venerdì 30 settembre 2011

Dieci più dieci più dieci



Dato che in questo momento, ovvero quando questo post sarà pubblicato, io sarò in viaggio non posso leggere le migliaia e migliaia di notifiche di commenti che riceveremo(credo sulle centimigliaia se tutto va male), ma posso fare un pensiero, seppur lontano, su ciò che potreste dire.

Il pensiero sarà: "e che me ne frega"!

No. Non è il pensiero mio, ma quello che voi commenterete a questo post che altri non è che un continuo delle famose dieci domande, più altre dieci, che il sottoscritto ha fatto a Francesco Savino. Siamo già a trenta e credo che arriveremo molto facilmente al migliaio prima che il signor Savino si faccia sentire. Ma io non demordo e se hanno detto che la speranza è l'ultima a morire e che, per questo, Silvio Berlusconi è ancora vivo (lui è la nostra unica speranza in questo mondo triste e pieno di dolore, ah, ieri era il suo compleanno, me n'ero dimenticato. Scusa Silvio, cento di queste troie!). Indi, oggi, altre dieci domande che si aggiungono alle dieci di settimana scorsa e alle dieci dell'inizio. Questa specie di riassunto serviva solo per linkare i post precedenti.

21) Signor Savino sa che il sottoscritto, proprio oggi, è al Romics?

22) Lei, signor Savino, dato che è un autore affermato quando ci sarà la sua sessione d'autografi?

23) Lei, signor Savino, mica intende ancora presentarsi nell'Area Pro lucchese quest'anno? Perchè se la riposta è "sì" è probabile che la sua ragazza lo lasci per un aitante palestrato senza smanie fumettistiche.

24) Signor Savino, delle voci che circolano, in giro, lo danno come autore di punta della Bao Publishing. Si sono fumati qualcosa gli autori di quelle voci?

25) E se no, allora è vero che è lei che fa la punta a tutte le matite dei disegnatori?

26) Signor Savino, se non ha niente da fare è possibile che lei mi telefoni?

27) Signor Savino, e se le proponessi una poltrona alla Regione Lombardia. Per telefono le potrei dire cosa deve fare, per il nostro premier, così da riuscirci. D'altronde Arcore dista da Milano non molto.

28) E' vero che ormai, tutti quelli che la incontrano, hanno riconosciuto il suo inconfondibile charme e Milano si è trasformata nella culla dei Savinisti?

29) E' parente di Nicola Savino?

30) E se lo fosse, il signor Nicola, si è già cambiato cognome per non avere niente a che fare con lei?

Altre dieci settimana prossima. Un giorno dovrà rispondere.

Ps: La foto rappresenta Nicola Savino che, simpaticamente, fa capire al nostro amico Francesco che se non si cambia cognome avrà ben due dita negli occhi. Attendiamo il felice momento.

giovedì 29 settembre 2011

Racconti stringati




La giornata è iniziata strana. Innanzitutto mi sono svegliato alle 10 e mezza, orario fin troppo notturno per il sottoscritto, abituato ormai a ridestarsi verso le 11 e 40-12 in poi. Faccio un lavoro che mi porta ad andare a dormire alle 2-3, debbo pur riposare. E il pensiero, comunque, che domani mi dovrò svegliare alle 5, mi fa stare un pochettino maluccio. Dopo la sveglia, ho fatto colazione e sono andato a correre. Ottimo, direte voi, tonifica il corpo e la mente meglio della RedBull, pessimo per me, aggiungo, che non ero più abituato a corse mattutine, dato che son minimo due annetti che corricchio solo di sera o pomeriggio inoltrato. Risultato: ora ho un sonno bestiale e una miriade di cose da fare. Ottimo, direte voi, avere da fare significa avere una vita pregna di impegni. Sì, aggiungo io, ma farli con la testa che sembra imbottita di gommapiuma è ben diverso dal farlo in  modalità standard. Devo, nell'ordine:

1) Scrivere un post sia per oggi che per domani, che sarò al Romics e quindi non potrei farlo a meno di non avere uno di quegli aggeggi nuovi che si chiamano I-pad, I-phone, I-chedolor e così via.
2) Scrivere due testi, prima erano racconti ora sono stati declassati a testi, di sole seicento battute(prima erano 2500 massimo ora sono stati declassati a un centinaio di parole). Seicento battute. Manco la lista della spesa è così corta, considerando gli spazi tra un oggetto e l'altro.
3) Scrivere un articolo, o un racconto, per un sito altrui. Forse lo pubblicheranno o forse no. Magari gli copioincollo un racconto vecchio, tanto chi l'ha mai letti?
4) Scrivere qualche recensione per Glama. Sono rientrato in team settimana scorsa con due nuovi pezzi, non vorrei di nuovo abbandonare la nave.
5) Attività lavorative, di dubbio entusiasmo, per il mio genitore.
6) Attività lavorative, di miglior entusiasmo, dalle 20 in poi in gelateria.
7) Attività relazionali e di visione telefilmica con la mia signorina.
8) Varie ed eventuali.

Ovviamente non le debbo fare tutte oggi. Diciamo che un paio si possono pure rimandare a domani, però il raccontino credo proprio che glielo mando a quelli lì, chissà se se lo pigliano. Per sapere di chi sto parlando, bisogna aspettare un po'. Invece per quanto riguarda i due "testi" di seicento battute ci debbo pensare un po'. Leggermente un po'.

E diciamo che, finendo questo post, ho risolto almeno parte dei miei impegni. Ma non voglio solo inserire una specie di "lavori in corso" su questa pagina. Quindi, voi che mi volete tanto bene, vi beccate un prova di racconti in sole cento parole. Così vedo se ne sono capace. Il titolo è a parte, sia chiaro.


Cambiamenti

Ho conosciuto molte donne, uomini, bambini e ragazzi nella mia vita. Alcuni mi hanno disgustato non poco, altri meno, altri li apprezzavo. Quasi tutti quelli che apprezzavo sono deceduti. Invece, guarda caso, tutti quelli che odiavo rimanevano vivi e vegeti anche a tarda età. Ci ho visto una sorta di punizione divina in tutto ciò. Da ieri però ho deciso di cambiare vita: mi sono iscritto al Pdl. Forza Silvio, sei il migliore. Siamo tutti con te!


Forza e coraggio

La gente mi tratta male. E non mi conosce. Pensa che sia arrivata dove sono solo per la mia bellezza, per la mia prestanza fisica. Non sa che ho lottato, non sa che ho pregato ogni notte per riuscire dove molte hanno fallito. Ce l’ho fatta. Per questo mi odiano, per questo non mi capiscono, per questo mi criticano. Io ho avuto coraggio, io ho avuto lo stomaco dove molti si sarebbero arresi dinanzi alle prime difficoltà. Io ho vinto, loro no. Provate voi, che criticate soltanto, a fare sesso con un settantenne per una poltrona in Regione. Io ci sono riuscita. E’ stata dura, ma ce l’ho fatta. E mi merito ciò che che mi sono conquistata.



Se questo è un Premier 

Voi che lavorate per mantenere
le vostre sudate case,
voi che trovate tornando a sera
i visi stanchi e i sorrisi spenti:
Considerate se questo è un uomo
che lavora col fango
che non conosce Pace
che scappa dai processi
un giorno sì e l’altro pure.
Considerate se questo è un Paese,
senza più dignità e senza onore
senza più gioia e piacere,
con i poveri costretti a disperarsi
per essere stati gente perbene.
Meditate che questo è il nostro Stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli,
se un giorno mai potreste averli.

La terza mi garba non poco! Forse forse la spedisco. 

mercoledì 28 settembre 2011

Nuova stagione, nuovo cartellone!



E' Settembre, e come ogni Settembre, riaprono i grandi teatri pronti a sottoporci un abbonamento con tre zeri per vederci una decina di spettacoli e, tra questi, ce ne saranno sicuramente alcuni che voi non avete la minima intenzione di andare a vedere. Sinceramente, uno spettacolo di Sgarbi lo andreste a vedere? Aspettate, riformulo meglio la domanda, lo andreste a vedere senza lanciare pomodori? O altri tipi di ortaggi? Anzi, facciamo senza lanciare assolutamente niente! Ecco. Lo sapevo. Per fare qualche altro esempio negativo potrei aggiungerci il Bagaglino, voi lo andreste a vedere? No. Infatti ha chiuso. Finalmente, aggiungerei. La gente si è stancata della comicità vecchio stile, vuole cose nuove. Vuole ridere con programmi come "Porta a porta", quelli sì che fanno sbellicare.

Dicevo, comunque, che la stagione teatrale sta per iniziare ma, c'è un "ma", in questa nuova ondata di proposte in cartellone ci sono delle piecè teatrali che non vi hanno detto, che non hanno inserito, che non hanno trovato posto tra una De Sio e un De Filippo(si sa che il teatro non lo si può fare senza un "De" davanti al cognome). E io, che ho scartabellato ogni anfratto possibile ed inimmaginabile solo per voi, le ho trovate. Ho l'elenco e il riassunto di ben quattro spettacoli che, purtroppo, non vedrete quest'anno, ma conto di trovarne ancora. Perchè, purtroppo, la censura, in questo Paese, è ancora viva, libera, ricca e, almeno lei, in buona salute.


"Vengo anch'io" di D. Scilipoti

Autobiografico. Narra le avventure di un piccolo essere sbeffeggiato a destra e a sinistra. Il povero Scilì, così si chiama, cerca l'approvazione di ogni essere vivente sulla faccia della terra. E' un ragazzo a modo se non si pensa all'altezza esigua, all'incapacità di esprimersi in italiano corretto, alla difficoltà di rimanere coerente con le proprie decisioni e a quella simpatica abitudine di cambiare schieramento ogni giorno. Il caro Scilì, infatti fin da piccolo, alla domanda "a chi vuoi più bene: a mamma o papà?" cambiava risposta in base a ciò che poteva guadagnarci dai propri genitori. Se era presente la madre diceva "mamma" e lei gli regalava un giocattolo, se era presente il padre diceva "papa'" e lui gli regalava le figurine, se era presente il postino diceva "Franco" e lui gli regalava le mazzette che le nonne spedivano ai nipoti lontani via posta. Era così, Scilì, e crescendo, e cambiando spesso opinione, è arrivato ad una carica di prestigio nel Parlamento italiano. Tralasciando il finale drammatico, il momento clou si ha quando inizia a parlare di se in terza persona ad ogni intervista. La domanda che gli pongono tutti è "Scilì, che cazzo hai fatto"? La sua risposta è ancora oggi sconosciuta.

"Successo! What else?" di E.Canalis

Drammatico. Narra le avventure di una giovane soubrette italiana che, per non venire fagocitata nel lussuoso ma tragico mondo dello spettacolo, si trova una marea di fidanzati famosi che le permettono di raggiungere l'America. I fidanzati, in ordine di come le andava, sono calciatori, motociclisti, modelli e attori. Con l'ultimo, un tizio che passa gran parte del suo tempo ha fare spot in Italia, e non si sa perchè, capisce che forse il modo ideale per sfuggire alla mondanità italiana sia scappare oltreoceano. E infatti dopo un paio di anni si lasciano e lei trova lavoro in Ammerica. Che geniaccia.
E' considerato "drammatico" solo per i maschietti, perchè non potranno mai farci niente. Se non hanno un reddito superiore al milioncino di euro annuale. Netti, ovviamente.

"Per caso" - G.Giuliano

Comico-sentimentale. Un giorno di pioggia, Andrea e Giuliano incontrano Licia per caso(da qui il titolo dell'opera). Licia, in realtà, è una passeggiatrice professionista che incontra abitualmente omini, e strani gatti pensanti in italiano, sulla sua strada(il gatto è l'autore dell'opera). Il fatto che Andrea sia, alla fin fine, un bambino ferma Licia dal chiedergli denaro per le proprie prestazioni e gli da solo un semplice bacio, gratis e non scaricabile dalle tasse. Andrea, felice, le fa conoscere Mirko, il suo fratellone, che un giorno per scommessa fu costretto a farsi i capelli color Roma. Licia si innamora subito di Mirko e gli attua lo sconto Clienti fedeli. Mirko si innamora subito di Licia ma, avendo una band con alcuni amici storici, chiede se è possibile un'ulteriore sconto comitiva, di tanto in tanto. All'amore non si può dire di no e Licia accetta. Se pensate di aver già sentito questa storia è vero, ma è la versione edulcorata, perchè in Italia censurano tutto, tranne la De Filippi. La vera sigla infatti recitava così:


Un giorno di pioggia Andrea e Giuliano
incontrano licia per caso
poi Mirko le chiede "quanto?"

le risponde "cinquanta" e così
il dolce sorriso di Licia
ci costa un po' tanto per noi
Kiss me kiss me Licia
non è il loro cuore
che palpita d'amore
d'amore sì per te.
Kiss me kiss me Licia
sono affezionati
e tanto ingrifati
e pensan sempre a te.
"Il principe cerca moglie" - A.A.V.V. (di Ghedini, Alfano, Larussa, Fede, Mora)

Comico-sentimentale. Come il famoso film di Eddy Murphy degli anni ottanta, questa storia è ambientata ai giorni nostri. Protagonista un simpatico uomo, di bassa statura, con pochi capelli, e anche un po' rimbambito ma enormemente affascinante, così affascinante che voi che vi considerate affascinanti non siete niente al suo confronto. Così affascinante che se mettete un tizio, che ne so, che molti considerano affascinante tipo George Clooney, lo fate ringiovanire un po', ci mettete una mazza(chiedo scusa per la parola) di Didier Drogba o di Clarence Seedorf, e lo sguardo di Johnny Deep, non riuscite a renderlo più affascinante del protagonista dell'opera. Il tizio, tale Silvietto Settebellezze, cerca, tra una pausa e l'altra da lavoro, di trovare una donna che lo soddisfi pienamente e con cui, nella giovine età di settantacinque anni, farci una famiglia. La scelta sarà difficile ed ardua e, il povero Silvio, sarà costretto, con tanta tristezza e rassegnazione, a provarci con un migliaio di ragazzine discinte che partono dai 17 anni di età e finiscono, massimo, ai quaranta. Perchè lui non bada all'età! La storia ha un lieto fine, perchè trova finalmente una moglie, anche se rimane intristito perchè aveva trovato un botto di candidate valide, ma, grazie al proprio brillante avvocato, trova una soluzione: diventare musulmano e quindi poligamo. Un finale che dir commovente è dir poco.

Di tutte e quattro, sinceramente, vorrei tanto vedere l'ultima. Mi ispira non poco, sa di vita vera.

martedì 27 settembre 2011

Il Diavolo è dietro di voi!

Ieri è stata una giornata triste, seppur bagnata dalla pioggia che ha sceso, lieve lieve, nella mia città e nelle vicinanze. Triste per un motivo ben conosciuto, se siete fumettari. Se non lo siete vi basti sapere che se ne è andato un uomo importante per il mondo delle nuvole parlanti. E ciò mi ha fatto molto male. E, sempre ieri, ho letto una cosa su un gruppo di Facebook, quello dell'associazione Dylandogofili, si può capire chiaramente chi è il loro personaggio preferito pure se non siete delle cime nel campo fumettistisco. Comunque ho letto uno stralcio di un libro di un certo Carlo Climati. Ed ho riso tantissimo. Ci tengo a presentarlo anche a voi. Ho grassettato le parti più sbellicanti. Le parentesi in corsivo sono miei commentucci. Al termine farò una mia piccola osservazione.



Dylan Dog è un personaggio molto particolare, che si muove negli scenari tipici dell’horror e dell'occulto. E’ conosciuto come «l'indagatore dell’incubo», una specie di investigatore privato che risolve casi legati al mondo dell'esoterismo e del paranormale.

Le storie di Dylan Dog sono ricche di riferimenti, spesso ironici, alla magia, all'esoterismo e al satanismo. Ad esempio la sua automobile è targata «666», che è il numero biblico dell'Anticristo. C'è, poi, il «Trillo del diavolo», brano musicale che Dylan Dog suona spesso, per hobby, con il suo clarinetto. Una leggenda racconta che questo brano fu ispirato direttamente dal diavolo al suo compositore, Giovanni Tartini, in una notte del 1713. (Questo è un problema bello e buono, c'ha ragione, se il diavolo compare per dettare musica mi fa pensare che sia meglio bandirla. Sia la classica che la moderna.)
Sui muri della casa di Dylan Dog, sono appese immagini e simboli tipici del satanismo e dell'occulto, come l'esagramma (una stella a sei punte racchiusa in un cerchio) e la testa di un caprone (simbolo del demonio) con una stella a cinque punte sulla fronte. (E nosferatu? Frankestein? Il poster del Rocky Horror Picture Show? Non sono degni di nota?)

Anche il campanello della casa di Dylan Dog ha caratteristiche «horror». Invece di suonare, riproduce un agghiacciante urlo umano. (Paura e raccapriccio)
Troppo spesso, nelle storie, le scene di dolcezza e di poesia si alternano a quelle di violenza. In molti casi, lo spargimento di sangue è decisamente esagerato e inutile, proprio come accade in certi film dell'orrore di genere «splatter». Questa parola inglese, che significa «schizzare», indica i prodotti cinematografici in cui la violenza e gli effetti speciali servono a mascherare un'assoluta povertà di idee. (Spero sia un giudizio personale e non una verità assoluta, secondo me le povertà di idee si trovano nei film di Boldi e De Sica senza bisogno di splatter)

Un altro aspetto discutibile di Dylan Dog è quello del «ritorno del male». Alla fine di qualche storia, il male riaffiora e riafferma la propria esistenza. Non è mai sconfitto, del tutto. E’ sempre presente. Non a caso, gli albi di Dylan Dog hanno, a volte, due finali. Il primo è quello «normale», che conclude l'avventura. E poi ce n'è un secondo, in cui il male ritorna a galla e si manifesta di nuovo. Ad esempio, nell'albo numero 24, l'assassina che colpisce nel buio ricompare nell'ultima pagina, sotto forma di mostro, nonostante sia stata uccisa da Dylan Dog (Il buio in Dylan Dog, n° 34). Questo processo di «ritorno del male» uccide l'idea della speranza. Il giovane che legge certi episodi di Dylan Dog rischia di rimanere avvolto da una sensazione di impotenza di fronte a un mondo fatto di orrori, di violenza, di sopraffazione. E quindi è facile che cada nella trappola del pessimismo. (Non è la realtà orrenda che spinge i giovani al pessimismo, giusto, è un finale aperto di un fumetto. Avevo sbagliato. La giustizia, in realtà, vince sempre. Per questo Berlusconi è in galera.)

Un altro messaggio negativo, proposto da Dylan Dog, traspare dai suoi rapporti con le donne. Dylan Dog incarna l'immagine dell'eterno «single», che non si lega mai a nessuno. C'è un'immagine classica, che si ripete in molti episodi di questo fumetto: Dylan Dog a letto, sotto le coperte, ogni volta con una ragazza diversa. Questa scena viene riproposta ossessivamente, al punto di sembrare una «fotocopia». Il meccanismo è sempre lo stesso. Dylan Dog conosce una donna, e poche ore dopo lo ritroviamo a letto con lei. Il sesso, dopo l'incontro con una ragazza, sembra dover arrivare per forza, come logica conseguenza. Non c'è via di scampo. Altrimenti non si è «veri uomini». Questo sembrerebbe essere il modello proposto da Dylan Dog. (Dimenticandosi il fattore "innamoramento", volutamente, il caro scrittore inventa concetti per partito preso. Per fortuna non si è reso conto che in realtà Dylan cerca nelle sue donne la madre. E ne è pure innamorato!)

Un altro aspetto negativo di Dylan Dog è quello rappresentato dagli « Almanacchi della Paura», che sono dei supplementi «speciali» ai normali albi della serie. Questi volumetti contengono numerosi articoli sul mondo dell’esoterismo, accompagnati da illustrazioni spesso raccapriccianti(Giuliano Ferrara nudo).

Le storie di Dylan Dog, dunque, sono soltanto un primo passo, che potrebbe spingere i ragazzi ad appassionarsi al mondo dell'occulto. La seconda tappa è rappresentata dai vari supplementi, che forniscono ulteriori dettagli e spiegazioni sugli argomenti trattati nel fumetto. Prendiamo, ad esempio, l'Almanacco della Paura del 1997. Fra i vari articoli, ce n'è uno che parla del rock satanico, citando artisti come i Christian Death (il gruppo che recita il Padre nostro rovesciato al diavolo) e Marilyn Manson, «sacerdote» della Chiesa di Satana americana. Nello stesso articolo si leggono affermazioni di questo genere: «Fra i felici ritorni dell'annata salutiamo anche quello dei W.A.S.P., al quale ha fatto seguito una tournée italiana particolarmente splatter, con tanto di video truculenti e di vergini nude sacrificate sul palco». E poi: «Per chi non avesse timore di immergersi a fondo in un rituale di disperazione e di angoscia consigliamo l'ultima fatica di Diamanda Galas... La stupefacente voce della cantante ci guida, ancora una volta, in una discesa agli Inferi da ascoltare a massimo volume (la cuffia è altamente consigliata) e nella più totale oscurità» (Musica da brivido in Dylan Dog, Almanacco della Paura 1997, a cura di Graziano Frediani). Alcune edizioni dell'Almanacco della Paura di Dylan Dog sono state curate dal giornalista Stefano Marzorati, responsabile dell'ufficio stampa della casa editrice Bonelli e direttore artistico del «Dylan Dog Horror Fest», una grande manifestazione per appassionati di film e fumetti dell'orrore. Vi hanno preso parte alcuni fra i più noti registi e attori del cinema sanguinario, come Dario Argento, Wes Craven e Robert Englund. Stefano Marzorati è anche un grande esperto di musica e autore di un famoso libro, Il Dizionario dell'Horror rock, in cui compaiono vari gruppi di rock satanico. A pagina 189 di questo volume, Marzorati arriva al punto di scrivere che al complesso Impaled Nazarene (il Nazareno Impalato) andrebbe «una nota di merito per aver scelto un nome così blasfemamente suggestivo» (S. Marzorati, Dizionario dell’Horror rock, SugarCo, Carnago (Varese) 1993, p. 189). Insomma, nel mondo di Dylan Dog c'è anche questo: un giornalista che loda apertamente la bestemmia. (E non può che essere apprezzato per il suo senso dell'umorismo che il redattore di quest'articolo sicuramente non ha)

Il diavolo e Dylan Dog

E il diavolo? Ogni tanto compare sulle pagine di questo fumetto, assieme a streghe, fantasmi, morti viventi e altre immagini esoteriche. Il problema è riuscire a capire dove finisca l'ironia e dove cominci, invece, l'intenzione seria di proporre ai lettori un approccio con il mondo dell’occultismo (infatti Tiziano Sclavi, noto agitatore di folle, predica il suo credo ogni giorni in piazze e grandi città per portare giovani e meno giovani al mondo dell'occulto). Tutto appare piuttosto confuso. Però, alla fine ridendo e scherzando, il giovane lettore sembra davvero avvicinarsi a certi pericolosi argomenti(nota personale: ha ragione. Infatti dietro al mio letto ho tante statuine macabre. Sono tutte riguardanti Paperino. Ma chissà se anche lui non istighi al macabro e alla paura, d'altronde gira sempre nudo, è uno che non ha pudore.).
I fatti sembrerebbero dimostrarlo. All’interno dell'albo numero 6, intitolato «La bellezza del Demonio», sono state pubblicate queste parole: «Il più bel libro sul diavolo (a parte ovviamente la Bibbia) è stato scritto e curato da Decio Canzio (il direttore generale della casa editrice di Dylan Dog). Era pubblicato dall'Editoriale Milanese, ed è purtroppo oggi introvabile, ma ci impegniamo, in casi di provata necessità, a spedirne fotocopia a chi ne fa richiesta (un esempio di "provata necessità": se vi capita di evocare il Diavolo, il minimo che potete fare è invitarlo a cena, ed ecco che il volume informa sui cibi e sulle bevande da non offrirgli, come il pane degli angeli e il vin santo, consigliando invece il seguente menù: polpettone ripieno di sterco umano, carne putrefatta, bubbone di appestato e ramarro, e per finire cervello di gufo disseccato e impregnato di succo di cicuta)». Questo è ciò che si poteva leggere nel sesto numero di Dylan Dog, pubblicato nel 1987. L’anno successivo, fu realizzata una piccola Enciclopedia della Paura sul tema: «Il Diavolo dall'A alla Zeta», allegata in omaggio a un albo «speciale» di Dylan Dog. In copertina c'era una classica immagine del demonio. Nell'introduzione, lo sceneggiatore Tiziano Sclavi ammise che, nonostante il tono scherzoso di quanto era stato detto nel numero 6, alcuni lettori gli avevano scritto davvero per richiedergli le fotocopie del libro di Decio Canzio sul diavolo. «Non abbiamo mai saputo se anche loro scherzassero, dicendo di aver evocato il Diavolo», ha dichiarato Sclavi. (T. Sclavi, Introduzione a L’Enciclopedia della Paura. Il Diavolo dall'A alla Zeta, a cura di Ferruccio Alessandri, allegato a Dylan Dog Speciale, supplemento a Dylan Dog, numero 23, agosto 1988, p. 1).
Insomma, tra una battuta e l'altra, sembra che i ragazzi finiscano davvero per interessarsi al satanismo. Non tutti i giovani, infatti, hanno la capacità di cogliere I'ironia di certi testi di Dylan Dog (solita tiritera che girerà per millenni ovvero i ragazzi sono scemi). Molti lettori prendono tutto terribilmente sul serio. E così, dallo scherzo si rischia di passare alla pratica reale dell’esoterismo (c.v.d.). Di chi è la colpa? Forse di chi gioca, con troppa facilità, con argomenti delicati come il diavolo e la magia, senza pensare alle conseguenze che potrebbero avere su certe menti un po' fragili. Inoltre, c'è un altro aspetto da non sottovalutare. Il tono dell'introduzione di Tiziano Sclavi all'Enciclopedia della Paura sul diavolo è decisamente ironico. E’ lo stesso scrittore ad affermare che, per leggere questo saggio, è necessaria l'ironia. E infatti, alcuni testi del dizionarietto sono divertenti. Ma altri non lo sono affatto. L’ironia, purtroppo, si mischia a serissime e dettagliate spiegazioni sul satanismo, la magia nera e i rituali diabolici. Non si può escludere, quindi, che alcuni ragazzi siano rimasti affascinanti da certi argomenti.
Ecco, ad esempio, come viene descritto il rituale della «messa nera»: «Rito dei culti satanisti, equivalente cittadino del sabba. Tutta la liturgia della messa cattolica viene stravolta. I simboli sono capovolti: le candele nere, l'altare costituito dal corpo di una vergine o comunque da una ragazza che, sporca del sangue di un animale o di un bambino sacrificato, viene posseduta dall'officiante e spesso anche dai fedeli alla fine della messa» (L:Enciclopedia della Paura. Il Diavolo dall'A alla Zeta, p. 43).
E’ lo stesso Sclavi ad ammettere l'esistenza di un «fascino del diavolo», quando scrive nell'introduzíone: «Noi al diavolo non crediamo, né lo neghiamo. Non ci interessa sapere se esiste o no. E’ un tema affascinante, e tanto basta» (T. Sclavi, Introduzione a L’Enciclopedia della Paura. Il Diavolo dall'A alla Zeta, p.2). Questi sono i principali aspetti negativi di Dylan Dog. Ovviamente non si può negare che nel fumetto si trovino anche contenuti positivi. Ma, purtroppo, si confondono nel grande minestrone di sangue, violenza ed esoterismo che caratterizza le storie dell'indagatore dell'incubo.
Negli ultimi anni, il personaggio di Dylan Dog è stato utilizzato per promuovere campagne in favore dei disabili, per la sicurezza stradale, contro la droga e contro l'abbandono degli animali durante l'estate (ma gli animali non vengono abbandonati per poi sacrificarli meglio, non hai capito niente!). Tutto ciò è lodevole. Ma come si conciliano queste iniziative positive con i contenuti negativi degli Almanacchi della Paura? E perché la direzione del «Dylan Dog Horror Fest» è stata affidata a Stefano Marzorati, giornalista che loda certi complessi musicali blasfemi e anticristiani? (Al rogo! Al rogo!)

Conclusione

“Questo libro della legge non si diparta mai dalla tua bocca, ma meditalo giorno e notte, avendo cura di mettere in pratica tutto ciò che v'è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai”. - Giosuè 1:8
“Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi, che non si ferma nella via de' peccatori, né si siede sul banco degli schernitori; ma il cui diletto è nella legge dell'Eterno, e su quella legge medita giorno e notte. Egli sarà come un albero piantato presso a rivi d'acqua, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e la cui fronda non appassisce; e tutto quello che fa, prospererà. Non così gli empi; anzi son come pula che il vento porta via. Perciò gli empi non reggeranno dinanzi al giudizio, né i peccatori nella raunanza dei giusti. Poiché l'Eterno conosce la via de' giusti, ma la via degli empi mena alla rovina”. (Salmo 1)

Past. Francesco Zenzale 
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Mia piccola considerazione personale: Il signor Climati cerca il diavolo ovunque e, in questo caso, ha deciso di trovarlo in un fumetto che di diabolico ha ben poco. Vogliamo parlare di fumetti che inneggiano all'uomo zolfato? Che ne dici di Obelix, caro Climati? Per essere così forzuto, lo sappiamo tutti, ha bevuto una pentola intera di pozione da piccolo. Ma che cos'è quella pozione se non un'invenzione di un druido sicuramente dedito alle arti oscure? E sì, da quando è uscito Asterix, ho visto migliaia e migliaia di bambini bere pozioni magiche e picchiare Galli. Poi, caro Climati, hai notato come Tex, pur combattendo Mefisto, lui non muoia mai? Ha più di sessant'anni di vita. Avrà fatto una specie di patto col diavolo per rimanere sempre così in forma. E Spider-man? Lui un patto l'ha fatto veramente (alla fine di Back in Black che ha segnato l'inizio di One moment in time) e ha cancellato il suo matrimonio (vincolo religiono!!! Per diamine!) con il salvataggio della vita della vecchiarda May! Cioè ha impedito che sua zia andasse nel regno dei cieli, è un completo adoratore del diavolo direi. Non c'è dubbio.
Infine, per finirla con questi esempi da quattro soldi, caro Climati le porgo una gentile domanda: chi ha inventato il Diavolo? Io no certamente, e di sicuro nessun autore di libri o fumetti o musica. Il Diavolo è il grande nemico del vostro Dio buono e caritatevole. Come Spiderman ha Goblin e come Dylan Dog ha Xabaras, e come Brendon ha la Luna Nera e così via. Il Diavolo è solo il personaggio cattivo di un libro, quello che lei e tanta altra gente ha letto, forse, o lo prende come esempio pur non avendolo mai sfogliato . Se il diavolo esiste, alla fin fine, è solo perchè uno ci vuole credere.
Anche io credo che Dylan, in fondo in fondo, esista veramente. Ma non vado in giro a cercare Xabaras nei libri altrui. Se mi permette, il paragone, è lo stesso.
Caro Climati, sinceramente lei mi ricorda il vecchio Abraham Simpson che vede ovunque la Morte. Si faccia un week-end di relax lontano da tutto e dal mondo e veda, che poi, si sentirà meglio. E pubblichi altri libri che son nove anni che non lo fa. E ci dispiace tantissimo.

Grazie comunque per questo paio di risate, signor Climati, e se mai leggerà queste mie parole mi inserisca pure nel suo prossimo libro che, ho notato, hanno tutti lo stesso leit motiv: i giovani sono scemi!

lunedì 26 settembre 2011

Ciao...


Non immaginavo sicuramente che dovessi scrivere un post del genere, oggi, non volevo assolutamente scriverlo d'altronde ma succede. Il lunedì, nella nostra cultura, è visto come l'inizio settimana ed è, di per se, un giorno difficile. Oggi è brutto, se non orrendo. Se ne andato colui che ha permesso a tante persone, a tantissimi bambini, perchè lo eravamo tutti non possiamo negarlo, di sognare e di passare ore su un letto, un divano, una sedia o in spiaggia mentre il vento spazza via la calura, a leggere e a vivere altrove. Sergio ha portato il fumetto nelle case degli italiani, ci è riuscito con una forza smisurata grazie anche a suo padre, che ci ha abbandonato anch'esso anni fa. Sergio, ora, se ne è andato lasciandoci soli. Perchè così ci sentiamo. Noi tutti, e per "tutti" intendo i lettori di fumetti italiani, oggi ci sentiamo soli. Pur essendo in tanti, pur essendo migliaia forse milioni. Siamo soli di fronte ad un dolore che pur sentiamo, anche se non eravamo a contatto con quel grand'uomo che è stato. Personalmente, ho visto Sergio in due occasioni. In una stavo anche per chiedergli un autografo e una foto, ma ho preferito non disturbarlo. Non perchè fossi certo di un suo rifiuto anzi, era lì a elargire sorrisi e acconsentiva a tutte le richieste possibili, ma perchè mi sentivo al cospetto di una leggenda che non potevo avvicinare. Succede, quando si è fan. E, allora, ho preferito rimandare mentalmente quella foto, quell'autografo, alla volta successiva, sicuro che ci sarebbe stata. Inutile dire che ora mi pento di non aver avuto quel briciolo di coraggio in più. Inutile dire che vorrei tornare indietro e stringergli la mano, quel che è stato è stato.
Credo di aver sempre pensato che fosse immortale, come i suoi personaggi. Che la vita gli scorresse nelle vene per sempre per la sua capacità di aver donato, al suo pubblico, la fantasia. Che è uno dei migliori regali che si potrebbe mai fare.

Un popolo intero di appassionati piange il proprio "papà". Un gruppo di innumerevoli personaggi di fantasia piange l'uomo che li ha inventati, o li ha soltanto(e non è poco) accettati e pubblicati.

Non è un "coccodrillo", è solo un omaggio ad un uomo che ci ha dato tanto. Venerdì c'è il Romics, non so perchè ma comprerò un paio di Mister No targati Nolitta, magari va a finire che mi innamoro di un personaggio ancora una volta. E, penso ancora, che se scrivo con passione e con voglia di raggiungere qualche serio obbiettivo, il merito (o la colpa, chissà) è anche un po' tua.

Grazie Sergione. Grazie veramente. E scusami se ho usato il "tu".

Davide Paolino.

(L'immagine è di Makkox apparsa su ilpost.it)

Quelli che aspettano



(Buio. Entra in scena, dopo qualche minuto, F con uno strano cappello da cow-boy sulla testa. Guarda dietro di se come un cane che si cerca la coda, poi lancia uno sguardo verso il vuoto. Si ferma a centro palco. Si toglie il cappello, lo poggia a terra, prende degli occhiali da vista dalla tasca, se li sistema sul naso, prende un taccuino dall'altra tasca, si schiarisce la voce)

F: Gentili spettatori, buonasera. O buongiorno, o buonanotte, questo è il bello di internet: ognuno può fare quel che vuole quando cavolo vuole. Quindi voi, oh gentile pubblico, ci potete leggere quando e dove volete. Anche nei posti più impensabili. D'altronde hanno inventato i portatili per un solo motivo, lo sapete bene, spero almeno che vi laviate le mani dopo aver letto questo post.

(Conta fino a quattro a bassa voce. Riparte)

F: E mi raccomando di chiudere l'altra scheda, quella che sapete voi, non possiamo reggere il paragone con un bel paio di poppe. E' una battaglia persa in partenza. Quindi premete sulla X e cancellate la signorina discinta.

(Fa il segno della X con le braccia.)

F: Mi raccomando: lei, non noi! So che è difficile scegliere. Ma finite prima di leggere poi l'andate a ritrovare. Tanto non scappa, non scappano mai.

(Conta fino a tre a bassa voce. Riparte)

F: Comunque, senza indugi, sono qui per fare un annuncio formale e ufficiale. Il signor D mi ha portato su questo palco perchè, sue esatte parole, "non scrivi mai una beata almeno fai qualcosa di utile nella tua vita da reietto e parassita della società". Sempre molto gentile nei miei confronti, non c'è che dire.

(Conta fino a tre a bassa voce. Riparte)

F: Io, nella persona splendida aggiungerei, di F, faccio questo comunicato per voi, pubblico leggente. Il signor D, dall'alto della sua infinita bontà, ha deciso che no, non è possibile, che questo spazio sia inutilizzato per ben due dì consecutivi. E quindi, dall'alto della sua superba e incalcolabile gentilezza, ha deciso di effettuare, ancora una volta, una atroce promessa al suo innumerevole pubblico. Per cercare di fare un conteggio potremmo dire che la sua platea è costituita dagli spettatori di "Protestantesimo" uniti a quelli del "Progetto N.E.T.T.U.N.O."

(Conta fino a quattro, di nuovo. Riparte)

F: Chissà se lo trasmettono ancora, poi. Non capisco chi sia così appassionato di matematica da guardarsi calcoli strani alle 3 di notte. A quell'ora, ai tempi addietro, c'era il porno. Altri tempi. Bei tempi. Ora il porno si trova dappertutto. Con le webcam anche la ragazzina che hai visto crescere, figlia dei tuoi condomini, potrebbe star girando un filmino proprio sotto il tuo appartamento. E nemmeno t'invita quella svergognata!

(Conta fino a sette. Riparte)

F: Questa sapevo sarebbe piaciuta. Le donne ridono, i maschi sono diventati tutti rossi. Vi si vede da qua, pervertiti! Ma come vi capisco...

(Conta fino a tre. Riparte)

F: Il caro D, comunque, nella persona di D medesimo, con collaborazione, ai testi e alle scritture, del collega D, in questa settimana ci delizierà con, non dico cinque, non dico sei, non dico sette, anzi dico otto, bei post nuovi di zecca! Eh sì, amici miei. Non sette, ovvero uno al giorno, ma otto. E questo è uno di quelli...eh no. Così non vale!

(Si gira verso le quinte.)

F: E così so' buoni tutti. Se ne vuoi fare otto fanne otto che siano nuovi, non puoi contare st'annuncio come primo. Così ci riescono in migliaia.
D(fc): Tu no.
F: Non so perchè ma lo sapevo che ci buttavi in mezzo me, povero virgulto d'autore nelle tue mani da zappatore.
D(fc): Cosa hai da dire contro gli zappatori eh? Mario Merola non se l'è mai scordata la mamma.
F: Buon per lui, io una volta l'ho dimenticata dal parrucchiere! Le avevo detto che sarei tornato in cinque minuti e non l'ho fatto.
D(fc): Non è sta cosa così grave.
F: Aveva chiuso.
D(fc): E' rimasta ad aspettare fuori per quanto?
F: Una notte intera!
D(fc): Non poteva telefonare?
F: Avevo io la sua borsetta con chiavi, telefono e soldi.
D(fc): E non poteva chiedere a qualcuno?
F: Il negozio era lontano dalla città, in uno spiazzale di nuova costruzione. In mezzo alla strada statale. Non c'erano case ne tecnologia per dieci chilometri.
D(fc): E perchè tua madre va' in un posto così lontano per tagliarsi i capelli?
F: Gliel'avevo suggerito io. Era la prima volta che c'andava.
D(fc): Ottimo. E il giorno successivo come ti ha salutato?
F: Sono stato cancellato dal testamento. O meglio: posso ricevere i suoi soldi solo se muoio prima io. Ma sento che c'è qualcosa che in va' in questa clausola.
D(fc): Credo ti sia andata bene.
F: Non ho finito: ora, una volta al mese, ripetiamo questo bellissimo avvenimento al contrario.

(D entra in scena, stufo di stare dietro le quinte)

D: Questa la voglio sentire meglio. Quindi ti fa dormire all'adiaccio?
F: Sì. Ma non è quella la cosa peggiore.
D: Ho paura di chiedertela per il troppo entusiasmo.
F: Mi da una borsetta in mano, con solo del trucco all'interno.
D: E?
F: In tutta la notte un bel po' di simpatici omini mi fa sempre la stessa domanda. E quando rispondo che non sono uno di quei lavoratori notturni, mi apostrofano di malomodo.
D: Meraviglioso!
F: E ha creato un sito internet dove posta i filmati di tutte le simpatiche nottate.
D: Stento a crederci che da una simile donna sia uscito tu.
F: E' un complimento o un insulto?

(D prende il taccuino, scrive e lo ridà a F)

D: Te l'ho scritta. Pensaci un po' quando vai a casa. E finisci l'annuncio che ho da fare. E' notte, ho sonno e non ho messo Calaiò nel Fantacalcio, quindi sono molto triste.
F: Ci sono cose peggiori nella vita, caro mio.
D: Sarebbe?
F: Le fiction con Manuela Arcuri.
D: Oh, in effetti...
F: Sanno tutte un po' di film porno. Lo si capisce dai titoli: "Sangue Caldo"(storia di un tizio molto ingrifoso che lo porta ad un affusso costante di sangue in una certa parte del suo corpo), "L'onore e il rispetto"(mafiosi che narrano le loro sporcellate con vittime varie), "Regina dei fiori"(una ragazza, di nome Margherita, che adora intrattenersi con un mucchio di uomini e donne basta solo che abbiano nomi tipo Giacinto, Iris e così via. Persino Edera va bene.), "Il peccato e la vergogna"(non c'è bisogno neanche di spiegare, qui), "Donne sbagliate"(zozzerie di gruppo solo tra ragazze, ma questo è un film anche di denuncia perchè le ragazze che amano altre donne sono considerate, purtroppo ancora oggi, delle persone diverse e malate). Che poi manco le poppe fa vedere. Cioè, la mettono in mini abitini e le fanno baciare qualsiasi tizio abbia un paio di muscoli, pure della fronte, ma niente poppe. E' l'unica tizia, al mondo, che fa l'ammore col lenzuolo addosso! E' destabilizzante per i poveri omini.
D: Hai finito?
F: Sì.
D: Ora puoi finire il comunicato. E meno male che ti avevo detto "vai tu da solo così ci mettiamo poco e facciamo in fretta".
F: E' inutile.
D: Cosa?
F: Finire la frase con "facciamo in fretta". Se hai detto "ci mettiamo poco" hai espresso, nella stessa frase, due volte lo stesso concetto.
D: ...
F: Se non ci fossi io a correggerti, tu oggi saresti solo un misero scribacchino.
D: Finisci va'. Io vado a bermi un latte e menta. Ah, tre piccole domande, per togliermi il pensiero: perchè gli occhiali, che ci vedi benissimo?
F: Fa più scena!
D: Perchè il cappelllo da cow-boy?
F: Mi hai tu di agguantare il pubblico con la mia dialettica. E chi agguanta di più le proprie prede? Il cow-boy con il lazo!
D: Infine: perchè conti dopo ogni frase?
F: Mi immagino il pubblico che ride e gli do tempo di riprendere fiato prima di ricominciare a parlare.
D(con le mani al cielo): Oh Gesù Beato!
F: Sempre sia lodato!
D: Tu non stai bene.
F: In effetti sentivo un po' di dolori addominali, che dici, sarà un problema di eccessiva figaggine da tartaruga?
D: Io vado, sennò scoppio.
F: E chiudi bene la porta del bagno, non fare come l'altra volta.
D: "Scoppio" è senso letterario. Non fisico.
F: Mi perdoni, commediografo. Era una semplice battuta.
D: Con questa potevi contare fino a un microsecondo per quanto era pessima.
F: Chi ti dice che non l'abbia fatto?
D: Io telo. Fuggo. Corro via. Tu fai l'annuncio e chi s'è visto s'è visto.
F: Lasciami un po' di latte e menta.
D: Certo. Te lo poggio nel water.

(D ritorna dietro le quinte. F guarda un attimo verso il punto dove il suo compare era uscito. Dopo qualche attimo si risistema a centro palco e ricomincia a leggere dal taccuino)

F: Non credo me lo conserverà. Comunque, riprendiamo dove ci eravamo fermati, comprare un chilo di pane, quatro etti di prosciutto crudo tagliato fino fino, dieci uova e due confezioni di cipolle...uhm...credo sia la lista della spesa per la mia cena. Sapete, avevo voglia di una frittatita. Ultimamente sono un po' a dieta, non so se si nota. Riprendo il foglio iniziale. Ecco!

(Ritorna serio in un istante)

F: Il signor D afferma che farà ben otto post, forse compreso questo forse no, in codesta settimana. Indi ciò che avete appena letto era solo una specie di assaggio di ciò che verrà, per alcuni sarà un assaggio insipido o forse non apprezza nulla di ciò che si cucina in questo luogo ma, amici miei, una cosa mia ha insegnato mia madre(intesa del signor D) da quando ero piccolo. E la frase era: "o t' mang sta minestr, o t' vutt p'a finestr". Quindi fate poco quelli di bocca buona che lo sappiamo che dopo che finite di leggere un nostro post poi passate sul blog di uomini e donne. Vi abbiamo spiati, miei cari, sappiamo tutto di voi. Soprattutto che vi piacciono le brasiliane. Ma non lo andiamo a dire in giro.

(F si avvicina al bordo del palco, si porta una mano alla bocca come a voler chiarire il concetto)

F: Lo dice già la vostra cronologia. E state attenti ogni tanto: cancellatela. O almeno cercate di omettere qualche forum. Non avete un minimo d'imbarazzo? "Tutti Pazzi per Massimo Giletti" - Il forum. Che vergogna. E' gente come voi che mi dà il voltastomaco. Vergogna!

(F si gira. Torna verso le quinte. Si volta di nuovo verso il pubblico)

F: Vergogna! Non avete pudore! Vergogna.

(F torna dietro le quinte. Il silenzio è tombale.)

venerdì 23 settembre 2011

Da un grattacielo all'altro



"Cazzo ti conosce? Vai via. Idiota".
Una frase che ho sentito spesso nella mia piccola esistenza. Ed erano gentili. Alcuni, quelli più massicci ancora ma non di intelletto, usavano anche altri vocaboli entusiasmanti tipo "stronzo", "fanculo", "rottinculo" e "coglione". Poi, di zona in zona, c'erano quelli che mischiavano l'italiano ai dialetti del loro condominio. Sì, da queste parti ognuno ha un dialetto. Non volevo dire "familiare" perchè mi sembrava eccessivo. Comunque tutti, alla fin fine, riescono a capirsi. Chi con gesti decisamente inequivocabili, chi con minacce lievemente spiegate, chi tirando fuori un pezzo di metallo.
Vivo in un paese che è uguale a tutto il resto del mondo. Non aspiro a farlo diventare il regno eccessivo dell'illegalità, anzi non mi interessa. Ho capito, in questa piccola vita che ho avuto, che ogni luogo è un posto pericoloso. Ti possono rapire a Los Angelese, a Bergamo come in Alaska. Ti possono accoltellare a Napoli come a Montreal e perfino in Nuova Guinea. Coloro che non hanno rispetto per la vita umana si trovano dappertutto, e molti di loro ci governano e li lasciamo fare tanto, in giro, c'è di peggio. E' quello che ci diciamo quando li vediamo nelle nostre televisioni che sbraitano contro ogni diversità possibile e immaginabile. Fosse per loro il paese dove vivono dovrebbe avere solo loro come abitanti. E un centinaio di modelle disponibili, ovviamente, quelle non devono mancare mai. Poi, ovviamente, si dovrebbe accusarle di essere donne facili. L'ignoranza è dura a morire.
Figuriamoci i luoghi comuni. Prendete me: un ragazzo magro, molto magro, di altezza media. Uno che a scuola, quando gli altri uscivano a giocare o menare calci ad un pallone, si metteva in disparte e si portava qualcosa da leggere. Ho sempre avuto quest'abitudine. Molti hanno sempre pensato fosse una cattiva abitudine. Io non mi sono mai messo in fila alla posta senza qualcosa da leggere a portata di mano, le file, lo ben sapete, durano ore, perchè dovrei passare a guardare tizi che non conosco lamentarsi del servizio che vogliono usufruire. Per non parlare, poi, dei direttori che sbraitano contro le vecchiette appollaiate in sala d'aspetto. Un giorno anche loro saranno vecchi, è quello che mi dico, un giorno anche loro saranno sgridati per ciò.
Comunque amo leggere, e pure tanto. Mi mettevo in disparte a deliziarmi con le nuove avventure di Spiderman, o l'Uomo Ragno, come lo volete chiamare voi. E sognavo. Un giorno sarei riuscito anche io a creare lo spararagnatele come ha fatto Peter Parker, e per farlo avrei dovuto studiare molto. Scegliere una buona università scientifica e non fare come lui che, alla fin fine, è sempre uno spiantato. Forse è quello che lo rende simpatico, forse è quello che gli fa sconfiggere tutti i tipi di nemici, forse è quello che gli ha fatto sposare Mary-Jane. Ah, ad averci una Mary-Jane. Più tardi ho scoperto che quelli come me, gli "strani", venivano chiamati "nerd". Ho fatto qualche ricerca ed ho trovato molte cose affini col luogo comune di essere "nerd". Leggevo fumetti, avevo una buona media a scuola soprattutto nelle materie scientifiche, giocavo ai giochi da tavolo, con mio padre soprattutto. Mi aveva insegnato prima il Risiko poi gli scacchi e poi avevo scoperto il leggendario mondo di D&D e ne ero rimasto affascinato. Mio padre aveva una compagnìa, uomini di una certa età e di una certa posizione, che si riunivano due sere a settimana per giocare sotto le sue direttive. Io rimanevo affascinato, non riuscivo a capire come un poliziotto, un avvocato, un pasticciere, un panettiere e un magistrato, riuscissero a dimenticare le loro reali vite e ad identificarsi con il personaggio che interpretavano. Appena raggiunsi la ragguardevole cifra di dieci anni entrai anche io nella cerchia. All'inizio ero solo i nemici che gli altri incontravano nel cammino poi, dopo che mio padre constatò la mia bravura, entrai anche io nella compagnìa. Ci ho giocato sette anni, due o tre volte a settimana, e non ho mai rimpianto di non essere uscito a cercar ragazze invece di stare attorno ad un tavolo con una congrega di anzianotti.
Mai.
Avevo forse il sentore del marciume dilagante in cui crollava la mia società. Era mia perchè ero quasi maggiorenne e, da quel momento in poi, essere un "adulto" doveva pur significare qualcosa. Dovevo fare la mia parte nel mondo. A cominciare dal trovare la mia Mary-Jane.
Non sono mai stato uno di quelli assatanati che girano per il web alla ricerca di nudo. Ho fatto anche io le mie esperienze, chi dice di non averle mai fatte mente e mente tanto, ma ho sempre avuto una grande considerazione dell'essere femminile, semplicemente perchè, per me, era un essere meraviglioso. Non ho mai capito, sinceramente, come una donna possa innamorarsi di un maschio. Sembra strano ma è così. Noi, e mi ci metto anche io pur non essendo chiaramente il tizio della mia descrizione, siamo sporchi, buzurri, idioti e anche molto poco intelligenti. Ci facciamo scappare le meglio ragazze conosciute per una che, magari, ha una quarta invece di una seconda di reggiseno. Non dico che bisognerebbe sputarci sopra, a meno che non abbiate questi desideri inconsci, ma meglio una donna poco formosa ma adatta a te che una con un seno iper-sferico ma decisamente inadatta. Non ho trovato sinonimo migliore, me ne scuso, non sono mai stato un ragazzo da materie umanistiche, pur leggendo molto. Comunque, dopo un po' di tempo, la trovai la mia Mary-Jane e indovinate come si chiamava? Lucy. Non vi ho dato il tempo per rispondere, me ne pento. Il vero nome era Lucia ma mi piaceva immaginarla all'inglese mentre volava nel cielo con i diamanti. Sono stato appassionato anche di musica da alcuni definita "antica", non so se si nota.
Lucy, o Lucia come volete chiamarla voi, era bella, tanto, forse anche lei molto nerd ma senza saperlo. Le feci conoscere le mie passioni, le mie creazioni(avevo iniziato a creare una specie di spara-ragnatele, i sogni son duri a morire, ma alle persone, le poche che mi parlavano, non dicevo chiaramente quale fosse il mio progetto), i miei sogni. Lei, di tutta risposta, mi parlò di tutto ciò che la riguardasse, mentre io non capivo niente. Perchè solo osservandola io mi perdevo nel suo viso meraviglioso. Perchè parlando lei diventava una sirena e io Ulisse, rovinato dal canto ammaliatore dell'essere metà pesce. L'amavo Lucy. Anche lei mi amava, poi è cambiata, succede. Ad un tratto della vita cambi, che sia per forza o per necessità, ma cambi. Io ho visto cambiare molte persone nella mia pur breve vita, ma son stati, per alcuni, cambiamenti interessanti che non sto qui a raccontarvi. Lei, intanto, cambiò. Un giorno capì che non eravamo fatti l'uno per l'altra, la sirena lasciò il posto ad una normale ragazza e la sua ricerca d'amore passò dalla mente ai muscoli. E niente mi sarebbe importato se fossero stati solo i muscoli ciò che cercava.

Lucy, come molte tante ragazze, voleva un tipo che le desse sicurezza. Sia fisica che economica. Lucy, per farla breve, si trovò un individuo violento, pericolo e molto grosso. Ma non voglio arrivare subito al punto.
Io, nella mia infanzia e adolescenza, ho avuto qualche breve alterco con i tizi che usavano molto abbondantemente le parole argute "cazzo", "merda", "finocchio", "coglione" e "vaffanculo". Più tante altre che vi ho già raccontato e che non ho voglia di menzionare ancora. Queste persone erano considerate i "fighi" della scuola. Non so perchè, non ho mai capito perchè. Se qualcuno di loro avesse mai conosciuto la Storia, quella con la S maiuscoola, avrebbe capito che i fighi non erano i tizi dalla voce grossa ma chi riusciva a farsi sentire seppur bisbigliando. Einstein era figo, Newton era figo, Galileo era un figone della madonna che si faceva frustare pur di non ritrattare le sue teorie, ma loro questo non l'avevano mai capito. Loro volevano solo menare botte, tante botte, a chi ai loro occhi appariva diverso. E "diverso" era qualcunque bambino, o ragazzo, che non era più grosso e massiccio di lui. O apparteneva, magari, a qualcuno che era meglio non far arrabbiare. E aggiungendo tra gli ingredienti di questo guazzabuglio il fatto che ero il semplice figlio di un panettiere, che stavo sempre in disparte a leggere, che ero decisamente bravo a scuola e che, soprattutto, non mi interessava diventare uno col "ferro" nella tasca, diventai presto una vittima. Botte, piccoli soprusi, albi di Spiderman ed altri supereroi strappati(e per gente come me, ho scoperto poi, fanno più male che un pugno in faccia), e umiliazioni pubbliche. Cercai di uscirne tante volte da quel piccolo tunnel, ma niente. Iniziò alle elementari, continuò alle medie e finì, per fortuna, al quarto anno di superiori. Finì, per caso, ma finì.

Un giorno rividi la mia amata Lucy con uno di quei tipi che ho sempre cercato di evitare, era uno nuovo con cui non avevo mai avuto nulla a che fare. Ma era grosso, non d'intelletto ma di muscolatura. Per fare un esempio: i suoi bicipiti erano dieci miei teste disposte per tutto il braccio. Faceva un po' paura, ma mi faceva più paura vedere la mia Lucy che ne cielo vola con i diamanti, stare con una bassezza simile. Lei mi vide dall'altro lato della strada, mi salutò, e lui si inalberò. Lo so che è strano ma si inalberò. Forse la sua donna non si poteva permettere di salutare tizi anormali, almeno per loro, in mezzo alla strada. E lui attraversò di tutta corsa l'asfalto che delimitava i due marciapiedi per corrermi davanti. Era ancora più grosso visto da vicino. Molto più grosso, ma non mi faceva questa gran paura. Di idioti di quel genere ormai ne avevo conosciuti a decine, avevo capito che l'unica cosa che si può fare contro di loro è ignorarli. Anche mentre ti pestano, fare come se fosse stata la cosa più normale di quella giornata, forse la più noiosa. Dopo un po' non ci trovano gusto e ti lasciano andare. Così feci anche quel giorno.

Il tizio, che affermò di chiamarsi il Re dei Quartieri o una cosa del genere, mi intimò di non provare più a salutare la sua donna. Risposi con un semplice "ok" decisamente annoiato con gli occhi a mezz'asta. Lui se la prese ancora di più. Sbraitò improperi contro mia madre e pure contro mia sorella, ma lo fece così convinto che pensai veramente di averla e che avesse fatto tutte quelle cose al suo gruppo di ragazzi. Mi ripromisi di cercare i video di quella serata su internet, come lui aveva ipotizzato, ma non mi diede il tempo di andare a casa. Mi colpì. Una sola volta. Nel costato.
Caddi a terra perchè il colpo era decisamente forte, non posso dire di no. Ero sempre stato magro e la maggior attività sportiva di quegli anni che avevo fatto era stata leggere. Che non porta a nessun accrescimento dei muscoli, forse dei neuroni ma non è sicuro. Dopo un po' arrivò un onesto tutore dell'ordine che chiese cosa fosse successo. Lui, con molta calma e nonchalanche, lo apostrofò di malo modo e iniziò a fare una lista delle sue parentele. Il tutore, affranto, se ne tornò all'ovile. Io intanto mi rialzai e allungai la mano in segno di resa. Chiesi anche scusa per il tremendo affronto che gli avevo causato e attesi la sua stretta di perdono. Non arrivò. In compenso, sulla mia nuca, fece capolino una bottiglia di vetro. Era un suo compare, tale o' comannant r'o rion (troppi generali in questo quartiere, non potei fare a meno di pensare) che gli diede manforte. D'altronde ha ragione, un tizio di due metri per centotrenta chili di muscoli non può non aver bisogno di una mano. I due, ben lungi dal farmene andare presso la mia dimora, mi fecero notare con entusiasmo e precisione la misura delle loro scarpe dietro la mia schiena e nel mio stomaco. Appena iniziai a sputare un po' di sangue, Lucy cercò di fermarli. Le andò male anche a lei. Uno spintone del suo delicato nuovo ragazzo la portò contro un muro in men che non si dica, rimbalzò con la schiena e cadde a terra. Non so perchè feci ciò che ho fatto dopo ma, ogni tanto, anche un timido ragazzo ha una foza d'animo che non ti aspetti.

Mi alzai. E colpii con tutta la forza che avevo l'amico del Re, il suo secondo in comando. Il caro ragazzo si beccò un pugno sulla guancia destra, non se l'aspettava, infatti estrasse il coltello come se la diretta conseguenza della mia azione fosse stata una dichiarazione di guerra. Il Re, dal canto suo però, si girò verso il suo amico e gli mollò un ceffone. Affermò che un vero uomo non utilizza armi, un vero uomo colpisce solo con la propria forza e così facendo gli spezzò il polso della mano col quale teneva il coltello. Il ragazzo iniziò ad urlare, più tardi, anzi ora, credo di aver capito perchè il Re lo fece. Voleva avere una sorta di cappa dove mascherare le mie di urla. Perchè dopo pochi secondi mi fù addosso, dopo pochi secondi mi colpi così tante volte in faccia che dovetti aver bisogno di un intervento di chilurgia plastica per essere quantomeno presentabile nella bara. Mi uccise, senza pensarci due volte, perchè nella giungla dove viveva io gli avevo appena fatto un affronto, o magari avevo come colpa semplicemente quella di voler vivere. O respirare. In effetti avevo respirato troppo nella mia vita, forse più di quanto mi era stato concesso. E la mia piccola vita si interruppe un giorno prima del mio compleanno. Il giorno prima di festeggiare i miei diciotto anni che coincisero con il giorno del mio funerale. Niente festa con gli amici, ne avevo due non sarebbe stata questo meraviglioso festeggiamento, niente celebrazioni amorose con la ragazza, che successivamente denunciò il Re per tutto ciò che aveva combinato nella loro ottima storia d'amore. Attualmente il tizio che ha deciso di distruggermi è a casa sua, osannato come un Dio da tutti i ragazzi del quartiere, sotto "stretta sorveglianza" di agenti di polizia corrotti. Ma non mi intristisco per ciò.

Mi dispiace per Lucy che cambiando, ad un certo punto della sua vita, è peggiorata. Ma ha capito che dai propri errori si può rinascere. Mi dispiace per tutti quei bambini che "scadono" e si trasformano in bulli solo perchè hanno capito, forse dai propri genitori o dal proprio ambiente, che essere forti equivale ad essere rispettati. Mi dispiace per Orgon, il mio personaggio a D&D, che non potrà più vivere. Molte volte sono morto in quel gioco ma io rimanevo vivo per poterne creare un altro, di personaggio, ma stavolta morendo io, lui non può ricominciare da capo. Mi dispiace per i miei che hanno messo al mondo, e cresciuto, un ragazzo migliore della feccia che c'è in giro. Forse se fossi stato un po' più cattivo sarei vissuto più di diciassette anni e trecentosessantaquattro giorni. Ma che avrei vissuto a fare?

Mi basta sapere che ora, per fortuna, ho un'intera eternità per inventare i miei spara-ragnatele. E poi per poter insegnare, a qualcuno, che da un grande potere derivano grandi responsabilità.


Nota: volevo andare in tutt'altra direzione all'inizio, ovvero quando mi sono approntato a scrivere questo raccontino. Poi le mani hanno cliccato per conto loro, spero sotto il controllo della mente ma, conoscendomi, non ne sono così sicuro. Spero che piaccia e se piaccia che lo condividiate o che lo commentiate dicendo cose carine sul mio conto, o anche cose cattive. Ma anche cose neutre, qui si accetta tutto. Non scrivevo un racconto da tanto, forse più di un paio di mesi, si nota direi.

giovedì 22 settembre 2011

Dieci più dieci



Visto che ogni tanto mi piace mantenere le promesse ecco un'altra decina di domande a Francesco Savino, alias l'autore eclettico che tutti i fumettari italiani attendevano con impazienza da dieci anni. Il caro Savino, sempre in latitanza, non ha forse capito che si deve diventare prima famosi e poi non lasciare interviste o cos'altro, come hanno fatto Sclavi e Alan Moore, per citare due colleghi dello stesso calibro. Ma lui va controcorrente e scompare prima, genio! Genio!

11) Signor Savino, ha sentito che i R.E.M. si sono sciolti? Sa bene che è per colpa sua dato che erano grandi fan dei suoi post e non hanno resistito alla tristezza di non leggerli continuamente?

12) Signor Savino, è vero che organizza festini nella sua casa di Milano con un certo figlio di Batman?

13) Signor Savino, è vero che ha fallito la vita universitaria e ora vende statuine del duomo di Milano che puntualmente si lancia addosso da solo per ricordare un bell'episodio del passato?

14) Signor Savino, lei afferma di non voler entrare nei social network, ma allora cosa ci fa col computer tutto il giorno se non fa una beneamata su internet?

15) Ha conosciuto belle pollastre nel profondo nord?

16) Sa che dopo questa domanda si ritroverà la sua lei con una roncola in mano davanti la porta della sua abitazione?

17) Il fatto di aver spostato la residenza da Milano a "Villa di Arcore" è sintomo di comportamenti illegali?

18) Non sarà mica diventato un leghista ed odia il sottoscritto?

19) Il video che la ritrae mezzo nudo, di notte, con l'ex presidente della provincia del Lazio, l'onorevole Marazzo, è nelle mie mani. Lo pubblico?

20) Avrei bisogno di un prestito, a fondo perduto, di diecimila euro. Me li presta? Casomai dica di no, il video della domanda nove si ritroverà causalmente su internet.

Attendiamo le risposte, se mai ci saranno.

martedì 20 settembre 2011

Amarcord



(Buio. Dopo un paio di minuti entra in scena D, come al solito, ma la luce che lo illumina è fioca, debole. Guarda all'orizzonte, si mette una mano sulla fronte come a voler scrutare un panorama sconfinato. Deluso la rimette in tasca, prende una penna, scrive qualcosa su un taccuino, guarda l'orologio.)

D: E poi sono sempre io...

(Riguarda l'orologio nervosamente, poi prova ad effettuare una chiamata. La voce dall'altro capo del telefono risponde e lui attacca. E' ancora più nervoso. F arriva trafelato e con la solita luce forte ad illuminarlo, pare accorgersi in un attimo che qualcosa non va'.)

F: Nervoso?
D: Tu dici?
F: Non dirmi che ti sei irritato per il mio leggero ritardo.
D: Ma noooo, non mi permetterei mai.
F: Noto sarcasmo.
D: Bravo.
F: Ironia.
D: Ottimo.
F: Cinismo.
D: E tutto in una frase, pensa te. Ho anche provato a chiamarti, idiota.
F: Ma non hai il mio numero.
D: Appunto, ho chiamato quella del segnale orario. Mi ha confermato il fatto che eri in ritardo.
F: Oh ma come sei spiritoso, sei proprio divertente.
D: Non la sai usare bene l'ironia.
F: Eh. Sei tu quello simpatico del duo. Sei tu quello emotivo del duo. Sei tu quello sensibile del duo. Sei tu quello onnipresente del duo. Sei tu duo.
D: In effetti ora che me lo fai notare...
F: Lascia stare va', che se continuiamo così si sa dove si va' a parare. Per parlare d'altro...ti vedo più oscuro...come mai?
D: Lampade a risparmio energetico, lasciale scaldare e vedi come vanno una meraviglia.
F: Ah. Ecco. Sei pure il fottuto ambientalista del duo, e cosa sono io?
D: Il disperso del duo? L'assente del duo? Il deceduto del duo?
F: Zitto, non dire cose del genere che potrei esserlo davvero, d'altronde non ci sentiamo mai. Potrei essere diventato un fantasma senza nemmeno saperlo.
D: Che poi hai ragione, alla fin fine, do troppo importanza a questa cosa che devi scrivere.
F: Esatto!
D: A che serve poi, alla fin fine, scrivere? A niente. E' solo un blog mica una costituzione.
F: Giusto!
D: Quindi, alla fin fine, che serve avere un co-admin. Tanto vale eliminarlo e mettere un altro tizio al tuo posto!
F: Ottimo! No...aspetta...non ottimo! Cattivo, tu, cattivo!
D: E dai, fammi sto piacere, fossilizzati altrove!
F: No. Non me ne andrò mai. Mi piace scrivere sul blog. E poi la fai troppo tragica, ho scritto ben 8 post nel 2011!
D: Che mese è, ora?
F: Gennaio?
D: Fuochino.
F: Marzo?
D: Fuocherello.
F: E' già agosto??
D: Ci sei quasi!
F: E' settembre? Oh mio zio, avevo un appuntamento con P a Luglio. Me ne sono dimenticato, per questo non mi parla da un bel po' di tempo!
D: Ecco, quella santa donna, che almeno ha un motivo per scomparire: non far capire al mondo che sta con te sennò chissà quanta gente le si metterebbe attorno a dire "ma perchè?", "ma percome?", "ma come fai?", "perchè hai scelto il brutto del duo?" e così via.
F: A'meraviglioso del duo...calmino eh!
D: Come ti agiti presto, eppure io ti voglio bene.
F: Non sembra, lo sai?
D: Io ripenso a quando ci siamo conosciuti, a quando abbiamo capito di essere affini. A quando sapevo che collegandomi alle ore 23 ogni sera avrei trovato ad aspettarmi te, con le tue battute incapibili e le tue idiozie smisurate. Mi mancano un po' quei tempi.
F: Ma alle 23 lavori, che mi connetto a fare se non ti trovo?
D: Non è l'orario, è sapere che è passato del tempo, tanto tempo, da quando ci siamo conosciuti e ci siamo vicendevolmente scelti. Eravamo uguali, in passato.
F: Tutto ciò mi sa di dichiarazione d'amore. Vuoi essere tu quello gay del duo?
D: Ecco, sei solo un volgare omofobo. E io che parlavo di amicizia.
F: Non sembrava solo amicizia eh.
D: Ma dai! Te li ricordi i periodi in cui tu andavi appresso ad una che non ti filava e io appresso a tutte che non mi filavano?
F: Eh!
D: E poi una mi si filava ed era una pazza atroce?
F: Eccome se me la ricordo, mi fece pigliare un paio di infarti.
D: Eravamo diversi, eravamo giovani, eravamo...
F: Scemi! Non è che siamo cambiati tanto.
D: Forse fuori, ma dentro...
F: Non mi ri-iniziare con un revival di poesie sulla memoria e sull'invecchiamento che ti prendo a roncolate.
D: No. Niente poesia.
F: Olè.
D: Solo un delicato sonetto.
F: No! No!
D: Scherzavo...
F: Meno male.
D: In realtà qui ci andrebbe bene un post filosofico.
F: Eh no, e dimmi che mi vuoi male. Tutte quelle robe strane in cui affermi le grandi verità della vita tipo che il pane cade sempre dal lato imburrato o che la tua fila in autostrada è sempre la più lenta o che si stava meglio quando si stava peggio o che George Clooney invece di fare film passa gran parte del tempo a trombarsi gnocche. E che, in conclusione, tutte 'ste manfrine vogliono significare che ti senti un po' giù e vuoi due coccole.
D: Non è vero.
F: E se te le fa Juliana Moreira sei ancora più felice.
D: Non è totalmente vero però...
F: Bravo. Pensa alle poppe. Sono loro che fanno girare il mondo. Così esci dalla depressione e mi scrivi post simpatici.
D: Solo?
F: E filosofici, e poesie, e racconti, e cazzabubbolate di venti puntate e divine commedie, odissee, promessi sposi e sicuri fidanzati!
D: Mò sì.
F: Ah, vuoi che te lo dica? Sì, scrivi sempre tutto tu! Io sono inutile, ok? Sono una piattola. Che poi manco ci guadagni soldi co' sto blog che ti lamenti tanto che non scrivo. Se lo faccio o meno mica si nota la differenza!
D: La noto io, è che mi manchi.
F: Ritorniamo al momento dell'amicizia vera tra uomo e uomo? Io non ci vengo in campeggio con te, e non ci vengo soprattutto vestito da cow-boy.
D: Oh, ti stai dando da fare con le citazioni. E bravo.
F: Ho imparato dal migliore.
D: Me!
F: No, Cita. Se non cita lei non cita nessuno.
D: Ecco. Ora non ho più nostalgia delle chiacchierate passate. Dopo codesto straordinario calambour ho capito che il passato non tornerà più.
F: Bravo.
D: E che è inutile stare lì a pensare alle azioni mai più ripetute e alle persone perse. Sono parte di un tempo che non ci appartiene, ormai.
F: Giusto.
D: E che seppur...
F: No. Mi stai fregando! Cercavi di filosofeggiare, ti ho sgamato!
D: Eh, sei sempre stato una spanna davanti agli altri in orfanotrofio, te lo riconosco!
F: Credo che ti stai confondendo con qualcun'altro! Io non sono stato adottato.
D: Hai ragione, caro Ben, i sopravvissuti dell'aereo stanno venendo qui.
F: Mi stai preoccupando!
D: E' ques-s-sto è t-t-t-t-tutto g-g-g-gente!
F: Ecco, sei svalvolato. Doveva succedere un giorno o l'altro.
D: Una rotonda sul mare...(tarararà)...il nostro disco che suona...(tararà)
F: Vedo i facchini sudare...(tararà)...ma non sei più in te...
D: Basta. Vado a casa. Domani è un altro giorno.
F: Che è questa? Una tua assoluta verità da post filosofico?
D: Non mi hai mai capito, Ramada, tu non mi hai mai capito.
F: Vai vai, che il manicomio chiude alle 19, e fammi un fischio quando arrivi.
D: Francamente me ne infischio!
F: Questa era ottima per una chiusura.
D: E' che mi vengono al momento. So' scrittor comico so'.
F: Non si nota proprio comunque, riesci a mascherarlo per bene. Troppo per bene.
D: E' come Albano. E' simpatico. Ma in profondità, forse nell'intestino crasso.
F: Che ho sempre pensato si chiamasse "grasso" a dirla tutta.
D: Io ho sempre pensato tu fossi intelligente, pensa te!
F: Ahahah, questa era divertente, però.

(Si girano, si allontanano, le voci scompaiono man mano)

D: Le mie son sempre divertenti.
F: Anche le mie, se me le scrivi tu.
D: Non è detto! Te le potrei scrivere orrende per poi farne di migliori io.
F: Giusto, sei proprio una gran bella birba.
D: Lo ben so.
F: Com'era quel fatto del campeggio vestiti da cow-boy? Non sarebbe poi sta' cattiva idea...
D: Credo di avere già un altro impegno.
F: Ma non ti ho detto che giorno.
D: E' un impegno perenne.
F: E che roba sarebbe?
D: Scappare dalle tue grinfie!

(I due ridono all'unisono. In scena torna il buio.)

lunedì 19 settembre 2011

Altrove

(Buio. Una luce fioca si proietta su un tizio, alto con molti capelli ed occhiali, che si ferma a centro scena. E' nervoso. E lo dà a vedere.)

D: Giuro che è l'ultima volta. L'ultima volta.

(Si sbraccia, si inalbera. Prende un vaso che è giunto da chissadove e lo sbatte a terra. Non si rompe. Ci riprova, non si rompe. Si inalbera ancor di più. Inizia a farfugliare cose incomprensibili. Arriva un'altro uomo in scena.)

D: Ah, finalmente. Stavo quasi per partorire.
F: Ma non mi avevi detto che eri incinto!
D: Seppur lo fosti stato sempre non ti fai sentire da nove mesi!
F: E comunque non sarebbe stato figlio mio, ne sono sicuro.
D: Ovvio, non ti si vede mai!
F: Ma ancora co' sta storia. E basta! L'abbiamo capito. E scrivi sempre tu, e sei bravo solo tu, e sei bello solo tu, e io sono un buzurro, barbone, bastardo, bombolone, burbero idiota. Ok? Soddisfatto? Tanto mai niente cambierà, tu starai qui a rincorrermi e io sarò altrove.
D: Ma almeno dammi il tuo numero.
F: Ce l'avevi.
D: L'ho perso.
F: Mandami un'email.
D: L'ho fatto.
F: Obbligami a risponderti all'email. O obbligami a controllarle.
D: Io vorrei obbligarti a dare testate al muro violentemente ogni dì appena ti desti. Così magari si aggiusta qualcosa in quella testolina.
F: Non si può aggiustare nulla se tutto funziona.
D: L'importante è auto-illudersi. Anche Cecchi Paone l'ha fatto per tanti anni, poi non ha più resistito.
F: Ecco. Noi luminari siamo così.
D: Non parlavo di scienza ma di chimica.
F: Sempre lì siamo.
D: Chimica tra due corpi.
F: Eh, chimica, sempre lì siamo!
D: Attrazione, intendo!
F: Eh, la legge d'attrazione. I magneti e robe simili, quelle cose là.
D: Parlo di uomini che amano uomini, idiota!
F: Ah. Hai cambiato sponda?
D: ...
F: Dai, puoi dirmelo. E se pensi che io sia un bel ragazzo puoi pure ammetterlo, non posso accettare le tue avances ma mi fanno piacere.
D: Facciamo che ti do un vantaggio di dieci secondi?
F: Per cosa?
D: Per scappare.
F: E che me lo dai affare. Tu sei sempre rotondetto, io sono esile come un giunco. Se poi sapessi cosa sia sto' giuco. Forse è uno di quegli animali che non esistono tipo il Calderolo.
D: Però sono allenato. Non ti acchiapperò sullo sprint ma a resistenza sto messo bene.
F: Ecco. Ho un impegno urgente.

(F corre via. Dopo dieci secondi D lo insegue. Escono di scena.)

(Rientrano dopo cinque minuti, D ha un sorriso stampato in fronte, F è un po' acciaccato)

F: Sei stato sleale.
D: Si chiama furbizia.
F: No. Sei stato sleale e cattivo.
D: Ho solo, per gentilezza, urlato di fare attenzione alla pozzanghera. E tu, da emerito idiota, per insultarmi e girarti indietro a deridermi per la mia bontà, sei andato a infrangerti contro un tizio.
F: Lo ben so.
D: E sto tizio era alto quanto te ma mooooooooooooooooooooolto più fisicato.
F: Lo ben so.
D: E sto tizio non ha accettato le tue esili scuse.
F: Lo ben saputo e tanto dolore ho sentito e ancora sento.
D: E' la legge divina.
F: Tu credi nella legge divina solo quando ti va bene, che sei pure un uomo senza Dio.
D: Credere ad un tizio che ci controlla dall'alto e ci da gli zuccherini quando facciamo i bravi e lo zolfo quando facciamo i cattivi è una cosa che non rientra nella mia persona. Che poi lo sai che se ti penti in punto di morte poi ti da lo zuccherino? Pensa ad Hitler che alla fine ha detto: "scusate tutti, ho fatto il bricconcello, me ne pento", ora è lì che gioca a pallone con Goku e il Re Leone.
F: Non mi ricordavo che Goku fosse ancora morto!
D: E' colpa di Italia Uno, ritrasmettono di nuovo Dragon Ball e quello sfigato crepa sempre.
F: Ma devi mettere in conto che esistono le cose che nessuno può spiegare.
D: Nessuno? E' perchè non stai con una biotecnologa. Lei può spiegare quasi tutto.
F: Anche i cerchi nel grano?
D: E' un tizio che si diverte con un compasso gigante!
F: Stonehege?
D: Lego per cavernicoli.
F: Il triangolo delle Bermuda?
D: E' antico. Non fa più notizia. E' vecchio come Costantino.
F: Gli alieni esistono?
D: E secondo te Borghezio è un terrestre?
F: Come mai Spiderman e Superman non si incontrano mai?
D: Vanno troppo veloci e vivono in città diverse.
F: Chi siamo?
D: Uomini.
F: Dove andiamo?
D: Dipende cosa hai da fare.
F: Da dove veniamo?
D: Dipende da dove abiti.
F: Perchè hai sempre la risposta pronta?
D: Perchè ti odio.
F: Ecco. Tutto si risolve così per te! "Ti odio". E stai apposto! I problemi si risolvono col dialogo, con bei discorsi lunghi in cui ci si confronta e si trovano i punti cardine che ci fanno litigare.
D: E come faccio a parlarti se non ho il tuo numero?
F: Mi vuoi parlare? Se lo volessi veramente verresti a Milano.
D: Hai ragione, sono un insensibile. Ti piacciono i pianoforti a coda?
F: Sì.
D: Ecco. Mi è venuta una sorta di revival Warner Bros. Te ne voglio spiaccicare uno in testa. Mi dici, precisamente, domani alle 16 in che luogo ti trovi?
F: La butti sempre in scherzo, questo sei tu, un disadattato che ride per non piangere. E fa battute quando in realtà vorrebbe nascondersi e dire al mondo che ha paura.
D: ...
F: ...
D: ...
F: Eh no, dai. Scherzavo. Non è vero. Tu sei una sagomaccia, non ti incupire. L'unica volta che ti ho visto triste era a Juve-Napoli 2 a 3.
D: ...
F: Ecco. Ti ho fatto ri-incupire. Bisogna dirti qualcosa che ti faccia stare meglio...ah si. Tu sei un idiota che si veste come Dylan Dog, indi ti sei molto affine a lui indi la parola magica che ti farà riprendere è "autunno".
D: Oh, che soave e celestiale visione passa nella mia mente da scrittore.
F: Lo sapevo!
D: Oh, l'autunno. Oh, le giornate ventose con un libro trascorse in sdraio mentre fuori la gente corre. Oh, le partite di calcetto alle 17 con dieci gradi. Oh, la pioggia.
F: No!
D: La pioggia così beata scorre delicata sull'asfaldo duro, il domani sarà più sicuro?
F: No, ti prego!
D: Piove. Sarà il segno che mi porterà ad esser degno del tuo amore più forte? Quello ottimo in buona e cattiva sorte?
F: No. Finiscila di parlare in corsivo. Ti prego!
D: Scorre. L'acqua scorre e non possiamo fermarla, se ne scende così tanta perchè quella in casa dobbiamo pagarla?
F: E' acqua! E' solo semplice acqua, ti scongiuro. Non è che ogni volta che viene l'autunno puoi fare poemi sull'acqua che scende dal cielo. E che cribbio. Non significa niente, è solo acqua. Che poi riempie i fiumi che poi evapora che poi diventa nuvola e poi ripiove. E' solo acqua rieditata. E' acqua 2.0.
D: E' solo acqua. Ma dà la vita, e la toglie un attimo dopo. Nessuno te l'ha mai detto che assomiglia ad un topo?
F: Basta. Quando inizi a parlare così mi dai sui nervi. Continuiamo un'altra volta. (Esce di scena)
D: Dai non andare, era solo un mondo per scherzare. La pioggia non ha modificato il mio io, ne avrò pagato il fio, ma non ho giocato solo per desiderio, questo era un post semiserio.

(D si guarda in giro. Non c'è nessuno. Riprende la pianta da terra. La rimette a posto con calma. Il vaso si sbriciola: terra dappertutto. Compare un tappeto in scena, lo adagia sopra la terra, esce fischiettando.)


sabato 17 settembre 2011

I miei soldi...


Diciamocelo: essere nerd costa. E pure tanto. Sinceramente di fumetti non è che spendo cifre esagerate ogni mese. Alla fin fine quello che mi può costare di più viene sui 5 euri ed esce una volta ogni millennio(si parla dei vari speciali Bonelli, ovviamente, essendo io un filo-italiano e Marvel-fan) e le spese vere, quelle diciamo "pazze", le faccio solo alle fiere ed una, guarda caso, è in programma a fine mese. Che ci vada il 29 o il 30 ancora non è sicuro ma ci andrò e sarò ben felice di andarci. E di comprare qualche cosa, non eccessiva mi dico sempre, e molte volte riesco persino a starmi a sentire.

Ma quest'anno, dopo aver letto il Mega del mese di Settembre, ho il sentore che farò letteralmente una spesa pazza. Una spesa che non è che faccio abitualmente e che non farò per molto molto tempo. Ma andiamo con ordine.

Dicevo che essere nerd costa. Basti solo pensare a quanto vengono i manuali del Master, del Giocatore e dei Mostri di D&D. Son trenta sacchi ognuno, e normalmente accade che nelle compagnie i giocatori decidano di dividersi le spese. Ed è cosa buona e giusta. Essere nerd costa ma dà vita all'atto di "ammore fraterno" nel comprare roba tutti insieme e, dopo che la compagnia si è sciolta e si odia, rimanere bloccati su chi terrà i libri. Normalmente, se il Master è stato bravo e rispettoso, se li tiene sempre lui. Cosa che è accaduta anche a me in passato e non può che rendermi orgoglioso. E nell'essere nerd, i giochi da tavolo, sono parte integrante delle spese. Non si comprano ogni mese, sia chiaro, ma quando vedi il gioco che ti piace ti iniziano a uscire dei bubboni a forma di logo del gioco in questione(e dico "gioco" ancora un'altra volta dato che l'ho detto poco), ma prima di arrivare a colui che mi sta facendo impazzire al sol pensiero di giocarci, facciamo una ripassata di tutti i piacevoli passatempi che hanno rovinato migliorato la mia adolescenza. Che ancora non si è conclusa, sia chiaro.

Magic the Gathering
E' una droga. Letteralmente. Le bustine sono i grammi di cocaina in busta, il rivenditore è il pusher e tu, a tua volta, puoi iniziare a smerciare fumo davanti alle scuole. E' droga. Se ne può uscire, ma mai completamente. Ti capiterà per caso di vedere due giovinotti giocarci e ti ritornerà la voglia, più forte di prima. Magic è meraviglioso, forse il miglior gioco di carte mai uscito sulla faccia della terra, d'altronde in un'epoca di tecnologia dilagante continua a sfondare con quattro espansioni annuali, il che non è poco. Come spiegare Magic in modo semplice? E' una battaglia tra (minimo) due maghi con 20 punti vita, il compito è far arrivare a 0 l'altro. Evocando creature, non-morti, incantesimi, stregonerie e quant'altro. Chi vince normalmente umilia l'avversario, chi ha un mazzetto da centocinquanta euri contro uno da dieci è probabile che vinca ma non è mai detto. Il gioco è matematica e la matematica aiuta anche chi non ha denaro a sufficienza per farsi un mazzetto iper-potentissimo. Ho assistito, e partecipato, a tornei dove hanno vinto tipi che avevano ben poche carte rare contro colossi da trecento euri. I prezzi che ho sentito dire in giro, attualmente, sono troppo eccessivi. Tanto vale, se avete una postepay, vi consiglio di comprarvi le carte su questo sito. Sinceramente ve le buttano appresso. Ma attenzione, come prima vi ho detto: è una droga! Conosco tizi che hanno ri-iniziato per "divertirsi" e due mesi dopo avevano, di nuovo, sette mazzetti. E non voglio nemmeno dirvi quanto costavano ognuno di quei deck.

Munchkin

Il gioco che prende in giro gli altri giochi. Munchkin è il capolavoro, sinceramente. Se avete delle minime conoscenze di D&D, questo è il gioco che fa per voi. A differenza di Magic, di cui abbiamo parlato poc'anzi, Munchkin è un gioco di carte ma non collezionabili. Nel senso che non avete bisogno di farvi dei mazzetti per giocare contro gli altri, questo è un gioco da tavolo ma senza plancia di gioco. L'obiettivo è aumentare di livello sconfiggendo mostri, fino ad arrivare al livello 10. Chi raggiunge per primo la doppia cifra ha vinto. Ma deve stare attento che non la raggiungano gli altri. Munchkin è un gioco perfetto da giocare in 4-5 persone. Di più è divertente lo stesso ma diventa lento, perchè ogni turno può durare interi minuti, in due è triste, in tre si gioca per puro sfizio. Come spiegare Munchkin in modo semplice? Siete degli avventurieri che camminano in un Dungeon e aprono delle porte, dietro quelle porte potreste trovare mostri, sconfiggendoli aumenterete di livello e diventerete più forti, inoltre acquisirete tesori ed equipaggiamenti. Qualora vi trovaste in difficoltà potete chiedere l'aiuto di un amico che potrà decidere se aiutarvi o meno. O magari di mettervi i bastoni tra le ruote. Di Munckin esistono diverse versioni. Oltre alla base che alla fin fine è un chiaro riferimento a quel D&D che tutti amiamo, ci sono Star Munchik(spazio), Munchkin dei Caraibi(pirati), Super Munchkin(supereroi), Munchkin Morde(horror) e tanti altri. Ammetto che vorrei averli tutti ma costano pure 25 euri a versione + 15 ad espansione(il signor Steve Jackson ha capito come fare dindini), e quindi ogni acquisto è destinato a ricorrenza speciale. La regola principale di Munchkin è una sola: puoi anche imbrogliare, basta che nessuno se ne renda conto.

Bang

E' un gioco, meraviglioso, italiano! Emiliano Sciarra, molto appassionato di western secondo me, ha ideato questa variante del classico gioco con le carte napoletane dal titolo "l'assassino". In Bang tutti possono essere potenziali nemici o enormi amici, tutti mentono come in Dottor House, solo uno, quel povero triste Sceriffo, è il tizio più onesto e il novanta per cento delle volte, quello più turlupinato. Come spiegare Bang in poche parole? In Bang esistono quattro ruolo: sceriffo, vice, rinnegato e fuorilegge. Lo sceriffo è l'unico che si dichiara ad inizio partita, e si mette la stelletta per far notare agli altri che il lungo braccio della legge è in città, tutti gli altri ruoli rimangono non dichiarati. Ad inizio partita, infatti, le carte ruolo vengono prese a caso nel mucchio e rimangono coperte fino a che il legittimo proprietario della carta non decede. Difficile? Niente affatto. Vi basti sapere che i vice debbono aiutare lo sceriffo a far fuori i cattivi, i fuorilegge debbono uccidere solo lo sceriffo, i rinnegati debbono uccidere tutti gli altri e poi rimanere contro lo sceriffo e farlo fuori. Lo sceriffo trascorre gran parte della partita senza sapere chi sono i suoi vice e sistematicamente all'inizio domanda: "chi sono i miei vice?" e tutti, in coro, rispondono "io!". Molto difficile capire chi dice la verità e chi dice il contrario. Molti riescono a fregare lo sceriffo facendo il suo gioco e poi pugnalandolo alle spalle, altri si dichiarano già dall'inizio e lo picchiano senza pudore. Il gioco si articola in semplici fasi: si spara una volta al turno con una carta di nome "Bang", e l'avversario che è stato sparato può rispondere con un "Mancato". Il posto in cui siete seduti, altro fattore importante, è essenziale per il gioco. Infatti all'inizio potrete sparare solo al tizio seduto alla vostra destra e alla vostra sinistra, più avanti nel gioco, se troverete altre armi, potrete sparare ancora più lontano. Bang è un gioco da fare in 5-6 persone. E il più delle volte il primo a morire è sempre lo stesso in una determinata compagnia.

Yu-gi-ho

Ma secondo voi gioco a quella robaccia? Ma manco morto! Magic Regna!

Civilization





Questo è un gioco per pc. Mi direte voi, ma io vi rispondo: non più ormai. Infatti il signor Sid Meier non sazio dei soldi fatti dal suo gioco che è passato dalla playstation al pc, dal pc all'xbox, ora arriva anche sulle vostre tavole come gioco da tavolo, appunto. Da ciò che ho letto in giro il funzionamento è lo stesso. Sei civiltà debbono crescere, allargare i propri confini e la propria conoscenza e puntare alle stelle o, perlomeno, ad uccidere tutte le civiltà sulla faccia della terra. Un gioco di guerra o di intelligenza senza eccessivo uso del fattore "c" che determina, sinceramente, ogni gioco di carte o da tavolo mai creato. Nel Mega di ieri era questo il gioco che era stato presentato e io, da pulzello amante della stategia, sono entusiasta al sol pensiero di possederlo. Per una partita, da ciò che ho letto in giro, a sei persone occorrerebbero ben 10 ore. Una cosa meravigliosa per alcuni, un supplizio atroce per altri. Se riesco a trovare almeno cinque tizi che lo vogliono lo compro. Senza problemi. Il problema sarà quando giocarci, ma riusciremo a sopperire anche a quel problema. D'altronde siamo nerd e per giocare il tempo c'è sempre.