lunedì 25 febbraio 2013

Chiacchiere (pre) post elettorali


Stasera avremo un nuovo Parlamento. Che ci porterà ad avere un nuovo Governo. Che quindi verrà presieduto da un nuovo Presidente del Consiglio. Dico “nuovo” anche se un paio già li sono stati, uno è uscente e l’altro è venuto un secondo prima. Poi ci stanno le incognite, le domande che ora si fanno e che forse non troveranno mai risposta (“Se vince il Movimento, chi sarà Premier?”), ed altre che è meglio non fare per non sapere la soluzione che di sicuro non ci piacerà.
E’ quasi finita. O è solo la prima fase. Si vedrà.
Da domani comunque ci sveglieremo diversamente. Sotto un nuovo governo che penserà al nostro bene. Scusatemi, ho una pagliuzza nell’occhio, tendo sempre a commuovermi quando penso a queste cose puramente utopistiche.
Gli scenari quali sono? Li avete letti sui siti d’informazione? Robe turche, eh? Chi si allea di qua, chi va’ di là, chi se ne fotte di come abbiamo votato, chi punta solo su chi ha votato per lui, trattando male tutti gli altri e così via. Se per voi già i primi giorni di dopo-elezioni saranno tremendi, andate via. Ci aspettano “cinque anni” di problemi vari.
Ho messo tra virgolette la durata perché è ovvio che nessuno durerà cinque anni.
Magari due anni, sei mesi ed un giorno. Così, casualmente.
Ma massimo eh!

Poi ci può capitare di culo stavolta. Sale qualcuno che se ne fotte dei suoi problemi personali e ci traghetta verso la salvezza. L’Italia che diventa la prima potenza economica del Mondo. Ed i venusiani ci eleggono a loro signori e padroni. Non ce l’ho fatta a rimanere serio a lungo: ne avevo sparata una divertente, dovevo per forza aumentare il tiro.

Ma mettiamo caso che succede. Che veramente sale o risale qualcuno che pensa a migliorare ‘sto Paese. Sinceramente: c’è la possibilità che ci riesca?

Ognuno si dia la risposta.

E’ “Sì”?

-) Allora credi alla favole. O al Presidenzialismo. Ammiri Obama e le sue promesse che, almeno in buona parte, le mantiene. Speri che un giorno il tuo Presidente salga al potere inneggiando alla pace nel mondo, al ritiro immediato di truppe italiane all’estero (d’altronde dovremmo ripudiare la guerra), al riconoscimento di diritti civili ai matrimoni omosessuali e alle coppie di fatto e così via.

-)Ma puoi pensare anche totalmente il contrario. Speri che salga al governo uno che mantiene le sue promesse inneggiando alla guerra nel mondo, perché espandersi è un dovere verso la nazione, all’aumento delle truppe italiane all’estero (perché le missioni di pace servono veramente), al non riconoscimento dei diritti civili agli invertiti e la progressiva eliminazione dell’aborto. Perché la vita è sacra. Per questo finanziamo guerre.

-) E puoi essere un elemento rivoluzionario. Che auspica dell’entrata al potere di un gruppo che sovverta tutta l’idea di politica avuta finora. Qualcuno che smantelli il vecchio per passare al nuovo, all’innovativo. Qualcuno che elimini il marcio per far brillare il bello. Qualcuno che “quando c’era lui” o “addà venì”, insomma. Qualcuno. Ma quel “qualcuno” è stato mandato da te. Perché tu gli hai dato pieni poteri, con il tuo consenso. E’ lui che la pensa come te, e non tu che la pensi come lui. Qualunque cosa questo significhi.

E’ “No”?

-) Allora sei realista. O forse disinnamorato della politica. E sai che chiunque vinca la tua vita non cambierà mai. Se pure ti tolgono una tassa, o ti danno un bonus o si prendono tua suocera e le concedono due anni GRATIS di cure termali, sai che alla fin fine la tassa tornerà, il bonus se lo prenderanno in qualche altro modo e la suocera verrà a casa ogni fine settimana perché ormai la sua l’ha data in affitto per quei due anni. Sei deluso. E mediti di scappare. Perché qui non c’è niente, perché qui non c’è futuro, perché non è qui che vuoi costruirlo quel futuro. Ci hanno abituato a pensare in larga scala. Trovi un lavoro e la prima domanda che ti fanno i parenti è: “Vuoi fare quello tutta la vita?”. Sempre con quella smorfia di delusione negli occhi e sul viso. La risposta è “Vedremo”. Sempre futuro. Anche se non lo sai continui a guardare avanti, alla casa, ai figli, alla coppia, ai diritti, alla pensione.
No. Quello è un tasto doloroso, meglio non pensarci.

-) C’è anche la possibilità che tu sia un tremendo indeciso. Ed abbia disperso il voto per vedere come se la cavava tutto il resto della popolazione. Magari hai fatto bene e salirai sul carro o hai fatto male e farai lo stesso. Chi lo sa.

-) Di par punto potresti aver disperso il voto perché un timido partitino, che magari raggiungerà solo cento voti in tutta Italia, è quello che ti rispecchia veramente. Non è male ciò. Il “voto utile” lasciamolo agli altri. Tu speri che un giorno quel gruppo di persone riesca a cambiare il Paese in cui vivi. E la speranza non può togliertela nessuno. Si spera.

Non ci sei andato? Mi verrebbe da dirti che hai fatto male, malissimo. Ma chi sono io per poter giudicare il tuo rapporto con la democrazia? Magari è proprio il sottoscritto che sbaglia che non ne ha mai mancata una da quando ne ha la possibilità. Un giorno, magari sulla settantina d’anni, forse potrò capire chi dei due ha fallito.

Speri nell’anarchia? In questo Paese? Amico mio, il tuo ideale può essere forte quanto vuoi ma questo luogo in cui vivi è abituato a genuflettersi. Non può alzare la testa e dire “mi autogestisco”. Non ne siamo capaci! Puoi farmi tutti gli esempi che vuoi di sincero entusiasmo, ma in contrapposizione ad ogni evento positivo ce ne sarebbero almeno venti negativi. La matematica vince sempre. In democrazia, in dittatura, in giustizia, la matematica è sempre la sola ed unica vincitrice. La forza dei numeri, che siano i voti di un popolo, o un gruppo di cittadini in rivolta che marcia sulle strade della Capitale, o i tantissimi zeri capitanati da un uno di un conto corrente di un miliardario, sappi che la matematica è sempre quella che vince.

E noi possiamo valere zero e uno. Dipende da come ti sentivi ieri. Da come ti senti oggi. Da come ti sei sentito quando hai messo la x nel seggio, o la fetta di salame nella scheda. Ma soprattutto da come ti sentirai stasera.

“Vota (tizio) alla Camera e (caio) al Senato. Votiamo per l’ingovernabilità! Così tra sei mesi andiamo di nuovo a votare!”
“E perché votare di nuovo?”
“Perché in questi sei mesi potrebbe uscire qualcuno buono”.

(Discorso da Punto Snai. Non so se c’è più speranza o illogicità in questo pensiero profondo)

A domani. E che Dio, Buddha, Allah, Jahvè, Geova e il Prodigioso Spaghetto Volante ce la mandino buona.

O magari l’intelligenza della gente. Ma credo non esista al pari di tutti gli altri Dei di cui sopra.

domenica 24 febbraio 2013

Dieci frasi da NON dire al seggio!


Ci siamo. Oggi e domani si fa l'Italia o si muore. Dal freddo intendo. Che la possibilità che tra cinque-sei mesi siamo di nuovo in fase elettorale è molto alta, se non quasi certa. Il Paese è staccato. Chi predilige la rivoluzione sgrammaticata, chi la sicurezza puttaniera, chi l'incognita mummifera, chi l'eleganza tassatrice e chi altri si butterà nei piccoli partiti che non saranno "voto utile" ma rispecchieranno di più la propria visione del mondo ed in questo caso dell'Italia. Perchè questo Paese ha bisogno di ricominciare. Ed una X forse non è tanto, ma serve per incominciare a costruire.

Finite le parole di circostanza passiamo alle Dieci Frasi o Situazioni da NON dire/fare al Seggio quando andrete a votare. Sono piccoli aiuti per non farvi fare brutta figura e magari riuscire nell'intento di portarvi la scrutatrice più sexy cinque minuti al bar. E da lì costruire una relazione che si dipanerà in minimo tre legislature.

10. Dopo essere rimasti nel seggio per almeno dieci minuti, far intravedere solo la testa ed esclamare: "Mi scusi, pensavo bastassero i fazzolettini che mi ero portato, mica avreste un po' di carta igienica?".

9. Quando si entra nell'aula ogni parola può essere vista come un invito, verso gli altri votanti, a seguire la vostra linea di pensiero. Quindi sono vietate le parole che includono "Popolo", "Partito", "Movimento", "Rivoluzione", "Fare", "Lavoratori", "Democratico", "Nord", "Destra", "Fratelli", "Pensionati", "Protesta", "Voto", "Futuro", "Libertà", "Scelta". Alla domanda: "Cosa ci volete nel caffè?", non vi resterà che scappare urlando "Geronimoooooo!". A meno che La Russa non sia candidato da qualche parte.

8. Al Presidente di Seggio: "Lei che è esperto: ma la fetta di salame la devo inserire prima o dopo che piego metà scheda?"

7. "Ma funziona come al Punto Snai: spendo un sacco di soldi per mantenervi e mi frego le matite come contentino, giusto?".

6. Presentarsi vestito da enorme maiale e dire "Oink oink", ogni due secondi. Verrà considerata satira politica.

5. Entrare con una bandiera dell'Italia e un defibrillatore e ogni cinque secondi posizionare gli elettrodi sul tricolore urlando: "La stiamo perdendo, la stiamo perdendo!!!".

4. Su Instagram non aspettano la vostra foto con bocca a papera mentre siete nel seggio. Se proprio volete farla evitate di farvi sgamare lasciando il volume al vostro smartphone. Se proprio vi siete fatti sgamare uscire fuori in bikini (valido solo per le donne di una certa bellezza) ed esclamare: "Oh, pensavo fosse la doccia abbronzante". E magari facendo cadere il reggiseno approfittare del blocco improvviso dei maschi presente in sezione e fuggire via verso nuove avventure.

3. Entrare in seggio con una tavola, dei cestini da picnic e varie vettovaglie. Sedersi a gozzovigliare ed alla prima domanda rispondere: "Eh, Presidè, volevamo andare al ristorante ma erano tutti pieni!". (Anche questa può essere vista come satira politica!)

2. Presentarsi con un modello molto affascinante al seggio ed esclamare al Presidente: "Veda, Dottore, quest'anno vorrei disegnare un pene sulla scheda. Ma non mi piacciono quelle cose stilizzate, raffazzonate, volgari. Il ragazzo mi serve per ispirazione, posso?". Il Presidente dirà di no, ma le scrutatrici saranno dalla vostra parte.

1. Vestito elegante esclamare: "Mi scusi Presidente, porto gli avvisi di Equitalia. Tutti quelli che hanno votato sono entrati nel seggio, giusto? Mi dispiace ma è considerata seconda casa. Mi mette una firmetta qui?"

Extra. La più squallida di tutte. Non leggete che è meglio. Se proprio volete lo fate prendendovi la responsabilità della vostra azione. NON  LEGGETELA. E' QUI SOTTO. RISPARMIATEVELA!

Entrare solo in boxer al seggio ed esclamare: "Ci hanno ridotto in mutande".

Ve l'avevo detto di non leggerla!

sabato 23 febbraio 2013

Cercasi Lolito disperatamente!


Credo si capisca facilmente a chi il mio avatar sia dedicato. Di chi il mio "nome d'arte" o nickname sia un omaggio e a chi ogni giorno accendo un cero nella speranza torni per salvare il mondo dalla sua minaccia più grande: la comicità della tv moderna.
Ed ho preso con sincera felicità la notizia del Suo ritorno. E ieri mi sono fiondato in edicola per riassaporare il sacro fuoco della satira in questo Paese in cui è morente o quasi (poi vi spiego il quasi). *

PREMESSA: L'autore di questo articolo ha una spiccata predilezione verso Daniele Luttazzi. Lo adora al punto che se gli dicesse che ha bisogno di una mano in cucina per una cena di ventotto persone, si fionderebbe a casa sua per fargli il suo piatto forte (spaghetti con tonno, cipolle e pomodoro). Tutti i commenti quali: "luttazzi cacca", "luttazzi copia", luttazzi bilbobeggins" saranno ignorati. Per il resto: buona lettura.

Daniele torna. E questo è già un buon segno. A due anni di distanza da "La quarta necessità" ed a quattro da "La guerra civile fredda" che trovai interessante per alcuni punti e deludente per altri. Ma vabbè. Il Luttazzi è tornato in città e questo 2013 acquista un nuovo significato.

Punti a favore di questo ritorno:

-) 525 pagine di libro. O un po' di più. Il più grande che abbia mai lanciato sul mercato. "Bollito misto" ne aveva 369.
-) Torna con una parodia delle vita di B. Una visione romanzata della sua esistenza. Sarà un bel malloppo? Vedremo poi.
-) L'editore ha avuto paura di pubblicarlo e c'ha dovuto pensare Travaglio con il Fatto. Ottima cosa. Costa minimamente rispetto ad ogni altro libro di Luttazzi. Ma ci sono punti a sfavore che spiegherò tra poco.
-) Ha persino concesso un'intervista! Ora lo risentiremo minimo tra un paio d'anni.
-) Da quello che ho constatato, il libro sta andando. Bene per lui e male per me.

Punti a sfavore di questo ritorno:

-) E' un romanzo! DL è un ottimo autore satirico ma con i raccontini non mi ha mai preso. Tranne quello della Divina Commedia di Dante, in treno, su "Adenoidi". E ho la paura che cinquecento e passa pagine siano troppe. Anche se a 470 il romanzo si ferma e poi c'è altro. Ma non so cosa sia "altro".
-) Rinominando la querelle "plagi" (di cui qui trovate la mia personale interpretazione della cosa), Daniele dimostra di non essersene ancora liberato mentalmente. Personalmente non l'avrei nemmeno accennata nell'intervista. Se è vero, come in effetti è così, che i blogger anonimi ci sguazzano su 'sta cosa, dargli visibilità eccessiva non giova alla sua reputazione. Già abbastanza diminuita dopo il "fattaccio".
-) LA DISTRIBUZIONE DEL FATTO FA SCHIFO. Ehm...dovevo forse dirlo in maniera più gentile. Ma è ovvio che c'è un problema se parlo di un libro che in questo momento non ho nemmeno aperto perchè non ce l'ho davanti. Perchè? Presto detto.

Venerdì scorso apprendo la lieta novella grazie a conoscenti(collaboratori, colleghi) luttazziani. Subito mi fiondo nell'edicola dove di solito mi rifornisco di fumettame per prenotare il libro e quindi farmi mettere da parte il sommo tomo.
Prima sorpresa: il Fatto non arriva.
Ok. Sto con un mio amico, è domenica mattina, e decidiamo di andare sotto la sua dimora. Lì staziona un'altro bugigattolo adibito a edicola/recivitoria/centro scommesse e qualsiasi cosa gli permetta di guadagnare denaro a pacchi. Entro, saluto e gentilmente spiego che venerdì prossimo sarebbe uscito un libro con il fatto, se potessero tenermelo da parte e poi venderlo al mio amico che prontamente si sarebbe recato da loro per acquistarlo. Ok? Ok. Si può fare.
Tralasciamo i successivi quattro giorni, inutili e senza accadimenti fondamentali nella narrazione, e passiamo a ieri, di nuovo venerdì. Giorno d'uscita.
Per un piccolo problema politico (che magari vi spiegherò nei giorni prossimi o mai) il sottoscritto è sveglio dalle 9 di mattina intento a pensare ad un'unica cosa: la colazione? No. Il libro, ovviamente.
Il mio amico si fa sentire verso le 11 e 30. Due ore e mezza dopo. E mi chiede: "Il libro è uscito ieri, che faccio, lo prendo lo stesso?"
"..."
Ci penso su un attimo e trovo le parole giuste da dire.
"Se è dello stesso autore ed ha lo stesso titolo di quello che volevo comprare io, sì".
Ma c'è una sopresa: l'edicolante è un geniaccio! Visto che il libro, SOLO DALLE MIE PARTI, è uscito un giorno prima ha ipotizzato non fosse quello il tomo che gli avevo prenotato ed ha venduto le due copie arrivategli.
Tristezza.
Dalle ore 17, quando mi libero da vari impegni, si parte con pulzella al seguito per una lista di edicole nella città accanto alla mia. Molto pdellina e quindi non intenzionata ai deliri di un autore comico odiato da tutti che scrive un romanzo sulla vita di B.
Se mi concedete l'espressione qui ci va' a pennello uno "sticazzi".
Otto edicole diverse. Tutte o quasi avevano ricevuto il libro ieri e l'avevano già venduto. Alcuni appena dicevo "libro" già sapevano di cosa stavo parlando. Insomma, se sono arrivate due copie ad edicola in tutta Italia e sono state vendute, questo romanzo balza di diritto prima di "Twilight" in tutte le classifiche nazionali.
Ma mi do per vinto io? Ma certo che no.
Dopo aver parcheggiato la vettura in un luogo ed aver fatto più di tre chilometri di stradine varie, andata e ritorno, ritorniamo alla macchina convinti che verso Caserta, il capoluogo, ci dovrà essere una qualsiasi edicola che ce l'ha 'sto cazzo di libro.
La risposta è no, come avete ben potuto immaginare.
Altre cinque edicole in otto chilometri di macchina mi rispediscono al mittente con un mezzo sorriso ed un po' di delusione. Mi sento come un falco chiuso in gabbia, direbbe Toto Cutugno.
Aggiungeteci la pioggia che aumentava il ritmo solo quando scendevo dalla macchina.
Aggiungeteci il tizio che, quando stavo sulle strisce, mi stava prendendo in pieno e mi stava facendo rischiare di essere il primo martire della Chiesa Luttazziana.
Aggiungeteci le tre ore perse per fare tutto ciò.
E potrete capire l'odio che provo per la scarsa distribuzione del fatto. E per le sole due copie, massimo, mandate per edicola dalle mie parti del libro tanto cercato.

Certo. Ci sono duecento modi differenti per trovarlo. E poi sarà in edicola per altri due venerdì di fila. E poi lo posso comprare sul sito del Fatto. Ma io lo bramavo ieri. Se per questo anche oggi. Ed ho timore di non riuscire a vederlo prima di metà settimana prossima.

Lasciatemi solo col mio dolore...

* (Il quasi è riassumibile in Acido Lattico, Lercio e nel foltito gruppo di collaboratori che ho conosciuto ed ho potuto apprezzare in questo anno e qualche cosa in cui faccio da sanguisuga al loro lavoro. Ci sono ragazzi veramente bravi che si stanno facendo largo semplicemente grazie alla forza della loro vèrve satirica. Io scrivo, male, per divertimento, loro scrivendo bene l'hanno fatto diventare un lavoro. Ed è per questo che hanno la mia stima, e la mia profonda invidia.)

venerdì 22 febbraio 2013

Sette motivi per andare a votare




Il Viminale ipotizzando un astensionismo di massa in vista delle elezioni del 24 e del 25 Febbraio, soprattutto per un progressivo disamore verso le cariche politiche e l’intero sistema italico, ha chiesto il mio intervento per diramare sette semplici motivi per andare al seggio nelle giornate di domenica e lunedì. Ora leggeteli, condivideteli o magari stampateli e appiccicateli al seggio come un mantra per chi andrà a votare dopo. Ma mi raccomando: non ditelo al Presidente di sezione!

1)      Annunciando a vostra moglie/vostro marito che la domenica mattina andate a votare, potete poi passare la mattinata con la vostra/ il vostro amante. Piccolo rischio: prima di tornare a casa dovrete realmente andare a votare e farvi mettere il timbro sulla scheda elettorale. Sennò vi sgama.

2)      La cosa bella di un ritorno nella tua scuola elementare sono i cancellini gratis. Tanto le lavagne elettroniche in Italia arriveranno quando negli altri Paese saranno obsolete.

3)      Avete 10 minuti di tempo, massimo, per provarci con la scrutatrice/lo scrutatore. E’ una gara contro voi stessi ed il tempo. Ovviamente se beccate la tipa fidanzata con il tizio di due metri e rugbista, sono problemi vostri.

4)      Volete mettere la bellissima sensazione che vinca il vostro preferito e direte agli amici “Quello l’ho votato io”.

5)      Volete mettere la bellissima sensazione che vinca il vostro odiato avversario e direte agli amici, alla prima cazzata che farà, “Quello mica l’ho votato io!”.

6)      Cercate di stuzzicare un tizio di fazione avversa quando siete al seggio. Preparatevi a ricevere un pugno o due, tanto i poliziotti saranno nella sala accanto. Se avete gli occhiali potreste ricevere un indennizzo super. Magari non vincerete le elezioni ma vi rifarete il guardaroba.

7)      Votare. Magari per cambiare l’Italia. O se vi piace così per farla rimanere com’è. Oppure per sovvertire tutto lo status quo. Insomma per esprimere un’opinione. Ma non è detto che questa venga ascoltata, lo so.

Se ne avete altri, sono ben lieto di incrementarli.

lunedì 18 febbraio 2013

Il vuoto e il sorriso


Scrivere roba. Vedere gente. Vivere ogni tanto e poi sentirsi vuoto. O troppo pieno di cose che non vorresti avere dentro.
E poi proporre, provare, cercare, ideare e discutere.
Infine accantonare ogni progetto per codardia, o semplice mancanza di fiducia in se stesso.

Questo. Sono. Io.

La tastiera è vuota. Io la vedo, tocco i pulsanti ma nello stesso istante questi scompaiono. Le parole si formano con difficoltà enorme sotto gli occhi di una punteggiatura assente che fa capolino nei modi e nei tempi sbagliati, quasi sbadata, di sicuro dimenticata.

Le mani tremano come se volessero rivelare al mondo quello che si porta dentro tutto il giorno. Da quando ci si sveglia incazzati con se stessi, a quando si va' a dormire incazzati col mondo senza trovare o cercare una possibile soluzione perchè quella "NON C'E' MAI".
E si ripetono queste tre parole come un mantra, nella testa, mentre si mangia, mentre si legge, mentre si passeggia su delle assi di legno nella via principale divelta del tuo paese abbandonato, che pur essendo al centro di tutto è niente dentro di te.

Il rumore dei tasti inesistenti di uno smartphone viene raccolto dalle orecchie intente anche a non raffreddarsi troppo. D'altronde non manca niente per vivere l'estistenza normale, quella perfetta, quella decente, quella ideale, quella sicura. L'attimo di phatos, l'attesa di Godot solo che è un disperato personaggio che porta solo rabbia e dolore, è sempre lì, costante, attende. L'attesa attende, buffo no? E intanto si fa altro, perchè la mente deve tenersi occupata anche quando non c'è nulla che la possa far pensare a tutt'altro.
Il gossip, il calcio, i problemi del terzo mondo, la politica, la lettura, Sanremo, i giornali, i mensili di moto, gli annunci del supermarket più vicino, gli appartamenti di Tecnocasa.

E poi il buio...l'attimo più bello. Quando la mente abbandona e si cede al sonno sperando in un risveglio dolce.

Buio.

E quel sorriso che spero di vedere al mattino non c'è mai. Nè il mio, nè un altro. MAI. E' dura svegliarsi ventisei anni senza sorriso e sentire la mancanza di soli cinque giorni in cui quel sorriso era doppio.
Solo cinque giorni.
In quegli attimi lì capisci il senso stesso di una vita intera, passata presente o immaginaria.
Il sorriso.

Che è l'unica cosa per la quale vivo.

giovedì 14 febbraio 2013

Delle fronti grandi così!


Ieri sera mi è capitato di vedere il Festival.
Sì. Sto mentendo.
Perchè non "mi è capitato" ma ero attaccato al televisore intenzionalmente. E mica per dare dignità ai 103 euro e 50 spesi per il canone, no, ma per un paio o forse tre solidi motivi.
Il primo è che quest'anno il Collettivo Acido Lattico spara battute live sulla kermesse più seguita d'Italia, checchè se ne dica.
Il secondo è che la Gialappa's continua a commentare l'evento in radio, anche se inizierà da stasera, per tre lunghe serate consecutive.
Il terzo, che forse è il più importante, è la presenza del gruppo che seguo da più una decina d'anni. E che mi fa compagnia ogni giorno o quasi con le sue canzoni: Elio e Le Storie Tese. Senza dimenticare il Silvestri che tanta gioia mi dona anche lui.

Ieri il simpatico complessivo si è presentato sul palco con due canzoni e con una fronte immensa. La prima, molto orecchiabile, s'intitola "Dannati Forever" e racconta di quanto siamo peccatori tutti noi fin dall'età di sei anni. La seconda, che poi ha vinto con l'82% delle preferenze il confronto con la precedente, è stata "La canzone mononota" che appena la ascolti capisci subito che questi sei/sette/otto individui sono bravissimi. Un'idea di un pezzo solo su un'unica nota (eliminando l'inizio che ne contiene ben diciotto e l'ultima che è diversa), che sconvolge la tipica canzone sanremese e che si presta benissimo ad essere allungata nei concerti per minimo dieci minuti come spesso accade a "Il Rock and Roll". Sinceramente, ad un secondo ascolto, diventa molto più bella "Dannati Forever" ma la novità e la difficoltà del secondo pezzo colpiscono di più e per questo è ovvio che sia passata la "Canzone Mononota". E va bene così.
La cosa che veramente un po' mi ha dispiaciuto, in tutto ciò, oltre alla non presenza di Mangoni e di Paola Folli, sono stati i commenti sconvolti di alcune persone. Premetto: i gusti sono personali. C'è chi preferisce i Modà a Gigi D'Alessio e chi il contrario. C'è chi preferisce i Negramaro ai Queen e chi il contrario. E per questo non voglio entrare nella questione di chi dice che il pezzo non gli piace. Ma negli altri "commenti" sì.

ELENCO DI MERAVIGLIOSI COMMENTI ALL'ESIBIZIONE DEGLI ELII DA PARTE DEL PUBBLICO MEDIO DELLO SPETTACOLO CHE SI SVOLGE AL TEATRO ARISTON MA PARLA  DA CASA PROPRIA.

Ma sarà normale che un gruppo in gara sia anche la voce di uno sponsor messo in onda durante???? - Ecco il problema di guardare troppo Voyager e Mistero, si iniziano a vedere complotti ovunque.

Se esce vestito così spengo la tv e rivoglio i soldi del canone! - Ed erano vestiti da chierichetti, pensate se uscivano fuori con tuniche da francescani.

E' semplicemente VERGOGNOSO! - Che è sempre meglio di "Criminoso", direi.

MA CHI L'HA INVITATI QUESTI !non rappresentano la canzone italiana (e meno male) - Infatti nel 1999 vincono il premio di "Best Italian Act" agli Mtv Music Awards per puro caso. Solo perchè la Pausini era malata.

i miei 106 euri di canone per sti cretini ; rivoglio indietro i soldi - Oltre ad aver pagato 2 euro e 50 in più, per mancia, il signore in questione si ritiene in debito per un'esibizione "cretina" che ritiene d'aver visto. Come se il canone dipendesse dalla presenza di Elio al Festival che, e qui potrei essere tanto smentito, non viene pagato come ogni altro artista in gara. I soldi vanno agli ospiti, ai presentatori, agli orchestrali, ai giurati. A Bruno Vespa, a Giletti ed a tutto il cucuzzaro.

Elioooooo e' sanremo. Non zelig. La canzone mononota, canta con una nota anche questo... IL TUO PEZZO FA CAFARE !!! ;) - Sembra un insulto ma non lo è. Perchè infatti, il giovine artista, invita il frontman del gruppo a cantare che "TUO PEZZO" etc etc. Quindi non è inteso sulla canzone degli Elii ma su tutte le altri canzoni al mondo. Questo dicesi "non saper nemmeno insultare qualcuno".

Vado a dormire è veramente uno schifo!!! - Il popolo insorge. L'unico modo per contrastare è il sonno.

a casaaaaaaaaaaaaaa... ma chi li vota??? ma qst canzone si doveva chiamare monocellula perchè ne ha usata solo una di cellula.... - Cellula? Cellula??

Elio vestito da cardinale... Di un banaleeeeere !!! - E qui, un altro gruppo di esperti capitanato da Giacobbo coadiuvato da Bossari e Berry, cerca di decifrare il testo. L'ipotesi è che il malcapitano sgrammaticato commentatore sia cercando di dire che è "banale", altri che è un pezzo da "balera", altri ancora che voglia intendere, con una crasi, che è un pezzo "banale per balera". Ma nessuno lo scoprirà mai. Soprattutto perchè erano vestiti da chierichetti e la premessa se ne va' a passeggiatrici.

vergogna !!! - Condivido. Il gruppo si deve vergognare per fare onestamente il loro lavoro. Che insolenti.

Cantare così sono capaci tutti che testi di m.... - In effetti ci sono altre diciotto canzoni molto simili, no?

Io li avrei mandati a casa prima di cominciare a cantare - Per puro sfregio. E poi bruciargli la macchina, aggiungerei.

Festival BOLSCEVISTA . -C'ave raccione!

Che MUNNEZZA !Andate a quel paese. - Amico mio, dalle cose che leggo ci siamo già.

I gusti son gusti , ma questo è uno schifo! - La premessa è spettacolare. La frase intera fà capire che uno può avere i gusti peggiori del mondo, ma se ascolta ciò è messo veramente male.

Con tutto il bene che vi voglio...ma io non vi capisco mica.......O_O - Alleluia. Qualcuno che lo ammette! Molto meglio di tanti altri.

..se loro fanno musica italiana...io NON mi sento ITALIANO!!!! - Purtroppo è considerata "musica italiana" tutta la musica che si canta in italiano. E' un concetto difficile ma ci si potrebbe arrivare.

orribile la canzonetta di elio,poi andrebbe escluso poiche\ non si puo\ fare uno spot della vodafone nell\intermezzo di sanremo cosi\ vieni avvantaggiatoe non è giusto per gli altri,non so se elio viene appoggiato da sky o la rai,inoltre la dandini fa parte della giuria di qualita ,che è molto amica e collega di elio e questa la dice lunga - E poi credo che Fazio sia anche dei Templari, giusto?

E vabbuò. Se a tutti piacesse una cosa inizieresti a non pensarla più perchè ormai è troppo mainstream no? Quindi viva viva i detrattori di Elio. Io sto dall'altra parte. Che comprende anche gente che ne capisce e fa musica che li incensa. Tra cui c'è anche quel bel ragazzo del Silvestri. E mi basta così.

Inserisco il video de "La Canzone Mononota" non perchè sia più bella di "Dannati Forever"(che ha un video spettacolare) ma perchè ricorda una trentina e passa di anni di attività. E ancora oggi sono capaci di non far capire nulla agli ignoranti. Grandi!




 
Sì. Questo post è smaccatamente di parte.

lunedì 11 febbraio 2013

Cronache dal Futuro

Ciao Joseph! Insegna agli angeli ad utilizzare al meglio i chierichetti.
La giornata che stiamo vivendo verrà ricordata da molti come il perfetto connubio tra le notizie shock di Facebook ("nevica", dopo che per una settimana c'hanno preannunciato ciò), e la notizia shock del Vaticano (Ratzi che si piglia una pausa di riflessione in un orfanotrofio in Irlanda), e l'ancor più sconvolgente down di Facebook che sta portando gente ad aprire un libro, anche se molti hanno troppa paura per farlo. D'altronde la conoscenza uccide. Ratzi sa tanto e per questo scappa prima che lo ammazzino. O che lo licenzino. Si deve pur sempre mettere in conto che un Papa è un servo di Dio. Quindi il capo, pure se non si fa vivo da qualche annetto, non è detto che sia deceduto. Metti caso, attraverso una fuga di notizie, che Benedict abbia saputo di un'ispezione a sorpresa verso il 3 di Marzo da parte dell'Onnipotente? Bisogna pensarle 'ste cose. Quindi per non fare la figura del Pontefice anti-contraccezioni, anti-aborto, anti-omosessuali, anti-musulmano, anti-eutanasia e anti-Galileo, ha deciso di andarsene. E avrà fatto pure bene no? Ad ottant'anni e passa non si può ancora lavorare. Capito Silviuccio?

Ma il mondo è pronto a questi annunci scioccanti? E' pronto a notizie del tipo "La Clerici lascia Eddy e passa a Lorenzo Crespi ma poi ci ripensa e si infratta con Bigazzi?". Certo che no. E quindi per prevenire infarti futuri vi lascio una serie di notizie dal futuro, prossimo o venturo non so, che è meglio leggere prima. Così uno si prepara mentalmente e non rischia di svenire davanti al pc o al tablet o a qualsiasi cosa abbia uno schermo. Che ormai, alla carta, ci siamo disabituati.

NOTIZIE DAL FUTURO CHE IL VOSTRO MEDICO DOVREBBE RIVELARVI MA CHE NON FA PERCHE' LUI MARCIA SUI VOSTRI MALANNI ED E' INUTILE CHE LO DIFENDIATE, SENNO' NON SI SPIEGA PERCHE' LUI SIA RICCO SFONDATO E ABBIA L'AMANTE E VOI NO.
(Da leggere senza virgole. Se riuscite a respirare fino alla fine della frase potete sopravvivere alle notizie qua sotto.)

-) Bersani vince le elezioni con maggioranza schiacciante. Boom di chiamate al pronto soccorso: tutti i votanti del Pd si sentono male, non erano abituati a vincere.
-) Berlusconi torna al governo ed, al primo discorso, annuncia che gli ultimi vent'anni erano tutti una grossa candid di "Scherzi a Parte".
-) Ratzinger sbarca in politica, in Olanda, col partito dei pedofili.
-) Casini sceglie definitivamente da che parte stare.
-) Grillo, dopo l'ottimo risultato ricevuto alle elezioni, manda la fattura a casa ad ogni spettatore di ogni suo comizio effettuato.
-) Il Festival di SanRemo è vinto da Elio e Le Storie Tese. Come nel 1996. Ma stavolta lo diranno ufficialmente.
-) Il nuovo Papa è Renzo Bossi.
-) Il nuovo Papa è Nicole Minetti.
-) La Coca Cola presenta il nuovo Papa.
-) Berlusconi rimborsa l'Imu agli italiani ma in cambio richiede ogni primogenito.
-) Il Chievo vince lo scudetto perchè tutte le altre squadre sono state squalificate perchè pagavano gli arbirtri. Il Chievo gli concedeva solo sconti sui pandori a Natale.
-) Bersani interpreta PierLuigi Stark in "Game of Thrones". (SPOILER) Non finirà bene.
-) Italia Uno alla fine di Dragon Ball GT ritrasmette Dragon Ball Z.
-) Nasce il Movimento Youtubers creato da Willwoosh. Frotte di estimatori al grido di "Genio e Rubbo!" si iscrivono al partito.
-) La "K" sostituirà definitivamente la "C".
-) I cavalieri dell'Apocalisse vengono rimpiazzati da Brunetta, La Russa, Alemanno e Maroni.
-) Qualcuno si accorge che Andreotti è morto nell'86 e quello in aula è un robot.
-) Chi legge Vanity Fair non deve essere per forza qualcuno di sesso femminile o omosessuale.
-) Mara Carfagna lascia la politica e si da al porno. James Deen lascia il porno e si da alla politica. Sara Tommasi lascia quello che stava facendo e ritorna a denudarsi per strada per protesta contro tutto ciò.
-) Christian De Sica presenta la sua autobiografia dove si scusa per tutti i film orrendi che ha fatto.
-) Tantissimi fedeli per il mondo per il Dio Endemol.
-) Berlusconi muore. Il popolo italiano aspetta tre giorni, non accade nulla, e si da inizio alle feste.

Ora siete lievemente avvisati. Ringraziate e ditelo a tutti: che nessuno resti all'oscuro!

domenica 10 febbraio 2013

SCRIVE UNO STATUS SU FACEBOOK: LA POLIZIA GLI CIRCONDA CASA




VELLETRI – Una strana giornata è quella capitata a Anselmo F. (nome di fantasia), di diciassette anni,  che l’altra sera si è visto sette pattuglie circondare il condominio dove abita con padre, madre, gatto e una sorella minore. Il ragazzo ha constatato l’intervento delle forze dell’ordine proprio nel palazzo dove risiede sospettando un banale intervento di routine, come l’arresto degli spacciatori del settimo piano o quello delle prostitute del terzo o persino una rapida controllata alla bisca clandestina nel sottoscala, ma invece il vero obbiettivo dei poliziotti era lui stesso.
“Non ci potevo credere. Eppure non ho mai fatto nulla di illegale da quando sono nato. A parte scrivere sui muri, scaricare cd pirata, commerciare porno fuori dalle scuole medie ed entrare in un gruppo rap”. Ma lasciamo al Comandante Luigi Losveglio il compito di dare una spiegazione all’intera vicenda: “In realtà stavamo monitorando, in collaborazione con la Polizia Postale, un po’ tutti gli status Facebook di liceali di Velletri, cercando idee rivoluzionarie, proposte sovversive ed azioni dimostrative ai danni dello Stato. Il sospettato, Anselmo F., soleva lasciare messaggi che noi pensavamo fossero in codice ogniqualvolta si collegava o scollegava dal pc. Gli status in questione erano auguri di buonanotte e di buongiorno a Facebook stesso, che lui chiamava amichevolmente “Face” o “Feis” quando si sentiva simpatico. E questo ci ha insospettito non poco. Poi, dopo una rapida occhiata al suo pc, abbiamo intuito che si trattava di un errore. Intanto, però, abbiamo trasferito tutti contenuti del suo hard disk esterno nel computer centrale della caserma”.
A tal proposito, pur considerando il lieto fine dell’intera vicenda, il ragazzo infine ha qualcosa da dire agli agenti: “Certo che su duecento giga di porno, almeno due me li potevate lasciare. Ingordi!”

(Ps: questa rubrica è uno spinoff non autorizzato di Lercio, il giornale dai mille scoop e fatti di cronaca che i grillini vogliono chiudere bloccando i finanziamenti quando saranno al governo. L'articolo non è passato ma mi sembrava brutto rimanerlo nel dimenticatoio.)