lunedì 14 maggio 2012

Alessandro Del Piero Olè


Diciannove anni passano in fretta se uno ci fa caso. Diciamo se si ragiona a stagioni calcistiche. A Settembre, in passato, iniziavano. A Maggio finivano. Iniziavano tutte assieme e finivano come erano incominciate. Erano bei tempi pre-televisivi. Dove i gol si vedevano solo a novantesimo minuto o, per me che non resistivo un'ora e mezza ad attendere chi avesse segnato in ogni singola partita, nei vari tg. Ci fu qualche anno speciale dove venivano trasmessi, con commento della Gialappa's, nei vari "Mai dire.." domenicali. Era più bello. Poi tutto è cambiato.

Le tv satellitari. Tele+, che vedevo come una sorta di alieno che si rubava la partita più importante domenicale. E le serate al bar, a due passi da casa, dove si potevano mangiare anche panini alla griglia. Belle serate. Un sacco di gente, pochissime donne, qualche striminzito bambino oltre al sottoscritto. Poi Stream, i locali abilitati, il colosso Sky, l'arrivo di Mediaset Premium, La7 e Dalhia. Ora ci tocca vederci una partita a sera perchè l'abbonamento l'hai pagato, e pure profumatamente(considerando quello Mediaset che ogni anno aumenta minimo di 30 euri), tanto vale godersele 'ste partite. Sennò sembra di aver speso soldi a vuoto.
Ogni giorno.
Quando poi alla fin fine te ne interessa, veramente, solo una. Quella della tua squadra del cuore. Il fantacalcio, con i suoi gol, ammonizioni, autogol e rigori parati, è venuto molto dopo, almeno per me.

Diciannove anni in cui sono cresciuto. Ora ne ho venticinque, fate voi il conto. Cresciuto in una famiglia calciocentrica. Con padre sciistico e un fratello onnivoro sportivo. Ma sempre tutti interessati al calcio, in ogni sua forma. I Mondiali erano e sono un evento, gli Europei pure. Le olimpiadi sono osannate dai due di cui sopra, a stento io guardo qualche sport di squadra, basta che ci si sia la Nazionale Italiana. Il campionato è sempre stata una forma di "lotta" psicologica a casa mia. Padre milanista, fratello maggiore napoletano(che è più "normale" considerato indove abito), fratello di centro milanista, ultimo arrivato juventino. Perchè juventino? Me lo chiedo ancora ora.

Succede che si finisce per tifare una squadra perchè la vedi vincere. Quando ero piccolo, ma piccolo io, la Juve non vinceva da tempo. Era ormai una squadra quasi allo sbando. Mio fratello Giuseppe ha visto il Napoli di Maradona e se ne è innamorato, mio fratello Giovanni ha visto il Milan di Sacchi e Van Basten, e se ne è innamorato. Io conoscevo qualcuno juventino e mi sono adeguato alla massa.
Poi, un giorno, durante la visione di qualche tg o di una puntata specifica di novantesimo minuto vidi lui. Un giovinotto con i capelli al vento, sembravano ricci, che tocca un pallone. Lo tocca solo. E lo infila in rete con un pallonetto celestiale. Era il 1994. Era un Fiorentina-Juventus rimasto negli annali. Era Alessandro Del Piero. E mi sono innamorato.

Del calcio. Della Juve(la mia prima Juve vittoriosa), di Lippi. Di gregari storici. Di gente come Di Livio, Tacchinardi, Torricelli. Di campioni come Baggio, Vialli, Ravanelli. Ma sopratutto di Alex. Quel ragazzo di belle speranze che si pensava divenisse leggenda. Mai le previsioni furono così azzeccate. Mai.
Non voglio fare un post di numeri, per quello ci sono i giornali sportivi. E per uno cresciuto a pane e Gazzetta(il giorno che mancava c'erano solo facce funebri a casa mia), si sa che la rosea è sacra. Così come le pagelle del giorno dopo, i commenti, le mezze frasi, le news sul calciomercato, le caricature dei nuovi acquisti. Ce n'erano a pacchi ogni anno. Ma un ragazzo non cambiava mai casacca. Mai. Si mise il bianconero e non se lo tolse mai più. Fino ad oggi. O perlomeno fino al 30 Giugno 2012, quando cambierà casacca, migrerà altrove e farà felici altre persone.

Dedicare un post al calcio, con tutti i problemi che vive questo Paese, sembra cosa sbagliata e senza morale. Io dedico un post ad una passione che prende sia psicologicamente, purtroppo, che fisicamente, per fortuna. Se non volessi "imitare" i miei campioni preferiti non avrei mai iniziato a fare sport, a rincorrere un pallone ogni mercoledì sera da una decina d'anni a questa parte, a volermi creare un gruppo di "colleghi" con la stessa passione mia, quasi come se fossimo una squadra(che ha vinto le due ultime partite a calciotto disputate, sia chiaro!).
Io tifo Juve. Io tifo Del Piero. Quello delle punizioni, tutte uguali, nel sette nelle competizioni internazionali, quasi sempre al Borussia Dortmund. Quello dei "litigi" in campo con Inzaghi. Quello della meravigliosa coppia con Trezeguet, il suo compagno di area ideale. Quello dell'Infortunio, il più grave. Quello che non tornava più quello di un tempo. Quello delle partite perfette nelle qualificazioni mondiali ed europee e quello che non arrivava mai nelle fasi finali. Quello del gol a Tokio, visto in differita. Quello del gol alla Germania con le sedie che volavano. Quello della Serie B, quando le vincevamo tutte e mi divertivo tantissimo(non è che quest'anno mi sia intristito, anzi). Quello della linguaccia. Quello che, nonostante tutto, non si incazzava quasi mai. Quello che Capello non capiva. Quello che Lippi schierava sempre. Quello che Conte ha messo, quasi giustamente, un po' da parte. Quello triste di Perugia. Quello felice del 5 Maggio. Quello della rovesciata per Trezeguet che ci è valso uno scudetto che non esiste più.
Quello del gol all'Inter, al Milan, alla Roma e alla Lazio e Atalanta di quest'anno. Quello del, spero, ultimo gol a Roma contro il Napoli, per la finale di Coppa Italia.

Ciao Alex. Spero che rimani in Italia. Magari in Serie A. Pure a giocarci contro. Vorrei tanto averti, almeno una volta, nella mia squadra al Fantacalcio. E grazie.

E' finita la mia infanzia calcistica, sapevatelo.

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