lunedì 12 aprile 2010

Sesto Giorno - Luce



Il mondo sta per finire oppure forse è già terminato e non ce ne siamo accorti. Finalmente ho capito tutto di quella sera infausta. Ho capito del perché quel gruppo di persone, comprese le mie amiche, abbiano deciso di spararsi, cercando di passare a miglior vita ma senza risultato. Forse lo sapevano, o forse no. Non si può più morire. La gente sembra essersene resa conto. E ne trae giovamento e felicità. In tv sono aumentati i reality, come se niente fosse i produttori inventano format giorno dopo giorno. Per loro la vita va avanti, anche senza sole, anche se la gente non muore. Hanno creato dei programmi assurdi. Le prove che passano ora i concorrenti prevedono ustioni, decapitazioni, mutilazioni e quant’altro. Tutti vogliono partecipare, la maggior parte per ricercare quel buio che abbiamo sempre evitato in ogni istante della nostra vita, e che ora ci sembra meraviglioso. Ma non devo pensare a questo. Io voglio vivere. Quest’esistenza mi sta bene se la condivido con mio marito e mio figlio. Io voglio ricevere amore, anche se questi saranno giorni bui, io voglio donare amore anche se questi saranno i nostri ultimi giorni su questa Terra ormai allo sbando. Anche se ho paura, se ormai tutti se la prendono con tutti. Anche se la pazzia dilagante sta per arrivare anche qui, nella nostra piccola città. Anche se mio figlio non capisce il perché di tutta questa violenza e di tutta questa cattiveria. Anche se io non capisco cosa ci sta succedendo, io voglio amore. E’ l’ultima cosa che ci rimane.

Buio. Angoscia. Luce.

Ho acceso il televisore sperando in qualche notizia buona che sembra non arrivare mai. Ormai passiamo quasi tutta la giornata attendendo una soluzione alla miriade di problemi e stranezze che ormai questa situazione porta con se. Ma le speranze diminuiscono di giorno in giorno, di ora in ora e io mi sto rassegnando. Il mondo è finito o almeno sta avviandosi verso la sua conclusione. Il sole doveva scaldarci per altri cinque miliardi di anni ma è scomparso, il freddo gelido sta per arrivare, dal primo giorno ad oggi le temperature sono visibilmente calate. Non c’è pace per i cosidetti esperti. Gli scienziati avevano espresso ogni parere possibile, ogni immaginabile soluzione ma niente. Alcuni avevano ipotizzato una cappa che ci proibisse di venire irradiati dalla sua luce, ma che ci consentisse di riceverne il calore, purtroppo anche quest’ipotesi sta svanendo. Non c’è pace e lieto fine per tutti noi. Notizie sconvolgenti arrivano da ogni luogo, in ogni istante. E noi siamo qui, ad attendere un segnale, un qualcosa che ci cambi questa vita che è, oramai, eterna e ci fa così paura.

Luce. Dolore. Chiarore.

Ci siamo addormentati in salotto. Io e Alan ranicchiati sul divano. Sono andata a controllare Chase ma non c’era in tutta la casa. La porta era socchiusa e sono uscita in giardino. Un attimo dopo ho chiuso gli occhi. Un enorme bagliore mi ha colpito di sorpresa. Come se un faro gigantesco fosse stato puntato su tutto l’universo. Come se il sole stesse per sorgere e io lo vedessi ad occhi nudi, sostenendo lo sguardo. E così sembrava.
Non ero l’unica ad essere uscita di casa, non ero l’unica che stava cercando il proprio bambino, il proprio figlio, il proprio nipote, tutto il vicinato era in strada. Tutti urlavano un nome diverso. Un insieme di Robert, Sam, Junior, Eleonor, Rachel e molti altri. Tutti nello stesso istante. Il suono che ne usciva era quasi tragico. La luce non se ne andava. Ci siamo spostati verso la vallata per cercare di scorgere meglio ciò che stava accadendo. E lì la mia già precaria sanità mentale ha conosciuto la sua fine.

Luce. Abbagliante luce.

Tutti i bambini del paese erano lì. Anche i piccoli, quelli appena nati. Non so come ci fossero arrivati ma erano lì. Quelli più grandi li tenevano in braccio. C’era anche Chase tra di loro, l’ho trovato in un attimo. L’ho chiamato, mi ha sorriso ma si è subito rigirato. La luce che proveniva dal cielo li avvolse tutti in un solo istante. L’attimo dopo non c’erano più. Tutti scomparsi, spariti, volatilizzati. Non so come sono tornata a casa, non so come sto scrivendo queste parole. Non so neanche perché ormai lo faccio. Ho visto mio figlio scomparire davanti ai miei occhi, rapito o inghiottito da una luce bianchissima e purissima ma crudele. Ho sperato fosse la fine di tutti i miei dolori ma mi ero sbagliata. Ho cercato, insieme a tutte le altre mamme, per ore e ore il mio piccolo e anche tutti gli altri. Il risultato era ovvio ma dovevamo farlo. Ci abbiamo messo sudore e lacrime nella ricerca. La luce bianca è venuta, se li è presi e se ne è andata. Ho sentito poco fa che chiuderanno le trasmissioni in ogni luogo, in ogni dove. La tv non esiste, la rete è collassata, le centrali elettriche sono alla frutta. La luce bianca è andata ovunque, il mondo è shockato da quello che sta accadendo, tutti i bambini sono scomparsi. Non esiste un essere umano inferiore ai sedici anni su questa terra. Siamo pronti alla fine.

Acqua. Dolore. Buio.

Le lacrime mi bagnano il viso e arrivano su questo pezzo di carta. Non ho più la forza di andare avanti. Ma un altro giorno è davanti a me. E quasi non ho più paura. Ciò che più amavo mi è stato tolto. Mi rimane Alan che si è stretto a me come più non poteva fare. Siamo rassegnati, sconfitti, distrutti ma siamo ancora qui. Attendiamo solo la fine. Quando arriverà?

2 commenti:

riri ha detto...

...scrivi molto bene, complimenti!!

luttazzi4ever ha detto...

Molto gentile! Grazie. Letta tutta la saga?

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