venerdì 16 novembre 2012

Con chi ama la notte...


Manuela Soriani

Da un anno e mezzo il mio ritmo giornaliero è cambiato e forse è stato un bene, non so. Per lavoro tornavo a casa in estate verso le 2, o le 3, o addirittura oltre. E questo strascico, in questo periodo in cui sono fermo, me lo porto ancora dietro. Ed è difficile prendere sonno prima che si faccia una certa ora. Insomma vivo la notte ma non come si può pensare normalmente.
Vivo la notte leggendo fino a quando gli occhi non si chiudono da soli e capita che molte volte continuo a leggere nei sogni. E' capitato con Desdemona e capiterà ancora.
Chi è Desdemona? La protagonista di un fumetto, forse il più sfigato che abbia mai sentito e conosciuto. Ma andiamo con ordine.

Qualche anno fa acquistai, allo stand delle Edizioni Arcadia di Mario, uomo meraviglioso e che ringrazio sempre di avere conosciuto, il numero di de "L'Insonne" un fumetto che io non conoscevo, non avevo mai letto, non sapevo cosa fosse.
Vi ho già raccontato di come io sia, o sia stato, un fumettista sui generis fino ad un certo punto della mia carriera da lettore. Fino al 2002 conoscevo solo Dylan e basta. Tutto il resto mi sembrava incomprabile (a parte Pk, ma questo è un discorso che faremo a parte) soprattutto per un motivo molto importante: non è che avessi tutta sta disponibilità di contante.
Quindi per sottostare alle centoventi uscite di Dylan e a quelle di Pk, non compravo nient'altro. Poi entrò nella mia via John Doe, ma di questo è stato già detto abbondantemente.
Insomma grazie a JD iniziai a guardarmi intorno. Che poi camminavo sempre sulle bollicine di plastica, il pluriboll, sempre al sicuro. Non mi spostavo mai dalla Bonelli. Poi sono passato alla Star ma erano sempre "bonellidi", poi ho fatto il salto nel settore supereroi e quelli erano diversissimi da un Demian qualunque, e poi ho iniziato a comprare qualsiasi altro mi solleticasse lo sfizio di leggerlo.
Con Desdemona è accaduto così.

Nel 2008, dicevo, noto questo numero 1 de L'Insonne e scopro quasi immediatamente che non è un vero numero uno, ma la prima parte di una trilogia finale. Mi ricordo ancora oggi che, mentre attendevo un esame della mia pulzella su una panchina al freddo, avevo questo "primo non primo volume" in mano e mi stavo auto-convincendo a leggerlo. Ma non lo feci. Per due semplici motivi:
1) Il riassunto delle puntate precedenti era lungo una pagina intera di nozioni, nomi, situazioni che poi mi avrebbero rovinato la lettura appena fossi riuscito a trovarli.
2) Era come vedersi le ultime tre puntate di Lost senza aver visto null'altro prima. Ed anche se conosco qualcuno che l'ha fatto, io non sono quel qualcuno.

E quindi iniziò, quattro anni fa, una ricerca esasperata delle precedenti pubblicazioni. Tra la mia fumetteria preferita, le fiere del settore, i mercatini di Napoli, lo spazio di una libreria dedicato ai fumetti (dove trovai due numeri della prima serie) e tanti giorni in mezzo all'uno e l'altro acquisto finalmente, dopo Lucca di quest'anno, ho concluso la serie.
Per modo di dire.
Mancava qualcosa. A parte il romanzo, che prenderò in futuro, mancavano un paio di speciali, esauriti, e il numero 0 della seconda avventura editoriale. Ebbene, cosa che mi ha fatto veramente piacere quando è accaduta, Giuseppe di Bernardo, uno dei due padri fondatori delle avventure di Desdemona, me li ha inviati scansionati via email. Perchè per lui, L'Insonne, è una missione, ormai l'ho capito.

Michela Da Sacco

Nel 1994, data di inizio della prima serie, io avevo a malapena 7 anni e l'unica cosa che ricordo di quell'annata è il calcio di rigore di Baggio alle stelle. E non potevo certo affacciarmi in edicola e prendere un fumetto (a quei tempi non leggevo nemmeno Dylan) che parlasse di omicidi, di realtà, di crude vicende della vita di tutti i giorni. A quei tempi era mio padre il mio spacciatore di fumetti, e il massimo che mi era consentito per allontanarmi da "Topolino" erano testate quali "Paperino Mese", "Mega 2000", "I Grandi Classici", "Minnie & Co" (silenzio, prego), "Geppo", "Popeye", e al massimo "Trottolino". Capolavori d'infanzia che ancora oggi un po' mi mancano, a dirla tutta.
Quindi mi era improbabile buttarmi nella rete dei lettori abituali de L'insonne, forse sono stato fortunato. Perchè iniziare una serie e poi vederla scomparire con il numero 3, fa molto male. A chi legge e soprattutto a chi scrive.
A dirla tutta: ho letto la prima serie e mi ha lasciato perplesso. L'idea di base era ottima, ma c'era qualcosa che stonava. Mi stavo quasi chiedendo se ne è valsa la pena comprare fumetti per quattro anni e poi non leggerli attendendo il momento della lettura completa.
Poi ho iniziato a leggere la serie FreeBooks, del 2005. Che per due anni ha fatto penare i lettori sulla distribuzione ma che ha regalato bellissime storie. E qui mi è dispiaciuto non "esserci" come lettore della seconda ora. Per me aspettare ogni albo mensile, o bimestrale, è quasi un piacere. Anche se ovviamente è meglio comprare una serie tutta in blocco, risparmiarci, e poter leggere un inizio e una fine in pochissimo tempo.
Con Desdemona la parola "blocco" non esiste. Le sue avventure sono da ricercare in ogni angolo, in ogni anfratto, in ogni fiera, in ogni luogo, perchè Desdemona è lì, nascosta, che non vede l'ora che tu arrivi e ti innamori di lei.
Che un po' ti dispiace poi che lei non esista, ma un po' ne sei contento. Soprattutto considerando la sua spiccata voglia di fare sempre di testa sua ed infilarsi in problemi molto più grandi di lei. Ma è un grande personaggio. E chiedo scusa se non riesco a chiamarla "Desdy" come preferisce farsi chiamare perchè ho in mente un brutto episodio di acquisto fumettistico fatto appunto da mio padre tempo addietro e che vi metterò qui sotto in caratteri minuscoli per non rovinarvi la lettura.

Giuseppe Di Bernardo


(Quando si andava in montagna per quel week end nella casa in affitto che avevamo sul Matese, zona bellissima e deserta ai tempi, mio padre soleva comprare oltre al "Topolino" settimanale anche qualche altro fumetto per aggiungere un effetto felicità all'ulteriore felicità di andare in mini-vacanza. Un giorno, me lo ricordo ancora benissimo, comprò qualcosa che rimase negli annali della tristezza. Mio fratello mi può essere testimone. "Le avventure di Sfitty". Col sottotitolo per chi non avesse capito: "la sfitinzia più sfitinzia di tutte".
Ecco. Sarà stata l'atmosfera da paninani che circolava nella fine degli anni 90, ma non potete immaginare la pochezza di quel fumetto. E l'ambientazione da paninaro che ne conseguiva, il linguaggio, i disegni, tutto! La cosa più orrenda che abbia mai letto. Seconda solo a la "Solitudine dei numeri primi", forse!
Per questo da quel momento ho odiato quella "y" finale che accorcia i nomi. Mi viene sempre in mente Sfitty. Di cui potete vedere una simpatica foto qui)

Bruno Brindisi
Dopo aver letto la serie Freebooks al ritorno da Lucca, ho poi concluso la serie leggendo, finalmente, i tre albi delle Edizioni Arcadia. Compreso ovviamente quel numero uno che avevo lì dal 2008 e che giaceva intonso, e mai sfogliato, da quattro anni. Ad attendere me. Che per fortuna i fumetti sono sempre lì che ti aspettano se hai da fare e non ti fanno mai pesare che li hai dimenticati, o che ormai rimani sempre più tempo davanti ad uno schermo illuminato piuttosto che perderti in una bella storia stampata. E il risultato finale di tutte queste parole è che mi è piaciuto tutto.
Con qualche riserva eh, perchè sono pur sempre un essere umano e devo trovare difetti in tutto, ma mi è piaciuta principalmente la storia. Quell'intersecarsi di situazioni passate col presente, quell'indagare da esterna ogni cosa succeda in una città italiana quale sia Firenze. Quell'essere sempre vicina dalla parte di chi soffre perchè "mai nessuno ci è veramente sconosciuto".
Dopo due numeri zero, tre episodi della prima avventura editoriale, uno speciale con racconti e fumetti, dieci più un extra della seconda, uno speciale casacomix, tre numeri targati Arcadia, sette speciali insonne day, mi sento di appartenere sempre più alla schiera di fan de L'Insonne e sono sempre più desideroso di vederla di nuovo approdare in edicola. Su questa pagina è in atto una petizione per convincere qualche casa editrice a credere in questo personaggio. Che ha il suo seguito, bisogna dirlo. Se è sempre ritornata dalle sue ceneri è perchè ha dei lettori che non vedono l'ora di leggere le sue avventure. Non sono così tanti come quelli di un Tex, di un Dylan o di un Ratman, ma ci sono. Ed io ormai sono uno di loro.

Alcuni link che potranno esservi utili per farvi un'idea sul personaggio e su ciò che emana.

Il numero zero, seconda serie, aggratis su Verticalismi.

L'elenco pubblicazioni serie regolare.

L'elenco pubblicazioni speciali e fuori serie.

Federico Marchionni

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