giovedì 15 aprile 2010

Settimo Giorno - Nero



Mi chiamo Allison Thorne. Ho trentadue anni. Ho un marito, Alan che mi ama più della sua stessa vita. Ho un figlio, Chase, che non so dove sia. Sarebbe meglio dire “avevo un figlio”, ormai non ce l’ho più. Una luce bianca purissima l’ha “rapito”, inglobato, dissolto. Non so dove sia, non so se stia ancora bene, non so se mi pensa ancora o meno. Da sette giorni viviamo un incubo: è scomparso il sole, e da quel momento questo mondo non è stato più lo stesso. Nessuno può morire, tutti i bambini al di sotto dei sedici anni sono scomparsi, svaniti. Siamo soli. Siamo solo noi adulti ormai. Che ci battagliamo e ci divertiamo a farci del male perché tanto non abbiamo più niente da perdere. Il mondo, così come lo conoscevamo, è vicino alla fine, ne sono sicuro. E’ tutto un disegno divino. Lui disse che non ci sarebbe mai più stato un altro diluvio a distruggere la Terra, e ha mantenuto la promessa. Non gli sono serviti quaranta giorni e quaranta notti di pioggia, che avrebbero fatto comodo in molte zone del nostro amato pianeta, ma sette giorni di nulla. E ha lasciato a noi il compito di distruggerci a vicenda.

Buio. Lacrime. Buio.

Piango ininterrottamente da ieri. Non so come e quando mi sono addormentata, stremata e senza forze. Mi sono ritrovata stamattina con una coperta addosso, Alan è sempre stato così premuroso. Sono felice di poter passare gli ultimi istanti della mia vita con lui. Ne sono sicura, ci stiamo avviando ad una conclusione e ciò non può che rendermi felice. Chase non c’è più, e questo è un problema ben più grave del Sole per me. Mi sento violata. Mi hanno tolto la miglior parte di me e non ho una soluzione a questo problema. Intanto la gente è impazzita. Si sentono spari e urla ad ogni istante. Alan ha deciso di sbarrare le porte prima che qualche pazzo maniaco si introduca in casa e decida di usarci per i suoi giochini perversi. Io, personalmente, non avrei la forza di oppormi. Sono psicologicamente e fisicamente devastata. Alan mi guarda e mi dice “ti amo”. E’ proprio ciò di cui avevo bisogno. Lo abbraccio. Poi il resto verrà da se.

Buio. Luce. Amore.


Sono state le due ore più belle di questa settimana. Io e Alan ci siamo amati, come non accadeva da tempo ormai. I nostri corpi hanno ballato la danza della passione, mista alla paura con uno sguardo a quel futuro che sembra non esserci. Mi è sembrato di ritornare alla luna di miele. Quando Chase era piccolo e si divertiva con gli animatori e gli altri bambini durante la crociera, e io e Alan potevamo donarci amore e ricevere amore. Perché di quello avevamo bisogno.
E di questo abbiamo avuto bisogno. Due ore dedicate solo a noi. Due ore in cui niente e nessuno potevano fermarci. Mi hanno rischiarato una giornata, una settimana, una vita quasi. E ora mi sento felice. Ma per quanto durerà?

Luce. Luce. Luce.

Da fuori, da dietro le assi di legno, si vede della luce purissima, bianca, quasi come quella di ieri. Urlo ad Alan di aiutarmi ad uscire. Lo convinco dopo un po’, non vorrebbe farmi uscire, ma se quel bagliore può riportarmi Chase, io devo esserci quando ritornerà. Perché dovrà sapere che sua madre è sempre stata ad attenderlo e non può vivere senza di lui. Lo spettacolo è pauroso e meraviglioso.
Il sole. E’ ritornato. E’ qui. Ed è bellissimo.
La luce che emana l’avevo quasi dimenticata, così come il calore, e rimango stupita a guardare, per quel poco che posso prima di far cadere lo sguardo. D’un tratto rido e cado a terra. Continuo a ridere pensando che tutto sia finito. Alan esce e mi abbraccia, è sconvolto e sorride anche lui. Ci lasciamo andare sul prato davanti casa. Tra risate e quella felicità che sembrava essere scappata via, con la luce, ma che era ritornata poco prima, tra le tenebre. Peccato che sia durata così poco.

Luce. Calore. Luce.

Siamo ritornati dentro. Sia io che Alan, sia tutto il vicinato o quel che ne rimaneva. Sono sicura di aver visto gente sconosciuta rientrare nelle case dei Stone e dei Carlston. Ma ormai tutto ciò non è importante. Il momento che avevamo tanto aspettato si sta rivelando fatale. Il sole c’è, è al suo posto ma è enormemente più grande. Sembra si stia avvicinando alla Terra pronto a fare un sol boccone di tutto il nostro pianeta. Non so perché sia scomparso per sette giorni, non so perché ora sia ritornato così minaccioso, ma so che oramai non c’è nulla da fare. L’effetto della sua mancanza è pur finito. Ho sentito urla provenire dalle case vicine. Grida di paura. Frasi come “E’ morto, è morto. Non è possibile”. La nostra vita eterna è terminata. Ci prepariamo alla fine. Queste saranno le mie ultime frasi su questo diario, che è stato un compagno fedele in questi giorni. Io e Alan abbiamo deciso di aspettare la fine in cantina, abbiamo già trasferito il letto giù, attenderemo la conclusione della nostra vita, della nostra storia, abbracciati, vicini, uniti più che mai. L’amore ci aiuterà a sopportare qualsiasi cosa, e saremo ben consci di andarcene insieme, come abbiamo sempre desiderato. Rimango sempre più convinta che sia stato tutta una punizione divina. Sette giorni per creare il mondo. Sette giorni per distruggerlo. Spero che, nella nuova stesura, ci sia ancora spazio per l’amore. Sia quello di una madre per i propri bambini, sia quello di due ragazzi che, scoprendosi man mano, decidano di intraprendere un lungo viaggio assieme. Buona notte mondo. Con il buio sei stato sconvolto, con la luce sarai distrutto.

Luce. Calore. Fine.


Mi chiamo Chase Carter. Ho dodici anni. Vengo dal Pianeta Terra anche se non esiste più. Due anni fa è stato distrutto dalla propria stella, il Sole, che lo irradiava e gli donava vita. E’ accaduto dopo una settimana di buio intenso, e ancora oggi non sappiamo spiegarci come sia successo. Io sono stato salvato. Da abitanti di una galassia lontana che ci hanno concesso di vivere con loro, nel loro enorme pianeta, Skaar. Non solo io sono stato salvato. Tutti i ragazzi al di sotto dei sedici anni sono stati, come dire, reclutati. Gli abitanti di questo pianeta sapevano della fine a cui andava incontro tutta la popolazione terrestre, ma non potevano aiutare tutti. Hanno deciso di salvare solo noi, i “cuccioli d’uomo”, così ci chiamano. E ora viviamo qui, nel loro mondo, tutti assieme, in pace e fratellanza. Siamo tanti e aumenteremo sempre più. La loro tecnologia è avanzatissima, così hanno scoperto l’esistenza di un pianeta abitato, e della sua fine. Ognuno di noi ha accettato l’idea di non poter più rivedere i propri genitori. Anche io. Ma mi mancheranno, tanto, per sempre. Ogni notte sogno di vedere i loro volti nelle stelle di questo strano cielo, fatto di luce viola e di riflessi arancioni. Ogni giorno mi auguro che non abbiano sofferto. Ma è una speranza vana. La Terra non esiste più. Skaar ora è la nostra casa. Un pianeta senza guerre, cattiveria, tristezza e povertà. Forse è il paradiso, forse è ciò a cui noi terrestri non saremmo giunti mai. Troppo occupati a guardare il nostro orto e ad odiare chi aveva più di noi. Questo è ciò che ci siamo meritati, vorrei dire. Ma non lo penso. La fine del mio pianeta d’origine è stata orrenda, spero un giorno di poterci ritornare o di poter trovare una nuova Terra. Mamma, papà, ci rivedremo. Non vi dimenticate di me.

6 commenti:

Darkmirko ha detto...

WOW...complimenti, storia molto avvincente!!

Affascinante l'idea del "no sole = no morte"...bravo! =D

luttazzi4ever ha detto...

Ma ti sei letto anche le altre sei parti o solo il finale?

Se la risposta è la seconda meriti una foto davanti al logo del Comicon con uno scemo di due metri.

Darkmirko ha detto...

ovvio che ho letto tutta la saga (non sono così pigro XD)...come avrei fatto sennò a capire che il sole è la fonte della nostra mortalità?! (lo si deduce solo dopo aver letto il "sesto giorno")...

tuttavia...
la foto la facciamo lo stesso!! oramai è una tradizione XD

luttazzi4ever ha detto...

Però niente sconvolgimenti quest'anno. Ovvero i vari "oooo, Lupin, oooo, Ranma, oooo, la cacca di Arale".

Calmi e pacati!

MaxBrody ha detto...

Ebbene sì, ho letto tutto il racconto. Tutte e cinque le parti.
Come? Non erano cinque?

Scherzi a parte, quali sono stati i tuoi spunti?

p.s.:Compliments!

luttazzi4ever ha detto...

La ringrazio signor Max. Comunque spunti eccessivi non ne ho avuto. Ho elaborato un paio di tesi della mia pulzella e le ho introdotte nella trama ma diciamo che il primo e l'ultimo giorno erano già delineati nella mia mente. Il resto è venuto da sè. Ecco, forse per una volta è veramente successo. I personaggi si sono "sdoppiati" e la loro personalità è venuta fuori, independetemente dal sottoscritto.

Oh, come adoro fare lo scrittore impegnato.

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