martedì 26 giugno 2012

Bellezze estive


Non riesco a dare una regolarità a questo blog, pur acquistando Activia, dato che il tempo libero è poco e cerco di occuparlo tutto per dare una sorta di decenza alla mia esistenza. Quindi maggiormente le ore che passerei a scrivere post vengono occupate in modo migliore: tipo vedendo Touch con la mia pulzella o accompagnandola per un esame o semplicemente stando con lei. Sì, l'università ci ha concesso una lieve pausa e io ne avevo tanto bisogno.
Per il resto si vivacchia come sempre, ovvero odiando l'estate. Ma si cerca di trovare scappatoie per non pensare di puzzare quando due caimani in calore, cinque minuti dopo esserti fatto la doccia. Badate bene: non risolve niente mettersi due Arbre Magique sotto le ascelle. Già provato. Non serve neanche metterci direttamente due pini mignon. Non funziona, soprattutto perchè poi gli uccellini, le formiche e gli scoiattoli mini che vivono in quegli arbusti, non gradirebbero la vostra presenza.
E quindi si passa buona parte della nostra giornata a pensare a cosa fare per non morire di calore, per uccidere quelle maledette zanzare(che potrebbero aprire problemi teologici che oggi non voglio aprire, per trovare un po' di serena frescura. Il modo è uno solo:

Emigrare al Nord. In Svezia e Norvegia, che è più sicuro.

In attesa di avere quantitativo di denaro sufficiente a pagare un viaggio a me e alla mia pulzella in questi Paesi scandinavi, mi faccio forza e vado avanti. Come l'Italia.

Ma l'avete vista la partita? Io non voglio dire niente, perchè quest'anno mi son promesso di tenere un profilo basso, ma l'avete vista? Ma vi rendete conto che quelli che speravano nei rigori non eravamo noi? Quelli in difesa per tre quarti di partita non eravamo noi? Quelli vicino all'area avversaria eravamo noi? E quando mai è accaduta una cosa simile?

Mi sono decisamente sconvolto. Così tanto che al rigore parato da Gigi quasi piangevo.
E sì, lo so, che c'hai da piangere tu, misero essere, ad un rigore parato da un miliardario ad un altro miliardario. Che c'è da essere felice, esultare, festeggiare e carosellare in giro per la città solo perchè una squadra di azzurro(che è un colore che ci portiamo dietro dalla monarchia) ha vinto a pallone contro una squadra tinta di bianco? Che c'è esaltarsi mentre il mondo vive una crisi mondiale, la gente non ce la fa a vivere e il lavoro manca a tutti?

Non lo so. Mi viene spontaneo. Sono contento quando quella palla entra dentro. Sono sincero: per una sera mi voglio dimenticare delle schifezze dell'esistenza umana. Posso? Devo pensarci tutto il tempo materiale della mia esistenza? Non ci tengo. Una volta ogni tanto voglio potermi godere 90 o 120 minuti di pausa solo per me stesso. Per gridare, tutti insieme, quando si vince. Per ridere, tutti insieme, quando si guarda la partita. Per dare una mano all'economia(perchè l'Italia calcistica fa girare denaro, se non si nota), tutti insieme. Per sentirci tutti vicini, almeno per una buona volta. E per tornare poi a casa da lavoro, a notte inoltrata, e potersi godere una Samichlaus ghiacciata, di vittoria, mentre si riguardano i rigori su Youtube e si tenta di ricreare la stessa identica emozione.

E ora la Germania. Ad inizio Europeo guardavo solo video su quella famosa partita del 2006. Solo su quella. E' stata la più bella partita della Nazionale vista nella mia vita. Spero sia di nuovo così.

Forza Azzurri.

(Chiedo vivamente perdono per il post con evidenti derive qualunquistiche.)

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