giovedì 17 gennaio 2008

Il terribile mistero del contatore...




Quanto tempo è passato dai primi tempi in cui frequentavo il forum? Mi sembra ieri di aver effettuato il primo accesso, di aver inserito il mio intramontabile avatar, di aver conosciuto quegli utenti che si stavano affacciando sul forum proprio in quegli stessi giorni: Luttazzi4ever, Logan, Anja, Colei che... E, proprio da una collaborazione con quest'ultima, è nato il racconto che ho deciso di postare questa sera: il terribile mistero del contatore. Nato dal desiderio di entrambi di contribuire a creare una grande famiglia, il racconto vede protagonisti gli utenti che proprio in quei giorni stavano cominciando a gettare le solide basi per uno spazio virtuale a cui ancora oggi siamo tutti così affezionati.
Buona lettura a tutti, con...


IL TERRIBILE MISTERO DEL CONTATORE
(Di DjJurgen & Colei Che...)

Nulla. Di lui non rimaneva più nessuna traccia. Non era più in negozio, non era più a casa. Federica capì che a Mario era successo qualcosa, ma non riusciva a capire cosa. Suonò ripetutamente il campanello dell’appartamento ma, ancora una volta, non le rispose nessuno. Sperò solo che Mario fosse andato a quella fiera del fumetto senza averla avvisata.

Il cellulare era ancora staccato. “Strano” pensò Adriana “di solito Andrea ha sempre il cellulare acceso”. Decise di andare a cercarlo a casa. In fondo abitava a pochi chilometri di distanza, e una passeggiata l’avrebbe aiutata a schiarirsi le idee. Da qualche giorno Andrea era sparito senza lasciare traccia e lei non sapeva più che pesci pigliare. Arrivata a casa dell’amico bussò più volte, poi cominciò a chiamarlo. Si affacciò la vicina di casa di Andrea.
“Buongiorno signora,” disse Adriana “c’è Andrea, per caso?”
“Andrea chi?” replicò la signora, con una faccia stupita.
“Come Andrea chi? Signora, il suo vicino di casa, non si ricorda?”
“No, guarda, devi aver sbagliato appartamento. Qui non c’è nessun Andrea.” Concluse brusca la signora.
Adriana era davvero sconvolta. “Forse è tutto uno scherzo” pensò.

Federica tornò a casa. Era davvero triste. Possibile che Mario fosse andato alla fiera senza dirle niente? Non era mai successo. Cominciò a rovistare nel suo cassetto dei ricordi, prendendo alcune foto: la maggior parte erano state scattate nelle diverse occasioni in cui aveva incontrato il suo amico Mario. Le guardò, ma si accorse subito che qualcosa non quadrava. Per un momento pensò di aver sbagliato a prendere le foto, ne cercò altre, rivoltò il cassetto, ma niente da fare. Erano proprio quelle. A Federica venne un colpo: Mario era scomparso da tutte le fotografie.

Adriana non voleva rassegnarsi. Provò a chiamare anche la ragazza di Andrea, sperando di far smettere quello scherzo cretino e di farsi dire dove fosse. Ma, con suo grande stupore, quando lei si sentì dire il nome del suo ragazzo, reagì come aveva fatto qualche minuto prima la signora alla porta. “Andrea chi? Ma di chi sta parlando?”. Adriana chiuse la telefonata. Si sentiva pervasa da una terribile sensazione di inquietudine. Cosa stava succedendo? Poi le venne un’idea, e accese il computer…

Federica doveva riprendersi un attimo. Uscire, si, parlare con qualcuno. Raccolse le chiavi di casa, ma, prima di aprire la porta, si accorse che il computer era ancora acceso. Era rimasta collegata al forum e nemmeno se n’era accorta. Casualmente il suo sguardo si posò sulla tag board, e si soffermò sui nomi presenti. C’erano Colei che…e Tito. Quest’ultimo, come al solito, domandava come mai il contatore segnalasse ogni volta un numero diverso di iscritti al forum. Federica non sapeva dargli una risposta, ma decise che il messaggio di Colei che…, per quella volta, era più importante. Colei che… stava chiedendo se qualcuno avesse notizie di Andrea.cioce. Diceva che era sparito, che non riusciva più a trovarlo. Tito le aveva risposto che erano un po’ di giorni che non si vedeva più in giro, e DjJurgen, praticamente quasi onnipresente sul forum, confermò. Tito continuava a domandare degli iscritti. Una strana, pazzesca idea, balenò nella mente di Federica. E in quel momento tutto ciò che era intorno a lei cambiò.

Non era più nella sua stanza. Di questo era certo. DjJurgen si guardò un attimo intorno, esterrefatto. Non riusciva a credere ai suoi occhi. Era come se si trovasse in un altro mondo, in un’altra realtà. “E questo cos’è?” si lasciò scappare ad alta voce. Non immaginava che qualcuno gli avrebbe risposto. “Credo… Uhm… che sia la famosa realtà virtuale? Ma non so dirti come ci siamo finiti dentro”. A parlargli era un uomo sulla quarantina, dall’aspetto simpatico. DjJurgen lo riconobbe subito e si affrettò a stringergli la mano. “Tu sei Tito, vero?Anche se avrei preferito altre circostanze, è un vero piacere conoscerti.”
“Ma qui ci siamo solo io e te?” chiese Tito. Una voce femminile soddisfò la sua curiosità: “Veramente no. Avete compagnia”. DjJurgen vide due ragazze. La prima, quella che aveva parlato, era sicuramente la misteriosa Colei che…, mentre la seconda era la famosa Tesla.
“Cos’è questa? Un’allucinazione collettiva?” chiese quest’ultima.
La risposta venne da una voce dietro di loro
“E così, purtroppo, anche voi siete caduti nella rete!”
Si voltarono di scatto, tutti e quattro, e quello che videro non era affatto piacevole. C’era Gas75, incatenato ad una specie di roccia virtuale, impossibilitato a muoversi.
“Gas, ma che ti è successo?” chiese Tesla.
“Guardatevi intorno, non avete ancora capito dove siete finiti?”

E quello che avevano intorno era uno spettacolo dei peggiori. Colei che…, Tesla, DjJurgen e Tito credettero di trovarsi in un incubo. Un incubo strano, in cui stavano incontrando tutti i loro amici del forum. C’era Gas75, incatenato come un prigioniero. E vicino a lui, nelle sue stesse condizioni c’erano Ispirato dalle Tenebre e Ray of Darkness…
Cominciarono a guardarsi intorno più attentamente: sembrava un’enorme prigione, in cui un’atmosfera di disperazione regnava sovrana. Riconobbero altri compagni del forum. C’erano Demetrios Stratos, 75RH+, Luttazzi4ever, Davide04,Emilgollum, arcobalenonotturno, Solomon Kane,Rakosi, Ande, Clarke. Erano tutti incatenati, come Gas75. Tutti prigionieri. Alcuni erano vigili, come Gas, ma altri sembravano incoscienti, nonostante avessero i loro occhi aperti… Cominciarono a chiamarli, a strillare i loro nomi. Ma non c’era nulla da fare. Poi, ad un tratto, Colei che… riconobbe Andrea.cioce dietro le sbarre di una cella: era come in uno stato di trance, aveva gli occhi spalancati e il corpo proteso in uno spasmo di dolore senza fine. Colei che… si gettò contro la gabbia, ma una potente scossa la fece cadere a terra, svenuta. DjJurgen andò in quella direzione, scoprendo una lunga fila di gabbie. Cercò di capire chi c’era in ogni cella, se c’era qualcuno in stato cosciente, che poteva essere aiutato. Ma niente, erano tutti in una specie di limbo tra realtà e sogno, tra mondo virtuale e mondo terreno. Camminando disperato, DjJurgen trovò Logan, L’altro, Dylan Barron. Tutti prigionieri. Tutti sofferenti. DjJurgen sentì un urlo di disperazione di Tesla, e si voltò verso di lei. Tesla aveva trovato Birubiru, Shakeup, e infine Ro-Mario. Vedendolo, si era gettata contro le sbarre, in un folle tentativo di liberarlo, ma una forte scarica l’aveva fatta accasciare al suolo, come era successo poco prima a Colei che…
DjJurgen cercò con lo sguardo Tito: si stava allontanando dirigendosi verso un’enorme portone metallico che sembrava aperto. Allora cominciò a correre, per cercare di raggiungerlo e di fermarlo. Era ormai a pochi passi da lui, quando si voltò verso l’ultima gabbia. Aveva capito che la disperazione non serviva a niente, in quel frangente, che gettarsi contro le sbarre cercando di sfondarle era solamente dannoso. Aveva capito che non doveva farlo, per nessun motivo. Ma quando vide chi c’era in quella cella, la sua rabbia esplose. La scossa che seguì fu la più violenta delle tre… e forse la sua intensità era direttamente proporzionale alla rabbia che provava la persona che toccava le sbarre. Con un ultimo sforzo, prima di svenire, DjJurgen salutò con gli occhi la persona svenuta dentro la gabbia. Ma Anja non poteva vederlo.

Quando riaprì gli occhi, la prima cosa che fece Tesla fu quella di guardarsi intorno. Prima ancora di capire che anche lei era prigioniera, riuscì a scorgere in quell’enorme realtà virtuale gli amici con cui aveva cominciato il viaggio: DjJurgen, Tito e Colei che…. Erano tutti legati e tenuti prigionieri. Provò a muoversi, ma si accorse che neppure lei era stata risparmiata, e che ogni suo movimento le procurava un dolore lancinante. Nella penombra, sentiva delle voci. Ma erano distanti, confuse. Poi, man mano che i suoi sensi si ripresero, riuscì a vedere che l’ambiente era leggermente differente da quello che aveva visto prima… Al posto delle rocce c’erano dei pali lucenti, che lanciavano dei bagliori metallici e legati ad essi, intorno, non c’erano solo Tito, DjJurgen e Colei che…, ma anche altri frequentatori del forum. C’erano Fabio, Luca, Acid Shampoo, il Vulcanico Nelson, Krenim, BlackMV, Gabriel999, Numero9, Dolphin87. Tutti legati. Ma, questa volta, tutti svegli. Si guardavano intorno, e i loro sguardi si concentravano soprattutto sui nuovi quattro arrivati. Erano sguardi di paura, di stupore e di rassegnazione. Incapaci di parlare, ascoltavano le uniche due voci che si udivano tra tutto quel silenzio. Tito era al centro della prigione, incatenato anche lui. Ma, a differenza degli altri, lui strillava. Parlava. Reagiva, insomma. Ma la sua non era la sola voce. Ce n’era un’altra, indistinta, che non si capiva da dove provenisse. Poco dopo, Tesla capì che proveniva dalla realtà virtuale, che era la realtà virtuale stessa.

“Tito, Tito…e pensare che stavi per distruggere il mio piano.” Disse la voce misteriosa.
“Ma di cosa parli? La malora! Non capisco.” Replicò Tito, rabbioso.
“Non eri tu che ti chiedevi sempre perché il numero degli utenti aumentasse e diminuisse senza una spiegazione? Ecco, io sono la spiegazione che cercavi.”
Tito non credeva alle sue orecchie. Non sapeva cosa dire.
“Il terribile mistero del contatore…” proseguì la voce “così lo hai chiamato per scherzo. Ma non sapevi neanche lontanamente quanto fossi vicino alla realtà.”
L’unica risposta di Tito, fu un incredulo: “Cosa?”.
La voce continuò, felice di poter svelare il piano in tutta la sua diabolica trama: “Io sono il Contatore, Tito. Sono io che conteggio gli iscritti, io che li conduco verso questo magico mondo. Sono io, Tito, che quando tutti tornano alla loro vita reale, rimango sempre solo. MA SONO STANCO!” L’ultima frase era stata pronunciata così violentemente, che tutti sentirono correre un brivido di terrore lungo la schiena.
“Il forum non è altro che una mia arma.” Continuò la voce. “Una volta che il numero di iscritti è sufficiente, comincio a prenderne uno, due. Li faccio scomparire, Tito, ma senza dare troppo nell’occhio. E di loro non resta nessuna traccia. Li tengo prigionieri in questa realtà virtuale che loro cercavano con tanta bramosia, li cancello dalla lista utenti, li distruggo lentamente.”
“Tu sei pazzo…maledetto!” Gridò Tito.
“Ovviamente non potevo prenderne troppi, per non essere scoperto… Lascio sempre il numero intorno ai settanta, ottanta iscritti, così nessuno si insospettisce troppo. E infatti prima di te nessuno s’era accorto che c’era qualcosa che non andava, e il mio piano procedeva a gonfie vele. Poi sei arrivato tu, e ho dovuto cominciare ad allentare la presa. Ho ridotto le oscillazioni intorno al numero degli iscritti, cercando di convincervi che fosse tutto un errore di calcolo…ma ora, ora che siete tutti qui, le cose cambiano.”
Tutti i presenti non riuscivano a reagire, increduli per quello che stavano sentendo.
Cosa succedeva? Quella misteriosa creatura catturava gli utenti del forum, facendoli davvero scomparire? Sembrava di si, e sia Tesla che Colei che… avevano avuto la conferma di ciò: Andrea e Mario erano scomparsi, non solo dal forum, ma anche dalle loro case. Com’era stato possibile?

“Cosa vuoi dire?” chiese Tito.
“E’ successo qualcosa… qualcosa che neanche io avevo preventivato… Il tuo interesse, il vostro interesse nel contatore utenti, non ha avuto solo l’effetto di mettermi in allerta e farmi agire con più circospezione: è come se, con tutta l’attenzione che avete riposto in me, voi avete fatto in modo da accrescere i miei poteri! Mi sono accorto che le persone che conducevo qui, per nutrirmi delle loro anime virtuali, non scomparivano solo dal forum, ma anche dalla vita che voi chiamate “reale”! E scomparivano definitivamente, perché scomparivano anche dalla memoria di chi li aveva conosciuti…”
“Ti sbagli!” Disse Tito. “Ci sono persone tra di noi che si sono accorte della scomparsa dei loro amici, e hanno cominciato a cercarli!”
“Si, lo so. Ma queste persone avevano con gli scomparsi un legame virtuale… avevano in comune l’appartenenza al forum, una specie di isola condivisa che non gli permetteva di dimenticare.” La voce fece una pausa, poi si sentì risuonare una fastidiosa risata metallica: “Ah, ah, ah… il problema direi che ormai è risolto: siete tutti qui, tutti gli utenti ormai… Nessuno si accorgerà mai della vostra assenza, nell’altra realtà, perché nessuno sa che voi siete mai esistiti!!!”
Tesla cercò di divincolarsi, ma le catene e il dolore lo bloccarono subito. Una smorfia di dolore gli contrasse i lineamenti del viso.
“Ora che tutti voi siete miei prigionieri,” continuò la voce “nessuno potrà più scappare e accorgersi del “terribile mistero del contatore”. Voi verrete cancellati dalla realtà, tenuti qui, come miei ostaggi… e io avrò gran piacere nel dissanguarvi di tutta la vostra energia vitale.”
“La malora!” esclamò Tito.
“Bravo, vedo che hai capito. Io mi nutro di voi, della vostra vitalità, della vostra energia. Quando vi prendevo dal forum succhiavo una parte di voi, ma adesso so che posso fare molto di più… Perché fermarmi qui? Non mi basta. Ora che siete nel mio mondo, succhierò tutta la vostra linfa vitale, crescerò, magari mi espanderò fino a diventare il padrone assoluto del mondo virtuale… e, perché no? Anche del vostro insulso mondo “reale”!” Le sue parole erano cariche di disprezzo.

“Stupido Contatore!” Urlò Tito.”Ti credi di essere così forte?”
Le parole di Tito spiazzarono la voce. “Sei solo il prodotto di un errore di programmazione…”
“Cosa blateri, folle?” Sibilò minaccioso il Contatore.
“… un sottoprogramma difettoso nei ragionamenti! Strano, in fondo dovresti essere un insieme di processi logici.”
Tutti i presenti non avevano staccato un attimo gli occhi da Tito: sembrava così sicuro di sé, adesso, quasi tranquillo. Un piccolo barlume di speranza si accese nei loro pensieri… Ma cosa poteva un uomo contro un essere invisibile, che sembrava essere onnipotente in quel mondo?
Il Contatore era silenzioso, sembrava anche lui in attesa delle parole di Tito. L’ambiente intorno sembrava che stesse cambiando leggermente colore, e al grigio diffuso si stava sostituendo un rosso sempre più intenso.
Tito continuò: “Come hai fatto a non capirlo subito? Il tuo potere, come tu stesso ci hai spiegato, deriva dall’interesse e la considerazione che gli utenti del forum ti concedono: noi te ne abbiamo data troppa, io per primo, e il risultato è stato quello di renderti capace addirittura di farci sparire dal mondo reale.”
Tutto, intorno, stava diventando rosso fuoco. Il Contatore non sembrava in grado di ribattere alle parole furiose di Tito. Riuscì solo a dire: “Tu, tu…”, stentoreo.
“Cominci a capire, vero?” Sul volto di Tito era comparso quasi un ghigno. “Noi siamo tutti qui, ormai… Nel tuo delirio di onnipotenza ci hai catturati tutti, e nessuno del forum esiste più nel mondo reale.”
“No…non…” La voce del Contatore si udiva a stento. Tutto l’ambiente aveva cominciato a vibrare, le colonne metalliche erano scosse come se ci fosse un terremoto. Un rumore forte e sordo pervadeva l’aria.
Tito alzò la voce fino ad urlare: “Non c’è più nessuno che ti possa guardare, adesso! Nessuno che ti dia la benché minima considerazione! Nessun potere ti può arrivare dai nostri sguardi, dai nostri commenti! Il forum in questo momento è morto, e tu muori con lui!!”
“Wooooorgh!” L’urlo del Contatore fu tremendo. Nello stesso istante il cielo si squarciò, lasciando filtrare una luce bianca, fortissima, mentre il terremoto arrivò ad un’intensità tale da spaccare i pali, scaraventando a terra tutti quelli che erano stati prigionieri. E tutti, nonostante le pochissime forze, si rialzarono in piedi e seguirono Tito verso la luce.
Ognuno si ritrovò nella sua casa, davanti al computer acceso.

Il forum era più che mai frequentato, quel giorno. Tutti volevano partecipare alla festa e quelli che non erano stati presenti direttamente all’episodio dello scontro tra Tito e l’entità per nulla al mondo si sarebbero persi le spiegazioni del loro Autore preferito. Tito, dal canto suo, non si fece pregare. Raccontò di come, nel momento stesso in cui aveva ascoltato la voce del Contatore spiegare quello che era successo, aveva capito l’errore madornale in cui questi era incorso. Il Contatore credeva di poter risucchiare l’energia dei suoi prigionieri, ma aveva dimenticato quello che nessun uomo avrebbe mai potuto dimenticare: il mondo virtuale esiste solo se qualcuno di reale, dietro, continua a riempirlo con i suoi sogni e le sue speranze… Senza la vita degli utenti “nell’insulso mondo reale”, come l’aveva definito l’entità, non era possibile l’esistenza di nessun forum, di nessun ambiente virtuale, di nessun Contatore. Ecco perché quel mondo era crollato nel momento in cui tutti vi erano stati imprigionati dentro. Il Contatore avrebbe voluto accrescere i suoi poteri assorbendo l’energia vitale degli utenti… Ma non sarebbe mai andata così. Il forum non avrebbe mai assimilato la loro vita.
Soddisfatti di queste spiegazioni, tutti controllarono in basso il numero degli iscritti.
85 utenti.
Avevano vinto.

4 commenti:

luttazzi4ever ha detto...

che uomo! uno dei primi racconti dell'allora semplice utente djjurgen, poi diventato conoscente, amico e adesso quasi fratello(ti insulto quindi te lo meriti di esserlo!)... qui si leggeva già il talento...talento che migliora sempre più! E bravo il ragazzone!

DjJurgen ha detto...

Ragazzo, si vede che a te l'amore fa proprio bene! Quando mai mi hai fatto tutti questi complimenti? :P (da qui mi sorge il dubbio che forse dovremmo cambiare il titolo del blog in "ilbloggodeglismielati" :D :D :D
Effettivamente questo raccontino, per essere uno dei primissimi che ho scritto, non è uscito così male...il punto è che non è uscito così male solo perchè a scriverlo con me c'era quella gran donna della Leader! Ah, lei sì che sa scrivere!! :D
in ogni caso grazie del "quasi fratello"...sono contento di poterti insultare a piacimento, adesso che lo so! :P

luttazzi4ever ha detto...

nooooo, io insulto te ma tu non puoi insultare me sennò faccio valere i miei chili di troppo! Questo è il bello di essere un canotto! Aaaa...la giustizia!

Anonimo ha detto...

Davvero bello, il racconto... :)L'ho riletto davvero volentieri! Certo, che ne verrebbe fuori un bel fumetto! ;)

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