sabato 5 gennaio 2008

The road to Manduria...

Ci sono strade che scorrono senza lasciare traccia della propria esistenza, sopite nel pallido ricordo di un viaggiatore distratto o nell’incessante pulsare della vita quotidiana. Ci sono strade, invece, che lasciano un segno, vibranti crocevia di anime e cuori in movimento, che si distendono in tutta la loro intensità, vividi ricordi di chi le attraversa.
La strada per Manduria si dispiegava davanti a me in tutta la sua interminabile lunghezza, segnata dal battito di un motore scandito da aspettative appena sussurrate e paure dolcemente soffocate. Sapevo benissimo che non era una strada come tante altre e che, di sicuro, in quanto sottile linea di collegamento per quella parte del mio cuore da tanti giorni desiderata, avrebbe lasciato un segno che non avrei mai dimenticato.
La mitica renault 19, ad accorciare le distanze; e acceleratore, a spingere su rettilinei interminabili; e freno, frizione, cambio, freno, semaforo e altri viaggiatori, a riavvicinare cuore e cervello, asfalto e motore, partenza e meta. La strada per Manduria era fatta così. Potevi anche cercare di aggredirla, di sfidarla, di renderla più breve, ma lei, fiera e indomabile come una donna altera e capricciosa, riusciva sempre a trovare il modo per legarti a sé, donando illusioni che dopo pochi attimi cancellava.
Io lo sentivo, che la strada per Manduria mi stava portando in un posto speciale, ma non avrei mai immaginato che sarebbe stato così speciale. Non avrei mai immaginato di potermi sentire subito a casa e di capire, in quei giorni più che mai, che quella era la mia vita, e che non ne avrei voluta un’altra per nessun motivo al mondo. Non avrei mai immaginato di poter stare così bene, di divertirmi con Paola (anche se lì era semplicemente Ilaria) e Lorenzo, di sentirmi così piacevolmente a soggezione davanti ai suoi genitori, di percepire quanto il mio sentimento si rafforzasse sempre di più grazie a piccoli, teneri, gesti di vita quotidiana, perpetrati come un rito da cui non avrei voluto staccarmi mai: il viaggio la mattina, il buongiorno sulla porta di casa, le partite a biliardino (indimenticabile il 10 a 0 contro Ilaria :P ), gli accordi insegnati e quelli suonati, i baci e le carezze rubate, gli sguardi che si inseguivano, ladri d’amore e di una gioia inesprimibile con le semplici parole. Sono state giornate incredibili, perfette nella loro semplicità e indimenticabili nella loro appena percettibile diversità; giornate speciali, di quelle che lasciano qualcosa e il cui ricordo resta incastonato in una pietra così preziosa da far parte per sempre del tesoro di chi le vive. E allora grazie a Paola, sempre più donna della mia vita e pietra preziosa del mio personalissimo tesoro; grazie a Lorenzo, fantastico amico, compagno di giochi, abilissimo scrittore e alunno modello che ogni insegnante di chitarra vorrebbe avere (grazie per il tema che mi hai dedicato…sei un grandissimo!!!); grazie ai genitori di Paola e Lorenzo, per avermi accolto come un figlio e aver riposto in me una fiducia che cercherò di ripagare ogni giorno, dando tutto me stesso per rendere felice la donna che amo. Grazie alla mitica Renault 19, gloriosa compagna di avventure, sempre pronta a “sfidare” la strada per Manduria e ad assicurarmi il ritorno, senza mai perdere un colpo.
E grazie a lei, la strada per Manduria, sfondo e cornice di queste straordinarie giornate, con la quale, durante i viaggi che da casa di Paola mi riportavano a casa dei miei zii e viceversa, mi sembrava quasi di poterci parlare. E, a volerla ascoltare, avrei potuto sentire le mille storie dei viaggiatori che l’avevano percorsa. Ognuno con i propri sogni e le proprie mete, con i propri chilometri da percorrere e le loro vite da vivere, sempre pronti ad aggredirla o sinuosamente corteggiarla, a seconda che i loro cuori battessero velocemente o fossero un tutt’uno con il silenzio del lungo rettilineo, consapevoli che a volerlo ascoltare magari si potevano sentire la propria storia o quella di qualcun altro, sempre perso nella propria strada. E la strada per Manduria accompagnava tutti loro, come una mamma guida il proprio bambino verso il sentiero della sua vita, tenendolo per mano ma lasciandogli anche lo spazio per sentirsi libero. E io, che come un bambino la percorrevo, venivo accompagnato da quei chilometri di asfalto che si susseguivano uno dietro l’altro e che, anche se io non potevo ancora saperlo, mi stavano raccontando la storia più bella che avessi mai vissuto: quella tra me e Paola.

5 commenti:

luttazzi4ever ha detto...

ma che ammore che sei!! Ti fa proprio bene tutto l'ammore che hai e che dai...inizi quasi a scrivere decentemente! Bravo diggione!!

Anonimo ha detto...

E un resoconto straordinario, perchè non è il semplice resoconto di un viggio in una piccola e sfigata cittadina pugliese, ma è il resoconto del viaggio che ognuno di noi vorrebbe intraprendere, il viaggio verso noi stessi e verso le persone che amiamo. Sei riuscito con poche parole a far capire come la strada, metafora della nostra vita, vada affrontata con coraggio e determinazione per riuscire a raggiungere i nostri sogni, grandi e piccoli. Io, il mio sogno più grande l'ho già realizzato, avere accanto a me una persona incredibile che sa sempre come sorprendermi e farmi sentire unica,una persona che riesce a descrivere con poche parole la storia più incredibile che io abbia mai letto,la storia di due ragazzi che grazie ad un messaggero lelliano sono risciti a trovarsi e a scoprire quanto sia bello condividere la vita in tutte le sue più diverse sfaccettature e che spero vorranno continuare inseme questo meraviglioso viaggio...road to manduria.... Paola(o più semplicemente ilaria)

DjJurgen ha detto...

questo sarebbe il commento brutto, vero??? Figuriamoci il bello!! :D
come si fa a non amare una donna così??? Come si fa a non volerlo proseguire, questo viaggio meraviglioso??? Sì, me lo sento...la strada per Manduria continuerà ancora a lungo...


p.s. quella del messaggero lelliano però è troppo forte :P

Ruy Cardoço ha detto...

ma lo sapete che lo zucchero fa venire la carie?

cavolo mi stanno cadendo tutti i denti...

bedo

ps: in realtà è solo invidia :P

DjJurgen ha detto...

Bedo, ma tu lo sai che l'acidità fa male allo stomaco? :P

p.s. non essere invidioso, vedrai che un giorno riuscirai a scrivere bene come me! :P :P :P :P

p.s.2. in realtà so che ti riferivi ad un'altra cosa, ma anche qui non preoccuparti: un giorno riuscirai a giocare a biliardino bene come me!!! :P :P

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