lunedì 31 gennaio 2011

Ballata dell'amore cieco - Fabrizio de Andrè



Ci vogliono i classici ogni tanto per il lunedì musicale e in questo caso tocca al grande De Andrè intrattenerci per questo inizio settimana. Una canzone che non è così lieta e felice, ma che rappresenta l'amore estremo che ci circonda e che molte volte non riusciamo neanche a vedere. Anche se, qui, più che amore parliamo di puro possesso. Poi ognuno la vede come vuole. Buon ascolto.

Un uomo onesto, un uomo probo,
tralalalalla tralallaleru
s'innamorò perdutamente
d'una che non lo amava niente.

Gli disse portami domani,
tralalalalla tralallaleru
gli disse portami domani
il cuore di tua madre per i miei cani.

Lui dalla madre andò e l'uccise,
tralalalalla tralallaleru
dal petto il cuore le strappò
e dal suo amore ritornò.

Non era il cuore, non era il cuore,
tralalalalla tralallaleru
non le bastava quell'orrore,
voleva un'altra prova del suo cieco amore.

Gli disse amor se mi vuoi bene,
tralalalalla tralallaleru
gli disse amor se mi vuoi bene,
tagliati dei polsi le quattro vene.

Le vene ai polsi lui si tagliò,
tralalalalla tralallaleru
e come il sangue ne sgorgò,
correndo come un pazzo da lei tornò.

Gli disse lei ridendo forte,
tralalalalla tralallaleru
gli disse lei ridendo forte,
l'ultima tua prova sarà la morte.

E mentre il sangue lento usciva,
e ormai cambiava il suo colore,
la vanità fredda gioiva,
un uomo s'era ucciso per il suo amore.

Fuori soffiava dolce il vento
tralalalalla tralallaleru
ma lei fu presa da sgomento,
quando lo vide morir contento.
Morir contento e innamorato,
quando a lei niente era restato,
non il suo amore, non il suo bene,
ma solo il sangue secco delle sue vene.

venerdì 28 gennaio 2011

Una giornata tranquilla


Un giorno è uguale a qualunque altro giorno dopotutto inizia come tutti gli altri: svegliandosi. Carlo lo sapeva bene: adorava svegliarsi. Il suo momento migliore della giornata era incluso in quello stiracchiamento di ossa e muscoli che si fa ogni santa mattina, un modo per togliere via le pesantezze della notte. Poi si alzava dal letto e vedeva sua moglie, amorevole, mentre gli preparava la colazione con un sorriso sulle labbra. Carlo, però, non l'amava, non l'aveva mai amata. Semplicemente ad una certa età aveva fatto un patto con quella ragazza, Sandra, che si trovava nella sua stessa situazione: non avere nessun compagno dopo i 35 anni. E così ci fu il matrimonio. Semplice sia chiaro, niente elefanti, niente cavalli, niente carrozze trainate da topi, niente di niente. Solo una firma in comunque, una equa divisione dei beni, un bacio casto sulle labbra e via, pronti per un'eternità insieme. Senza amarsi ma solo volendosi bene. Sì, perchè Carlo a Sandra la voleva bene, era stata la sua migliore amica ai tempi del liceo e poi si erano ritrovati dieci anni dopo. Il mondo gira su se stesso e sposta le persone e gli avvenimenti come vuole lui. Carlo si è sempre domandato del perchè non abbia mai incontrato Letizia, la sua cotta non tanto segreta degli anni di scuola. Letizia era tutto ciò che un ragazzo ambirebbe ad avere: due labbra carnose, due glutei meravigliosi, due seni prominenti, due gambe lunghe e seducenti, insomma in quella donna tutto era doppio. Anche il naso, forse. Ma nessuno credo si sia mai soffermato a guardarlo.

Carlo comunque conduceva la sua normale vita con una donna che non amava ma che non gli faceva mancare niente: era una brava cuoca, non che Carlo fosse da meno, era una brava amante, non che Carlo fosse un completo sprovveduto, ed era una brava ascoltatrice, non che Carlo fosse restìo ad ascoltare i problemi altrui, d'altronde lo faceva ogni giorno, per lavoro. L'unione di Carlo e Sandra sarebbe stata un'unione perfetta se non fosse per quel piccolo particolare: i due non si amavano. Come spesso succede nelle coppie a lungo termine l'amore, ad un certo punto, si trasforma in affetto. Ma in questo caso si cercava di fare il contrario: trasformare l'affetto in amore, il che era molto più difficile.

Carlo ci aveva provato comunque. Ricordandosi ogni giorno della loro storia. Ricordandosi il primo giorno in cui l'aveva vista, in primo superiore, ricordandosi il giorno in cui l'aveva baciata per la prima volta, in terzo superiore, per gioco, a casa sua. Ricordandosi la loro prima volta insieme, fatta per ripicca ai loro amori desiderati, in quinto superiore, in gita sul lago di Como. E ricordandosi anniversari, feste comandate e tutt'altro. Ricordandosi anche il compleanno dei suoi genitori, dei suoi fratelli, e anche del suo cane. Ma era semplicemente difficile provare un sentimento che non c'era. Sandra, di par suo, ce la metteva tutta per essere felice. Rideva alle battute di Carlo, la sua vervè comica l'aveva sempre divertita. Giocava con entusiasmo con la sua sorellina piccola, Andrea, di 8 anni. E preparava cene sontuose nei pranzi con i parenti, sempre col sorriso sulle labbra. Per non far notare a nessuno il vuoto d'amore che si portava dentro. Una coppia che non era necessariamente una coppia. Solo un duo di anime solitarie che avevano deciso di vivere insieme perchè l'eternità fa paura, da soli.

Ma Carlo, quella mattina, si svegliò sempre col solito sorriso sulle labbra. Salutò Sandra con un bacio e si diresse a lavoro. Il suo era un lavoro che molti sognano e che pochi riescono ad avere: era un impiegato allo sportello alle poste. Il Sacro Graal dei mestieri italiani. E sapeva fare ottimamente il suo compito. Ogni giorno sopportava le anziane del posto che biascicavano i loro insulti verso il governo, le pensioni basse, lo stile di vita, le bollette, gli alti consumi della nuora e dei suoi nipoti, la criminalità, la criminalità organizzata, la tecnologia e tante ma tante altre cose. Ogni giorno si sorbiva i resoconti sempre uguali delle ultime giornate vissute dagli anziani che riscuotevano la loro agognata pensione: sveglia alle sei, dolori, colazione, dolori, passeggiata nel parco col cagnolino, dolori, arrivo in posta, dolori e mai una sedia disponibile, prendere quel poco di soldi, dolori, arrivo a casa, nessuno che chiama, i nipotini che si ricordano di te solo quando gli fai i regali, dolori, dolori dolori e medicine e così via. Carlo conosceva a memoria le loro giornate, i loro visi, i loro aneddoti ma non se ne lamentava. Sapeva di essere fortunato ad avere un impiego fisso e poi non invidiava certo coloro che erano costretti a costruire case vivendo col pericolo ogni santo giorno della loro vita. Insomma: Carlo si sentiva al sicuro dietro quel vetro. Niente di più sbagliato.

Le giornate tutte uguali ogni tanto hanno bisogno di quel qualcosa che le rende diverse, sennò la vita assume sempre lo stesso sapore e inizia a stancare. Quel giorno, il 14 di dicembre, Carlo lo ricorderà per sempre. Cinque uomini armati entrarono in quel piccolo ufficio postare di Via Roma. Con pistole e mazze da baseball. E con passamontagna e tute mimetiche. Di sicuro si erano preparati, di sicuro si sentivano forti e invincibili, di sicuro non si sarebbero mai aspettati che una vecchietta tirasse fuori dello spray al peperoncino e colpisse due di loro. I quali, urlando di dolore, si lasciarono cadere a terra sconfitti. Il capo, o quello che sembrava comandare in quella banda, prese in mano la situazione con tatto e gentilezza.

"Gentili impiegati, ho appena notato che le vostre difese sono all'avanguardia. Una simpatica vecchina con uno spray è tutto quello che avete? Se la risposta è sì, vi chiedo gentilmente di darmi tutto ciò che avete dietro ai vostri banconi. Ovviamente parlo di denaro contante. Sennò la gentile vecchia, la nonna di Rambo, farà una brutta fine." - E punta la pistola contro la tempia della signora Romani. Molto arzilla constatando i suoi 92 anni, ma decisamente impaurita in quel frangente, dopo la scarica d'adrenalina di poco prima.

Carlo ci pensa, il direttore urla che non cederanno mai, ma quelle signore, quel gruppo di anziane, sono un po' la sua famiglia. Inizia a raccogliere i soldi e li lascia cadere sotto gli sportelli. I due uomini rimasti, oltre al capo che tiene ancora sotto scacco la signora Romani, si affrettano a riempire i sacchi col denaro. E in quell'attimo Carlo la vede: Letizia. Uno degli uomini in realtà è una donna, e che donna. Letizia è come lui l'aveva sempre ricordata: principesca, forte e con la sua grazia sempre elevata. Ora è lì, davanti a lui, e raccoglie i soldi con fretta e furia. Anche lei l'ha visto, anche lei l'ha riconosciuto e ora gli punta in faccia la pistola, pur sapendo che il vetro antiproiettile li divide.

"Lui mi conosce, che faccio?" - chiede Letizia al capo.
"Sparalo." - risponde.
"C'è il vetro." - annuncia lei.
"Fallo uscire fuori sennò ammazzo la vecchia".

Dopo aver sentito ciò, Carlo tira fuori tutta il suo coraggio, o almeno quello che un modesto impiegato delle poste può avere. Esce con le mani alzate dall'entrata anti-proiettile. Si inginocchia a terra e la guarda, triste e sconsolato, non per la probabile fine della sua vita ma per la triste conclusione del suo sogno d'infazia. Letizia, la sua bella, era in realtà una sbandata, una che ormai era costretta alle rapine pur non perdendo il suo fascino da fanciulla, ma perdendo in un secondo tutto ciò che lei era per lui. E in quell'istante, in quell'attimo, l'unico pensiero di Carlo era rivolto a Sandra. La sua Sandra. Quella che ci era sempre stata, da tredici anni a questa parte. A quella che non aveva mai amato ma che in quel momento era la sua unica ragione di vita. Al pensiero che ora dovrà passare una vita da sola, con un vitalizio per la sua morte in servizio che forse non riceverà mai e che si perderà tra cavilli burocratici e corsie di tribunale, a lei che non l'ha mai amato ma l'ha sempre rispettato ed apprezzato. A lei che da questo istante sente di amare. Un istante lungo, veloce, indefinito.

"Scappiamo và, arriva la polizia. Se ci prendono non voglio passare tutta la vita in prigione per colpa sua." - Letizia scappa, senza premere quel grilletto. Carlo la guarda uscire e nota che quella pistola è un po' troppo leggera per essere vera. Ma non vuole controllare se ha ragione. Tira un sospiro di sollievo e si rialza, le gambe gli tremano, la voce assume un tono acuto.

"Signora Romani, tutto bene?" - chiede.
"Sì sì, ora devo andare, mi scusi." - E và, senza aggiungere nient'altro.

Carlo passa un brutto quarto d'ora con il suo direttore che lo accusa di avergli dato più di quarantamila euro a quei cinque criminali. E poi passa un quarto d'ora di celebrità quando si scopre che i malviventi sono stati arrestati e che i soldi sono stati recuperati, tranne duemila euri misteriosamente spariti. Sul giornale del posto viene incensato l'uomo che non ha barattato la vita di una signora, abbastanza anziana, per il suo posto di lavoro. Carlo, quel giorno, avendo avuto la mattinata libera decide di passare a casa della signora Romani. Si avvicina al citofono e sente delle urla di gioia da dentro. Rimane a sentire, d'altronde la finestra affaccia al pianterreno, e da lì capisce chiaramente cosa è accaduto a quei duemila euri che non si riescono a trovare. Il capo, forse ammirato dalla tenacia dell'anziana o forse per gentilezza, ha infilato i soldi nella sua borsa. Duemila euro per una signora che ne prende solo quattrocento ogni mese, sono un ottimo regalo. Carlo decide di tornare a casa e ricominciare la sua sua storia con Sandra.

E qui si aprono due scenari. Il finale lo scegliete voi, quello che più vi aggrada fatelo vostro. L'altro fate finta che non sia mai esistito.

Primo Finale

Carlo torna a casa, trova sua moglie intenta a rassettare, e la bacia con passione. La porta sul letto, la sveste come se fosse la prima volta e fanno l'amore per ore e ore. Sandra è sia sconvolta, sia esaltata da tutta quella forza che non pensava esistesse in suo marito. Insieme poi parlano per tutto il pomeriggio, per tutta la sera, per tutta la notte. Mettono insieme i propri dubbi, le proprie paure, i propri sentimenti. E lì capiscono che la loro storia può esistere, l'amore c'è, è sotto quella coltre di affetto che li ha sempre circondati. Ora Carlo la guarda e lei arrossisce, ora Sandra lo tocca e lui s'emoziona come non aveva fatto mai. Ora, dopo anni e anni insieme tra scuola, vita e matrimonio, sentono di voler stare insieme non solo per convenzione ma perchè in loro c'è un'amore vero. E da lì in poi il resto è una storia già vista: si risposano, ma stavolta in grande stile, Sandra rimane incinta a trentanove anni, è sì rischioso ma ce la farà. Avranno una bimba che sarà il frutto del loro sentimento. Avranno un futuro, un'eternità insieme e sarà un posto piacevole in cui vivere.

Secondo Finale

Carlo torna a casa, spiega a Sandra tutto ciò che gli è accaduto e scopre l'amara verità: due valigie nel soggiorno con tutti i suoi vestiti dentro. Sandra gli spiega che un amore non può nascere a comando, che ha bisogno di una storia vera e che lei non proverà mai per lui gli stessi sentimenti che ora lui prova. E niente. Se ne va, lasciandolo solo e triste. In futuro Carlo saprà che si è risposata con un tale di nome Eros. Fa il venditore di automobili e anche lui, come lei, era sposato. Sandra troverà la parte mancante della sua mela. Carlo no. Aveva sempre avuto la donna della sua vita al suo fianco ma ha sempre aspettato a riconoscerla e lei, un giorno, se ne è andata. E non è più tornata dietro. Carlo si risposerà anche lui, a cinquant'anni, con una ventenne conosciuta su una nave da crociera. Perchè Carlo diventerà ricco. La signora Romani lascerà a lui tutti i suoi averi, d'altronde non aveva figli, e suo marito se ne è andato con lei, nel medesimo istante, nel sonno. Carlo penserà spesso al loro amore, a come a resistito a guerre, problemi finanziari, ai dolori e altro. E di come è finito: in un letto, insieme, a darsi appuntamento dall'altra parte, senza sapere se esistesse veramente l'altra parte. Carlo si sposerà con Laura, una ventenne focosa che gli esaudirà ogni suo piccolo desiderio. Ma vivrà triste perchè la sua amata è andata e non ritornerà mai più. E rimpiangerà chi vive di solo amore.

giovedì 27 gennaio 2011

Ho bisogno di scrivere!


Ho bisogno di scrivere per molti motivi. Il principale è perchè non ci sto capendo più niente nella mia umile e triste vita. Non capisco quando è l'ora di essere felice perchè qualcosa di orrendo è dietro l'angolo, non capisco quando questa cosa orrenda la smette di tormentarmi perchè ogni volta che torna è sempre peggio di prima e non capisco il perchè il mondo lavorativo, almeno dalle mie parti, è pieno di gente che cerca gente per un lavoro ma mette annunci per tutt'altro. E quindi ho bisogno di scrivere. Ho bisogno delle recensioni di Glamazonia, perchè il tempo me le fa mettere da parte ma so che voglio scriverle e pubblicarle, così da sentirmi almeno per dieci minuti realizzato. Ho bisogno del Blog perchè mi piace esternare i miei pensieri, i miei scritti, le mie "opere" in pubblico anche se mi ci vogliono 10 post per eguagliare i commenti di un solo post del mio co-admin. Ho bisogno di racconti, poesie, saghe inutili ed idiote perchè rappresentano me. Il me "letterario", il me "poeta", il me "uomo di intelletto", il me che vive davanti ad una tastiera e cerca il modo per provocare un'emozione al prossimo: che sia anche solo lo stimolo per andare in bagno. Ho bisogno di scrivere. E' una promessa che faccio a me stesso. E scriverò perchè se non scrivo non esisto. Letteralmente e mentalmente.

Prossimamente veri racconti. Lo prometto.

Eh sì, scriverò anche di Dylan.

lunedì 24 gennaio 2011

Che bella faccia - Daniele Silvestri

Il lunedì musicale è sempre sul pezzo e cosa c'è più sul pezzo che un pezzo sul nostro amato Presidente? Questa canzone, di un tre annetti fa, del signor Silvestri è sempre attuale e sempre bella da ascoltare e ri-ascoltare. Soprattutto di questi tempi che ci fanno capire che avere una bella faccia è positivo. Ma se c'hai pure un bel paio di coscie, due belle chiappe sode e due meloni tondi tondi, si vive ancora meglio. A cinquemila euri a notte. Mica cotica!




Che bella faccia
che bella faccia
e non capisco come non vi piaccia
come la porta, come lo slancia
e quel sorriso da guancia a guancia
forte e simpatico
più di uno zar.
Che bella faccia
che bella faccia
chi gli sta accanto fa una figuraccia
e come è bello quando si sbraccia
quando si acciglia e quando minaccia
è ancora meglio quando si incazza
e dice pure qualche parolaccia.
Ma come fa non mi capacito
che non è l'abito, che il monaco fa
sol - la
si - la
forte e simpatico come uno zar.
Che bella tinta
che bella tinta
così perfetta che ti pare finta
così pulita così distinta
pure la foto sembra dipinta
non fa una piega
Non fa una grinza
e non c'è segno dell'età che avanza.
Ragionavo proprio ieri sera
con un avvocato fuori dal portone
tipo silenzioso, sguardo corrucciato
ma era preoccupato per la situazione
io gli ho detto:
"Guarda, che lui vinca o perda,
tanto nella merda non ci finirà"
Ma come fa
non mi capacito
forte e simpatico più di uno zar.

domenica 23 gennaio 2011

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Ritorno alla poesia perchè ogni tanto cerco di buttare fuori tutto quello che mi fa male in rima, o almeno in versi. Non è sto granchè(quindi non si noterà la differenza con le altre) ma è ciò che sento ora. E ciò che forse sentirò ancora per molto tempo, purtroppo. Alla prossima.



Il giaciglio m'inghiotte
e non ti amo più,
almeno non come prima.


Una serata felici
insieme a lei e agli agli amici,
non risolve il problema.


Il vento violento
sconvolge con paura
il mio vuoto dentro.


Il dolore di rivederti
ogni giorno sai,
mi da solo dolore ormai.


Non sei più ciò che credevo,
non sei più il mio luogo sincero,
forse non lo sei mai stata.


E ora che ti sento lontana
pur vivendo insieme a te,
non posso più considerarti
la mia casa.

sabato 22 gennaio 2011

Ma mi faccia il piacere, lei e il suo superpotere!




Guardando la serie tv Misfits, mi è tornato in mente il tema dei superpoteri. Avete presente? Quelle super qualità fighe fighe che ti fanno fare un sacco di cose fighe. Che poi magari vieni morso da un ragno e passi dall'essere lo sfigato di turno a uno che spara ragnatele dal polso, e cose del genere. Oppure, rimanendo in tema Misfits, puoi diventare invisibile, riavvolgere il tempo, leggere nel pensiero, essere immortale. Cose fighe, insomma. Cose che succedono solo nel magico mondo della fantasia.
Giusto? No!
Perchè, a guardare bene ognuno di noi ha dei super poteri. Qualcosa per cui sentirsi figo, di cui andare fiero. Io ho scoperto di averne addirittura due.
E allora iniziamo:

- super potere 1: riuscire a scegliere sempre la cassa che si blocca. Anche se è una cassa in cui si trovano solo due persone in fila, anche se è la cassa veloce, anche se è appena stata aperta. Non appena mi metto in coda, tac...la cassa si blocca. I motivi possono essere i più disparati, come il tizio davanti a te che decide di pagare con il bancomat (opzione preferibile se l'acquisto è al di sotto dei cinque euro) e il bancomat s inceppa; oppure uno dei prodotti scelti dal tizio sono senza codice; la cassiera ha finito gli spiccioli; il tizio davanti a te (preferibilmente un signore al di sopra dei 60 anni) scopre che il prodotto che ha acquistato non è in offerta come credeva; la tizia davanti a te è un'amica della cassiera e le due avevano perso i contati da almeno venti anni (e qui le opzioni sono due: o la cassiera smette spudoratamente di battere i prezzi e inizia a parlare dei bei ricordi andati, o inizia a passare i prodotti con una lentezza talmente estenuante che anche un cestino con cinque robe dentro diventa un'agonia); si inceppa la cassa; la cassiera, per un qualche imprecisato motivo, lascia il proprio posto dicendo che sarebbe tornata subito; la cassiera ha deciso di avere fame e inizia a mangiare un paninazzo alla mortadella.
Non importa quali siano i motivi per cui la cassa si blocca, l'unica grande certezza del mio super potere è che non appena mi metto in fila so già che quella cassa si bloccherà.
Utilità del potere: quando i tizi in fila con te sono ricercati dalla polizia, e rallentarli potrebbe dare alle forze dell'ordine quella mezz'ora in più utile a trovarli e a circondare il supermercato; quando la tua ragazza ha in mente di girare almeno altri venti negozi dopo aver fatto la spesa, e perdere quella mezz'ora in più può fare la differenza tra un negozio in più e uno in meno; quando stai facendo la spesa al posto di studiare, una cassa bloccata può regalare l'effimera sensazione di dover bruciare tutta la tua giornata di studio lì al supermercato.

- Secondo super potere: riuscire a farsi scavalcare, in qualsiasi fila eccetto quella alla cassa di un supermercato, da chiunque si trovasse dopo di te. Anche se sei al concerto della tua vita e sei in fila da due giorni, anche se dal tuo posto nella fila dipende il tuo sederti in metropolitana o il tuo pagare una bolletta alle poste. Anche se sei alto due metri e inizi a muovere le braccia tipo passaggio a livello per evitare che qualcuno passi sotto la tua ascella. Si potrebbe pensare che non si tratti di un vero e proprio super potere, ma di una derivazione di un'innata predisposizione d'animo (che alcuni chiamano gentilezza, altri più propriamente idiozia) nel far passare gli altri prima di te. Magari il vecchietto che cammina con il bastone, magari la signora con il passeggino, magari un disabile che non può camminare. In tutti questi casi, va da sè, è buona regola far passare le persone davanti. Il super potere, però, non comporta la "volontà" dell'individuo. Le persone ti scavalcano, che tu lo voglia o no. In allegato al super potere, ovviamente c'è la faccia da beota che fai quando, sinceramente stupito, ti chiedi: "ma quei due lì davanti non erano dietro di me?". La risposta è, ovviamente, sempre sì. Basta riuscire a convinvere con il proprio potere, e con la subdola sensazione di essere un perfetto idiota.
Utilità del potere: quando sei tra la folla, e ti scavalca una graziosa pulzella. La mano morta potrebbe essere scambiata per un innocente tentativo di darti la spinta per riuscire a riprendere il posto che ti apparteneva nella fila. Quando all'uscita della metropolitana ci sono i tizi che vogliono propinarti ogni genere di questionario (Ma ti interessa la lettura? Ma vai al cinema? Ma lo sai che il futuro dell'Africa dipende da te? Ma lo sai che Signorini ha un programma tutto suo in prima serata?); facendo uscire prima gli altri, gli importunatori se la prenderanno con loro e non con te. Quando i posti sulla metropolitana sono limitati e tu non riesci a entrare, e casuamente ti accorgi che sul vagone dove volevi salire c'è il cantante neomelodico di turno che allieta tutta la compagnia con canzoni di dubbio gusto, e allora "bè, visto che me ne sono accorto mi sa che prendo la prossima e questo simpaticone lo lascio a voi". Insomma, per farla breve: potere utile quasi mai.

In questi giorni mi sto mettendo alla prova, voglio capire se posso aspirare a un terzo dono: quello di far salire il controllore sull'autobus nell'unico giorno in cui non ho il biglietto. Dati i miei precedenti super poteri, sono quasi convinto di potercela fare.

venerdì 21 gennaio 2011

Società sportive, a me!


E' di questi giorni la notizia che un comico americano, tramite un videoannuncio, ha richiesto ai milionari là fuori se poteva ricevere da uno di loro, un milioncino di dollari. Tanto a loro non creerebbe nessun problema spenderlo, e a lui invece farebbe molto piacere riceverlo. Grande idea. Ottima. Peccato non averci pensato prima. Questo è il problema del sovrappopolamento della Terra: siamo troppi e ce n'è sempre uno che pensa le cose prima di te. Comunque, tralasciando il nuovo piccolo genio di quattordici anni(non riuscirò mai a battere un tipo così), e varie altre amenità, le strade davanti a me sono sempre poche. Potrei uscire in gonnellino e senza reggipetto e andare in Lombardia presso una villa specifica, ma poi penso che sono uomo e sta' cosa non mi servirebbe a nulla. Anzi, mi porterebbe solo una denuncia per oltraggio al pudore. Ma in qualche modo devo far parlare di me e forse l'idea l'ho trovata.


Gentile (inserire il nome della squadra di calcio che sia di serie A, di serie B, di Lega Pro o anche dei Dilettanti)
mi chiamo Davide, ho 24 anni e ho una proposta per la vostra società: vi chiedo di assumermi come vostro quinto o sesto portiere(così c'ho la sicurezza di non giocare mai) ad uno stipendio minimo. Quello da 1200 euri mensili(credo siano lordi). Assumetemi e io verrò ad ogni vostro allenamento, farò ogni cosa mi diciate(anche il magazziniere part-time) e a fine anno ne ricaverò un libro, che sarà all'80% una vostra pubblicazione. Un libro, sì, che parli della vostra squadra, del gruppo, delle strutture, della passione che c'è dietro questo sport, d'altronde sono uno sgrittore non un calciatore. Raccoglierò una sorta di diario di ogni giornata d'allenamento, con particolare attenzione agli umori pre e dopo partita. Sarà un insieme di emozioni che poi metterò su carta per la gioia dei vostri tifosi. Gentile società io sono qui per voi. Accettate la mia proposta e non ve ne pentirete. Sarà un'ottima pubblicità sia per voi che per la mia persona, provare non costa nulla. E' un contratto da 1200 euri mensili, non sto parlando di milioni. Credo che un millozzo in meno al mese non vi dia così tanti problemi, mentre per me rappresenterebbe un impiego meraviglioso. Io aspetto una vostra chiamata, gente. Sono qui e sono pronto per l'azione.
Per contatti: paolino_davide@libero.it

Ora, cari amici, dovreste copia-incollare questo messaggio centrale e spedirlo sulle pagine Facebook,  o in qualsiasi altro modo a tutte le squadre che conoscete ma non mandate mail, mi raccomando. Ho ben capito che mandando mail con lo stesso messaggio a tutti è da considerarsi spamming e non voglio fare qualcosa che odio ricevere. Inserite semplicemente il link a questo post sulle vostre bacheche e parte del lavoro è già bell'e fatta. Cerchiamo, dunque, di farlo diventare un caso grazie a voi, soprattutto. Tutti insieme ce la possiamo fare, l'obiettivo è enorme, la voglia di realizzarlo è tanta ma la possibilità è minima. Grazie gente. A breve con altri aggiornamenti e, molto probabilmente, un video. Così risulterà più facile postarlo sulle proprie bacheche in modo da renderlo facilmente visibile a tutti. Se è riuscita a diventare famosa Gemmadelsud con questo metodo, non veggo come non dovrei riuscirci io. Grazie a tutti.

martedì 18 gennaio 2011

Storia della rappresentanza


Nelle mia ricerca giornaliera di simpatici lavori da effettuare ce n'è uno che viene sempre continuamente offerto e dove, sinceramente, ti assumono nel 95% dei casi. Sapete bene di cosa sto parlando. Forse il mestiere più antico del mondo: il porta a porta.

La storia ci insegna che nell'età della pietra, giovani cavernicoli vagavano di casa in casa per cercare di barattare il loro set di spazzole per folte criniere(a quei tempi il parrucchiere non esisteva) con qualcosa di mangereccio. Poi, ovviamente, poteva accadere che il signor Cavernicolo non era in casa e le signore Cavernicole barattavano tutt'altro con passione, ma questa è un'altra storia.

Nei tempi successivi, in Mesopotamia, era solito aggirarsi il rappresentante della "Frutti del Nilo", che con un otre pieno d'acqua, ovviamente del Nilo, proponeva i meravigliosi effetti curativi di quella sostanza non solo per la terra in cui i semi di nuove piante crescevano rigogliosi, ma anche per l'umana stirpe e per i suoi acciacchi da costruttrice frustrata di piramidi. A quei tempi il pagamento era semplice: anni di schiavitù. Ovvero il rappresentante cedeva parte dei suoi anni al compratore in cambio della merce.

Successivamente, intorno al convenzionato anno zero, tre rappresentanti di oro, incenso e mirra, solevano passeggiare allegramente per il deserto quando una notte, chiamati da una telefonata improvvisa, deciso di mettersi in marcia verso una grotta dove si narrava ci fosse un re. Ora, la loro sorpresa nel vedere che in realtà era solo un bambino e pergiunta povero fece scattare in loro quel sentimento che un rappresentante non conosce tanto: la pietà. E decisedo di donare parte della loro mercanzia a questo timido esserino appena nato. Anche se, secondo me, donare una gomma resina aromatica che serve a imbalsamare gente ad un bambino è un po' da malati.

Nel Medioevo si inizia a vedere l'importanza del rappresentante porta a porta. Le spade, le armature, gli scudi hanno una domanda non poco importante e quindi i mastri ferrai spuntano come funghi. Ma come ci insegna la legge di mercato: se tutti offrono la stessa cosa, il compratore va' da chi gli fa più comodo(in senso di risparmio o di assenza di stanchezza, conosco gente che paga 3 volte in più una cosa per non farsi 500 metri a piedi). E alcuni si devono ingegnare con la rappresentanza. Indi, a quei tempi, si soleva costringere il garzone del ferraio a farsi un giro per il paese per dimostrare alla popolazione come erano ottime le proprie forgiature. Il caro ragazzo si svegliava ogni mattina verso le otto e si portava un peso non inferiore ai cento chili per tutta la città, d'altronde i cataloghi ancora non li avevano inventati, per far notare a tutti le meraviglie di un'ottima spada di difesa personale. Il giovani pulzelli utilizzati per queste mansioni venivano rimpiazzati ogni sei mesi non perchè ci fossero già i meravigliosi contratti a tempo indeterminato, ma perchè la gobba da sforzo impediva loro di muoversi dopo quel lasso di tempo a trainare pesi eccessivi.

Nel periodo garibaldino andavano molto di moda le camicie rosse. Dylan Dog lo sa, ed è per questo che ha uno spirito perennemente italiano. Comunque a quei tempi il caro Dylan non esisteva e come sponsor c'era solo Beppino bello che fu costretto a partecipare ad una campagna di promozione per svendere quella merce in eccesso che avevano in magazzino. Infatti la storia narra che Garibaldi era uno sarto che per un errore madornale del suo aiutante aveva cucito duemila camicie rosse invece di venti. E per ciò, il povero aiutante, fu costretto a vagare per anni presso le varie abitazioni per piazzare le restanti mille, dato che Giuseppino bello aveva ideato una cosuccia che gli permettesse di piazzarne almeno la metà. Il povero rappresentante si vede a Teano, sullo sfondo, mentre cerca di vendere la maglia al re Vittorio Emanuele II e viene malmenato pesantemente dalle guardie del re pensando che fosse un approfittatore che non avesse pagato il copyright delle camicie rosse.

Venendo al secolo vicino al nostro, il mestiere del rappresentante, ha avuto grande importanza. Infatti negli anni delle grandi guerre, il venditore soleva recarsi di casa in casa, questa volta con catalogo dato che finalmente li si iniziava a stampare, per mostrare la propria collezione di rifugi anti-atomici. Certo, sarebbe stato un enorme problema portarseli appresso, soprattutto parcheggiarlo non è cosa semplice, ma sarebbe stato un ottimo rifugio(lo dice stesso il suo nome) in caso di attacco improvviso durante il proprio giro di vendita. Ma pur con questa remota possibilità di decesso, il mestiere per il nostro amato rappresentante era più semplice, più veloce e più onesto, d'altronde tutti potevano aver bisogno realmente di un rifugio anti-atomico.

Negli anni passati, questi ultimi di un secolo che dovrebbe essere il ventunesimo, ha visto venditore di ogni sorta bussare alle porte delle innocue casalinghe. Abbiamo visto uomini vendere prodotto magici(leggasi Folletto), abbiamo visto donne vendere prodotti cosmetici, abbiamo visto uomini gentili chiedere sussidi per poveri orfanelli e scoprire poi che i poveri orfanelli avrebbero continuato ad esserlo per non turbare la loro vita da poveri orfanelli. Abbiamo visto venditori di case, che ancora ringraziano l'invenzione del catalogo. Abbiamo visto cercatori di bambini da inserire in cori(eh sì...). Abbiamo visto vendite di bigiotteria, gioielleria e pataccheria. Abbiamo visto tanto e vedremo ancora ma soprattutto abbiamo visto due tipi di omini(o donnine) che disturbano la nostra tranquillità.

L'omino della telefonia(altresì detto ultimamente omino del risparmio energetico): questo ragazzo, dai 20 a 30 anni, tutto vestito elegante come se lavorasse in banca, cerca di convincere il povero malcapitato che gli ha aperto la porta attratto dal vestito elegante. a cambiare gestore telefonico e/o energetico. Improvvisamente snocciola frasi imperative tipo "L'enel vi obbliga a cambiare gestore", "Mi faccia vedere le sue bollette", "Teledue è un'azienda Telecom" o altre eccessive minchiate che poi, dopo un vostro rifiuto cortese, portano a "Ma allora lei non vuole risparmiare?", "Vuol continuare a spendere per un canone inutile?", "Io le sto offrendo una possibilità, sta a lei coglierla". E dopo un'altra cortese negazione si arriva alla domanda fatidica: "C'è qualcuno che cerca lavoro?". E qui la mente umana elucubra ragionamenti constrastanti. Questi uomini sono, per conto loro, dei benefattori infatti danno risparmio e sicurezza e ottengono quasi esclusivamente cattiveria e insulti. Ovviamente vendendo contratti si guadagna, questo è sicuro, sarebbe sfruttamento se fosse il contrario. Ma perchè ricercano sempre nuovi "agenti"? Semplice: chi porta gente guadagna sulla gente che porta. E' un'usanza barbara e credo illegale in molti Paesi, compreso qui, ma ci si vive nell'illegalità, gente, cosa volete da me?
Piccola aggiunta: molte aziende di questo tipo cercano continuamente personale ma lo cercano in maniera subdola e orrenda: vi offrono altri posti di lavoro ma cercano solo ciò. Come ultimamente mi è capitato un'azienda casertana mi diceva che voleva capi-area o robe del genere e poi si è scoperto che era semplice porta a porta. Ma ovviamente avevano risposto "no" alla mia domanda se fosse effettivamente un lavoro di rappresentanza porta a porta, durante il colloquio. Non fatevi fregare. Se vi dicono che fanno contratti di natura aziendale e/o domiciliare, scappate se non ci tenete a fare questo mestiere.


L'omino del benessere. Il nostro secondo tipo di rappresentanza è una rappresentanza soft. Badate bene: queste persone non verranno a casa vostra se non le invitate o forse, molto probabilmente, inviteranno voi a casa loro. Sì, perchè inizieranno a chiamarvi dei vostri parenti o dei vostri amici e ci finirete dentro in men che non si dica. Di cosa stiamo parlando? Ma di un meraviglioso prodotto: l'Erbavita(non è questo il suo vero nome, ma ci potete arrivare). No, non è droga. La marijuana non c'entra. Qui si parla di un'azienda che ha un fatturato di 4.1 miliardi di dollari nel 2009. Mica pizza e fichi. 4.1 miliardi. E' il fatturato dello stalliere di Berlusconi, cribbio! Comunque qui, la storia, è semplice. Negli anni ottanta un tizio inventa roba per dimagrire, anzi no, roba per vivere meglio. Dagli anni 80, quando lui vendeva sta' roba in giro col camioncino, ad oggi ne passa di tempo. Infatti il camioncino non c'è più, ora ci sono i furgoni enormi. Non c'è più neanche il laboratorio nella cantina di casa, ora ci sono i laboratori grossi come grattacieli. Non c'è più neanche il venditore porta a porta, ora ci sono i distributori. Chi sono i distributori? Voi, amici miei. Sono i nuovi arrivati, quelli che devono acquistare prodotti e licenza e venderli al mondo intero. E per questo organizzare dimostrazioni nella propria dimora per cercare di guadagnarci qualcosa. Ma c'è un altro modo per guadagnare: portare altra gente, e sperare che questa gente ne porti altra ancora, così da passare al terzo, quarto livello il cui unico scopo non sarà più vendere il beverone o le pillole ma cercare "adepti" che vendano per te. E così via, fino ad avere un reddito annuale di centomila euro. E non sto scherzando. Ho assistito ad una presentazione e una delle signore presenti ha affermato ciò. Ora vorrei tanto sapere quanto ha dichiarato quest'anno allo Stato, così da comparare le due cose.
Ci sono varie idee su questa Erbavita, alcuni dicono che sia ottima, altri che sia un'associazione a delinquere legalizzata, altri che sia una specie di droga(alcuni componenti delle pillole danno assuefazione, e se si finisce di prenderle si inizia a stare male di brutto), altri ancora che è tutta roba naturale e che fa solo bene. E capi della polizia vendono Erbavita, e disoccupati vendono Erbavita, ed ex traduttori vendono Erbavita, tutti. Ma io no. Coadiuvato dalla mia impareggiabile futura biotecnologa sono scappato a gran velocità da quella presentazione che ha avuto l'unico risultato di rendere la mia squinzia ancora più certa della strada che si è scelta. Ha smontato una per una tutte le convinzioni mediche espresse durante la presentazione. Che donna.

Ps: Tutto ciò è un semplice post per un mestiere che viene richiesto sempre e comunque e che io, dato che non so mentire, non saprò mai fare. Chi riesce a farlo, mentendo o non mentendo, si merita tutti i miei complimenti. Tranne se è uno di quelli che si mette fuori dalle università a vendere roba a cinque euro per i bisognosi e poi se la mette in saccoccia quella banconota. Ah, e insulta chi non gli da i soldi, ovviamente.

Ps2: Il segreto di Pulcinella sull'Erbavita è che il creatore è morto a 44 anni dopo una quattro giorni di alcol e anti-depressivi. Olè! Che ottimo biglietto da visita.

Ps3: Spero vi sia piaciuta la parte di storia. Mi ci son messo d'impegno. Concedetemi almeno un "mi piace" per rendermi felice.

lunedì 17 gennaio 2011

Pensieri in poche parole


Il tempo è quello che è e la voglia in certi frangenti e pure poca. Se poi ci si mette sempre il cosidetto blocco dello scrittore, stiamo freschi che questo blog si aggiorni da solo. Che poi ci ho sempre pensato: perchè solo gli artisti hanno i cosidetti "blocchi"? Perchè gli altri no? Perchè un ragioniere un giorno non si può svegliare e dire: "non so più quando fa 2+2"? Perchè solo gli artisti? E esiste il blocco dello scrittore, quello più conosciuto, quelli che tutti millantano anche non sapendo scrivere neanche la lista della spesa(e anche io sono tra questi di sicuro!). Esiste il blocco del pittore che non riesce più a vedere aldilà del quadro(quanto so' poetico!). Esiste il blocco del musicista che ad un tratto non riesce neanche più a fare un Mi-La-Do con passione. Potrebbe anche esistere il blocco del danzatore che, ad un certo punto, non riesce più a fare un arabesque come si deve. Ma perchè non esiste il blocco del falegname, dello scalpellista, del muratore, dell'imbianchino, dell'Emanuele Filiberto? Perchè? Perchè questo ominide continua a stare in televisione e non si blocca mai? Ma perchè non sa fare niente, ovvio, e a non fare niente si è sempre bravi. Ma ora sto divagando.

Il tema principale di questo post è che il tempo è poco e scrivere porta via molto tempo. Il che mi sembra porti ad amare riflessioni tipo "perchè c'hai un Blog allora?" o "chi te lo dice che devi scrivere a forza?" o "ma non c'avresti, per ipotesi, un co-admin che ti desse il cambio ogni tanto?". Son tutte domande giuste, ne convengo ma il discorso è un altro. Qui si scrive per sollazzo, divertimento e passione. Se siete qui e ci leggete un motivo ci sarà e forse è pure serio. Indi noi scriviamo sia per voi che ci passate per un motivo che per chi quel motivo non ce l'ha. E la mia voglia è farvi trovare qualcosa di nuovo da leggere, forse ciò l'ho già detto e quindi vado contro le mie direttive: dico di volervi dare materiale inedito e vi scrivo sempre le stesse cose. Che poi, a dirla tutta, è sempre materiale inedito ma è come se fosse ri-postato indi ri-stampato per dirla alla editoriale. Quindi dovreste sentirvi soddisfatti di aver acquistato la ristampa prima che andasse di nuovo esaurita, e visto che ora vi sentite un po' mortificati per aver dubitato della mia persona inviate 15 euri al c/c postale 0000001 e come causale scrivete "Per esprimere le mie più sincere scuse all'onorevole ingegner commendator meraviglioso Luttazzi4ever". E io vi perdonerò.

Qui di seguito alcuni miei pensierini di codesti tempi(non posso definirli "citazioni", sarebbe troppo importante), vero motivo di questo post.

"Adoro quando il mio cane mi ringrazia per un'uscita inaspettata. In quell'attimo capisco la vera gratitudine."

"Nessun posto è da chiamarsi casa se non ci vuoi ritornare."


"Il pianto non serve a nulla, se non hai qualcuno che raccolga le tue lacrime sulla sua maglia."

"Vorrei buttare giù i cattivi pensieri come cibo, ma rimangono incollati in superfice finchè non grido."


"Vivere per un sorriso è un ideale romantico e antico. Vivere per quel sorriso è un pensiero reale e unico."


"Ci rifugiamo nella giovinezza quando desideriamo solo scomparire e tornare ad un periodo felice, a quando pensavamo con paura alle interrogazioni, con palpitazioni ai nuovi amori, con entusiasmo allo scambio dei calciatori e con ottimismo ad un futuro ricco di emozioni. A quando sognavamo di essere grandi per poter fare tutto ciò che avremmo voluto fare. A ora, che piccoli più non siamo, e sognamo di tornare indietro per poter fare, di nuovo, tutto ciò che volevamo."

Notte gente!

venerdì 14 gennaio 2011

Numeri a bizeffe - Statistiche 2010

L'anno si è concluso e uno nuovo ha preso il suo posto. Sinceramente preferirei, ora come ora, tornare indietro per godermi appieno ogni singolo giorno, cosa che mi sembra di aver fatto, ma con lo spirito che ho adesso. Ma il tempo non si ferma mai, lo sappiamo tutti, e passano le ore, i giorni, le settimane, i mesi, le stagioni, gli anni e fin quando saremo sempre qua, il mondo sarà bello. Almeno spero.
L'anno si è concluso e uno nuovo ha preso il suo posto. Ma prima di iniziare a subissarvi con le idiozie internettiane del 2011, dobbiamo fare ancora un passo indietro e ideare un bel gruppo di post con il meglio di quest'anno che è appena passato. Iniziamo oggi, con un po' di statistiche di questo 2010 che ci ha abbandonato, e proseguiremo quando me ne terrà. O quando avrò il tempo(adoro la precisione!).

In 365 giorni abbiamo avuto ben 10.049 visite da 4636 chiavi di ricerca. Periodo migliore a Settembre(1738), periodo peggiore Aprile (482).
Il podio delle migliori ricerche è il seguente: 1239 per "Luttazzi copia", ben 236 per "buonanotte mondo" e 204 per "jerry polemica".
Il podio delle migliori ricerche zozze è il seguente: 230 per "diggisesso", 22 per "contatti msn ninfomani" e 15 per "doremi porno"(ma a me sembrano già tantissimi).
Il podio, invece, di miglior ricerche utili è il seguente: 84, complessivi, "per bloggo sgrittori", 34 per "francesco savino"(purtroppo) e 17 per "il bloggo degli sgrittori mentecatti"(loro sì che ci conoscono bene).

Il 20 Settembre abbiamo raggiunto 272 visite, record annuale che è molto possibile battere. Nel 2009 infatti, ad Aprile, si è raggiunti i seicento e passa visitatori in un solo giorno.
20.605 le visite al Bloggo. Tremila in più dello scorso anno.
2307 le visite dirette al sito, un aumento consistente del 4% rispetto allo scorso anno.

E finiamo qua questo primo post fatto solo di numeri che può interessare, lo so bene, poco o niente. Il prossimo vedrà tutte le ricerche più belle del 2010 riunite in un solo unico post che delizierà anche i palati più fini. Alla prossima.

Ps: Il grafico iniziale è direttamente rubato da una puntata di "How I Met Your Mother" in cui Marshall inventa tanti e tanti grafici uno più inutile dell'altro.

mercoledì 12 gennaio 2011

Da grande, si spera a breve, voglio essere Chuck


Non augurerei nemmeno al mio peggior nemico, nemmeno a Marotta e DelNeri, quello che mi è capitato in questi primi undici giorni di 2011. Una botta violenta, metaforica, ma ugualmente stordente come una fisica, che non ti permette di rialzarti se non hai una forza interiore abbastanza elevata. Comunque son qua, ancora e ancora, e devo ringraziare una simpatica ragazza, sempre la stessa, se sono ancora qua con un po' d'ottimismo e un po' di sale in zucca. Qui a capire che ora ho un altro sogno prima di tutti quelli che già vi ho raccontato mesi e anni addietro qui . Da oggi in poi il mio obiettivo sarà essere un Chuck Bartowski, e chi conosce la serie mi potrà capire.

Vi spiego la trama di "Chuck" in due secondi: Chuck è un dipendente di una sezione di riparazione computer in un grande negozio d'elettronica. E' stato espulso dalla Stamford, università per cervelloni, ha un migliore amico che è il più nerd del mondo, ha una sorella(bona)

fidanzata con un tipo che sarebbe capace di fare di tutto (bono anche lui)

e apprezza il suo lavoro al "Buy more", questa catena fittizia di negozi d'elettronica. Un giorno, un suo ex compagno di scuola(colui che l'ha fatto espellere dall'università di cui sopra) decide di inviargli un file con tutti i segreti dello Stato Americano. Questo file va a finire nella delicata mente di Chuck che, da lì in poi, si troverà costretto a partecipare a sessioni di spionaggio avendo lui la sola possibilità di riconoscere i cattivi. In queste missioni lo accompagneranno Sarah(bona anche lei) e

















Casey(dalla mascella disegnata da Michelangelo)

e da lì si evolverà tutta la storia. Preciso che ne ho visto, fino a ora, solo due stagioni indi non spoilerate grazie.

Perchè parlare di Chuck? Perchè in quel telefilm c'è una domanda che si ripete spesso: "Come ti vedi da qua a cinque anni?". Un famoso progetto quinquennale che io, fino a poco tempo fa, non vedevo proprio. C'erano i sogni, c'erano le certezze ma non c'era la colla che riuscisse a legare certezze e sogni. Oggi c'è, o almeno spero ci sia. Nella mia furibonda ricerca di lavoro ho trovato qualcosa che potrà interessarmi. Addetto alla vendita in un reparto audio/video di un negozio d'elettronica. Le basi ci sono, le richieste della ditta sono perfette per il sottoscritto, mi sento proprio come l'uomo giusto al posto giusto(si può anche aggiungere che ho scoperto questa possibilità perchè ho fatto un colloquio nello stesso palazzo ma per altro ambito). Oggi porto il curriculum, da domani inizio a sperare ardentemente. Non sarò propriamente come Chuck(lui ripara computer e ogni altro aggeggio elettronico) ma almeno mi avvicinerò al suo campo e vedrò cosa si prova ad avere un mestiere che ti soddisfi non sono economicamente ma anche mentalmente. E da lì vedere una specie di futuro, non dico roseo ma almeno rosastro, da qui a cinque anni.

Incrociate le dita per me, se mi volete bene.

Ps: Era da Ottobre che dicevo che avrei fatto il cosplay di Chuck, appunto, al prossimo Comicon 2011. Se questo è un segno del destino, inizio a sperare bene.

lunedì 10 gennaio 2011

Quel matto sono io - Negramaro



In certi giorni vorremmo veramente vivere sotto un cappello, al riparo da tutto e da tutti. Dalle brutture della vita e dalla vita stessa. Magari abbracciati alla donna o all'uomo che amiamo e dimenticare. Abbracciarsi e dimenticare. Anche solo per un minuto. Ed essere felici in quel lasso di tempo piccolo ma infinito. Buon ascolto.



Ho sentito dire che c'e' un matto in giro con le tasche
piene di parole e sogni che nessuno ha realizzato
e non sa coltivare se non dentro la sua testa vuota
e dentro le speranze di chi non ha mai deciso niente
sono ancora avvolti in cellophane e carta d'alluminio
e pesano di tutti quei rimpianti che ogni uomo ha dentro
e pensano che siano ottimi rimedi contro il tempo
perche' possa un giorno muoversi in un altro senso

ho sentito dire che quel matto e' ancora in giro adesso
e vomita parole da un megafono che resta spento
e non si da' mai pace fino a quando ogni sguardo e' appeso
alle sue tasche ancora troppo piene di conigli e fiori
e solo adesso me ne rendo conto che non c'e' nessuno in giro
e che e' soltanto quel che penso mentre poi mi guardo intorno
cio' che vedo e' il mio riflesso su uno specchio troppo stanco
di morirmi sempre addosso

quel matto son io
che vorrebbe un cappello piu' grande
ed un paio di mani piu' attente
che nascondan bene perfino alla gente
il segreto
di quel che son io
che se avessi un cappello piu' grande
ti terrei da quel mondo distante
tra fiori e conigli non pesa alla gente il segreto
di te
tra fiori e conigli perfino la gente ha paura
di me

ho sentito ridere dell'uomo e delle debolezze
ogni volta che per ogni sbaglio ha perso le certezze
dentro a quel cilindro nero non nasconde piu' sorprese
solo quello che rimane senza trucco e senza attese
sembra un pozzo senza fine e senza fiori da mostrare
i conigli tremano non sanno piu' scappare
poi mi guardo intorno
e' sbiadito il mio riflesso
su uno specchio troppo stanco
di morirmi sempre addosso

quel matto son io
che vorrebbe un cappello piu' grande
ed un paio di mani piu' attente
che nascondan bene perfino alla gente
il segreto
di quel che son io
che se avessi un cappello piu' grande
ti terrei da quel mondo distante
tra fiori e conigli
non pesa alla gente
il segreto
di quel che son io
tu sai chi son io
che se avessi un cappello piu' grande
ti terrei da quel mondo distante
tra fiori e conigli
non pesa alla gente
il segreto di te
tra fiori e conigli
non pesa alla gente
il segreto di me
tra fiori e conigli
perfino la gente
ha paura di me

sabato 8 gennaio 2011

Il Blocco degli sgrittori - Ricerche Dicembre


"Io adoro le ricerche", disse una volta Albert Einstein, e come dargli torto? Son certo che il signor fisico mondale si spancierebbe pensando alle enormi quantità di vergognose idiozie che si trovano sul dorato mondo dell'internet. Questo posto che c'è ma non esiste, quasi come l'isola di Peter Pan che si chiama appunto "Isola che non c'è". E per colpa dell'internet tutto ciò che c'è ma non esiste è virtuale. Io, infatti, scrivo su uno spazio virtuale, posso giocare a carte in un luogo virtuale, e quindi per la stessa ragione chi immagina una squinzia irraggiungibile mentre è impegnata in certe cose con la propria persone, in realtà è un programmatore virtuale. Rircordatevi di dire ciò la prossima volta che vostra madre vi becca con la slogatura al polso. Ma non è di ciò che voglio parlarvi. Io vi rimando, ancora una volta, la dodicesima codest'anno, alla lettura delle mirabolanti ricerche di questo mese. Buon divertimento.

annunciazione scritta in modo divertente: Annuncimmobilità! (questa è per palati fini).

babbo natale vuole essere sgrittore: Farei volentieri a cambio posto, se posso sceglermi chi interpreta la befana.

baustelle cosa sono le rane: Animali. E t'ho risposto senza farli scomodare.

cerco un comico cantante per mercoledì 8 ora di pranzo: Google adora la precisione.

devo fare un monologo di 4 righi datemi qualcosa: Un pugno va bene?

frasi in rima per mesiversario: "Un mese insieme a me, ma sicura che per te, uno meglio non c'è?"


ho sognato che mi tagliavo l`alluce : Come direbbe Freud: "complesso edipico". Come direbbe mia madre: "Tagliati le unghie più spesso".

incipit poesie bambole : "Bombole per bambole..." Poi continua tu.

manga pipì storia : Che trama esaltante.

poesia per un braccio rotto : "L'amor solitario, porta strascichi pesanti, guardar la D'Addario, son dolori struggenti."

qual'è quella canzone di natale che fa sot christmas na na na na: Sicuramente "Azzurro" di Adriano Celentano.

pupazzo oso : Il peluche che tocca le natiche delle vostre Barbie!

stong a rot' è un modo di dire : Per alcuni è una religione.

un ragazzo a quanti anni puo buttare lo sviluppo : Dipende se le foto che sono state sviluppate sono decenti o meno.

dieci modi per diventare sgrittori : Questa è un'ottima idea, amico!

djjurgen è babbo natale : Ma non lo ero io? :(

nome sgrittore articoli glamazonia : ce ne sono tanti bello mio. E ti darò un consiglio sconvolgente: ad ogni articolo è scritto ben 3 volte di chi è! Cercalo come se fosse una caccia al tesoro. Bell'a' mammà.
festeggiare l'anno nuovo con gli sgrittori : Per il fine 2011 ci organizziamo e offriamo un pacchetto all inclusive(cena, dopocena, caffè, ammazzacaffè e giochi di società, ovviamente tutto con rutto libero) a soli 500 euri a cranio. Fortunati!

Angolo dell'hard sempre pregno di meraviglia!

tette a gogo: lo sapevo che intitolarci così un post, avrebbe fruttato.

babbo natale sex: adoro il pervertitismo natalizio.

film porno recensione : Adoro chi cerca la qualità nei film da vedere.

poliziotte con le mani legate : E anche la fetta sado-maso di pubblico ce l'abbiamo.

commedie italiane con tettone: Mi piace quando si sceglie un film dalla trama, piuttosto che dai personaggi.

il bloggo degli sgrittori osceni : Abbiamo aperto una sottosezione hard e non me ne sono reso conto?

importare elenco contatti ninfomani msn : Semplice. Vai su msn, poi proprietà, modifica, spunta il quadratino "importa contatti ninfomani" e il gioco è fatto!

tette scalate : Scalate???

E dopo quest'ultima scoperta sconvolgente vi saluto e vi anticipo che prossimamente, da codeste parti, troverete un simpatico post con tutte le statistiche di codesto 2010 appena conclusosi. Ovviamente si parla sempre di ricerche.

giovedì 6 gennaio 2011

A quoi ça sert l'amour - Edith Piaf

In principio fu Clizia.
Poi Clizia lo fece vedere a Saide.
Poi Saide lo fece vedere ad Alessio.
E Alessio lo fece vedere a me.
Quando l'ho visto insieme ad Alessio, mi sono limitato a farmi venire la pelle d'oca. Alla seconda visione, sul finale, ho faticato a trattenere la lacrimuccia.



(p.s. e poi non dite che latito :P )

Annunci meravigliosi


Su questo blog di roba nostra ce n'è in abbondanza. Non mettiamo (quasi) mai opere di persone estranee al blog. E' quasi tutto mio o del Diggi(il giorno che si farà vivo, ovviamente), e certe volte ci troviamo appunto a scrivere poco, perchè il mondo dello sgrittore in alcuni tempi è troppo pieno, troppo pregno per riuscire a stare dieci minuti sul Bloggo e buttare giù un post (dieci minuti che poi irrimediabilmente arrivano a trenta e più). Per questo e per altri motivi c'è il lunedì musicale e per questo ed altri motivi questa volta vi posto una lista di simpatici annunci incisi fuori dalle chiese americane e non, che contengono un o più doppi sensi nella loro dicitura. Post tratto da Lega Nerd, un blog che vi consiglio di visitare non poco. Anche grazie all'enorme quantità di immagini di donnine discinte che si trovano ogni tanto.

Per tutti quanti tra voi hanno figli e non lo sanno, abbiamo un’area attrezzata per i bambini!


Giovedì alle 5 del pomeriggio ci sarà un raduno del Gruppo Mamme. Tutte coloro che vogliono entrare a far parte delle Mamme sono pregate di rivolgersi al parroco nel suo ufficio.


Il gruppo di recupero della fiducia in se stessi si riunisce Giovedì sera alle 7. Per cortesia usate le porte sul retro.


Venerdì sera alle 7 i bambini dell’oratorio presenteranno l’”Amleto” di Shakespeare nel salone della chiesa. La comunità è invitata a prendere parte a questa tragedia.


Care signore, non dimenticate la vendita di beneficenza! E’ un buon modo per liberarvi di quelle cose inutili che vi ingombrano la casa. Portate i vostri mariti.


Tema della catechesi di oggi: “Gesù cammina sulle acque”. Catechesi di domani: “In cerca di Gesù”.


Il coro degli ultrasessantenni verrà sciolto per tutta l’estate, con i ringraziamenti di tutta la parrocchia.


Ricordate nella preghiera tutti quanti sono stanchi e sfiduciati della nostra Parrocchia.


Il torneo di basket delle parrocchie prosegue con la partita di mercoledì sera: venite a fare il tifo per noi mentre cercheremo di sconfiggere il Cristo Re!


Il costo per la partecipazione al convegno su “preghiera e digiuno” è comprensivo dei pasti.


Per favore mettete le vostre offerte nella busta, assieme ai defunti che volete far ricordare.


Il parroco accenderà la sua candela da quella dell’altare. Il diacono accenderà la sua candela da quella del parroco, e voltandosi accenderà uno a uno tutti i fedeli della prima fila.


Martedì sera, cena a base di fagioli nel salone parrocchiale.Seguirà concerto.

mercoledì 5 gennaio 2011

Auguri


Si capisce veramente chi hai al tuo fianco nel momento in cui stai veramente male, ma male davvero. Ne ebbi già la visione un annetto e mezzo fa, e con lei capii di stare bene, di riuscire a reagire. Ora la guardo ancora, con una vita distrutta, rendermi felice con le piccole cose e con il sogno di un futuro, nostro e solo nostro, insieme. Ed per questo che le regalo questa poesia, auguri di buon compleanno, piccola mia.


Sono ventuno.
E non ne ho scordato nessuno.
Sono ventuno gli anni che hai,
quindici quelli che dimostrerai
ogni giorno che passa.


Sono ventuno.
E li senti sulle spalle, tu,
abituata all’amarezza
già nel tempo delle fate,
quello della spensieratezza.


Andando avanti però sei cambiata,
con molta calma, e tanta pazienza,
è fuoriuscita una ragazza adorata,
che mi ha donato la sua esistenza.


Ragazza, sì, ancor non donna.
Viviti questi tempi, di studio e lavoro.
Ma non dimenticar il tuo dono:
sei ancor giovane, non te lo dimenticare,
vivi e ogni giorno, divertiti.
Di sicuro, tu, te lo meriti.


Son ventuno, piccola mia.
E’ solo un numero, che vuoi che sia.
L’importante è che siamo uno per l’altra.
Del resto, età, nozze, uni e lavoro,
che ce ne importa.

Ti amo. Piccola mia.

lunedì 3 gennaio 2011

Basta così - Negramaro



In certi casi è meglio l'urlo o il silenzio? Io non lo so, sento che in questo momento mi fanno male tutti e due e quindi l'unica soluzione, almeno per me, è il canto forse intriso di pianto. E la sicurezza che lei c'è, sempre. Buon lunedì musicale.

Liberi
ci sembrerà di essere più liberi
se dalle nostre mani non cadranno più
parole per noi due.

E sarà più semplice,
sorridere alla gente senza chiederle
se sia per sempre o duri un solo istante,
e poi che ce ne importa a noi?

Tanto basta così, così,
scendiamo qui, qui,
che senza di noi c'è la libertà,
si ma basta così, così,
fermiamoci qui.

Ridere,
sarò sorpreso poi avederti ridere
senza il bisogno poi di dover decidere
per chi, se non per me

e allora sarà facile
tagliare l'aria se non lo si farà in due
e ti vedranno correre su cieli di
ciniglia e di popcorn
si ma basta così, così, scendiamo qui, qui,
che senza di noi c'è la libertà, si ma basta così, così,
e tu baciami qui, qui
che l'ultimo sia e poi
che senso avrà,
tanto basta così, così
fermiamoci qui.

Liberi,
ci sembrerà di essere più liberi
e intanto farò a pugni contro il muro per
averti ancora qui.

Portami altrove, portami dove non c'è nessuno che sappia di noi,
fammi vedere come si muore senza nessuno che viva di noi

sabato 1 gennaio 2011

Settecento


Il primo Gennaio è il giorno in cui, la comunità cattolica o cristiana, festeggia il nuovo anno. E per convenzione ogni essere umano in quei paesi cattolici(a parte chi professa veramente un'altra religione) sottostà al calendario cristiano. Ora, con tutta sincerità, non mi cambia nulla se si festeggia il nuovo anno il primo gennaio o il 14 agosto, non m'interessa tanto. Soprattutto da quando ho una ragione in più di amare questa giornata. Infatti oggi si festeggia due anni di unione, di fidanzamento non ufficiale precisamente, con la mia pulzella: la signorina Carmen. E cosa potevo fare per farla sentire amata come nessun'altra al mondo anche oggi, anzi soprattutto oggi? C'ho pensato, a dirla tutta. C'ho pensato molto. C'ho pensato così tanto che ho preparato qualcosa da novembre. Volevo suonarle una canzone dei Negramaro con la chitarra, e gliela volevo cantare. Ma non sono bravo a suonare, anzi non sono assolutamente capace. E non s'impara a suonare uno strumento in meno di un mese, da solo. Quindi ho cambiato genere, sono ritornato a quello che sento mio. E le ho scritto una poesia. E poi un'altra e poi un'altra ancora. Anzi, a dirla tutta, ho ripreso tutte le poesie che parlano di lei dal Bloggo, ci ho aggiunto i post di "pensieri o parole" che parlassero di lei e i racconti che mi ha ispirato e li inseriti tutti in un libro, grazie a Lulu. Un sito che serve sia per vendere libri, scritti sempre dagli utenti, sia per farsi un libro da sè. E io l'ho fatto. Con una spesa decisamente irrisoria. L'unico problema è stato il layout ed è per questo che, questo primo "capolavoro", ha qualche problema interno ma fa niente. Lei lo apprezza così come: un riassunto di due anni di vita insieme. A parole, le mie e le sue.

Questa è la poesia di oggi, per festeggiare i settecento giorni insieme. Auguri a me, auguri a lei!

Son tanti, non c’è dubbio.
Insieme abbiamo superato ogni scoglio.
Tra lacrime, risate e qualche malumore,
che non è mai durato che poche ore.


Non ci siamo mai lasciati noi, mai.
Insieme superiamo tutti i guai.
Gli altri pensino pure ad urlarsi addosso,
tra di noi, la dolcezza, è al primo posto.


E anche quando litighiamo, ci abbracciamo.
Perché l’amore rimane forte,
sotto le incomprensioni.
E condividiam la stessa sorte.


Quella buona di averci trovato,
quella cattiva del destino segnato:
stare insieme per tanto ma tanto tempo,
senza lasciarsi neanche per un momento.


Perchè il nostro amore è fatto così:
dobbiamo vederci ogni dì.
Un sol giorno distanti è puro dolore,
io e te, dobbiamo vederci,
per non distruggere il nostro cuore.


Per questo la sorte è cattiva.
Perché ha trovato due anime affini, alla deriva,
e le ha unite in un sentimento puro.
Ma con troppi fili, questo è sicuro.
E per questo motivo non ci distacchiamo,
e se partiamo, piangiamo.


Ma se devo dire una verità onesta,
son contento che la nostra sfortuna sia questa:
quella di amarci così tanto e così bene,
da non riuscir a rinunciare mai
di stare insieme.



Ho inserito anche il retrocopertina. Un giorno vi trascrivo anche ciò che c'ho messo su. Intanto se qualcuno è interessato al "libricino" che ho scritto, premetto che glielo aggiusto senza problema e senza richieste(è già tanto che lo volete), ovviamente il pagamento per la stampa è la spedizione è tutto vostro.

Auguri a tutti, comunque. E spero che questo anno sia pieno di letture. Tra cui anche le nostre. O almeno le mie, Dj non so manco più se passerà da queste parti. Quel fedifrago.

Ps: Anche io ho avuto dei regali( e se è per questo, ne ho fatti altri) dalla suddetta pulzella. Molto apprezzati. Condìti da una grandiosa caccia al tesoro svoltasi in più giorni. E tra un "The Walking Dead 1", un "Marvel Zombie 2", una festa a "sorpresa" per il mio compleanno dove lei ha lavorato tutto il santo dì per cucinare pizze per quindici persone, e due oggettini che meriteranno spazio a sè in un altro post. Diciamo che devo sentirmi soddisfatto sia perchè son amato tantissimo, sia perchè lei dimostra di leggere ciò che scrivo(i due volumi fumettari li avevo inseriti nella lista dei regali di natale giusto pochi giorni fa), sia perchè ha una fantasia che mi permette di vantarmi con tutti di avere una ragazza meravigliosa.

Ah, lo smieloso time. Quanto me mancava!