lunedì 8 agosto 2011

(4)


(Interno. Casa. Cantina tipicamente americana. Walter e Daniel escono dalla macchina, si guardano attorno.)

Daniel: “Non vedo o sento niente di diverso. E’ tutto un pacco, mi hai fregato. Voglio indietro le due ore migliori della mia vita.”
Walter: “Per passarle su Youporn?”

(Risate)

Daniel: “Le hai sentite anche tu?”
Walter: “Sì, è come se qualcuno ci deridesse più di quanto non fanno già realmente.”

(Risate)

Daniel: “E’ vero. Ci deridono, devono essere i tuoi figli. Quelle due piccole pesti.”
Walter: “I miei figli? Delle pesti? Tom che a 5 anni va’ già in terza elementare e Monica che ha solo un anno e mezzo e a malapena spiccica frasi di senso compiuto?”
Daniel: “Sì. Sotto l’aria di genio e di lattante si nascondono dei piccoli Stalin.”
Walter: “E poi uno si chiede perché tu non hai amici.”
Daniel: “Io ho amici, solo che non ho voglia di vederli”

(Coretto di disapprovazione)

Daniel: “Ma tutto ciò, a te, non sembra molto familiare?”
Walter: “E’ casa mia, più familiare di questo non ce n’è!”

(Silenzio)

Daniel: “Questa era molto fine e molto orrenda. Non è piaciuta.”
Walter: “Almeno con me hanno riso prima, a te solo “oooo” di disapprovazione.”
Daniel: “Ah, è una gara? Allora beccati questa: cosa fa un piccione di trenta chili su un albero?”
Walter: “Era vecchia quando io ero bambino. Mi deludi.”
Daniel: “Non me ne vengono al momento, è la tensione della diretta!”
Walter: “Diretta? Oh mio Dio! Giusto. Diretta!!”

(Walter sale le scale. Apre la porta che delimita la cantina, vede la sua casa lucente e la sua famiglia con un sorriso perennemente stampato in faccia. Si gira verso Daniel che lo aveva raggiunto)

Walter: “Ho capito: siamo in una sit-com!”

(Sigla di apertura.)

Daniel: “Lo stavo appunto per dire io, un’altra decina di minuti e l’avevo capito.”

(Risate)

Daniel: “Hanno riso, hanno riso. Ma questo è niente fino a quando non gli racconto quella del passero.”
Walter: “Non era un piccione?”
Daniel: “Mi ero sbagliato. E’ un passero.”
Walter: “Non credo sia un cambiamento epocale in tutta la storiella.”
Daniel: “Beh, sai come funziona no? Tra passero e piccione ce ne passa di strada. Ahahah. Passero-passa. Ahahah. Come sono simpatico.”

(Silenzio)

Daniel: “Ingrati!”
Walter(rivolto a Rita, sua moglie): “Cara, va’ tutto bene? Sei così raggiante.”
Rita: “Hai detto che dopo che avevi finito di “giocare” con Daniel, mi avresti fatto un bel regalo. Dov’è? Io non vedo niente!”

(Risate)

Walter: “Perché ridono?”
Rita: “Ho detto “vedo”. Che forte dose di auto-ironia che ho!”

(Piccole risate, qualche applauso)

Walter: “Amore, non ti scoraggiare. Un giorno troveremo una cura.”
Rita: “Io la conosco e si chiama…” (si ode la porta d’ingresso che si apre, tutti osservano verso di essa.)
Uomo: “La mooooooorte!”

(Risate sparse, qualche boato di entusiasmo. Sul ciglio della porta un signore di una certa statura ha il travestimento classico da Morte. Con la relativa falce al seguito.)

Uomo: “Ragazzi, vi piace il mio costume di carnevale?” (si toglie la maschera, è Roberto, il vicino).
Bambini: “Sìììììììì!”
Rita: “Roberto, che mattacchione che sei.”
Roberto: “Ma mai quanto l’oscura mietitrice. Bambini, chi vuole passare nell’aldilà grazie alla mia lucente falce?”
Walter: “Roberto, quante volte ti ho detto di non spaventare i bambini?”
Roberto: “Ma loro sono felici, guarda. Sorridono!” (i due piccoli saltellano di entusiasmo e giocano con la falce)
Walter: “Sì, ma io stavo parlando di lui!” (indica il divano. Dietro, accovacciato, c’è Daniel che trema e biascia parole incomprensibili)
Tom: “Puoi uscire zio Daniel, la falce è di gomma!”
Daniel(ricomponendosi): “Stavo solo recitando, sono entrato nella parte”
Roberto(con la maschera): “La morte che viene la morte che sogna, la morte che ha il muso di un topo di fogna. Buahahahahaha”.
(Daniel scappa ed entra in cantina, Walter lo segue.)

Rita: “ Caro prendimi i pomodori in lattina, che ho una fame che non ci vedo!”

(Risate, qualche momento di commozione)

Walter: “Per queste battute bisognerebbe uccidere lo sceneggiatore”

(Risate. Standing ovation.)

Daniel: “Quando si apre il portale?”
Walter: “Ora!”

(Un fascio di luce blu trasparente si prospetta davanti a loro. Walter tiene un mano un telecomando rosa.)

Daniel: “Ma quanto è fashion quel coso che hai in mano.”
Walter: “E’ della tv di Hello Kitty di mia figlia. Me ne vergogno un po’.”
Daniel: “Per avergli comprato la tv o per averle rubato il telecomando?”
Walter: “Tutte e due!”

(Risate)

Walter: “Saltiamo, ora!” (si lancia nel fascio di luce, scompare)
Daniel: “Non ho raccontato il finale della barzelletta del passero. Ora rimarranno col dubbio, poveri spettatori.”

(La luce si estingue. Le risate scompaiono. Nero.)

1 commento:

Carmensì ha detto...

ahahahah divertente! Ultimamente sono rimasta un po' indietro perchè non ci sono mai.Questa sera cercherò di recuperare.

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