lunedì 19 marzo 2012
Questo Paese
Oggi è un giorno gioioso e gli uccellini cinguettano. Giusto? Sicuri? Io non ne sarei così d'accordo. Dal buio della mia stanzetta condivido un dolore alle gambe atroce contemporaneamente al mio cane e, insieme, ci domandiamo perchè ci siamo svegliati. Io lo so: per dover necessariamente vivere e fare qualcosa di costruttivo(dato che ho un tizio che aspetta una sceneggiatura, povero illuso), ma questo non vale per la mia cagnolina che mi ha guardato con altezzosità e si è girata a ronfare dall'altra parte. Oggi è un giorno gioioso e gli uccellini cinguettano perchè è festa comandata. E si sa bene che al mondo, le feste comandate, piacciono. A me piacerebbe, invece, che non ci fossero più. Sinceramente.
Mi spiego meglio: sarei entusiasta se festeggiassimo cose inaspettate, non festività già decise dal calendario e dai luoghi comuni. Sarei felice di esultare per la "Festa della fratellanza" che sancisce la guerra tra istraeliani e palestinesi, o per la "Festa della distruzione" quando si distruggeranno tutte le testate nucleari, o una "Festa della liberazione" dalle enormi dittature che ci sono in tutto il mondo. O magari, ma questa è proprio impossibile, la "Festa dell'onestà", in questo Paese in cui vivo. Dove magari tutti pagano le tasse e non cercano di fare i furbi.
Poi ci sarebbero la "Festa dell'abbandono abusivo" indove i parcheggiatori non autorizzati capiscono finalmente che stanno praticando un'estorsione. La "Festa del pentimento", dove mafiosi e politici si recano di loro spontanea volontà in prigione per restarci per sempre. O anche la "Festa dei Fumetti", una giornata nazionale, o una settimana, in cui invitare il popolo italico a regalare un fumetto ai propri amici per cercare di attaccargli la passione.
Sono idee di un individuo che ha poco a cui pensare, sia chiaro. E dato che oggi è pur sempre una giornata gioiosa dove le palombelle cantano vi lascio anche io con una canzoncina di un autore che a me, personalmente ma l'avrete ormai capito, piace tantissimo. Buon ascolto. E pensate che quello è veramente il nostro Paese.
La grandezza di questo paese
non è più nelle piazze, non è nelle chiese
Non è Roma di marmi, fontane e potere
Né Milano tradita da chi se la beve.
Non è Genova o Taranto, signore del mare.
Non è Napoli e questo è persino più grave.
Non è più divertente tirare a campare
soprattutto non è originale.
La fortuna di questo paese
non è più degli artisti
non è delle imprese
Non c'è nei discorsi di chi vado a votare
se grandezza ce n'è non si riesce a vedere
così hai voglia a cercarla tra i mille canali
sia su quelli analogici che sui digitali
ma non serve aumentare la definizione
per vedere più grande un coglione.
Nella foto: il papà che tutti noi vorremmo avere: barbuto, puttaniere, simpatico e bevitore. Ne conosco uno molto ma molto simile. E non scherzo.
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