venerdì 26 ottobre 2012

Standing Ovation


La standing ovation è una pratica che viene molto abusata nei salotti televisivi. Prima era invece un evento assai limitato che si riservava solo a chi la meritava veramente. Basti pensare ai vari premi del cinema dove gli spettatori si alzano al termine del film che hanno appena visto e rimangono ad applaudire per sei-sette minuti consecutivi.
Mi sono sempre chiesto perchè. E poi le mani non fanno male dopo un paio di minuti? Ma vabbè.
Poi la si può notare negli stadi. Quando qualche atleta fa qualcosa di difficile o di troppo bello. E dato che non ci può sentire dal sedicesimo anello noi ci alziamo e lo applaudiamo. Faccio due semplici esempi sulla stessa persona: un tizio di nome Alessandro Del Piero.
Qualche annetto fa, quando la Juve era mediamente una squadretta decente, ci capitò di giocare(ah, questo plurale da tifoso) al Bernabeu. Contro il Real. Contro lo squadrone che ha Cristiano Ronaldo. Non ci basto vincere già in casa, ma uscimmo vincitori anche lì. E il signor Del Piero ne fece due. E quando uscì i tifosi del Real si alzarono in piedi.
Quelli del Real.
Mi stupisce sempre la sportività di certa gente. E di questo, da italiano, un po' me ne vergogno.
Secondo esempio: Del Piero abbandona, non per volontà sua, quella maglia della Juve che tanto gli ha dato in vita (e non stiamo parlando di vil denaro). Esce dal campo e tutti si alzano in piedi. Sanno già che la partita, quel 3 a 1 contro l'Atalanta, non fregherà più a nessuno. Conta solo Ale, conta solo ringraziarlo per tutte le emozioni che i tifosi hanno ricevuto, che abbiamo ricevuto (ancora 'sto maledetto plurale). E lui gira per lo stadio, a raccogliere applausi e ciò che ha seminato: amore. Perchè potremmo far finta di niente ma si riesce ad amare un gioco più di una persona. E se ti innamori del gioco, della persona e dei colori, hai fatto tris.

Finito il preambolo passiamo al succo vero e proprio del discorso.
La mia assenza ha dato via ad una serie di richieste e di domande da parte dei miei fan che quasi non mi hanno fatto dormire la notte. Mi ritrovavo spesso a disperarmi per l'impossibilità di scrivere un paio di post che almeno facessero zittire o acquietare i miei ragazzi, i miei groupies(anche se spero siano tutte donne), i miei commentatori sparsi.
Ed è stata una sorta di standing ovation lunga due mesi quella che ho sentito in questi tempi. Ogni giorno frotte e frotte di messaggi, sms, chiamate, e piccioni viaggiatori mi impedivano di cazzeggiare e guardare le puntate del Doctor Who senza avere un minimo di senso di colpa. E per chiedere scusa ai miei fan, e alle loro famiglie che hanno dovuto sopportare i loro figli, mariti, moglie e parenti in crisi perenne, pubblico le lettere migliori che ho ricevuto di questi tempi. Ovviamente sempre considerando la legge vigente sulla privacy, non inserirò il loro cognome ma solo il nome di battesimo, l'età e l'occupazione. Spero che nessuno riesca a riconoscerli, ma può darsi che loro siano felici se sarà così.

Ciao, tizio4ever.
Scusami ma la mia tastiera se cerco di scrivere il cognome del grande Lelio, mi da qualche problema e mette automaticamente "tizio" al suo posto. Spero che non lo avrai a male.
Ti volevo dire che da quando ho perso il mio posto di lavoro la mia vita non ha più senso, ma forse l'ho trovato solo in te, nel tuo blog. E sapere che adesso sei lontano anni luce dall'aggiornarlo spesso, questo mi fa male al cuore.
Mi mancano i tuoi battibecchi con Dj, ah, quante volte ne ho parlato a lavoro con i miei colleghi, e quante risate ci siamo fatti insieme. Sei troppo simpatico, sappilo.
Ora ti lascio ma ti propongo un affare, se sei interessato. Sarei disposto a ideare un movimento nazionale che batta quest'odioso governo dei tecnici e che vinca le prossime elezioni. Sono indeciso tra "Silvio, sei tutti noi" e "Silvio, dammi un milione di euro". Non so quale dei due sia più veritiero, dimmi tu. Un abbraccio virile.
Emilio, disoccupato, 81 anni.

Ciao 4ever,
mi dispiace che quell'idiota del tizio che ti piace tanto non si faccia più vedere in giro. Ma in realtà non mi dispiace affatto. Anzi sono convinto che sia andato in un monastero in Tibet a chiedere perdono per i suoi furti, le sue bastardate, le sue battute che non fanno ridere nessuno. Ma non è di questo che ti voglio parlare.
Sai, 4ever, sto per andare in un luogo buio, o almeno è quello che voglio far credere a tutti. Perchè so benissimo che prima di andarci accadrà qualcosa che mi impedirà di trasferirmi lì, a tempo determinato. L'unica cosa positiva, se veramente mi porteranno lì come un bambino che viene abbandonato all'asilo, è che finalmente vedrei pochissimo la mia compagna. Certo, stiamo bene insieme ma certe volte ho paura che lei sia l'uomo e che pretenda cose che non posso darle.
Detto ciò ti saluto. Vedi di tornare presto che sennò metto in mezzo quella storia della retata in cui ti hanno ingabbiato per due giorni. Che bello ricordare i giorni in cui ci siamo conosciuti, eh?
Con affetto.
Alessandro, direttore, 55 anni.

Ciao, Lutty.
Scusami se mi prendo queste licenze ma è come se ti conoscessi da anni. Leggo tutto quello che scrivi quando sono a lavoro e i miei colleghi parlano parlano, e dall'altra parte i fotografi fotografano fotografano. Sono nata bella e me ne fanno una colpa, te ne rendi conto? Tu, invece, non hai mai detto niente contro di me, mi hai sempre supportata, io lo so che mi guardavi in tv tanti anni fa, a "Scorie", lo so benissimo.
Sembra passato tantissimo ma sono solo pochi anni, come siamo cambiati eh? Mi manchi, Lutty, mi manchi come mi manca un uomo dalle 10 alle 18. Mi mancano così tanto che certe volte devo fingere un mancamento per tornare a casa e liberarlo dalle catene che lo legano al letto. Liberarlo con molta calma, sia chiaro. Lutty, ritorna! Sono disposta a darti il mio numero di cellulare per far sì che tu torni in pianta stabile. In questi due mesi sono stata costretta a sentire cosa dicono i miei colleghi a lavoro, ti rendi conto? Parlano di cose strane, stranissime. Non so nemmeno io perchè ho scelto questo lavoro. Anche se sono quasi sicura che sia stato lui a scegliere me. Come spesso accade, direi.
Ti saluto, Lutty. E ti lascio queste due foto in allegato che magari ti facciano capire quanto mi manchi. Un bacio.
Nicole, dipendente regionale (così mi dicono), 27 anni.

Ciao, Lutty!!!
Mi piace 1 sacco come scrivi e da grande voglio diventare cm te! Mi mancano così tanto le tue battute ke sento ke la mia vita sia più triste. Ma papà ha detto che ritornerai se non vuoi che quella parte d'Italia immonda (?? e' una parola vera? Me l'ha detta lui!) in cui vivi rimanga intatta. Mi manchi tanto. Vedi di tornarre che sennò non so ke dire alle ragazze quando esco. Di solito mi facio bello con le tue batutte. Dai. Torna! Scusami ma mi sta venendo il mal di testa, troppo tempo a scrivere. Ci sentiamo! Ci manchi tanto! Anche a papà ma non lo ametterrebbe mai! Ciao!
Renzo, boh (ha scritto proprio così!), 5 mani di anni.

Chiudo la prima parte di questa specie di standing ovation che i miei fan hanno invitato alla mia casella email. Grazie ragazzi. Siete la luce in questo mondo pieno di nebbia.

1 commento:

S ha detto...

Emilio il disoccupato mi pare il fan più sincero fra tutti.

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