martedì 18 gennaio 2011

Storia della rappresentanza


Nelle mia ricerca giornaliera di simpatici lavori da effettuare ce n'è uno che viene sempre continuamente offerto e dove, sinceramente, ti assumono nel 95% dei casi. Sapete bene di cosa sto parlando. Forse il mestiere più antico del mondo: il porta a porta.

La storia ci insegna che nell'età della pietra, giovani cavernicoli vagavano di casa in casa per cercare di barattare il loro set di spazzole per folte criniere(a quei tempi il parrucchiere non esisteva) con qualcosa di mangereccio. Poi, ovviamente, poteva accadere che il signor Cavernicolo non era in casa e le signore Cavernicole barattavano tutt'altro con passione, ma questa è un'altra storia.

Nei tempi successivi, in Mesopotamia, era solito aggirarsi il rappresentante della "Frutti del Nilo", che con un otre pieno d'acqua, ovviamente del Nilo, proponeva i meravigliosi effetti curativi di quella sostanza non solo per la terra in cui i semi di nuove piante crescevano rigogliosi, ma anche per l'umana stirpe e per i suoi acciacchi da costruttrice frustrata di piramidi. A quei tempi il pagamento era semplice: anni di schiavitù. Ovvero il rappresentante cedeva parte dei suoi anni al compratore in cambio della merce.

Successivamente, intorno al convenzionato anno zero, tre rappresentanti di oro, incenso e mirra, solevano passeggiare allegramente per il deserto quando una notte, chiamati da una telefonata improvvisa, deciso di mettersi in marcia verso una grotta dove si narrava ci fosse un re. Ora, la loro sorpresa nel vedere che in realtà era solo un bambino e pergiunta povero fece scattare in loro quel sentimento che un rappresentante non conosce tanto: la pietà. E decisedo di donare parte della loro mercanzia a questo timido esserino appena nato. Anche se, secondo me, donare una gomma resina aromatica che serve a imbalsamare gente ad un bambino è un po' da malati.

Nel Medioevo si inizia a vedere l'importanza del rappresentante porta a porta. Le spade, le armature, gli scudi hanno una domanda non poco importante e quindi i mastri ferrai spuntano come funghi. Ma come ci insegna la legge di mercato: se tutti offrono la stessa cosa, il compratore va' da chi gli fa più comodo(in senso di risparmio o di assenza di stanchezza, conosco gente che paga 3 volte in più una cosa per non farsi 500 metri a piedi). E alcuni si devono ingegnare con la rappresentanza. Indi, a quei tempi, si soleva costringere il garzone del ferraio a farsi un giro per il paese per dimostrare alla popolazione come erano ottime le proprie forgiature. Il caro ragazzo si svegliava ogni mattina verso le otto e si portava un peso non inferiore ai cento chili per tutta la città, d'altronde i cataloghi ancora non li avevano inventati, per far notare a tutti le meraviglie di un'ottima spada di difesa personale. Il giovani pulzelli utilizzati per queste mansioni venivano rimpiazzati ogni sei mesi non perchè ci fossero già i meravigliosi contratti a tempo indeterminato, ma perchè la gobba da sforzo impediva loro di muoversi dopo quel lasso di tempo a trainare pesi eccessivi.

Nel periodo garibaldino andavano molto di moda le camicie rosse. Dylan Dog lo sa, ed è per questo che ha uno spirito perennemente italiano. Comunque a quei tempi il caro Dylan non esisteva e come sponsor c'era solo Beppino bello che fu costretto a partecipare ad una campagna di promozione per svendere quella merce in eccesso che avevano in magazzino. Infatti la storia narra che Garibaldi era uno sarto che per un errore madornale del suo aiutante aveva cucito duemila camicie rosse invece di venti. E per ciò, il povero aiutante, fu costretto a vagare per anni presso le varie abitazioni per piazzare le restanti mille, dato che Giuseppino bello aveva ideato una cosuccia che gli permettesse di piazzarne almeno la metà. Il povero rappresentante si vede a Teano, sullo sfondo, mentre cerca di vendere la maglia al re Vittorio Emanuele II e viene malmenato pesantemente dalle guardie del re pensando che fosse un approfittatore che non avesse pagato il copyright delle camicie rosse.

Venendo al secolo vicino al nostro, il mestiere del rappresentante, ha avuto grande importanza. Infatti negli anni delle grandi guerre, il venditore soleva recarsi di casa in casa, questa volta con catalogo dato che finalmente li si iniziava a stampare, per mostrare la propria collezione di rifugi anti-atomici. Certo, sarebbe stato un enorme problema portarseli appresso, soprattutto parcheggiarlo non è cosa semplice, ma sarebbe stato un ottimo rifugio(lo dice stesso il suo nome) in caso di attacco improvviso durante il proprio giro di vendita. Ma pur con questa remota possibilità di decesso, il mestiere per il nostro amato rappresentante era più semplice, più veloce e più onesto, d'altronde tutti potevano aver bisogno realmente di un rifugio anti-atomico.

Negli anni passati, questi ultimi di un secolo che dovrebbe essere il ventunesimo, ha visto venditore di ogni sorta bussare alle porte delle innocue casalinghe. Abbiamo visto uomini vendere prodotto magici(leggasi Folletto), abbiamo visto donne vendere prodotti cosmetici, abbiamo visto uomini gentili chiedere sussidi per poveri orfanelli e scoprire poi che i poveri orfanelli avrebbero continuato ad esserlo per non turbare la loro vita da poveri orfanelli. Abbiamo visto venditori di case, che ancora ringraziano l'invenzione del catalogo. Abbiamo visto cercatori di bambini da inserire in cori(eh sì...). Abbiamo visto vendite di bigiotteria, gioielleria e pataccheria. Abbiamo visto tanto e vedremo ancora ma soprattutto abbiamo visto due tipi di omini(o donnine) che disturbano la nostra tranquillità.

L'omino della telefonia(altresì detto ultimamente omino del risparmio energetico): questo ragazzo, dai 20 a 30 anni, tutto vestito elegante come se lavorasse in banca, cerca di convincere il povero malcapitato che gli ha aperto la porta attratto dal vestito elegante. a cambiare gestore telefonico e/o energetico. Improvvisamente snocciola frasi imperative tipo "L'enel vi obbliga a cambiare gestore", "Mi faccia vedere le sue bollette", "Teledue è un'azienda Telecom" o altre eccessive minchiate che poi, dopo un vostro rifiuto cortese, portano a "Ma allora lei non vuole risparmiare?", "Vuol continuare a spendere per un canone inutile?", "Io le sto offrendo una possibilità, sta a lei coglierla". E dopo un'altra cortese negazione si arriva alla domanda fatidica: "C'è qualcuno che cerca lavoro?". E qui la mente umana elucubra ragionamenti constrastanti. Questi uomini sono, per conto loro, dei benefattori infatti danno risparmio e sicurezza e ottengono quasi esclusivamente cattiveria e insulti. Ovviamente vendendo contratti si guadagna, questo è sicuro, sarebbe sfruttamento se fosse il contrario. Ma perchè ricercano sempre nuovi "agenti"? Semplice: chi porta gente guadagna sulla gente che porta. E' un'usanza barbara e credo illegale in molti Paesi, compreso qui, ma ci si vive nell'illegalità, gente, cosa volete da me?
Piccola aggiunta: molte aziende di questo tipo cercano continuamente personale ma lo cercano in maniera subdola e orrenda: vi offrono altri posti di lavoro ma cercano solo ciò. Come ultimamente mi è capitato un'azienda casertana mi diceva che voleva capi-area o robe del genere e poi si è scoperto che era semplice porta a porta. Ma ovviamente avevano risposto "no" alla mia domanda se fosse effettivamente un lavoro di rappresentanza porta a porta, durante il colloquio. Non fatevi fregare. Se vi dicono che fanno contratti di natura aziendale e/o domiciliare, scappate se non ci tenete a fare questo mestiere.


L'omino del benessere. Il nostro secondo tipo di rappresentanza è una rappresentanza soft. Badate bene: queste persone non verranno a casa vostra se non le invitate o forse, molto probabilmente, inviteranno voi a casa loro. Sì, perchè inizieranno a chiamarvi dei vostri parenti o dei vostri amici e ci finirete dentro in men che non si dica. Di cosa stiamo parlando? Ma di un meraviglioso prodotto: l'Erbavita(non è questo il suo vero nome, ma ci potete arrivare). No, non è droga. La marijuana non c'entra. Qui si parla di un'azienda che ha un fatturato di 4.1 miliardi di dollari nel 2009. Mica pizza e fichi. 4.1 miliardi. E' il fatturato dello stalliere di Berlusconi, cribbio! Comunque qui, la storia, è semplice. Negli anni ottanta un tizio inventa roba per dimagrire, anzi no, roba per vivere meglio. Dagli anni 80, quando lui vendeva sta' roba in giro col camioncino, ad oggi ne passa di tempo. Infatti il camioncino non c'è più, ora ci sono i furgoni enormi. Non c'è più neanche il laboratorio nella cantina di casa, ora ci sono i laboratori grossi come grattacieli. Non c'è più neanche il venditore porta a porta, ora ci sono i distributori. Chi sono i distributori? Voi, amici miei. Sono i nuovi arrivati, quelli che devono acquistare prodotti e licenza e venderli al mondo intero. E per questo organizzare dimostrazioni nella propria dimora per cercare di guadagnarci qualcosa. Ma c'è un altro modo per guadagnare: portare altra gente, e sperare che questa gente ne porti altra ancora, così da passare al terzo, quarto livello il cui unico scopo non sarà più vendere il beverone o le pillole ma cercare "adepti" che vendano per te. E così via, fino ad avere un reddito annuale di centomila euro. E non sto scherzando. Ho assistito ad una presentazione e una delle signore presenti ha affermato ciò. Ora vorrei tanto sapere quanto ha dichiarato quest'anno allo Stato, così da comparare le due cose.
Ci sono varie idee su questa Erbavita, alcuni dicono che sia ottima, altri che sia un'associazione a delinquere legalizzata, altri che sia una specie di droga(alcuni componenti delle pillole danno assuefazione, e se si finisce di prenderle si inizia a stare male di brutto), altri ancora che è tutta roba naturale e che fa solo bene. E capi della polizia vendono Erbavita, e disoccupati vendono Erbavita, ed ex traduttori vendono Erbavita, tutti. Ma io no. Coadiuvato dalla mia impareggiabile futura biotecnologa sono scappato a gran velocità da quella presentazione che ha avuto l'unico risultato di rendere la mia squinzia ancora più certa della strada che si è scelta. Ha smontato una per una tutte le convinzioni mediche espresse durante la presentazione. Che donna.

Ps: Tutto ciò è un semplice post per un mestiere che viene richiesto sempre e comunque e che io, dato che non so mentire, non saprò mai fare. Chi riesce a farlo, mentendo o non mentendo, si merita tutti i miei complimenti. Tranne se è uno di quelli che si mette fuori dalle università a vendere roba a cinque euro per i bisognosi e poi se la mette in saccoccia quella banconota. Ah, e insulta chi non gli da i soldi, ovviamente.

Ps2: Il segreto di Pulcinella sull'Erbavita è che il creatore è morto a 44 anni dopo una quattro giorni di alcol e anti-depressivi. Olè! Che ottimo biglietto da visita.

Ps3: Spero vi sia piaciuta la parte di storia. Mi ci son messo d'impegno. Concedetemi almeno un "mi piace" per rendermi felice.

1 commento:

Carmensì ha detto...

Si mi è piaciuta tanto la parte di storia, soprattutto rileggere del caro Garibaldi e dei Magi ahahhahahahaha.Che dire su erbavita in parte li ringrazio ma se sento qualcuno che ne fa uso o li vende che mi chiede una mezza cosa sarei capace di mangiarmelo.
baci baci.

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