martedì 7 giugno 2011

La donna che girava la gente


La vita di Lisa Radice era piena di impegni. Aveva scelto un futuro impegnativo, si era prefissata di diventare magistrato, e aveva iniziato un percorso difficile fatto di esami, studio e pazienza. Aveva alcuni amici con cui usciva abitualmente, e aveva un ragazzo, tal Francesco, di cui sinceramente non interessa niente a nessuno. La giornata era sistematicamente organizzata in ogni minimo istante. Lisa si svegliava alle 8, correva a far colazione, salutava la sua famigliola e si dirigeva in facoltà. Il tragitto tra casa e scuola non era poi così lontano. Bastava prendere un autobus e farsi un paio di chilometri a piedi e il gioco era fatto ma per Lisa era sempre troppo distante. E quindi preferiva ingannare il tempo fivertendosi in un modo che faceva star bene solo lei: facendo voltare le persone. Adorava salutare il prossimo cercando di farlo voltare in ogni modo. Lo so, esistono tanti modi diversi per stare bene con se stessi. Me ne vengono alcuni in mente. Tipo mangiare, dormire, fare l'amore, bere alcool, farsi una corsetta, giocare a calcetto, leggere, scrivere saghe epiche, conoscere belle tipe, farsi un giro su Youporn, uscire, guardarsi un film o un telefilm, giocare a carte, a Scarabeo, farsi un gelato in una nota gelateria della mia zona, andare a fiere del fumetti dove si trovano dei fumetti, ballare, ridere, suonare, cantare e anche buttarsi da un aereo con un paracadute, infine viaggiare, tornare, comprare souvenir e vedersi le diapositive delle vacanze. Comunque a lei piaceva far voltare la gente, son gusti, e lo faceva in ogni attimo della giornata. Si svegliava la mattina e chiamava il gatto, facendolo girare. Entrava in bagno e da dietro la porta, se sentiva dei passi, urlava un gioioso "buongiorno" al povero malcapitato che, impaurito, si voltava verso il bagno. Saliva sul pulmann e salutava l'autista con entusiasmo, e così facendo anche tutti i presenti. Passava in aula, in facoltà, e imitando la voce del professore se ne usciva con un serioso "tutti ai vostri posti", ottendendo un effetto fantasmagorico nella sua piccola ossessione personale. Faceva questo in ogni attimo della giornata in cui si sentiva un po' giù o voleva un po' di attenzione su di sè. Lo faceva a lavoro, nel suo impiego part time in una nota gelateria che annovera tra i suoi lavoranti un noto sgrittore di successo. Lo faceva in macchina, in treno, in aereo e anche in mongolfiera. Urlava, dall'alto del pallone intriso di elio, un entusiasmatico "gente, sono su un pallone aereostatico!", e per sua fortuna non poteva udire i commenti delle persone che la notavano. Un giorno, però, tutto ciò le si ritorse contro.

Infatti in un giorno qualunque, di un anno qualunque, la cara Lisa conobbe il suo arcinemico: l'emo. L'emo non si gira, l'emo è depresso perennemente e odia chi pensa che qualsiasi giornata sia una buona giornata. L'emo non alza lo sguardo per guardare l'arrivo del professore, non alza la testa per guardare una mongolfiera piena di colori che sfreccia per la città, non si interessa del divertimento, lui ha già qualcosa per cui divertirsi: Twilight, la musica dei Tokio Hotel, e un taglierino da compagnia(per completare lo stereotipo in maniera perfetta). E Lisa, che nella sua vita ha ben poco da fare, decide che non si sentirà realizzata finchè non riuscirà a far girare anche l'ultimo degli ingirabili. E si organizza con un piano maestoso per riuscire a far smuovere anche l'emo. Infatti, dall'altro della sua esperienza, si prende dodici giorni di vacanza da scuola, dove i suoi compagni di università indicono feste a ripetizione per festeggiare la sua assenza, e al tredicesimo si presenta in facoltà in una tenuta difficilmente difficile da non notare.

La piccola Lisa ha trovare il modo perfetto per riuscire a far voltare anche il più involtabile dei ragazzi. Ha capito che l'unico modo per riuscire a vincere contro un emo iper-depresso è quello di depressarsi(parola non valida se giocate a Scarabeo) anche lei. Infatti Lisa, vestita da emo anch'essa, si siede vicino al ragazzo di cui sopra, che chiameremo amichevolmente Taglierino. Lisa si siede e, con spezzo del pericolo, intona un meraviglioso "Cattivo giorno". Lui, sentito il richiamo della donna al suo fianco, alza la testa, la nota, accenna un sorriso di circostanza e risponde al saluto. Ci è riuscita. Di nuovo. Stranamente ci ha messo dodici giorni per pensare ed attuare una cosa del genere, ce la poteva fare anche in due, o tre massimo, ma forse ne ha approfittato per dormire un po'. Comunque ora può tornare alla sua vita normale e piena di eventi che consistono, nel maggiore dei casi, nel far girare la gente verso di lei. Si vede che non ha mai molto da fare. E da qui si capisce il perchè ci abbia messo così tanto a preparare un piano del genere.

Successivamente Lisa capirà di aver sbagliato strada e si renderà conto che l'unico mestiere che le dà tanto potere, quel potere di cui ha bisogno, è quello della professoressa. E si laurerà in Lettere, così da poter passare, ogni giorno della sua esistenza, a girare nelle classi e dire "Buongiorno" agli alunni che, sapendo che è una professoressa, non oseranno mai insultarla. Almeno non davanti a lei.


(E' un racconto scemo, ma scemo veramente, che avevo promesso di scrivere dedicandolo ad una certa persona che realmente fa queste cose. Ovviamente non in maniera così eccessiva. Ma le fà. E quando uno sgrittore promette una cosa, la fà!)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh..sai che conosco una persona così.... Non credo che soffra della mania di far voltare le persone ...ma ogni dannato secondo saluta qualcuno..con un sorriso che sprizza la sua costante felicità! (un po' la invidio...) Quando penso a lei mi torna in mente Pollyanna...e quel suo stupido gioco della felicità...al quale ...in fondo non sapeva giocare nemmeno lei! E non solo...c'è sempre Belle (La bella e la bestia), che collezione ed elargisce sorrisi e buongiorno, in giro per quel paesino di fancazzisti che anzichè sfornare il pane ..si rimbecilliscono ad augurarle buongiorno e a fissarla con ammirazione..per non dire altro...

Anonimo ha detto...

Ahahahahahahah non ce la posso fare.. sei un genio! Adesso grazie al tuo racconto diventerò una persona famosa.. (posso inserire nel mio curriculum vitae che hai fatto un racconto su di me xD?)

Unknown ha detto...

che meraviglia!!! Non è affatto un racconto scemo, è uno spasso, soprattutto perché prende spunto da una storia vera :D P.S. quando ho letto che avresti chiamato familiarmente l'emo Taglierino, a momenti casco dalla sedia per le risate!

Anonimo ha detto...

Io l'ho trovato molto carino.. :) mi è piaciuto e l'ho letto volentieri!
A presto..Sibilla

Enrico ha detto...

Conosciamo tutti persone cosi' forse proprio perche ne abbiamo le P...strade piene oggi ne stigmatizziamo certe sfumature e dettagli i quali cozzano con la percezione comune del divenire delle cose.Le cose e gli eventi che disegnano il nostro orizzonte e' tetro ed allusivo tende quindi a dissipare il vissuto confezionandone di nuovi,

luttazzi4ever ha detto...

Ma allora vi piacciono veramente i racconti scèmi. Che bello. Significa che posso farne altri senza che mi indichiate come "omino sparaidiozie"? Ottimo!

Enrico ha detto...

Scémi con o senza accento ahahahahha sei e quindi siamo "inestinguibili".

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