martedì 3 agosto 2010

Incipit



Ogni storia, ogni grande storia, ha un eroe, un grande eroe. Supportato da uno scudiero, un amico, un conoscente, anche un mulo parlante o un astronauta in certi casi, comunque deve avere qualcuno su cui contare sempre. Per condire, poi, la grande storia ci vuole uno scopo, che ne so, liberare una principessa, sconfiggere il cattivo di turno, salvare il mondo, e cose così. Poi, ovviamente, ci vuole il sentimento, una storia d’amore importante, quella che fa palpitare i cuoricini degli spettatori o dei lettori. Poi, ovviamente, a seconda dei casi ci si inserisce un po’ d’amore fisico o meno. Nei cartoni animati maggiormente si vedono solo baci, gli sceneggiatori adorano lo scambiarsi batteri, mentre nei film d’azione c’è sicuramente una scena di ammore completo interotta solo, e dico solo, quando i due hanno già concluso preliminari, coccole, sigaretta e si sono pur rivestiti. E quindi, visto che ci siamo, arriviamo ai film porno dove le scene d’amore la fanno da padrone. E diciamo che la trama non è che sia sto granchè. Comunque, ricapitolando, ci vuole un eroe, un amico, un cattivo, uno scopo, una storia d’amore e visto che ci siamo anche delle gag che faranno ridere qualsiasi tipo di pubblico. Ovvero come accade nei cartoni animati ci saranno gag sia per i piccini che per i grandicelli, un modo per accontentare il vasto pubblico che affronta la visione di un’idea altrui. E noi chi siamo per essere da meno? I figli della serva? I servi della gleba a testa alta? Indi ci accodiamo anche noi nella sicurezza della trama risaputa, anche se cercheremo di non farvi annoiare, promesso!


La giornata inizia sempre allo stesso identico modo: sveglia, bagno, colazione, bagno, lavaggio faccia, bagno(durante la notte i liquidi in eccesso vengono a galla), vestizione e uscita. Sempre allo stesso modo. Ma ogni giorno, alla fin fine, differenzia dall’altro per molti particolari. Ad iniziare dalla data sul calendario, ovviamente. E Dario questo lo sa bene. Ha deciso di comprarsi, tempo fa, quei calendari a strappo giornaliero, quelli che trovava sempre nelle storie di “Topolino” e tanta invidia gli provocavano quando osservava il suo, appeso al muro della sua cameretta, quello bimestrale, che cambiavi pagina soltanto cinque volte e poi lo buttavi. Invece così è tutta un’altra vita: ti svegli, vai in bagno e poi strappi. Olè. Il gioco è fatto. Purtroppo, per lui, è la particolarità di quell’ammasso di carta che un po’ lo sconvolge: è tipicamente religioso. Ogni giorno contiene passi della Bibbia o altri aneddoti pescati da chissà dove e chissà come. Ogni giorno contiene parole come “pentiti”, “perdona”, “purificati”, “correggiti”, “regno dei cieli”, “peccatore”(quasi sempre riferito a chi legge), “dona”(riferito a chi legge verso chi ha ideato quel calendario) e così via. La frase odierna era “Pentiti dei tuoi peccati, prima che sia troppo tardi. La strada per il Signore è ancora aperta a chi dona tutti i suoi averi”. Fa venire una voglia atroce di regalare soldi, non dite?


Comunque uscire di casa, per Dario, è sempre una bella esperienza, non sai mai chi puoi incontrare. Puoi vedere Dalila, l’affascinante e attraente pin up del terzo piano, che in realtà fa la commessa ma ormai quel pensiero del paginone centrale di Playboy con la sua figura, difficilmente si potrà eliminare dalla testa. C’è la vedova Angeloni, sempre gentile nei primi giorni del mese per una settimana esatta, poi la pensione si riduce all’osso e inizia ad odiare tutti gli inquilini ma soprattutto gli ospiti di questi ultimi. Per le ragioni solite di ogni condominio: fanno chiasso, perdono tempo, rubano, sporcano, non si lavano indi puzzano, sono brutti, e la generazione successiva alla propria è sempre un complesso di debosciati. La soluzione, almeno per la Angeloni, è presentargli qualsiasi amico solo dal 2 al 9 di ogni mese e la frittata è evitata. C’è la gioiosa famiglia Bazzi composta da padre, madre, e cinque bei pargoli. Un regalo dal cielo per il marito, che desiderava da sempre una piccola squadra di calcetto, un dolore immenso per la moglie, costretta a sopportarsi cinque piccole belve sempre affamate, urlanti e disperate. E’ facile vederla ogni volta in ascensore, reduce dalla terza o quarta spesa giornaliera. I pargoli sono fuoriusciti da due pàrti differenti, se vi può interessare: per come si sono divisi l’uscita, fate voi!
Infine, almeno per ora, c’è l’amministratore di condominio. Una leggenda. Questo individuo si narra conosca per filo e per segno ogni inquilino dello stabile, ne conosce l’effettiva quantità di acqua e luce utilizzati in una singola giornata e inoltre, afferma di indovinare esattamente a che ora ogni singolo condomine utilizza l’ascensore e anche per quanti secondi. L’amministratore, nome sconosciuto ai più anche se alcuni affermano si chiamasse Lapo, Luca, Leo, Larrondo o cose simili, non si nota, non si vede, non lo si conosce. Quando deve ritirare la quota mensile infila nelle cassette della posta un bigliettino e prepara una sorta di cassetta delle offerte nello sgabuzzino al secondo piano. Con tanto di lucine simil-chiesa a contornare il tutto. Ogni lucina ha il cognome di un condomine. Dopo aver “donato” la quota condomiale, bisogna accendere il piccolo lumino. Lo sgabuzzino è uno spazio angusto con un minuscolo tavolo come minima decorazione. Alcuni affermano che l’amministratore in quello spazio ci viva, e si nasconda nel muro quando i condomini portano la busta con le offerte. Altri credono che non esista e che qualcuno si rubi i soldi, ogni mese, con questo trucco. Altri ancora affermano di averlo visto, di averci parlato, e di aver convenuto che fosse una meravigliosa persona. Altri ancora dicono che sia deceduto da venti anni e che lo spirito aleggi ancora nel condominio desideroso di soldi. Comunque ogni palazzo ha la sua leggenda, è questo che ripete sempre Dario prima di andare a lavoro, non si sa per qual motivo.

Ma la strada per il lavoro, lunga o vicina che sia, è sempre irta di pericoli e si possono, alfin, fare fatali incontri. E’ quello che accadde quel dì. D’altronde ogni eroe ha bisogno di uno scudiero no?

1 commento:

Il rospo dalla bocca larga ha detto...

L'idea del racconto a due mani non mi garba molto, di solito è dura fondersi davvero quando si scrive... Vediamo cosa ne verrà fuori. L'incipit non è male, ma è poco per elaborare un giudizio.

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