mercoledì 26 settembre 2012

Novità inaspettate - Epilogo


“Tutti a tavola” – urla mia madre con armonia, facendo voltare i presenti. Il gruppetto di parenti si siede ordinatamente ognuno al proprio posto. L’atmosfera è un po’ surreale.
“Prendo la parola, posso, mia leggiadra fanciulla?” – fa mio padre chiedendolo delicatamente. Dopo aver ricevuto un assenso non verbale, si alza dal suo posto e porta il calice in alto.
“Vorrei fare un brindisi, amici e parenti, in questa giornata meravigliosa non perché sia una festa comandata ma perché è arrivato un momento che tutti i genitori aspettano: quello della verità. Il mio unico figlio maschio che voi tutti osservate seduto alla mia destra, quello con le guance di color rosso peperone, oggi ha deciso di darmi una gioia immensa: mi ha rivelato la sua reale identità. E io sono contento. Un po’ dispiaciuto, per certe particolari situazioni, ma contento. Perché da oggi in poi spererò con tutto il cuore che trovi anche lui l’amore così come ho fatto io. E che si senta bene con il suo ragazzo così come io mi sono sempre sentito bene con Letizia, la mia unica donna da trentacinque anni. Eravamo giovani, io e lei, quando ci siamo incontrati e piaciuti. Eravamo giovani quando ci siamo accorti di aspettare un figlio, questo brutto esemplare che mi porto dietro. E ora che non siamo più giovani, siamo ancora più felici per molte ragioni. La prima è che siamo ancora insieme, io e Letizia. E si sa che di questi tempi le unioni non durano. La seconda è che, dopo la prima prova andata male, le due pulzelle nate successivamente sono bellissime. Marta è una stella che ancora nessuno è riuscito a cogliere e il primo che lo fa giuro che gli spezzo le ossa” – aspetta quando secondo per le risate – “Michela è un bocciolo di rosa che rende le mie giornate felici ed estremamente dolci. Il discorso del raccoglimento vale anche per lei, siamo chiari” – altre risate. Si ferma un attimo.
“Grazie mille, figli miei, perché mi avete sempre fatto capire che come genitore forse ho fatto qualcosa di buono. E tu Mirko” – sì, è il mio nome – “anche se il mondo là fuori non sarà mai pronto per ciò che tu realmente sei, non ti crucciare. Non pensarli: non capiscono niente. Tu sei più forte di tutti loro, e tutti loro non hanno quello che hai tu: questa famiglia.” – un instante dopo mia madre inizia a singhiozzare, subito abbraccia papà con entusiasmo. Credo si siano anche detti qualche “ti amo” qua e là ma non ne sono sicuro, mi piace pensarla così. Il pranzo continua tra baci e abbracci, risate e divertimenti vari e, udite udite, nessun deceduto.
Zia Maria, di par suo, si dimostra la più vispa durante la tombola portandosi a casa la ragguardevole cifra di centosettanta euro. Non capirò mai come ci sia riuscita.
Alla fine dei canti, dei giochi e delle chiacchierate, c’è una sorpresa speciale: la torta di papà. Un vociare comune risponde allo stesso identico modo: “Ho mangiato tanto, niente dolce per me”, dicono quasi tutti buttandosi poi su cioccolattini e robette varie. Io decido di assaggiare la Sacher di papà, mi sento temerario. Con un coltello prendo la fetta più grande che ci sia e la inserisco nel piatto. Poi col cucchiaio ne stacco un pezzo e lo dirigo verso la mia bocca.

E’ buona. E’ maledettamente buona. Chissà poi perché.

(4-Fine)

Nessun commento:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...