoca enormi odi ed incazzature raccontandomi di una serata che non ha previsto la mia presenza per troppa ciuccaggine. Ah l'estasi amicizifera di quel momento.
A parte il consecutivo urlo di dolore e epiteti poco gentili se riferiti in una classe dell'asilo, sto bene. E posso quindi parlare di tutt'altro.

Internet è il male. C'è pure il sito del Vaticano e questo non può far altro che avvalorare la mia tesi. Internet è una droga, il computer è un vizio difficile da cui uscire, i giochini internettiani poi, sono la morte. Senza parlare dei siti di poker, ovviamente.
E come fare per capire che i tuoi "cinque minuti" in rete si trasformano ben presto in cinque ore, come fare per rendertene conto che stai buttando la tua vita davanti ad uno schermo? Come fare per fermarti dal ticchettare ossessivamente frasi senza senso tipo "C6?", "Sei una belieber o una directioner?", "Cam?", "Ma sei un uomo!!!!", e robe del genere?

Io non lo so. Ma conosco i dieci motivi per cui la tua vita è stata irrimediabilmente compromessa da internet e ormai non hai più via di scampo.

10) Giochi a Farmville e la tua Playstation 3 giace inutilizzata nella tua camera.
9) Dal martedì al venerdì passi tutto il tuo tempo libero a cercare notizie sui calciatori per le formazioni al Fantacalcio. Immancabilmente il sabato ti dimentichi di farla.
8) Conosci chi sono i Belieber. E questo è grave.
7) Conosci "two girls one cup". Meno grave ma destabilizzante.
6) Sei aggiornatissimo sulle news mondiali ed italiane, ma non ti rendi conto che proprio in questo momento tua moglie ti tradisce col vicino(che non ha neanche un Ipad, che buzzurro!).
5) Bill Gates ti manda fiori per San Valentino.
4) Google ti chiede se vuoi "il solito".
3) L'ultima volta che ti sei lavato era quando il wifi ha smesso di funzionare per un'ora.
2) Hai un blog. Un contatto Facebook, Twitter, Google+, Pinterest, FriendFinder. Un migliaio di amici in ognuno di essi e odi i tuoi vicini(soprattutto quello che si diverte con tua moglie).
1) Stai leggendo questo post ADESSO su internet!

L'ultimo è quello più preoccupante. La tua vita è così piatta che ormai leggi pure questo blog. Mi dispiace per te. Sinceramente.

venerdì 9 marzo 2012

Anna parte - Adriano Celentano



Il signor Adriano è sempre stato un mito per il sottoscritto. Prima con le canzoni, nell'infanzia, poi con i film nell'adolescenza. Poi anche con qualche programma televisivo quando sono cresciuto. Di sicuro non sono d'accordo con tutto quello che ha da dire, ma quando canta mi sciolgo e mi spinge alla speranza. Non so come faccia ma è sempre stato così. E con il nuovo cd ho trovato molte canzoni orecchiabili, alcune bellissime, una che mi è entrata in testa e che canticchio ogni giorno (La cumbia di chi cambia) e una che è la vera Celentanesca pura. Questa canzone è un omaggio alle donne. Lo dovevo fare ieri ma io sono un tipo alternativo, tipo come quelli che bevono le lattine di coca cola senza il bicchiere ma direttamente dalla lattina.

Il video sta sopra, il testo sta sotto. Come sempre.

Anna parte al mattino dal primo binario
al solito orario
Anna dice buongiorno al padrone
per educazione,
e mentre lavora da buona impiegata
non fiata,
Anna rischia di brutto la noia
che prende alla gola
ma Anna non pensa, lavora…
e infatti nulla c’è da pensare
mai niente di nuovo da fare
mai niente che vale.
Anna torna la sera alla solita ora
lei fa tutto secondo il modello conforme, poi
dorme…
Ma non è sempre dolce dormire
è un modo di dire…
c’è il problema di un sogno
che non si decide a morire: la vita che cambia sapore
perché così si muore.

Anna non si accontenta del sabato sera
di un salto in balera,
Anna cerca la prova del nove
però non sa dove…
o forse l’amore la via d’uscita
la vita,
queste cose le ha lette nei libri di grande
successo
che sente ripetere spesso
da quelli che ti leggono la mano
che solo l’amore è sicuro…
chissà poi se è vero?

Anna mette la sveglia e riparte da zero
Altalena di andata e ritorno da un secolo
intero,
dal primo binario e senza scordare l’orario
come repliche di uno spettacolo da oratorio…
Anna cambia le scarpe il vestito… fa gesti di
rito
Anna… all’infinito…
e l’amore è già una mania
un’altra bugia…
e allora l’amore è la via d’uscita
l’amore, la vita
e Anna va su mentre il blu si avvicina
dove l’aria è più pura
e la storia cammina




giovedì 8 marzo 2012

Limone comunista - Ricerche Febbraio


Inizia un nuovo mese, se per questo è iniziato da ben otto giorni, e io mi ero completamente dimenticato che lì fuori, all'interno delle vostre piccole stanzette, ci sono ominidi che desiderano ossessivamente il nuovo post sulle ricerche. Sì mamma, sì papà, è di voi che sto parlando.
E che giorno migliore di questo quando negli anni scorsi vi ho ammorbato(esiste in italiano?) l'esistenza con delle poesie mielose nei confronti delle donne? Quindi diamoci da fare e buttiamoci nel magico mondo delle ricerche mensili.

Considerando che febbraio è il mese più corto che esiste, sconvolgente vero?, in questi ventinove giorni abbiamo ricevuto ugualmente un bel numero di chiavi differenti. Ben 1348 e trovare sempre qualcosa di cui valga la pena parlare, senza scadere nel penale o farsi rincorrere dalla polizia postale, è una bella faticaccia che io, solo per il vostro divertimento, faccio con piacere. Ma vi avverto che se venissi pagato la farei sicuramente meglio e con ancora più piacere.

Al primo posto nella classifica mensile delle tre ricerche più amate dal nostro pubblico c'è "Rane" (99), memore di quel post sui Baustelle di millenni fa. Al secondo posto pari merito infine si trovano "Pioggia" che inserisco in ogni poesia e "Valentina Lodovini Seno"(60) che vorrei inserire in ogni poesia, ma poi direbbero che sono monotematico. Il nostro pubblico ama sempre gli evergreen ed ho timore che mi toccherà scandagliare le ricerche sulla signorina Lodovini per anni e anni e anni.
Come direbbe un poeta: "la prossima volta t'impari a scrivere odi di delizia verso quel bocciuolo di rosa". Ecco. Lui si che ha ragione. Bravo poeta.

Stiamo per iniziare? Olè, è finita tutta la manfrina dell'introduzione. Ci vediamo in fondo per i saluti finali, bon divertiment.

(non provided) (23): Mi piace i tizi che cercano cose su internet che non capiscono. E mi piacciono soprattutto i tizi che arrivano qui e se ne tornano che ancora non capiscono.

re re respirare (15): Lo sapevo che farci un post avrebbe portato i fan d'alessiani da queste parti. Ancora non ho subito attentati, quindi significa che non erano poi tanto fan.

nicole minetti wikipedia (11): Non è più normale cercare nicole minetti calendario?

codici html (4): Sapevo che un giorno le figurine non avrebbero venduto più e sarebbero stati scoperti nuovi tipi di collezionismo. Quel giorno è arrivato.

banchi del pesce (2): C'è qualcuno che ci suggerisce di dedicarci all'ittica.

cacca che sorride (2): Beata lei.

cacca di elefante (2): Perchè? Solo una cosa: perchè ricercare foto di Giuliano Ferrara?

michelangelo tommaso è fidanzato (2): Non dovete dirmele così le cose! La mia vita è terminata!

pompieri in azione (2): Con la giornata di oggi c'entrano non poco.

"francesco savino" : Sempre a cercare i defunti state.

"e allora tutti zitti con i propri dolori": Mi sembra di ascoltare mia nonna.

ad un tizio : E' una dedica?

belen rodriguez mascara : Ma il calciatore del Novara? Questo è uno scoop!

cacca ippopotamo : Ma sì, facciamo un post con tutti gli escrementi esistenti e cataloghiamoli.

come si chiama in dialetto napoletano il beyblade: Piccolo bimbo, mi fa piacere che vuoi far capire a tua nonna con cosa giochi, ma fallo altrove che mi rovini il blog.

dana paolino: E' il mio nome da nubile?

danta alighieri: La sorella, i suppose.

einstein che con la mano muove il pizzetto: Ci riesco anche io eh! Non bisogna essere un nobel per farlo.

estrarre caviglia dal pianoforte: Questa mi giunge nuova. Tre opzioni:
A) C'è un cadavere nel pianoforte e si è staccata la caviglia ed è rimasta incastrata dentro.
B) Stavate facendo zozzerie dentro al pianoforte e qualcuno dei due è rimasto incastrato.
C) Sei un fanatico dell'extreme piano.

farfalla Belen: Lo sapevo!

farfalle vere: Che magari Google gli mostrava subito Belen, che genialata!

formiche da stampare: Ma non è più semplice usare delle cartucce?

francesco savino cantante attore ballerino: E pornostar no?

mi ricordo mutande verdi: Di sicuro l'erba non è un alimento adatto a te.

occhi chiara francini: Perchè a te piacciono gli occhi, giusto?

padre pio gangsta: Io ti amo, amico mio. Io ti amo!

pecore san boldo: Sarà un paese.

perchè lo fanno ancora sanremo? : Perchè degli idioti ne parlano. Toh, ne stai parlando anche tu!

pocket coffee maiale: Sarà per i carnivori, insieme al Ferrero Rocher Manzo.

racconto comico di persona che calpesta una cacca: Già mi scompiscio al sol pensiero!

sai mi sento stupido per come certe volte mi sono comporato, neache tu sei stata perfetta.. comunque sento che non voglio guardare troppo indietro se non per evitare di fare gli stessi sbagli cmq <3 ti amo tesorino mio : E anche oggi per l'angolo della dedica sgrammaticata stiamo apposto!

www.tuitter.it : Ah, siamo sempre pronti ad italianizzare qualsiasi cosa!


Angolo dell'Hard con dei pezzi pregiati, come al solito.

eva henger video hard (14): La domanda mi sorge spontanea: se quattordici tizi sono arrivati qui(rimanendo poi 12 secondi in media) significa che c'è qualcosa di positivo che hanno trovato con la loro ricerca? E indove?

nicole minetti seno fuori (4): Non sapevo se inserirla nell'Hard perchè potrebbe essere un problema di dattilografia. Secondo me la frase era "nicole minetti se no fuori". Avrebbe un senso.

patta aperta (2): Ah, che meraviglia.

fai diventare ninfomane: Ora ho anche i poteri. Ma grazie! Non sapevo, sono stato scelto dalla lunga via della forza. Distribuirò nel mondo gli effetti dei miei superpoteri.

fotomontaggi hard milan juve: Spero che sia uno scherzo dei tizi che fanno ricerche finte. Spero sia uno scherzo dei tizi che fanno ricerche finte. Spero che sia uno scherzo dei tizi che fanno ricerche finte.

Elfi femmina hot : Ah, angolo dell'hard fantasy, quanto mi mancavi.

gnocche in intimo: Mi fa piacere sapere che ci sono ancora amanti del buon cibo fatto in casa. Ma sto fatto dell'intimo non lo capisco.

le tette di juliana moreira: Sarebbe il titolo perfetto per un libro. Me lo rubo!

lui lega lui sadomaso a lui: Ma sicuro a lui?

peanuts vignette hard: Ecco. La legge di Internet dice che se una cosa esiste allora c'è una versione porno di essa. Ma speravo che almeno loro si salvassero, cribbio!

pillola per ninfomane: Un giorno raccoglierò tutti gli stratagemmi per cercare o sperare di avere l'anima gemella ninfomane. Questo è uno dei più originali.

poliziotte super fighe : Che è il remake di un famoso film di Bud Spencer e Don Matteo.

raul bova foto porno: Per far notare che non solo i maschi sono pervertiti!

sara tommasi piedi : Che forse è l'unica cosa che si vede ben poco di lei.

trova porno giuliana moreira : E fallo subito, dannato di un Google!

youporn squinzie disattivare : Sinceramente non ho capito, ma è una funzione? Tipo "attiva squinzie" e "disattiva squinzie", e quando disattivi cosa esce al posso delle donnine? Non ditemelo!


Un post decisamente abbondante, siatene felici. Ed oggi, alla vostra amata, non regalate una semplice mimosa o un banale mazzo di fiori con settecento rose rosse. Regalatele una ricerca. Ed il vostro amora sarà migliore!

mercoledì 7 marzo 2012

Senso orario


Quando hai trascorso venticinque anni a ricercare una persona in giro per il globo all'improvviso senti che la tua esistenza ha avuto un senso, quando finalmente la ritrovi. E io c'ero quasi: lo Chef Tony era a pochi chilometri da me, vivo, con una sesta di reggiseno, e con il pizzetto.
Uscì dal palazzo presidenziale di Putin vestito da Berlusconi. Mi buttai in un anfratto dove c'era un barbone che pensava volessi abusare di lui, mentre mi spogliavo degli abiti di scena e mi rivestivo celeramente. Intanto il tizio stava cercando di vendersi per qualche spiccio. Continuò a ripetere ossessivamente "cinque euro, cinque euro, faccio tutto, faccio tutto". Gliene diedi due bastava che la finisse di rompermi. Mi guardò negli occhi, accorato, e poi si inginocchiò festante.
"Grazie, straniero, grazie". Mi disse in perfetto italiano.
"Di niente, Giletti, di niente". E me ne andai. In quel momento capii che la crisi colpisce tutti, anche chi non sa fare alcunchè.

Cercai di chiamare un taxi ma mi mancavano le qualità. In quella città l'unico modo di farsi notare ad un tassista di passaggio è roteare in senso orario le poppe, ovviamente senza reggiseno. Io non disponevo di quest'ultimo ma mi mancava pure l'ingrediente principale. Al centododicesimo tassista che si accostava e mi mandava a quel paese, credendo fossi almeno un travestito, decisi di farmi il tragitto a piedi, verso il mio obiettivo che, da quello che potevo sapere, doveva ancora essere negli studi televisivi.

Chiamai il mio contatto a Shangai col palmo della mia mano. Tecnologia futuristica. E' perfetta se vuoi chiamare qualcuno, ma ti crea qualche problema se vuoi sollazzarti da solo. Improvvisamente tutta la tua rubrica si trova chiamata nello stesso istante. Non è un bel momento. Soprattutto se risponde tua madre.
Il mio contatto a Shangai, nome in codice "Aquila rosso balsamo", mi rispose immantinente. Tramite segnali in codice cercavamo di stabilire un contatto che potesse non essere decriptato. Poi, dopo venti minuti, capimmo di essere solo in teleconferenza e di non aver acceso il video. Decidemmo di parlarci sempre in codice.
"Pizzeria Bellavista?"
"Oh, Generale, quale onore!"
"Mi fate una quattro stagioni che tengo fretta?"
"Ma certo, generà, voi siete o' migliore cliente mio."
"E mi raccomando, con le croste belle appicciate."
"Ogni suo desiderio è un ordine per me."

Chiusi la chiamata. Aquila rosso balsamo aveva capito tutto, e ora attendevo solo il messaggio di avvenuta operazione. Continuai a camminare dando un'occhiata al mio orologio da polso Casio, in vendita a soli 49.99 euro in tutti gli store abilitati. Ha cronometro, può stare fino a centoventi metri sott'acqua, casomai volete battere qualche record del mondo di immersione, ha la luce per controllare meglio l'orario durante la notte, ha conto alla rovescia, sveglia, e ti avverte pure quando c'è figa nei paraggi. Ai primi dieci arrivati uno sconto del 12 per cento su un altro orologio simile ma con i bordi colorati lievemente diversi. Se c'è gente che compra le carte di Trasformat voi potete avere due orologi quasi uguali.
Camminai per altri quindici minuti e mi ritrovai finalmente sotto il palazzo dell'emittente televiva dove Chef Tony stava presentando il suo programma. Ero emozionato. Così emozionato che iniziai a piangere in pubblico senza fregarmene dei pensieri della gente. Per fortuna nessuno mi stava guardando: dall'altro lato un gruppo di brasiliane, provenienti direttamente dal carnevale di Rio, stava chiamando dei taxi. E sappiamo bene come si fermano i tassisti in questa città.

Stavo per entrare quando sentii un lieve "bip" provenire dalla mia mano destra. Aquila rosso balsamo aveva afferrato il messaggio. Mi girai. Un ragazzo mi stava portando ciò di cui avevo bisogno.
"E' lei il generale?"
"Certo". Risposi guardandomi in giro.
"Ecco la quattro stagioni con le croste belle appicciate. Sono cinque euro".
"Avete aumentato i prezzi?"
"Sa, la crisi". Pagai e mi sedetti su un parapetto per gustarmi la mia pizza. La vendetta è un piatto che va gustato freddo. La pizza calda. Sennò poi fa schifo.


[2- Continua]

lunedì 5 marzo 2012

Inutili nefandezze


Una sera andai a cena da Putin. A fine serata mentre nel suo lettone gli concedevo qualche grattino, mi fece una domanda che mi lasciò interdetto per qualche secondo: "Cosa ne pensi del monologo di Celentano a Sanremo?". Paura. In quel mentre non ricordai se in Russia fossero fan del Molleggiato come lo erano sicuramente di Toto Cutugno e Albano Carrisi. Di certo Pupo doveva avere un fan club da quelle parti ma il discorso è un altro. Non sapevo cosa rispondere, e considerando che in Russia sono ortodossi non credo che a Vladimir avrebbe fatto arrabbiare l'idea di Adriano di chiudere l'Avvenire e Famiglia Cristiana. Rimasi un po' sulle mie mentre gli passavo delicatamente avanti e indietro il mio indice sotto al suo collo, come se accarezzassi un gatto. Lui chiuse gli occhi e mi ripetè la domanda. Dovevo sicuramente rispondere. In breve tempo.
"Sai, Adriano ha ormai una certa età e ogni tanto sbrocca. Ma è solo perchè sua moglie è ingrassata parecchio. Se fosse stato ancora con la Muti invece..."
"Ornella. Gran donna. Silvio me la fece conoscere ad una cena a casa sua." - mi rivelò.
"Che tipo è?"
"Originale. Ma al trenta per cento ormai."
"Per fortuna ha fatto una figlia." Alla mia osservazione rise di gusto. Poi si accucciò sul mio fianco destro e si mise il pollice sinistro in bocca. Aveva questo simpatico vizio prima di addormentarsi. Piano piano mi spostai per far congiungere la sua guancia con il cuscino di seta. Lo lasciai che sonnecchiava felice ciucciandosi il dito e uscii in vestaglia nel corridoio presidenziale.
Superai con difficoltà i cadaveri ammassati dei ceceni e salutai i simpatici soldati americani che facevano foto allegramente con i martoriati e mi lanciai nel salotto presidenziale.
Sistemando allegramente il divano presidenziale accesi la tv e mi lasciai cullare dallo chef Tony. Finalmente l'avevo trovato. Avevo vagato per venti anni in centoventi diversi Paesi per trovarlo. Da quando è scomparso dalle televisioni nostrane ho cercato in ogni luogo i suoi coltelli. Li ho trovati dappertutto, ma erano solo delle volgari imitazioni. Lo chef Tony aveva gli unici Miracle Blade. Quelli originali. Forgiati con acciaio di Valyria. Ma lui era scomparso, da troppo troppo tempo.
L'avevo trovato. Ne ero sicuro. Era in Russia. E conduceva un programma di politica ogni sera sulla rete nazionale. Si chiamava от двери до двери ed era una copia spudorata di un identico successo italico dello stesso settore: La prova del Cuoco.


Chef si era completamente rinnovato il guardaroba. E non solo. Aveva anche fatto una plastica molto evidente. Pensava di passare inosservato ma quella quinta di seno, su un corpo perfetto come il suo, stonava un po' considerando i fianchi stretti. E il pizzetto.
Mi ero intrufolato ai piani alti, avevo usato il mio charme per ingraziarmi Putin e non solo. Dio solo sapeva cosa avevo fatto negli anni  precedenti. Ma ormai il dado era tratto, ognuno nella propria vita ha vissuto situazioni spiacevoli, è sceso a compromessi o ha fatto qualcosa di cui poi si è pentito tipo comprare un libro di Fabio Volo. Con dedica.
Scorsi la mia copia russa di E' una vita che ti aspetto sul comodino accanto al televisore ultimo modello. Era un'edizione speciale, con l'autografo dello stesso Volo e di Putin, che ne aveva curato la traduzione in russo. Non sono sicuro che nell'edizione originale ci fossero così tanti complimenti alla politica di Vladimir, ma chi sono io per affermare il contrario? Dovrei chiederlo a qualcuno che l'abbia letto in lingua originale, ma non ho amici o conoscenze del genere. Per il loro bene.


Tony mi fissò da dentro lo schermo mentre presentò gli ospiti. C'era Carmen Russo, fresca vincitrice dell'edizione locale dell'Isola dei Famosi. Memorabile quando ha impalato suo marito Enzo Paolo Turchi durante il gioco per l'elezione del leader settimanale. Con la vincita si regalò un nuovo lifting e un'aggiustatina al davanzale. Ora ci crescono baobab.
Vari leader locali di qualche partito inutile cercarono di intavolare discorsi mentre fissavano le poppe della Russo che assumevano la forma di un infinito. Il leader del movimento "Putin il migliore" fu visibilmente provato dall'esperienza che sembrava soccombere alle domande del leader estremista del partito "Putin il perfetto". Chef Tony, che lì si faceva chiamare Ilaria D'amico, colse la palla al balzo per esporre un paio di domande scottanti. Ma tutto questo dopo la pubblicità.
Ventisette interminabili minuti di spot elettorali mi colsero alla sprovvista. Dovevo uscire da quella casa prima che Vladimir si fosse svegliato e avesse incominciato a chiedere di me. Era sempre un po' adirato quando non mi trovava nel suo letto. Aveva paura che fossi da Barack. E' sempre stato un inguaribile gelosone.


Mi svestii della vestaglia di seta e capii che dovevo scappare. Scelsi la via della fuga più semplice: mi finsi Berlusconi venuto a chiedere soldi per le bagascie offerte. Mi camuffai in un batter d'occhio da Silvio, mi accorciai trenta centimetri con un preparato l'Oreal contro le rughe(era uno degli effetti secondari di poco conto) e ritornai nel corridoio. Qui, il servizio d'ordine, ebbe un moto di orrore alla mia vista. Divennero ad un tratto gentilissimi ma si capiva che erano in evidente imbarazzo. Uno dei due, in perfetto italiano, mi parlò: "Presidente, mi dispiace per l'uno ad uno contro la Juventus. E' una vergogna. E' un'ingiustizia!".
Acconsentii e forte della mia peggior imitazione, sempre più convincente della migliore di Gigi Sabani, gli feci un secco gesto con le mani e risposi: "I magistrati sono sempre contro di me. Contro la democrazia. Yuri, gentilmente, mica sai dov'è Vladimir? Qui ci sono troppe stanze e non so mai dove trovarlo. Mi dovrebbe ancora qualche migliaio di euri per le fighe!".
Sapevo che i due avrebbero cercato di farmi lasciare il palazzo nel più breve tempo possibile pur di non farmi incontrare il loro datore di lavoro. Mi lanciarono contro le scuse più oscene che dovetti far finta di indispettirmi leggermente e finalmente uscire.


Pochi chilometri mi separavano da Chef. Sempre troppi al mio avviso.


[1- Continua]

domenica 4 marzo 2012

Mixed by Erry


La musica è parte di una colonna sonora della nostra esistenza che scorre in sottofondo. Una banalità degna dell'ultimo pensiero innovativo di Fabio Volo, sia chiaro, ma è ovvio che sia così. Il resto è un contenitore dove sono rinchiuse le frasi che ci sono rimaste impressi, i rumori, e certe volte anche i silenzi. Quando ero piccolo io, con la mia famiglia, andavo spesso in montagna per passare un week-end diverso. Erano viaggi che aspettavo parecchio perchè mi avrebbero fatto saltare un giorno di scuola e questa cosa, a me medesimo, piaceva non poco.
Aggiungendoci poi che la montagna, il fresco, l'aria priva di smog e i grandi spazi verdi mi hanno sempre donato emozioni indescrivibili, quel viaggio era per me qualcosa di desiderato e atteso a lungo. Minimo ci si andava una volta al mese. Poi in estate ci si rimaneva anche per un mese intero. Erano bei periodi, ho sempre pensato.
Si soleva andare tutti insieme, in cinque quindi, con la macchina migliore che avevamo. A quanto mi posso ricordare iniziammo con la 127. Un capolavoro azzurro di dubbia potenza. Poi ci fu la Tipo, già scassata dal principio. Poi una Renault Clio che ha passato i peggiori guai e una Fiat Punto che ancora vive, anche se qualche tempo fa pensai fosse deceduta per rottura del motore. Ultimamente se, e dico se, ci volessi andare sarebbe disponibile una Stilo che si mantiene ancora bene. E' strano pensare a quante macchine possono cambiare in venticinque anni.
La macchina è importante, ci trasporta(banalità Voliana numero 2) e ci accompagna nel tragitto che, nel mio caso, non era così enorme. Da casa mia al paesello sulle montagne ci volevano un'ora e mezzo, massimo due se sostavamo durante il percorso. Due ore in cui si scherzava, ci si odiava perchè eravamo troppo stretti dietro(tre figli, maschi, di modeste dimensioni) e si aveva il mal d'auto. In tutto questo tempo serviva qualcosa per coprire i momenti di silenzio, le zone d'ombra di una famiglia che non è mai stata completamente unita. E c'era quel vecchio mangianastri.

Il mangianastri ovviamente funzionava a musicasetta. Mia madre era adibita ad averlo in braccio e a cambiare le cassette che dovevano funzionare come colonna sonora durante il tragitto. Si iniziava con Nino D'angelo per far contento mio fratello più grande(successivamente arrivammo a punte ben "maggiori" come Nico Desideri, Ciro Ricci, Sal da Vinci e il primo Gigi D'Alessio) e poi si buttavano dentro i grandi classici. Sono cresciuto a Morandi, Celentano e Toto Cutugno. Che ho sempre creduto si chiamasse Cotugno. Ma questi son problemi che accadono dopo l'adolescenza.
Avevamo molte cassette dei tre e ancora oggi credo che riesco a ricordarmi un bel botto di successi del trio. Di Adriano, che amo ancora oggi, posso dire solo bene. Può essersi anche rincoglionito con l'età ma quando canta per me è ancora estasi e meraviglia. Di Cutugno ne ho perso le tracce. Morandi mi fa simpatia.

Ho tifato per lui per i due Festival che ha condotto perchè, nel bene e nel male, è stato parte della mia crescita. Da bambino ad adolescente e poi addio. E c'era sempre una canzone che capitava nelle sue cassette(rigorosamente non originali ma Mixed by Erry) che avevo dimenticato ma che l'altro giorno, per evidenti motivi, è ritornata in auge.

La ricordavo a memoria, senza immaginarlo.



Vita in te ci credo,
le nebbie si diradano
e ormai ti vedo
non è stato facile
uscire da un passato che mi ha lavato l’anima
fino quasi a renderla un po’ sdrucita


vita io ti vedo
tu così purissima
da non sapere il modo
l’arte di difendermi
e così ho vissuto quasi rotolandomi
per non dover ammettere d’aver perduto


anche gli angeli capita a volte sai si sporcano
ma la sofferenza tocca il limite
e così cancella tutto
e rinasce un fiore sopra un fatto brutto
siamo angeli con le rughe un po’ feroci
sugli zigomi
forse un po’ più stanchi ma più liberi
urgenti di un amore
che raggiunge chi lo vuole respirare


Vita io ti credo,
dopo aver guardato a lungo
adesso io mi siedo, non ci sono rivincite
ne dubbi ne incertezze
ora il fondo è limpido
ora ascolto immobile le tue carezze


anche gli angeli capita a volte sai
si sporcano ma la sofferenza tocca il limite
e così cancella tutto
e rinasce un fiore sopra un fatto brutto
siamo angeli con le rughe un po’ feroci
sugli zigomi
forse un po’ più stanchi ma più liberi
urgenti di un amore
che raggiunge chi lo vuole respirare


Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano
ma la sofferenza tocca il limite e cosi' cancella tutto
e rinasce un fiore sopra un fatto brutto
siamo angeli con le rughe un po’ feroci
sugli zigomi
forse un po’ più stanchi ma più liberi
urgenti di un amore
che raggiunge chi lo vuole respirare


Angeli
Angeli
Angeli.

Ciao Lucio. Da uno che ne capisce ben poco di musica.

giovedì 1 marzo 2012

Regali


I sintomi della demenza senile si fanno sempre più evidenti sebbene non sia ancora arrivato a trent'anni. E' doloroso anche solo pensare che ieri sera, mentre inviavo gli auguri per il trentaseiesimo mesiversario alla mia lei tramite il servizio di sms gratuiti di Vodafone, ho sbagliato numero e me lo sono inviato a me medesimo. Sì. Ci sono andato bene. Potevo inviarlo ad un'altra donna, a mia madre o a Pippo Baudo. Ma non credo abbiano tutti Vodafone come gestore. Quindi, prima che la vecchiaia arrivi e la mia scarsa intelligenza continui a scemare, ne approfitto per scrivere un'ennesimo componimento orrendo per la signorina che ha l'obbligo, ormai, di sopportarmi da ieri in poi. Ho cercato di fare qualcosa di più sfizioso. Non la solita romanticheria mielosa. C'è lo stesso ma dovrebbe esserne di meno. Poi mi fate sapere. Auguri, piccola.



Ti regalerei la Torre Eiffel,
tutt'intera, con tralicci e cavi.
La imbucherei nella tua posta
attenderei ore in strada, apposta
per poter notare il tuo stupore
mentre ti domandi, senza parlare,
chi sia stato l'autore.

Ti regalerei il Colosseo,
enorme, maestoso e pericolante,
per farne un parco giochi
per te e per chiunque
tu voglia portare nel tuo regno:
che sia uomo o animale
basta che ne sia degno.

Ti regalerei la mia anima
se fosse solida e visibile.
Te la impacchetterei in una scatola
con un fiocco grande e grosso.
Assisterei alla tua sorpresa
per poterti veder ridere
di un regalo senz'offesa.

Ti regalerei il sole, la luna,
le stelle, il cielo, i lampioni,
le strade, le costruzioni, il mare.
Ti regalerei un fiore, un ruscello,
un prato verde, una torta.
Ti regalerei tutto, per aver in cambio
una sola bellissima cosa:
un tuo bacio, e niente importa.