lunedì 5 ottobre 2009

La Carmenide - Consigli per gli acquisti (Puntata Venti)



Mini-prefazione(perché me l’ha detto Ratzi Ratzi il Magnifico!): questa puntata arriva in un periodo di assenza di idee, indi se per caso assistete ad incessanti deja vu o situazioni che avete già letto è tutto vero: le avete già lette.
Altra avvertenza: se assistete ad incessanti deja vu o situazioni che avete già letto è tutto vero: le avete già lette. Inoltre, mi raccomando, se leggete alcune situazioni che avete impressione di aver già letto è tutto vero: sono incessanti deja vu. Certe volte magari scritti in modo diverso ma la sostanza sempre quella è. E inoltre vi rammento che su sta cosa potrei continuare fino all’infinito.

Motivi per leggere codesta puntata: Ne mancano poche, fatemi sto piacere. O magari commentate senza leggerle, solo per aumentare il mio ego smisurato. Altri motivi: oggi si festeggia il primo giorno di università della mia amata, indi se le fate gli auguri sul blog inizierà a credersela più del sottoscritto. E ce ne vuole.

La visione di quest’opera risponderà ad uno dei quesiti più assurdi che, da sempre, si pone l’uomo: si, le zanzare hanno come unico scopo vitale quello di costringerci a prenderci a schiaffi da soli. E’ una specie di punizione divina.

Personaggi e mansioni:

Mang’isse: derelitto, distrutto, dotto(solo quando si parla di cibo), devoto, destro.
Master: l’insulsa spalla di quest’opera altresì insulsa. In questo momento è in altri lidi che pensa a cavalli e macachi. Solo poche persone possono capire la poesia di questa frase.
Cocco Siffredi: personaggio deceduto. Ha combattuto, o meglio, si è fatto infilzare dal pirata Pepe Nero per un’ideale. Il Master lo rimpiange. Soprattutto perché non gli ha detto dove ha nascosto i suoi tesori.
Carmenide: E’ apparsa anni fa ma la devo scrivere perché l’opera è dedicata a lei. E poi perché, essendo la mia squinzia, non può essere mai dimenticata. Ma se la guardate strano vi trancio in due con un grissino. Tipo tonno. Ci siamo capiti.
Tommy Show: Cappellano reggente di SuperSantos. Adora fare palleggi di naso, di caviglia, di testa, di cappello. E’ capace prima di insultare tutti perché troppo fragili e, dieci minuti dopo, uscire dal campo per una storta.
Cimichele: Il vero nemico di quest’opera, ma solo perché Sauron era impegnato.

Pensoso resta e in forse il pazïente
Master divino, e con se stesso,
raddoppiando i sospir, tal si consiglia:
"Ohimé! Che nessun mi addossi
del Cocco alcuna colpa per la sua morte.
Che la Carmenide non pensi che io,
così tosto, pensai di non ubbidirle;
ma la terra, dove di scampo ei m'affidò,
troppo è lontana.”


“Idiota stai guardando dall’altra parte! Siamo arrivati!” – Aggiunse Mang’isse allo sfogo del Master.
“Ah. Vero. Era troppo strano che non vedevamo ancor ancora terra. Come non detto. Mi son sbagliato” – ammise il Master ancora distrutto per ciò che era appena avvenuto.
“Come ti senti, oh consapevole idiota mio?” – gli domandò l’eroe.
“Eh, ancora distrutto per ciò che è appena avvenuto.” – risposte Master dando un’occhiata alla ciotola vuota del lucaborrasso – “Comunque è rimasto indigesto fino all’ultimo, vedo. Il Borry è da tre giorni che non tocca cibo. Cocco è rimasto sullo stomaco a molti. Che ironia.” – sentenziò.
“Quale?” – chiese Mang’isse.
“Cosa?”
“L’ironia?”
“Che intendi?”
“Prima hai parlato di ironia. Qual è?.”
“Eh, beh, insomma…” – e a quel punto una tromba suonò lontana, e di conseguenza un urlo l’accompagnò.
“Cosa sta succedendo??” – chiese Mang’isse in una giornata piena di questioni irrisolte per la sua persona.
“Salvato dalla campana! Turkodur, spiegami cosa accade!” – urlò Master.
“E che ne so io!” – spiegò il fido assistente.
“Ah, marinai della domenica, a niente servite!” – biascicò tra se e se il Master cercando una risposta nei fondi della ciotola del Borry, che si avvicinò festante e barcollante alla sua persona. – “Oh, piccolo mio. Solo tu mi puoi salvare!” – disse e, ancor più felice, il macabro animale elaborò aria verso la sua faccia. [1]
“Beh, ti ha migliorato l’alito perlomeno.” – dichiarò Turkodur, sempre fiero della sua eterna lotta contro tutti i personaggi principali.
“Io so cosa sta succedendo!” – disse una persona dietro di loro.
“Oh poffarbacco!!!” – enunciò Mang’isse – “E’ il Cocco!!! E’ un fantasma!! E’ un missile!!! E’ un aerostato!!!” - Era ovviamente entrato in una sorta di febbre delirante.
“Ma…è veramente lui. Non è possibile tu sei morto!!!” – affermò, non senza stupore, Master.
“Woof…wof wowowof. Wowwowowof!”[2] – ricusò Borry, come dargli torto.
“Vade retro essere demoniaco!!!” – urlò, brandendo una lancia d’acciaio, l’impaurito Turkodur nei confronti del Cocco redivivo.
“Perché mi trattate così? Io sono il vostro simpaticissimo, nonché gentilissimo amico Cocco. Non veggo motivo di tutta questa paura.” – dichiarò senza problemi e in modo garbato – “Vi do una prova della mia coccaggine. A sette anni leggevo enciclopedie.”
“Uhm…potrebbe essere. Ma sei sempre un essere demoniaco!!!” – gridò lo spaventato marinaio che, ormai, aveva perso parte della sua proverbiale baldanza.
“Se sei chi dici di essere perché non ci dici ciò che dici di sapere?” – lo interrogò Mang’isse ancora alle prese con domande su domande.
“Vi enuncerò ciò che sta per accadere. L’assolo di tromba che avete, or ora, udito indica l’inizio del combattimento all’ultimo tiro per decidere chi governerà sul regno di SuperSantos. I due contendenti sono già ai loro posti. La battaglia sta per avere inizio.” – spiegò loro il Cocco redivivo con garbate parole.
“Cocco, amico mio, io ti ho visto morire. Son sicuro di ciò, non è possibile che tu sia qui!” – affermò Master, cercando di dare un senso a quella visione.
“Oh vero! Scusatemi! Avevo l’orologio fermo ad una settimana fa. Scusatemi. Si, giusto, sono morto. Mi dispiace per l’improvvisata. Tolgo il disturbo!” – e, pacatamente, svanì.
“Va vià essere demoniaco!!!” – strillò Turkodur dal vocabolario piuttosto limitato.
“E’ un catamarano! E’ un carrarmato! E’ un postino di Maria! E’ il diavolo in persona! E’ un aquilone! E’ Solange[3]!!!” – continuò a delirare Mang’isse non appena il loro defunto amico svanì.
“Mang’isse riprenditi! Non facciamo scene inutili!” – lo scosse Master con arguta virilità.
“Ehm, scusami oh capelli strani. Ho sbagliato a farmi prendere dalla paura. Io sono il figlio di Sabbino! Sono un immortale!!! Non devo aver paura di niente e di nessuno!!!”
“Secondo logica non sei un immortale, anzi, dovresti essere ancora più impaurito perché tutti vorranno farti la pelle per chiedere come riscatto al tuo vero padre tutto il mondo.”
“Ok. Credo che ritornerò a casa.” - annunciò Mang’isse il tremante.
“Ah, è questo ciò che vuoi?” – chiese il Master con un po’ di stizza.
“Certo che si!”
“Ah, è questo ciò che vuoi?” – richiese ancor più stizzito.
“Certo che si, se prima non era chiaro.”
“Ah, è questo ciò che vuoi?” – continuò il Master.
“Certo che si. Da quando ti metti i tappi nelle orecchie?”
“Ah, è questo ciò che sei? Un villano impaurito pezzente e derelitto??? Questo tu sei, oh Mang’isse l’infimo?” – e, affermando ciò, si girò su se stesso – “Vattene via, oh ex-eroe, su questa nave non abbiamo bisogno dei pusillanimi.”

Mang’isse, visibilmente scosso dalla situazione, voleva rispondere a quelle infamanti accuse ma non ne ebbe né il coraggio né la forza. Si sentiva ciò che era: un eroe per caso, senza lode e senza infamia. Non era adatto a quella vita. Non era adatto alle scorribande per mari contro strani ed oscuri stregoni. Non era quella la vita per cui aveva vissuto fino a quel momento. Vide il Master scendere dalla nave e dirigersi verso la città di SuperSantos. Turkodur era al suo fianco pronto a combattere a suon di ironia. Mang’isse osservò la scena dall’alto, visibilmente distrutto. Aveva seguito quell’uomo strano e dai capelli orrendi[4] per spirito d’avventura o perché non aveva alcunché da fare? Era la sua liberazione o la sua rovina? L’eroe ancora non lo sapeva, almeno fino a quando, da lontano, non sentì un urlo accecante e corse verso di esso, scendendo a velocità esasperante dalla nave.

Intanto la sfida tra i due contendenti al trono era già iniziata. Il malvagio Cimichele era riuscito a portarsi in vantaggio con uno dei suoi tiri abituali sotto la traversa, poi si era vantato per mezz’ora, nelle quali il Reggente Tommy-Show prima aveva cercato di concupire leggiadre fanciulle e poi si era deciso a fare almeno un gol e così fu. Mentre il suo sfidante raccontava del gol sotto la parte alta della porta, il Cappellano fece un tiro semplicissimo a porta vuota, tutto ciò ridestò il feroce Cimichele.

“1 a 1. Palla al centro, direi.”
“L’hai detto.”
“Appunto ho detto “direi”, per dire che lo direi!”
“Ma se tu hai detto “dire” ciò vuol dire che volevi dire “direi” o dirmi altro all’infuor di “direi”?”
“La prima che hai detto.”
“Indi la prima che io ti dissi!”
“Si, quella che tu mi dicesti poco fa dinanzi questa folla!”
“Perfetto. Ci siamo capiti. Scusami ma dopo questo discorso mi serve un po’ di energia.”
“Anche a me, oh caro Tommy”.
“Certo! Andiamo più in là.”
“Ti seguo, amico!”

I due arrivarono presso uno strano palchetto.
“Oh, amico Cimichele sai cosa mi serve in questo momento?”
“Cosa, oh Tommy il palleggiatore?”
“Mi serve proprio una barretta di “Segnoben”!
“Segnoben??”
“Si, Segnoben è l’ultimo ritrovato di barretta energetica per chi vuole sempre segnare, dappertutto, anche nella giornata lavorativa. Fate un pallonetto al vostro capo, con Segnoben!”
“Ma…funziona?”
“Certo che si, oh Cimichele! Il nuovo ritrovato dei nostri laboratoire[5]! è frutto di ricerche scientifiche che spaziano da più eccellente modernità unito ad una più efficacia realizzazione nella vita accoppiata ad una maggiore sicurezza in campo.”
“Non credo di aver capito!”
“Non importa. Con Segnoben non è più alcun problema fare gol. Corri nei nostri negozi. Segnoben è un prodotto “Truffaldix!”
“Ma è doping?”
“Certo che no amico mio, anzi, gradirei non facessi più questa domanda.”
“Ma sulla confezione è scritto “altamente mortale” cosa significa?”
“Ovviamente niente, è uno scherzo dei nostri laboratoire!”
“Una specie di concorso: Trova la scritta giusta?”
“Ma certo che si! Come hai fatto ad indovinare! Hai vinto una confezione di Segnoben e, in omaggio, due Paroben e un TaccoBen per chi vuole solo fare numeri di classe. Corri a comprarle!”
“Ma hai detto che le ho vinte!”
“Intendevo al nostro pubblico.”
“Ah giusto! Correte a comprare le barrette, sono il mio prodotto preferito.”
“Segnoben. La barretta preferita dai conquistatori di regni! Come il nostro Cimichele!”
BONK
“Oh Tommy, cosa ti è accaduto?”
“Un termosifone[6] mi è visibilmente caduto sul dito mignolo del piede sinistro.”
“No! Che disdetta! Ora non potrai più giocare?”
“Certo che si. Perché io ho “Acquafresc”! La nuova pomata contro i dolori!”
“Oooh! Acquafresc? E’ sempre della Truffaldix?”
“Certo che si. I nostri laboratoire non si fermano mai. Tanto se i nostri operai si fanno male c’è Acquafresc!E così non fanno neanche un giorno di malattia.”
“E via a lavorare!! Anche di domenica!”
“Non ci avevo mai pensato! Che idea stupendevole!”
“Lieto di esserti stato utile oh Tommy!”
“Grazie a te, amico Cimichele!”
“Appuntamento con la prossima puntata dopo la pubblicità!”

FINE VENTESIMA PUNTATA

[1]Dato che siamo una fiction letta anche dai bambini[1bis] non possiamo turbarli con gesti o frasi o episodi sconvenienti. Diciamo che, per darvi un aiutino, ciò che il Borry ha fatto al Master si può riassumere con l’epiteto “Borp”.
[1bis] Uah uah uah. Non se se ridere di più alla parola “Fiction” o alla parola “letta”. Uah uah uah.
[2] Tradotto dal borrassiano: “Ma sei veramente tu…non è possibile! Io ti ho mangiato!”
[3] Essere mitologico. Visibilmente androgino. Esiste con l’unico scopo materiale di provocare grasse risate ai suoi interlocutori e a chiunque veda la sua effige. Ha cinquant’anni ma si veste ancora da idiota per la gioia di grandi e piccini.
[4] Per non parlare della faccia. Ecco, meglio non parlarne.
[5] Fa molto più figo che dire “laboratori”! Il francese è sinonimo di efficienza.
[6] Se mettevo Scamarcio la scena veniva giù uguale.

Allora sto raschiando il fondo eh? Trame alla beautiful, morti che ritornano e un po’ di sano shopping telematico. Ah, mi sembra di essere a Mediaset. Siete pronti per il gran finale? Meno quattro alla fine di quest’opera che ha cambiato per sempre tutte le epopee epiche. Omero ormai è così superato che non si fa vedere in giro da anni, sembrano quasi millenni.

Sondaggio prossima puntata: Dylan Fog o Sergio Bonelli con i suoi avvocati che ci intima di non rendere partecipi nessuno dei suoi personaggi in quest’opera becera? A voi la scelta!

Prossima puntata: Giovedì 8 Ottobre. Ott’ottobre! Ott’ottobre. Lo direi per giorni!!! Provateci a dirlo di fila per dieci volte e non saprete più parlare per almeno sette secondi. O sette anni, mi scordo sempre come funziona.

3 commenti:

Carmensì ha detto...

dylan fog!voto per lui!
ke puntatona!!bella veramente.
molto belli anche i versi iniziali!ben tornato al cocco e tra il cimichele e il tommy che dire,vinca il migliore! per il resto si sono universitaria e già me la credo abbastanza:P
mi raccomando more trancia tutti con un grissino *_*
alla prossima
baci baci.

Petty ha detto...

ahahah..
quanti deja-vù!!
uahsiahushaish
x la prossima voto dylan fog!
xD

zauuuuu
^___^

tonycocchi ha detto...

Ehilà! ^__^
SONO TORNATO!
Che bello fare il fantasma *__*
Inoltre ho avuto una buona parte: l'araldo dell'epica sfida Cimichele VS Tommy

Ma perchè è piena di pubblicità? °__° Ti sei venduto o si sono venduti loro?

Vedo che si è approfondita un pò la psiche del mirabile Mangisse U__U

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