sabato 26 luglio 2008
il Riminicomix non è stato una fiera. E' stato uno spazio.
Una delle peculiarità delle massime pronunciate da Walterino (al secolo Antonio, ma solo per pochi eletti), è quella di poterle parafrasare lasciando inalterato il succo principale della questione. Si tratta di piccole perle di vita che è possibile riadattare a qualsiasi situazione e che, proprio per questo, assumono un valore talmente grande da non passare inosservate alle orecchie dei prescelti che hanno l’onore di ascoltarle in diretta. Come diceva sempre Umberto Eco, la bellezza di Dylan Dog è che, estrapolando a caso una qualsiasi scena, questa ha sempre senso compiuto. Come dico sempre io, la bellezza delle frasi di Walterino è che non si capiscono. E quindi ognuno può interpretarle come vuole. Ora, dire che il RiminiComix non è stato una fiera, ma uno spazio, assume un significato sicuramente maggiore e sicuramente più comprensibile di un’affermazione quale “Il blog è uno spazio”, e quindi, proprio per questo, può essere considerata degna di attenzione e di maggiore analisi.
Il RiminiComix è stato uno spazio, che, seppur non molto grande dal punto di vista esteriore, è andato dilatandosi in quello sconfinato mare dello spazio interiore che ognuno dei protagonisti di questi due giorni ha portato con sé.
Non so per gli altri cos’abbia significato di preciso questo spazio di due giorni, ma per me molte cose:
1) Finalmente ho smesso di importunare Tito (con sua somma soddisfazione) per passare ad un’altra, malcapitata vittima: Diego Cajelli. Il povero sceneggiatore, sempre molto disponibile, mi ha visto spuntare come un fungo in ogni piccolo spazio (spazio, appunto), in cui si rifugiava per fumare, chiacchierare con gli amici, o tenere interessantissimi stage sul mondo dei fumetti. E, come se non bastasse, oltre alla mia faccia, il povero Cajelli tra qualche giorno si ritroverà anche una mia e-mail in cui gli spedisco del materiale e gli chiedo preziosi consigli. Non so se ciò comporterà qualche modifica nel mio modo di scrivere, ma di sicuro tra qualche notte non tarderà ad arrivare il sogno in cui io e Diego Cajelli stiamo sciando sul Monte Bianco e lui, complimentandosi con me, mi dirà che se sapessi sceneggiare almeno un minimo di quanto so sciare, sarei chiamato “l’Alberto Tomba della Bonelli”. A voi le dovute interpretazioni.
2) Ho scoperto che il risveglio insieme a Paola è il migliore dei risvegli possibili. Perché, sì, è vero, io ho visto cose che voi umani non potreste nemmeno immaginare. Ho viaggiato per galassie e mondi paralleli, passando da risvegli dolci ed affettuosi come “Ti udio, maledetto strunzone” a levatacce dopo confessioni fino alle cinque del mattino che al confronto Sant’Agostino era un tipo discreto, passando da involtini primavera a sacchi a pelo in compagnia di un gatto randagio dall’aspetto stranamente amichevole. Ebbene, nessuno di questi risvegli, nessuno, può essere paragonato a quello vissuto a Rimini. Si potrebbe quasi dire che tutti quei risvegli siano stati una sorta di estenuante prova di iniziazione che solo ora ha dato i suoi frutti. Non mi critichi dunque Voltaire (un uomo che non proseguiva mai lungo una linea retta), asserendo di essere ottimista, idealista o fatalista (ma, come disse un altro grande filosofo, “sono possibilista, non fatalista”) e di non aver tenuto conto del peccato originale. Io, il peccato di aver dormito con Lutty, Bedoz, Logan e Walterino l’ho preso seriamente in considerazione. E mi ripeto che se davvero quei sacrifici erano necessari per tutto questo, sono pronto a rifarli di nuovo. Io, il migliore dei risvegli possibili l’ho appena vissuto.
3) Ho capito perché Marco Soldi realizza esclusivamente copertine. Perché? Perché è di una lentezza estenuante. L’atroce verità, folgorante come poche altre, è arrivata nella calda mattinata di domenica quando, io, Paola e Anja ci siamo recati al consueto appuntamento riminese dei fumetti on the beach, e siamo rimasti per circa un’oretta ad aspettare che il Maestro (no, Walterino, non sto parlando di te!) ci delizi con un suo disegno. Ci sarebbe andato bene di tutto, ovviamente. Non pretendevamo mica un dipinto tardo – ottocentesco, a noi ci sarebbe bastato un banalissimo disegno. O al massimo uno schizzo. O al massimo un abbozzo. O al massimo un omino stilizzato. O al massimo due linee parallele che non si incontrano mai (proprio come noi e lui). O al massimo…niente. E infatti niente è tutto quello che abbiamo ottenuto, dato che in fila prima di noi c’erano cinque persone e, in un’ora, Soldi è riuscito a realizzare giusto tre disegni (di cui l’ultimo solo a matita per il fortunatissimo Logan), ricchi di dettagli e di ghirigori che neanche gli amanuensi del Nome della Rosa (Soldi, ma a noi andava bene anche un omino stilizzato, davvero!!!). Pazienza, come avrebbe detto Andrea (Pazienza). Io mi sono consolato importunando Cajelli (vedi il punto 1), Paola con un’Eva Kant di Di Bernardo (anche lui di fretta, ma davvero gentilissimo) e Anja scoglionandosi (nel senso più letterale del termine, cioè andando sugli scogli) con Walterino. Riflettendoci bene ora, a posteriori, mi sorge il dubbio che tutto ciò possa essere la traccia, inconfondibile, di un disegno crudele che il destino ha in serbo (o croato, che dir si voglia) per me e di cui si diverte a lasciarmi inequivocabili tracce: nella mia vita non avrò mai Soldi. A voi le dovute interpretazioni.
4) Ho capito che caparra dell’albergo. 50 euro con Mastercard. Ho capito che biglietto del treno (andata e ritorno). 50 euro con Mastercard. Ho capito che biglietti dell’autobus. 50 euro con Mastercard. Ho capito che Arkham Asilum. 25 euro con Mastercard. Ho capito che conferenza di Diabolik. Due palle, ma senza Mastercard. Ho capito che cena al ristorante a lume di candela. 21 euro con Mastercard. Ho capito che FREGARE WALTERINO SULLA LUNGHEZZA DELLO STOPPINO NON HA PREZZO!!!
Davvero, non potete immaginare che soddisfazione. Sarò eccessivo? Ma sì, tanto che me frega! Io Mastercard neanche ce l’ho!!!
5) Ho capito che i cambiamenti d’umore di Anja sono provocati da conversazioni al limite dell’assurdo, che finire la Moleskine vuol dire la fine di un’era, che far leggere quello che scrivo a Paola e Anja sembra quasi sottoporre due universitarie alle prime armi ad un esame di Aramaico Antico. Non sarà stato Zelig, ok, ma almeno qualche passeggero della nostra carrozza si sarà annoiato un po’ meno durante il viaggio.
6) Ho capito che viaggiare sui treni di notte ha i suoi svantaggi. Uno dei tanti svantaggi potrebbe essere, per esempio, che sul treno si fanno brutte compagnie. Oppure che si rischia di arrivare a notte fonda, rischiando di addormentarsi e non svegliarsi prima della propria fermata. Oppure, cosa ancora più grave, si potrebbero beccare tutte le maledizioni di un pover’uomo che ha l’albergo attaccato ai binari e che, proprio per colpa loro, non è riuscito a chiudere occhio per tutta la notte. E il fatto di per sé non sarebbe tanto grave, se non fosse per il fatto che questo mio scompenso del ciclo sonno-veglia ha comportato lo scompenso di tutta la catena alimentare di Rimini. Perché, ovviamente, non riuscendo a dormire, qualcosa dovevo anche fare e, con Paola che ronfava beatamente accanto a me (sì, lo so, se lei ronfava ci sarà un motivo…a voi le dovute interpretazioni), cosa potevo fare di meglio che darmi alla caccia delle zanzare?? Ne avrò uccise almeno tre nel giro di dieci minuti…pensate a tutta la povera fauna che si nutriva di questi odiosissimi insetti…mi avranno odiato più o meno come io ho odiato i passeggeri di quei treni. Quindi, per la proprietà transitiva, i serpenti hanno odiato i passeggeri. Io ne sono fuori, e posso dormire sonni tranquilli (treni permettendo, of course).
Lo so, avete ragione, sono ricordi confusi, postati in maniera anacronistica in barba ad ogni basilare norma di continuum temporale. Ciò vi comporterà un notevole dispendio di energia (a patto che abbiate davvero letto tutto l’ambaradan), ma dovete ricordare che si tratta di spazio interiore, e quindi riconducibile ad un normale flusso di coscienza che, come la maggior parte di voi saprà, non contiene né regole temporali, né spaziali, né grammaticali (per mia grandissima fortuna).
Ribadisco, anche se dentro di me è stato uno spazio grande, immenso e indimenticabile, lo spazio esterno è stato (come sempre in queste occasioni) troppo ridotto per poter fare al meglio ciò che volevo fare. Sono contento di aver rivisto Logan, ma avrei voluto passare più tempo in sua compagnia; sono elettrizzato dallo stage di Cajelli, ma avrei voluto seguirne tutte le lezioni; sono felice di essere stato al mare con quella compagnia così inusuale e così fantastica, ma avrei voluto passarci un’intera giornata.
Insomma, come capita sempre dopo un’esperienza del genere, mi sento incredibilmente più ricco e più svuotato allo stesso tempo. Sento che un piccolo spazio dentro di me è stato riempito come più voleva, ma che, allo stesso tempo, c’è ancora tanto spazio da riempire e che aspetta altre giornate come queste, con persone come queste (e anche di più) e momenti come questi…
Grazie a Paola, Anja, Walterino e Logan, per avermi fatto capire che ogni spazio, anche se piccolo, può contenere sensazioni che andranno a formare quel grandissimo puzzle che un giorno appenderò alle pareti della mia vita e che non smetterò mai di fissare con lo sguardo pieno di orgoglio e felicità…
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6 commenti:
Sig...sob...è commomvente...e lo sai perchè è commovente? perchè è scritto al pc e non a mano...come quello che hai scritto sulla mia Moleskien...
é commovente perchè è leggibile e non da l'impressione di tradurre dall'Aramaico Antico...( guarda che chiamo Manlio!!!)
A parte tutto questo, e a parte il fatto se Riminicomix sia una fiera o uno spazio...è stata comunque bella, come del resto, tutto quello che viene passato in vostra compagnia...
che dire? Che Cajelli c'è sicuramente abituato alla marmaglia di esseruncoli pendenti dalle sue labbra...o dalle sue scarpe!!( uno con delle scarpe così è troppo!!!!)
quindi, non dovrebbe reagire come Tito....
Che Soldi è bravo...ed è anche lento, che ancora sarà in spiaggia a disegnare i ghirigori con la foglia d'oro , che anche se noi ci siamo accontentati…lui si sarebbe dovuto dare una mossa…ma l’arte ha i suoi tempi…
Che Soldi…se tutto va bene non l’avrai mai…fai lo sceneggiatore come puoi pretendere di avere Soldi???
Che i miei cambiamenti d’umore, non possono essere ne analizzati, ne scanzionati, ne capiti…
E poi…credo di aver finito…mi sono dimenticata! Ho perso l’ordine delle cose…
In quest’ora più o meno tarda posso solo condividere la tua sensazione di pienezza e Vuoto, e posso condividere la speranza di ritrovarci al più presto…per un’altra parentesi, magari un po’ più lunga….
Che bei momenti. Peccato non averli vissuti anche mi con voi. Sarà per la prossima.
Diggi...ma cos'è lo stoppino?
Bel post, Dj, complimenti... Mi ha fatto sorridere... E questa cosa dello stoppino mi sa che ce la dovrai spiegare! :P
uff.. io impiego ore per scrivere i miei post sulle fiere e mi fanno schifo.. poi vengo qua, leggo il tuo e mi dico.. ma non potevo farlo cosi?
comunque anche a me sarebbe piaciuto passare più tempo insieme, uff.. oltre ai Soldi anche il tempo non basta mai...
quand'è che ci si rivede?
Bel resoconto, Dj! (Merito dell'assenza di regole grammaticali? :D)
1-spera che, nel tuo sogno, Cajelli ti paragoni al Tomba sciatore e non all'attore
2-Soldi dovrebbe ancora star disegnando una storia di Dylan Dog...chissà se è arrivato almeno a pagina 2
3-Rimini,Rimini..se la fiera fosse una settimana prima...
@Anja: è molto bello da parte tua scrivere che è commovente solo perchè scritto al computer...grazie, davvero!!! Sei molto gentile!
E pensare che mi sono così impegnato per finirti la Moleskine e proiettarti verso un'altra era!! :P
@Lutty: bè, certo, sono stati dei bei momenti proprio perchè non c'eri tu! Io ti udio!!! :P
@Logan: cognatino, ogni volta che mi fai un complimenti ci rimango un pò!Non so mai se credere che sia stato tu a scriverlo o no! :P Speriamo di rivederci presto, questi raduni non bastano mai!!!
@Max: l'assenza di regole grammaticali è fondamentale per assicurare la riuscita di un post del genere! :D
Per quanto riguarda il sogno con Cajelli non lo so, finora non c'è ancora stato...secondo me lui, dopo aver letto il post, ha legato un acchiappasogni al suo letto!!!
Ed ora veniamo all'argomento tanto atteso dello stoppino...
dovete sapere che, durante la nostra cena, sul tavolo c'era una piccola candela messa dentro una piccola teca. Sopra questa teca c'era un coperchio di metallo con un foro al centro. Walterino, dall'alto della sua saggezza, ipotizzò che per accendere quella candela ci volesse un fiammifero lungo, visto che non c'era altro modo per accenderla. Ma il Diggy, uomo di mondo, subito illustrò al chiaro walter che la parte superiore della teca altro non era che un coperchio da poter alzare senza alcuna difficoltà. Walter, non convinto, chiese alla cameriera se ci potevano accendere la candela e, dopo aver aspettato mezz'ora, quando la cameriera è arrivata, ha dovuto ammettere la terribile sconfitta!! La cameriera aveva sollevato il coperchio della teca e aveva acceso la candela con un banale accendino!! Volete mettere la soddisfazione???? :D :D :D
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