martedì 16 dicembre 2008

Frammenti di giorni lontani...


“Te la ricordi, questa strada?”
“Mio Dio...quante volte l’avrò fatta, quando andavo all’università?”
“già...e quante volte l’avrò fatta io, quando ho scoperto che vivevi qui?”

Camminavano in silenzio, mano nella mano, stretti nel piacevole tepore dei ricordi, lontani da tutto quello che li circondava. In quel momento non c’era nulla che potesse farli tornare al presente: le loro vite, ora, erano tornate quelle di vent’anni prima.

“Credo che quelle serate tutti insieme non le dimenticherò mai....era tutto così bello, così nuovo...ci conoscevamo tutti da così poco, eppure sembrava che ci conoscessimo sempre...era come una magia...”
“lo sai cosa penso? Penso che senza quel periodo non sarei diventato quello che sono diventato ora...”
“Dici davvero?”
“Ero perfettamente a mio agio, mi sentivo importante in un gruppo tutto mio...e poi c’eri tu...sei riuscita a illuminare il mio mondo già dalla prima volta che ti ho vista...”
“e pensare che io non mi sono mai accorta di niente...”
“forse perché non eri così intelligente come volevi far credere!!!”
“o forse perché tu non sapevi corteggiare!!!”

Proruppero in una risata che riempì il freddo invernale che li circondava. Erano fatti così, amavano prendersi in giro come due ragazzini, come quegli stessi ragazzini in cui si stavano rivedendo ora, abbandonandosi al peso lieve dei loro vecchi ricordi.

“Chissà che fine avranno fatto, gli altri...”
“Tu hai più sentito nessuno?”
“No, nessuno...però strana la vita, eh? Passi le tue migliori giornate in compagnia di persone con cui giuri di rimanere amico per sempre e poi, di colpo, un giorno ti accorgi che quelle persone sono sparite dalla tua vita per non tornare più...”
“Sì, è come se volessimo ricordare quelle persone com’erano tanto tempo fa...”
“Forse abbiamo solo paura che rivedendole non avremmo più niente da dirci...”
“Già...però è triste...
“Lo so...a volte mi viene la tentazione di chiamarli al telefono, uno alla volta, giusto per sapere come stanno, dove si trovano, che lavoro fanno...”
“Non credo che si trovino ancora in città, sai? Credo che, uno alla volta, se ne sono andati...lasciando qui noi...”
“Però è bello sapere che non siamo soli...guarda...”

Di colpo, si fermarono. Erano arrivati di fronte al palazzo in cui, tanto tempo prima, si ritrovavano con i loro vecchi amici. In silenzio, i loro sguardi malinconici si incrociarono, le loro mani si strinsero forte, come a rinsaldare quel legame che con il tempo era rimasto solido come quel vecchio palazzo un tempo abitato da studentesse universitarie.

“Era bello, stare qui, tutti insieme...quando organizzavamo qualcosa davamo sempre per scontato che saremmo stati qui...”
“Quanti eravamo? Sei, sette?”
“Arrivavamo anche a dieci, quando eravamo tutti...”
“E’ vero, me n’ero dimenticata...”
“Cavolo, però ne è passato di tempo...”
“Però noi siamo ancora qui...chi l’avrebbe mai detto?”
“Oh bè, ricordo qualcuno che effettivamente era molto scettico...”
“Parli di lui??”
“E di chi, sennò? Non ho mai avuto altri amici, come lui...era unico, nel suo genere...”
“Sì, è vero...chissà se è riuscito a coronare il suo sogno...non era così facile...”
“Già...ma anche realizzare il tuo sogno non era facile, e io sono così fiera di te...”
“Te l’ho detto, è solo grazie a loro se ci sono riuscito...è grazie a quelle serate, a quell’atmosfera, a quella compagnia...è grazie a te...”
“Ti amo, lo sai?”
“Ti amo anche io, da morire...ora che ne dici, vogliamo andare? Si è fatto tardi, e tra un po’ parte il volo...”

Lasciatisi alle spalle il vecchio palazzo, i due svoltarono l’angolo, dove li aspettava la navicella spaziale che li avrebbe riportati su Marte. Il vecchio autista, un burbero venusiano senza più ricordi dietro le spalle, li guardò con aria di rimprovero, inveendo contro quegli sciocchi turisti terrestri che provavano ancora nostalgia per il loro pianeta ormai abbandonato. Passandogli davanti per dirigersi ai loro posti, riuscirono a sentire i suoi commenti; si lanciarono uno sguardo complice, poi si sistemarono sulle poltroncine e chiusero gli occhi, cercando di portare sul pianeta in cui vivevano un briciolo di quell’umanità ormai dispersa tra le stelle.

9 commenti:

luttazzi4ever ha detto...

Non male, veramente non male. Se lo allungavi un pò di più era ancora meglio. Comunque un buon incipit. Vuoi far vedere che ci sei anche tu sul blog eh? Vecchia sagomaccia!

DjJurgen ha detto...

Troppo buono, troppo buono! Non ho voluto allungarlo di più per un semplice motivo...non sapevo cosa scrivere! :D
Nel senso che tutto questo non è partito come una storia o come un incipit, ma solo come una conversazione tra due persone (ma chi saranno mai??) sopraffatte dai loro ricordi...tutto qui, voleva semplicemente essere qualcosa di sentimentale giocato sui dialoghi...spero di esserci riuscito almeno un pochino!! :D

Anonimo ha detto...

Oddio fra... ma sarà così??? Tra vent'anni rimarrete solo tu e Paola e non ci vedremo mai più??? Non ci sarà più Billy Ballo, nè Winnie Pooh che dice "Ciao, sono l'orsetto Pooh", nè le serate allo Stammtish a mangiare piatti veloci e a chiedere ad Alessio, tra i fumi dell'alcol, di sposarmi?? (Sì è vero realtà quest'ultima fase è già stata superata adesso). E le Domeniche pomeriggio passate a suonare e a cantare stonando come le campane e mandandoti in paranoia con Gigi D'Alessio?? Noooo, che tristezza!! Proprio "TRISTEZZA A PALATE"!!... Comunque, a parte la mia disperazione, è un racconto molto significativo e (purtroppo) anche molto realistico fino a quando non arrivi al finale che giunge inaspettato, in quel connubio tra realtà e immaginazione che a te piace tanto!!!( e che ti riesce anche bene direi!)

P.S. Però se magari tu e Paoletta il lavoro lo trovaste possibilmente in Italia invece che su Marte magari tra vent'anni riusciamo a non perderci di vista!!!

Eloisa

DjJurgen ha detto...

Guarda che anche tu sarai su un altro pianeta!! :P
E' un pò un finale alla Wall-e, con la terra completamente disabitata e l'umanità tra le stelle...ma che non si capiva? :P (va bè, non mi stupisco che tu non l'abbia capito! :P )
In ogni caso, grazie...è strano ricevere tutti questi complimenti da te, che dal vivo mi massacri ogni volta! :P Però non disperare...anche tra lo spazio ci sarà un locale che si chiama Saturnisch, dove andremo tutti i sabato e dove potrai chiedere a chi ti pare di sposarlo!! :P

Anonimo ha detto...

Scusami sommo DjJurgen, scusami se non ho capito il finale, scusami se non sono all'altezza della tua mente eccelsa, d'altronde, come mi dici sempre tu, non riesco ad attivare quei pochi neuroni che mi sono rimasti:-(. . . ah e credo che mi cospargerò il capo di cenere per non aver visto "Wall-e".

Anonimo ha detto...

Giusto!!! Tutti quelli che non hanno visto wall-e si devono cospargere il capo di cenere!!!
E' il film dell'anno!!!!
Il post è bellissimo, come ho già detto mi ha davvero fatto emozionare...

DjJurgen ha detto...

Grazie, carissime, siete troppo gentili! Sono contento che il post vi abbia addirittura fatto emozionare!! :D
Cara Billy Ballo, lo so che non puoi rimediare alla moria di neuroni che ha colpito il tuo cervello sin da tenera età, ma puoi sicuramente fare qualcosa per rimediare alle tue lacune cinematografiche! Quindi fai come vuoi, affitta il dvd, vai in America dalla Pixar, becca il primo marocchino per strada, ma guarda Wall-e!!! Non si può trascendere da quel film, davvero!!! :P

Paola ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Paola ha detto...

E' uno dei miei post preferiti...
ogni volta che lo leggo mi emoziono tantissimo...
grazie...

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