venerdì 11 luglio 2008

Paura eh? - Il vero non-sense


Prima di iniziare a declamare questo bellissimo e commovente racconto ci fermiamo un attimo sui protagonisti della vicenda che sono personaggi realmente esistenti. Indi possiamo affermare che quasi è una storia vera. Tipo come hanno fatto Aldo, Giovanni e Giacomo con “Così è la vita”. Un’ottima operazione di marketing non c’è che dire…
Ma noi siamo sinceri e diciamo che tutto quello che avverrà in questo post è tutto frutto dell’immaginazione. Non mia sia chiaro. Io non sarei mai riuscito a creare un mondo come quello che andrò a raccontarvi. Il vero ideatore di questo racconto è Vincenzo, un mio amico, che ha deciso di condividere a voce tutto questo con noi, e io, dall’alto della mia magnificenza, ho trasportato tutto su computer e con l’aiuto di un programma di scrittura e del poco di italiano che so posso presentarvi questo modesto capolavoro.

Personaggi: (In ordine di apparizione)

Vincenzo: lui, la star, l’ideatore, l’Indiana Jones della situazione.
Riccardo: amico della nostra combriccola, fa una comparsata all’inizio della vicenda.
Michele: amico d’infanzia del signor Vincenzo e, successivamente, amico di tutti noi!(si, anche di voi!)
Davide: Ah, quanto è figo! Eh si, sono io!

E si va ad incominciar!


Era un luminoso pomeriggio d’estate. Vincenzo era in casa, sgomento, nella sua mente passavano le parole dette da Riccardo poco prima. Era incredulo, non pensava sarebbe mai successo. Il ragazzo era venuto a salutarlo e gli aveva portato cattive nuove. Purtroppo gli aveva riferito che il suo caro amico d’infanzia, Michele, era adirato nei suoi confronti. E non solo lui, anche la madre dello stesso. Vincenzo non ci poteva credere. Non pensava di aver fatto alcun torto nei suoi confronti. Decise di non pensarci e uscire di casa, diretto alla villa del paese. D’altronde era periodo di grandi feste e sarebbe stata occasione magari di fare anche qualche nuova amicizia
Prese la macchina, una Fiat Doblò marrone, e uscì. Camminando nel paese si rese conto che non c’era molta gente in giro, e che aveva la strana sensazione che qualcuno lo stesse inseguendo. Così era.
Un essere tra il fantastico e il ridicolo si catapultò davanti alla sua vettura. Era una strega. Si, avete capito bene, una strega, non vi sto prendendo per i fondelli!
Era alta, sui due metri all’incirca, volava, aveva un cappello lunghissimo e rideva. Incrociò lo sguardo di Vincenzo che, titubante, inizio a fuggire. La vecchia megera estrasse un pesante spadone e cercò di colpirlo ma lui, senza manco essersene reso conto, aveva una falce in mano e respinse il suo attacco. Indi spinse forte sul pedale dell’acceleratore e fuggì via.
Non poteva credere ai suoi occhi, era completamente impazzito o cosa? Vedere una strega in pieno giorno e soprattutto nel centro della città, e perché poi voleva la sua morte?
Continuò a vagare per il paese e se la ritrovò davanti, di nuovo un altro scontro, ma in un modo o nell’altro riuscì, fortunatamente, a farla franca e corse via. Ma il pericolo era dietro l’angolo. Il marito della vecchia megera(che potremmo chiamare affettuosamente “il vecchio megero”, d’altronde vale sempre la regola del “chi si assomiglia si piglia”), stregone anch’esso, lancia i suoi mille coltelli affilati sul povero Vincenzo.Il ragazzo è impaurito, sconvolto e anche altre mille emozioni che non sto qui a raccontare, vuol fuggire via ma la strada davanti a se è bloccata, indi prova con la retro, raggiunge anche gli 80 km/h ma, purtroppo, non riesce a notare un cantiere aperto dietro di se e la macchina ci finisce dentro.
Dopo essere riuscito ad uscire dalla vettura si ritrova davanti lo stregone e la vecchia dietro di se. Il primo decide di infilzarlo con i suoi coltelli, e con uno di questi colpisce il povero Vincenzo alla gamba. Ormai è dolorante il ragazzo e non sa che fare, due esseri usciti da un racconto (buttato) di Tolkien stanno per fargli la pelle, ha urgente bisogno di uno stratagemma. Ma si…i due sono marito e moglie, perché non rovinare la loro unione idilliaca?
Il giovane si avvicina al vecchio megero e gli sussurra all’orecchio alcune parole: “Tua moglie mi voleva concupire, per questo mi cercava sempre oggi. Vuole che io sia il suo amante”. Parole che neanche Otello avrebbe potuto sopportare. Parole così pesanti che fecero perdere la testa al potente stregone che uccise con un sol colpo sua moglie. Ma il suo compito non era concluso, voleva adesso anche la testa del giovane ragazzo. Vincenzo si preparò mentalmente alla fine della sua vita, lo stregone era quasi vicino a lui e aveva due coltelli in mano. La fine era giunta.
Ma qualcosa, o qualcuno, fermò il mago con un colpo di pistola. Era Michele, che affaticato, era giunto a salvare il suo amico. E così fece, il proiettile sparato direttamente alle spalle dello stregone pose fine alla sua vita nella felicità dei due amici.
Vincenzo, zoppicante e sanguinante per la ferita, andò a ringraziare Michele, i due ritornarono amici come prima e per festeggiare decisero di andare alla villa per una festa che era in atto proprio in quel momento. Il caro Michele con la sua Panda fiammante caricò l’amico e corsero alla festicciola.
Giunti nei pressi nella villa comunale i due si resero conto che, al di fuori era tutto normale, alberi e monumenti al loro posto come ogni giorni, ma appena entrati ci si ritrovava in un ambiente completamente diverso.
Si, lo spazio pieno di verde era diventato un lungo tunnel, tipo una discoteca labirinto bianca senza luci colorate e lunga un centinaio di chilometri, esattamente così. Davanti ai loro occhi stupefatti si dipinse lo stupore, tanta gente ballava e si divertiva e, in mezzo ai corpi ansimanti dei giovani ballerini, si intravedeva Davide, entusiasta e vestito elegante per l’occasione.
Vincenzo si avvicina e chiede aiuto al caro amico: “Davide, dobbiamo fare presto, sto perdendo sangue. Mi hanno accoltellato. Dobbiamo andare all’ospedale.”
E prontamente il suo amico si allarmò: “Un attimo che prendo da bere!”
Michele intanto aveva qualche problema con il buttafuori dell’evento che vuol sapere il motivo della ferita di Vincenzo. E dopo qualche attimo di esitazione il ragazzo vuota il sacco: “Signor Buttafuori, abbiamo affrontato due stregoni che mi hanno leggermente ferito, lo so che è strano crederci ma è così.”. Il simpatico muscoloso uomo era entusiasta: “Grazie ragazzi, quei due stavano rovinando la vita a non poche persone in questa città!”. Un moto d’orgoglio si impossessò di Vincenzo: “Eh si, ma grazie a noi finalmente siamo liberi.”
“Liberi da chi????” – qualcuno interruppe la conversazione. Era un altro stregone, sembrava ancora più potenti dei due di prima. – “Avete ucciso i miei genitori ma sono qui per vendicarli! Uah uah uah” e subito si scagliò contro Vincenzo. Una raffica di pugni sul povero ragazzo lo spinsero a terra. Ma i ragazzi che avevano assistito alla scena aiutarono il giovine a scappare gettandosi con il loro corpo sullo stregone. Il ragazzo riuscì a scappare ed ad unirsi con i suoi compagni: “Ci serve la macchina Michele!”
“Non ricordo dove l’ho messa!” – rispose l’amico
“Andiamo tutti fuori e cerchiamola!” – fece eco Davide.
I tre si diressero, quindi, a tre uscite diverse. Dopo qualche minuto Davide e Vincenzo si ritrovarono, di Michele nessuna traccia(probabilmente era scappato via da solo con la vettura). “Potremmo andare a casa tua, è più vicina!” – propose Davide trovando pieno appoggio dall’amico. Ad un tratto videro un uomo in bici. Davide provò ad avvicinarsi: “Me scusi buon’uomo, posso approfittare della sua bici? Sa, ho un amico con una gamba accoltellata”. Il signore non se lo fece ripetere due volte e gliela prestò.
Un gesto di generosità che per Vincenzo era qualcosa di inaspettato, ma appena vide Davide allontanarsi con la bici sentì tanta rabbia e furia omicida in lui. Zoppicando zoppicando ,intanto, era quasi giunto a casa. Ormai era sicuro di avercela fatta a scappare quando…all’improvviso:

“Uè…T vuò sctà?? E’ mezz’iurn! Ma che? T si mis paur?”* – Era Nicola, suo fratello, che con la dovuta calma e delicatezza lo svegliò dal suo sogno.
*(Traduzione per i non bilingue: “Buongiorno, ma ti vuoi svegliare? E’ mezzogiorno. Ma che succede? Hai avuto paura?”)



Eh si…era un sogno. Si. Un sogno del caro Vincenzo che io ho messo sul blog. Perché? Perché è una grande storia. Ho il lieve sospetto che diventerà sceneggiatore il ragazzo! Ah, lo so…non ringraziatemi per la mia bontà d’animo che ho nel racconto. Si, sono generoso e non penso mai a me stesso.
Si, è una grande idiozia.
No, non picchiatemi per averla postata.
Ah, è molto non-sense anche dire che l’avrei messa lunedì e metterla invece solo stasera.
Sono il re dell’idiozia! Grazie per essere arrivati fin qua e di non aver bruciato ancora il computer…ops…come non detto…

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