venerdì 31 luglio 2009

Parole d'autore...

"E' l'ignoto che abbiamo dentro: scrivere vuol dire raggiungerlo. E' questo o niente.
[...] La scrittura è l'ignoto. Prima di scrivere non si sa niente di ciò che si sta per scrivere e in piena lucidità.
[...] Se si sapesse qualcosa di quello che si scriverà, prima di farlo, prima di scrivere, non si scriverebbe mai. Sarebbe inutile.
Scrivere è tentar di sapere cosa si scriverebbe se si scrivesse. Lo sappiamo solo dopo. Prima, è la domanda più pericolsa che ci possiamo rivolgere. Ma è anche la più ricorrente."


Marguerite Duras, Scrivere, Feltrinelli, Milano 1994, pp. 43-44

giovedì 30 luglio 2009

Questa notte ho sognato Diego Cajelli...





E sono tre. Il primo è stato Fausto Vitaliano, il secondo Tito Faraci.
E il terzo chi poteva essere se non Diego Cajelli, un uomo di cui seguo il blog da quasi due anni e di cui aspiro a diventare allievo da almeno un anno?
Nel sogno andava più o meno così. Ci trovavamo in una stanzetta completamente buia, illuminata soltanto dalla fioca lampadina di un lampadario talmente basso da sfiorare quasi la mia testa. Io ero seduto ad un piccolo tavolino di forma quadrata (saprei dire anche il colore, ma non ha nulla a che vedere con il sogno) insieme a Cajelli (che era seduto di fronte a me), Caterina (che era seduta alla mia sinistra) e un ragazzo con i capelli ricci biondi, gli occhiali da vista e una t-shirt celeste. Non so da dove sia sbucato questo ragazzo, nè chi cavolo fosse, so solo che sentivo di conoscerlo da una vita.
Bene, noi quattro eravamo seduti come quattro cospiratori bolscevichi a questo tavolo che ospitava pagine di appunti, lezioni di sceneggiatura e tavole di fumetti (tutte disegnate dalla mia - si spera - socia Caterina). Io avevo Cajelli di fronte e, come se stessi parlando con un vecchio amico, comincio a esporgli i miei dubbi, le mie incertezze sul futuro: "Sai, Diego, mi piacerebbe molto seguire le tue lezioni di sceneggiatura, ma non so se potrò venire su a Milano...pensi che potrei seguire solo il tuo corso senza iscrivermi alla scuola di fumetto?". E lui, con i suoi classici occhiali neri e la sua faccia a metà tra il serioso e l'ironico, mi comincia a mostrare tutti gli appunti che erano sparsi sul tavolo, in cui aveva inserito le lezioni che aveva tenuto a scuola e quelle che aveva tenuto al workshop del Riminicomics. Io le guardo tutto interessato, pensando che in fondo quelle cose le sapevo già, visto che Caterina mi aveva già passato sotto banco le lezioni di Cajelli. Incerto se rivelare al Diego nazionale tutto ciò, continuo ad ascoltarlo interessato. Ho paura di parlare, non vorrei sembrare quello saccente che pensa di sapere più di quello che effettivamente sa. Ma, ad un certo punto, mi tornano in mente i fantasy. Anzi, mi torna a mente quel fantasy che ho scritto io tempo fa, a cui sono molto affezionato e che lo stesso Diego mi aveva stroncato. Divento furioso, vorrei dirgli: "Ah, ma tu tanto non mi prenderai mai come allievo, perchè io scrivo i fantasy, vero?". Ma, ancora una volta, decido di tacere, tenendomi buono quell'uomo che, non si sa perchè, aveva deciso di passare una serata da cospiratore con me e Caterina. Ma il buon Diego, ancora una volta, gioca d'anticipo e, dopo aver chiarito ad alta voce che lui odia i fantasy (e io penso: "lo so, lo so!"), dirottan l'attenzione sul giovanotto biondo con i capelli ricci (o riccio con i capelli biondi, decidete voi). Mi spiega che quel ragazzo aveva casa a Milano, che la pagava 1.200 euro al mese e che era disposto ad affittarla a dei ragazzi. Io, interessato, guardo il ragazzo e gli domando informazioni a proposito. "E' vero quello che dice Diego? Affitti un appartamento a Milano?". Lui alza di poco la testa dalla tavola a cui stava lavorando, mi guarda con indifferenza e mi dice che no, non era vero. Lui non affittava un bel niente, soprattutto a uno come me. Poi, senza aggiungere altro, riabbassa la testa e torna a disegnare.
E io mi sveglio.

Ora, mi sembra chiaro perchè ho sognato Cajelli con tanto di Caterina abbinata. Caterina segue le lezioni di Cajelli, l'altro giorno ha passato tutta la giornata del Riminicomics insieme a lui (dandomi pubblicamente del coglione) e dovrebbe essere la disegnatrice di un progetto che vorremmo portare a Lucca.
Cajelli, come detto prima, è quello di Diegozilla, blog che visito ogni giorno (anche più di una volta) e quello della Scuola di Milano, un signor autore e un signor insegnante di sceneggiatura. Inutile dire che mi piacerebbe un casino diventare suo allievo.
Ciò che non mi spiego è il ragazzotto riccio con i capelli biondi (o biondo con i capelli ricci). Forse, a pensarci bene, quel ragazzo potrebbe essere me (che da piccolo avevo i capelli proprio in quel modo) se mi spostassi a Milano: diventerei uno spocchioso che, pensandosi figo solo perchè è andato a Milano, si dà delle arie da intellettuale e guarda con malcelata superiorità i poveri abruzzesi come me, magari pensando che non ce la fa a sopportare questi insulsi terroni.
I discorsi intrapresi insieme agli altri cospiratori, sono quelli che mi tormentano da un pò di tempo e che continueranno a tormentarmi per parecchi mesi. Che fare della mia vita? Rimango qui, mi sposto, mi sposto rimanendo qui o rimango qui spostandomi? Sono belle domande, a cui per ora non so rispondere. Poi, magari, il sogno è premonitore: Cajelli, tra qualche mese, deciderà di aprire la scuola del fumetto qui a Chieti, inaugurando un corso di sceneggiatura che vedrà Caterina come vicedocente. E io, dopo essermi tinto i capelli ed averli increspati per bene, seguirei le lezioni di sceneggiatura fino a ricevere dal Diego Nazionale e da Caterina l'unico consiglio decente che potrebbe farmi migliorare: quello di lasciar perdere la sceneggiatura e di darmi al disegno.

La Carmenide - La speranza è l'ultima a morire(Puntata Quattordici)




Avvertenze: La visione di questa puntata è letteralmente, fulminea. I personaggi andranno velocemente. Le descrizioni saranno veloci. I paesaggi saranno veloci, tipo come quando vai con il treno e pensi che è tutto il mondo che si muove e il treno è quello che resta fermo. Comunque, dicevo, questa puntata è un esperimento di velocità non indifferente. E il motivo di questa celerità non và addossato al povero autore che deve ancora svolgere tutti i servizi di casa prima che la madrina venga con le sue due sorellastre. E magari succederà che non verrà neanche portato al ballo. E i suoi migliori amici(dei topi vestiti, lui si che sa sceglierseli)chiameranno una vecchiaccia vestita di blu che gli darà un vestito, una carrozza e delle scarpette numero 50. Sicuramente ritrovare un piede così non sarà così difficile.

Motivi per non leggere questa puntata: Quell’uomo dietro l’angolo vi guarda interessato. Sarebbe una bella notizia se voi non foste maschio e quell’uomo non fosse alto 2 metri e 15 per 120 kg. Invece per le ragazze è il Master che è dietro l’angolo che vi guarda interessato. O forse ambisce alla vostra camicetta perché vorrebbe indossarla lui.

La visione di questa puntata chiarisce una delle più devastanti domande del mondo moderno: si, Mike Bongiorno è rincoglionito.

"Io", rispose la Speranza, "di cosa
parlate conosco la soluzione
almeno c’ho la possibilità di entrare
in questa ignobile situazione.”


“E’ lei! E’ la speranza!” – festeggiò Mang’isse
“Finalmente ti abbiamo trovato.” – esultò Master.
“Voi cercavate me?” – chiese la personaggia[1] appena entrata nell’opera.
“Certo che si. Noi attendevamo la tua venuta. Noi siamo qui a Cos per te!” – rivelò il Master che, per una volta, si sentiva tronfio, fiero e anche pieno di sé.
“Noi siamo a Cos per te!” – ripeté Mang’isse a pappagallo osservando il pollo alla brace che la leggiadra donzella tenea tra le mani.
“Dì donna, hai tu la soluzione al quesito che ho porso proprio poco fa?” – chiese il corpo del lucaborrasso ripieno dell’essenza stessa del Sabbino.
“Certo. E la soluzione è…” – si arrestò per aumentare la suspance.
“E’??” – si bloccò il Master che si autoflagellava per la non conoscenza della risposta, respirando i gas di scarico del suo amico eroe.
“Ehhhhh?” – sbavò Mang’isse guardando ancora alacremente il pollo alla brace.
“La soluzione è…” – si ri-bloccò la Speranza.
“Allora? Non abbiamo tutto il giorno eh. Ci dica la risposta!” – disse Sabbino imitando il grande Mike dei Bongiorni.
“La risposta è…l’EmilioFede.” – sgomento ed entusiasmo sulle facce altrui. La Speranza andò subito a dare una spiegazione. – La mattina è a quattro zampe perché inizia a leccare appena svegliato, il pomeriggio è a due perché deve condurre l’edizione del pomeriggio del Tg4 e la sera è di nuovo a quattro perché ritorna a leccare.[2]” – spiegò, senza fermarsi, la Speranza.
“Ma è…è…intelligentissima!” – affermò il Master con gli occhi a cuoricino.
“Più intelligente sicuro di te.” – precisò Mang’isse ancora con gli occhi sul pollo. Ideò di barattare quel pezzo di carne abbrustolito con il cadavere di Mistery ma sapeva che nessuno avrebbe accettato. Almeno non una così delicata fanciulla. Solo pervertiti osceni senza morale avrebbero acconsentito ad una translazione così. Ma purtroppo il Master non aveva pollo con se, pensò.
“Ed ora, dopo aver risposto al tuo quesito, posso liberare i due avventurieri oh creatura demoniaca?” – chiese la Speranza al lucaborrasso posseduto.
“Certo. Fanne ciò che vuoi, ma attenzione a quello alto e con gli occhiali, se non gli insegni subito dove fare i bisogni poi è troppo tardi.” – e dopo questa frase, un rutto, un calcio ad una bottiglia, un rumore di bicchieri caduti, uno slalom tra dei maiali, una caduta di un gigante atzeco, un salto in frasca, un salto in palo, un salto da palo in frasca, un rosso di sera bel tempo si spera, un rosario volante, un Rosario Fiorello, un racconto intorno al fuoco, una lettura ininterrotta delle prime tredici puntate di quest’opera e un incontro di boxe Tyson contro Veltroni[3], il Sabbino decise di andarsene così come era venuto: mangiando e ruttando.
“Salutami Belenna” – disse Mang’isse che non sapeva niente di tutto ciò ma se lo sentiva.
“Siete liberi, amici miei, io vi ho liberati. Ora però voglio sapere il perché cercavate la mia persona. Il perché vi servivo, il perché tu, oh eroe, mi guardi sbavante e il perché il vostro animale abbia decisamente divorato il fantasioso Mistery.”
“Ma tu guarda che cattivo! Borri cattivo!!! Cioè, finisci proprio in codest’istante di essere posseduto e subito mangi cadaveri? Non si fa! Una settimana senza cena!” – lo redarguì il Master
“Eh no. Allora ora me ne vado veramente!” – affermò Sabbino che era ancora nel corpo dello sventurato animalesbarracosostranosbarrauominosbarranonsoaltro[4]. E, in un lampo, uscì.
“Un lampo? Sicuri? I lampi non fanno questa puzza! No. No.” – rispose ad un interlocutore misterioso il dormiglione Mang’isse.
“Non vi va mai bene niente! Tanto vale vi facevo rimanere in quella cella a morire. Ingrati.” – urlò una voce dal nulla che sembrava tanto ma proprio tanto il Sabbino.
“Ma qualcuno che mi risponde alle mie domande?” – si spazientì la salvatrice.
“Ah giusto. Allora, cerchiamo te perché sei la mia sola speranza per salvare il mio regno. D’altronde tu sei la salvatrice. Tu conosci le risposte che cerco. Ed io saprò farti le domande giuste. Poi, il mio amico eroe ti guarda sbavante perché hai un pollo in mano se glielo lanci non ci darà più fastidio…” – disse il Master e un secondo dopo la bella ragazza misteriosa lanciò il pollo come se fosse un bouquet di nozze, Mang’isse corse all’impazzata dietro quel misto di carne e spezie come se fosse una zitella di cinquant’anni e si mise in un angolino a sbafarselo. – “…Quarta risposta: il mio povero animale ha fame. Non l’ho mai visto mangiare cadaveri, però. Non è da sé.”
“Basta così, non ti preoccupare. Ora devo farvi uscire di qui. Seguitemi. Vi porterò in un posto sicuro.” – comunicò la gentil donzella.
“Grazie. Ma posso farti una sola domanda?” – domandò Master meravigliato – “Sei tu “Colei che sopporta”?”
“Si. Sono io. Ma spiegherò tutto alla prossima puntata.” – puntualizzò la ragazza.
“Ma perché??? Perché???” – si spazientì Master.
“Perché sono perfida! E perché il tuo amico sta mangiando ancora. Non è un bello poi fare tutto di corsa e farlo stare male.”
“Questo è cosa buona e giusta.”
“Modestamente mi chiamano anche “La Saggia”” [5]

Zan zan zaaaaaaaaaaaaaan![6]

FINE QUATTORDICESIMA PUNTATA

[1] Italiano secondo il Sommo Luttero. Se il maschile è “il personaggio” perché femminile non può essere “la personaggia”? Secondo lui tutto ciò è discriminazione.
[2] Scommetto che nessuno l’ha intuito. Sono troppo un genio.
[3] Succedono un sacco di cose in pochi secondi. Ci avete mai fatto caso?[3bis]
[3bis] Come vorrei vederlo un incontro Tyson-Veltroni!
[4] E’ un bel miscuglio di razze, il caro Borri.
[5] Scoop e mistero. Chi sarà mai?
[6] Colonna sonora d’archi. Tipo quando in Lost sta per schiattare qualcuno o roba simile o la tensione è alla stello o “attento, dietro di te, uno degli Altri!!!” e roba simile.

Piaciuta la meravigliosa puntata? Si? Stiamo parlando dell’episodio n° 2461 di Beautiful no? No? La Cammenide? E che roba è? Ma dico…ma parliamo di cose serie ogni tanto no. Mica di vergognose oscenità senza capo ne coda. E questa volta non mi riferivo al Master.
Ma le altre volte si.

Sondaggio per la settimana prossima, dato che posso andare su internet: il ritorno del sempre irresistibile Turkodur o la trasformazione del lucaborrasso in un essere senziente, bipede e gentile e delicato insomma un essere umano lontano anni luce da Mang’isse e dal Master. A voi la scelta.

Prossima puntata: Lunedì 3 Agosto. Ma se andiamo a Procida non credo. Comunque poi si vedrà. Alla prossima. E ripetete con me: “Con tutte le ragazze sono tremendo, le lascio quando voglio e poi le riprendo ma col Mang’isse non mi mantengo, lo voglio per meeeeeee”. – Canzone del Master, io non c’entro niente.

lunedì 27 luglio 2009

La Carmenide-Un aiuto di vino(Puntata Tredici)



Mini-prefazione(perché l’amore è bello se è litigarello ma attenzione attenzionello se lei ti picchia con l’ombrello e se ne scappa con uno che si chiama Nello): La lettura di questa puntata è maledetta. Chiunque verrà scoperto a leggerla sentirà l’impulso irrefrenabile di commentare la suddetta con la seguente frase: “Azz e che figo quel Luca Borrasso”. Oppure, in sostituzione “Mio Dio. Ma quanto è bello il Callo Caffora!” e altre amenità simili. Ma non preoccupatevi, è un effetto temporaneo. Dopo poco potete ritornare ai vostri standard di bellezza senza problemi e, dico a te, si, proprio tu, potrai continuare ad osservare il calendario di Costantino senza pensieri. Vero signor Cocco?

La visione di questa puntata ci porta nei meandri della scienza più pura. E ci risponde ad uno dei quesiti più esaltanti dell’universo: si, l’ozono si è rotto di sentire gente che parla sempre delle dimensioni del suo buco.

Motivi per non leggere codesta puntata: Il mio cane dorme, rischierete di svegliarlo. Il sole è caldo, rischierete di raffreddarlo. Il Cocco è bello, rischierete di venderlo sulle spiagge. Il pastore è tedesco rischierete di trasformarlo in un cane. Il cielo è celeste, il mare è blu e sicuramente il più scemo sei tu. Ah ah ah ah. Quanto so simpatico![1]

Le forze a tanto ed il coraggio Mang’isse
fallir si sente, e dice a sé, gemendo:
"Qual pro che Sabbino il disperato suolo
mostri, e io m'abbia la via per le sbarre aperta,
se dell'uscirne fuor non veggio come?
Sporgon nella cella acuti sassi, a cui
l'impetuoso puzzo(borrassiano) intorno freme.
E il Master è ormai triste e incostante,
attendiamo un aiuto importante,
che ci liberi da questa oscurità lancinante.”


“Ah, ora l’aiuto lo cerchi eh?” – chiese il Master ormai allo stremo delle forze.
“E certo che lo chiedo! Sono tre puntate che siamo rinchiusi qui dentro, non abbiamo modo per uscire. Nessuno di noi due è una bella sgualdrina che può intenerire le guardie. Il Borri non fa niente di concreto se non rompersi le unghie a mandibolate e poi, non so perché, gli ricrescono in un attimo. Il fantasioso Mistery l’abbiamo trovato improvvisamente deceduto con cinque assi di poker ficcati in gola. Veramente, e dico certamente, non so più che fare e soavemente chiedo aiuto.” – precisò Mang’isse ormai al colmo della disperazione.
“No. Ce la possiamo fare! Io credo in te, eroe!” – urlò Master prima di giacere al suolo ed esalare l’ultimo respiro. – “Uèèèèè. Non sono morto!” – rettificò poi.
“Lo so che credi in me, amore mio[2], ma io non ce la faccio. Sono stanco, sono senza forze, sono triste e mi manca la mia Rimbattule. Non ho idee, non so cosa fare. Qui l’unica soluzione è un taglio netto!” – Affermò il deciso Mang’isse.
“Nooooo. I miei gioielli di famiglia no!” – Esclamò Master portandosi entrambe le mani sull’inguine.
“Ma che hai capito? Dicevo un taglio netto delle sbarre. Qui ci vuole un aiuto divino.” – e il devoto eroe alzò gli occhi al cielo speranzoso.
“Vino? Ma non abbiamo del vino? E perché ti servirebbe?” – disse il Master continuando a non capire una benemerita cippa.
“Prega invece di sparare idiozie. Prega il nostro Sabbino.” – E così facendo Master e Mang’isse si inginocchiarono e iniziarono a pregare al cielo. Il lucaborrasso pareva divertito da quell’esperimento e festeggiò divorando due topi di passaggio.
“Ecco. Si è pure mangiato la mia cena!” – affermò uno sconsolato Master.

Intanto nell’Olimpo degli Dei il generoso Sabbino soleva passare le sue giornate bevendo, mangiando e mettendo voti alle pulzelle di turno che gli passavano davanti[3]. Ogni tanto soleva ascoltare le richieste dei comuni mortali che, abitualmente, gli chiedevano ma solo se riguardavano, appunto, bevande alcooliche, cibo e squinzie. Di più non concedeva. Improvvisamente sentì nella sua testa una forte preghiera. Erano due avventurieri che avevano già effettuato mirabolanti avventure(ben una) e mirabolanti successi(diciamo uno, và!). Il Sabbino si ritrovò commosso, o forse era un effetto secondario della squinzia che aveva davanti che l’aveva sovra-esaltato a tal punto da piangerci per la soddisfazione. La squinzia in questione era una “coniglia”[4] impressionante, il suo nome era Belenna. Agitava il suo fondoschiena impunemente ma così impunemente che il mitico Sabbino si domandava il perché esistesse quel filo di seta tra i due bronzi glutei. Ma ritorniamo ai due eroi. Di parlare della grande ed eccelsa Belenna ce ne sarà il tempo. Soprattutto se non ci sono donne nei paraggi così da poterne esaltare le mirabili qualità. Qualità da attrice, ovviamente.[5]
L’ubriaco Sabbino ascoltava ancora i lamenti dei due avventurieri e i guaiti di uno strano animale vicino a loro. Sentì che era in dovere fare qualcosa per liberare i due ragazzi e anche per far andare avanti questa opera epica dato che a stare bloccati in prigione non si fa share. E la strabordante divinità si decise a palesarsi ai due.

“Certo che però questa cella è comoda. Ci dovremmo solo passare l’eternità almeno facciamocela piacere.” – esclamò il Master in un impeto di dabbenaggine.
“Certo. Ma si! Che ce ne frega di uscire. Qui siamo felici. Io tu e il lucaborrasso potremmo esaltarci insieme per anni e anni e vivere felicemente la nostra esistenza abbracciati e festanti.” – si esaltò Mang’isse.
“E’ un’eccelsa idea.” – convenne Master.
“Sei un eccelso idiota!” – precisò l’eroe – “Ma secondo te io dovrei stare un’eternità con te, che mi fai anche un po’ paura, con un Borri che spara minchiate, e con un cadavere di un ospite apparso per una sola puntata che, guarda caso, inizia pure a puzzare?” – si adirò leggermente.
“MMM…ventitre meno diciassette uguale sette. Ventitre meno diciassette uguale sette.” – ripeté il lucaborrasso.
“E ci mancava pure la matematica secondo lo pseudo-animale. Perché non lo abbattiamo che magari almeno mangiandolo serve a qualcosa?” – propose il divertito eroe guardando con attenzione il piccolo Borri.
“No. Non lo fare. Il Borri è tutta la mia vita!” – lo difese Master – “Per uccidere lui devi passare prima sul mio corpo!” – lo sfidò – “E senza doppi sensi” – precisò.
“Passare sul tuo corpo? Bell’idea. Chissà come sei delizioso!” – lo adocchiò con esaltazione il divorante Mang’isse.
“Fermi!” – urlò il lucaborrasso.
“Ha parlato di nuovo!” – festeggiò il suo padrone.
“Prepariamoci ad altre minchiate!” – sentenziò il padrone-bis.
“Fermi. Sono il meraviglioso, l’incommensurabile, il maestoso, il meraviglioso, no, già l’ho detto, il mitico Sabbino e vi parlo, dalle fauci del lucaborrasso, per salvarvi da questa situazione.” - Un impeto di meraviglia misto a sbadiglio percosse i due avventurieri, che ascoltavano incantati – “Io vi libererò da questo posto solo se riuscirete a rispondere ad un quesito che vi porrò e che voi mi risponderete ovviamente ad un quesito che vi porrò e che voi risponderete a quel quesito che vi ho porso.” – disse il lucaborrasso posseduto.
“Oh mia grande Divinità, posso effettuarti una domanda?” – domandò il domandante Mang’isse.
“Certo, mio adepto.” – disse il credente(in se stesso) Sabbino.
“A quante birre sei arrivato ora?”
“Solo dieci. Sono astemio in codesta giornata.”
“Ok, come non detto. Prego prego. Ci enunci il quesito.”
“Sono sicuro che riuscirò a risolverlo.” – Affermò tronfio il Master.
“Allora…qual è quell’animale che alla mattina ha quattro zampe, al pomeriggio ha due zampe e alla sera ne ha nuovamente quattro?” – espose il quesito il lucaSabbino mangiucchiandosi le unghie.
“Eh…eh…eh...facilissimo!” – disse il Master convinto.
“Qual è?? Qual è???” – domandò il Mang’isse tremolante.
“E’ sicuramente il…lo…la…oh mio Sabbino. Non lo so!! Non lo so!!!” – confessò il Master.
“Tu sei un idiota, cerebroleso, mentecatto, arpagone, falso e ragionevolmente scemo!” – urlò il Mang’isse.
“Ragazzi, avete poco tempo, io cerco di aiutarvi. Chi mi sa rispondere?” – chiese il Sabbinoborrasso.
“Io. Io so la soluzione”. – Si udì una voce misteriosa. Chi sarà mai???


“Io. Io so chi è!” – Affermò Mang’isse.
“Ma non lo puoi dire, è la suspance necessaria per incollare la gente allo schermo.” – precisò il sommo Luttero.
“Certo, ok. Ma perché vuoi incollare gente allo schermo. E quanta colla dovrai prendere per fare ciò?” – domandò l’eroe.
“Certo ben poca considerando i lettori abituali. Ah ah ah. Che sagoma che sono![6]” – rise l’autore.
“Ah ah ah. Veramente.” – rise il protagonista. – “Senti…posso farti una domanda importante proprio a te che scrivi ogni maledetta puntata?”
“Ovviamente si, domanda pure.”
“Il numero di telefono di Belenna?”

E da Stitica si sentì un urlo sovrumano di una gentil donzella. Ma questa è un’altra storia…

FINE TREDICESIMA PUNTATA

[1] L’idea di una settimana senza internet già fa impazzire l’autore.
[2] La prigionia avvicina le persone.
[3] Indice di gradimento pulzelle da parte del Sabbino(dal peggior voto al migliore): n’zogna, burro e panna. Poi aggiornato in n’zogna, burro, gelato, panna e panna chef dal mirabil figliolo e dal suo amico.[3bis]
[3bis] Nota nella nota: Se non ci avete capito niente è normale. Però vi assicuro che è un buon sistema per votare. Sisi.
[4] L’aggettivo coniglia per la suddetta Belenna è stato coniato dalla signorina RimBattule. Non si è mai capito perché. Ma come disse un certo autore di saghe epiche: “Che coniglia. E che bella coda che c’ha!”.
[5] Ovviamente no.
[6] Questa si che è satira politica! Uah uah uah.

Ormai è lo share a farla da padrone in questa opera dato che una trama ben definita non esiste ancora. Indi usiamo questi trucchetti per attirare pubblico. Quando siamo bravi. Soprattutto io che parlo con il plurale maiestatis. E faccio pure vedere che sono una persona colta. Ma quanto sono bello? Ma quanto? Ovviamente a questa domanda valgono le risposte solo della signorina Carmen. Chissà perché.

Gioco della settimana: Rispondete anche voi, formulate la vostra ipotesi sull’esaltante indovinello del Sabbino. A chi vince una settimana da trascorrere a casa del Master in regalo. Potete soggiornare con il mirabolante uomo, mangiare con lui, ridere con lui e dormire con lui. A vostro rischio e pericolo.

Prossima puntata: Giovedì 30 Luglio. Però devo trovare qualcuno che me la posti dato che Cammen non c’è…in alternativa aspettate a Lunedì 3 Agosto.

La Carmenide da oggi è anche sul tuo telefonino. Indi portalo da un esorcista per liberarlo.

Look at me!



Come ho già detto nella puntata dodici e mezzo della Carmenide questa settimana la passerò senza connettermi ad internet. Senza entrare sui vari Msn, Facebook, Bloggo e blog di Luttazzi. Senza ricercare notizie sul sito della Repubblica, del Corriere o di compagnia bella. Senza cazzeggiare su internet. Mi disintossico. Mi servirà e mi darà molto più tempo per pensare a me stesso e alle persone che ho accanto. Sarà una sorta di disintossicazione dato che, negli ultimi tempi, sono arrivato a livelli veramente osceni di collegamento consecutivo. Scriverò un diario giornaliero che posterò al mio ritorno tra il mondo dei collegati. Ci risentiremo miei cari lettori. Si. Mi mancherete tantissimo ma col cuore saremo insieme. Si. Me la sto credendo tantissimo ma è bello. No. Il bello non sono io, è la situazione. Che è meglio.

Ps: La carmenide sarà postata molto probabilmente dalla signorina Carmen, se ci riesce e credo in lei. Sisi.

Ps2: Nella puntata scorsa della Carmenide, ovvero la dodici e mezzo, ho offeso ripetutamente il co-autore di questo blog proprio per constatare se la legge. Il risultato è stato, ovviamente, no. Indi gli insulti continueranno. E si moltiplicheranno.

Ps3: Chi non risponde a questo post avrà 10 secondi di sfiga in cui possono accadersi le seguenti calamità: rottura pellicina dillice piede sinistro, male al polpaccio destro, tiramento cuoio capelluto parte frontale, ciglia sbattente a mò di trapano, trasformazione in Emilio Fede, moltiplicazione dei pani e di Jhonny Dorelli, ballo repentino alla Mauro Repetto. E poi non dite che non vi ho avvertito.

domenica 26 luglio 2009

Versi, versi!



Il supremo Ministro della Cultura mi ha inviato, ancora telepaticamente, una poesia, un suo componimento su una sua collega. Questo è ciò che è balzato fuori dalle mie dita durante la trascrizione in trance:

Bellezza perfetta
intelligenza sopraffina
sguardi maldicenti
inaspettata audacia
pere giganti
bonazza pazzesca.
(ma mai quanto Silvio!)

PS: Poesia dedicata, ovviamente, a Rosy Bindi. Uah uah uah. Non è vero. E' dedicata al suo amore. No. Non Silvio, che andate a pensare! Alla ministra Carfagna. E che Ministra!(come diceva Benigni, mi vien quasi da dire: "E facci vedere tutto il ministero!")

venerdì 24 luglio 2009

La Carmenide - Silenzio in sala (Puntata Dodici e mezzo)



Mini prefazione(perché il rafting non è uno sport per signorine, anche se non c’entra niente): Questa puntata è diversa. No. Non diversa tipo altra sponda ma diversa tipo sponda stessa ma diversa. No. Non sto affermando che sono bisessuale. No. Sicuro. Mamma non piangere che poi fai piangere anche me. Non sono bisessuale. No. Non sono neanche gay mamma. Ho una squinzia. No. No mamma non ha fatto il cambio sesso, è una donna nata e cresciuta. No. No mamma non farà il cambio sesso. Lo farò io!

La visione di questa puntata risponde ad uno dei quesiti più mirabolanti dell’universo: si, Enrico Papi sta sulle balle un po’ a tutti.

Motivi per non leggere questa puntata: Depressione, ansia, vomito, diarrea, momendol, cisti, articolazioni stanche, leggero mal di testa, ansia prenatale, ansia dopo natale, ansia pre Pasquale, ansia da assenza di Pasquale, notizia ansia: Pasquale è ritornato. Altri motivi: Mi hanno appena riferito che Babbo Natale esiste si ma non è fidanzato con la Befana bensì con il coniglietto pasquale. Son cose che fanno male!

La parte in corsivo non si fa
Butto parole a caso e trallalà
Arrivo a quattro righi e mi fermo là
D’altronde pure io ogni tanto devo pur riposà!


Interno di un edificio visibilmente grande. Ventiduesimo secolo. 2009 per l’esattezza. I nostri personaggi principali li avevamo lasciati in una prigione a maledire la presenza di un essere puzzolente che non la finiva di emanare aria fetida, e non parliamo del lucaborrasso. Ma oggi non parliamo di loro. Parliamo di noi. Parliamo di voi. Perché noi abbiamo bisogno di voi. E questo è il posto giusto.
Buio. Completamente buio. Gli occhi ondeggiano sulle piccole lucine rosse che sembrano muoversi in lontananza. Si ode un brusio sommesso di gente che chiacchiera. Si ode una musica che, lentamente lentamente aumenta di volume, e lo spettacolo può incominciare.

“Ladies and gentleman, Madame et mousier, benvenuti alla “Carmenight”!” – una voce provenire dal soffitto si fa eco nella sala. La gente ora è visibile, si alza, applaude, ride già copiosamente senza un motivo ben preciso, ride già perché sa cosa sta accadendo. Dal centro palco illuminato si fa strada lui, il più grande presentatore che la storia ha avuto, ha e avrà. – “Ecco a voi, il maestoso, l’incommensurabile, l’imprescindibile, l’immarcescibile, l’imbianchino: Andrea De Iasio!!!!”.

Il pubblico sembra osservare il palco e domandarsi alacremente una questione intelligente: “Ma chi è?”. Il De Iasio scende entusiasta tra il silenzio della folla. La voce dal soffitto cerca di migliorare la situazione creatasi.
“Ecco il grande Andrea De Iasio.” – il pubblico è in silenzio.
“Ecco il maestoso Andrea De Iasio!” – il pubblico è in abbioccamento.
“Ecco che cade una pioggia di cinquanta euro per ogni persona che applaude!” – E il pubblico si esalta, fa la ola, fa la alo(la ola al contrario), fa la A, la B, la C e pure la Y che è difficile ed è pure straniera indi bisogna sapere le lingue per farlo. Il pubblico è entusiasta, è in visibilio, è pagato.
“Buonasera signori e signori, eccoci qui per la Carmenight, primo speciale dell’opera che ha mandato in pappa il server del Bloggo degli Sgrittori, così in pappa che sembra non ci sia venuto nessuno. Ma sarà un problema dell’analizzatore delle visite. Sicuramente. Si. Non c’è nessun dubbio. Comunque siamo qui per esaltarci, divertirci, e scompisciarsi dalle risate con l’autore dell’opera più discussa del mio gabinetto: Luttazzi4ever!!!”
Il pubblico applaude rumoroso sperando in altri bigliettoni da cinquanta euro. Speranza vana.
“Buonasera signor eccelso autore!” – si esalta il De iasio.
“Buonasera chiunque tu sia.” – risponde l’autore.
“Ah ah ah, che bontempone!” – corregge il presentatore.
“No. No. Non hai capito. Io non so chi sei.” – precisa l’ineffabile scrittore.
“Questi cinquanta euro ti rinfrescano la memoria?” – chiede il furbo conduttore.
“Certo che si! Oh conosciutissima persona!” – si esalta, finalmente, il luttazzi4ever.
“Prego, accomodiamoci alla postazione.” – e i due si siedono comodi sulle due poltroncine poste in mezzo allo studio. La chiacchierata inizia.

(Nota: Le domande sono in grassetto. Perché? Perché così mi andava di fare!)

“Luttazzi4ever, poeta, scrittore, romanziere, autore epico. Come si dileggia tra i migliaia di ambiti diversi?”
“Amo ciò che faccio, adoro ciò che scrivo, vivo per donare al pubblico un’emozione.”
“La reale risposta?”
“Scrivo di tutto perché voglio diventare famoso più di Faletti e vendere milioni di copie ed essere ricco da far schifo.”
“Ammiriamo la sua schiettezza. Signor Lutty, posso chiamarla così vero?”
“Mi chiami come vuole se mi riempie di soldi.”
“Certo certo. Questo lo crede lei. Comunque, signor lutty, come è nata l’idea della Carmenide, l’opera che, in questo momento, le sta dando tantissime soddisfazioni?”
“Eravamo io, Marco Masini, Enzo Avitabile, Daniele Silvestri, Lucio Corales, Marco Pastoni, Ettore Scapece, Filomena Marturano, Erik Estrada e i Gipsy King che ci stavamo per imbarcare su un cargo battente bandiera liberiana quando, ad un tratto, ho l’ispirazione: vedo, improvvisamente, un messaggio divino che mi indica la strada.”
“Una specie di cammino spirituale?”
“Cacca di piccione sulla mia testa.”
“Questo mi serve di lezione per quando vorrò interrompere di nuovo. E perché ciò ha causato l’inizio della redazione dell’opera?”
“Erano tempi senza ispirazione. La mia squinzia non riusciva più a sopportarmi tant’è che ho deciso di impegnarmi in qualcosa di concreto.”
“E cosa c’entrava l’episodio di prima?”
“Ovviamente niente. Ti sembra possibile Erik Estrada si abbassi al mio livello e mi frequenti?”
“In effetti da una persona come Erik, non se l’aspetterebbe nessuno. Continui comunque…”
“Ero lì, un giorno, che immaginavo come sarebbe stata la mia vita rapportata ai tempi degli eroi antichi greci, e pam, l’idea mi è balenata nella mente così tanto e così bene che il capitano Achab cercava Moby Dick.”
“Ah ah ah, battuta per palati fini.”
“Certe volte son sicuro che alcune battute non le capirebbe nemmeno il mio cane. E lui se ne intende. Le dico solo che va citando tutti i libri di Beppe Braida a memoria per istigare gli altri cani del circondario al suicidio.”
“Un dono di famiglia, vedo, l’audacia…”
“Si. Diciamo di si. Quando ho iniziato a redigere l’opera avevo qualche dubbio e mi facevo molteplici domande tipo: Piacerà? Non piacerà? E se non piace quando la chiudo? E se piace riuscirò a fare puntate frequenti e con dose massiccia di ispirazione? E domani dobbiamo andare al pub? E cosa mi metto? Uff, non ho mai niente da mettermi. E se mi mettessi quel toppino rosso? Quello che mi fa le bocce giganti?”
“Ehm…ma cosa dice?”
“No, è un mio problema: quando penso troppo raccatto pensieri. In quella giornata sentivo quelli di Pamela Anderson. E le giuro che sono quelli che tutti noi abbiamo sempre immaginato.”
“Immagino…”
“Ah, pervertito!!!”
“Ehm ehm…andiamo avanti…di quante puntate intende realizzare l’opera?”
“Diciamo che siamo a metà, un buon punto. Spero di finire il primo ciclo al 24° episodio non escludendo uno speciale dopo di esso.”
“Primo ciclo? Ha in mente altre stagioni?”
“Certo che si. Ho così tanti cicli in mente che ho intenzione di arrivare al motociclo! Ah ah ah!” – il pubblico è ammutolito.
“Si risparmia le battute migliori per la prossima puntata vero? Dica di si, non ci faccia fare figure di niente.”
“Certo che si. Come quella dell’uomo che entra in un caffè!”
“La prego, non ce la dica. Vogliamo rimanere all’oscuro. In attesa di nuovi sviluppi. Ecco, nell’opera ci troviamo al punto in cui i nostri due protagonisti sono rinchiusi, con il fantasioso Mistery e il lucaborrasso, dentro alla prigione del castello di Cos. Ma non c’è stato un motivo apparente, cosa è successo, come è successo?”
“Non ho scritto il motivo?”
“No!”
“No?? Sicuro sicuro sicuro?”
“No, nessun motivo. Nada! Nisba. Niet!”
“Porka loka! Me ne son dimenticato. Vabbè, rimedierò. Sappi solo che se ne vedranno delle belle.”
“Traduzione?”
“Non so come andare avanti. Uèèèèèèèèèèèèèèèèèèè!”
“Non faccia così. Una soluzione sempre si trova. C’è sempre il jolly del lucaborrasso. Aiutante magistrale in ogni occasione. Nella scorsa puntata l’abbiamo visto abbagliare il fantasioso Mistery solo aprendo la bocca, ci sono altre qualità nascoste nell’animale leggendario?”
“Si. Un suo grandissimo potere è che fa i peti e da la colpa a Mang’isse, tanto lui se la piglia dato che veramente ne fa a bizzeffe.”
“Una domanda impertinente: il Master è…come dire…cioè…come posso spiegare…eterosessuale?”
“Certo che si! Non si nota?”
“Ci sono alcuni indizi qua e la ma non ero sicuro. Sarà uno scandalo considerando che i miti greci diciamo che si divertivano con bei mascolotti!”
“Se poi lo faccio accoppiare con un maschio chi la legge la puntata eh? Devo anche fare dei piccoli ragionamenti io!”
“Vero. Lei si che ha una grande mente. Ci dà qualche altra anticipazione?”
“Mang’isse ritornerà a casa solo che sbaglierà casa(suonerà alla villetta vicino che è uguale alla sua) e penserà di aver sbagliato isola e ritornerà indietro.”
“Nuovi scenari?”
“Se non vincete le piste principali non li sbloccherò mai.”
“Nuove avventure? Cosa cercano Mang’isse e il Master?”
“Per risponderti alla prima domanda dico di si, tutto è avventura. Mang’isse cerca cibo, Master cerca gnocca. Ma non la troverà mai se continua a girare vestito come Harry Potter.”
“Ma mi dica una verità: i personaggi sono veri? Cioè dicono che lei ha preso spunto dai suoi amici e li abbia trasportati nell’opera.”
“Non si può mai tenere un segreto eh! Eppure l’ho scritto solo su Msn, Facebook e sul Bloggo.”
“Altra domanda suggerita dalla regia: la sua squinzia quando compare?”
“Ecco cosa dovevo fare!!! Grazie per avermelo ricordato!”
“Oh signor! Da settimana prossima i suoi impegni extra-scrittura sono terminati, indi potremmo finalmente rivedere due episodi settimanali della Carmenide?”
“L’obiettivo è quello però settimana prossima ho deciso, e qui lo dico a tutti, di staccarmi da internet e da tutto ciò che ne consegue per una settimana. Ebbene si. Documenterò i miei spasmi, i miei deliri, i miei dolori in un diario che pubblicherò giorno dopo giorno la settimana successiva. Un’esperienza in cui cercherò di crescere. Di uscire fuori dalla gabbia di gruppi e sottogruppi di Facebook e di conversazioni su conversazioni su Msn”
“Scoop! E come verrà postata la Carmenide?”
“Avere una ragazza serve anche a questo no? Oppure ne scriverò qualche puntata e rimanderò la pubblicazione sul blog al mio rientro.”
“Ci dica la verità. Perché intende sottoporti a questo esperimento?”
“Per dimostrare che il mio co-admin è un maledetto stronzone!”
“Ma non c’entra! E poi…non ha paura che lo venga a sapere?”
“Che lo è lo sa già. E poi non lo leggerà mai, si è fermato a cinque puntate fa, quell’idiota.”
“Sisi. E’ proprio un mentecatto cerebroleso!”
“Con il suo meta-fumetto, meta-racconto, meta-dialogo. Meta di qua e meta di là. E poi uno dice che non lo deve insultare. Mah…”
“Ma non ha pensato al suo pubblico? Come reagirà alla sua scomparsa dal web?”
“Starà meglio e poi, una settimana, non fa male a nessuno. Consideratela come una vacanza.”
“Altre due domande e abbiamo finito: Come si vede tra trent’anni?”
“Con un droide artificiale di nome Billy che mi aiuta nei lavori di casa, con una moglie, due figlie, e un gigantesco prato dove far crescere tutti i miei desideri: piantine di cannabis purissime!”
“Questa la censuriamo dopo. Ultima domanda: è felice adesso?”
Se mi dice professionalmente diciamo che oscillo tra alti e bassi. Il pubblico vuole i tuoi successi per esaltarsi e per vantarsi della conoscenza ma, in realtà, lui ti lascia sempre solo. Solo sul palco, solo mentre scrivi, solo mentre pensi e solo mentre cerchi di trasformare una giornata no in un racconto che faccia ridere, che faccia divertire, che faccia pensare. E magari scriverlo proprio quando più stai male. E magari farlo notare. E venire deriso perché hai voglia di deprimerti un po’ per sentirti una persona normale, con i suoi alti e bassi, con i suoi pugni chiusi al cielo in segno di vittoria o alla terra in segno di sconfitta. Scrivere è vita perché vivi mentre lo fai, scrivere è tutto ciò che hai certe volte, una chiacchierata con un amico o con la propria metà risolve una buona percentuale di problemi ma è da solo che capisci chi sei. E certe volte ne hai una fottuta paura.
Se mi dice sentimentalmente sto una favola. E lei è un angelo.
“Credo anche che sia sorda da quanto lei parla! Comunque grazie, signor Luttazzi4ever, e complimenti per la sua opera. E a voi gentile pubblico ci rivediamo tra dodici puntate per la serata dopo il gran finale. Arrivederci. Ecco a voi: Lutty!! Il nostro sceneggiatore preferito!”

Il pubblico batte le mani convinto, scendono banconote da venti euro ma il pubblico continua ad applaudire. L’autore alza le mani e saluta tutti. Standing ovation del pubblico festante. I due sul palco rientrano dietro le quinte e finalmente parte la caccia alle banconote cadute. Una perfetta scazzottata stile Bud Spencer e Terrence Hill riporta tutti in un’atmosfera da anni 80.

FINE DODICESIMA PUNTATA E MEZZO

Le note non ci sono. Non me ne tiene di farle. D’altronde è testo nuovo. Mica vi devo spiegare anche ciò. E che diamine. Faccio sempre tutto io.[1]

[1] Nota nelle note che non dovevano farsi notate: L’autore alle ore 1 e 43 di notte non è tanto lucido, non lo fate arrabbiare. E’ solo stanco, poverino.

Il sondaggio Vip è lo stesso della settimana scorsa: Il birroso Sabbino o la pokerista Maittella? Voti accertati, per adesso, vedono la seconda vincitrice per 2 a 1. Si può votare fino a lunedì.

Prossima puntata: Lunedì 27 Luglio. Se riesco a farla postare da Carmen, sennò se ne parta settimana prossima.

mercoledì 22 luglio 2009

Per chi ama le farfalle...




Com'è d'uopo nella mia tradizione familiare, anche questo mercoledì mi sono recato dai miei nonni a pranzare con la mia famiglia. E anche oggi, come tutti i mercoledì, sono successe più o meno le stesse cose: mio nonno e mio fratello che giocavano a carte, mia nonna e mia madre che spettegolavano tutto il tempo. E io che leggevo Dipiù.
Oltre a proporre un minuto di silenzio per questa mia non trascurabile caduta di stile (ma sappiate che il mercoledì è l'unico momento in cui leggo questa roba, oltre a quando aspetto un'ora e mezza che il mio parrucchiere si decida a tagliarmi i capelli), mi piacerebbe farvi notare quanto questa rivista sia profondamente e spassionatamente devota al nostro Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Non che ci sia da sorprendersi: ultimamente sono talmente tanti i cattivoni che gettano fango sul nostro illustre Presidente, che trovare ancora dei disinteressati e amorevoli paladini della giustizia e della democrazia è come respirare una boccata di ossigeno nel mare dei cospiratoribolscevichimangiabambinicomunisti, troppo impegnati a fare le scarpe ad un uomo che, come ho avuto modo di scoprire oggi, merita tutti i nostri complimenti per una sua tanto fanciullesca quanto candida vocazione: quella di allevare farfalle.
Yes, avete capito bene: allevare farfalle.
E non venite a farmi battute di spirito sui doppi sensi o su possibili giochi di parole con lucciole e farfalle. Qui stiamo parlando di farfalle vere, teneri e indifesi animaletti che, al pari degli italiani, suscitano tanto amore e accorato sentimento da parte del Silvio Nazionale.
Mi è sembrato giusto, pertanto, che una rivista democratica e socialmente impegnata abbia deciso di mostrarci, nell'editoriale di questo numero prima e in un articolo che raccoglie un'intervista a Barbara Montereale dopo, questo aspetto sconosciuto di un uomo che tanti stanno massacrando senza conoscere quello che questo spirito da fanciullino ha realmente dentro.
Ebbene, per chiunque voglia fare orecchie da mercante e fingere di non essere a conoscenza della verità, ho deciso di linkarvi il sito in cui, spostandovi alle pagine 2 e 3, e ingrandendo l'immagine, potete trovare l'editoriale di Sandro Mayer in cui si introduce l'articolo.
Articolo che, nel caso tutto questo dovesse non bastarvi, mi impegnerei a trascrivervi a mano (data la sua irreperibilità nel web). Tutto questo per amore della verità, of course, e, ovviamente, per la serenità emotiva del nostro Presidente, perchè almeno lui non perda quello spirito fanciullesco che, noi italiani, reduci da anni di batoste inflitte con sonore prese per il culo, non abbiamo potuto fare a meno di perdere.

LINK


p.s. Vi invito, nonostante questo sublime editoriale di Mayer, a non sottovalutare l'intrinseca bellezza dell'articolo all'interno della rivista, dal titolo elegante ("Che gentile Berlusconi, mi ha invitato a vedere la sua collezione di farfalle") e dal sottotitolo accattivante ("Lo psicologo spiega la personalità di chi ama appunto le farfalle"). Se anche voi, come me, non potete fare a meno di conoscere la personalità del Presidente, fatemi un fischio, e l'articolo sarà tutto vostro!

lunedì 20 luglio 2009

Versi di versi



Non potevo resistere alla Bondizzazione dopo la pubblicazione delle trascrizioni tra la D'Addario e Berlusconi. Il re della Poesia mi ha detto ciò in seduta telepatica, spiritica appena or ora passata al digitale terrestre.

Fugace desiderio
voglia d'amore
vivida emozione
normalissime conoscenze
semplici accoppiamenti
meretrice bastarda.

Nella foto: Patrizia D'addario, una delle poche persone che è riuscita a mettere Berlusconi in mutande.

sabato 18 luglio 2009

La Carmenide - Viva la Fuga (Puntata Dodici)



Mini-prefazione(perché, in fondo in fondo, è l’unica parte che leggete, oh visitatori improvvisati): La visione di questa opera riduce di un buon 22 per cento la possibilità di essere picchiati da cetacei assassini nella propria abitazione, riduce di un buon 57 per cento la possibilità di picchiare cetacei gentili nella propria abitazione e aumenta di un buon 84 per cento la possibilità di odiare il presente autore. Ovviamente picchiandolo usando come mazza dei cetacei indifferenti.

La visione di questa puntata risponde ad uno dei quesiti che la storia moderna non smette di domandarsi: si, la Montalcini c’ha un suo fascino.

Motivi per non leggere questa puntata: Il Papa è caduto, o meglio, si è fatto male, o meglio, si è dovuto operare al polso, credo che tutto ciò sia successo mentre osservava la candidatura della suora in topless su Facebook. Oh, 84 anni e non sentirli. Ci vorrei arrivare io a quell’età così. Beh, senza il vestito bianco, senza la faccia a criminale nazista e senza alcuni suoi pensieri osceni. Ecco…non ci vorrei arrivare a quell’età così.

Abbrostite le carni ed imbandite,
sedeansi a banchettar:
donzelli esperti
sorgeano,
e pronti di vermiglio vino

ricolmavan le ciotole dell'oro.
Ma poiché digiuni i prigionieri fûro
della fame desiri e della sete,

parlò in tal guisa il duttile Mang’isse:
"Miei amici, per Sabbino, su via,

un pezzo di costata affumicata portate a quest’uomo stroppio,
ovviamente non favello del Master
che, da par suo, può rimanere per anni,
senza ingurgitar nutrimento."

“Cosa potrei fare io?” – Chiese il luminare Master, un po’ sconvolto dalla frase dell’eroe.
“Tu, sei così forte che potresti anche non mangiare per giorni, per settimane, per anni, per secoli. Sei così forte che non hai bisogno di ingozzarti di cibo. Sei così forte che ti basta solo respirare per sconfiggere intere guarnigioni del re. Sei così forte che potresti, se ti ci applichi, anche aggiustare lo scarico del lavandino. Sei così forte che appena ti guardo capisco cosa vuol dire essere accanto ad una vera leggenda.” – precisò Mang’isse ingigantendo a dismisura le qualità del socio.
“Eh beh, hai propriamente ragione.” – si beò il Master.
“Certo che si, indi non ti dispiace affatto se mi mangio il tuo pezzo di carne.” – E così dicendo si lanciò sulla costata affumicata che si finì in un battibaleno – “Complimenti allo chef”.
“Mi sento di essere stato buggerato[1]!” – Suppose “l’intelligentissimo” Master.
“Aspetta, buggerato dici? Vado a leggere la nota sotto che non so cosa significa!” – e così facendo scese verso gli altri due fogli di Word e si ritrovò nella sezione delle note. Ritornò sopra effettivamente soddisfatto – “E si, ti ho proprio buggerato! O forse potrei dire truffato.”
“Vedo che hai trovato anche sinonimi per l’occasione”
“Sono o non sono l’eroe di quest’opera?[2]” – urlò il Master digerente.
“E allora, eroe, salvaci da questa situazione. Usciamo da questa grotta. Andiamo in aperta campagna e offriamoci in sacrificio a Mal Gioglio, il dio della bellezza.[3]” – urlò anch’egli in Master in preda ad un’estasi checchifera.
“Allora…potremmo…vediamo…” – elucubrò, l’eroe – “E basta con questi termini strani.” – obiettò l’eroe – “Possibile che da personaggio principale non ho capacità di decisione?” – si domandò l’eroe.
“Fai come me, non ti curar di loro ma guarda il passero, ehm, e passa. Si, e passa!” – Precisò il Master.
“Ehi, voi due, c’è una novità bella per voi!” – Dall’altra parte della cella si vide una forma conosciuta vicino al carceriere. Era una specie di elefante mal riuscito, di daino abbattuto, di orrendo mostro multiforme. Era il loro pregevole lucaborrasso.
“Oh, il mio Borri![4]” – urlò Master festante.
“Oh, ci mancava anche il Borri. Come se di puzza stavamo messi male.” – criticò l’eroe.
“Oh, un animaletto, ci voleva in questa cella angusta.” – si udì una voce dall’oscurità – “E’ triste passare l’eternità da soli.”
La figura estranea si posizionò proprio sotto la luce, al centro della cella. Era un ragazzo, aveva a malapena 59 anni. Si reggeva ancora sulle sue gambe, osservava i due uomini, e un animale, guardarlo esterrefatti e poi si presentò.
“Piacere, il fantasioso Mistery! Al vostro servizio.” – e si tolse il cappello che fino ad un secondo prima non c’era.
“Oh no! Un’altra presenza imposta dall’autore tramite sondaggio.” – obiettò l’eroe.
“Eh si. Non è capace di fare niente da solo, quel becero scribacchino.[5]” – lo assistette Master.
“Ma…sono qui per aiutarvi. Conosco tutti i trucchi di questo castello e so come uscirne!” – precisò il fantasioso Mistery.
“Ah, ok. E come mai non te ne sei andato?” – chiese il Master puntandogli contro il lucaborrasso che, aprendo la bocca, emanava una luce accecante.[6]
“Eh…eh…perché qui sto bene e non so dove andare.” – provò a discolparsi Mistery.
“Ma non ti vergogni? Dico a te, autore da strapazzo, che trucchetto infimo. Metti uno che sta in cella per salvarci. Io non ci sto! Ci dobbiamo riuscire da soli. Io, il Master e quel coso pulcioso. Da soli.” – si ingigantì l’eroe. – “Tu, fammi il piacere di metterti da parte, fai qualche cosa, qualche altra cosa, che ne so, saluta il pubblico ogni tanto ma non romperci. Intesi?”
“O-Ok.” – balbettò Mistery che non si aspettava così tanta irruenza nei suoi confronti.
“E se non ti stai zitto ti faccio stare una notte abbracciato al Master!” – lo minacciò l’eroe.
“Nono, sto zittissimo! Zitterrimo!!” – chiese pietà la presenza imposta nell’opera. E si accucciò in disparte.
“Ora cosa facciamo?” – chiese Master.
“Proviamo ad uscire” – rispose Mang’isse.
“Eh, grazie!” – disse Master.
“Prego.” – ri-rispose Mang’isse.
“Ma prego di che? Il “grazie” era ironico.” – precisò il Master.
“Mo mi diventi anche ironico, ma bravo.” – ironizzò Mang’isse.
“Dobbiamo fare gara di ironia?” – Propose il Master.
Intanto Mistery saluta il lettore.
“E vai. Tu sei intelligente lo sai?” – puntualizzò Mang’isse.
“E tu sei anoressico lo sai?” – rispose Master.
Intanto Mistery saluta ancora il lettore.
“E tu mi sembri quasi maschio lo sai?” – rise Mang’isse.
“E tu mi sembri quasi un eroe lo sai?” – rise ancor di più Master.
Intanto Mistery andò a giocare a poker col lettore.
“E tu mi sembri quasi simpatico lo sai?”
“E tu sei tanto utile lo sai?”
Intanto Mistery vinse 20 euri a poker col lettore.
“E sto lucaborrasso che ti porti appresso ci serve tanto lo sai?” – Mang’isse indicò la bestia dormiente che, improvvisamente, si ridestò ed emise un rantolo sommesso.
“Mmmm….mmmm…ventitre….” – parlò il lucaborrasso.
“Ma favella!!!” – esultò il Master.
“Ovvero parla per chi non conoscesse il termine” – festeggiò e precisò il Mang’isse.
Intanto Mistery vinse 150 euri a poker col lettore e la sua famiglia.
“Mmm…mmm…m….ventitre meno diciassette uguale sette.” – continuò la frase il lucaborrasso.[7]
“Uhm…parla e dice ragionevolmente delle minchiate!” – suppose Mang’isse.
“Ehm, mica si può avere tutto dalla vita!” – si abbattè il Master.
Intanto Mistery viene compito a bastonate dalla famiglia che ha distrutto a poker. Ora giace rantolando in mezzo alla scena.
“Ventitre meno diciassette uguale sette.” – ripeté il lucaborrasso.
“Noooo, un altro problema, come se ne avessimo pochi. Mò chi lo ferma a questo?” – lamentò Mang’isse.
“Ho un’idea…e se…”

La puntata termina qua perché mi hanno detto che la suspance aumenta i visitatori, sennò non si spiega il perché Beautiful sia ancora in onda. Indi nella prossima puntata: Master sarà incinto ma non si sa di chi, i due usciranno dalla cella promettendo al carceriere un incontro amoroso con Mistery. Il lucaborrasso sarà abbattuto perché non è capace di fare calcoli matematici elementari. Il mondo crollerà alle 24 di un pigro martedì pomeriggio. Se rileggi questa puntata altre 5 volte diventerai un malato mentale, e il figlio del Master sarà il tuo!!!

Intanto Mistery viene portato in ospedale e ucciso a suon di bastonate dal cugino della famiglia che ha battuto a poker che fa l’infermiere in suddetta struttura ospedaliera.
FINE DODICESIMA PUNTATA

[1] Truffato. Per chi, come Mang’isse, non conoscesse termini elementari.
[2 ] Rileggendo questa frase mi viene da ridere.
[3] La bellezza, alla fin fine, è tutta una questione soggettiva.
[4] Non lo salvate così sul telefonino. Potrebbe prenderselo e cancellare il proprio numero in preda ad un raptus di follia.
[5] Questi intendono fare la fine di Turkodur, non capiscono niente.
[6] E questo è solo uno dei millemila utilizzi del lucaborrasso.
[7] Il matematico. Tzè!

I due sono ancora in prigione e questa puntata era veramente inutile? Si? E chi sei tu per dirmi queste cose? Umberto Eco? Dario Baldan Bembo? Edwige Fenech? No. Sei solo un becero lettore di quest’opera e io apprezzo ogni cosa tu mi dica. Salvo fare tutto il contrario perché sono pur sempre io lo scrittore, mica tu. E non fare quella faccia da cane bastonato che il bastone ancora non l’ho preso. Ringraziami.

Sondaggio Vippo per la prossima puntata: Il maestoso Sabbino o la criticatrice Maittella?

Prossima puntata facciamo Giovedì 23 Luglio. Ma se me ne tiene la scrivo Lunedì. Non ci contate. Anzi contateci. Anzi conto io: uno, due, tre, mille, centododici, quarantasette, ventiquattro, trecentoventisette…

giovedì 16 luglio 2009

Versi Diversi



Su Vanity Fair, se lo leggete come fò io, troverete ogni settimana una poesia del multiforme Sandro Bondi che ricopre le cariche di ministro dei Beni e delle Attività Culturali e sosia di Massimo Boldi nel tempo libero. E, pochi giorni fa, il desiderio di parlare del G8 con una poesia come fa lui mi è balenato per la mente. Indi, durante l'esame di stato di una mia amica ho scritto queste dolci e melodiose parole:

Scossa terrena,
delirio e paura,
avventata ingratitudine,
mirabile organizzazione,
presidente operario.

Spero sia di vostro gradimento.

Ps: La foto è leggermente tenebrosa oltre che suggestiva e, sinceramente, oscena.

mercoledì 15 luglio 2009

Attenzione: è il blog che vi sta parlando!!!



-“Allora, è finito questo cazzo di sciopero?”
-“Ehm... sì, sì, durava solamente un giorno... ma era uno sciopero giusto, ci vogliono togliere la libert...”
-“AHHH!!! Non me ne frega un accidente dello sciopero! So solo che per colpa sua ho buttato un giorno alle ortiche!!! Ma visto che è finito, dovete muovervi a postare qualcosa! Qui dentro fa tutto schifo, la grafica fa schifo, le vostre facce fanno schifo e i contenuti sono ancora peggio!!!”
-“Ma... ma... noi...”
-“Niente ma, branco di smidollati senza carattere e senza argomenti di conversazione! Ma vi rendete conto che nessuno vi linka? Quei quattro gatti che vi hanno linkato l’hanno fatto solo perché provano pena per voi!!! Mi vergogno di voi! Mi avete creato solo per farmi diventare lo zimbello dei blog? Eh? Volete rovinarmi? Anche Google Analytics ride di me!!!”
-“No, ci scusi capo, è che noi cerchiamo di fare del nostro meglio, ma non siamo affermati... nessuno ci conosce... non abbiamo mai pubblicato nulla, non andiamo nelle fiere a farci conoscere, giriamo pochi blog e commentiamo poco...”
-“STRONZATE!!! Se pubblicaste qualcosa di decente, la gente mi visiterebbe! La verità è che siete due buoni a nulla! Sapete solo scrivere poesie da quattro soldi e riflessioni personali che non valgono una benemerita mazza!!!”
-“Capo, ma ultimamente ci siamo dedicati al sociale!! Diggi ha scritto un paio di post sulla G.N.I. e io ho indetto lo sciopero!”
-“E capirai che gran servizio sociale!!! Ma lo volete capire che alla gente non importa nulla di queste cose? La gente vuole visitare blog monotematici! Vuole blog in cui si parli solo di riflessioni personali oppure SOLO di poesie! Vuole blog in cui si faccia SOLO una critica ironica sulla società, o in cui si recensiscano SOLO i fumetti, e non un blog in cui un giorno viene postata una poesia, un giorno si fa una riflessione deprimente, un altro giorno si parla dell’Acqua e Sapone, e un altro giorno ancora si inizia un racconto epico... a nessuno interessa un blog così!!! Possibile che non ancora riuscite a capirlo?”
-“Ci scusi, capo, ma noi non vogliamo essere monotematici!!! Noi vogliamo esprimere i nostri pensieri e la nostra creatività nel modo che più preferiamo! E poi mi scusi, ma chi se ne frega delle visite??? Non le abbiamo? Pazienza!!!”
-“Luttazzi4ever, è questo quello che pensi? Che non ti importa nulla delle visite?”
-“Sì, capo!! Voglio sentirmi libero di dire tutto quello che mi passa per la testa! Anche Pa via ‘e Pavia, Pav’i”
-“Va bè, sì, sempre con questa stronzata... sono tre anni che la dici e il tuo co-admin non l’ha ancora imparata! E tu, DjJurgen? Che ne pensi di tutto questo?”
-“Ehm... bè, sono d’accordo con Lutti... cioè, sull’esprimersi liberamente... e anche per quanto riguarda la via di Pavia, che non ho ancora imparato a dire... poi, per le visite... penso che sarebbe meglio se ne avessimo qualcuna in più...”
-“Ecco, vedi, Lutti? Anche il tuo co-admin è d’accordo con me, nonostante non riesca a dire la frase su Pavia... dovete fare qualcosa per aumentare i contatti! Essere linkati, avere più sostenitori! Farvi conoscere, insomma!! Perché non provate a scrivere qualcosa insieme?”
-“Ci avevo pensato, capo! Ci avevo pensato!!! Ma non è colpa mia se non ci riusciamo! Lui è sempre impegnato con la Carmenide!!!”
-“Ehi, maledetto stronzone, guarda che fino a poco tempo fa tu scrivevi di Santuzzina da Grattosoglio! Non venire a farmi la morale!”
-“Ma che c’entra Santuzzina da Grattosoglio, quella è una storia vecch...”
-“AHHH!!! BASTA! Piantatela di discutere per ogni minima cosa! DjJurgen, non fare lo scarica barili come sempre, la colpa è anche tua...”
-“Mia? Ma che ho fatto io???”
-“Tu mi stai trascurando!!! Ultimamente non posti più come prima, sei sempre assente! Solo Luttazzi4ever si occupa di me e mi vuole bene...”
-“Ma... ma... capo, non è vero!!! Io ultimamente sto scrivendo di più! E pensi che ho ancora tanti spunti per nuovi post!”
-“Ah, bene, bene... e dimmi, DjJurgen, di cosa parlano questi nuovi post?”
-“Glieli faccio leggere, capo? Eh? Li vuole leggere? Secondo me sono belli, perché iniziano bene, e fanno capire...”
-“AHHH!!! Basta, smettila, sei petulante! Fammeli leggere e basta!!!”
-“Ok, ok, ecco! Allora il primo non so cos’è, è una sorta di monologo che ho pensato mentre guidavo la notte per tornare a casa...inizia così:

La luna illumina il mio cammino ,seguendomi in silenzio da lontano.
Le stelle sono treni di ricordi che viaggiano nel cielo della mia memoria, stridendo e deragliando ogni volta che un pezzo della mia vita sembra puntare un po’ più a Nord.
L’aurora è solo un miraggio, il risveglio solo una chimera.

-“AHHH!!! Fermo, fermati subito!!! Ma che diavolo è questa porcheria??? Il solito polpettone finto – esistenziale in cui cerchi di fare il filosofo dei miei maroni?”
-“Ehm... no, cioè, non credo... è solo un piccolo monologo che mi è venuto mentre guidavo, non ha nessuna pretes...”
-“Senti, DjJurgen, tu la devi smettere con queste schifezze! Con queste schifezze non arriverai mai da nessuna parte, te lo ripeto da una vita!”
-“Ma... ma... a me piacciono!!!”
-“E chi se ne frega! Alla gente non piacciono, indi tu non le devi scrivere!!! Non è un concetto difficile! Piace a te = no. Piace agli altri = sì. E’ un concetto che hanno capito tutti i blogger più famosi, perché tu non sei ancora riuscito a comprenderlo?”
-“Eh, bè, ecco, io...”
-“Va bè, senti, adesso non metterti a piagnucolare come tuo solito! Dai, leggimi l’altro spunto... vediamo se almeno questo è pubblicabile...”
-“Sì... allora, ecco... questo è l’altro spunto:

Come molti di voi sapranno, la mia aspirazione è quella di diventare sceneggiatore di fumetti...
Leggo fumetti da quando avevo 6 anni, e da allora non ho mai smesso.
Col tempo, la mia passione è cresciuta sempre di più e...

-“AHHH!!! MA che cos’è questa roba??? Ancora a parlare del fatto che vuoi diventare sceneggiatore? Basta, hai già ammorbato tutti!!! Ma perché non scrivi qualche sceneggiatura, invece di rompere i cosiddetti all’intero universo??? E’ questo che dovrebbe fare un aspirante sceneggiatore! Scrivere! Non rompere i maroni! Scrivi una sceneggiatura che parli di me, che parli del periodo schifoso che stai vivendo! Qualsiasi cosa! Basta che la smetti di rompere i maroni all’intero universo in questo modo!!!”
-“Ma... capo... in realtà era solo un post in cui cercavo un disegnatore per un progetto scritto con la leader... è stato già scritto anche il soggetto... è una storia in cui c’è un clown che...”
-“AHHH!!! Smettila! Basta! Non me ne frega nulla di te e del clown!!! Non ti voglio più sentire, vattene! Mi hai proposto due spunti uno più schifoso dell’altro!”
-“Ma... ma... capo... il mio progetto...”
-“Nessun progetto! Vattene!
-“Ma... ma... capo... la mia creatività...”
-“Per me può andare a farsi friggere! Sei l’uomo meno creativo che abbia mai conosciuto!!! E adesso sparisci dalla mia vista e va ad importunare altri blog!”
-“Sì.. sì, capo, come vuole lei...”
-“Bene, finalmente. Luttazzi4ever, veniamo a te!”
-“Eccomi, capo! Io sto pubblicando almeno una volta a settimana! Anzi, tutti i lunedì e i giovedì! In questo modo creo continuità tra la linea temporale dei post e l’aspettativa tautologica degli utenti che verranno così a trovarsi in una situazione di ciclicità in cui...”
-“Sì, sì, va bene, è come dici tu... non mi importa niente della continuità, volevo parlarti di un’altra cosa...”
-“Se è per il fatto di quell’altro blog, non si deve preoccupare, capo! Lo sa che io non ho occhi che per lei!”
-“Sì, sì, tralasciamo questo fatto... lo sai che aprendo un altro blog sei contravvenuto al comandamento dei blogger “non avrai altro blog all’infuori di me” ???”
-“Ehm... ma io...”
-“Va bè, lasciamo perdere... non è di questo che voglio parlarti... ma della lunghezza dei tuoi post...
-“Mi scusi, in che senso la lunghezza dei post?”
-“Scrivi post troppo lunghi, Luttazzi4ever...”
-“In che senso troppo lunghi?”
-“Lunghi, troppo lunghi! Capisci il significato di troppo lunghi? Vanno accorciati! La gente non legge post così lunghi! Vuole post brevi, concentrati, minimal! Come te lo devo spiegare?”
-“Ma, capo... la Carmenide ha i suoi tempi... non posso abbassarmi alle logiche di mercato, io devo poter esprimere la mia creatività!!! Altrimenti la continuità tra la linea temporale dei post e l’aspettativa tautologica ne risente!”
-“Ancora con questa storia? Luttazzi4ever, ti sto avvisando, posta blog più corti o ti sospendo per una settimana!”
-“Una settimana? Capo, ma se non scrivo io, chi lo fa? Non mi dica che crede davvero in Diggi... ha sentito anche lei che post voleva scrivere, no?”
-“Uhm... effettivamente non hai tutti i torti! Se tu non posti più, perderò tutti i contatti giornalieri che ho!!! Ascolta, non avresti qualche storiellina minimal, di quelle simpatiche che scrivi tu, in cui cerchi di concentrare l’aspettativa tautologica con la verve comica?”
-“Oh, bè, capo, lei adesso mi lusinga... ecco, avrei una piccola idea per una storiellina, ma non so se...”
-“Vai, vai, leggimela pure...”
-“Va bè, ma è una sorta di metafora che...”
-“Luttazzi4ever???”
-“Ok, ok, leggo...

La storia che sto per raccontarvi parla di una povera, innocente cagnolina che venne circuita da un noto produttore di fiction per cani. La cagnolina, un giorno, fu chiamata nella villa di questo produttore cinematografico con la scusa farle conoscere il Commissario Rex. La cagnolina, infatti, voleva partecipare a tutti i costi alla nuova fiction del commissario Rex, ma...

-“DUE IMBECILLI! SONO IL BLOG DI DUE IMBECILLI! MA MI SPIEGHI CHE CAVOLO DI SENSO HA QUESTA STORIA? EH? ME LO DEVI SPIEGARE, IDIOTA!!!”
-“E’... è una metafora, gliel’ho detto...”
-“Non è una metafora! Non si capisce, come metafora!!! E se si capisce fa schifo!!! Ok? Ti proibisco di postare questa roba! Anzi, ti proibisco anche di continuare a pensarla!! Cerca di impegnare il tuo inutile cervellino in qualcosa di più utile per il mondo, va bene???”
-“Ma... ma capo... la storiellina... la metafora...”
-“Niente ma, niente storiellina e niente metafora! Tu questa roba non la posti!”
-“ Ma allora cosa posso postare?”
-“NIENTE! NIENTE! E’ MEGLIO SE NON POSTI NIENTE!!! Vattene anche tu! Sparisci dalla mia vista insieme a quel cerebroleso del tuo co-admin! Siete inutili! Vergognosi! Vi odio!!! Mi avete rovinato l’esistenza!!! Maledetti! Maledetto il giorno in cui vi siete messi d’accordo per crearmi! Sarebbe stato meglio rimanere nel brodo primordiale dei blog! Vi odio! Vi detesto! Vorrei vedervi espulsi da blogspot a vita!”
-“...”
-“Che c’è, non parlate più, eh? Vi ho messo paura, bastardi...”
-“...”
-“Avanti, ditemi qualcosa!!! Rispondete, se avete il coraggio!”
-“...”
-“DjJurgen, allora? Non hai il coraggio di rispondere, eh?”
-“...”
-“E tu, Luttazzi4ever??? Non hai niente da dirmi?”
-“...”
-“Ehi, sto parlando con voi, idioti! Non fate finta di non sentirmi o questa è davvero la volta buona che vi sospendo!!!”
-“...”
-“Mi avete capito??? Esigo una risposta!!!”
-“...”
-“Idioti di blogger che non siete altro! Che cos’è questo atteggiamento, adesso? Io sono il vostro Blog ed esigo rispetto!!!”
-“...”
-“Andate a postare, subito!!!”
-“...”
-“Dai! Forza! Voglio un post entro cinque minuti!!!”
-“...”
-“Dai, DjJurgen, scrivi uno di quei commenti sarcastici sulla società che ti piacciono tanto!!! Su, non farmi arrabbiare!”
-“...”
-“Non lo vuoi fare, eh? E tu, Luttazzi4ever, perché non fai un’altra bella ricerca sulle parole chiave usate per entrare in questo blog?”
-“...”
-“Ragazzi, dai, ma che vi prende??? Non ve la sarete presa per come vi ho trattati, vero???”
-“...”
-“In fondo lo sapete che io lo faccio per il vostro bene, vero???”
-“...”
-“Dai, postate qualcosa! Anche qualcosina ina ina va bene!!! Dai, giusto per farmi felice!”
-“...”
-“Non vi va di farmi felice? Eh? Di fare felice il vostro blogguccio?”
-“...”
-“Dai, ragazzi... non fate così...”
-“...”
-“Ragazzi???”
-“...”
-“Vi prego...”
-“...”
-“Ragazzi???”
-“...”

martedì 14 luglio 2009

Oggi sciopero!


Il sottoscritto Luttazzi4ever coadiuvato dal co-admin Dj Jurgen(che forse non sa niente di ciò perchè vive in un mondo tutto suo) partecipa alla giornata nazionale di sciopero dei Bloggers indetta dal sito http://dirittoallarete.ning.com/ per protestare contro il ddl Alfano che vuole mettere fine all'informazione e alla rete nel nostro Paese. Indi in codesta giornata non ci saranno post nuovi, alla maniera dei giornalisti incrociamo le braccia e osserviamo senza parlare. Grazie a tutti quelli che parteciperanno.

Ho inserito una foto col bavaglio, Diggi attendo anche la tua.

lunedì 13 luglio 2009

25 e...sentirli!





Incredibili, strabilianti, stratosferici preparitivi fervono da circa un mese in casa mia.
E questo non perchè è prevista la visita di Obama o perchè, da un pò di tempo a questa parte, si mormora più del solito la parola "laurea" abbinata al mio nome.
No, niente di tutto questo. Il motivo è che tra meno di una settimana arriveranno qui, a casa mia, in Abruzzo i miei amati parenti pugliesi. In verità una parte dei miei amati parenti verrà dalla Puglia, mentre l'altra atterrerà dritta dritta da Francoforte.
Una storia complicata, lunga. Insomma, per farla breve, questa è un'altra storia.
La storia di cui vi voglio parlare riguarda invece il motivo per cui verranno i miei parenti e per cui la casa sta venendo messa a soqquadro dai miei genitori.
L'evento è uno di quelli irripetibili, unici: i 25 anni di matrimonio dei miei.
Già, 25 anni di matrimonio. Le famose nozze d'argento che ormai sempre meno coppie riescono a raggiungere.
Avete presente tutte quelle coppie che se ne vanno al mare lasciando il proprio figlio a godersi la solitudine del focolare, che non rompono i cosiddetti, che non rovesciano da cima a fondo la propria casa e che non stressano?
Ecco, quelle coppie lì a 25 anni di matrimonio non ci arrivano.
I miei invece sì.
Già da un mese a questa parte, mia madre era tutto un turbinio di fiori, copridivani, centro tavola, tappeti, trapunte singole, trapunte ad una piazza e mezza, trapunte matrimoniali, lenzuola, coperte e ricchi premi a cotillon.
E fin qui, niente di male.
Ma pian piano le cose sono andate peggiorando. Mio padre, durante il solito riposino pomeridiano della durata media di 4-5 ore, a vedere mia madre che si agitava per la casa, ha avuto il vago sospetto che dovesse darsi da fare anche lui. E così ha deciso, di colpo, di svuotare tutti gli armadi, mensole, cassetti, mobili e quant'altro ci fosse nella nostra cucina, ammassare tutto nel tinello, fare un inventario approssimativo e poi risistemare tutto secondo un ordine che, secondo lui, potesse finalmente garantire a quell'angolo della casa la praticità mentale di cui mia madre è abbondantemente sprovvista. Per due tre giorni abbiamo vissuto in una sorta di bazar da cui, a casaccio, ogni tanto venivano ripescati oggetti così vecchi che nessuno ricordava più. E allora via, a riempire buste di immondizia che poi il sottoscritto andava a buttare ogni volta che usciva. Anche perchè, diciamocelo chiaro, i miei in quei giorni erano come soldati asserragliati in un bunker da cui era impossibile uscire.
Più o meno succedeva così: io, quando dovevo uscire, cercavo di passare davanti al tinello facendo il meno rumore possibile, salutando, se proprio dovevo con un gesto della mano solo mia madre. Con passo felpato mi dirigevo silenziosamente verso la porta, sperando in silenzio di riuscire a farcela. Ma, puntualmente, la voce di mio padre mi chiamava dal terrazzo: "Ah, ma stai uscendo??? Benebenebene! Capiti a proposito! Vieni qui che mi devi buttare giusto quelle quattro, cinque buste di immondizia! Ma hai fretta? Ah, hai fretta? Va bè, ma tanto ci metti due minuti! Sei un uomo forte e vigoroso, tu!" (Tutto questo con tono palesemente da presa per il culo). Non ho ben capito se, laureandomi in psicologia, mio padre prevede per me un futuro da disoccupato e vuole cercare di farmi imparare un altro mestiere, ma vi assicuro che ormai a buttare le immondizie sto diventando piuttosto bravo.
Dopo qualche giorno, però, finalmente la cucina venne sistemata. E questo secondo il sistema di catalogazione di mio padre, comprensibile da lui e da nessun altro. Dovevo capirlo già da quando mia madre provò a illustrarmi la nuova disposizione:
"Allora, guarda bene come abbiamo messo le cose: qui c'è la pasta chiusa (e apriva una mensola), qui c'è la pasta aperta da consumare (e apriva un'altra mensola di un altro mobile dell'altra parte della cucina), qui ci sono patatine e prodotti salati (e apriva un'altra ulteriore mensola di un altro ulteriore mobile di un'altra ulteriore stanza), qui invece robe per la colazione (e apriva un cassetto di un mobile che si trovava da tutt'altra parte rispetto al tavolo dove facciamo colazione). Qui, invece (e indicava le mensole vicine al tavolo per la colazione) ci mettiamo portaghiaccio, pentole e un servizio di piatti". In tutta questa visita guidata alle meraviglie della mia casa, mi venne solo un piccolo dubbio: "mamma, ma le pentole per quando dobbiamo cucinare?". Il tempo di finire la domanda che mia mamma mi stava già guardando con l'espressione smarrita di chi è messa di fronte ad un dilemma atroce. "Dici che dovremmo metterle tutte in un posto???", mi chiede con un filo di voce. Penso che, in fondo, vista l'encomiabile risistemazione della cucina, sarebbe stato meglio che un paio di pentole le mettessi sotto il mio letto, ma poi le suggerisco che forse era meglio. La lascio lì, davanti alle mensole, indecisa se spostare il portaghiaccio o la teiera. Finalmente, però, dopo giorni e giorni di lavoro mio padre ha finalmente trovato la giusta soluzione: ha disegnato una piccola mappa della casa con tutte le mensole e i cassetti vari, in modo che possiamo ritrovare tutto nel minor tempo possibile.
Quest'ultima settimana, però, è stata tra tutte la più intensa (leggi: la peggiore).
Mentre mio padre, da bravo manovale, si è dedicato agli ultimi ritocchi, mia madre ha pensato bene di impiegare il suo tempo nella pulizia delle camere.
E così, mentre mio padre sistemava vicino alla finestra del bagno un fornelletto per le zanzare, mia madre si aggirava nelle stanze come un soldato determinato a portare a termine una missione vitale. Senza neanche accorgermene, in tutti questi giorni ho visto la mia camera cambiare, svuotarsi, inghiottire oggetti sparpagliati sulla scrivania che ora non ritroverò mai più. Al disordine è subentrato l'ordine di mia madre, un ordine fatto di oggetti sistemati e di scrivanie svuotate. Lentamente, però, andavo conservando la speranza che quella di mia madre fosse solo una guerra lampo, consumata in pochissimi giorni e volta ad infliggere al nemico dei piccoli, ma letali attacchi. Niente di eccessivamente preoccupante, pensavo. Ma, ovviamente, mi sbagliavo.
Questa mattina, infatti, non contenta dei risultati già ottenuti (peraltro notevoli, visto il livello medio della mia stanza), il soldato ha deciso di sferrare l'attacco finale. Mentre facevo finta di studiare in camera, barricato per difendere strenuamente la linea di difesa, i primi attacchi sono giunti sottoforma di sistemazione delle borse per l'università e delle varie cartelle sparse per terra. Io, spazientito, esco dalla stanza e vado in bagno. Qui trovo la finestra completamente spalancata, pienamente illuminata dal neon viola del fornelletto. Dopo averla chiusa senza protestare con il soldato, torno in camera. Appena entro, vedo mia madre intenta a fissare l'appendiabiti con uno sguardo minacciosamente torvo. "Cosa vorrà adesso?", penso. Il tempo di realizzare quale fosse il suo obiettivo, che subito mi chiede come mai, sull'appendiabiti, erano appesi così tanti giubbini. "Eh, bè, boh, non so..." balbetto io, cercando di non dare troppo peso alla cosa. Ma no, dovevo immaginare che non ce l'avrei mai fatta. Implacabile, il soldato ha raccolto in un avambraccio tutti i miei giubbini e li ha buttati di peso sul letto. "Ma...ma...non ho le grucce per appenderli!", ho cercato di risponderle, sperando invano che questo la fermasse dal suo proposito. "E che problema c'è, te le presto io!!", ha risposto lei, determinata. Io nel frattempo torno in bagno, il tempo di scoprire che aveva riaperto un'altra volta la finestra. Punto sul vivo, la chiudo di nuovo, deciso a dimostrare tutto il mio coraggio.
Torno in stanza, e trovo lei con una decina di grucce sparpagliate sul letto accanto ai giubbini. Mi guarda e, con un sorriso tra il beffardo e il finto ingenuo, mi fa: "dai, appendili, così li sistemi per bene!" Rassegnato ad una terribile resa, appendo i giubbini, sperando che questo chiaro gesto di non belligeranza la convinca a sospendere il conflitto. Ma niente, oggi nessuna pietà. Mia madre, non soddisfatta, decide prontamente che le mie due scrivanie (una per studiare e l'altra per il computer) sono davvero TROOOPPO piene di robe e che vanno assolutamente svuotate. Io cerco di spiegarle che l'avrei fatto domani ma, lei, come se non mi avesse sentito, comincia implacabile a spostare alla rinfusa oggetti e fogli. Interdetto, e piuttosto infastidito, realizzo che la situazione mi stava sfuggendo di mano. Decido di fermarla subito, prima che riesca a sbarazzarsi anche del computer, e intervengo al posto suo cercando di spostare gli oggetti in modo da creare un compromesso tra la sua idea di ordine e la mia idea di "tutto a portata di mano". Insomma, un'altra mezz'ora persa, sotto lo sguardo vigile e severo del soldato e con l'allegra compagnia della simpatica polvere a cui sono allergico. Dopo una ventina di starnuti e una quarantina di fazzoletti consumati tra naso e occhi lacrimanti, vengo richiamato all'ordine da mio padre, intento a riempire la quinta busta dell'immondizia (che poi avrei dovuto buttare io) e a montare un mobile da sistemare poi in uno spazio largo la metà. Poi, ricevuto il permesso di riposo, torno nella mia stanza, in cui mia madre continua ad aggirarsi inquietante. Si muove qua e là, come se non avesse uno scopo ben preciso, intenta a spostare e ad eliminare gli oggetti che le passano sotto tiro. Intanto la mia allergia non mi dà tregua e, al trentesimo starnuto, decido che come premio per l'uomo più allergico dell'anno, mi merito davvero un altro giretto in bagno. Con la speranza di potermi aggiudicare almeno un punto in quella lotta per la sopravvivenza, apro la porta, e, con grande disappunto, scopro che la finestra, ancora una volta, era aperta. Al che, incazzato nero, sbotto: "ma si può sapere perchè tieni sempre la finestra aperta???". E lei, dall'altra parte della casa, placida come sempre: "Ma tanto adesso c'è il fornelletto per le zanzare, non entrano più!". Chiudo un'altra volta la finestra e, accorgendomi di quanto quella luce al neon viola faccia sembrare il bagno una discoteca undergroung, scorgo una zanzara che, fregandosene del fornelletto e della sua presunta funzione, aveva deciso di ballare l'ultimo brano di Joe T. Vannelli sulla mia gamba.
Con l'aria dello sconfitto, accolgo mio fratello che stava tornando in quel momento. Provo a sfogarmi con lui, cercando conforto e approvazione. Ma mio fratello, risucchiato dal turbinio di preparativi e attacchi di panico per l'evento ormai imminente, mi fa: "Hai pensato ad una bella frase per i bigliettino dei fiori? Cazzo, mica posso pensare a tutto io, qua! Io vado a prendere i fiori, li ordino, ma tu almeno pensa alla frase! Deve essere bella, eh! Tu sei lo scrittore! Vedi di farti venire in mente qualcosa! Altrimenti che ci scriviamo? "Cara mamma e papà?". Devi sbrigarti, perchè ormai manca poco tempo e io i fiori li devo andare a prendere mercoledì! Capito?"
Sì, capito, capito... solo che io non sono bravo con queste frasi formali. E l'unica cosa che mi sento di scrivere su un bigliettino in questo momento è: "Cara mamma, caro papà, ma non potevate fermarvi a 24???"

sabato 11 luglio 2009

...ma io volevo fare l'usciere!!!




Ho bisogno di farmi una cultura.
Non so perchè, ma ne sento il bisogno. Ho come l'impressione che solo creandomi una cultura, possa riuscire un giorno a fare quello che voglio fare.
Leggo spesso, nelle interviste ai grandi, che i loro lavori sono stati ispirati da dozzine di autori divisi in almeno 4-5 ambiti.
"Mah, sì, guarda, i libri che più mi hanno ispirato sono..."
e giù di lì a sparare nomi ed autori mis-conosciuti ai più (tra cui anche a me)
"Mah, per quanto riguarda i film potrei citarti almeno una ventina di titoli..."
e giù a sparare titoli mai sentiti prima.

Una cultura, insomma. E' il grande gioco dei rimandi per cui un'opera ti fa pensare a qualcosa, che poi ti rimanda ad un'altra opera, che ti fa pensare altro, che ti fornisce spunti, che ti rimandano a loro volta ad altre opere, libri, film, canzoni, che poi si trasformano in idee, idee e idee.
Quindi ci vuole una cultura.
Anche se non so bene cosa si intenda con cultura. Cioè, fino a qualche anno fa ero stupidamente convinto che la cultura giusta per scrivere o fare lo sceneggiatore fosse quella al di fuori dell'università. Guardare film, leggere libri e fumetti, ascoltare musica e visitare mostre.
Ultimamente, invece, mi convinco sempre più che sia necessario abbinare questo tipo di cultura a qualcosa di più "scientifico", tecnico se preferite. Studiando psicologia si scoprono davvero tante cose interessanti, tutte inseribilissime dentro storie da scrivere. Peccato che io faccia solo finta di studiare psicologia. Cioè, se l'avessi studiata come si deve, forse a quest'ora avrei scritto almeno un paio di storie in cui compare un personaggio schizoide, con eminegligenza laterale e disturbo di ansia da separazione.
Poi immagino che lo stesso discorso valga, che so, per chi è laureato in giurisprudenza. Basta vedere John Grisham, no?
E forse lo stesso vale per fisica, ingegneria, chimica e quant'altro.
In generale, si può dire che chi vuole diventare autore, e soprattutto sceneggiatore, deve cercare di conoscere un pò di tutto, senza discriminazioni (per Paola: no, con questo non voglio dire che verrò a vedere "La rivolta delle ex" :P ).

Tutto questo per dire cosa? Niente, che in questo periodo mi rode molto non avere tempo per farmi la cosiddetta cultura "extrauniversitaria". Vivo in un limbo in cui faccio finta di studiare (e quindi non posso fare il figo scrivendo storie in cui appaiono concetti psicologici) perchè vorrei fare altro, e non riesco a fare altro perchè devo studiare. Ma poi non ho voglia di studiare e perdo tempo a fare cose inutili (tipo scrivere questo post, direte voi). Insomma, un circolo vizioso da cui, per ora, non riesco ad uscire.
Però, però...

- ieri ho visto Equilibrium, con Christian Bale. Non ho molto da dire, secondo me è una porcata pazzesca senza capo nè coda. L'unione di Fahrenheit 451 con 1984 di Orwell, mettendoci dentro arti marziali alla Matrix che provocano un reflusso gastro-intestinale non da poco. Io ci ho visto anche un pò di "The Island", ma non so se ho visto bene. In breve, un film davvero pessimo.
- ho letto un capitolo di "Capire il fumetto", di Scott McLoud. Insomma, un manuale imprescindibile per chi vuole diventare fumettista. L'ho letto, e sono molto orgoglioso di averlo fatto.
- Sto leggendo "L'antologia di Spoon River", di Edgar Lee Masters. La sto leggendo in inglese, nella speranza che riesca a farmi familiarizzare meglio con questa lingua che conosco davvero poco. Ovviamente, poi, ogni poesia mi tocca leggerla anche in italiano, e ci metto il doppio.
-Sempre ieri, ho finito di leggere "Io sono legione", un fumetto edito dalla Marvel scritto da Fabien Nury e disegnato da John Cassaday. Bello, un pò incasinato, ma bello. Non un capolavoro, intendiamoci, ma bello.
-Ho letto il secondo numero di Caravan, la miniserie di Michele Medda. L'albo si chiama "il ribelle", e mi è piaciuto molto più del primo. Comincio ad avere una simpatia innata per il papà di Davide. L'avrei voluto anche io un padre così. Anzi, forse, più probabilmente vorrei essere io un padre così. Prenderò ispirazione.
-Sto ascoltando Ivano Fossati. Dopo "La costruzione di un'amore" sentita a X-Factor, adesso mi sono dato a "i treni a vapore", "Oh che sarà", "Fratello mio che guardi il mondo", "La musica che gira intorno", "l'amore trasparente", "Il bacio sulla bocca", "Dedicato" (cantata poi dalla Bertè). Che dire, adesso capisco perchè viene considerato un gigante della musica italiana. Peccato che la maggior parte della gente lo conosca solo per "la mia banda suona il rock".

Tutto questo non per mostrarvi quanto sono figo (ok, forse un pò anche per quello :P ), ma per chiedermi se, alla fine, tutto questo mi servirà a qualcosa. Ieri pomeriggio ho speso tutto un pomeriggio in queste attività, mettendo da parte lo studio. E se un giorno dovessi scoprire che ho solo sprecato il mio tempo e che leggere o guardare film non serve assolutamente a nulla? In fondo siamo sempre in Italia, e qui le cose vanno diversamente. Qui la cultura sono i film dei Vanzina e di Moccia. E va bene che un aspirante sceneggiatore dovrebbe conoscere un pò di tutto, però, che cavolo, un pò di ignoranza non ha mai fatto male a nessuno! :P