lunedì 23 agosto 2010

(6)



Una macchina è solo un veicolo, non è una ragione di vita, ma per alcuni è così. C’è gente che per l’ultimo modello di una determinata marca, impazziscono e son disposti a vendere casa o quant’altro per averla. Alcuni giocano in borsa, perdono, e girano con vetture assurde. Altri le comprano come una compensazione per particolari abilità che non hanno, e forse, per ciò, credo che Rocco Siffredi abbia un’utilitaria. Alcuni ci vivono, e non è bello. In quel caso la macchina rappresenta l’unica soluzione al problema della notte all’adiaccio, altri invece la prendono solo per quel che è: un mezzo per uscire e fare prima per arrivare ad una determinata destinazione, che sia una casa, che sia al lavoro, che sia all’ospedale, che sia solo per fare la spesa. L’importante è usarla con cautela, alla lunga potrebbe assuefare anche il più contrario tra gli ambientalisti, d’altronde la bicicletta porta fatica, gli autobus ecologici son più rari dei 500 euro in mano vostra e la metropolitana è piena di maniaci. Oh, che ve lo dico affare, mi ci avete incontrato molte volte.

Dario pensa e ripensa, vorrebbe intavolare una discussione che non passi solo sull’argomento “appena ti riprendi sloggi”, oppure “sei sicuro di non aver alcun parente che ti possa accudire”, fino ad arrivera al “ehi bello, io il mio l’ho fatto ora smamma!”. La vita è una vera schifezza, pensa, ma a risolvere ogni problema c’è un luogo dove l’impossibile diventa possibile, dove l’inenarrabile diventa narrabile, dove il futuro diventa presente, dove si scrocca sempre un po’ d’aria condizionata: il centro commerciale.

Appena entrati, una vocina simpatica sparata ad alto volume dall’altoparlante, accoglie i visitatori. Un messaggio che ripete, per tutta la giornata, ogni 25 minuti esatti, intervallato da musica per giovani e qualche nostalgico cantante antico, e molto probabilmente defunto, per i meno giovani.
“Il “Multibox” è un centro commerciale all’avanguardia. Ha 364 negozi, divisi tra un buon cinquanta per cento di abbigliamento, un ottimo trenta per cento di ristorazione, un quindici per cento di elettronica, un enorme spazio per la spesa di tutti i giorni e ben una libreria, minuscola, perché leggere stanca gli occhi, sia chiaro. Il “Multibox” è il posto ideale dove portare i vostri nonni o genitori a passare l’estate, con la sua apertura dalle 7 del mattino alle 24 di sera, offre confort, comodità, relax e tante attività per chi non ha sufficiente contante da passarsi una vacanza sul Monte Bianco, o almeno all’angolo di mare più vicino. Indi per voi pezzenti, questo è il massimo di ferie che potete permettervi, indi passatele con noi comprando e spendendo. E’ l’unico modo per far passare questa stagione senza struggervi in casa oziando e mangiando come maiali, sulla poltrona, unti di cannottiera mentre guardare un qualunque trofeo calcistico che le televisioni vi propinano. Grazie per averci scelto. Buona giornata.”

Appena entrati si notano gruppi di anziani che doppiano il messaggio come si fa la domenica in chiesa con le parole del prete: sempre le stesse, sempre le solite. Così conosciute che molti sperano, un giorno, di essere interrogati e di dirle al suo posto durante la funzione. Finito il messaggio si sono formati capannelli di vecchietti che discutono di questo ed altro in un maniera che definire grottesca è dir poco. Si parte da un qualsiasi discorso, che sia la politica, il meteo, la televisione, il cinema, i giovani e le loro manie e si finisce sempre, inevitabilmente, a parlare di malattie. E lì parte una gara che non lascia fuori nessuno, ognuno prova a far zittire tutti gli altri raccontando i propri dolori, i propri umori, e le proprie aspettative di vita. Un fan club di adoratori dei medicinali come non si vedono da nessuna parte. Con molto entusiasmo della farmacia del centro commerciale. Ecco un piccolo esempio di conversazione standard:

“Eh, Gustavo, hai visto ieri là, quel temporale che han fatto vedere su al Nord eh, una città quasi rasa al suolo eh.”
“Certo che l’ho visto Ettore, tutti lampi e tuoni e lampi e tuoni. E noi qui a morire di caldo, va’ che vita.”
“Ma non lo so, ragazzi, non è che sarei tanto felice di non vedere il sole neanche d’estate eh, è così bello qui, mare, sole, belle ragazze.” – finisce la frase con un tocco di tosse di 473 secondi ininterrotti.
“Eh, c’ha ragione Carmelo, alla fin fine qui si sta bene eh, che si riempino di reumatismi quelli di sopra!”
“Ah, non te li consiglio quelli. Mi fan un male cane quando arriva Novembre che non ti dico.” – primo allarme.
“Eh si, e poi mio nipote, non so come faccia, se ne va in giro con i pantaloni strappati e le maniche corte a Gennaio! Ma che roba si buttano in corpi sti’ ragazzi?”
“La marijuana! Ne ho sentito parlare, quelli se la iniettano sulle dita o nelle vene. E poi inizi a guardare il mondo diversamente tipo che vedi una e ti sembra bella ma in realtà è tua madre.”
“Carmè, non so come fai, ma conosci sempre il mondo giovanile meglio di chiunque altro. Io ancora non ho capito che cosa è internet. E ne parlano sempre. Un solo argomento c’hanno.”
“Ettore, io l’ho visto ma per ora non ti posso dare una notizia certa. Appena so qualcosa in più ti faccio sapere. Son sicuro però che a stare sempre davanti al computer si suda parecchio. Mio nipote Giacomo, quello di quattordici anni, sta sempre lì, quasi completamente nudo e suda, ma tanto. E lo sguardo è sempre fisso. Chissà che roba è, magari alla fin fine è solo una droga nuova.”
“Eh, le nuove generazioni, solo tecnologia e muoiono presto, invece guarda noi! Ottantanni e pieni di brio. Ieri ho visto Cossiga in tv, poro Cristo, non meritava quella fine.”
“Che ci vuoi fare. Ad una certa età, la vecchiaia si fa sentire. Ieri ho sentito un tremore alla gamba destra per tutta la giornata.”
“Eh, io ieri notte non respiravo proprio, mi son dovuto attaccare all’ossigeno per riuscire a riposare. E dormo poco eh, solo qualche oretta e poi mi sveglio tutto stanco e non ce la faccio a camminare, quindi devo riattaccarmi alla bombola e sperare bene.”
“E sapessi che io son tre giorni che vivo con sto mal di testa che il medico dice che non può farci niente. Sempre così succede, tu li cerchi e quando ci sono, quelle poche volte, manco na diagnosi giusta ti fanno.”
“Non me lo dire, l’altroieri c’avevo un dolore all’inguine che non mi dava pace e niente, non mi ha visitato completamente, ha detto che non era niente.”
“Non è mai niente e poi facciamo la fine di quel brav’uomo di Cossiga. Riposi in pace. Almeno lui ora ha finito di soffrire. Noi invece siamo sempre qui a sputare sangue.”
“Non me ne parlare, ah, se potessi tornare indietro. Invece che internetto starei a correre dietro alle belle pulzelle. I giovani non capiscono niente.”
“Io manco quello potrei fare, dopo l’operazione laggiù è da due anni che niente funziona.”
“Gustavo, va a finire che vinci sempre tu però, così non vale.” – e si allontanano claudicanti con le mani raccolte dietro il bacino.

Dario guarda quel mondo pieno di luci. Osserva la paura di Fulgenzio di fronte a quella novità tanto dispendiosa e preoccupante e si inoltra dentro al centro commerciale. Negli altoparlanti una musica melodiosa li accompagna.


Cittadini lavoratori alle ore
diciotto il nostro
beneamato segretario sarà con noi
Ma che fortuna grazie alla luna
capofortuna stasera è con noi
ha una gran testa come uomo e una bestia
sembra immortale ma è come noi
lui è stato sempre puro come l'alito di chi
non beve e non fuma lava i denti tutti i di
profuma di roba francese e sulla camicia ha un foulard di chiffon
regala sorrisi distesi ai suoi elettori ai bambini bon bon
ma che fortuna capofortuna
guarda stasera con noi la tv
classe di ferro ha fatto la guerra
è tanto bello che sembra Gesù
lui è stato sempre puro come l'alito di chi
non beve e non fuma lava i denti tutti i di
profuma di roba francese e sulla camicia ha un foulard di chiffon
regala sorrisi distesi ai suoi elettori ai bambini bon bon
non teme ne estate ne inverno se andrà all'inferno ci andrà col gilet
dimentica i tuoi problemi imbarca i tuoi remi lui pensa per te
inaugura mostre e congressi autostrade e cessi ferrovie e metrò
sorride ai presenti commosso se punta sul rosso sa che vincerà
se gioca a tressette è campione se fuma un cannone si sente un pascià
reprime rivolte e sommosse e cura la tosse alle cinque col te
sostiene già tesi avanzate e tutta l'estate la passa in tournèe

2 commenti:

MaxBrody ha detto...

Hai colto perfettamente il segno: la cosa più bella dei centri commerciali (anzi, l'unica, per quanto mi riguarda) sono quelli che commentano: i vecchi. E quelli che fanno come loro (tipo io).

p.s.:Complimenti per la scelta della canzone!

p.p.s.:ma non dovevate alternarvi, tu e il desaparecido?

luttazzi4ever ha detto...

A saperlo dove sia finito quel disgraziato!

Grazie per i complimenti.

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