mercoledì 31 dicembre 2008

L'anno che verrà...



Normalmente non amo fare resoconti sull'anno appena trascorso. Le emozioni che sono entrate ed uscite in me sono migliaia ed è molto difficile riuscire a metterle su carta virtuale, dopotutto già ho fatto milioni di post sulla psicanalisi e roba varia indi sarebbe come riscrivere tutto. L'anno è nuovo, è dispari, non è bisestile, l'Italia si gioca la Confederations Cup per la prima volta, ed io sono ancora più grande, per fortuna non di altezza. Tutto ciò per la mia lista di buoni propositi 2009, ovviamente semiseria.

1) Distruggere psicologicamente il mio co-admin commentando a spron battuto ogni suo post con cattiveria e livore.
2) Cercare sul vocabolario la parola "livore".
3) Capire dagli sguardi di quelli che ho attorno il perchè mi sopportino. E poi farci un trattato.
4) Riuscire a non perdere a carte sistematicamente sempre con la nonna.
5) Farmi dieci chilometri di corsa ininterrotta.
6) Scrivere qualcosa di serio per una volta con costanza.
7) Assicurarsi che sta Costanza sia perlomeno assomigliante a Juliana Moreira.
8) Smettere di cercare notizie, foto, fare appostamenti e piazzare webcam a casa della suddetta Juliana.
9) Chiamare Matt Groening e dirgli che mi ha salvato la vita.
10) Chiamare Jack Bauer e dirgli che lo vorrei come migliore amico.
11) Abbracciare sistematicamente ogni volta tutte le persone che voglio bene. Ma non credo accetteranno mai.
12) Ideare qualcosa di spettacolare per Carnevale, per il Comicon e per la mia vita in generale.
13) Andare a Lucca quest'anno! Tassativamente!!!
14) Non piangere quando vedo Lost, filmoni strappalacrime e roba simile. Perchè sono un vero duro. Ma non ci riesco, è più forte di me.
15) Vedere meno telefilm...naaaaa, son così belli.
16) Chiamare Tiziano Sclavi e dirgli che lo voglio bene.
17) Fare lo stesso con chinque mi dica che sono figo quando me vesto da Dylan Dog.
18) Aspettare davanti al telefono che Luttazzi mi chiami per organizzare uno spettacolo assieme.
19) Aspettare e sperare.
20) Scrivere una sceneggiatura buona, proporla alla FilmAuro, farmela rubare e infine produrla come "Natale a casa tua" con De Sica.
21) Andare in tutti le librerie, i supermercati ed i centri commerciali d'Italia e sostituire a tutti i libri di Stephen King il suo nome con il mio. E la sua foto con la mia. Così me vanto di essere stato pubblicato.
22) Troncare la mia relazione morbosa con Mara Maionchi. Ah, come mi fa sangue quella donna.
23) Dire a Simona Ventura che è No.
24) E a Morgan che ha dei capelli orrendi.
25) Altri concerti Eliastici, anzi, Rocchiani con la mia Jo.
26) Non scrivere liste che sembrano pezzi della Divina Commedia.
27) Andar a Forum con un mio complice e fare una causa fasulla che più fasulla non si può tipo: "Signor Giudice, sono sicuro che il mio migliore amico quando è venuto a casa mia mi ha rubato le batterie del telecomando. Esigo giustizia!"
28) Smetterla di essere così bono, che sto facendo impallidire anche Tom Cruise.
29) Dire a Jhonny che un giorno riuscirà ad essere bravo come me.
30) Ideare la versione napoletana di "Friends" e chiamarla "Cumpagn".
31) E anche la versione napoletana di "24" e intitolarla "Duric, pcchè chell'at or stamm rummen tuttu quant!" - Traduzione: "Dodici, perchè nelle altre ore stiamo tutti riposando."
32) Creare versioni napoletane di qualunque cosa dato che me diverte un casino.
33) Finire sta lista entro il 2009.
34) Augurare a tutti buon Anno, anzi, decente anno.
35) Dirvi che non è bello ciò che è bello, ma che bello che bello che bello.

Infine, prima di chiudere, credo che questo sarà il mio ultimo post del 2008. Volevo fare un intervento per il compleanno della mia Jo che, essendo in vacanza e non potendo vedere il bloggo, non se la prenderà se non sarà in orario.
E poi, un ringraziamento a tutti per la mia festa "a sorpresa" di ieri sera. Me l'avevata quasi fatta ma un uccellino con cappello ha spifferato tutto senza volerlo. E ringrazio Michele e Vincenzo per l'idea generale e per esserci sempre, ringrazio la compagnia dei Nerd, altro che compagnia dell'Anello, per essere quello che sono ovvero Nerd. Ringrazio le squinzie conosciute in codesto anno per le emozioni, e anche i batticuori, procuratomi. Ringrazio la possibilità di essere parte di un gruppo grande e agli inizi, alla fin fine, ma unito, perlomeno molte volte da quello che ho visto, e che è riuscito a superare già molte crisi. Ringrazio tutti e tutte, ringrazio della sopportazione e che il 2009 ci porti gioia, speranza, Juliana e la Confederations Cup. E anche la Champions alla Juve.

martedì 30 dicembre 2008

Your Song - Ewan McGregor


Ecco, prima della fine dell'anno volevo mettere un altro paio di interventi. E dato che domani sarà il giorno dei buoni propositi e oggi non è che ci riesco tanto a scrivere metto le parole di un re della musica riprese da un grande attore in un film andato, di nuovo, in onda ieri sera ovvero Moulin Rouge.
L'attore è un grande Ewan McGregor, la sua amata una eccelsa(sia come attrice, che come bonezza...si può dire?) Nicole Kidman. E la canzone di Elton John diventa ancor di più un capolavoro.
Piccola curiosità: la parte finale cantata in italiano è di Alessandro Safina, se guardate bene in alto la canta la Luna! Me ne sono accorto solo ieri sera, ed è la terza volta che lo vedevo!
Ecco a voi video e testo.


My gift is my song
And this one's for you
And you can tell everybody
That this is your song
It maybe quite simple
But now that it's done
Hope you don't mind
I hope you don't mind
That I put down in words
How wonderful life is now you're in the world

Sat on the roof
And I kicked off the moss
Well some of the verses well
They got me quite cross
But the sun's been kind
While I wrote this song
It's for people like you that
Keep it turned on

So excuse me for forgetting
But these things I do
You see I've forgotten
If they're green or they're blue
Anyway the thing is what I really mean
Yours are the sweetest eyes I've ever seen

(Alessandro- opera)

And you can tell everybody
This is your song
It may be quite simple
But now that it's done
I hope you don't mind
I hope you don't mind that I put down in words

How wonderful life is now you're in the world
I hope you don't mind
I hope you don't mind that I put down in words
How wonderful life is now you're in the world

sabato 27 dicembre 2008

La regola dell'amico!




La regola dell'amico non sbaglia mai
se sei amico di una donna
non ci combinerai mai niente
mai "non vorrai
rovinare un così bel rapporto".


Lo diceva Max Pezzali anni fa ed io ci pensavo. Perchè? Perchè se per caso c'è un rapporto di amicizia che si trasforma in amore è qualcosa di sbagliato? Mah, son cose che ci rimugino ancora sopra. E intanto penso a come ste cose mi siano sempre successe. Sempre. E sarà la mia verve comica da quattro soldi, la mia chioma fluente, il mio essere femminista nell'animo e il mio amore per ogni essere femminile su questa terra che mi fanno prendere botte su botte. Perchè è così. Spiego con calma, tanto è notte, tutti dormono già e vado piano a scrivere.
Allora: un ragazzo e una ragazza a scuola iniziano a parlare, si trovano, hanno argomenti comuni, parlottano ogni tanto, alla fin fine ,magari, dopo un pò di tempo si incontrano anche fuori l'orario scolastico. Nasce un'amicizia. Una di quelle forti si pensa. Dove non c'è nessun secondo fine, si vive l'un per l'altro senza quella cosuccia chiamata amore. Ma il pericolo è dietro l'angolo...
Un giorno o l'altro uno dei due inizia a volere qualcosa di più della "semplice" amicizia. Si. Semplice. Da un secondo all'altro è diventata una cosa banale, senza sentimenti, una cosuccia da niente. Ora si vuole qualcosa di più, la sensazione che quella persona che hai davanti può essere tua perchè, si, l'hai risollevata nei momenti bui, l'hai fatta ridere, sai chi è, cosa vuole e cosa le piace, e pensi di essere l'unica persona al mondo che la conosca veramente. E qui si aprono due strade:
-) Opzione uno: Il ragazzo si innamora dell'amica! Tragedia, raccapriccio e terrore. Lui ama lei, fa qualsiasi cosa le dica lei con un sorriso ebete sulla faccia. E' completamente succube della sua persona, così tanto che inizi a pensare non abbia più identità propria. Comunque Lei scopre tutto e gli dice chiaramente che non c'è possibilità perchè: ti vede solo come un amico, non c'è da parte sua quel sentimento che hai tu, e inoltre hai tradito la sua fiducia. Indi sei anche un emerito str....ehm imbecille perchè hai distrutto la fiducia che lei riponeva in te. Indi ti ritrovi solo, senza una ragazza e con un'amica che non è così tanto entusiasta di riavere quel rapporto che avevate prima.
-) Opzione due: La ragazza si innamora dell'amico. Essì, è naturale. Quando lui inizia ad uscire con un sacco di squinzie lei si ingelosisce. E lo fa così tanto che capisce che prova qualche altro sentimento per lui. Vero. Lui è così carino, dolce, affettuoso e poi sa così tante cose su di te. Perchè non provare a trasformare questa amicizia in qualcosa di più bello e zuccheroso? Perchè lui ha un'altra. E che ci interessa? Tanto lo si sa che lui prova gli stessi sentimenti per te. Sisi. E' sicuro. No, non li prova. Bastardo. (Prima reazione) Pensa solo alle altre e a te non ci pensa mai anche se ha rischiato di prendersi la febbre per farti compagnia una volta che stavi male. Ma è un bastardo, si, la colpa è sua perchè non ti ama. (Seconda reazione) Si, è una colpa non provare un sentimento per una persona. Vero. Tu sei stata così gentile con lui e questo qui non ti ama, ah, sfacciato! Risultato finale: Lei continuerà a bramare per lui finchè non ne troverà uno uguale, appena trovato lui capirà l'errore e vorrà averla. Ma la fine lasciamola a Moccia, ci penserà lui a trovare un finale degno dei dodicenni lucchettosi d'oggi.

Pensate che sono due ipotesi di un maschilista convinto? No, sono di un realista. Parlottando ieri sera a telefono con una pulzella che è nella seconda opzione ho constatato che è vero. Lei un pò pensa che sia colpa dell'amico. Io che mi sono trovato, e mi ci trovo sempre, nella prima opzione son sicuro che la colpa è mia. D'altronde adoro farmi male da solo.
Ma dopo tanto tempo cosa resta poi? Dei ricordi sfumati di un tempo insieme felice, e tutto finito per qualcosa di astratto alla fin fine. Quando le risate, i pianti, i segreti e le confessioni erano vere, stavano lì e si potevano vedere. E poi tutto va in malora, per colpa di un sentimento, di un pensiero, di una cosa che non si può tenere dentro. Ma aspettate, dimenticavo, c'è un'altra opzione!
-) Opzione 3: Lui o lei si innamora dell'altro ed è ricambiato. Suoni di campanelle. Violini festanti e entusiasmo a go-go! I migliori amici si amano. Indi non sono più migliori amici o si? Non lo so. Cioè, puoi chiamare un amico "amore"? E viceversa? E' un risultato che non ho mai sperimentato perchè, modestamente, sempre pali piglio ma se pur ci fossi riuscito cosa avrei fatto? Enrico Ruggeri mi guarda dalla sua sedia e mi dice: "Cosa sarebbe successo signor Davide?". Ed io non so rispondere. Cioè, ci penso. Mi immagino una vita serena. Con me, una delle lei, e? E? E boh. Come è possibile immaginare un futuro da migliori amici insieme? Come? E' qualcosa di strano, non ci riesci. Non sai cosa potrebbe succedere. Sapete tutto di voi e vi amate e con chi vi confidate? Arriveranno altri migliori amici? Se qualcuno ci è passato che me lo dica che non ci capisco tanto. So solo che alcuni mi hanno detto che è bello. Ma son voci di corridoio alla fin fine.

Comunque la domanda che volevo porre alla fin fine è: L'amicizia tra uomo e donna esiste? E la risposta ce l'ho.
Sarà che ho pigliato sempre botte alla fin fine. Più che altro tranvate disumane!
Sarà che la mia migliore amica del liceo mi ha buttato nel cassonetto della raccolta differenziata perchè doveva scegliere tra me e il suo ragazzo. Perchè sceglire? Ah si, lui aveva paura di me. Ecco, sempre i ragazzi capiscono quanto so figo. Solo i ragazzi.
Sarà che ho sempre paura di sbagliare. Sarà che alla fin fine una donna è un essere meraviglioso, con tutti i suoi dubbi, le sue paure e le sue incertezze(e qualche difettuccio).
Sarà che ogni tanto voglio sempre avere un parere diverso da quello di ruttaioli maschi. Perchè, si, un maschio rutta e lo fa con piacere.
Sarà che è bella la vita quando sai che c'è qualcuna pronta per te a sorreggerti.
Sarà che pur essendomi innamorato sempre e comunque delle mie amiche solo una volta ho distrutto un'amiciza per quel sentimento, ma si sa, ci si pensa sempre se dirlo o no e quando sei sicuro di si hai la sicurezza che quella non è mai stata amicizia. Era amore, quello puro e genuino, quello che cresce con il tempo. E cresce cresce fino a diventare insostenibile. L'ultima volta mi ci son voluti 6 anni per farlo uscire fuori. E prendere una tranvata, l'ennesima. Ma stavolta sbagliai io, eccome se sbagliai. Dovevo farmi male prima. Ma più vado avanti e più ricado nello stesso errore.

Questo post è dedicato alla fin fine alle due squinzie con cui ho un rapporto di amicizia intenso. Annamaria, una donna felicità, che è l'unica nota positiva in una storia d'amore iniziata male e finita peggio e Giovanna, JoFasani, JovaFrusciante, o come si chiama chiama, lei c'è sempre e mi vuole un bene forte che sento ad ogni volta, purtroppo ogni millennio, che la vedo. A loro due e all'amicizia tra uomo e donna. Perchè merita.

Ps: Il post è stato scritto direttamente sul blog, senza essere redatto prima a penna indi se ci sono errori fatemelo sapere che correggo.

Ps2: Codesto post è dedicato anche alle signorine virtuali e non che mi fanno compagnia notte e dì.Soprattutto ad una a cui ho già dedicato non poche cose che saprà sicuramente che è sempre nei miei pensieri.

Ps3: La foto de Pezzali dylanianto me fa paura non poco!

mercoledì 24 dicembre 2008

Buone feste!!!




La notizia è ufficiale: domani il Diggy vi lascia per recarsi nella lontana terra Pugliese, dove raggiungerà i suoi amati parenti e la sua amata ragazza. Lì trascorrerà una decina di giorni mangiando, giocando alla Wii, giocando a biliardino, girando per le terre pugliesi, cazzeggiando allegrament e, si spera, scrivendo un pò. Il suddetto Diggy vi augura buone feste, sperando che possano trascorrere nel migliore dei modi!!

-Buone feste a me per primo, perchè sarei ipocrita ad augurare buone feste a tutti tranne che a me;
-Buone feste ai miei amici virtuali. Vi voglio un bene dell'anima, davvero, e vi auguro tutto il bene possibile. Credo che se non vi avessi conosciuti, la mia vita sarebbe stata molto più vuota e insignificante.
-Buone feste ai miei amici di Chieti (che sono due, tre, ma molto importanti);
-Buone feste alle coinquiline di Paola (Nino inclused) e anche al padrone di casa di Paola (moglie inclused);
-Buone feste a tutti i Biondi del mondo;
-Buone feste a tutti gli sceneggiatori affermati, e anche a quelli non affermati;
-Buone feste a tutti gli sceneggiatori e ai disegnatori affermati che mi hanno dato anche una piccola mano. Grazie al loro tempo speso con questo povero sognatore che ha tanto da imparare.
-Buone feste a tutti i disegnatori che un giorno disegneranno per me, e anche a quelli che non vorranno disegnare per me perchè sono già di un certo livello;
-Buone feste a tutti quelli che mi pubblicheranno;
-Buone feste al mio insegnante di chitarra;
-Buone feste ai quattro ragazzi a cui insegno a suonare la chitarra. Poteva capitarvi un insegnante migliore, lo so, ma per adesso dovete accontentarvi;
-Buone feste a tutti i professori dell'università che mi stanno simpatici (che sono davvero pochi)
-buone feste a tutti i miei compagni di corso di università che mi stanno simpatici (che sono ancora meno dei professori)
-Buone feste a tutti quelli che, anche solo per dieci secondi, sono entrati in questo blog;
-Buone feste a tutti quelli che, invece, vengono spesso sul nostro blog e magari commentano pure! Grazie, ragazzi, vi amo tutti!
-Buone feste al mio co-admin. Lui è incluso tra gli amici virtuali, ma una menzione speciale per essere il mio co-admin andava fatta. Dai che l'anno prossimo sarà l'anno delle tue poesie, me lo sento! :D
-Buone feste alla giuria di Lanciano 2008, perchè possano tornare a ubriacarsi come quando hanno valutato la mia sceneggiatura da terzo posto! Grazie, ragazzi!
-Buone feste a quelli della RedWhale, che ci hanno fatto aspettare quattro ore per dirci che il soggetto doveva essere più corto e che se volevamo spedire i nostri lavori potevamo farlo attraverso il loro sito!
-Buone feste a Facebook...non mi avrai mai, bastardo!
-Buone feste anche a tutti i giocatori di Travian...spero che riusciate a contenervi più di quanto non sono riuscito a fare io!
-Buone feste al mio meccanico, che mi ha rifilato un'automobile di seconda mano leggermente scassata! Almeno cammina...almeno...
-Buone feste a Roberto Pedicini, che ho avuto la fortuna di conoscere. Non ci credereste mai, ma chiudendo gli occhi mi sembrava di stare nella stessa stanza di Jim Carrey.
-Buone feste ai Queen e a Paul Rodgers. Grazie per il bellissimo concerto che mi avete regalato, siete sempre grandi. Per quanto riguarda te, Paul, ma è vero che ti volevano addirittura i Deep Purple? Forse ti ho un pochino sottovalutato, vecchio mio!
-Buone feste alla chitarra acustica a 12 corde che mi è sfuggita per un pelo. Dovunque tu sia e qualunque cosa tu stia suonando. Spero tanto che ti abbia comprato un mostro della chitarra, perchè l'idea che tu stia ammuffendo in un angolo della sua stanza, mi fa troppo male. Ah, ovviamente buone feste a te no, non a quello che ti ha comprata e nè a quello che ti ha venduta...bastardi!
-Buone feste a Winnie The Pooh...Billy Balla non ti merita, lo sappiamo tutti, ma un giorno avrò abbastanza soldi da poterti comprare e garantire un futuro migliore!
-Buone feste al cagnolino che vorrei tanto avere e che, forse, non avrò mai. Sarei un bravo padrone, te lo prometto...
-Buone feste a Dylan Dog e Groucho, perchè senza di loro la mia voglia di fare fumetti non sarebbe così tanta...
-Buone feste ai ragazzoni di Friends...soprattutto a Chandler, in cui mi identifico completamente (a parte quel piccolo problemino, spero...)...spero che un giorno vi possiate riunire tutti e sei per regalarci ancora un pò del vostro mondo...
-Buone feste a quella povera donna che oggi, al negozio, veniva insultata ad alta voce dal marito ubriaco. Signora, non so chi tu sia, ma ho provato davvero tanto affetto per te...e mi sono vergognato un pochino di essere maschilista...
-Buone feste a Christopher Nolan, perchè non ho mai amato così tanto il personaggio di Batman dopo aver visto "il cavaliere oscuro"
-Buone feste agli autori e agli attori del film di Watchmen. Perchè queste feste possano portare loro consiglio. Non fate cagate, mi raccomando. Qui vi teniamo d'occhio...
-Buone feste all'attore che in Twilight impersonava Edward. Non ti odio perchè ce l'ho con te, è una questione di personaggio. Nulla di personale, ma il tuo personaggio mi sta proprio sulle balle. Quindi buone feste a te, non a quello stronzo sbrilluccicoso di Edward...
-Buone feste a Tiziano Sclavi e Alan Moore, miei genitori anche se non lo sanno...
-Buone feste alle storie che ho già scritto, e a tutte quelle che scriverò. Voi ve ne andate in vacanza, quelle che sto scrivendo, invece, no.
-Buone feste a tutti quei miei pensieri che non mi lasciano dormire la notte, a tutti quei sogni che spero di riuscire a realizzare, a tutti i progetti che ho in mente, a tutti i sogni ad occhi aperti che faccio sul futuro di me e Paola, a tutti gli attimi in cui starò bene e a tutti quelli in cui starò male.
Buone feste davvero a tutti, noi ci rivediamo l'anno prossimo...

venerdì 19 dicembre 2008

I need You...



Questo intervento è dedicato a tutte le personcine che, in questo periodo, condividono parte della mia esistenza. Una rima per ognuno e tutti felici. Almeno spero. Ecco a voi:

Vorrei sapere cosa mi succede a fasi alterne
Tutte le luci interne sento che sono spente,
o perlomeno rabbuiato fino al nero, eterne
e tutte non funzionano nella mia mente.

E provo a scrivere ma non sono in grado,
mettere su carta dei problemi è da sfigato
questo penso e forse ho la soluzione
stanotte distribuisco rime per dimostrazione.

Per dimostrare che nulla forse ho di sbagliato
Che se mi ci metto, un pensiero l’ho trovato
Per chiunque mi sopporti o mi ha sopportato,
per chiunque sto portando nel mio mondo fatato.

E inizio da Antonietta senza esitazione
Di cappelli strani lei ne ha una collezione
Ma li indossa ormai senza aver vergogna
Anche se quasi meriterebbero la gogna
(E Alberto che ha un poco di decenza
Gira fortunatamente senza)

E passo a Vincenzo senza fare storia
Il suo cruccio, lo si sa, è la memoria
Ma di sicuro qualche pregio lo tiene,
peccato che al momento non mi sovviene.

Tocca a Marina, la cui segretezza è sopraffina,
a qualunque ora ti colleghi,(stai sicuro)
che trovi aperto il suo contatto e ti chiedi:
“Ma ogni tanto non dovrebbe anche studiare,
o con Michele sta tutto il giorno a cazzeggiare?”

E poi c’è Micky e qui i problemi sono tanti,
un giorno è felice, l’altro manda a fanculo tutti quanti,
e come si spiegano queste diversità di espressioni?
Io non lo so, ma son aperto a tutte le soluzioni.

Passo da Carmen che è sempre sconfortata,
ogni materia a mezzanotte ancora non l’ha studiata,
e pensa al giorno dopo sempre preoccupata,
ma poi, un’altra volta, per fortuna se l’è scampata.

La signorina Checca è nota assai lieta,
la sua voce è così preziosa che sembra seta,
ma attendiamo sempre che la bocca gli si tappa,
perché ci ha ammorbato per due mesi con la talpa!

Di sicuro viene Alessio che con le rime è un campione,
io a confronto sono solo un amatore,
e a cantare la situazione è sempre più statica,
ma ci arriveremo a rappare “Tocca qui” al Palalottomatica.

Tocca ora a Luca sempre incasinato
Appena adesso a tutti ha accompagnato
Che l’inglese lo capisca ormai non c’è più speranza,
e dira “babidal” ormai per tutta l’esistenza.

Ora tocca a Carlo che è sempre nei guai,
mannaggia a chi ce l’ha messo su Ebay,
ogni giorno pacchi su pacchi e per Natale,
niente da leggere ma se vuoi ti presto Arale.

Di Francesca ed Antonio vi narrerò l’amore
Sempre attaccati e vicini ad ogni occasione,
ma è positivo che in tempi di recessione,
si decida di combattere la crisi con la passione.

E adesso che ogni persona l’ho salutata,
penso che una strofa me la sono meritata.
Attendo, come sempre, commenti ed emozioni
O anche qualche meno felice sensazione.

Il giullare si ritira, o forse cantastorie,
del poeta ormai sono rimaste solo le scorie,
ma qualche minuto vi ho tenuto occupati, ed accidenti
spero che vi ho lasciati felici e contenti.

E adesso vi saluto e vi faccio un bell’inchino,
e se mi conoscete saprete che non faccio il lecchino,
e lo dico adesso che siamo in mezzo a tanti,
io, sinceramente, voglio bene a tutti quanti.


Yoyo, babidal, bastemuv, 2008, Little Paul, sesesese,
se vuoi la suoneria scaricala. La porterà il gatto Virgola a casa tua.

Ps: Si, quando non so che immagine mettere, Friends ci azzecca sempre!

giovedì 18 dicembre 2008

Se una mattina d'inverno, io e Winnie the Pooh, guardando Studio Aperto...


Credo che questa foto la dica tutta sul mio stato mentale dell’ultimo periodo. Per chi non l’avesse capito, sono seduto sul divano di casa di Paola, a guardare la tv con Winnie the Pooh e a chiedergli se Studio Aperto è di suo gradimento. Con la coinquilina di Paola lì presente. Ripeto, la coinquilina di Paola conosciuta appena tre mesi fa. Ora, analizziamo la situazione: mettiamo per un attimo da parte il discorso che un uomo di ventidue anni, felicemente fidanzato e con una certa reputazione possa guardare la tv con un orso di peluche e mettergli anche il plaid sulle gambe. Qui la questione è un’altra: com’è possibile che lo stesso uomo che fino a un anno fa era considerato un “salame” possa fare una cosa del genere in presenza di una persona che conosce appena? Cos’è successo a quell’uomo? Questa è la domanda, e la risposta è che non lo so.
Semplicemente è successo, senza neanche accorgermene: il giorno prima sono entrato timidamente in quella casa dando l’aria del muflone, e il giorno dopo ero lì che spacciavo fumetti e imitavo il tastierista dei Negramaro, senza vergogna alcuna. Non c’è nulla di strano, ma il punto è che tutto questo non è da me. Perlomeno non con persone conosciute da così poco. E invece adesso, all’improvviso io, il casalingo disperato per eccellenza, mi ritrovo ad organizzare serate con un gruppo di dieci persone (io che superavo la decina solo quando uscivo con la mia classe al liceo) e ad essere riconosciuto (e, stranamente, qualche volta anche apprezzato) per essere quello dalle battute idiote e dal desiderio di diventare sceneggiatore di fumetti. Io, proprio io che quando mi chiedevano cosa voglio fare nella vita inventavo mille professioni per non attirarmi addosso gli sguardi sdegnati di puritani che di fumetto non sapevano niente, sì, ma di erba di casa mia conoscevano ogni singola strofa. Non so cosa dirvi, a volte non mi riconosco più neanche io, ma sto davvero bene. Giuro, mi mancano solo alcune persone conosciute su Internet, e poi avrei il mio angolo di paradiso qui a portata di mano. Insomma, mi fa strano dire una cosa del genere, ma in questi mesi sono riuscito a creare una mia “comitiva”. Ci vediamo i fine settimana, riunendoci per uscire o, magari, anche solo per parlare e vedere un film. Ecco, è questo che mi mancava, da sempre. E’ questo quello che ho potuto assaporare con i miei amici del forum, ma che mi mancava nella vita “reale”, di tutti i giorni. Il piacere di poter stare tutti insieme anche solo a sparare cavolate senza farsi troppi problemi, senza provare quella paura di essere etichettato come l’asociale della situazione, il rompiballe della compagnia, l’uomo da sfruttare e basta. La cosa più buffa in tutto ciò, forse, è che proprio in questo periodo sto scrivendo la mia storia di due anni fa, quando ero davvero un clown costretto ad indossare una maschera per la paura che quello sprazzo di considerazione degli altri potesse sparire. Forse avevo bisogno di tempo, forse avevo bisogno soltanto di Paola, ma se fossi riuscito a togliermi quella maschera da molto prima, forse quel clown sarebbe già morto, senza lasciare ancora qualche piccolo strascico qua e là.
Era già successo che io scrivessi qualcosa sulle persone che mi erano vicine, con un esito talmente catastrofico da farmi pensare che quel testo avesse portato sfortuna. E ora ci ricasco, come mi succede sempre. Forse perché sto così male da guardare la tv insieme a un peluche, o, forse, perché questa volta, davvero, provo la strana sensazione di sentirmi a mio agio in una situazione che fino a qualche anno fa mi avrebbe mandato in panico. E ora dovreste vedermi, come mi compiaccio delle serate a bowling o delle serate al pub, delle semplici serate davanti a un film o delle mie battute sempre più idiote. Mi trovo bene, semplicemente. Strano, vero? Sì, lo so. E il merito è tutto loro:
Partirei da Paola. Non per una ragione di ordine alfabetico, né per una questione di ordine di apparizione o bla bla bla. No, per il semplice fatto che Paola è la donna che amo, e che senza di lei tutto questo non sarebbe possibile. Almeno, per me non sarebbe possibile. Perché lei è il bastone della mia vecchiaia, il mio appiglio, la mia salvezza. In una sola parola, lei è tutto. E’ il motivo che mi spinge ad andare avanti, che mi spinge a crescere, che mi spinge a credere in me stesso. Che poi mi spinga anche a lavare i piatti, questo è un altro discorso. Ma qui, per questioni di rispetto verso la mia (bassa) autostima da macho, preferirei non parlarne. Lei è arrivata un giorno, circa due anni fa, con uno sguardo negli occhi che voleva dirmi già tante cose. Poi è scomparsa, per tornare un anno dopo con quello stesso sguardo da cui non mi sarei più staccato. E da cui non mi staccherò mai più.
Poi c’è Alessio, il Biondo. Il mio migliore amico da sempre, spalla perfetta o primo comico eccezionale a seconda della situazione (attenzione, però: il fenomeno del “primo comico eccezionale” è riscontrabile solamente durante le notti di luna piena, solamente se le congiunzioni astrali consentono che Marte sia allineato a Saturno e che il mondo sia pronto alla musica degli ZZ Top). L’anchor-man della situazione, si definisce lui, modesto come al solito. Non amiamo fargli notare la strana assonanza con il termine “ancora”, per paura che poi possa ricominciare con una delle sue solite tiritere sul fatto che non capiamo niente di musica. Alessio è uno di quegli amici che ci sono sempre stati e che sempre ci saranno, che reggono l’alcol senza ubriacarsi, che guidano la macchina facendoti rosicare come un dannato per quanto la porta bene, che ti sbatte in faccia la verità con quella calma che ti fa odiare il fatto che non si sia incazzato, perché a quel punto non hai scuse e devi semplicemente accettare la verità che lui ti sta spiattellando. Cosa si potrebbe desiderare di più da un amico? Il fatto che non abbia sempre maledettamente ragione, ecco cosa.
Eloisa, invece, è colei la quale si prodiga sempre di grandi complimenti nei confronti del sottoscritto. I suddetti, in particolare, variano dal più mite “Fra, ci azzeccassi una volta” all’ormai classico “cafonazzo”, valido in tutte le occasioni. Come se tutto questo non bastasse, da qualche tempo a questa parte mi costringe anche a esibirmi in umilianti balletti volti a copiare le sofisticatissime coreografie di un tale Billy Ballo, primo ballerino di quel famoso Mariottide che voi tutti (e lei soprattutto) ricorderete per “Tristezza a palate”. E inoltre, quando ci riuniamo tutti insieme per suonare e cantare, mi insulta per tutto il tempo per il fatto che non conosco le fondamenta della musica italiana: Alex Baroni, Gigi D’Alessio e i New Trolls. Insomma, mi insulta, mi fa ballare come una scimmia ammaestrata, spaccia per fondamenta della musica italiana Gigi D’Alessio e, come se non bastasse, mi ruba anche le idee per i regali di natale. Come non potrei volerle bene?? (soprattutto dopo che mi sarò fregato il peluche di Winnie the Pooh!)
Riccardo, detto il Biondo. E’ praticamente il mio opposto: casinaro, invadente, superficiale e inattendibile. Non parla una sola parola di italiano, e il suo dialetto a volte è talmente stretto da non essere comprensibile neanche a lui. Inoltre ha gusto nel vestirsi, ci sa fare con le donne (almeno questo è quello che dice lui) e conosce un sacco di persone che io non ho mai sentito neanche nominare. Tutte queste differenze non sarebbero un problema, in fin dei conti, se lui non fosse mio fratello. Ma lui è mio fratello, e certe volte mi chiedo come sia possibile che due persone cresciute nella stessa casa e con i stessi genitori possano essere così diverse. Il bello, con lui, è che nonostante questo riusciamo a trovare quel punto di intesa che ci fa andare d’accordo, che ci fa essere complici, che ci fa volere bene e, cosa ancora più importante, essere amici. I parenti non si scelgono, gli amici sì.
E veniamo alle new entry:
partiamo da Miriam, una delle due coinquiline di Paola. Che dire? E’ di Vasto, ascolta sempre e solo i Negramaro (potrebbe ascoltarli da sola e non rompere l’anima al prossimo, ma lei no, no, ha deciso che la sua missione nel mondo è quella di triturare i maroni fino alla morte con questo pseudo-gruppo musicale...) ed è unanimemente definita come la “stronza” del gruppo. La verità? E’ terribilmente simpatica. Occhei che tritura i maroni con i Negramaro, che è di Vasto e che è la stronza del gruppo, però è davvero terribilmente simpatica. E poi apprezza le mie battute, arrivando addirittura ad anticiparmele! Lo vogliamo tenere in considerazione? Gente così non se ne incontra tutti i giorni (tutti gli altri sono già ricoverati alla Neuro, infatti). In questi tre mesi di conoscenza, da quando quel giorno ci siamo messi a guardare la Mtv aspettando che Paola si preparasse (considerate quindi un’oretta e mezza...e ho detto tutto...), abbiamo iniziato a parlare un po’ di tutto, fino ad arrivare a insultarci e a dircene di tutti i colori apertamente. Per festeggiare il capodanno io le ho consigliato di comprare i botti belli grossi e di tenerli in mano fino a quando non esplodono, e lei, per non smentirsi, mi ha regalato una caramella al cappuccino che non faceva schifo. Di più. Grazie Miriam, me ne ricorderò.
Veniamo a Marialisa, altra coinquilina di Paola. Grazie a lei ho scoperto il mondo di Nick, Rick, Brooke, Jack (Nick, padre di Jack, fidanzato con Brooke, mamma di Rick – il tutto da ripetere cento volte sempre più velocemente), e di questo non posso che esserle grato. Ogni tanto, poi, mi affaccio timidamente anche nel mondo di Cento Vetrine, ma non so se sono ancora pronto per il grande passo. Fatto è che, da quando la conosco, ho scoperto che l’insalata va condita con mooolto aceto, che un film non è un film se non c’è in mezzo la storia d’amore, che non tutte le persone amano i cani. Secondo lei dovrei cambiare completamente modo di vestire, modo di portare i capelli, modo di portare la barba. Insomma, dovrei cambiare modo. A volte sono tentato di risponderle, ma dopo averla vista sfoderare la paletta da cucina contro il suo ragazzo, ci penso sempre due volte. E poi, diciamoci la verità, come imita lei Giuliano dei Negramaro, nessun altro nel mondo.
Nino. Detto il Biondo (anche lui, sì). C’era un periodo in cui si ostinava a chiamarmi Nicola, ma dopo che la mia altezza ha giocato un ruolo chiave nel regalo per la sua fidanzata (che poi, resti tra noi, è la stessa Marialisa di cui parlavo un po’ più su), le cose tra noi sono decisamente migliorate: non mi manda a quel paese dopo che non gli ho fatto risparmiare sulla pizza e, cosa più importante, ricorda perfettamente il mio nome. Dicono che abbia un pollo di gomma con cui spopola all’università, ma io non ho ancora raggiunto quel livello di amicizia tale da poterlo conoscere. E’ bravissimo a suonare il sassofono, non parla mai a vanvera e ha anche il fisico prestante. Però non si fa beffe di un povero uomo che non sa parcheggiare, e questo lo riscatta da tutti gli orribili pregi che ha. E’ buono e caro, sì, ma se qualcuno non butta la spazzatura, si incazza come una bestia.
Giorgio. Fino a questa estate era più che altro un amico di mio fratello ma ora, complici un paio di serate al cinema e di imitazioni perfette di Batman, è anche amico mio. Se non fosse per l’influenza di mio fratello su di lui, direi che è un bravo ragazzo; anche se, da quando ho sentito certe voci su un cambiamento di rotta verso il Silvio nazionale, non ne sono più tanto sicuro. Ha diversi nomi, tra cui Biondo (affibbiatogli da mio fratello, non capisco perché), Paps (affibbiatogli sempre da mio fratello, ma questo capisco perché) e Walter Collins (affibbiatogli da me, ma non ricordo bene il perché). Da quanto mi viene riferito, dovunque va fa sempre strage di cuori. Il problema è che queste voci mi sono riferite sempre da mio fratello, il che nuoce gravemente alla sua reputazione. Da notare che è l’unico ad aver apprezzato il primo capitolo di “Apocaly(pa)pse now”; dopo avermi chiesto di scrivere il secondo capitolo, però, è stato requisito dalla facoltà di Scienze della Comunicazione e costretto all’esilio in quel di Roma. Mi dispiace per lui, ma gli sbagli si pagano.

E poi ci sono io, che sono legato a tutti loro, e che non ho ancora capito bene che ruolo ho in tutto questo. Forse nessuno in particolare, se non quello di riuscire a cogliere ogni piccolo frammento di quello che mi stanno lasciando queste persone fantastiche. E quando un giorno il tempo mi porterà lontano da questi momenti, e vivrò soltanto del peso dei miei ricordi, saprò che tutto quello che sarò in quel momento avrà piantato le sue radici nell’attimo in cui ho capito che posso essere me stesso, in quella casa così come nel mondo, con le persone di quella casa come con tutte le persone che ho incontrato nella mia vita. Perché questo piccolo pezzetto di vita, forse breve o forse no, significa qualcosa che non dimenticherò facilmente, qualcosa che, proprio nella sua semplicità, sta costituendo sempre più un tassello di me così straordinario da accompagnarmi per sempre.

mercoledì 17 dicembre 2008

Piove



Piove sulle strade bloccate,
sulle automobili ghiacciate.
Piove sul tetto rovinato
di un palazzo appena costruito.

Piove sulle emozioni contrastanti
di bambini festanti.
Piove sulla lucciola ad ora,
che aspetta, sperante,
il giorno in cui finisca la paura.

Piove su un sentimento represso
di un amore lasciato a se stesso.
Piove su un mazzo di fiori
lasciato a terra, insieme agli umori.

Piove sui boschi bagnati,
sugli animali addormentati.
Piove sulla sirena lontana,
che sfreccia veloce e sicura.

Piove sull'amore sognato,
su un calore sperato.
Piove su un rifiuto avuto
e un dolore non aspettato.

Piove sulle capanne a festa.
Piove dentro ad una cesta
che abbonda di vita abbandonata,
non voluta e disperata.

Piove sulle note stonate,
di una chitarra e delle ballate.
Piove fuori, il tempo peggiora.
Per quanto tempo lo vedremo ancora?

Piove e la luna viene coperta,
ormai la città è deserta.
Piove ,nel vicolo solitario,
su un barbone visionario.

Piove sul corridore stanco,
sul lampione spento.
Piove sull'ombrello rotto,
lasciato a terra,
vicino al portone coperto,
ed a tratti perfetto.

Perfetto per i due amanti coraggiosi,
l'acqua li rende ancor più focosi,
e tremano ad ogni passo distante,
per paura che li odi un passante.

Piove sull'amico sconsolato,
sull'amore contrattualizzato,
sull'emozione non ricambiata,
sulla ragazza disperata.

Piove dentro all'anima, sorretta
da forze altrui che non s'aspetta.
Piove in un mondo fallito
di un ragazzo innamorato.

Piove nella buia via,
domani il sole arriverà,
e con calma tutto asciugherà,
e così sia...

martedì 16 dicembre 2008

Il vento ci segue



Sento nell’aria parole lontane
di un vento che puzza d’estate.
Odo pensieri distanti
di piccole foglie vaganti.

Il tempo per gioire è passato,
tutto salta al futuro pensato,
un amore, una passione, un odore,
qualcosa che senti perduto.

E le parole arrivano al mondo,
fino al giorno della fine,
alla certezza che il cuore giocondo,
troverà il suo vero fine.

E vivere e morire si equivalgono,
odiare e amare si confrontano,
senza pensieri guardo fino in fondo,
la finestra è uno specchio profondo.

Sapere l’attimo esatto di una parola,
quella che da mesi ho in gola,
trovare, nel buio, l’alternanza di una rima,
di una tenera poesia.

Capire che la dedico, e non poco,
ad una persona precisa,
forse un po’ indecisa,
ma vera e matura,
calma e pura,
semplice e mai banale,
splendida e passionale,
seria e lì, apposta, da amare.

Frammenti di giorni lontani...


“Te la ricordi, questa strada?”
“Mio Dio...quante volte l’avrò fatta, quando andavo all’università?”
“già...e quante volte l’avrò fatta io, quando ho scoperto che vivevi qui?”

Camminavano in silenzio, mano nella mano, stretti nel piacevole tepore dei ricordi, lontani da tutto quello che li circondava. In quel momento non c’era nulla che potesse farli tornare al presente: le loro vite, ora, erano tornate quelle di vent’anni prima.

“Credo che quelle serate tutti insieme non le dimenticherò mai....era tutto così bello, così nuovo...ci conoscevamo tutti da così poco, eppure sembrava che ci conoscessimo sempre...era come una magia...”
“lo sai cosa penso? Penso che senza quel periodo non sarei diventato quello che sono diventato ora...”
“Dici davvero?”
“Ero perfettamente a mio agio, mi sentivo importante in un gruppo tutto mio...e poi c’eri tu...sei riuscita a illuminare il mio mondo già dalla prima volta che ti ho vista...”
“e pensare che io non mi sono mai accorta di niente...”
“forse perché non eri così intelligente come volevi far credere!!!”
“o forse perché tu non sapevi corteggiare!!!”

Proruppero in una risata che riempì il freddo invernale che li circondava. Erano fatti così, amavano prendersi in giro come due ragazzini, come quegli stessi ragazzini in cui si stavano rivedendo ora, abbandonandosi al peso lieve dei loro vecchi ricordi.

“Chissà che fine avranno fatto, gli altri...”
“Tu hai più sentito nessuno?”
“No, nessuno...però strana la vita, eh? Passi le tue migliori giornate in compagnia di persone con cui giuri di rimanere amico per sempre e poi, di colpo, un giorno ti accorgi che quelle persone sono sparite dalla tua vita per non tornare più...”
“Sì, è come se volessimo ricordare quelle persone com’erano tanto tempo fa...”
“Forse abbiamo solo paura che rivedendole non avremmo più niente da dirci...”
“Già...però è triste...
“Lo so...a volte mi viene la tentazione di chiamarli al telefono, uno alla volta, giusto per sapere come stanno, dove si trovano, che lavoro fanno...”
“Non credo che si trovino ancora in città, sai? Credo che, uno alla volta, se ne sono andati...lasciando qui noi...”
“Però è bello sapere che non siamo soli...guarda...”

Di colpo, si fermarono. Erano arrivati di fronte al palazzo in cui, tanto tempo prima, si ritrovavano con i loro vecchi amici. In silenzio, i loro sguardi malinconici si incrociarono, le loro mani si strinsero forte, come a rinsaldare quel legame che con il tempo era rimasto solido come quel vecchio palazzo un tempo abitato da studentesse universitarie.

“Era bello, stare qui, tutti insieme...quando organizzavamo qualcosa davamo sempre per scontato che saremmo stati qui...”
“Quanti eravamo? Sei, sette?”
“Arrivavamo anche a dieci, quando eravamo tutti...”
“E’ vero, me n’ero dimenticata...”
“Cavolo, però ne è passato di tempo...”
“Però noi siamo ancora qui...chi l’avrebbe mai detto?”
“Oh bè, ricordo qualcuno che effettivamente era molto scettico...”
“Parli di lui??”
“E di chi, sennò? Non ho mai avuto altri amici, come lui...era unico, nel suo genere...”
“Sì, è vero...chissà se è riuscito a coronare il suo sogno...non era così facile...”
“Già...ma anche realizzare il tuo sogno non era facile, e io sono così fiera di te...”
“Te l’ho detto, è solo grazie a loro se ci sono riuscito...è grazie a quelle serate, a quell’atmosfera, a quella compagnia...è grazie a te...”
“Ti amo, lo sai?”
“Ti amo anche io, da morire...ora che ne dici, vogliamo andare? Si è fatto tardi, e tra un po’ parte il volo...”

Lasciatisi alle spalle il vecchio palazzo, i due svoltarono l’angolo, dove li aspettava la navicella spaziale che li avrebbe riportati su Marte. Il vecchio autista, un burbero venusiano senza più ricordi dietro le spalle, li guardò con aria di rimprovero, inveendo contro quegli sciocchi turisti terrestri che provavano ancora nostalgia per il loro pianeta ormai abbandonato. Passandogli davanti per dirigersi ai loro posti, riuscirono a sentire i suoi commenti; si lanciarono uno sguardo complice, poi si sistemarono sulle poltroncine e chiusero gli occhi, cercando di portare sul pianeta in cui vivevano un briciolo di quell’umanità ormai dispersa tra le stelle.

lunedì 15 dicembre 2008

A Natale puoi



Lo so, lo so, stavate tutti aspettando con grande ansia questo momento. Non oso neanche immaginare quanti di voi, guardando ogni giorno la tv, non sono stati colti dall'irrefrenabile impulso di cantare e suonare l'hit natalizia per eccellenza! Il vostro diggy, che vi vuole tanto bene, ha deciso di colmare questa mancanza e si è prodigato in una versione rockettara di "A natale puoi", jingle che come pochi altri in questo periodo natalizio infiamma i nostri teneri cuoricini desiderosi di mostrare al mondo intero la propria bontà! Mi raccomando, quando la suonerete a San Siro voglio almeno un ringraziamento!!!

p.s. da quanto leggo su internet, il jingle è stato scritto da una certa Alicia. Ovviamente non l'avevo mai sentita nominare, ma dopo questo capolavoro credo che non avrò nessun dubbio nell'inserirla nella lista dei miei dieci compositori preferiti!

A NATALE PUOI

Sib

Sib mib
A Natale puoi
mib Sol- mib
fare quello che non puoi fare mai:
mib sib
riprendere a giocare,
do-
riprendere a sognare,
re-
riprendere quel tempo
mib
che rincorrevi tanto.

Mib Sib
È Natale e a Natale si può fare di più,
Mib Sol-
è Natale e a Natale si può amare di più,
mib do-
è Natale e a Natale si può fare di più
mib
per noi:
sib
a Natale puoi

sib mib
A Natale puoi
mib sol- mib
dire ciò che non riesci a dire mai:
mib sib
che bello è stare insieme,
do-
che sembra di volare,
re-
che voglia di gridare
mib
quanto ti voglio bene.

Mib Sib
È Natale e a Natale si può fare di più,
Mib Sol-
è Natale e a Natale si può amare di più,
mib do-
è Natale e a Natale si può fare di più
mib
per noi:
sib
a Natale puoi

Mib Sib
È Natale e a Natale si può fare di più,
Mib Sol-
è Natale e a Natale si può amare di più,
mib do-
è Natale e a Natale si può fare di più
mib
per noi:
sib
a Natale puoi


Sol-
Luce blu,
Mib sib do-
c’è qualcosa dentro l’anima che brilla di più:
sib
è la voglia che hai d’amore,
mib
che non c’è solo a Natale,
sib
che ogni giorno crescerà,
mib
se lo vuoi.

sib
A Natale puoi.

Mib Sib
È Natale e a Natale si può fare di più,
Mib Sol-
è Natale e a Natale si può amare di più,
Mib do-
è Natale e a Natale si può fare di più,
mib sib
è Natale e da Natale puoi fidarti di più.

sib sol-
A Natale puoi
sib mib
puoi fidarti di più.

sib sol-
A Natale puoi.

Uan Files



San Prisco - 15 Dicembre - Ore 16 e 42

Buonasera, amici della vita in diretta. Siamo qui, in questa piccola e ridente cittadina campana, casertana per la precisione, per documentare l'arrivo sul nostro pianeta degli alieni. Si, avete capito bene, gli alieni. Son qui per portarci gioia e meraviglie, per abolirci l'Ici, volerci bene ed ogni tanto, se capita, riprodursi in una bettola tutti sbronzi. Ma parliamo con questo simpatico autoctono, il primo a vedere questo fenomeno extra-ordinario.
"Buongiorno signor?"
"Vincenzo T.!"
"Bene signor Vincenzo, noi abbiamo provveduto ad oscurarla in volto e a metterle un nome ed un cognome fittizio. Lei adesso si chiamerà...Roberto Mancini!"
"Noooo! Quaranta milioni di persone mi odieranno!"
"Emilio Fede le va bene?"
"Un altro nome è possibile?"
"Silvio Ber..."
"Ok Ok. Mi chiamo Roberto Mancini!"
"Ok signor Roberto. Ci dica come si sono svolti i fatti!"
"Beh, volevo prima di tutto salutare mio padre Savino, mia madre Annamaria, i miei due fratelli Federico e Nicola e tutti quelli che mi conoscono."
"..."
"Ah e dimenticavo: Complimenti per la trasmissione!"
"..."
"Un aiutino?"
"..."
"Perchè non parla più?"
"Ma non si è reso conto che ha spiattellato i nomi dei suoi familiari al mondo intero? Ora la riconosceranno subito gli alieni. Potrebbero anche decidere di eliminare la sua famiglia! Ma lei è imbecille o altro?"
"Altro! Ma gli alieni non sanno che mi chiamo Mancini adesso?"
"Spero che lei che non sia così stupido come sembra!"
"Mi sopravvaluta!"
"Vabbè, ormai la privacy ce la siamo giocata indi...signor Vincenzo..."
"Ma non ero Rob...capito capito!"
(Il giornalista ha gli occhi gonfi di odio, si riaccquieta)
"Ci racconti del suo incontro con gli alieni!"
"Eh...allora...ero lì che...diciamo...stavo a casa mia..."
"Qui ci risulta che lei era a casa di un suo amico!"
"Si...giusto...stavo a casa...di questo mio amico...mi può dire gentilmente chi è che non mi ricordo?"
"Davide!"
"Ah si! Davide! Vero! E che ci facevo lì?"
"Credo che ho tanta voglia di torturarla!"
(una voce arriva da fuori scena)
"Non lo faccia!!!"
"Chi è lei per dirmi cosa devo fare?"
(arriva in scena un nuovo personaggio)
"Sono l'amico del qui presente Vincenzo Fede in Mancini parente di Berl..."
"Non lo nomini! Anche i muri hanno le orecchie!"
"Chissà che cotton-fioc giganti!"
"Mi faccia indovinare: lei è il burlone del gruppo?"
"Come l'ha capito?"
"Beh...sesto senso per le battute scarse. Ma mi dica: Cosa è successo al suo amico? Perchè non ricorda? E' stato colpito da qualche strano raggio alieno?"
"No.No. E' proprio così!"
"Di natura?"
"Sisi!Il mondo è pieno di disastri divini!"
"Può dirlo forte!"
"IL MONDO E' PIENO DI DISASTRI DIVINIIIIII"
"Ma chi gliele scrive ste battute? Topo Gigio mentre si sodomizza un puffo?"
"Ma com'è volgare lei! E poi me le scrive il pupazzo Uan. Ha molta più classe!"
"Comunque, ci dica, a parole povere, questo avvenimento incredibile!"
"Allora, disperatamente, le dico, tristemente, che il signor Vincenzo ed io eravamo lì nella mia topaia a mangiare un tozzo di pane raffermo. Poi, abbiamo udito un forte rumore provenire da sopra il nostro tetto di paglia..."
"Ma cosa sta dicendo?"
"Lei ha detto "parole povere""
"Oh mio dio! Gli alieni vengono sulla Terra e parlano con uno smemorato idiota e con la copia riuscita male di Martufello. Secondo me ci ammazzano tutti. Dove andremo a finire?? Io intendevo "parole povere" ovvero "in poche parole", volevo sapere il succo della questione!"
"Aaaaa! Mò si che ho capito!"
"Alleluia, Me lo può dire adesso?"
"Ricomincio da capo?"
"GRRRRRRR"
"Ok, subito subito, spiccio spiccio. Stavamo pranzando quando è caduto sto coso circolare gigante sullo spazio verde davanti casa mia e subito siamo andati a vedere cosa fosse!"
"Preoccupati per la situazione, immagino!"
"No. Arrabbiati perchè mi hanno disturbato il segnale televisivo. E quindi mi son perso il finale dell'episodio dei Simpson!"
"Vada avanti..."
"Siamo arrivati e abbiamo visto questi strani esseri!"
"Come erano? Ce li può descrivere?"
"Beh...come dire...un incrocio tra il pupazzo Gnappo e la Mussolini con due dita di gin!"
"Brrr, agghiacciante!"
"Infatti non ci potevo credere, pensavo di essere su Candid Camera e per dieci minuti ho cercato di tirare via la maschera ad uno di loro, chiamandolo Ciccio Valenti."
"E? Cosa è successo?"
"Beh, quando gli ho tirato via il naso, o quello che presumo sia tale, mi sono fermato!"
"Ma come? Ha mutilato un alieno?"
"Ma no! Ricrescono tutti gli organi da quel che ho capito. Ed ogni volta ricrescono due centimetri più lunghi!"
"Uhm...anche...?"
"Anche!"
"Gente fortunata!"
"A chi lo dice!"
"Ma passiamo avanti...Cosa le hanno detto?"
"Beh, che siamo sporchi, non lavoriamo, puzziamo, sappiamo solo rubare, però apprezzano le trasmissioni della Ventura!"
"Veramente hanno detto questo?"
"Si, testuali parole: "Quelle due bocce della Simo...""
"Ma no...intendevo quello che pensano di noi!"
"Ah si vero! Pensano ciò di noi. Dicono che quelli del Sistema Solare di Sotto sappiamo solo rovinare la vita a quelli di sopra!"
"Come si chiama il loro pianeta?"
"Senatur Padan!"
(una voce si ode provenire da fuori scena)
"Stoooooooop!"
(l'inquadratura si allarga. Siamo su un set televisivo. L'uomo che ha parlato prima era il regista. Con megafono in mano.)
"Davide, non lo so...sta cosa non mi convince!
"Francè ma lo vuoi capire o no? Questa è satira!!!"
"Si! E le tue poesie sono arte!"
"Avevamo detto di non toccare più l'argomento!"
"Vero, scusa. Comunque no, non mi piace Ti concedo la battuta sulla Mussolini ma questa non mi piace!"
"E' che sei solo fifone! Questo sei!"
"Ma dai! Che paura può fare un blog frequentato da quattro gatti?"
"Un pericolo per i topi del quartiere?"
"Si, devo dire a Uan di migliorarti le battute!"
"Io l'ho sempre detto che dovevo chiamare Dodo. Quello prima di scrivere si fumava qualche foglia dell'albero Azzurro e giù a scrivere battute!"
"Vabbè và, per oggi basta così! A domani gente! Tutti a casa! Poi la modifichiamo, Davide!"
"Uff! E hai sempre ragione tu! Ma un giorno la ruota girerà! Girerà!"
(Francesco esce di scena, entra Uan con una ruota di bici in mano, la fa girare)
"La E di Empoli!"
"Uan...sei licenziato! C'è un limite a tutto! Vincè tutt'apposto?"
"Che ci faccio qui? Perchè non sto dormendo a casa?"
"Uff, ogni giorno la stessa storia! Siamo venuti qui per fare un film. Tu sei uno degli attori, fai la parte di te stesso..."
(le voci diminuiscono di intensità, la scena rimane vuota.)

FINE

domenica 14 dicembre 2008

Tutto va, come deve andare...



Mi sembra di non esserci
vederti e far finta di conoscerti
capirti in ogni gesto che hai fatto
e poi rimanerne sempre esterrefatto.

Saltare subito alla conclusione
mi sembre di essere Tiziano in quella canzone
ma alla fin fine son sicuro che sbaglio
che tutto, come al solito, vada per il meglio

Ma intanto ci sto male e penso
mi ricollego al problema scorso
non so cos'era l'altra volta
so solo che era non mi importa

E l'apatia regna sovrana
e ogni cosa è più strana
anche una birra solitaria
anche una proposta rinunciataria

Ma se devo scegliere in questo momento
tra te e me, aspetta un momento,
riprendo le parole, quasi contento,
di un testo altrui. Stai attento.

"Le incomprensioni sono così strane
sarebbe meglio evitarle sempre
ed evitare di aver ragione
che la ragione non sempre serve..."

Nella vita tutto ce lo decidiamo noi
questo è bello o brutto, se lo vuoi.
Domani è un giorno nuovo,
aspetto, forse, il tuo rinnovo.

sabato 13 dicembre 2008

A te che sei



Ecco il video e il testo della canzoncina di Natale di Radio Deejay. La musica è ripresa da "A te" del signor Cherubini in arte Jovanotti. Invece il testo è farina del sacco di un certo Rocco Tanica, che merita e non poco.
Non trovando il testo da nessuna parte me lo son scritto io. Ne vale la pena.

"A te che sei" - Radio Deejay

A te che sei l’unica al mondo, l’unica canzone,
che ascolterei sempre da capo e poi di nuovo ancora,
musica in volo dentro un giorno pieno di parole,
il cuore al centro di una notte piena di paura.

A te che sei come una bimba dalle guance rosa,
come la mia ragazza è il sole sopra ad un cielo blu,
A te che hai sempre il megaciclo e non sei nervosa,
A te che ascolto in diffusione e rivedo in tv.

A te che suoni forte e chiaro che è una meraviglia,
ed io che provo a prender te come tu prendi me,
fai scomparire tutto il grigio e mescoli i colori,
la radio dentro la mia stanza e tutto il mondo fuori.

A te che sei, semplicemente sei, amica dei giorni miei,
compagna dei giorni miei.

A te che sei di una frequenza, la modulazione,
che sei presenza, voce e suono, l’ideale per me.
Una nazione dentro ad una radiostazione,
che mi cattura, mi sorride e mi porta con se.

A te che ascolto in motocarro, in treno o in torpedone,
dentro ad un auto, in velocipede e sull’Ovovia
In certe zone non si sente e gira un po’ il coglione,
ma spesso voli in te e ritorni in piena sintonia.

E adesso che verrà l’inverno e tornerà Natale,
e attenderò la prima neve, per giocarci con te,
sui tetti bianchi tra le antenne, tu mia principessa,
che cambi un poco tutti i giorni e resti sempre la stessa.

A te che sei, semplicemente sei, amica dei giorni miei,
compagna dei giorni miei.

E poi ne ho sei, ci sono cinque o sei,
motivi per cui farei, Natale a Radio Deejay:

Il primo è che ci arrivo in slitta col mio panettone,
tu lo sai qual è il secondo: festeggiare con te,
terzo motivo è che mi sento ancora un bambinone,
e che ha Natale son contento, senza un vero perché.
Il quarto è che Babbo Natale canterà allo stadio,
il quinto che i Re Magi in coro si uniranno al refrain.
Il sesto è una canzone che la sentirai alla radio,
è un motivo, un motivetto e fa all’incirca così:

(fischietta “a te”)

L’ha scritto un vecchio amico che fa i dischi sopraffini,
lo canteranno insieme belli, brutti e cherubini,
perché Natale sta arrivando e per fortuna che c’è!
E a te che sei semplicemente sei, sostanza dei giorni miei,
auguri Radio Deejay.
E a te che sei, semplicemente sei, sostanza dei giorni miei,
radio dei sogni miei.

(segue chitarrona di Cesareo!)

venerdì 12 dicembre 2008

Evviva el periodo natalizio!



Quanto mi piace Natale e tutto quello che gli gira intorno. L'odore di legna bruciata nell'aere. I pampini, i piccoli pampini, felici e festanti perchè aspettono l'arrivo di Babbo Natale. Peccato che capiranno tardi che è solo un'invenzione di quella famosa bibita con le bollicine che fa fare tanti ruttini. E se si osserva bene, l'etichetta di quella famosa bibita è uguale alla tenuta del vecchio barbuto. Ah...le coincidenze del Natale. Le luci di ogni casa a festa. E ce le ricorderemo molto nella bolletta di Gennaio. I Babbi Natale rampicanti che, un giorno o l'altro, li sequestro tutti e li brucio in un unico grande falò. I giochi di carte, ah che soddisfazione, cercare ogni anno di turlupinare la nonna e sistematicamente vince sempre lei. Ah, meglio non farli tra amici sennò aumentano le simpatiche antipatie. Ah...la magia del Natale. L'albero. Il presepe con il servizio sistematico annuale di puro giornalismo, da parte di quelli di Studio Aperto, sulle nuove statuine famose. Chi non vorrebbe un ministro Brunetta nel presepe eh? A trecento euri eh? Ah...la serenità del Natale. La cena della vigilia, per cui, secondo tradizione, non mangi a pranzo per tenerti libero per divorarti tutto la sera. E le sfide a forchettate per l'ultimo gamberetto rimasto tra te e tuo cugino piccolo che, frignone com'è e non contento di essersene già pappati venti, ti frega anche quest'ultimo per poi farti un sorriso diabolico facendoti capire che ti ha fregato. E non poco. Ah...l'amore del Natale. E a Natale si è tutto più buoni, e via al centro commerciale a comprare regali per tutti. Ma no. C'è la recessione. Regali solo per i parenti più stretti. Ma no, sennò niente festa ultra-vip a san silvestro con Marco Carta e i Dari. Massì. Quest'anno niente regali, l'importante è stare insieme! Ah...la spensieratezza del Natale.
Tutti più bravi, tutti più belli, tutti più buoni. Massì. Crediamoci.
Crediamo ai visi dei bambini che si sveglieranno il 25 mattina con la gioia dei nuovi giocattoli portati dal vecchio panzone barbuto e, soprattutto, più veloce della luce.
Crediamo ai sorrisi di queste giornate. Veri o presunti veri che siano. Facciamo finta di vivere nel paese della felicità, non può che farci bene.
Crediamo ad Obama statuina. Magari ci sarà una rivoluzione nel presepe e le parti dei contadini non saranno, per forza, interpretate da statuine di colore.
Crediamo ad un periodo di pace. Che tanto pace non è ma crediamoci lo stesso. Per non rovinarci la festa e deprimerci inutilmente.
Crediamo al fatto che è meglio non spendere tanto in regali. E pur sempre una festa religiosa e non è stato scritto da nessuna parte che un televisore al plasma o un frullatore nuovo faranno la vostra gioia. Regali semplici, sinceri e tutti felici. Anche una stretta di mano è meglio dell'ennesimo maglioncino rosso.
Tutto ciò per dire che questo periodo lo adoro per molte cose. Tra le quali, oltre alla possibilità di stare con i parentucci lontani, la fortuna di festeggiare quasi contemporaneamente onomastico(il 29), compleanno mio(il 30), e compleanno della mia Jo preferita(il 31), al quale si aggiunge poi anche il compleanno di una cara signorina conosciuta qualche mesetto fa il 5. E quindi, alla fin fine, tutto sto topic si trasforma in:

LA LISTA DEI REGALI CHE VOGLIO PER IL MIO COMPLEANNO!
sottotitolo: "perchè ho detto, si, di risparmiare per i regali di Natale ma mica per quelli del mio compleanno!"

Allora vediamo:
- La saga della Torre Nera. Così poi mi piglio anche i volumi a fumetti.
- Juliana Moreira. Preferibilmente tutta in vestitino rosso con cappellino da babba natala. Anche senza vestitino va bene.
- Un San Silvestro con i miei amici. Tutti insieme in una casa qualsiasi a fare casino e giocare fino al giorno dopo.
- In sostituzione casomai Juliana fosse impegnata: un ammore vero. Di quelli da film con tanti "pucci pucci" e "passerottino" che fanno venire la carie.
- Vedere qualcosa di mio pubblicato. Ma mi sembra difficile...dovrei prima scrivere qualcosa!
- Vedere il mio co-admin e la sua ineffabile consorte. Anche se lui non mi merita.
- Un bel paio di scarpe da corsa del mio numero. Eh, a trovarle.
- Un lavoro. Preferibilmente in una libreria o in una fumetteria o in un'edicola. Non mi dispiacerebbe.
- Uno stock di camicie rosse, jeans chiari e giacche nere. Per credermela ogni tanto.
- Due occhi nuovi, possibilmente senza difetti. Il colore qualsiasi sia non fa niente.
- Un viaggetto a Londra(baby!). Non male. Lo sogno da una decina d'anni.
- Riuscire a fare una decina di palleggi consecutivi o scartarmi qualcuno quando gioco a calcetto. Ma questa è la lista dei regali. Non dei miracoli.
- Luttazzi in tv. No. A casa mia. Sarebbe un meraviglioso regalo.
- Un cortometraggio ripreso da qualcosa che ho scritto io. Non sarebbe una brutta idea.
Mah...alla fine penso che anche una stretta di mano o un abbraccio mi vanno bene. Si. Se la stretta di mano è di Luttazzi e l'abbraccio di Juliana. E anche qualcos'altro di quest'ultima. O almeno qualche ragazzina che mi faccia battere il cuoricino. Oh, che uomo romantico e delizioso. Oh, proprio da sposare.
Capito Juliana?

giovedì 11 dicembre 2008

Morte di un clown


Non è strana, la nostra vita?
Passiamo la maggior parte del tempo a cercare noi stessi dentro gli altri, a inseguire un’identità che gli altri hanno deciso di affidarci. Lottiamo perché persone estranee ci degnino della loro considerazione, sudiamo e ci affatichiamo nel tentativo di suscitare in loro quell’approvazione che vorremmo trovare dentro noi stessi. Ci serviamo di mille maschere, pur di nascondere la nostra vera identità, ci trucchiamo il volto con un cerone di indelebile ipocrisia e incancellabile falsità.
Siamo subdoli leccapiedi, sempre pronti a sfoggiare i nostri complimenti migliori a chi non ne merita; siamo luridi ruffiani, sempre pronti a sfoderare il nostro sorriso migliore per rivestire di luce aurea la figura opaca di chi consideriamo migliore di noi; siamo volgari maschere, mostri che ululano in silenzio alla luna le loro lacrime amare, per poi ripiegarle negli angolini più bui delle nostre anime perché nessuno le possa vedere.
Perché nessuno possa accorgersi nessuno di quanto siamo diversi da loro, di quanto la società non ci appartenga, di quanto le lacrime riempiono i nostri giorni cercando di non bagnare chi ci circonda, nella triste speranza che il trucco non si sciolga, che la maschera non ceda, che il nostro cuore non si spezzi. Perché saremmo dei reietti, saremmo gli informi della società, le zavorre di un mondo che non prevede anomalie. Diventiamo clown perché nessuno si accorga della tristezza che si cela dietro il nostro sorriso, diventiamo automi con l’unico obiettivo di scacciare quello che in realtà siamo, perché la risposta farebbe troppa paura. Noi siamo loro, siamo tutto quello che hanno voluto soffocare per sempre, siamo tutto quello che hanno rinnegato e giurato di non essere, siamo il loro nemico più temibile: siamo uomini.
E pensare che basterebbe solo guardarsi un attimo dentro, sfiorare anche solo per un momento i pensieri che ci cullano nella notte, ascoltare anche solo per un secondo il battito dei nostri cuori, il tumulto del nostro animo. Basterebbe lasciarsi andare anche un solo istante, perché tutta la forza che mostriamo al mondo si sgretolasse tra le nostre stesse mani.
Ma vivremmo, per una volta nella nostra vita, vivremmo. Vivremmo quelle passioni che ci tormentano, quei sentimenti che ci affannano, quelle lacrime che ci solcano il viso. La nostra debolezza diverrebbe la nostra forza, la nostra mortalità diverrebbe la nostra ragione di vita, la nostra maschera diverrebbe un viso. Senza più trucchi, senza più nasi finti o capelli di stoffa. Senza sorrisi o strette di mani di circostanza, senza parole non sentite o verità non pronunciate.
Vivremmo, come solo un uomo sa fare.
Vivremmo, come solo un clown sa morire.

Isn't she lovely?



Capire i tuoi occhi,
altalenanti nei miei.
Rubare un tuo sorriso,
metterlo in cassaforte.
Esprimere i tuoi stati d'animo,
nutrirli in me.

Trovarti ad ogni attimo
in un punto nello spazio.
Viverti ad ogni secondo,
o sognarti per un'ora,
giocare con i tuoi capelli,
lasciandomene uno per ricordo,
Illuderti? Non ci riuscirei e
odiarti non ce la farei.

Basta per questa esistenza,
esserti vicino quando vuoi,
nella vita materiale e spirituale
e nella luce che illumina il tuo cuore.

mercoledì 10 dicembre 2008

In treatment



Rubo il titolo di un telefilm nuovo che proprio in questi tempi viene trasmesso anche in Italia. Semplicemente sono incontri tra lo psicologo(Gabriel Byrne, l'attore nella foto)e quattro pazienti, che cambiano ogni giorno. Uno per ogni giorno della settimana, mentre, il venerdì, è lo psicologo ad aver bisogno di un buon psicologo e anche lui va a fare il paziente da una sua vecchia amica. Spiegato il perchè del titolo possiamo entrare nella questione in se per se. Allora, premetto che ruberò l'inciso di una canzone del Cremonini lunappoppiano per farmi un pò di auto-analisi accurata. Questo post, indi, è solo un piccolo riassunto dei miei pensieri di questi tempi. Niente poesie vergognose(o bellissime a seconda dei pareri e dei casi) e raccontini meravigliosi(o non letti per pigrizia o non piaciuti, come è giusto che sia). Questo post è fatto per me, per le mie paturnie, le mie idiozie, per il mio non comprendere nulla del mondo in cui mi ostino a vivere. Manco lo so perchè lo metto sul blog. Ah si. Vanità, è l'era dei reality, baby!

Vorrei avere un pò di fiducia in me stesso, non buttarmi a terra ad ogni insuccesso, non deprimermi ogni mese per un motivo diverso.

Vorrei non aver mai deciso di fare da Presidente al torneo di calceto. Vorrei aver avuto la forza di dire "No". Vorrei non starci sempre a pensare e sentirmi sempre più in colpa per le situazioni che si sono venute a creare.

Vorrei non usufruire sempre della gentilezza altrui. Dei passaggi infiniti e dei sorrisi amici. Vorrei dire che prenderò, un giorno, quella macchina e vi scorrazzerò dappertutto. Ma non ci riesco. Non ci riesco, mi vergogno e odio guidare.

Vorrei capire di più le conseguenze delle mie azioni. Vorrei non struggermi ogni volta al pensiero di "E se..." . Vorrei capire, ogni tanto, cosa passa nella mente di quelli che ho accanto.

Vorrei non essere pessimista riguardo alle nuove amicizie. Ma più mi guardo intorno e più dico che non può essere tutto così, quasi, perfetto. E aspetto quasi che qualcosa vada male.

Vorrei rafforzare ancora di più le amicizie vecchie. Vorrei far capire quanto ci tengo e quanto ci penso. Ma certe volte so solo scrivere e non agire. E in alcuni casi manco quello so fare.

Vorrei scrivere il best-sellers del 2009. Risolvere i guai che abbiamo in casa, riuscire a far riposare un pò mia madre. Riuscire a rendere fieri i miei di avermi come figlio. Riuscire a far capire, al mondo, che ci sono.

Vorrei essere un attore alcune volte. E così cambiare vita, rifare tutto daccapo. Avere un ruolo sulla scena e dimenticarmi della vera esistenza. Vorrei recitare il ruolo di qualcuno che non ce l'ha fatta per capire come ci si sente. Si, non. Così mi preparo per il futuro.

Vorrei, per un giorno, mettermi in disparte e non parlare. Vorrei non fare il divertente solo perchè è il mio ruolo. Vorrei che mi si smettesse di guardare come un ragazzo immaturo solo perchè faccio ridere. Vorrei capire perchè si è maturi solo quando si è seri sempre e comunque.

Vorrei che il dolore all'osso sacro smetta perchè sono due settimane che non mi permette di dormire e sedermi serenamente. Ma d'altronde mi merito a tirare un pallone su un campo bagnato durante un prepartita di un match che non dovevo manco giocare. E mi merito di scivolare per questo.

Vorrei trovare l'anima che mi legga dentro. Che mi ami per quello che sono e, per quel poco, che dò. Che mi dica in faccia che sbaglio o che faccio bene. Vorrei trovare una persona che mi legga dentro. Lo so. L'ho ripetuto. Non sono rimbambito ancora, almeno non tanto.

Vorrei non passare tre quarti della mia giornata a sentirmi in colpa per un qualsiasi motivo. Che sia con i miei amici, con i miei familiari, con me stesso. Vorrei vivere più sereno senza patemi inutili. D'altronde ci sono persone per cui, i miei cosidetti "problemi", sono solo gocce in mezzo al mare.

Vorrei un abbraccio, cazzo, è chiedere troppo? Non è da maschi lo so. E manco da giganti. Son alto due metri e ho un'apertura alare spropositata. Lo so. Faccio paura. Ma desidero un abbraccio. Che qualcuno mi dica, come nei film, che va tutto bene, che non devo stare male, che il mondo è meraviglioso.

Vorrei che qualcuno mi dicesse "Ti voglio bene" a voce. Lo so. Lo si capisce dagli atteggiamenti, dalle parole, dai fatti. Ma ogni tanto è bello anche sentirselo dire a voce. A voce. Semplice e puro. Ma non lo voglio sentire sempre. Non sono così disilluso della vita. Ma almeno una volta a trimestre. Non chiedo tanto. Solo una persona ci tiene e continua a dirmelo. E la apprezzo anche per questo.

Perchè lo so, cazzo, che ognuno ha le sue piccole manie. Io ne ho duecento-duecento venti minimo. In rapida sequenza: Son pessimista a periodi, mi faccio troppe pippe mentali(e vi concedo la battuta su quelle fisiche, non mi offendo), non mi piace niente di quello che faccio e di come lo faccio. E le poche volte che sento di averlo fatto bene arriva qualcuno e mi fa risprofondare nella mia incertezza. Poi, vediamo. Ah si. Le manie. Mi rigiro i capelli. Tutti odiano sta mia cosa ma è così. Mi preoccupo per poco, anzi, per pochissimo. E forse mi preoccupo più dei miei amici che della mia famiglia certe volte. Poi...ho un repertorio di massime del cazzo che uso da un momento all'altro quando non riesco a esprimere ciò che ho da dire. Ancora: uso troppo internet e un giorno o l'altro dovrei smontare baracca e burattini e finire di parlare da dietro un pc. Magari va a finire che un giorno lo faccio come esperimento. Inoltre: certe volte mentre scrivo, rido da solo. E non me ne vergogno neanche un pò. Una risata è una risata. Anche se fatta in compagnia dell'essere più strano che abbia mai conosciuto. Ovvero me stesso. Tò, mi sono distaccato dai "vorrei"...riprendo.

Vorrei riuscire a parlare in modo chiaro e preciso alle persone che in questo momento mi fanno stare bene(e lo so che non si nota, ma è così). E magari dire alle ragazze che bramo le mie opinioni sul loro conto. E forse con alcune già l'ho fatto senza neanche accorgermene.

Vorrei cantare come Biagio Antonacci...si è un'idiozia. Ma ce la dovevo mettere d'altronde anche in un posto di analisi non bisogna mai prendersi troppo sul serio.

Vorrei che un giorno mio padre mi dicesse: "Hai voglia di parlare?". Cosa che in 21 anni e 11 mesi non ho mai visto ne sentito. E, forse, me la porto appresso.

Vorrei che fossi meno salomonico ed ogni tanto prendere qualche decisione non imparziale. Schierarmi qualche volta e non pensare che tutto vada meglio senza la mia esposizione. Ogni tanto dovrò pur mettermi da una parte o no?

Vorrei evitare di scrivere sempre le stesse cose certe volte. E vorrei evitare di scrivere certe volte.

Vorrei dire quando ci sono rimasto male alcune volte e non tenermi tutto dentro. E poi lascire che le cose scorrino e dimenticarmi tutto perchè io non voglio rovinare la situazione per colpa del mio orgoglio. Fatto sta che ormai ce l'ho sotto i piedi.

Vorrei imparare a suonare quella maledetta chitarra e trovare qualcuno che mi insegni ad accordarla perchè io non ci capisco na benemerita mazza. E sembro quasi un padano che cerca di capire il testo di una canzone napoletana.

Vorrei saper leggere nella mente degli altri. Non per sapere cosa pensino del sottoscritto(beh si, un pò non farebbe male. L'egoismo e l'egocentrismo dilagano, ma per sapere se tutte ste paturnie so solo mie o no.

Vorrei non scrivere undici pagine di block notes sapendo già che tutto quello che voglio non si avvererà per scarsa considerazione che di me stesso da parte di me stesso medesimo. E anche un pò di pessimismo cosmico che non fa mai male, così, tanto per arrotondare.

Vorrei non avervi fatto scendere una tristezza acuta e ispirato frasi tipo "Uff, sto ragazzo è peggio di un dramma drammatico drammaticamente drammaticato da un drammaturgo drammatico". Però vi avevo avvertito che era una sorta di auto-analisi. Uff, la colpa non è mia. Vabbuò, se siete tristi leggetevi "Meraviglioso" un pò più giù che mi hanno detto che è piaciuto. O magari il dialogo surreale tra me e il co-admin ancora più sotto. O la mia versione di "Novembre". Insomma, di cosucce da leggere meno tristi ce ne sono. Non vi lamentate poi del fatto che vi butto giù.

Comunque, per finire, vorrei essere un po' più...come dire...insomma...più...non lo so...più...ecco. Non lo so. Ma sì và! Rimango così come sono che ormai sono quasi 22 anni che ci sono. E ci faccio anche. Con tutte le paturnie e le bellezze, poche, che mi porto appresso.

C'est la viè, e speriamo che l'ho scritto bene. Avanti sempre e comunque. D'altronde se uno come Giletti è ancora in televisione, ci sono ancora chance per me di diventare il capo del mondo, come ho sempre sognato, ops, non dovevo dirlo.
Boccaccia mia!