lunedì 13 agosto 2012

Prologo


Ho sempre avuto difficoltà ad alzarmi ad un orario antecedente le 10 di mattina. Se è per questo anche alle 12. L'ho sempre considerato "notte fonda", come se il realtà quelle ore mattutine fossero state inventate solo per il riposo. Ma non per questo sono un tipo notturno, sia chiaro. Come tutti i giovani della mia età io esco, mi diverto, conosco e vedo gente nuova, ma all'una massimo sono già nel mondo dei sogni. Il fatto è che ho solo bisogno di dormire un po' di più degli altri. Direi minimo nove ore ma il risultato ottimale è undici.
Solo così mi sveglio fresco e riposato.
Per questo motivo ora ho un sonno pazzesco e cammino difficilmente mentre cerco di prepararmi la borsa per il viaggio, e di collegare i semplici fili che annodano le azioni basilari da compiere al risveglio: andare in bagno, lavarsi i denti, vestirsi, fare colazione. Magari non in questo perfetto ordine ma farle è già un notevole successo mentre deambulo intontito per casa. In venti minuti ho già fatto tutto, tralasciando i cinque preziosi minuti persi cercando di infilarmi le scarpe al contrario, e sono pronto per uscire: la stazione non dista molto da casa mia, e il viaggio durerà poco. Avrò tempo per leggere parte di uno dei duecento libri che ho iniziato, almeno spero.

La stazione di Caserta è piccola, accogliente se uno ha tanto senso dell'umorismo, e abbastanza pregna di cani. L'attività è frenetica e l'incessante chiacchiericcio è un misto tra lingue e culture diverse. E' una città multietnica anche se stenta a riconscerselo.
Una rapida controllata al tabellone delle partenze e una corsa veloce per acquistare il biglietto per la tratta standard Caserta-Napoli, e sono pronto per i quaranta minuti canonici di sballottamento sul vagone. Copyright by Trenitalia, ovviamente.

Il mio convoglio, pieno di gente all'impiedi, arriva con un misero ritardo di cinque minuti, e mi sento un ragazzo fortunato. Spero esca un quantitativo enorme di gente ma a malapena ne scendono in dieci. Con me salgono sul treno una cinquantina di persone, si prospetta un viaggio perfetto: in piedi, col caldo afoso dell'ennesima estate più calda dal pleistocene ad oggi, e con affianco sicuramente qualcuno che ha dimenticato ben due dei passi fondamentali del risveglio, quelli più importanti per l'igiene. E tutto questo per una riunione di classe delle superiori, organizzata a Napoli perchè la maggior parte dei miei ex-compagni vive lì. Ed io sarò ospite per due giorni a casa di Claudio e Marta. Che stanno insieme dal secondo giorno della prima superiore. Il primo l'hanno utilizzato per conoscersi, d'altronde. Una storia che nessuno avrebbe mai pensato potesse durare così a lungo. Beati loro, penso.

Il treno parte, sono in un minuscolo angolo del treno, all'impiedi, e il tizio affianco a me, di due metri per centoventichili, decidi di alzare il braccio per tenersi meglio al soffito. Scariche di gas nocivo mi mandano quasi nel mondo dei sogni.

(No, l'interrogazione di diritto no)

Mi riprendo un istante dopo, prima di perdermi definitivamente nei ricordi passati, e respiro con la bocca. Che non sarà così igienico ma in questo caso credo sarebbe accettato anche dall'associazione medici mondiali. Claudio e Marta in questo momento non si saranno nemmeno svegliati. Beati loro, ripenso.

(Continua)

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