sabato 6 agosto 2011

Cose che non capisco di questa estate strana




Non è per fare il bacchettone, che di solito lo sono soltanto ma cerco di non darlo a vedere. E' che le conseguenze dell'otite (almeno, questo è quello che mi è stato diagnosticato) che mi ha preso da qualche giorno non sono solo dolori lancinanti che non mi fanno dormire la notte. Ci sono anche la rinuncia alla mini-vacanza programmata a Senigallia in occasione del Summer Jamboree, gli arresti domiciliari forzati, lo zapping televisivo limitato ai pochi canali che sono costretti a sorbirsi tutti quelli come me che non hanno ancora il digitale terrestre. Orbene, mi trovo costretto a dichiarare che, per spegnere il cervello e non pensare più ai dolori, Italia 1 è la medicina giusta.
In pratica ho visto la mia prima puntata di O.C. della mia vita. Ho conosciuto il famoso Set Cohen a cui tanto mi paragonano. Se non altro, in un ammasso di personaggi idioti e palestratissimi, lui mi è sembrato il più decente. Poi legge fumetti, e nella puntata che ho visto io gli hanno addirittura proposto di scrivere una Graphic Novel.
Qui ci sarebbe tanto da dire, ma lasciamo stare. Forse, e dico forse, scriverò un altro post su questo argomento.
Ma veniamo a noi, che ho già deragliato parecchio.
Italia 1, dicevo. Italia 1 e i suoi spot idioti, in cui adolescenti turbolenti si affannano a convincere i loro simpatici coetanei a comprare uno zaino che li renda fighissimi. Che si tratti di uno zaino tutto rosa rosa super glitterato e fashion sponsorizzato da ragazzine che strizzano l'occhietto a più non posso o di uno zaino super figo e multi accessoriato per piccoli bulletti crescono, il tema cartella scolastica (ahah, cartella scolastica...come sono demodè) sulla rete dei gggggiovani non si ferma mai.
E allora ecco tutto: tra le tante, orribili pubblicità, sono stato colpito da quella che vedete nel video.
Questo sbruffone dai capelli più lunghi di quanto consentirei a mio figlio a quell'età mi ha inquietato non poco.
Non c'è niente in quello che fa che non mi abbia messo in uno stato di agitazione per come va il mondo oggi.
Cioè, parliamone. Già l'inizio basterebbe, di per sè, a prendere a sberle il bimbo e chi ha inventato la pubblicità: lui si butta da un aereo munito solo del suo zaino, per poi atterrare comodamente su un prato senza il minimo problema. Non ci vuole molto a capire che quell'atterraggio è frutto di una semplice capriola fatta sul prato, ma la mia domanda è: siamo sicuri che tutta questa sceneggiata sia necessaria? A che scopo?
Ma andiamo avanti. Senza mai chiarire bene se il Nostro bulletto di quartiere sia mai entrato o meno a scuola, lo vediamo subito scorrazzare per le strade della città a bordo di uno skate. E sì, perchè qui viene il bello: lo zaino in questione, proprio come sottolinea più volte lo spot, vanta proprio il fatto di avere uno skateboard incorporato con sè. La mia seconda domanda è: cosa ci deve fare uno di uno skate incorporato quando va a scuola?
La risposta sarebbe: niente. E forse questo risponde al dubbio di prima. Il nostro bulletto preferito, a scuola non c'è proprio andato.
Altra perla: vediamo il nostro simpatico amico, insieme ad altri perdigiorno come lui, che scorrazzano per la city. Fin quando, nei loro giretti da bulletti, lo becchiamo a travolgere con tutta la furia adolescenziale di cui è dotato un uomo che ha la sola sfiga di trovarsi lì in quel momento, essere vestito in giacca e cravatta e avere tutta l'aria di un manager. Ora, di sicuro i cari autori di questo bellissimo spot avranno studiato fior fior di libri su quanto sia difficile l'adolescenza e su quanto, secondo gli adolescenti, gli adulti siano dei rompiballe atomici pronti a fare di tutto per rovinare la loro vita. E quindi si saranno subito detti, quei furbacchioni, che per convincere altri bulletti come quello dello spot a comprare questo fantastico zaino basterà trasmettere il messaggio che solo con questo zaino si può fottere il sistema. Ovvero l'adulto. Ovvero un povero sfigato che ha come unico torto quello di stare lì per caso vestito in giacca e cravatta a parlare al telefonino con dei fogli in mano. Un manager, uno stronzone - secondo loro. Nient'altro che un pover'uomo a cui, tra l'altro, i bulletti fanno cadere tutti i fogli senza chiedere neanche scusa. Ahah, che grasse risatte per noi bulletti di quartiere. Quello stronzone tutto ingessato e serio serio ha avuto pane per i suoi denti. Noi si che siamo furbi e gggiovani. Non per niente abbiamo lo zaino con lo skate incorporato!
Capisco. La mia domanda è: quindi, secondo i cari autori, il concetto di "figo" è tutto qui? Davvero, facciamo felici i ragazzini instillando l'idea che questo è il comportamento da tenere per essere davvero cool? Non ne sono mica tanto convinto, io.
Ma vi chiedo scusa, forse sono sbagliato io. E' che io di botte a scuola ne ho prese tante che sono abbastanza sensiile al tema, e se c'è una cosa che mi spaventa è assecondare la tendenza di un adolescente incazzato (come lo sono tutti) a sfogare la propria rabbia con l'aria di bulletto da quartiere.
E poi il gran finale, che noi autori gggiovani della rete per i ggiovani non ci facciamo mancare niente: il bulletto torna a casa, con il cappellino a rovescio (quello sì che fa gggiovane), tutto sudato e soddisfatto. La voce fuori campo della mamma gli fa: "Tutto bene a scuola?". Tralasciamo la scenetta della mamma, che mi fa pensare a quanto sia tristemente vera la parodia de "i soliti idioti" quando fanno "mamma esco".
Parliamo di lui. Del nostro bulletto preferito.
La mamma gli chiede: "Tutto bene a scuola?"
E lui fa una smorfia.
Una semplice smorfia sufficiente a farmi venire la voglia di prendere quel ragazzino a sberle. Lui e gli autori.
Perchè a quel punto è chiaro che il bulletto a scuola non ci è proprio andato, così come è chiaro che proprio per questo si sente talmente figo da insinuare, con quell'ammiccamento in camera, che non andare a scuola per rompere i maroni ai manager di oggi è cosa buona e giusta. Amen.
Ok, ok. Io sto tirando fuori tutta la mia vecchiaia repressa che mi porto dietro da quando avevo 2 mesi, ma di solito tendo a cercare il buono di ogni cosa. A pensare che in fondo sia tutto in buona fede. Che dovrei cercare di guardare da un altro punto di vista, e che magari non c'è nessuno scopo diabolico dietro quello che a me sembra sbagliato.
Ma qui no. Giuro, mi sono incazzato. Proprio perchè quello spot, dal mio punto di vista, contribuisce in qualche modo a trasmettere dei messaggi completamente opposti a quelli che andrebbero trasmessi da qualsiasi persona adulta dotata di cervello.
E lo so, in teoria sarei troppo giovane per dirlo, ma chi se ne frega, lo dico lo stesso: ai miei tempi era diverso, non ci sono più le generazioni di una volta, dove sono finiti i veri valori della società, dove andremo a finire, ai miei tempi si conosceva il rispetto.
Ecco, l'ho detto. Mi sento meglio, ma in fondo in fondo la voglia di prendere a sberle gli autori dello spot mi è rimasta. Amen.

3 commenti:

Colei che... ha detto...

Sono d'accordo. Aggiungerei che il ragazzino e' un pessimo attore.

Lothar ha detto...

Sono d'accordissimo con te, è una cosa disgustosa che degli adulti che dovrebbero avere il buon senso creino degli spot come questo che non fanno che far credere ai bulli che tutto ciò che fanno è giusto. Non ho parole.

luttazzi4ever ha detto...

Ci mancava: "non esistono più le mezze stagioni", e il quadro era completo.

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