sabato 30 gennaio 2010

Il mio canto libero



Son cose che sconvolgono anche il tifoso più distaccato. La Juve che esonera, la Juve che perde, la Juve che non riesce a giocare, la Juve che si fa male, la Juve che non sa come uscire fuori da una situazione disastrata. Ciro Ferrara è stato parte integrante della mia crescita di uomo e tifoso. L'ho visto calcare quei campi di calcio quando io calcavo i campi della vita. Non potevo odiarlo. Non posso odiarlo. Lo adoro e lo adoravo. E' colui che incarna lo stile Juve dalla testa ai piedi. E ho tifato perchè ce la facesse, perchè riuscisse a tirare fuori qualche risultato buono. E pensare che le prime quattro partite le vincemmo tutte, ora viaggiamo ad una media di nove sconfitte su dodici partite. Orrenda. Obbrobbriosa. Non è vera Juve.
E l'esonero ci doveva stare. E arriva un tecnico che, nella sua carriera, ha vinto solo uno scudetto col Milan, ha allenato l'Inter e il Torino e l'Udinese e tante altre squadre. Un tecnico che non allenava da anni, e che, personalmente, mi fa paura. Ho sentito dire che "Zaccheroni può far solo meglio, visto come sta combinata la Juve". Ho prontamente risposto: "Eh no, ricordati che al peggio non c'è mai fine". Ma voglio essere ottimista. Un augurio al nuovo tecnico lo si deve fare. Sarà stata una scelta sbagliata o giusta lo si vedrà da domani sera. E che Dio, o chi per lui, ce la mandi buona.

Ciao Ciro, ci vedremo in futuro. Quella panchina, sicuramente, un giorno sarà di nuovo tua. E non la lascerai così facilmente.

Auguri al nuovo tecnico. Anche se, con questa Juve, quello che serve è solo tanta fortuna!

Ps: Il titolo è un omaggio alla canzone di Battisti che cantò, tutta assieme, la Juve di qualche anno fa. Sentite gli assoli di Ferrara e vi sconvolgerete.

martedì 26 gennaio 2010

sabato 23 gennaio 2010

Nun saccio pecchè



Poesia in napoletano(con ovvia traduzione per i non bilingue, ormai siamo internazionali) che ho scritto nei ritagli di tempo di un convegno di lavoro. Spero possa piacervi.



L'ata sera te sunnaj:
te vereve, comm'ir bell,
te tuccave, te strignev
strett'a me comm si tu
fusse l'unica stell e,
nun saccio pecchè,
avisse scevt a me.

Tu me guardavi cu
chill'uocchie tuoj chin'e ammor.
E ij, nun sacc pecchè, ma chiagnev.
E lacrime scennevano e nun se fermavano,
forse, n'da chillu mument, m'arricurdaj.
O, forse, ero sultante troppo cuntiente.

O'juorno ropp me scetaj,
ero dispiaciuto n'atu poc.
Mi giraj, n'do liett nun c'e stiv,
nun sacc pecchè m'aspettav e t'e truvà:
te ne sei jut n'a ser e quatt'ann fà,
n'do suonn, abbracciat'a me,
quas si comm non me vulive lassà.
E, da chillu mument, aspett sul e te venì a truvà,
aspettam, ammor'u mij, nun mè scurdà.

Traduzione per i non bilingue:

L'altra sera ti sognai,
ti vedevo, come eri bella,
ti toccavo, ti stringevo
stretta a me come se tu
fossi l'unica stella e,
non so perchè,
avessi scelto me.

Tu mi guardavi,
con quegli occhi tuoi pieni d'amore.
E io, non so perchè, piangevo.
Le lacrime scendevano e non si fermavano,
forse, in quello momento, ricordai.
O, forse, ero solo troppo contento.

Il giorno dopo mi svegliai,
mi sentivo dispiaciuto.
Mi girai, nel letto non c'eri,
non so perchè controllai:
te ne andasti una sera di quattro anni fa,
nel sonno, abbracciata a me,
quasi come non volermi lasciare.
E, da quel momento, aspetto solo di raggiungerti,
aspettami, amore mio, non mi dimenticare.

martedì 19 gennaio 2010

Mistero risolto!



Ci stavo pensando da un bel po'. Ormai nella pagina principale di post del mio amato ed odiato(più la seconda che la prima) co-admin non ve ne sono più. Scomparsi. Non è che ne scrivesse così tanti, poi, da quando abbiamo aperto questo spazio virtuale. Ma è dall'anno scorso che non scrive su questo blog. Mi ero iniziato leggermente a preoccupare poi, da buon detective, ho pensato a qualche possibile motivo di questa "fuga".
Ho esaminato attentamente tutte le prove: la scomparsa, il fatto che lui dicesse che a Lucca ci provavo con la sua ragazza, i suoi millemila progetti in corso, la scuola, Milano, le cene con Ronaldinho e Belen e il suo ingresso a Scientology. Prove che mi portavano su diverse strade qualora ne tracciassi una. Ma poi ho capito. E la soluzione era di quelle più semplici.
Quel buzzurro mentecatto di uno sceneggiatore, ormai, professionista era in collera con il sottoscritto, anzi, è ancora in collera e so anche il motivo. Ebbene, mesi fa, il signor Francesco Savino(coadiuvato dalla sempre splendida Adriana Coppe) ebbe la soddisfazione e l'enorme emozione di avere un fumetto in edicola(per chi non si ricorda o non lo sa, cliccate qui!) ed io, da nobile redattore di Glamazonia mi proposi di recensire quel numero, nel modo più distaccato possibile.
Ora, senza fare troppi drammi, il sottoscritto è un uomo totalmente impegnato(per non dire che non faccio una beata) e non ho avuto il tempo(?), la voglia(?), la forza(?), la tenacia(?) di scrivere questa recensione fino ad ORA!

Ebbene si, caro Dj, la tua bella recensione del numero 24 di Nemrod è sul sito, in questo link. Ora puoi tornare, Franceschiello bello, sta casa aspett'a tè!

domenica 17 gennaio 2010

Lampi d'emozioni



Ti immagino mentre cammini per strada
a piccoli passi, decisa sul da farsi.
Correre tra mansioni da espletare,
col lo sguardo felice di chi sa
di farsi amare.

Ti immagino gioire lieta
ad una novella inaspettata.
Ti vedo esultare felice
all'arrivo della persona amata.

Ti osservo, da molto lontano,
vivo per compiacerti e non è strano
che ogni tanto immagini il mondo
da un punto diverso, quasi sullo sfondo.

Entro nella mente degli altri,
come ti vedono, come ti osservano,
se, anche loro, capiscono ciò che sei
se, anche loro, capiscono ciò che dai.

Ti immagino camminare lieta,
con la tua borsa piena e gli occhi da fata.
Scrutare l'orizzonte alla mia ricerca,
felice e pronta a ciò che ti aspetta.

giovedì 14 gennaio 2010

Anno nuovo, battuta nuova



E finalmente sono tornato sul sito del Luttazzi. Son miglioramenti. E' da mesi che ci provo e, dopo fatica, sudore e sacrificio, ci riesco. E' una piccola esagerazione, niente di che. E la protagonista è la signorina che avete visto qua sopra. Ovviamente ho trovato una delle foto più caste che ci sono sul magico mondo di Google Immagini. Non ho proprio la stoffa dell'imprenditore...

Fa così freddo che nelle mie fantasie erotiche Belen è vestita.

Niente di che, l'avevo detto. Ma è pur sempre una simpatica idiozia che merita, evvai, la pubblicazione. Non mi linciate.

Prossimamente su questi schermi: "Teatro-Il Ritorno", "Ricerche su ricerche", un nuovo progetto del sottoscritto e il collegamento con "Chi l'ha visto" per sapere dove cavolo è finito Dj! Alla prossima.

lunedì 11 gennaio 2010

Pensieri sparsi sull'Amore



Sono pensieri sparsi, tratti dal mio diario, sul più grande dei misteri umani: l'amore. Piccole considerazioni sulla mia unione con una donna perfetta e delicata. E una piccola lezione di filosofia sulle altre storie che io, dall'alto della mia esperienza, ho elargito ad una mia amica. Ovviamente gratis. Sono troppo gentile.

(Ad una festa di compleanno con la mia lei)
Il suo sorriso radioso è qualcosa che fa bene al mio cuore e alla mia mente. La sua compagnia, nella serata, è quanto di più importante potessi sperare, in questo periodo. Ogni minuto passato con lei mi ha fatto capire quanto ho bisogno della sua essenza, di quanto ho bisogno delle sue risate, di quanto ho bisogno della sua forza, giorno dopo giorno. Quei sorrisi, quei baci, quelle carezze, quelle parole dette e quelle non dette tra me e lei sono momenti meravigliosi. Li vorrei stampare su carta o su dvd e portarli sempre con me, chiusi in una teca della mia mente. Nella sezione “ricordi indimenticabili”. Il lento goffo ballo al centro della pista è la conclusione perfetta. Io e lei. Lei e io. Sempre insieme. Sempre stretti. Lei che cerca protezione nella mia grandezza, io che trovo protezione nella sua gentilezza. E in quell’abbraccio al torace che mi dà forza e tanta pace. Dire che la amo è poco, ormai. Mi ci voleva. Così la finisco di intestardirmi che tutto potrebbe finire, e la smetto di stare male per miliardi di ipotesi. Io sto con lei. Lei sta con me. Io sto bene, lei sta bene. Questo basta. Questo ho. E mi basta. Anzi, mi avanza. Perchè lei è veramente troppo per me.

(Discorso su msn diventato ipotesi filosofica sull'amore)
"Alcuni dicono che il litigio, lo scontro, tra innamorati rappresenti la passionalità portata all'estremo di un rapporto. Magari quando non si riesce a raccogliere tutta quella passione nell'amore fisico succede che si esaspera il litigio. Non credo che nessuna delle due azioni, portata all'estremo, sia positiva. Ognuna delle due serve. E il tuo amore è litigarello, lo si sa. Si vive insieme in pace magari per uno o due giorni, ma al terzo si è di nuovo in lotta. E' leggermente difficile sopportare tutto ciò. Ma la cosa strana e affascinante è la più inaspettata: se vi lasciate, se un giorno o l'altro troverete l'uomo o la donna della vostra vita, e se saranno gentili, calmi, pacati. Se saranno persone con le quali sarà difficile litigarci ebbene, caso già visto e rivisto, rimpiangerete il vostro passato. Quello che è, ora, il vostro presente. E solo voi potrete sapere se questo presente volete trasformarlo in futuro o meno. E non è la solita scelta facile, purtroppo. Ricordatevi che gli umani rimpiangono sempre quello che non hanno. Siamo egoisti e egocentrici, non ci possiamo fare niente. E in amore, purtroppo, siamo ancora peggio".

martedì 5 gennaio 2010

Jerry Polemica- La rivincita dei Nerds



Mi hanno rubato il titolo!!! Geniale come sempre il signor Macchia, ah, come vorrei averlo come co-admin del Bloggo.

venerdì 1 gennaio 2010

La teoria dello stomaco



Questo racconto è l'altro che usai, nella sezione "Rosa", per il concorso sul settimanale femminile. La storia è molto somigliante a ciò che è successo, in passato, tra me e la signorina Carmen, la mia amata. E, oggi, lo utilizzo per festeggiare il nostro primo anno assieme come fidanzatini tutti puccettosini e pieni di bacettini. Buon divertimento gente e se vi fà un pochettino piangere, di commozione intendo, ne sono felice.

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La cosa più importante in una storia d’amore è l’inizio. In pochi secondi può nascere un sentimento, una passione, un amore. Siamo abituati a correre durante tutta la giornata e non ci rendiamo conto delle tante occasioni che abbiamo di essere felici. E le motivazioni sono tante. La troppa fretta, la troppa paura o semplicemente non ce ne accorgiamo. Aspettiamo che il fato decida al posto nostro e che le cose scorrino da sole, non ci affanniamo a farle accadere. E certe volte, pur così facendo, può andar bene. Come in questo caso.
La cosa più importante, dicevamo, in una storia d’amore è l’inizio. In questo caso siamo già alla fine. Di un sentimento che non era tale e che ha fatto solo male ai due ragazzi protagonisti dello stesso. Giulio e Monica. Una coppia come tante, una storia come tante. Lui e lei si conoscono ad una festa, si piacciono e tra tanti tira e molla si conoscono, si accettano, si innamorano. Peccato che tutto ciò duri solo, appena, due mesi. E i rispettivi gruppi di amicizia ormai siano diventati un gruppo solo. Giulio la lascia, senza pensarci due volte, per non illuderla, dice. Monica è distrutta, la fine di un sentimento d’amore è pur sempre qualcosa che fa male e distrugge dentro. Ma lei è una ragazza d’oro, e riesce, con la sua maturità, a non decimare il gruppo, a continuare ad uscire con un individuo che le ha fatto del male, a continuare a tenere salde molte amicizie e a non buttarle per un dolore personale.
Siamo di fronte adesso ad un amore finito, ma, come diceva mia madre, per ogni porta chiusa si apre un portone, e in quel portone c’era Daniele. Il migliore amico di Giulio. Innamorato della stessa donna, è stato, per tanto tempo, zitto e ha amato in silenzio. Ora che la storia è finita potrebbe dirle tutto, narrarle tutti i sacrifici che ha fatto per non turbare il loro amore, rivelarle tutto il sentimento che ha dentro. Ma non lo fa. Daniele è così. Due metri di maschio italico, lunghi capelli a caschetto che neanche John Lennon ai tempi di “Imagine” poteva vantare così perfetti. Sognatore, regista o presunto tale, sempre alla ricerca di una storia da poter trasporre sullo schermo. Tanto alto quando scemo. Si, è una cosa che la madre, che conosco bene, gli dice ogni due per tre. E’ innamorato ma continua a tenersi tutto dentro. Per un ideale forse, per la paura di essere rifiutato, per un dolore che non vuole riprovare, penserete voi. Avete quasi colto la motivazione, che è semplice se ci pensate, Daniele è il miglior amico di Giulio e per lui, anche solo innamorarsi di Monica, è stato una specie di tradimento nei confronti del compagno fraterno. Nessuno deve sapere che lui la ama, nessuno deve sapere che lui la pensa ogni momento della giornata, nessuno deve sapere che ormai è diventato un dramma uscire la sera tutti insieme,per lui. Perché lei è lì, bella, come non mai. Bella in ogni punta del suo corpo, una ragazza nel fiore degli anni, fresca, gioviale, intelligente, un po’ chiusa a volte ma sempre col sorriso pronto. Leggera e viva nel suo essere così come la vedi: vera. Piccola, minuta, con dei meravigliosi capelli neri, setosi, che arrivano quasi alla cinta, stupendi se sciolti, eccezionali se raccolti. Perché danno ancor maggiore risalto alle guance paffute, pronte ad arrossire ad ogni minimo imbarazzo. Il suo nome è già perfetto di suo. Monica. Ogni qualvolta la pensa, Daniele non può far a meno di ammirare che lei è quello che più ha desiderato. E non potrà mai avere.
E’ sabato sera, è normale per tutti uscire anche in tempi di crisi, anche solo per stare insieme. L’obiettivo, come al solito, è il pub del gruppo, dove andare a rovinare alcune celebri canzoni mediante karaoke. Daniele è un mago in questo. Non nel cantare, ma nel distruggere successi, sia chiaro. Il suo falsetto ormai è conosciutissimo nel locale, ma le sue canzoncine romantiche dedicate sempre alla stessa persona , in forma anonima, ovvero solo pensando che sono per lei, sono sempre molto apprezzate e non ho mai capito il perché. Sarà che io non canto per volontà mia, ma lui può anche stonare ma tutti dicono che è bravo. Avrà qualche trucco che non ho mai capito. Comunque la serata è decisa, tutti insieme a cantare. Il gruppo di ragazzi è molto numeroso, iniziammo in tre e siamo arrivati a quindici. Son cambiamenti epocali. La serata scorre liscia, lui e lei sono lontani ma ogni tanto si guardano. Lui ha gli occhi innamorati da pesce lesso e lei invece ad ogni sguardo arrossisce. Parlano spesso i due, si vedono ogni tanto anche da soli ma non è niente di serio. D’altronde lei solo tre mesi fa stava con Giulio, non può già addentrarsi in un’altra storia d’amore. Non può perché è ancora innamorata di lui, si vede in ogni suo guardo. E per Daniele non è facile. Lui sa che con Giulio di cose in comune ne ha poche, se si è innamorata di lui come può innamorarsi del suo completo opposto. Impossibile. A meno che il fato non ci si metta in mezzo. E i due non si ritrovino fuori dal locale, soli, chi per un motivo chi per un altro, a parlare.
“Ciao!”
“Ciao, non canti più?”
“No, alla lunga è troppo. Cioè, in verità, son negato e tra poco potrebbero sbattermi fuori dal locale per eccessiva incapacità.” – Lei ride. Dolce e delicata.
“Ma no, dai. Non sei male.”
“Se lo dici tu che neanche sei in grado ne sono molto fiero.” – Ride ancora, l’ha “offesa” e ride ancora. E’ una santa.
“Scemo.”
“Tu si che mi conosci bene.” – Un altro sorriso. Un altro ancora. E il ragazzo è sempre più innamorato.
“La devi finire di buttarti a terra, Daniele. Sei un bravo ragazzo, meriti tanto e non devi deprimerti per nulla.”
“Ma io non mi deprimo non ti preoccupare. Nono. Scusami che devo un attimo suicidarmi dentro quel cassonetto. “ – Ancora mostra i denti, divertita. E’ lì’, è sola, e lui non la bacia perché ha paura.
“Idiota, sei un idiota e te lo meriti se te lo dico.”
“Comunque volevo chiederti una cosa…”
“…”
“Come stai?” – Una domanda che riassume duecento emozioni
“Bene, cioè, credo bene. Si va avanti no?”
“Una risposta che mi aspettavo. Come va con lo stomaco?”
“Lo stomaco?”
“Si, è una mia teoria dell’amore. Il vero simbolo dello stesso non è il cuore ma lo stomaco.” – E’ interessata. E continua a spiegare – “Vedi, quando si è innamorati i veri sentimenti si avvertono proprio lì. Lì vivi le emozioni più sincere. Quando sei felice mangi e pure tanto a volte, quando sei stressato no. Quando sei innamorato quasi usciresti ed andresti al ristorante tutte le sere, budget permettendo. Quando perdi un amore, invece, sei triste, abulico, sazio. Pieno del dolore infinito che provoca l’abbandono.” - Lei risponde colpita, sicuramente è la prima volta che lo vede fare un ragionamento logico perfetto.
“Quindi tutte le frasi sul cuore come fulcro dell’amore che sono sui cioccolatini sono sbagliate?”
“Si. Certo che si.”
“E quelli che quando perdono un amore si attaccano ai dolci?” – Domanda intrigante.
“Sono modi diversi di captare il dolore. Loro trovano rifugio nello zucchero, che è un eccitante alla fin fine. E sperano di riaccendere quella briciola di vita che hanno perso.”
“Tu mi sorprendi certe volte, ma tanto…” – E se ne va. Lasciandolo innamorato e perso nell’osservare il suo corpo che lo abbandona e rientra nel locale.

Dopo quella chiacchierata i contatti tra i due sono aumentati, e non poco. Il problema è tutto incentrato sul pensiero stesso della relazione da parte di Daniele. Ci tiene all’amicizia, ci tiene tantissimo. E non conta che Giulio cerchi di indirizzarlo su Monica perché, a detta sua, sono la coppia perfetta. Daniele è sicuro che, seppur lo dica, un po’ male ci starebbe, anche se lui ha chiuso la storia, dopotutto. E la vicinanza geografica dei due li porta sempre più ad incontrarsi ed a parlare, quasi come se qualcuno manipolasse le loro giornate. Ed i giorni passano lieti, e certe volte insieme. Tra serate e bevute, e cantate e emozioni nascoste. E Daniele scrive. Scrive del suo amore impossibile, idealizza un corto sul suo sentimento nascosto. E scrive, sempre pensando a lei, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Fino ad un importante annuncio, che, in un’uscita generale fa al gruppo riunito.
“Ragazzi, ho una grande notizia per voi! Ho scritto una sceneggiatura, è la prima che faccio e se acchiappiamo qualche videocamera potremo anche girarla. Tutti insieme. Tu, Giulio mio, sei il protagonista. Qui ho un elenco delle parti.” – E inizia la distribuzione dei fogli. – “La storia è incentrata su un ragazzo che perde nello stesso istante migliore amica e ragazza perché, l’amore è cieco si sa, le due scoprono di amarsi. E lui è intenzionato a farla finita. Tu, Giulio sei il protagonista principale, come ho detto. Tu, Simone, sei colui che lo salverà. Monica e Antonella sarete, rispettivamente, la migliore amica e la ragazza. E tutti gli altri sono nello staff. Dai ragazzi, ce la possiamo fare.”
L’entusiasmo di Daniele è normale, quello degli altri un po’ meno. Sembrano tutti felici dall’idea di realizzare un film, un corto, ma pur sempre film. E dal giorno dopo tutti si adoperano per la buona riuscita dello stesso.

Con molta calma e tra mille imprevisti si riesce, non con poca difficoltà, a portare a termine il lavoro. Manca solo il montaggio. E guarda caso, Monica è l’unica che sia in grado di farlo. E i due si ritrovano insieme. Ancora. Per lavoro, sia chiaro.

“Allora, in questo punto ci metti il girato con l’altra videocamera, e poi ritorni con la prima. Ok?” – In alcune occasioni Daniele sembra persino serio.
“ Ok, il regista sei tu. Comunque non ti ho detto una cosa da quando è iniziato questa storia.”
“Storia? Quale storia?”
“Il film.”
“Ah, non avevo capito” – Scemo, così si sente in questo momento. Di quale storia poteva mai parlare?
“Insomma volevo dirti che è veramente una grande idea, se ti ci metti qualcosa la riesci a fare. Ma solo se ti ci metti eh.” – Donna cattiva e simpatica. E’ lì che ride e lui non ce la fa più, la bacia. Senza pensieri. Come và và. Vivere o morire. E lei acconsente. Senza problemi, non frappone nessun ostacolo alle sue labbra, lascia scorrere una mano sulla sua testa per stringerlo a sé. Il bacio dura poco ma sembra un periodo interminabile.
“Io, cioè, tu, cioè, non lo so…scusami devo andare.” – Ed esce dalla stanza, preoccupato. Lasciandola sola con i suoi pensieri, sconvolti, da un gesto che non si aspettava.

Monica è sola, nella stanza, sicura che ha sbagliato di nuovo. Anche lei si è innamorata di quell’amico del suo ex. Di colui che le è stato vicino molte volte in questi tempi, di colui che ha aperto il suo cuore, anzi, il suo stomaco a lei. Dal primo istante in cui si sono visti. E’ pronta a buttarsi sul letto e guardare il vuoto, come ha fatto molte volte già nella sua vita, ogni qualvolta sia stata distrutta dentro da qualcosa troppo grande da poter dire, riferire ad anima viva. Ma stavolta dovrà alzarsi. Il citofono suona. E in casa non c’è nessuno, è Daniele. Vuole salire, vuole dirle tutto. Vuole abbracciarla, baciarla, viverla. E lo fa. Sale di corsa quelle scale cariche di speranza e la bacia, sul pianerottolo del suo appartamento.

“Non lo so cosa mi fai ma sono contento che tu me lo faccia.” – una frase romantica non fa mai male.
“Sento qualcosa di forse nello stomaco, è fame, vuole dire che…” – E non le dà il tempo di terminare la frase, la bacia. Le risponde con un gesto più che con una parola.
“Forse è sbagliato tutto questo ma so che dentro di me ci sei tu, e vivrò tutte le conseguenze di questa mia scelta.”
“Anche io, insieme. Finchè durerà!”
“Viva l’ottimismo.” – Ride, e piange. E’ un sentimento appena iniziato, e le emozioni si sprecano.
“Dovremmo dirlo a tutti.” – Propone, lei.
“Voglio dirlo prima Giulio, deve sapere che io ti voglio bene e voglio stare con te. E non voglio perdere così la sua amicizia. Prima a lui e poi a tutti. Insieme?”
“Insieme! Sai, avevi ragione alla fin fine!”
“Cioè?”
“Ho un certo languorino. L’amore fa bene.”
“L’ho sempre detto io!” – Ridono insieme e iniziano, sempre in comune, qualcosa che potrà diventare bello o brutto a seconda dalla voglia e dagli avvenimenti che li vedranno protagonisti.
Comunque l’hanno detto a tutti, hanno annunciato a tutto il gruppo il loro amore, hanno tenuto la cosa segreta per una settimana e poi Daniele ne ha parlato con Giulio, che già si era reso conto della situazione. E dopo di lui l’hanno detto a tutti. Non si può nascondere un sentimento, io, come ho già detto, me ne ero accorto quasi subito. E ne sono stato contento, l’ho sempre detto che erano fatti l’uno per l’altra. E adesso ne narro l’amore, sperando che sia migliore di quello che ci ho messo io. Ma l’amore alla fin fine non si può pesare. E’ un sentimento vero, preciso e unico. Ognuno lo vive a modo suo. E loro due sembrano viverlo allo stesso modo, e ne sono felice. Spero che la storia vi sia piaciuta, cordialmente vi saluto. Sono io il narratore solitario di questa passione, un po’ amico e un po’ cicerone. Alla prossima. Giulio.

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Poesia diversa dal solito. O uguale a tutte le altre. Decidete voi. Sappiate solo che racconta un anno di me e di lei. Sappiate solo che parla di un amore che si festeggia oggi, primo Gennaio. Una festa nella festa. Ma per noi, forse, l'anno nuovo neanche interessa, ci basta il nostro amore.

(Ma quanto sono smielato!!!)

Gennaio tra una coperta e un bacio improvvisato,
con la cioccolata calda e un amore appena nato.
Un "ti amo" scritto a penna,
una canzone rimasta in gola,
il messaggio della conferma,
un'emozione senza parola.

Febbraio con quel pianto a dirotto.
Il pensiero di una fine prematura,
la promessa di un'unione che dura.
L'inizio di una simpatica abitudine,
tra cioccolata e stuzzichini,
frittelle e aperitivi.

Marzo con la scuola sempre presente,
le poche volte insieme, solo alcuni minuti
passati abbracciati a piangere e pensare
a ridere e a vederti stare male.
Un mazzo di fiori l'otto è dovuto,
il tuo amore è il ringraziamento più sentito.

Aprile con una fiera che adoro,
vederti vicina e felice è il miglior dono.
Una camicia rossa, un jeans chiaro e
una giacca nera e sono pronto.
Alle richieste di foto sei piena d'orgoglio,
il pianto della sera ci distrugge il sogno.

Maggio con i primi giorni distanti.
Lacrime amare di una lontananza dolorosa,
sembra andar male ogni cosa:
il mare, il portafoglio, la febbre a trentotto.
Ma ti vidi comunque, completamente cotto.

Giugno e quel primo da ricordare.
Un mesiversario in viaggio tra casa e Caserta,
una casa libera che ci pareva immensa.
Il fuoco della passione che dilagava senza fretta,
per concludere, al meglio, la giornata perfetta.

Luglio tra l'esame e la paura immane.
Tra gli ultimi pianti e il coraggio da leone.
Anche se, alla fin fine, a poco o niente è valso,
tutto ciò che valevi è svanito, perso, liquefatto.
Si sa come finiscono i licei ma sappi che,
per il sottoscritto,
il tuo voto supera gli umani calcolatori
e si scaglia verso più infinito.

Agosto e il viaggietto procidano.
Io, te e tanta altra gente.
L'isola diventa ancora più invitante
con te in due pezzi, ovviamente.
E non dire che son sempre depravato,
se fossi stato l'opposto non mi avresti mai accettato.

Settembre e la pacchia pre-autunnale.
Il caldo che finisce, la sofferenza svanisce.
Io e te che festeggiamo alle prime pioggie
con ore e ore di visione ininterrotta:
tra Friends, Lost e chi più ne ha ne metta.
L'importante è abbracciarti e vederti felice,
questo è tutto ciò che mi piace.

Ottobre e l'università avanza.
Il primo esame con me in "vacanza"
per una città ad attendere il verdetto che,
sicuramente, fu più che perfetto.
E dopo i corsi cominciarono,
le ore insieme si esaurirono,
con entusiasmo iniziasti l'avventura,
e, da mantenuto, in futuro,
la vita sarà meno dura.

Novembre vede la conclusione di un'opera epica
quella col tuo nome, ti ricordi?
D'altronde tu la amavi, sei quasi l'unica.
Ti rischiarava le giornate troppo tristi,
ti migliorava lo studio quel Mang'isse,
speri ancora oggi che ritorni
ridevi così tanto, in quei giorni.

Dicembre è arrivato, alla fin fine.
Il mese dei festeggiamenti, tra esami e
brutti momenti passati senza demoralizzarci.
Io e te, insieme, uniti con la forza di amarci
nonostante non tutto vada per il verso giusto,
nonostante io non sia un bell'imbusto,
ma l'importante, lo so, è ciò che ti ho sempre dato:
quel mio sentimento, servito su un piatto raffinato
con un muffin al cioccolato;
è questo, in poche parole,
il mio amore smisurato.