mercoledì 10 aprile 2013

Elio e Le Storie Tese - Napoli 2013

Napoli. Fine concerto. In basso a sinistra, in bianco, c'è Me!

Essere Fava è bello.

L'ho scoperto ieri. Ne ho avuto la certezza ieri notte dopo una stupenda giornata a tema Elio e Le Storie Tese, iniziata già in prima mattinata (con le note di "Supergiovane" che continuavano a girare nella mente), e finita con un "Ma che discorsi" di Daniele Silvestri che stranamente andava in onda a Radio Deejay.

Partenza alle 15 e 20 con la vettura della mia pulzella, fiera accompagnatrice non cantante ma sempre disposta a dirmi "sì, ci vengo", e altre robe del tipo "dove vai tu vengo io" e "non ti lascerò mai, blablabla", che in questo contesto non c'entrano.
Arrivo in quel di Napoli Capodimonte, verso le 16. Constatiamo, passeggiando allegramente per Corso Amedeo di Savoia, che non è segnata sulla nostra mappa. Un paio di domande in giro e scopriamo che abbiamo già sbagliato strada. Dopo un paio di bivi ed una salita siamo giunti al punto dove, per fortuna e per piacere e per concessione di Valeria, fava napoletana, possiamo tenere la vettura.
Attendiamo l'arrivo di altre due favette alla ricerca della strada giusta per raggiungere lo stesso luogo e ci dirigiamo verso il Bellini. Distanza tre chilometri. Bisogna prendere il pulmann ma no, il prode pulzello di Silvia decide di accompagnarci fino alla zona teatro. Un cavaliere sul suo arancione destriero rischiara un cielo già avaro di nuvole.
In sei in una utilitaria si pena un po', ma che fà? Lo si fa per gli Elii, lo si fa per non camminare.
Ordunque giungiamo in teatro. Si aspetta un po', si fa amicizia con i cespugli e si chiacchiera con il faveggio presente all'esterno del Bellini. Teatro rinomato e bellerrimo che potrebbe non accettare noi comuni mortali che vogliamo vedere le prove.
Sono stato ottimista. Dopo due concerti non visti in estate, per due diversi motivi, giusto nel primo anno da Fava certificata, mi sono sentito lievemente mancare quando è stata ventilata l'ipotesi che non avremmo potuto assistere al soundcheck.

Gli Elii arrivano man mano. Non salutiamo neanche un po' il Civas, forse intimoriti. Più entusiasmo dopo una ventina di minuti per Rocco e Christian. Ciarlano due secondi e ci danno appuntamento a dopo, speranza speranzosa, e via. Si attende.

Ci fanno entrare. Romina, band assistant come cita la sua felpa, è una santa donna.
Vedo il gruppetto, il mio complessino meraviglioso, provare canzoni, cantarne pezzi, aggiustare accordi, suoni, modulazioni e tante altre cose di cui non ho la minima conoscenza, davanti a me. E ad altre quindici persone, massimo. Il tutto con le lacrime agli occhi, le mie.
Faso, al termine, scende e cazzeggia e racconta aneddoti con noi. Mi autografa il libro di Ermes con una dedica che ha fatto parte della mia vita da quando sono nato: "A Davide con Golia". Specificando che però, stavolta, sono le caramelle.
Dopo anche Rocco si ferma cinque minuti. Saluta tutti, cincischia un po' e prima di andare gli chiedo l'ennesimo abbraccio. Acconsente e il mio entusiasmo è a livelli massimi. Credevo che il concerto non sarebbe riuscito a darmi le stesse emozioni, ma mi sbagliavo.

Abbiamo un'oretta prima di rientrare per l'evento vero e proprio. Chiamo Patrizio, membro eccelso di Acido Lattico, per un incontro fugace. Si chiacchiera del progetto, di Napoli, della zona e di macchine con la gomma squartata. Si conosce la pesantezza delle frittelle. E si gusta un ottimo caffè. Con la ripromessa di rivederci dopo la fine dello spettacolo perchè Patrizio, persona incredibilmente gentile come non se ne fanno più secondo me, si offre di accompagnarci a prendere le vetture senza dover sottostare a trasporto pubblico notturno o taxi. Il Salvatore!

Dopo il giro di Napoli, che poi è stato una circumnavigazione pedonale del territorio Belliniano, ci intrufoliamo all'interno del Teatro per assaporare l'atmosfera e, alle 21 e 15 il concerto c'è.

Una sorta di celebrazione di trenta e passa anni di carriera, mi verrebbe da definire ciò che ho visto ieri e che avrei voluto rivedere di nuovo, tutto daccapo, alla fine del concerto. I grandi classici, eliminando "Servi della Gleba" e "Discomusic" che sono un po' mancate considerando tutte le altre.
In ordine di annata c'erano:

-) "Cara ti amo". Rimodernata. Che è una canzone che seppur la senti duemila volte, ad ogni concerto è sempre diversa dall'ascolto precedente. Grazie anche all'amore tra la coppia Rocco-Elio, che non finirà mai. Pur se il cugino di Lei è sempre stato un pervertito.

-) "Supergiovane". Mangoni ha quasi buttato a terra un tizio del pubblico per correre all'impazzata nel teatro. E poi è sciatalgia più bulgaria più più più.

-) "Il vitello dai piedi di balsa" - "Reprise". La favola che andrebbe insegnata in tutte gli asili del mondo.

-) "Neanche un minuto di non caco". I cinquantacinque secondi di "La Terra dei Cachi" in versione sprint. Bello vedere come tutti si sbattono col tempo raddoppiato e sembrano non fare alcuna fatica.

-) "Mio cuggino". Sinceramente? Non sono mai riuscito a farmela piacere più di tanto. E' sì ok una canzone puramente eliastica, ma non è una di quelle che bramo riascoltare sempre. Entusiasmante invece la versione di "Pierino" con una Paola Folli strepitosa.

-) "TVUMDB". Con Paola che non sfigura neanche un po' di fronte alla voce originale femminile di Giorgia. Anzi. Applauso poi dovuto all'assolo di Feiez, sempre presente.

-) "Tapparella". Il finale semplice, puro, genuino. Anche se l'ho apprezzata di più anni fa quando la piazzarono come terza canzone.

-) "Born to be Abramo". Uno dei MIEI cavalli di battaglia. La canzone che forse mi ha avvicinato al loro mondo. Ballabile, scatenata, religiosa, una cover che pochi riescono a fare molto ma molto più bella dell'originale. Grazie Patrick Hernandez per averglielo concesso.

-) "Rock and roll". Versione iniziale con chitarra classica, con un Elio che sembrava ringiovanito. Rima "Apicella-sciacquarella" da spedire agli alieni in un cd con tutta la discografia eliastica da concerto. Grande momento di rock che, diciamocelo, piace molto a Noi giovani.

-) "Shpalman". Versione base. Senza capitomboli Tanici come l'anno scorso.

-) "Parco Sempione". Con tanto amore verso la regione Lombardia, vecchia e nuova presumo.

BONUS TRACK

-) "Largo al Factotum". Con quel teatro, con quella bella gente, con quell'acustica, non si poteva non fare. Una nota di passato in una serata che difficilmente il Bellini, inteso come teatro, ha visto.

-) "Un bacio piccolissimo". Ci avevo scommesso il piede destro e c'ho avuto ragione. La canzone riarrangiata a Sanremo durante la serata amarcord è diventata uno dei pezzi del concerto. Se facessero un tour con solo pezzi altrui, ma a modo loro, spaccherebbero lo stesso.

NOVITA'

-) "Dannati forever". La adoro. Canzone che, secondo me e la pulzella, avrebbe meritato più dell'altra di vincere Sanremo. Dal vivo rende ancora meglio.

-) "La canzone mononota". Potrebbe diventare il nuovo tormentone eliastico e, alla fine, stufare. Ma ora si deve sfruttare l'effetto "ritorno sanremese". E va' suonata. Sempre prendendosi la pausetta.

-) "Enlarge your penis". Già ascoltata lo scorso anno, ma è ancora novità dato che uscirà nel cd nuovo di Maggio. A me piace tantissimo. Il ritornello ti entra in testa e non se ne va' via. Un po' tipo "Gargaroz".

-) "Come gli Area". Come la precedente: novità ma non novità. Una canzone tributo ad una band che non conosco. Se fossi stato meno giovane l'avrei apprezzata di più. E si vede che si impegnano tanto a tributare un giusto omaggio alla band di Stratos.

-) "Il ritmo della sala prove". Prima delle due inedite ma proprio tanto tanto inedite. Bella. Peccato averla potuta ascoltare una sola volta perchè è uno di quei pezzi che ami dopo cinque-sei ascolti.

-) "La canzone del primo Maggio". Musica. Testo. Interpretazione. Tutti dieci e lode. La cosa più bella io abbia sentito negli ultimi mesi. Non si può descrivere, si deve vivere. Se si pensava che con "La canzone mononota", gli Elii avessere fatto un salto variopinto nel mondo della musica, questa è un triplo salto carpiato con centodue avvitamenti da un trampolino che dista un metro dalla piscina. Eccezionale. Credo una delle canzoni più difficili da fare, per loro. E tante ma tante risate, da parte mia.

E credo di aver finito. Quindi devo proceredere ai ringraziamenti ufficiali.

Grazie a Nicola Fasani in arte Faso per l'autografo. La prossima volta giuro che ti disturbo ed inizio a chiacchierare senza motivo alcuno. Voglio far sfruttare il mio essere Fava in tutto e per tutto, magari elimino il mio panico da "idolo".
Grazie a Sergio Conforti in arte Rocco Tanica per l'abbraccio. Per me vale sempre tantissimo. Vale la stessa promessa che ho fatto per Faso.
Grazie a Faith, Silvia e Valeria di aver dato una nota di colore al concerto. Poter condividere le passioni è qualcosa di bello, ma proprio tanto. E poi ci siamo conosciuti ad un concerto annullato, quindi dovevamo per forza vederne uno, per una volta. A meno che non se ne fosse caduto il "Bellini".
Chiedo scusa a Faith comunque per il concerto di Napoli all'Augusteo, quando si è dovuta sorbire un intero spettacolo seduta DIETRO al sottoscritto. Ma non ci conoscevamo, posso dire questo a mia discolpa.
Grazie a Valeria per averci sopportato e per aver dato rifugio ad una Panda nuovo modello.
Grazie a Francesco per il passaggio dell'andata, le mie gambe ancora ti ringraziano.
Grazie a Patrizio, ancora ed ancora, per quello di ritorno. Una nota di sole in una Napoli notturna. E si è pure offerto di farmi parcheggiare la macchina a casa sua, per volte future, grandissimo!
Grazie, infine, sempre a Carmen. Che segue, seppur non essendo fan acclamante, ogni mio tentativo di portarla sempre più nel mio mondo. Che sia fatto di fiere del fumetto, di Elii e di Silvestri (anche se a quest'ultimo ci viene sempre con piacere). Grazie per averci messo la macchina ed averla fatta portare a me, per aver preparato i panini, e per aver aspettato senza mai lamentarti un gruppetto di idioti che aspettavano sognanti i loro musicisti preferiti. Grazie.

Ogni giorno che passa mi rendo conto che mi hai scelto tra tanti. Ma non so neanche io perchè.

E va' sempre così. Parlo di Elio, di Rocco, del Civas, di Faso, di Christian e di Paola, e pure di Jantoman o Mangoni, ma alla fine mi ritrovo sempre a ringraziare Lei.

Ultimo concerto recensito sul blog. In settimana i saluti definitivi. Poi questo spazio chiude.

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